Donna e Islam. Tutto quello che le sciocchine non sanno

Di Giorgio Nadali   www.giorgionadali.it

Le provocazioni di dittatori e buffoni in visita di Stato passano.  L’economia si inchina e lecca tutto per vile denaro. Le verità nascoste a sprovvedute e insulse fanciulle indottrinate per lucro rimangono. Eccone alcune.

La poligamia è prevista dal Corano, ma solo per particolari circostanze: “Se temete di non essere equi con gli orfani (yatim), sposate allora di fra le donne che vi piacciono, due o tre o quattro, e se temete di non essere giusti con loro, una sola.” (Sura 4,3)

Le donne sono considerate inferiori, anche nel matrimonio e devono sottostare al principio della qiwamah, cioè della custodia, nel senso di “controllo totale da parte di un guardiano”, che è il marito. La qiwamah, tuttora in uso, ha quattro scopi: protezione, sorveglianza, custodia e mantenimento.

1) La moglie non può ricevere estranei, uomini, regali, senza il permesso del marito, né può disporre o prestare le proprietà di lui senza il suo permesso. Non esiste quindi la comunione dei beni.
2) Il marito ha il diritto di limitare i movimenti della moglie e di impedirle di lasciare la casa. Questo diritto prevale anche sul diritto dei parenti di lei di farle visita o di essere visitati da lei. E’ raccomandato al marito di non abusare di questo suo diritto.
3) La moglie non ha il diritto di contestare il marito e questi può punirla per la sua disobbedienza.
4) La moglie non può contestare il diritto del marito al concubinato, ma può chiedergli il khul (il divorzio).
5) Col matrimonio la moglie accetta implicitamente queste regole della qiwamah. Nonostante ciò la sposa può stipulare delle clausole che le garantiscono il diritto di divorziare, o di rimanere unita a lui solo se è l’unica moglie.
6) La moglie deve sottostare al diritto del marito di rivendicare in ogni caso una paternità.

La maggioranza dei dannati all’inferno sono donne 


Muhammad (Maometto) disse: “Mi è stato mostrato il fuoco dell’Inferno e che la maggioranza dei suoi abitanti sono donne”. Il Profeta disse: “Stavo alla porta del Paradiso e vidi che la maggioranza delle persone che vi entravano erano i poveri, mentre i ricchi si fermavano all’ingresso (per rendere conto) Ma i dannati furono portati al Fuoco. Poi fui all’ingresso dell’Inferno e vidi che la maggioranza (Aammah) di coloro che vi entravano erano donne”.  In compenso le belle donne che sono rimaste illibate (ammesso che esistano veramente) possono sperare di diventare delle Urì (dall’arabo al-hur – dagli occhi neri), le fanciulle che allietano gli uonimi nel paradiso islamico. Com’è noto, secondo la religione islamica ogni caduto della Jihad ha diritto a un harem ultraterreno di ben settantadue leggiadre vergini, oltre ad una comoda sistemazione ultraterrena in un giardino verdeggiante, rigato da limpidi ruscelli.

Circoncisione femminile (infibulazione)

Nonostante la condanna Islamica della circoncisione femminile, questa è praticata in alcune regioni dell’Africa in tre forme: circoncisione della Sunnah, (la tradizione), che prevede la rimozione della punta del clitoride e del suo prepuzio. Per clitoridectomia, rimozione totale del clitoride, del prepuzio e delle labia minora. Per infibulazione, detta anche circoncisione faraonica. Quest’ultima prevede la rimozione non solo del clitoride (clitoridectomia), ma anche delle labia majora e minora, della vulva. Le parti raschiate di quest’ultima, sono poi unite e rivoltate all’interno della vagina e fermate con spine oppure cucite con minugia o filo. Una piccola apertura consente il passaggio del flusso mestruale. In alcune culture la donna viene “riaperta” dal marito la prima notte di nozze mediante uno stiletto a doppia lama e ricucita nel caso di una sua lunga assenza. (Evidentemente lo stiletto ce l’ha solo lui).

Il tutto senza anestesia e in condizioni igieniche pessime, utilizzando forbici, vetri, lame, usate per più ragazze senza sterilizzazione. Molte sono le dannose conseguenze di questo rito. La “minore” è una metrorragia. Tra le peggiori, calcoli renali, sterilità, infezioni pelviche.

Una donna infibulata deve essere “scucita” per la prima notte di nozze e “ricucita” in seguito, per garantire fedeltà al marito. Stesso procedimento per il parto.

Una ragazza non circoncisa è considerata sporca dai villaggi locali e quindi non maritabile. La giovane che ancora ha un clitoride è considerata un grave pericolo, se l’organo entra in contatto col membro del marito. Un’attrazione fatale.

L’età può variare, a partire dai tre anni. Il tipo di rituale varia da luogo a luogo.

Nushuz. Se la donna si ribella, battetela.

Sura al-Nisa (IV) vers. 34

“Gli uomini sono preposti alle donne, perché Allah ha elevato alcuni di loro [esseri umani] su altri, e per il fatto che essi spendono [per esse] dei propri beni. Le [donne] probe sono dunque devote, salvaguardano in assenza [dei propri mariti, i loro diritti e la propria castità], per ciò che Allah ha preservato [per esse]. E quelle di cui temete la ribellione, ebbene, [prima] consigliatele, [e se ciò non dovesse rivelarsi efficace] abbandonatele nei [loro] letti, [e se anche questo non dovesse essere sufficiente] battetele. Se poi vi obbediscono, non cercate, contro di esse, [alcuna] via [per opprimerle]. In verità, Allah è sublime, grande”.

Picchiare la moglie è un evento presente in tutte le culture, ma solo nell’Islam è santificato da una autorizzazione di Dio. Amnesty International riporta che “secondo l’Istituto di Scienze Mediche del Pakistan, oltre il 90% delle donne sposate riferiscono di essere state prese a calci, schiaffeggiate, picchiate, o sottoposte ad abusi sessuali quando i mariti non erano soddisfatti della loro cucina o della pulizia della casa, o quando si dimostravano ‘incapaci’ di rimanere incinte o avevano partorito una femmina invece di un maschio”. In Tunisia picchiare la moglie viene sanzionato con 5 anni di carcere.

L’Islam insegna che gli uomini sono superiori alle donne (Sura 2:228).

L’Islam insegna inoltre che le donne hanno la metà dei diritti degli uomini:

  • nelle testimonianze pubbliche (Sura 2:282)
  • nell’eredità (Sura 4:11)

L’Islam considera la moglie come un possesso: “Fu reso adorno agli occhi degli uomini l’amor dei piaceri, come le donne, i figli, e le misure ben piene d’oro e d’argento, e i cavalli…” (Sura 3:14).

L’Islam istruisce le donne perché si velino sempre quando sono fuori delle loro case: “E dì alle credenti che…si coprano i seni d’un velo e non mostrino le loro parti più belle.” (Sura 24:31).

Maometto insegna che le donne sono mancanti in intelligenza e religione: “Io non ho mai visto qualcuno più deficiente in intelligenza e religione delle donne.” (Al Bukhari vol. 2:541).

Maometto insegna anche che le donne sono di cattivo auspicio: “Vi è cattivo auspicio nelle donne, nella casa e nel cavallo.” (Al Bukhari vol. 7:30).

Maometto insegna infine che le donne sono dannose per gli uomini: “Dopo di me non lascio alcuna afflizione che sia più nociva agli uomini delle donne.” (Al Bukhari vol. 7:33).

L’Islam permette la poligamia: un uomo può sposare fino a quattro donne allo stesso tempo: “Sposate allora di fra le donne che vi piacciono, due, tre o quattro…” (Sura 4:3).

Un uomo può divorziare da sua moglie per mezzo di una dichiarazione pubblica, mentre la moglie non possiede tale diritto: “Il ripudio v’è concesso due volte.” (Sura 2:229).

Quando un marito ha pronunciato per tre volte la formula del divorzio contro sua moglie, lei non ha la possibilità giuridica di risposare suo marito fino a quando non abbia sposato e sia stata ripudiata da un altro uomo (incluso l’aver avuto rapporti sessuali con questi): “Dunque se uno ripudia per la terza volta la moglie essa non potrà più lecitamente tornare da lui se non sposa prima un altro marito; il quale se a sua volta la divorzia, non sarà peccato se i due coniugi si ricongiungano…” (Sura 2:230).

L’Islam insegna che una moglie è passibile di punizione da parte di suo marito, picchiare una moglie o astenersi dall’avere rapporti sessuali con lei è permesso: “Quanto a quelle di cui temete atti di disobbedienza, ammonitele, poi lasciatele sole nei loro letti, poi battetele…” (Sura 4:34).

L’Islam considera la moglie come un oggetto sessuale: “Le vostre donne sono come un campo per voi, venite dunque al vostro campo a vostro piacere.” (Sura 2:223).

I suoi bambini dovranno essere educati secondo la religione del loro padre musulmano: l’Islam. Se lui divorziasse da lei, egli otterrebbe la custodia dei bambini, e lei non sarebbe più in grado di rivedere i suoi figli.

La Sharia (Legge Islamica) stabilisce che nei matrimoni misti “i bambini seguiranno la migliore tra le due religioni dei genitori”, la quale, nel tuo caso, sarebbe considerata l’Islam. Il Corano afferma che l’Islam è l’unica vera religione: “La religione presso Dio è l’Islam.” (Sura 3:19). Dei non-musulmani non possono essere tutori di musulmani: “O voi che credete! Non preferite prender per patroni gli infedeli piuttosto che i credenti.” (Sura 4:144).

Se la moglie sopravvive al marito musulmano e le sue proprietà si trovassero in un paese islamico, la legge islamica verrebbe applicata. La moglie che non si è convertita all’Islam non eredita nulla, mentre la moglie che si è convertita all’Islam eredità molto poco. Secondo il Corano una moglie non eredita tutto il patrimonio di suo marito. Se il marito morisse non lasciando eredi, lei percepirebbe un quarto del suo patrimonio, e i suoi genitori, i fratelli, gli zii etc. percepirebbero il resto. Se il marito deceduto lasciasse eredi allora la moglie percepirebbe un ottavo e i figli il resto, un figlio maschio eredita il doppio di una femmina: “Ed esse (mogli) avranno a loro volta un quarto di tutto quel che voi morendo lascerete, se non avete figli; ché se li avrete, ad esse spetterà un ottavo, dopo che siano stati pagati eventuali lasciti o debiti.” (Sura 4:12).

Giorgio Nadali

 www.giorgionadali.it