Le opere di misericordia corporale 1. Visitare gli infermi

“Perfino essere malato è piacevole quando sai che ci sono persone che aspettano la tua guarigione come una festa” – diceva Anton Checov. “Mi avete visto malato e siete venuti a visitarmi” (Matteo 25,43) diceva Gesù. L’assistenza agli infermi e il volontariato con i disabili è una grande opera di carità cristiana. Sicuramente “la carità copre una moltitudine di peccati” (1 Pietro 4,8). 27 sono le volte in cui la parola malattia è presente nella Bibbia, 7 la parola infermi, 8 la parola guarigione. Infinite sono invece le possibilità che abbiamo di mettere in pratica quest’opera di misericordia corporale. A parte la visita ad amici e parenti ammalati, l’opera di carità si svolge soprattutto verso coloro che no hanno legami con noi, ma attendono un sorriso e un po’ del nostro tempo per alleviare le sofferenze di una malattia. Sono infatti oltre 6 milioni le  persone che in Italia ogni giorno si mettono a disposizione degli altri e donano il proprio tempo (indagine Istat, CSVnet e Fondazione volontariato e partecipazione). Secondo una recente indagine del Quotidiano della Sanità, sette italiani su dieci dichiarano di stare bene. Meglio gli uomini delle donne. Ma quasi il 40% ha una malattia cronica. Il 71,1% degli italiani dichiara di essere in buona salute. In prevalenza si tratta di uomini (75,3%) mentre sembrano trovarsi in condizioni peggiori le donne che fanno registrare un dato fermo al 67,1%. Il 38,6% soffre di almeno una malattia cronica, per lo più ne sono affette le donne (41,4%). Il 43,2% dei malati cronici ritiene di essere in condizioni di buona salute. Anche in questo caso si nota una rilevante differenza di genere: gli uomini  a descriversi in questa situazione sono infatti il 49,3% a fronte del 38,3% delle donne. Le patologie più diffuse sono l’artrite (16,7%) e l’ipertensione (16,4%). La maggior parte delle persone che si definiscono in buona salute vivono a Bolzano (84,2%). Chi invece soffre di una o più malattie croniche risiede in prevalenza  in Umbria (42%), Abruzzo (23,4%) e Basilicata (23,4%). Il maggior numero di persone ipertese si trova in Abruzzo (18,5%) e, infine, la prevalenza delle persone che soffrono di artrite risiede in Basilicata (20,7%).  Analizzando il trend storico degli ultimi 12 anni si può notare come il numero di diabetici ed ipertesi sia costantemente cresciuto passando, rispettivamente, dal 3,9% al 5,5% e dal 11,8% al 16,4%. Dato in controtendenza quello delle persone con artrosi, in questo caso il 19,3% registrato nel 2001 è sceso fino al 16,7% rilevato nel 2012.

Tra le categorie professionali, la maggioranza degli individui in buona salute rientra tra gli studenti (94%), mentre il 76,4% dei pensionati soffre di almeno una malattia cronica. Il 39,1% degli italiani ha fatto ricorso a farmaci negli ultimi 2 giorni prima dell’intervista. La maggior parte di questi (43,5%) sono donne, mentre gli uomini si fermano al 34,5%. L’indagine Istat evidenzia come nei 3 mesi precedenti le interviste sono stati effettuati 2,025 milioni di ricoveri. In media ogni 1.000 persone ne sono state ricoverate 33,5. Ma vi sono differenze di genere. Se ogni 1.000 uomini ne sono stati ricoverati 29,1, per le donne il numero sale 37,7. Da evidenziare anche come tra gli uomini con un età superiore ai 70 anni i ricoveri sono molto maggiori rispetto a quelli delle donne nella stessa classe di età. Dal lato territoriale non sussistono particolari differenze tra le varie aree del Paese. Per quanto riguarda le giornate di degenza esse sono state 14,257 milioni con una media di degenza di 7 giorni (uomini 7,5 giorni in media, donne 6,7 giorni in media). A livello territoriale la media più alta di giornate di degenza si registra al Nord ovest con 7,8 giorni di degenza in media contro i 7,3 del Nord est, i 6,9 del Sud, i 6,6 del centro e i 5,9 delle isole. La Regione con la media più alta di giornate di degenze è il Veneto con 8,8 giorni, mentre quella con la media più bassa è l’Umbria con 5,4 giorni in media.

Tra le grandi occasioni di carità cristiana per “Visitare gli infermi” vi sono decine di associazioni di croci di pronto soccorso. Con un corso dai tre ai sei mesi e la disponibilità di una sera ogni dieci giorni è possibile aiutare tante persone che purtroppo hanno bisogno del soccorso di un’autoambulanza. Alla sera, di notte e nei festivi sono tutti volontari.

Per i disabili da notare la Fondazione Sacra Famiglia, il Piccolo Cottolengo Don Orione e la Fondazione Don Gnocchi.

Una grande associazione è la AVO, Associazione Volontari Ospedalieri. Il loro motto è ”Dai poco se doni la tua ricchezza. ma se doni te stesso, tu doni veramente”. L’Associazione Volontari Ospedalieri, rappresenta una delle più importanti e riconosciute realtà nel settore del volontariato socio-sanitario: può fare parte di questa associazione chiunque abbia il desiderio di mettere al servizio degli ammalati degenti negli ospedali parte del proprio tempo. Nata nel 1975, AVO di Milano si è presente in tutte le più importanti strutture ospedaliere, grazie all’impegno e alla dedizione di oltre 1.000 volontari. L’associazione è inoltre estesa su tutto il territorio nazionale, con 217 sedi riunite nella Federavo: in totale si contano circa 27.000 volontari.

Per assistere con un po’ del proprio tempo i bimbi in ospedale c’è l’ABIO. I volontari ABIO sono persone che ogni giorno offrono gratuitamente il loro aiuto. Accoglienza, gioco, ascolto, attenzione ai bisogni e collaborazione con il personale sanitario sono le parole che contraddistinguono il servizio ABIO. A ciascun volontario è chiesta la disponibilità a garantire un turno fisso di mezza giornata ogni settimana, oltre alla partecipazione alle riunioni di reparto e alla vita dell’Associazione e del gruppo.

Giorgio Nadali