Ad ogni morte di papa

di Giorgio Nadali

Essere papa nei primi secoli voleva essere certi di morire violentemente. Trentuno papi hanno conosciuto il martirio. Il primo fu l’apostolo Pietro crocifisso a testa in giù, secondo la tradizione. Trent’anni dopo Clemente I fu gettato in mare con un’ancora legata al collo. Ma – a parte i primi papi martiri –  sono stati otto i papi assassinati lungo i secoli; qualcuno per la fede, qualche altro per beghe politiche. E questi omicidi non vennero solo dall’esterno, ma soprattutto dall’interno della Chiesa…

 

Clemente I (99)

Secondo la leggenda, dopo essere stato bandito da Roma e mandato a lavorare in una cava di pietra, Clemente scoprì che i suoi compagni di prigionia erano affetti da disidratazione. Mentre si trovava in ginocchio a pregare, vide un agnello su una collina. Colpì il terreno dove di trovava l’agnello, e un flusso di acqua sgorgò. Il fatto convertì molti compagni di prigionia. Come punizione le guardie legarono un’ancora  intorno al collo di Clemente e lo gettarono nel Mar Nero.

 

Stefano I

Stefano fu Papa solo per tre anni, ma il suo pontificato fu vessato da polemiche  all’interno e fuori della Chiesa. All’interno della chiesa, le questioni riguardarono il nuovo battesimo dei cattolici decaduti. Al di fuori della chiesa l’imperatore Valeriano, un tempo era stato un alleato dei cristiani, emise due editti di persecuzione contro la chiesa. Stefano stava celebrando Messa seduto sul trono, quando gli uomini dell’imperatore fecero irruzione e decapitarono Stefano dove era seduto. Era il 2 agosto 257.

 

Sisto II

 

Non molto tempo dopo l’assassinio di Papa Stefano, Sisto II fu eletto papa. Durante questo periodo, l’imperatore Valeriano aveva promulgato una legge secondo la quale tutti i cristiani erano tenuti a partecipare alle cerimonie in onore degli dei romani. Sisto II ovviamente si oppose. Fu catturato dagli uomini dell’imperatore e messo a morte per decapitazione il 6 agosto 258. La prima vittima delle famigerate “258 Persecuzioni”.

 

Giovanni VII

Giovanni VII fu il primo Papa a regnare durante il periodo del “Papato bizantino”, durante il quale tutti i papi hanno dovevano essere approvati dall’imperatore bizantino per assicurarsi che tutte le decisioni prese sarebbero state allo stato. Tuttavia non fu lo Stato che decretò la sua fine, bensì il marito tradito infuriato di una donna che 18 ottobre 707 trovò il papa a letto con sua moglie.

 

Giovanni VIII

Alcuni lo considerano uno dei più grandi Papi del suo tempo, segnato da intrighi politici. Giovanni VII stesso fu vittima di questi intrighi. Una sera un parente di Giovanni VIII andrò a trovarlo e cercò di avvelenarlo. Il veleno però non funzionò abbastanza velocemente e l’assassino decise di finire il papa a martellate il 16 dicembre 882. La sua atroce morte è narrata negli Annales Fuldenses – le cronache medievali del VIII e IX Secolo.

 

Stefano VI   

Il predecessore di Stefano VI – Papa Formoso – fu processato in quello che sarebbe passato alla storia come il “sinodo del cadavere” (o “concilio cadaverico”). Stefano VI processò il cadavere di Formoso, tagliò tre dita della sua mano destra  e fece gettare il corpo nel Tevere. Questa violenza di Stefano VI si riversò su di lui che venne messo a morte per strangolamento nell’agosto 897.

 

Leone V

 

Leone morì in prigione. Fu assassinato nel luglio 903 da Cristoforo o più probabilmente all’inizio del pontificato di Papa Sergio per ordine di quest’ultimo o per ordine del sacri palatii vestararius, Teofilatto Conte di Tuscolo.

 

Giovanni X

Nel maggio 928 venne strangolato a Castel Sant’Angelo dalla senatrice Marozia, di cui il vescovo e storico Liutprando da Cremona scrisse che era “bella come una dea e focosa come una cagna, viveva nel cubicolo del Papa e non usciva mai dal Laterano”.

 

Giovanni XII

Fine ingloriosa per un papa! Un classico delle storie passionali. Giovanni XII on gradiva il celibato che voleva per i suoi preti. Decise quindi di divertirsi un po’. Gioco d’azzardo, furto, omicidio e incesto facevano parte della noiosa giornata del papa. Un brutto giorno  –  14 maggio 964 – Giovanni XII fu picchiato a morte da un marito geloso. È brutto trovare il papa a letto con tua moglie. Non lo auguriamo a nessuno.

 

Benedetto VI

Benedetto VI era destinato a soffrire per le trasgressioni del suo predecessore, Papa Giovanni XIII  che durante il suo pontificato si era fatto diversi nemici tra la nobiltà in Europa . Solo un anno e mezzo dopo essere stato eletto Papa, un prete di nome Crescenzio I – fratello del compianto Papa Giovanni XIII – eseguì l’ordine di catturare e strangolare Benedetto VI nel giugno 974.

 

Stefano VIII (IX)

Stefano VIII – in seguito ad una rivolta popolare – fu aggredito e mutilato nel 942 da alcuni nobili della fazione di Alberico per averlo offeso pubblicamente dal papa. Il fatto è narrato nel Chronicon, di Martino Polono.

 

Giovanni XIV

Giovanni fu deposto e imprigionato a Castel Sant’Angelo dove morì quattro mesi dopo, per avvelenamento su comando dell’antipapa Bonifacio VII,  rientrato a Roma nella primavera del 984 e reintegrato come papa.

 

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The abortion Pope

Il presidente eletto degli Stati Uniti d’America Donald J. Trump è pro life: decisamente contrario all’aborto. Tanto è vero che cancellerà la sentenza “Row contro Wade” che ha reso legale l’aborto negli USA. Sicuramente contribuirà a ridurre gli aborti volontari negli USA. Chi invece contribuirà ad aumentarli è proprio colui dal quale ci si aspettava (ingenuamente, visto il profilo “politico”) il contrario. Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, passerà alla storia come il “papa abortista” che nella sua lettera apostolica “Misericordia et misera” del 20 novembre 2016, scrive “candidamente” al punto 12: “… concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto. Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare viene ora esteso nel tempo, nonostante qualsiasi cosa in contrario [Cardinali disperati, n.d.A.]. Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l’aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente. Con altrettanta forza, tuttavia, posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre. Ogni sacerdote, pertanto, si faccia guida, sostegno e conforto nell’accompagnare i penitenti in questo cammino di speciale riconciliazione”.

Cancellato il codice 1398 del Diritto Canonico: «Chi procura l’aborto, nei casi si raggiunga l’effetto, incorre nella scomunica latae sententiae» [automatica, n.d.A.].

Non è difficile immaginare le conseguenze di tale atto. Un aumento esponenziale degli aborti volontari anche da parte di coloro (seppur relativamente pochi) che avevano ancora qualche remora ascoltando l’imperativo morale di una chiesa che di misericordia ha sempre meno, diversamente dalla “misera”. Come dire: è male abortire compagni, è uccidere! Ma niente paura, tutto passa con due Ave Maria. Dopo gay e transessuali, cade un altro baluardo di una chiesa a pezzi. Abortire è peccato, ma si lava in un attimo anche quello in confessionale, come l’evasione fiscale, i patrimoni offshore dello IOR – la banca vaticana – e le regge cardinalizie da 700 metri quadri. L’ipocrisia farisaica è peccato, abortire anche. Ma tutto si lava. E con l’acqua scivolano via sempre più migliaia di fedeli delusi che hanno aperto gli occhi e reso il “giubileo” un vero flop. Fortunatamente di Santi Padri c’è solo Dio.

Insomma, una chiesa ricca che ti vuole povero. E da oggi anche abortista senza problemi di scomunica.

Giorgio Nadali


Sacre spie

 

Vladimir Mikhailovich Gundyayev – l’attuale patriarca di Mosca, Kirill – negli anni Novanta fu accusato di avere collegamenti del KGB durante gran parte del periodo sovietico, come lo erano molti membri della gerarchia della Chiesa ortodossa russa e di perseguire gli interessi dello stato prima di quelli della Chiesa. Il nome in codice come agente del KGB era “Mikhailov”. I giornali «Kommersant» e «Moskovskij Komsomolets» hanno inoltre accusato il patriarca Kirill di affarismo e abuso del privilegio di esenzione dai dazi doganali nell’importazione di sigarette concesse alla Chiesa negli anni Novanta e lo soprannominarono «Tabacco metropolitano». Il dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa sosteneva di avere agito come il più grande fornitore di sigarette straniere in Russia. I profitti di questa operazione, presumibilmente sotto la direzione di Kirill furono stimati  in un miliardo e mezzo di dollari dal sociologo Nikolai Mitrokhin nel 2004 e di quattro miliardi di dollari nel 2006. Il Patriarca fu accusato dai bloggers di indossare un orologio costruito dal produttore svizzero Breguet, del valore di oltre ventimila sterline. Quando i giornalisti[1] chiesero di sapere da dove provenisse l’orologio, il Patriarca Kirill rispose che anche se lui avesse avuto un tale orologio, non lo indossò mai ed eventuali fotografie erano false. Tuttavia, un certo numero di fotografie sul suo sito web sembrano mostrare che indossò l’orologio. Nell’ultimo decennio, la Chiesa ortodossa russa ha sostenuto senza riserve il presidente Putin in cambio di un ruolo più prominente nella società.

 

La via dei ratti. Il servizio del vescovo nazista per la fuga dei criminali di guerra

 

Molti gerarchi nazisti fuggirono alla fine della Seconda Guerra mondiale grazie a un pecora nera e alla sua via dei ratti. La “via dei ratti”, Rattenlinien, fu il servizio di fuga fondato dal vescovo tedesco Alöis Hudal (Luigi Hudal, 1885-1963) specializzato nella fuga di gerarchi nazisti in Argentina nel 1945. Padre Krunoslav Draganović dell’Istituto Croato di San Girolamo era incaricato di organizzare il cambio di identità e la fuga.[2] Michael Phayer scrisse: «Permettendo che il Vaticano venisse coinvolto nella ricerca di un rifugio per i colpevoli dell’olocausto, Pio XII commise la più grande scorrettezza del suo pontificato».[3] Il vescovo Hudal operava in modo autonomo come spia dei nazisti con base in Vaticano e aveva contatti diretti con Walter Rauff, il gerarca delle SS che inventò i furgoni camera a gas mobile mediante quelli di scarico. Monsignor Hudal – confessore della comunità cattolica tedesca di Roma – dichiarò che era cosa buona mettere al riparo i gerarchi nazisti dalla persecuzione degli alleati. La sua opera principale fu il libro «Die Grundlagen des Nationalsozialismus» (I fondamenti del Nazionalsocialismo). Fonti minoritarie vedono nel cardinale Giuseppe Siri (1906-1989), arcivescvo di Genova un coinvolgimento indiretto nella rattenlinien per la fuga del gerarca nazista, soprannominato “architetto dell’olocausto” incaricato delle deportazioni degli ebrei – Adolf Eichmann – unico civile condannato a morte (per impiccagione) in Israele (1962). Eichmann fuggì dapprima in Argentina con documenti falsi forniti dal vicario generale di Bressanone, il sacerdote filo nazista Alois Pompanin (1889-1966) – prelato d’onore di Sua Santità – che ribattezzò Eichmann, Priebke e Bormann (il segretario di Hitler). Eichmann fu rapito dal servizio segreto israeliano nel 1960. La sentenza fu eseguita da Shalom Nagar – allora ventiseienne – che oggi fa il macellaio a Holon (Israele).

 

Servizi segreti vaticani nella storia

 

Nell’ottobre del 1962 il papa San Giovanni XXIII accettò la partecipazione al Concilio Vaticano II di due prelati orodossi spie del KGB – Bolovoy e Kotlyrov – accettando la condizione (poi soddisfatta) che non vi sarebbero stati attacchi al comunismo durante il Conclave[4]. L’attività politica del Vaticano e i suoi servizi segreti hanno operato in modo parallelo usando diversi metodi per lo stesso obiettivo. Da un lato i papi hanno negoziato per ribaltare o neutralizzare certe misure dirette verso Roma, dall’altra la Santa Alleanza e l’Ordine Nero sono intervenute per distruggere i nemici della Chiesa.

David Rizzio, Lamberto Macchi, Rodolfo Ridolfi, James Fitzmaurice, William Parry, Marco Antonio Massia, Giulio Alberoni, Alexander de’ Medici, Giulio Guarnieri, Tebaldo Fieschi, Charles Tournon, John Bell e Giovanni DaNicola sono stati tra gli agenti della Santa Alleanza le cui operazioni hanno cambiato il corso della storia dalla metà del XVI secolo al XXI.

Ludovico Ludovisi, Lorenzo Malgarotti, Paluzzo Paluzzi, Bartolomeo Pacca, Giovanni Battista Caprara, Annibale Albani, Pietro Fumasoni Biondi e Luigi Poggi[5]  sono stati alcuni dei potenti capi dell’apparato dello spionaggio pontificio che, sempre in difesa della fede, hanno pianificato e ordinato operazioni sotto copertura, assassinii politici o di stato, e vere e proprie “liquidazioni” di personaggi secondari che si erano messi di traverso sulla strada della politica del papa del momento, la politica di Dio in Terra. Re sono stati uccisi, diplomatici avvelenati, e una o l’altra fazione sostenute come norma della diplomazia papale. Occhi sono stati chiusi su catastrofi e olocausti. Sono stati finanziati dei terroristi, così come dittatori sudamericani, sono stati protetti criminali di guerra, riciclato il denaro della mafia, manipolati i mercati finanziari, provocate bancarotte, e vendute armi a combattenti anche se le loro guerre sono state condannate. Tutto ciò è avvenuto nel nome di Dio con la Santa Alleanza e il Solidatium Pianum[6] come suo strumento.

Da quando l’inquisitore Pio V (canonizzato anni dopo) fondò il servizio di spionaggio del Vaticano nel XVI secolo con l’unico obiettivo di eliminare l’eretica Elisabetta I d’Inghilterra e sostenere la cattolica Maria Regina degli Scozzesi, lo Stato vaticano non ha mai ammesso l’esistenza della Santa Alleanza e del suo ramo di controspionaggio Solidatium Pianum, tuttavia può essere detto che le loro operazioni furono un segreto di Pulcinella. Simon Wiesenthal, il famoso cacciatore di nazisti ha dichiarato in un’intervista che «il migliore e più efficiente servizio di spionaggio che io conosca nel mondo appartiene al Vaticano». Il cardinale Luigi Poggi[7], soprannominato «la spia del papa» (San San Giovanni Paolo II, canonizzato il 27 aprile 2014) ha condotto una delle più grandi operazioni di modernizzazione della Santa Alleanza avvantaggiandosi dei suoi stretti contatti col Mossad israeliano. Grazie a sua eminenza il servizio segreto israeliano è stato in grado di sventare un attentato contro il primo ministro israeliano Golda Meir  in occasione della sua visita in Italia. Il cardinale Poggi si è occupato di incanalare i fondi Vaticani necessari, mediante la banca vaticana di Paul Marcinkus, l’Istituto per le Opere di Religione[8] (IOR), per finanziare il sindacato guidato da Lech Walesa (Solidarność). Un’operazione in collaborazione tra la Santa Alleanza e la CIA guidata da William Casey[9].

     Il giornalista spagnolo Eric Frattini scrisse: «Una volta, un illustre vaticanista mi disse: “Il tempo non scorre alla stessa velocità all’interno della corte dei Papi e al suo esterno”». […] La vera politica vaticana, esattamente come succedeva nei secoli passati, si sviluppa ancora dentro i salotti ovattati e fiocamente illuminati, dotati di divanetti in velluto rosso, doppie porte ed eleganti stucchi raffiguranti angeli e odalische, dove hanno accesso solo i potenti o gli “amici” dei potenti. Là dentro, tra mezze parole e frasi non pronunciate ma sottintese, gli alti esponenti della curia riescono a provocare o a rimediare a dissesti finanziari, a nascondere scandali, a spostare come pedine sulla scacchiera prelati senza scrupoli o confratelli desiderosi di “ripulire”[10] la Chiesa dall’interno».[11]

[1] «The Independent», 05.04.2012

[2] Cfr. A. CASAZZA, La fuga dei nazisti. Mengele, Eichmann, Priebke, Pavelic da Genova all’impunità, Il Melangolo, Genova, 2007

[3] M. PHAYER, La Chiesa cattolica e l’Olocausto, Newton & Compton, Roma, 2001

[4] M. MARTIN, The keys of this blood, Touchstone, New York,1991, citato da J. KOEHLER, Spies in the Vatican: The Soviet Union’s Cold War Against the Catholic Church, Pegasus, Berkeley, 2009, p. 8

[5] Tutti cardinali

[6] Rete di informazione della Vaticano, fondata da monsignor Umberto Benigni nel 1909, sotto il pontificato di papa Pio X (1903-1914). Il nome si riferisce a san Pio V. Questa rete segreta fu scoperta dallo storico Émile Poulat. Scopo della rete era soprattutto quella di combattere il modernismo. Nota anche come La Sapinière.

[7] Scomparso il 4 maggio 2010

[8] «Lo IOR rimane il grande virus vaticano che si trasmette da un papa all’altro come un’influenza o il vaiolo e nessuno è disposto a combatterlo davvero, o a cercare almeno un antidoto […] I banchieri dello IOR garantiscono a selezionati clienti totale riservatezza, transazioni coperte, totale immunità e autonomia operativa. Che altro si può chiedere quando si vuole riciclare il proprio denaro?» (E. FRATTINI, I corvi del Vaticano: Lo scandalo Vatileaks, i segreti dello IOR, l’addio di Benedetto XVI, Sperling & Kupfer, Milano, 2013). Per la prima volta dal 1908, quando si chiamava Commissione amministratrice delle Opere di Religione, lo IOR ha pubblicato il suo bilancio 2012 di 86,6 milioni di dollari, in seguito alla trasparenza voluta dal nuovo pontefice Francesco.

[9] E. FRATTINI, The Entity: Five Centuries of  Secret Vatican Espionage, St. Martin Press, New York, 2004, pp. 3-4

[10] Riferimento al caso di «rimozione e promozione» di Mons. Carlo Maria Viganò

[11] E. FRATTINI, I corvi del Vaticano: Lo scandalo Vatileaks, i segreti dello IOR, l’addio di Benedetto XVI, Sperling & Kupfer, Milano, 2013

 

Giorgio Nadali


Le chiese cristiane dei serpenti e degli scorpioni

ATTENZIONE! Maneggiare serpenti e scorpioni è pericoloso! OLTRE non si assume alcuna responsabilità per la morte di lettori che decidano di maneggiare con fede serpenti e scorpioni! NON provate alcuna delle pratiche religiose con i serpenti mostrate nel video!

Gesù Cristo disse: «Prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». (Marco 16,18) E ancora: «Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico, nulla vi potrà danneggiare» (Luca 10,19). Loro lo hanno preso alla lettera. Hanno incominciato a prendere in mano serpenti velenosi. A brindare con cocktail di micidiali veleni. Ordinano costose casse di scorpioni per camminarci sopra in casa. Quelli che poi sopravvivono tentano anche di imporre le mani ai terrorizzati malati che incontrano. Loro sono gli Snake Handlers. Gruppo del pentecostalismo fondamentalista cristiano. Vivono negli USA. La Church of God with Signs Following fu fondata a Cleveland, Tennessee (USA) da George Went Hensley, morto a settantacinque anni in Florida, nel 1955. Ovviamente ad ucciderlo fu il morso di un serpente. Tutto iniziò quando George stava predicando il passo di Vangelo di Marco 16.

Si trovava nei pressi di Cleveland e un gruppo di uomini lo mise alla prova mettendogli di fronte una scatola piena di serpenti velenosi. Lui li prese in mano e continuò a predicare. La pratica si diffuse nella Church of God del Tennessee e nel 1945 ci scappò il primo morto. Nel 1948 Hensley fu arrestato. Ma i correligionari proseguirono. E crebbero. Nel 1971 i pastori Buford Peck e Jimmie Ray Williams morirono per aver assunto della stricnina durante un servizio religioso. Nel 1975 la Corte Suprema del Tennessee dovette emanare un divieto di assumere veleno e maneggiare serpenti durante le riunioni religiose. Ma i fedeli continuarono privatamente, convinti di manifestare un dono dello Spirito Santo. Queste pratiche sono infatti svolte durante un trance estatico chiamato In the Spirit. (Nello Spirito).

I casi di morsi di serpente velenoso sono effettivamente rari. Bisogna essere una vittima molto appetibile. Ma non provateci a casa. I serpenti sono abbastanza permalosi. Gli stati di Alabama, Kentucky e Tennessee hanno approvato leggi contro l’uso di serpenti velenosi e altri rettili in un luogo che mette in pericolo la vita delle persone. La legge del Kentucky cita espressamente le funzioni religiose. In Kentucky gestire un serpente è un reato punibile con una multa dai cinquanta ai duecentocinquanta dollari. La maggior parte delle pratiche di manipolazione dei serpenti, quindi, si svolgono nelle case dei fedeli, che così si risparmiano la procedura e di ottenere un permesso governativo per la chiesa. Le forze dell’ordine in genere ignorano queste pratiche religiose, a meno che non vengano chiamate a causa di una morte.

I serpenti usati nel culto devono essere trai più velenosi reperibili. L’ideale sarebbe l’ Oxyuranus microlepidotus, il serpente più velenoso del mondo, che in realtà si nutre solo di roditori. 7 volte più velenosi del serpente a sonagli del Mojave.

Nel luglio 2008, dieci persone sono state arrestate e centoventicinque serpenti velenosi sono stati sequestrati nell’ambito di un’operazione sotto copertura chiamata Twice Shy. Il pastore Gregory James Coots della Full Gospel Tabernacle è stato arrestato e settantaquattro serpenti sono stati sequestrati dalla sua casa.
Una donna del Tennessee morì nel 1995 a causa di un morso di serpente a sonagli ricevuta durante un servizio alla chiesa del Full Gospel Tabernacle. La pratica è legale nello Stato del West Virginia. La manipolazione religiosa dei serpenti è stato un reato punibile con la morte secondo la legge della Georgia del 1941, in seguito alla morte di una bambina di sette anni, a causa del morso di un serpente a sonagli. Tuttavia, la pena non fu comminata e la legge fu abrogata nel 1968. La pratica è legale tuttora nella Virginia Occidentale.
Nel 2001 vi erano circa quaranta piccole chiese dei serpenti, molte delle quali pentecostali o carismatiche. Nel 2004 vi erano quattro congregazioni dei serpenti nelle province di Alberta e British Columbia, Canada. La maggior parte, se non tutte, utilizzano la versione protestante di Re Giacomo della Bibbia (King James Version), e considerano le altre traduzioni come demoniache o false. Come i loro predecessori, credono in una interpretazione letterale della Bibbia. La maggior parte di queste Chiese sono non-confessionali, ritenendo che le denominazioni siano fatte dagli uomini e portino il marchio della Bestia dell’Apocalisse, cioè Satana. I fedeli frequentano la chiesa diverse volte alla settimana. Se lo Spirito Santo interviene, il culto può durare da novanta minuti a cinque ore, se i serpenti non si stancano prima.
Le Chiese cristiane che nel 2016 praticano settimanalmente il culto con i serpenti sono:

 Rock House Holiness Church, Sand Mountain, Georgia
 The Jesus Name Believers Holiness Church, Canton, Georgia
 Holiness Church of God in Jesus’ Name, Kingston, Tennessee
 Holiness Church Of Lord Jesus, Roopville, Indiana
 Hiway Holiness Church of God, Fort Wayne, Kentucky
 Crockett Church, Fields
 East London Holiness Church , London, Michigan
 Apostolic Church, Warren, Ohio
Full Gospel Jesus Church, Cleveland, Ohio
 Full Gospel Jesus Church, Columbus, South Carolina
 Holiness Church of God in Jesus Name, Greenville, Sud Carolina
 Holiness Church of God in Jesus Name, Greenville, Tennessee
 Holiness Church of God in Jesus Name, Carson Springs, Tennessee
 Sand Hill Church, Del Rio, Texas
 House of Prayer in Jesus Name, Morristown, West Virginia
 Church Of The Lord Jesus With Signs Following, Jolo, West Virginia
 Full Gospel Jesus Church, Micco, Florida
 Full Gospel Jesus Church, Kistler, West Virginia
Giorgio Nadali


La spiritualità del successo personale contro le chiese pro-sfiga

La teologia della prosperità insegna che Dio ci vuole vincenti. Sempre. Non è male chiedere a Dio benessere e prosperità, anche economica. Una dottrina in contrasto con chiese cristiane (come quella cattolica) che insegnano (solo a parole) un concetto falsato di povertà. Pauperismo cristiano minimalista. La povertà è in realtà il distacco del cuore dalle cose materiali, non la miseria e la mediocrità. “Beati i poveri in spirito”. Se un uomo o una donna hanno successo – guadagnano molto e con questo denaro danno lavoro ad altri e fanno del bene, Dio è molto felice di questo. Aspetta solo che chi ha fede Gli chieda la stessa cosa per ricolmarlo del suo favore e aprirgli porte che sono impossibili agli uomini… Inaudito? No. Fede!

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Nella foto: i Pastori Joel e Victoria Osteen di Lakewood Church, Houston. La Chiesa che punta tutto sul messaggio cristiano di gioia e prosperità materiale e spirituale: Dio ci vuole vincenti

La gente è molto timida con Dio. Qualcuno le ha insegnato a non infastidirlo troppo. A tenere un basso profilo. Si ha come il timore di una preghiera “spudorata”. Anni di educazione religiosa ci hanno abituato a domandare a Dio il minimo indispensabile. “Signore, aiutami a tirare avanti”. Non è un a preghiera sbagliata. È una preghiera che limita Dio. Per le cose ordinarie non c’è bisogno di un intervento divino. Nessuno ci ha mai insegnato a pregare in grande. Ad un grande Dio si chiedono cose grandi. Non è spudoratezza. È fede. Cosa vuol dire cose grandi? Vuol dire credere sul serio che a Dio nulla è impossibile (Luca 1,37) e credere nel suo amore che vuole donarci molto di più di quanto noi stessi osiamo sperare. Prova a pensare ad un sogno che ritieni irrealizzabile per la tua vita. Ecco, Dio vuole donarti ancora più di quello. Lo crediamo? Molti non lo credono affatto perché sono stati educati ad una fede mediocre. Pensano che ciò che hanno (e sono) sia già il massimo che Dio ha voluto per loro. Pensano che Dio non possa volere il nostro successo o – peggio ancora – che non abbia nulla a che fare con esso. Anzi, il successo personale è quasi un peccato. Meglio essere mediocri per essere bravi cristiani. Invece, è un peccato proprio credere questo. Perché l’uomo vivente è la gloria di Dio e ciò che Dio vuole donarci di grande e “impossibile” è un segno agli altri del suo amore e della sua potenza. Non si dà una grande testimonianza andando in giro a testa bassa facendo credere al mondo che la tua fede in Cristo è quella della rassegnazione e del tirare a campare. Un peccato contro lo Spirito Santo. Un peccato anche di ignoranza. La Parola di Dio dice: «cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore» (Salmo 36,4). I desideri del tuo cuore… Anche materiali, sì, sì! Salute, successo, denaro. L’essere umano è fatto per il bello e il buono, non per il mediocre e per la miseria. A nessuno piace la miseria. Di sicuro non a un Padre per i suoi figli.

“Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai” (Giosuè 1,8)

Non barare. Tanto Dio vede già i tuoi desideri, anche se non vuoi presentarglieli. Ora, qualcuno ti ha fatto credere che nessuno di questi desideri da presentare a Dio possa essere di natura materiale. Si confonde il benessere, anche economico con il materialismo (che è l’adorazione delle cose materiali). Invece Gesù ha incluso anche il pane quotidiano nelle richieste del Padre Nostro e il considerare la materia come impura è sconfinare in una filosofia che nulla ha a che fare col Cristianesimo. È gnosticismo. Eresia. Corpo, materia, esigenze terrene, benessere, successo, sesso, piacere e denaro non sono affatto cose “demoniache” in quanto tali, per il Cristianesimo. Sempre a patto di non confondere la fede con la bigotteria, ma Gesù aveva parecchio da ridire su quella dei “puri” Farisei del suo tempo.

Il cuore è il centro di tutto. Il Buon Samaritano era un ricco mercante generoso. E quelli che non si sono fermati a soccorerlo erano gli addetti al culto: un levita e un sacerdote del tempio giudaico.

Probabilmente la maggioranza si ricorda il detto popolare «il denaro è lo sterco del diavolo» e le dichiarazioni di Gesù contro la ricchezza: «è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli» (Luca 18,25), «vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi» (Luca 18,22). Si confonde il voto di povertà con il valore della povertà valido per ogni cristiano. In base alla visione cattolica molti si sono fatti l’idea che il Cristianesimo odii il benessere e il successo personali. Si confonde il potere con l’arroganza e il successo con la prevaricazione. In realtà Gesù mette in guardia dalla ricchezza economica che – quando è abbondante – può facilmente può prendere il primo posto nel cuore della persona e sostituirsi a Dio. Per cui si confonde il valore della povertà evangelica con la miseria o la mediocrità e si crede che Dio voglia il minimo indispensabile per noi, non il massimo possibile. La povertà è in realtà l’uso dei beni materiali con distacco in modo da non renderli un idolo. Il povero del Vangelo non è un pezzente. È la persona che sa godere dei suoi beni senza che questi prendano il posto di Dio nella sua vita. Per cui non vi è nulla di male a chiedere a Dio una casa migliore, anzi, una casa decisamente molto bella o una professione di successo. Dio può aprire delle porte che agli uomini sono impossibili. Ma il limite di tutto ciò è proprio la fede di chi prega. Se chiedi a Dio di tirare a campare sino a fine mese, questo otterrai. Il fatto è che Dio vuole e può molto di più per noi. Ma siccome non lo crediamo, non lo preghiamo neppure e di conseguenza non lo otterremo mai. E la frase d Gesù «Tutto è possibile per chi crede» (Marco 9,23) rimane una bella teoria spirituale che ben poco ha a che fare con la nostra vita concreta di ogni giorno. C’è una falsa vergona religiosa nei confronti di un Padre che – come ogni padre – vuole il massimo per ogni singolo figlio e ha desideri e progetti di abbondanza per ognuno, non certo di mediocrità. Come dire, Dio ci vuole sfigati… Per cui dico la mia preghierina banale. Fammi tirare a campare come posso. Poi vado a giocare a Superenalotto e quant’altro. Mi vergogno di chiedere a Dio il successo e il benessere. Meglio chiederlo alla dea fortuna pagana, no?

La teologia della prosperità (a volte indicata come il Vangelo della prosperità o il Vangelo della salute e del benessere) è una dottrina religiosa cristiana secondo cui Dio vuole benedire la vita dei cristiani sia in senso spirituale, sia materiale ed economico. Basata su interpretazioni della Bibbia, spesso con enfasi sul Libro di Malachia, la dottrina considera la bibbia, un contratto tra Dio e gli esseri umani: se questi hanno fede in Dio, Egli garantirà le sue promesse di sicurezza e di prosperità. Riconoscere queste promesse con fede permette a Dio di ricolmare il fedele con le sue benedizioni. I fautori insegnano che questa dottrina è un aspetto del percorso di dominio cristiano sulla società, sostenendo che la promessa di Dio di dominio in Israele si applica ai cristiani di oggi. La dottrina pone l’accento sull’importanza della crescita personale, proponendo che è  volontà di Dio che il suo popolo sia felice. L’espiazione (riconciliazione con Dio) è interpretata come alleviamento della malattia e della povertà, viste come maledizioni a causa della mancanza di fede.

Negli anni cinquanta del XX secolo la teologia della prosperità si è sviluppata negli Stati Uniti, anche se i commentatori hanno collegato le origini della sua teologia al movimento del New Thought (Nuovo Pensiero). La teologia della prosperità ha visto un’ulteriore diffusione negli anni Ottanta del XX secolo col il tele-evangelismo statunitense. Negli anni novanta e duemila, fu adottato da influenti leader del Movimento carismatico e promosso da missionari cristiani in tutto il mondo, portando a volte alla creazione di mega-chiese. Le figure prominenti nello sviluppo della teologia della prosperità sono E. W. Kenyon, Oral Roberts, A. A. Allen, Robert Tilton, T. L. Osborne, John Osteen, Kenneth Copeland, Kenneth Hagin. I principi della teologia della prosperità sono ecumenici. Nascono in ambiente protestante, ma qualunque delle cinquemila Chiese cristiane può accettarli, anche se con accenti diversi. Sono quindi validi anche per la Chiesa cristiana più grande, quella cattolica… che però a livello teorico odia la ricchezza. Poi, in pratica conosce cardinali che danno l’esempio con ricchezze da mille e una notte e un patrimonio immobiliare planetario che solo a Roma ammonta a 10 miliardi di Euro. Negli Stati Uniti le entrate annuali sono di 171 milioni di Euro di cui solo il 2,7% dedicato alla beneficenza. Nello Stato del Vaticano su 10 Euro che entrano 2 sono devoluti alla beneficenza e 6 servono a sanare i contri in rosso della curia romana.

Le Chiese in cui è insegnato il Vangelo della prosperità sono spesso non-confessionali e solitamente dirette da un unico pastore o da un leader, anche se alcuni hanno sviluppato delle reti “multi-chiesa” che hanno somiglianze in varie denominazioni. Queste chiese in genere dedicano molto tempo ad insegnare la fede in una prospettiva di discorso positivo. La fede è in sostanza positività verso la vita – dono di Dio – non rassegnazione passiva. La più grande, importante e nota in tutto il mondo è Lakewood Church di Houston, Texas (USA). Le Chiese della prosperità spesso predicano riguardo a responsabilità finanziarie del fedele verso la congregazione, anche se alcuni giornalisti e accademici hanno criticato la loro predicazione in questo settore come ingannevole. La Teologia della prosperità è stata criticata dai leader di movimenti pentecostali e carismatici, e da altre confessioni cristiane.

La teologia della prosperità insegna che i cristiani hanno diritto al benessere perché la realtà fisica e quella spirituale sono viste come una realtà inscindibile. Questo è interpretato come salute fisica e prosperità economica. Il diritto proviene dal patto tra Dio e Abramo (padre delle tre religioni monoteiste). La prosperità non è solo economica. E’ salute, soddisfazione, creatività, successo, relazioni vincenti… Gli insegnanti della dottrina si concentrano sulla realizzazione personale, promuovendo una visione positiva dello spirito e del corpo. Essi sostengono che i cristiani hanno avuto potere sopra la creazione perché sono fatti a immagine di Dio e insegnano che la fede positiva permette ai cristiani di esercitare il dominio positivo sulla realtà circostante. La povertà e la malattia sono espresse come maledizioni che possono essere eliminate da una giusta disposizione di fede. Vi sono, tuttavia, alcune chiese della prosperità che cercano un paradigma più moderato o riformato di prosperità. Kirbyjon Caldwell, pastore di una mega-chiesa metodista, supporta una teologia della vita prosperosa affermando che la prosperità è accessibile per tutti, come un percorso di lotta contro la povertà. Il problema è che nel mondo si combatte la povertà, mentre in Italia si combatte la ricchezza. E indovinate da che pulpito viene la predica?

La stessa croce di Cristo appare una sconfitta al mondo. Il Venerdì Santo è la sconfitta. Tuttavia dopo solo due giorni Cristo vince la morte. La Domenica di Pasqua è il successo della vita che vince la morte. È il successo dell’amore di Dio sul peccato dell’uomo. Dio ci vuole vincenti come lui, non ci vuole perdenti depressi e rassegnati. Molte Chiese dovrebbero riscoprire la gioia contagiosa di essere cristiani. Essere seguaci di Cristo vuol dire sì prendere la croce per seguirlo, ma non vuol dire vivere una vita depressa tantomeno una vita stoica di privazioni. Lo stoicismo non è Cristianesimo. Se sei Francesco d’Assisi e vuoi abbandonare il tuo padre ricco per piacere di più a Gesù è una tua idea, ma non è necessaria per la fede in Cristo. Potevi fare molto bene anche da ricco.

L’idea di fondo è tipicamente quella cattolica. La croce di Cristo non è sufficiente. Se voglio salvarmi devo compiere delle opere, aggiungere santi, madonne, intercessioni, purgatori, auto flagellazioni, apparizioni, reliquie, digiuni, penitenze e indulgenze, perché… Gesù Cristo non basta. Invece l’adesione a Cristo è ciò che mi salva. Punto. Non è merito mio e non posso aggiungervi nulla. La salvezza è un dono. Le opere sono l’adesione di fede. E non è poco. 

Forse è bene ricordare che Cristo godeva pienamente della vita terrena, in tutto fuorché nel peccato. Mentre secondo un papa cattolico – Gregorio Magno – «Il piacere non può essere mai senza peccato». Ovviamente l’hanno fatto santo. Cristo il primo miracolo lo fa mentre si sta divertendo a una festa di nozze con amici a Cana di Galilea, bevendo vino e probabilmente cantando e danzando. Più tardi sarà accusato malignamente di essere un “beone” e un “mangione” (Matteo 11,16-19).

Una figura notevolmente diversa dal primo Buddha storico, Siddharta Gautama, che va a meditare sotto l’albero Bodhi, rinunciando a tutto. Insegnerà che la  vita è «tutto è dolore», dal quale si esce «eliminando qualsiasi desiderio». Troppa predicazione cristiana ha spinto l’acceleratore sulla rinuncia, sulla criminalizzazione del desiderio in quanto tale e del piacere. Secondo la fede cristiana il piacere e il desiderio non sono sinonimi di peccato. Dio non vuole l’uomo depresso e triste. Il Vangelo è gioia e Cristo dimostra che si può godere pienamente della vita, senza peccare. Dopotutto Cristo nel Vangelo dice: «Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Giovanni 15,11). La ricchezza economica personale (da condividere con chi ha più bisogno) è interpretata nella teologia della prosperità come una benedizione di Dio, ottenuta attraverso un fede positiva.

L’insegnamento della teologia della prosperità sul professare positivamente la propria fede deriva dalla Sacra Scrittura. La Bibbia è vista come un contratto di fede tra Dio e i credenti; Dio è fedele e giusto, così i credenti devono rispettare il loro contratto per ricevere le promesse di Dio. Questo porta a una credenza nella confessione positiva. Secondo tale dottrina i credenti possono pretendere da Dio, qualunque cosa essi desiderino semplicemente pronunciando parole di fede sulla propria vita. E questa è decisamente una grande fede! Fai come me. Prega ogni giorno Dio di ricolmarti – lo ripeto: ricolmarti – del suo favore e della sua benedizione. Prega per cose “grandi” nella tua vita, che ti sembrano impossibili.

Giorgio Nadali


Il segreto del predicatore più influente al mondo

 

Joel Osteen combina le più avanzate tecniche psicologiche motivazionali con la Bibbia. I suoi sermoni sono tutti incentrati sulla motivazione, l’ottimismo e il successo di chi ha fede in Gesù Cristo. Questo ha portato al pastore americano una popolarità enorme. Ogni settimana raggiunge sette milioni di telespettatori in cento Paesi diversi contendendo il primato al papa cattolico. Come fa?
Il penultimo libro di Joel Osteen ha un titolo che farebbe sorridere un teologo tradizionalista. Every day a Friday. «Ogni giorno è venerdì». Sottotitolo: How to be happier 7 days a week. «Come essere felici 7 giorni la settimana». Nel libro precedente Joel Osteen è ancora più esplicito. Titolo: It’s your time. «È il tuo momento». Sottotitolo: Activate your faith, achieve your dreams and increase in God’s favor. «Attiva la tua fede, realizza i tuoi sogni e aumenta il favore di Dio».

Qualcuno obietterebbe subito: Ma qui si intende un Dio sempre pronto ad accontentarci! In effetti, Dio è sempre pronto a ricolmarci del suo favore. Ma questo non vuol dire come e quando desideriamo noi e non significa senza difficoltà. Lo stesso Dio che apre, anzi, ci spalanca delle porte (una di queste la state leggendo in questo momento) che mai noi potremmo aprire, è lo stesso Dio che le chiude per noi. Qui è il punto. Sempre per il nostro bene e per il nostro successo. Dio vede dietro gli angoli della nostra vita. Le nostre difficoltà non capitano a noi, ma per noi. Dio ci mette al riparo da scelte sbagliate, ci stimola a salire a un livello superiore togliendoci qualcosa di vecchio. Anzi, Osteen ci invita a non accontentarci dei “6” nella nostra vita. Dio vuole i “10” per noi. Ma questo richiede molta fede. Lo stesso Gesù lo dice: «Se aveste fede come questo granello di senape potreste dire a questa montagna levati e gettati nel mare e questa vi ascolterebbe» (Luca 17,6). E ancora: Tutto è possibile per chi crede (Marco 9,23). Non c’è nulla nella teologia della prosperità che sia in contrasto con le altre Chiese cristiane. Sono queste casomai che hanno perso di visto quest’aspetto importante della vita cristiana. Dio ci vuole vincenti. Dio vuole ricolmarci del suo favore. Dio si prende cura e lavora per il nostro successo ogni giorno. Ma noi glielo permettiamo? Il lagnarsi rende difficile quello che Dio vorrebbe donarci e che ha in serbo per noi. Crederlo impossibile, peggio, ingenuo, lo rende irrealizzabile. È come se il cieco nato avesse detto dentro di sé: «perché dovrebbe aiutarmi? Questo sarebbe troppo bello perché sia vero!»

Ecco, tanti pensano questo, ma non lo dicono. E non ottengono. Inoltre «Dio sa come renderci graditi agli altri. Possono essere stati contro di noi per anni, ma quando Dio cambia le cose, loro faranno di tutto per venirti incontro. Invece di ostacolarti ti aiuteranno. Dio non permetterà a nessuno da trattenerti dal tuo destino. Possono essere più grandi, più forti e più potenti, ma Dio sa come sistemare le cose e portarti dove dovresti essere».
Nel libro It’s your time, cioè «È il tuo momento» Joel Osteen parla delle parole di fede che attivano la benedizione di Dio sulla nostra vita. Osteen scrive: Molti non ottengono perché non osano neppure sperare. «Chiedete e non ottenete perché chiedete male» dice la Bibbia (Giacomo 4,3). Invece Dio desidera ricolmarci della sua benedizione e realizzare anche i nostri sogni che ci appaiono impossibili. Tutto questo è in linea con la Parola di Dio e con la dottrina cattolica, anche se Joel è il pastore di una chiesa evangelica. Il suo messaggio insiste su come Dio ci voglia vittoriosi. È vero, Gesù ha detto anche «Chi vuol essere mio discepolo prenda la sua croce e mi segua» (Luca 9,23) ma questo non è in contrasto col fatto che Dio voglia il massimo per noi e voglia realizzare tutti i desideri del nostro cuore, anche oltre a ciò che osiamo sperare. Portare la croce non vuol dire avere una mentalità vittimistica o un atteggiamento depresso e non ha nulla a che fare con l’umiltà il non osare neppure fare presente al Signore i nostri sogni. Infatti, Gesù Cristo ha promesso: «Chiedete e vi sarà dato». (Luca 11,9).
«Lo Spirito soffia dove vuole» e non è certo limitato dal fatto che una persona sia cattolica o ortodossa o evangelica protestante! Non basta pensare alle parole di fede. Bisogna proprio dirle ad alta voce. Osteen predica, infiamma gli animi e nel capitolo che si intitola in originale Speaking Faith-Filled Words cioè «Pronunciare parole piene di fede», scrive:
«Le nostre parole possono benedire il nostro futuro oppure possono maledirlo. Talvolta ti sentirai giù. Ti senti oppresso dai problemi. Ma non insistere sul negativo. Invia le tue parole nella direzione che tu desideri che prendano! Non usare le tue parole per crogiolarti in una situazione negativa. Usale per cambiare la situazione. Lascia che le tue parole ti sollevino. Abbi il coraggio di fare delle dichiarazioni di fede che ti facciano progredire. “Sai? Questo sarà un grande giorno.

“Ho il favore di Dio. Lui dirige i miei passi. Qualsiasi cosa tocchi prospererà e avrà successo”. Quando dai voce alla tua fede, benedici il tuo futuro. Non è sufficiente pensare alla fede e alla speranza. Non basta solo crederci. Diamo vita alla nostra fede quando pronunciamo ad alta voce i nostri sogni. Le parole sono come semi. Piantali con attenzione per nutrire la tua fede, per innalzare la tua vita sempre più in alto. Quando Dio ascolta espressioni di speranza e di ottimismo dice agli Angeli: “Sentite cosa sta dicendo? Sta pronunciando parole di fede. Angeli, ho un compito per voi. Scendete e incominciate a girare quella situazione a suo favore».
La Scrittura dice che dobbiamo chiamare le cose che ancora non sono, come se già lo fossero. Puoi non sentirti bene, ma non devi insistere sui sentimenti negativi con le tue parole: “Mi fa male la schiena da anni. Sto diventando vecchio. Non penso che starò mai meglio”. Queste parole parlano di sconfitta nel tuo futuro. Girale a tuo favore. Riferisci di una vittoria: “Posso non sentirmi in forma, ma so che è solo un fatto temporaneo. Dio sta recuperando la mia salute. Sto diventando più forte, più giovane. I miei giorni migliori sono davanti a me”. Con queste parole di vittoria riceverai ciò che hai chiamato. Più parliamo del negativo, più negativi diventiamo. Se ti svegli la mattina sentendoti letargico, invece di lamentarti dovresti dichiarare: «Sono forte, sono pieno di energia. Dio sta rinnovando la mia forza. Posso fare ciò che devo oggi!» Non parlare di come ti senti quando sei giù. Parla di come vuoi essere.
La Scrittura dice: «Il redento dal Signore lo dica». Se vuoi salire di livello devi dirlo. Se vuoi superare un vizio devi dirlo. Se punti a un anno benedetto, se sei determinato a realizzare i tuoi sogni, allora dillo! Nulla accade se tu non lo dici. Nota che la Scrittura non dice: «Il redento del Signore lo pensi» o «Il redento del Signore lo creda». Certo, è importante pensare bene. È importante credere bene. Ma qualcosa di soprannaturale accade quando tu lo pronunci. Oppure: «Posso essere un po’ solo in questo momento, ma so che è solo un periodo passeggero. Dio sta portando qualcuno di grande nella mia vita. Il mio “qualcuno” perfetto sta arrivando. E un giorno saremo perfettamente felici!» Se speri di vedere il meglio di Dio per la tua vita pronuncia vittoria sulla tua vita. Se non esponi la tua visione con parole piene di fede, stai limitando ciò che Dio può fare.

Ogni giorno prima che tu esca di casa devi dire: «Padre, voglio ringraziarti per avere il tuo favore sulla mia vita oggi. Padre, grazie perché stai dirigendo i miei passi e stai facendo in modo che io sia nel posto giusto al momento giusto. Grazie perché il tuo favore mi sta portando opportunità, miglioramenti, benedicendomi affinché io possa essere una benedizione per qualcun altro». Il Salmo 90,2 dice: «Dì al Signore: “Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido”». La Scrittura prosegue e dice: Egli «ti proteggerà», «ti libererà», «ti coprirà». Nota il collegamento: «Io dirò» e «Egli farà». Questo mi fa capire che se non diciamo del Signore, Egli non farà ciò che chiediamo di Lui. Trova le promesse nella Scrittura e dì del Signore. Prendi quella promessa e dì: «Dio, tu hai detto che mi vuoi in salute, hai detto che vuoi farmi prosperare. Così dico del Signore: “Tu sei Colui che mi guarisce, Tu sei Colui che provvede a me, Tu sei Colui che spiana la mia via, Tu sei il vendicatore, Tu sei la mia vittoria”». Perché la tua situazione non cambia? Dichiari il favore di Dio ogni giorno? Ti alzi tutte le mattine e dici: «Sono benedetto, cammino nella salute divina. Il favore di Dio mi sta aprendo nuove porte. Realizzerò il mio destino»? Puoi non essere benedetto in questo momento. Puoi avere problemi economici, la tua salute essere malferma, ma puoi pronunciare fede senza negare la realtà. Dio ha detto: «Che il debole dica “io sono forte”». Non ha detto «Che il debole parli della sua debolezza». Invece di dire: «Tutti sono benedetti tranne me. Non so perché gli altri hanno occasioni d’oro e io no» ti suggerisco di dichiarare a te stesso: «Sono benedetto, prospero, ho il favore di Dio, sono in buona salute, sono libero». Fai un accordo con Dio. L’altra voce può essere più forte, ma puoi coprirla. Puoi portar via il suo potere semplicemente scegliendo la voce della fede. Non parlare dei tuoi problemi; parla ai tuoi problemi.
Nella Scrittura, Zorobabele [nel libro di Esdra] un discendente del re Davide e governatore di Giuda, incontrò una grande difficoltà. Gli fu ordinato di ricostruire il tempio sul Monte Moriah dove il leggendario tempio di Salomone era stato distrutto settanta anni prima. Il compito sembrava impossibile a causa dell’opposizione dei residenti locali. Ma Zorobabele non si scoraggia. Invece sceglie di affrontare il suo compito e dice: «Chi siete grandi montagne che state contro di me? Diventerete piane, delle semplici collinette e io finirò il tempio gridando “Grazia! Grazia!” ad esso». Fai un accordo con Dio. Dì ciò che Dio dice di te. Pronunciare le sue parole è una delle cose più potenti che tu possa fare. Ricorda, non basta pensarle. Non basta crederle. Dai vita alla tua fede. Dichiarala.
In un altro punto del libro Joel ricorda che Gesù disse: «Sia fatto secondo la tua fede» (Matteo 8,13). Ciò significa che se preghi per cose piccole, riceverai cose piccole. Ma puoi imparare a pregare in modo grande e ad aspettarti cose grandi e a credere in modo grande. Dio farà grandi cose nella tua vita. La Scrittura dice nel Salmo 2,8: «Chiedi a Me e io ti darò le nazioni come tua eredità». Dio vuole che tu gli chieda cose grandi. Chiedigli per quei sogni segreti piantati nel tuo cuore. Chiedigli addirittura per ciò che non potrà mai avvenire nell’ambito naturale. Chiedigli di compiere le tue più alte speranze e sogni.
Un Dio troppo buono perché sia vero! Invece Cristo dice proprio «La tua fede ti ha salvata» (Luca 7,50) e «Donna davvero grande è la tua fede» (Matteo 15,28) a chi ha osato sperare e credere contro ogni aspettativa umana, contro ogni realismo umano che limita l’azione soprannaturale di Dio. Per l’evidenza non c’è bisogno di credere. È il messaggio della chiesa dell’ottimismo di Lakewood Church e della Teologia della prosperità.

Giorgio Nadali


Lakewood Church: La Chiesa dell’allegria e dell’ottimismo

Nella Bibbia la parola “successo” compare quarantasei volte. Tutte nell’Antico Testamento! Questa parola non esiste per niente nel Nuovo Testamento. Forse che il Cristianesimo sia contro il successo e la realizzazione personale? «Osservate dunque le parole di questa alleanza e mettetela in pratica, perché abbiate successo in quanto farete» Deuteronomio 29,8. «La persona benefica avrà successo» (Proverbi 11,26) e dell’uomo che osserva la Parola di Dio dice: «riusciranno tutte le sue opere» (Salmo 1). “Della prosperità dei giusti la città si rallegra” (Proverbi 11,10). Per alcune chiese cristiane l’auto realizzazione (e quindi il successo personale) può anche non esserci, anzi meglio l’annullamento personale per piacere a Dio. Come se Dio fosse lo Zeus dei pagani e fosse invidioso dell’azione di Prometeo. È la cupa visione cattolica, secondo cui ogni piacere e successo personale è visto con sospetto, se non con disprezzo, (dal sesso alla ricchezza economica) come se Dio gioisse nella vita mediocre e misera dei suoi figli.  Una visione socratica. Socrate pensava: “Non fare nulla per il piacere”. Gesù disse: “Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena” (Giovanni 16,24). Dio ci ha chiamati figli e coeredi della sua gloria e desidera ricolmarci del suo favore materiale e spirituale. Insomma, Dio ama tutti, ma non si compiace certo della sfiga umana, voluta o subita. Rispettiamo chi ha pensato in buona fede di piacere a Dio nella povertà materiale, come a coloro che facevano sacrifici per ingraziarsi gli dei. Tuttavia non era necessario. Dio ama già per il fatto che siamo suoi figli. E per un figlio un Padre buono vuole sempre il massimo, sia materialmente che spiritualmente. Ci dispiace per chi confonde la ricchezza con l’avidità e la povertà di spirito delle Beatitudini con la miseria.

La visione di Joel Osteen – pastore della più grande chiesa cristiana indipendente degli Stati Uniti – è molto diversa da quella cattolica : Dio ci vuole sempre vincenti. Essere vincenti e di successo non è per niente contro la volontà di Dio, se ciò non danneggia il prossimo. Anzi, è proprio la volontà di Dio. La stessa croce di Cristo fu apparentemente una sconfitta, ma dopo tre giorni fu il successo della vita sulla morte.
Siate lieti nel Signore (Filippesi 3,1) – ammoniva San Paolo. La mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena (Giovanni 15,11) – insegnava Gesù. Quanti cristiani hanno perso oggi l’entusiasmo della fede? Troppe prediche funeree? Una teologia del peccato al posto di una teologia dell’amore di Dio? Quanti cristiani sono convinti che Dio si occupi personalmente di noi ogni giorno, al lavoro nel retroscena della nostra esistenza per prepararci grandi successi perché ci ama immensamente? Quanti credono che quello che ci accade, non succede a noi, ma per noi e che ogni delusione è solo un trampolino per nuovi successi o un’azione di Dio per metterci al riparo da grossi guai nel futuro? Dopotutto, le vie di Dio non sono le nostre vie e Lui sa cos’è meglio per noi. Ah, la fede genuina ed entusiasta dei primi cristiani. Quanti immaginano che successo e fede non sono per nulla in disaccordo, anzi, che Dio ci vuole proprio vincenti e che è pronto a realizzare i nostri sogni ben oltre le nostre semplici speranze, ricolmandoci del suo favore e della sua benedizione ogni singolo giorno? Anche la stessa croce di Cristo fu apparentemente una sconfitta, ma in realtà il più grande successo dell’amore di Dio. Il successo non è prevaricazione, superbia ed egoismo, ma il segno che siamo figli di un Dio che ci ama immensamente e che tutto è possibile per chi crede, se solo avessimo un po’ di fede, diciamo tanto quanto un piccolo granello di senape. Sinceramente, io credo che pochi vedano la fede in Cristo in questo modo. E questo sì, è veramente un peccato.

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Qualcuno (vedi sopra) ha trasformato la religione della gioia, dell’amore e del successo in quella della colpa, del peccato, dell’indifferenza e dell’ira divina di un Dio che ci tiene il muso invece che nel palmo della sua mano. Menomale che lo spirito soffia dove vuole e che supera gli assurdi steccati storici e teologici che gli uomini – contro la volontà di Cristo stesso – hanno voluto erigere nella sua chiesa.

Texas. Il più grande stato continentale degli Stati Uniti d’America. Houston è la megalopoli che ospita la base della NASA per la conquista dello spazio. Nella stessa città, la più grande chiesa d’America – una megachurch – ha conquistato il cuore di milioni di fedeli. Joel Osteen (classe 1963) è il pastore di Lakewood Church, la più grande chiesa cristiana al mondo non-denominazionale. Non cattolico, ma neanche protestante o ortodosso. Semplicemente cristiano. Ci si dimentica spesso che prima di tutto un fedele cristiano è figlio di Dio, poi è un cristiano e solo dopo è anche cattolico o evangelico, ortodosso, anglicano e così via. Rimarcare le differenze tra le Chiese cristiane è dare più importanza alle divisioni umane che al messaggio del Vangelo. Una Bible based Church (chiesa basata sulla Bibbia).
Sono entrato per la prima volta nell’agosto 2005 nel Compaq Center di Houston, l’ex palazzetto dello sport, dove giocava a basket la squadra degli Houston Rockets della megalopoli texana. Un tempio dello sport appena acquistato e trasformato con solo quattrocento milioni di dollari nella casa di Dio della gioia, dell’entusiasmo della fede che anima la vita. Un luogo che farebbe gridare allo scandalo i tradizionalisti che hanno rubato ai luoghi di culto cristiani e alle loro celebrazioni liturgiche la gioia dei primi cristiani. Il cristianesimo ha trasformato le città dei morti – le necropoli – in “cimiteri”, cioè “luoghi dove si dorme”. Una fine terrena provvisoria. Resurrecturis! (Risorgeremo!) è scritto su diversi cimiteri di paese. Purtroppo qualcuno ha portato nella teologia e nella morale cristiana più colpa che redenzione, più tristezza che gioia. Col risultato di aver perso per la strada la grande massa di coloro oggi non si sognerebbero mai di guardare alla chiesa come alla casa della gioia e della speranza.

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Qualche coro religioso con fazzoletti colorati e una papamobile allo stadio non basta più per far tornare molte, troppe pecorelle smarrite. Lakewood Church attira settimanalmente nella chiesa-ex tempio sportivo quattordicimila persone che cantano al Signore la genuina gioia della fede. Altri milioni sono raggiunti in diretta per televisione negli Stati Uniti e via internet in tutto il mondo. Nessuno si sente escluso. Famiglie certo, ma anche single e persone in situazioni difficili. Nessun catecumeno è espulso nel nartece della confessionalità. Naturalmente il culto è tutto tradotto nel linguaggio dei segni per i sordomuti. Un linguaggio inventato sì da un prete cattolico scolopio , ma mai usato nelle celebrazioni liturgiche cattoliche… Qui non si pensa a ciò che divide, ma a ciò che unisce. Quindi non parlerò del folclore di Lakewood Church, delle sue mani alzate verso il cielo, dei suoi megaschermi jumbotron e del cielo blu stellato artificiale, delle telecamere, degli abbracci, di chi ti accoglie all’ingresso con un sorriso, e del conforto reciproco dei fedeli che si abbracciano durante le celebrazioni, del mega mappamondo dorato che gira lentamente alle spalle di chi predica sul palco. Non parlerò della totale assenza di persone annoiate e distratte, dei canti moderni, di teste che annuiscono convinte durante la predica, di gente che prende appunti con entusiasmo, del clima di festa e di vera agape cristiana che regna durante il culto e nemmeno del suo mega parcheggio sotterraneo super affollato. Probabilmente queste cose non interessano ai confessionalisti, ai bigotti e ai fondamentalisti. Nemmeno a chi pensa che Dio abbia altro da fare e che magari ci voglia perdenti, con un acconto di purgatorio dantesco sulla terra. Parliamo invece del suo messaggio cristiano radicalmente fondato nella teologia della prosperità. Nel dicembre 2007 il Fox News Sunday evidenziò come Osteen evitasse di parlare del peccato come parte della vita. Osteen rispose «Cerco di insegnare alla gente come vivere la vita di ogni giorno, e quindi lo faccio, ma probabilmente non tanto quanto qualcuno vorrebbe». Joel Osteen dice di focalizzarsi sulla bontà di Dio, piuttosto che sul peccato, attraverso l’insegnamento di principi biblici con semplicità, con un accento particolare sul potere dell’amore e di un atteggiamento positivo.

I primi cristiani facevano così. Già; i primi… I suoi scritti e i suoi sermoni sono basati sui concetti della teologia e del Vangelo della prosperità. La convinzione che il benessere e la forza sono ricompense per chi dimostra un’autentica fede. Il culto inizia sempre con le parole di Osteen che tutti i quattordicimila presenti ripetono convintamente in coro: «This is my Bible. I am what it says I am. I can do what it says I can do. Today, I will be taught the Word of God. I boldly confess: My mind is alert, my heart is receptive. I will never be the same. I am about to receive the incorruptible, indestructible, ever-living seed of the Word of God. I will never be the same. Never, never, never. I will never be the same. In Jesus name. Amen» Poi Osteen racconta sempre una breve barzelletta religiosa, dicendo che vuole inizare con qualcosa di divertente e quindi introduce l’argomento del sermone.

Giorgio Nadali

 


Segreti di santi

 

I santi esistono in diverse religioni, ma sono numerosi e venerati soprattutto nel Cristianesimo cattolico e in quello ortodosso. Quest’ultimo però non proclama più nuovi santi, mentre il cattolicesimo dichiara tra santi e beati, almeno una quindicina di nuovi ogni anno. Nel Buddhismo si chiamano arya-pudgala e sono i “nobili individui” che hanno il darsana marga (il sentiero della visione). Nell’Induismo la persona diventa santa per acclamazione popolare (com’era un tempo per la Chiesa cristiana) e vi sono due tipi di santi. Le incarnazioni del divino e quelli che hanno modellato la loro vita come risposta al divino. Nell’Islàm i santi si chiamano awliya, letteralmente “gli amici di Allah”. Dai Sufi – mistici Islamici – il santo è considerato (anche se uomo) la “sposa di Allah”. L’Ebraismo ha i suoi tsaddik, santi che sono emulati, non venerati. Con il termine ebraico per carità tsedakah ha la stessa radice di tsaddik, perché corregge una società ingiusta.
Ma la parte del leone sui santi la fa la Chiesa cattolica. Il testo chiamato Martyrologium Romanum (Testimoni della fede) – nell’ultima versione del 2004 contiene l’elenco ufficiale dei 9.900 santi e beati (ventimila nella Bibliotheca Sanctorum) della Chiesa cattolica. Nel 2008 la Chiesa cattolica ha dichiarato quattordici nuovi beati e quattro nuovi santi. Nel 2009 sono stati canonizzati dieci santi di cui quattro italiani, due uomini e due donne.

L’ultima santa italiana laica – madre di quattro figli- è stata dichiarata nel 2004 Gianna Beretta Molla († 1962). L’ultimo santo italiano laico è stato il medico Giuseppe Moscati († 1927) nel 1987, patrono degli anatomo-patologi. Papa Giovanni XIII è l’ultimo italiano canonizzato il 27 aprile 2014. La più giovane santa italiana è Maria Goretti, morta a soli dodici anni nel 1902. Qualsiasi battezzato cattolico può chiedere la beatificazione di un altro fedele defunto. Il candidato è detto “Servo di Dio”. Una volta accertata l’eroicità delle virtù è definito “Venerabile. Per essere proclamato “beato” il candidato deve aver fatto un miracolo. Due per essere dichiarato “santo”, tranne che per i martiri. L’attore promuove la causa che è istruita sulle virtù eroiche o sul martirio del Servo di Dio e se ne assume le responsabilità morali ed economiche. Art. 10 – § 1. Possono costituirsi attore della causa il Vescovo diocesano o eparchiale ex officio, le persone giuridiche, quali diocesi o eparchie, strutture giurisdizionali a esse equiparate, parrocchie, Istituti di Vita Consacrata o Società di Vita Apostolica, o Associazioni di fedeli clericali e/o laicali ammesse dall’autorità ecclesiastica. § 2. Può costituirsi attore della causa anche una persona fisica, ossia chiunque faccia parte del popolo di Dio, purché in grado di garantire la promozione della causa nella sua fase diocesana o eparchiale e in quella romana. Art. 11 – § 1. La persona giuridica o fisica si costituisce attore della causa con un atto notarile. § 2. Il Vescovo accetta tale atto dopo aver verificato la capacità della persona giuridica o fisica di assumere gli impegni inerenti al ruolo di attore. Secondo un sondaggio SWG per il settimanale «Famiglia Cristiana» del 2006 il santo cattolico più venerato del Novecento è S. Pio da Pietrelcina (Padre Pio, 1887-1968).

Dal 1968 al 1995 sono stati segnalati 500.000 casi di grazie e miracoli ricevuti. 64.000 casi con descrizioni dettagliate e 500 casi clinicamente documentati. Il 21 giugno 2009 è stata inaugurata la cripta d’oro che custodirà le sue spoglie mortali. 2.711 è il numero di gruppi di preghiera a lui dedicati in Italia. 646 nel mondo in cinquantasei Paesi. Nel 2006 sei milioni di pellegrini hanno visitato il santuario di San Giovanni Rotondo (FG) – lo stesso numero di tutti i visitatori del mondo in Terra Santa. In Italia vi sono circa ottomila comuni. Le vie, piazze, viali dedicate ai Santi, Gesù Cristo, la Madonna, pontefici e persone legate alla religione cattolica sono oltre mezzo milione. Solo a Milano sono oltre duecento. 721 è il numero di comuni italiani che denominati col nome di un santo cattolico. Più due dedicati alla Madonna – Madonna del Sasso (VB) e Domus de Maria (CA). A questi vanno aggiunti circa cinquanta comuni col nome composto di un santo o legato comunque al cattolicesimo. Totale oltre il 10% dei comuni italiani. Il numero di Paesi mondiali col nome di un santo è due. San Marino e Santa Lucia. La santa più prolifica è Santa Brigida di Svezia (1303-1373), madre di otto figli e fondatrice dell’Ordine della Santissima Trinità. Vedova nel 1344. La seconda figlia (Santa Caterina di Svezia) fu suora e anch’essa canonizzata santa. Per battezzare un bambino nella Chiesa Cattolica è obbligatorio imporgli il nome di un santo. «Nel Battesimo il nome del Signore santifica l’uomo e il cristiano riceve il proprio nome nella Chiesa. Può essere il nome di un santo, cioè di un discepolo che ha vissuto con esemplare fedeltà al suo Signore.

Il patrocinio del santo offre un modello di carità ed assicura la sua intercessione. Il “nome di Battesimo” può anche esprimere un mistero cristiano o una virtù cristiana. “I genitori, i padrini e il parroco abbiano cura che non venga imposto un nome estraneo al senso cristiano”». S. Ambrogio. Il suo stemma presenta un alveare e due flagelli incrociati. L’alveare simboleggia l’eloquenza per difendere la Chiesa, i flagelli la stretta disciplina del primo vescovo di Milano. Il suo inno Obduxere polum nobila coeli viene cantato contro le alluvioni. Santa patrona delle hostess e operatrici turistiche: Santa Bona (1156-1207). Vergine pisana. Il 2 marzo 1962 Papa San Giovanni XXIII la rende Patrona delle Assistenti dei viaggiatori, in virtù della spiccata vocazione della Santa a confortare e sorreggere i pellegrini nei momenti più difficili. Le sue spoglie riposano nella Chiesa di San Martino, a Pisa, dove numerose assistenti di volo a lei devote si ritrovano il 29 maggio. Il simbolo della Santa è rappresentato da una croce con la lettera B. Essa è presente nel martirologio romano. Santo patrono dei pasticceri: Saint Honorè († 600). La torta Saint Honoré è una torta che prende il proprio nome dal santo patrono dei pasticceri francesi Saint Honoré o Honoratus (vescovo di Amiens nel VI secolo). La sua statua si trova nella cattedrale di Amiens (Francia). Santa Maria Egiziaca (Alessandria d’Egitto, 344 – 2 aprile 421) è stata una santa e monaca egiziana, già prostituta.

Il culto di Maria Egiziaca si diffuse rapidamente in tutta la cristianità. Santa patrona delle prostitute redente, viene ricordata il 2 aprile dalla chiesa cattolica, da quella ortodossa e da quella copta. S. Agnese di Roma (martire). La patrona dei giardinieri e delle vergini mostra in sogno il futuro marito di queste ultime, ma solo se hanno digiunato precedentemente la sua festa (21 gennaio). S. Benedetto da Norcia. Guardiano dell’ora della morte, ma solo dalle nove alle dieci. Le campane di S. Benedetto sono suonate per tenere lontano il diavolo dai morenti. S. Bonifacio. Occorre piantare i fagioli durante la sua festa (5 giugno) se si vuole un buon raccolto. S. Giuda Taddeo Apostolo. Patrono delle cause perse. S. Maria Maddalena. Le ragazze devono tagliarsi le trecce nel giorno della sua festa (22 luglio). Così avranno dei bei capelli lunghi. San La Muerte è un santo, non riconosciuto dalla chiesa cattolica, il cui culto è diffuso in Argentina e in Paraguay. È noto anche con i seguenti nomi: Señor de la buena Muerte, Señor de la Paciencia, San justo Nuestro Señor de la Buena Muerte, Nuestro Señor de Dios y de la Muerte, San Esqueleto, Ayucaba, Señor que Todo lo Puede, San Severo de la Muerte. A volte, per timore, è chiamato solamente “San”. S. Agata (martire). Il suo stemma presenta una tenaglia d’oro su fondo rosso, simbolo del suo martirio S. Marta di Betania. Nelle Repubblica Ceca chi fa il burro durante la sua festa (29 luglio) e ne offre un po’ alla Chiesa, avrà molto latte durante l’anno. S. Alberto di Lovanio. (21 novembre). Patrono dei pizzaioli e del Belgio. S. Ottilia di Hohenburg. Il 13 dicembre è la sua festa. Un sacerdote prende la camicia maleodorante custodita in chiesa, del padre della santa, patrona dell’Alsazia, e la indossa durante i due giorni precedenti del festival. S. Stefano I, re d’Ungheria. Chiunque usi una pistola il 20 agosto, giorno a lui dedicato, farà sicuramente centro. S. Giorgio di Cappadocia (martire). Se dovete usare una pozione d’amore o seppellire un tesoro fatelo nel suo giorno (23 aprile). Patrono dei cavalli, dei contadini e dell’Inghilterra. S. Marco Evangelista. Nel giorno della sua festa (25 giugno) il sale viene benedetto e dato alle mandrie mentre sono condotte al pascolo. S. Antonio Abate (17 gennaio) è il patrono dei becchini. S. Bernardo (1 giugno) è il patrono degli sciatori. S. Cristoforo (17 gennaio) è il patrono dei becchini. Sanata Bona da Pisa (29 maggio) è la patrona delle hostess. San Girolamo disse: «La tomba vuota è la culla del Cristianesimo» intendendo con questo che il Cristianesimo nasce con la tomba vuota per la risurrezione di Cristo. Disse anche che una donna cessa di essere tale e può essere chiamata uomo quando vuol servire più Cristo che il mondo (Comm. ad Ephesios III,5).

I segreti della produzione di santi

Italia, terra di poeti, navigatori e santi. È ovvio che in Italia abbia sede è il più grande santificio del mondo. Originariamente i santi erano riconosciuti in base al martirio o all’eroismo di vita cristiana, poi dal VI al XIII secolo i santi furono riconosciuti in base ai miracoli compiuti e così è ancora oggi. Niente miracolo, niente onore degli altari. Perciò all’impennata nel numero di santi dichiarati annualmente dalla Chiesa cattolica corrisponde un’impennata nel numero di miracoli riconosciuti. Il cardinale bolognese Prospero Lambertini, eletto papa Benedetto XIV, stabilì nel 1734 le norme per la dichiarazione di santità nel De Servorum Dei Beatificatione et Beatorum Canonizatione. I santi sono presenti anche in altre religioni e anche nella Chiesa ortodossa. Un santo è venerato da tutte le Chiese cristiane, anche dai protestanti di solito poco inclini al culto dei santi. È il cosiddetto megalomartire San Giorgio. Tuttavia l’abbondante produzione annuale di santi e il riconoscimento dei relativi miracoli, necessari alla canonizzazione sono una specialità della Chiesa cattolica, insieme alle reliquie, da sempre. Non esiste oggi un altare cattolico senza la reliquia di almeno un santo inserita al momento della consacrazione della nuova chiesa. Per cui la reliquia più vicino a casa tua è cementata dentro l’altare della tua parrocchia. Il primo “avvocato del diavolo” – colui che sino al 1983 era incaricato di trovare criticamente motivi per non concedere la dichiarazione di santità – fu Prospero Lambertini, nominato nel 1708 da papa Clemente XI. Oggi al posto dell’avvocato del diavolo c’è un relatore della causa di beatificazione (per i beati) o canonizzazione (per i santi). Esclusi i martiri, è necessario dal 1975 il riconoscimento di un miracolo per la beatificazione e un altro per la canonizzazione, la quale può giungere anche dopo parecchi anni. Di questo si occupa la Consulta medica vaticana che convalida circa il 60% dei venticinque casi presentati in media ogni anno. Dal 1588 (data in cui papa Sisto V fondò la Congregazione dei Riti) al 1978 (elezione di papa San Giovanni Paolo II) sono stati dichiarati santi 296 fedeli e 827 beati. Dal 1978 vi è stata l’impennata del numero di canonizzazioni e beatificazioni. 464 le prime e 1.304 le seconde. Duemila sono in lista di attesa. Qualsiasi battezzato cattolico può chiedere la beatificazione di un altro fedele defunto. Il candidato è detto Servo di Dio. Una volta accertata l’eroicità delle virtù viene definito Venerabile. Per essere proclamato Beato il candidato deve aver fatto un miracolo. Due per essere dichiarato Santo, tranne che per i martiri. L’attore (questo è il termine legale) promuove la causa che viene istruita sulle virtù eroiche o sul martirio del Servo di Dio e se ne assume le responsabilità morali ed economiche. Art. 10 – § 1. Possono costituirsi attore della causa il Vescovo diocesano o eparchiale ex officio, le persone giuridiche, quali diocesi o eparchìe, strutture giurisdizionali ad esse equiparate, parrocchie, Istituti di Vita Consacrata o Società di Vita Apostolica, o Associazioni di fedeli clericali e/o laicali ammesse dall’autorità ecclesiastica. § 2. Può costituirsi attore della causa anche una persona fisica, ossia chiunque faccia parte del popolo di Dio, purché in grado di garantire la promozione della causa nella sua fase diocesana o eparchiale e in quella romana. Art. 11 – § 1. La persona giuridica o fisica si costituisce attore della causa con un atto notarile. § 2. Il Vescovo accetta tale atto dopo aver verificato la capacità della persona giuridica o fisica di assumere gli impegni inerenti al ruolo di attore.

Latrìa, Dulìa e Iperdulìa

La latrìa è il culto di adorazione riservato solo alle tre Persone della Santissima Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo). La venerazione è possibile anche alla Madonna (in questo caso si chiama iperdulìa), agli Angeli, ai Santi (cioè la dulìa e – solo per San Giuseppe – la protodulìa), ma l’adorazione (latrìa) è riservata esclusivamente a Dio. La latrìa si oppone ai peccati gravi – contro il primo Comandamento – di idolatrìa, che è l’adorazione nella vita di qualcos’altro al posto di Dio, divenendo di fatto un idolo per la persona, all’apostasia (abbandono della fede), all’eresia (fede scorretta) e alla magia (sostituirsi a Dio). È importante soprattutto nel Cattolicesimo e nell’Ortodossia distinguere nettamente tra l’adorazione (latrìa) dovuta solo a Dio e la venerazione. Il Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica parla dell’adorazione solo in relazione a Dio. Essa è l’atto principale della virtù della religione. Adorare Dio è riconoscerlo come Dio come il Creatore e il Salvatore, il Signore e il Padrone di tutto ciò che esiste, l’Amore infinito e misericordioso. «Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai» (Luca 4,8), dice Gesù, citando il Deuteronomio. Adorare Dio è riconoscere nel rispetto e nella sottomissione assoluta, il “nulla della creatura”, la quale non esiste che per Dio. Adorare Dio è come Maria nel Magnificat, lodarlo, esaltarlo, e umiliare se stessi, confessando con gratitudine che egli ha fatto grandi cose e che santo è il suo nome. L’adorazione del Dio Unico libera l’uomo dal ripiegamento su se stesso, dalla schiavitù del peccato e dall’idolatria del mondo (nn. 2096-97). Per questo motivo in chiesa la genuflessione va fatta solo davanti al Tabernacolo contenente l’Eucaristia. La venerazione (per Angeli, Santi, Madonna) è invece semplice riverenza e rispetto e quindi devozione (amore spirituale). Adorare qualcuno al posto di Dio (Angeli, Santi, Madonna) è un peccato grave contro il primo Comandamento.

Santi, superstizioni e credenze (attuali)

«La superstizione, l’idolatria e l’ipocrisia percepiscono ricchi compensi, mentre la verità va in giro a chiedere l’elemosina», diceva Martin Lutero. Teoricamente la superstizione non dovrebbe riguardare affatto la religione. Anzi, è proprio il suo contrario. La superstizione, dal latino super stitio, stare sopra, è la credenza che cose ed eventi abbiano un potere sulla libertà umana con un principio di causa-effetto. Un santo può intercedere, secondo la fede cattolica e quella ortodossa. Nessuna intercessione è necessaria per la fede evaangelica (protestante). Dio ascolta tutti. Quando si esagera però si entra nella superstizione. Il più alto numero di santi appartiene alla Chiesa cattolica, la quale scrive nel suo catechismo: «Il primo comandamento vieta di onorare altri déi, all’infuori dell’unico Signore che si è rivelato al suo popolo. Proibisce la superstizione e l’irreligione. La superstizione rappresenta, in qualche modo, un eccesso perverso della religione; l’irreligione è un vizio opposto, per difetto, alla virtù della religione. La superstizione è la deviazione del sentimento religioso e delle pratiche che esso impone. Può anche presentarsi mascherata sotto il culto che rendiamo al vero Dio, per esempio, quando si attribuisce un’importanza in qualche misura magica a certe pratiche, peraltro legittime o necessarie. Attribuire alla sola materialità delle preghiere o dei segni sacramentali la loro efficacia, prescindendo dalle disposizioni interiori che richiedono, è cadere nella superstizione» . Teoricamente, appunto. Tuttavia… (Solo qualche esempio)

Santo/a Superstizione/Credenza e patronato:
Adalberto di Praga L’acqua presa dai pozzi nell’immediata vicinanza delle chiese a lui dedicate hanno speciali poteri taumaturgici. Patrono della Boemia.
Sant’Agata di Catania Chiunque beva acqua santa nel giorno dedicato alla santa (5 febbraio) non sarà morso dai serpenti. Il pane di Sant’Agata protegge nei viaggi pericolosi. Patrona di Catania, degli orafi, dei costruttori di campane, balie. Protegge dai terremoti ed eruzioni vulcaniche, infiammazioni, malattie del seno.
Sant’Agnese di Roma Sant’Agnese mostra alle ragazze il loro futuro marito in sogno la notte prima della sua festa (21 gennaio). I polli cresceranno bene se ricevono un piccolo dolce il giorno di Sant’Agnese.
Sant’Ambrogio L’inno Obduxere polum nubila coeli viene cantato durante la siccità o pioggia costante per avere un tempo più clemente. Patrono di Milano e Bologna, dei fabbricanti di candele, apicultori, fabbricanti di pan di zenzero e scalpellini. Il suo stemma presenta un alveare e due flagelli incrociati. L’alveare simboleggia l’eloquenza per difendere la Chiesa, i flagelli la stretta disciplina del primo vescovo di Milano.
Sant’Andrea Apostolo La vigilia della sua festa (30 novembre) le ragazze desiderose di trovare marito spazzano la loro stanza completamente nude e Sant’Andrea farà incontrare loro il futuro marito (si suppone in un secondo momento). Ma se un uomo o una donna single vedono una bara dietro ad un albero lo stesso giorno rimarranno single. Patrono di Russia, Spagna, Grecia, Scozia, Sicilia, pescatori, macellai, infertilità e mal di gola.
Samt’Anna Madre della Madonna (secondo i Vangeli apocrifi, non quelli ufficiali). Patrona delle vedove, donne incinte, coppie di sposi, sarti, droghieri… Le donne incinte tengono un’immaginetta di Sant’Anna tra i seni.
Sant’Antonio di Egitto Non bisogna spazzare le stanze nel suo giorno (17 gennaio) per assicurarsi l’assenza di insetti in casa. (Allgau, Germania).
Sant’Antonio da Padova Patrono di Padova, Lisbona, donne, bambini, amanti, coppie sposate, asini, minatori. Invocato contro febbre, infertilità, demoni, naufragi, guerra, ritrovamento di oggetti perduti. Protegge dagli spiriti malvagi in cerca di un tesoro.
Santa Barbara Chiunque accenda una candela a Santa Barbara nel giorno della sua festa (4 dicembre) morirà di morte naturale. Patrona di chef di cucina, macellai, scavatori di tombe, pompieri, carpentieri e artiglieri.
San Barnaba La pioggia durante il suo giorno (11 giugno cattolici, 11 aprile ortodossi) rovina la raccolta di uva.
San Bernardino da Siena (Bernardino degli Albizechi) Scrive contro la superstizione nel suo De idolatriae cultu, ma tollera moti abusi dal tardo Medioevo. Secondo la leggenda fa testimoniare un bambino di otto mesi l’innocenza di sua mamma e fa risuscitare un uomo.
Santa Bona Santa patrona delle hostess e operatrici turistiche: Santa Bona (1156-1207). Vergine pisana. Il 2 marzo 1962 Papa San Giovanni XXIII la rende Patrona delle Assistenti dei viaggiatori, in virtù della spiccata vocazione della Santa a confortare e sorreggere i pellegrini nei momenti più difficili. Le sue spoglie riposano nella Chiesa di San Martino, a Pisa, dove numerose assistenti di volo a lei devote si ritrovano il 29 maggio.
Santa Brigitta di Svezia Benedizione dei cavalli nella sua festa (8 ottobre). Patrona di balbuzienti, pellegrini, viaggiatori, Svezia. Invocata quando i bambini tardano a parlare.
Santa Caterina da Siena La testa è a Siena, un piede a Venezia. La Santa protegge le lavandaie e dal mal di testa. Durante la notte di Santa Caterina (30 aprile) sboccia il fiore di Santa Caterina.
San Carlo Borromeo La più alta statua di un santo – il “Sancarlone” – è a lui dedicata ad Arona (Novara), sua città natale. 31,88 metri. Il suo dito indice è lungo 1,95 metri. Si può salire all’interno della statua con elmetto e scala a pioli sino agli occhi. San Carlo predisse la fine della peste a Milano dopo aver visto una visione di un angelo che rimetteva la spada nel fodero. Patrono di Milano con Ambrogio. Il cosiddetto “castissimo” non parlava mai con le donne, parenti comprese. I suoi pronipoti sono proprietari delle tre isole del Lago Maggiore.
San Cristoforo Patrono dell’America, viaggi in auto, marinai, atleti, giardinieri. Gli amuleti di San Cristoforo vengono fissati sui cruscotti delle auto. Le preghiere a San Cristoforo aiutano a trovare tesori e prosperità.
Santa Chiara di Assisi Sul suo letto di morte Chiara ha una visione della Messa di San Francesco. Per questo è patrona della televisione.
Sant’Elmo (Erasmo di Formia) La luce blu che si vede vicino a oggetti alti durante un temporale prende il nome di fuoco di Sant’Elmo, perché quando fu arso vivo (303 d.C.) una luce bluastra si erse dal rogo e fu ritenuta la sua anima. È una scarica elettro luminescente ionizzata simile al plasma. Spesso si presenta sugli alberi delle navi per cui i marinai credono che il fuoco di Sant’Elmo di presenti solo quando un uomo è caduto in mare.
San Giorgio Il giorno di San Giorgio (23 aprile) è il più favorevole per le pozioni d’amore e per cercare tesori nascosti
Santa Gertrude di Nivelles Durante la piaga dell’invasione dei topi a Colonia, sono state fatte processioni anti topi con offerte votive di un topo d’argento e uno d’oro. È patrona degli ospedali, viaggiatori e pellegrini e aiuta contro le invasioni di ratti.
San Gregorio Magno Patrono di insegnanti e studenti, scuole, coristi, cori scolastici, cantanti, musicisti. Nel suo giorno (3 settembre) erano eletti i vescovi bambini nel Medio Evo. Nel 2008 la Chiesa anglicana ne ha eletto uno di tredici anni: Myles Simpson. (All Saints’ Church di Wellingborough, Northamptonshire, Inghilterra).
San Giacomo Apostolo Le candele di San Giacomo allontanano gli spiriti malvagi. Nelle alpi tirolesi i fabbri battono su incudini fredde durante il suo giorno (25 luglio) per rinforzare le catene che imprigionano Satana.
San Giovanni Apostolo Il vino e la birra di San Giovanni servono da rimedi contro i demoni, proteggono contro i fulmini, l’avvelenamento e l’annegamento. Nel giorno del giudizio San Giovanni porta i bambini non battezzati in paradiso. È patrono degli scultori, stampatori, librai, autori, scrittori. Viene invocato contro epilessia e avvelenamenti.
San Giovanni Battista I bambini svezzati nel suo giorno (24 giugno) sono fortunati.
Saint Honorè (Sant’Onorato) Santo patrono dei pasticceri. Saint Honorè († 600). La torta Saint Honoré è il dolce che trae il nome dal santo patrono dei pasticceri francesi Saint Honoré o Honoratus (vescovo di Amiens nel VI secolo). La sua statua si trova nella cattedrale di Amiens (Francia).
San Leonardo abate Patrono di allevatori, minatori, autisti, cavalli, fabbri, fruttivendoli. A Ramsach (Austria) le donne pettinano i loro capelli con l’acqua della fonte della chiesa di San Leonardo per proteggere il bestiame da epidemie. A Gaishof (Svizzera) i cavalli sono portati per tre volte attorno alla chiesa durante il suo giorno (6 novembre) e le loro teste sono spinte in un buco nel muro della chiesa. Ad Aigen (Austria) i tronchi di San Leonardo servono come prova di forza e di coscienza.
Santa Lucia In Ungheria non si può dare ospitalità agli stranieri durante il giorno di Santa Lucia (13 dicembre) altrimenti lo straniero porterà con sé l’immagine della casa. Sempre in Ungheria nel suo giorno è inserita una piuma nell’impasto di un dolce che viene cotto per ogni membro della famiglia. Chi trova il dolce con la piuma bruciata al suo interno morirà l’anno successivo. Patrona dei ciechi, prostitute, escort, sellai, scrittori, sarti. Protegge dalle malattie degli occhi, cecità, mal di gola e infezioni.
San Luca evangelista Oltre ad essere patrono dei medici, pittori, scultori, macellai, tori e bestiame vario, San Luca guarisce i malati se vengono posti dei fogli con formule magiche sul malato anche quando i medici hanno perso ogni speranza.
Santa Margherita di Antiochia (alias Santa Marina) Patrona delle partorienti, di quarantasei comuni italiani, delle vergini, donne sposate e incinte. Invocata contro l’infertilità. Le donne che hanno difficoltà con la gravidanza misurano il loro sottopancia e accendono una candela a Santa Margherita. A Starzedel (Germania) le donne che hanno appena partorito un altro figlio offrono il cordone ombelicale secco del loro bambino (di sei settimane di età) a Santa Margherita. A Salisburgo (Austria) le bambine nate “illegittimamente” (fuori dal matrimonio) devono avere anche il nome di Marina in aggiunta ad un altro nome cristiano per poter crescere in maniera sana.
San Marco evangelista Nel giorno di San Marco (25 aprile cattolici, 11 gennaio greci ortodossi) il sale viene benedetto e dato alle mandrie prima di essere portate al pascolo.
Santa Marta (di Betania) Nella Repubblica Ceca chi fa il burro nel suo giorno (29 luglio) e ne donerà un po’ in chiesa, avrà molto latte durante l’anno. Patrona delle massaie, cuochi, cameriere, pittori, scultori, lavandaie e lavanderie.
San Martino di Tours In Ungheria chi si ubriaca di vino il giorno di San Martino di Tours (11 novembre) non soffrirà di mal di testa e di stomaco per un anno intero. Nel suo giorno la gente può rubare ciò che vuole . Patrono dei mendicanti, viaggiatori, prigionieri, mandriani, albergatori.
Maria di Nazareth (la Madonna) In Ungheria una lampada accesa al notte di Natale assicura che Maria porti fortuna . Chi cattura una rondine il giorno di Natale deve prendere una parte del suo stomaco come rimedio per l’epilessia. Patrona dei marinai, pescatori, della verginità e della castità, donne incinte.
Maria Maddalena Se vengono tagliate le trecce alle ragazzine nel suo giorno (22 luglio) avranno capelli bellissimi. Il suo giorno è sfortunato per matrimoni, viaggi, affari importanti, scalate in montagna e nuotate.
San Matteo Apostolo 21 settembre. Le persone nate nel suo giorno devono, in certe notti, accompagnare gli spiriti a spasso nel cimitero. Ad Hannover le ragazze profetizzano sul loro matrimonio ponendo dei foglietti sull’acqua e interpretandone i movimenti. Patrono degli esattori delle tasse, ufficiali di dogana, cambiavalute, ospedali, navi, etilisti (alcolizzati).
San Mattia Apostolo Chi vede uno spirito senza testa nel cimitero durante la notte della sua festa (14 maggio) morirà nell’anno in corso.
San Nicola Tolentino Il pane di San Nicola Tolentino gettato nel fuoco ne controlla le deflagrazioni.
San Patrizio Nel giorno di San Patrizio (17 marzo) in Irlanda va sacrificato un galletto nero. Il 17 marzo è sempre bel tempo in Irlanda, grazie a San Patrizio. Patrono dei parrucchieri, Irlanda, minatori, fabbri e bestiame.
San Paolo Le giovani donne devono girare i materassi dal verso sbagliato e chiedere a San Paolo di mostrare loro il futuro marito. Patrono dei fabbricanti di tende, stampa cattolica, teologi e colombe. Invocato contro i morsi di serpenti e tempeste in mare.
San Pietro apostolo San Pietro controlla gli eventi atmosferici. Il giorno della cattedra di San Pietro (22 febbraio) è in Olanda i bambini possono ottenere ciò che vogliono. A Erfurt (Germania) nessuno può essere eletto sindaco se porta questo nome.
San Filippo apostolo La sera della vigila della festa originale di San Filippo (1 maggio; oggi 3 maggio) è la notte di Valpurga, notte delle streghe, o vigilia di San Filippo. La notte ha preso il posto della festa della santa (Santa Valpurga). Le streghe escono e danzano al chiaro di luna. Patrono di pastai e droghieri
Santa Rita da Cascia L’olio di Santa Rita da Cascia è un medicamento miracoloso. La santa aiuta in casi difficili.
San Simone zelota apostolo Il giorno della sua festa, 28 ottobre, i mariti non devono contraddire le loro mogli. Se la moglie si sveglia prima del marito in quel giorno, potrà impartire ordini al coniuge per un anno intero.
Santo Stefano martire Numerose credenze tra cui la prima dimostrabile pozione d’amore mai creata. Quella di Santo Stefano in epoca carolingia. I contadini devono leccare il sale di Santo Stefano se partono per un lungo viaggio. I panni messi sull’altare del santo hanno poteri curativi.
S. Stefano I, re d’Ungheria. Chiunque usi una pistola il 20 agosto, giorno a lui dedicato, farà sicuramente centro.
San Tommaso apostolo Il giorno di San Tommaso (3 luglio) è favorevole per conoscere il futuro. Il metodo più geniale è quello di mettere dei foglietti con numeri scritti sopra, dentro gli gnocchi e scommettere su quale gnocco emerge galleggiando per primo dall’acqua bollente. Nella notte di San Tommaso bisogna dormire dalla parte “sbagliata” del letto in modo da conoscere gli eventi del prossimo anno. Architetti, costruttori, cavapietre, falegnami e teologi hanno il loro patrono.
San Vito Patrono di attori e commedianti, minatori, sordi, muti, zoppi, ciechi ed epilettici, morsi di serpente e di cani (preghiera siciliana contro il morso di cane), fulmini. Il ballo di San Vito è l’epilessia. San Vito guarisce dalla rabbia canina, a patto di girare tre volte intorno alla sua chiesa prima di entrarvi.

Giorgio Nadali


Boom di esorcismi

 

Esorcismi in aumento. Almeno secondo il portavoce dell’Associazione Internazionale Esorcisti – lo psichiatra Valter Cascioli – secondo il quale “le richieste sono aumentate in maniera significativa”. Mezzo milione l’anno. La colpa è dei maghi e degli operatori dell’occulto, ai quali – paradossalmente – poi gli italiani si rivolgono per trovare sollievo dai tormenti diabolici, invece di affidarsi ai sacerdoti esorcisti. La mancanza di fede porta ogni anno dieci milioni di italiani ad avere a che fare con maghi e fattucchiere, e quindi con il demonio. La Chiesa reagisce aumentando il numero di esorcisti nelle diocesi e con l’aggiornamento dei sacerdoti, che in seminario non vengono preparati allo studio della demonologia. Dal 13 al 18 aprile 2015 si è tenuto il corso sul “ministero dell’esorcismo e la preghiera di liberazione” organizzato dall’Istituto Sacerdos di Roma presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum della Capitale. Durante il corso è stato messo in luce come la proliferazione di vampiri nelle serie televisive e nei film di Hollywood tra cui True Blood e Twilight stia incoraggiando i giovani a dilettarsi con le forze occulte. Il nuovo rito degli esorcismi risale al 1999. Il Rituale Romano conteneva, in un apposito capitolo, le indicazioni e il testo liturgico degli esorcismi. Questo capitolo era l’ultimo ed è rimasto senza essere revisionato dopo il Concilio Vaticano II. La stesura finale di questo Rito degli Esorcismi ha richiesto molti studi, revisioni, aggiornamenti e modifiche con varie consultazioni delle Conferenze Episcopali, dopo un’analisi da parte di un’Assemblea Ordinaria della Congregazione per il Culto Divino. Il lavoro è costato dieci anni. Nel Rituale attuale si trova, innanzitutto, il rito dell’esorcismo propriamente detto, da esercitarsi su una persona ossessa. Seguono le preghiere da recitarsi pubblicamente da un sacerdote, con il permesso del Vescovo, quando si giudica prudentemente che c’è un influsso di Satana su luoghi, oggetti o persone, senza arrivare però allo stadio di una possessione vera e propria. C’è, inoltre, una raccolta di preghiere da recitarsi privatamente da parte dei fedeli, quando essi sospettano con fondatezza di essere soggetti ad influssi diabolici.L’esorcismo ha come punto di partenza la fede della Chiesa, secondo la quale esistono Satana e gli altri spiriti maligni, e che la loro attività consiste nell’allontanare gli uomini dal cammino della salvezza. La dottrina cattolica c’insegna che i demoni sono angeli caduti a causa del loro peccato, che sono esseri spirituali di grande intelligenza e potere: “La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l’edificazione del Regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo Regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni – di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica per ogni uomo e per la società -, quest’azione è permessa dalla divina Provvidenza, la quale guida la storia dell’uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell’attività diabolica è un grande mistero, ma “noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Romani 8, 28)”

Giorgio Nadali

 


Gli esorcisti raccontano. Intervista

 

«Si era impoverito il numero degli esorcisti e così l’arcivescovo ha pensato bene di aumentarne il numero. Ha fatto la scelta di aggiungere un esorcista per ogni zona pastorale della diocesi in modo che ci fosse un riferimento locale». A parlare è Don Gianfranco Benvenuto Macor – 72 anni a dicembre – sacerdote friulano, esorcista e parroco della Chiesa di San Giuliano a Cologno Monzese (Milano). È uno dei nuovi esorcisti nominati nel dicembre 2012 dal coetaneo cardinale Angelo Scola, al quale assomiglia. Così recita il decreto ufficiale dell’arcivescovo:

«Al fine di disporre di ministri di questo sacramentale in numero adeguato ai bisogni dell’Arcidiocesi ambrosiana, abbiamo individuato alcuni presbiteri «ornati di pietà, di scienza, di prudenza e d’integrità di vita» (can. 1172 § 2 c.j.c.), che si sono detti disponibili ad ascoltare e accompagnare con pazienza i fedeli che per diverse ragioni potranno rivolgersi a loro sentendosi in qualche modo posseduti dal male e abbiamo provveduto a dotarli di un’adeguata formazione teologica e pratica. Di conseguenza, con il presente atto, a norma del can. 1172 § 1, uditi per quanto di spettanza i Superiori religiosi competenti, conferiamo, a decorrere dalla prima domenica di Avvento (rito ambrosiano: 18 novembre p.v.) e per un quinquennio, peculiare ed espressa licenza di proferire esorcismi sugli ossessi ai sacerdoti: – P. Benedetto Borgato, P.I.M.E. – P. Anastasio Covelli, O.C.D. – Don Validio Fracasso – Don Gianfranco Benvenuto Macor – Don Antonio Montorfano- Don Ambrogio Villa – Mons. Attilio Cavalli (rinnovato a seguito di sopraggiunta scadenza) [Decreto integrato in pari data con il nominativo del Can. Giorgio Ponti] I suddetti sacerdoti, unitamente a quanti già formalmente istituiti e in corso di mandato, sono i soli esorcisti autorizzati nell’Arcidiocesi di Milano e sarà loro cura garantire l’osservanza delle prescrizioni vigenti, seguendo le indicazioni che di volta in volta saranno date dall’Ordinario diocesano in relazione alle concrete modalità di esercizio del loro ministero e alla partecipazione a iniziative di aggiornamento. Su tutti gli esorcisti e su quanti si affideranno al loro ministero, invochiamo dal Signore una particolare assistenza». (4 ottobre 2012).

 

Da quel giorno migliaia hanno chiamato al numero della diocesi dedicato agli esorcismi: 02/8556457 dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 17. Voglio sapere perché… Vado a trovare Don Gianfranco nel suo ufficio.

Come vi siete preparati?

«Abbiamo fatto diversi incontri di preparatori a livello diocesano e regionale insieme ai vecchi esorcisti, e partecipato a un convegno nazionale. In novembre siamo stati iniziati a questo ministero. C’è un continuo confronto sulle problematiche che emergono in maniera molto immediata perché ci conosciamo tra preti esorcisti».

Di cosa vi occupate esattamente?

«C’è un ufficio in curia un centralino e risponde il segretario di questo collegio che ascolta e a seconda di chi chiama indica un sacerdote della zona interessata. Io e un altro sacerdote riceviamo a Milano»

Chi vi chiama?

«Persone che affermano che essere possedute o vessate dal demonio e persone che non sanno spiegare fatti negativi che succedono nella loro vita».

Ad esempio?

«C’è chi è preoccupato per malattie, perché il legame marito e moglie si sta sfaldando o perché i figli non rispondono come i genitori si attendono alle loro proposte educative, perché sono convinti che c’è qualcuno che ha fatto loro il malocchio, una fattura…»

Questo è possibile secondo Lei?

«Beh può essere. Un uomo non può fare il malocchio – l’uomo non ha questa possibilità – ma è possibile che il demonio si serva di una persona. Alcuni sono vittime di maghi, cartomanti e medium. Sappiamo che la percentuale di queste persone che colgono persone deboli e fragili e finiscono per circuirli e succhiano soldi è alta»

E ritengono di essere vessati dai maghi?

«No, vanno dai maghi perché vessati da altre persone e chiedono al mago di risolvere il problema. Alcune danno l’impressione di essere turbate psicologicamente e psichicamente. Alcuni lo dicono pure. Allora bisogna distinguere tra quella che può essere la possessione del demonio da quello che può essere un disturbo psichico. Questo è il primo lavoro che deve fare l’esorcista. Quello di discernere una problematica di ordine spirituale da una problematica di altri ordini psicologici».

Se una persona non è mai andata dai maghi, può essere ugualmente vittima di una possessione demoniaca?

«Anche Padre Pio è stato preso di mira dal demonio»

Sì, ma non posseduto

«Non posseduto, preso di mira. Bisogna riconoscere che uno è posseduto dal demonio perché riesce a fare cose che lui non è in grado di fare»

Ha dei poteri sovrumani?

«Esatto»

Anche nello stato di lucidità?

«No, solo nella trance»

Quindi si può sapere solo durante l’esorcismo se una persona è posseduta?

«Questo stato di trance non è solo nell’esorcismo. Ci può essere anche in altri momenti. Se si fa l’esorcismo e la persona entra nello stato di trance, compiendo dei gesti che normalmente non può compiere, al di là delle sue capacità, allora questo è un segno che può esserci una possessione, perché non è lui che può farle»

Ma sempre durante la trance?

«Sì, sempre durante la trance, che può essere a parte o durante l’esorcismo. No è detto che solo durante l’esorcismo debba cadere in trance»

 

Di solito questa persona sta a casa ammalata a letto?

«No, vive normalmente la sua vita. Poi a contatto con la realtà divina potrebbe andare in trance e esprimere dei gesti che normalmente non esprime»

Le è capitato di vedere questo?

«Mi è capitato di fare degli esorcismi e di vedere che la persona andava in trance e si comportava in modo molto diverso da come si comportava prima dell’esorcismo e dopo»

Loro sono coscienti?

«Non sempre sono coscienti. Il demonio si impossessa delle facoltà della persona, non della libertà. La persona non è responsabile di quello che fa e di quello che dice perché ciò su cui il demonio ha un potere è il corpo»

Ma lui non ha nessun interesse a possedere il corpo, non gli interessa l’anima?

«Attraverso il corpo il demonio può esprimere gesti o parole contro Dio

Lo fa come dispetto contro la persona?

«No, è un dispetto verso Dio. La persona diventa uno strumento attraverso il quale il demonio cerca di aggredire Dio»

Ma si illude…

«Certo, lo fa come opposizione all’amor di Dio»

Perché Dio permette che una singola persona venga posseduta dal demonio?

«Perché rispetta la libertà. Quella della persona e quella del demonio»

Però poi il demonio è obbligato ad andarsene?

«Il demonio non è obbligato ad andarsene. L’esorcismo è una preghiera con la quale laChiesa intima al demonio di andarsene»

Quindi il demonio può anche non andarsene?

«Eh sì»

Ma con Gesù doveva obbedire subito

«Quando il sacerdote quando celebra un sacramento lo fa col potere di Cristo ed è Cristo che agisce. Quando invece dico “Demonio vattene” non è un sacramento, è un sacramentale. Solo il sacramento assicura l’esito».

Quindi può l’esorcismo può fallire?

 

«Se fallire vuol dire che non serve a niente, no. Non è che se uno fa un esorcismo il problema è risolto. Il demonio non reggeva la persona di Cristo mentre di fronte al prete può resistere. Ci sono persone che per diverso tempo ricevono gli esorcismi»

Quanto tempo? Un mese, un anno, tre anni?

«Anche di più»

Ma è come nei film che può ritorcersi e impossessare l’esorcista?

«No, per essere posseduti bisogna anche in qualche modo accettare questa possessione»

Cosa vuol dire?

«Vuol dire “Mefistofele io ti vendo l’anima, ma voglio queste cose”. È l’uomo che si mette nelle mani del demonio. Può avere un risultato immediato, ma non la felicità»

Quindi il demonio può garantire dei beni? Se uno vuol vincere al lotto, il diavolo lo fa vincere?

«No, non ha questo potere. Ma uno apre qualche cosa di sé, rinuncia a una propria autonomia e permette al demonio di entrare in un piccolo spazio e poi come nell’amicizia, si comincia con poco e no si sa mai dove si va a finire. Per le sette sataniche è tutta un’altra cosa. Il satanismo è copertura di altro, di trasgressione»

Può raccontarmi un esorcismo?

«Una donna, circa cinquant’anni. Ha frequentato delle riunioni pseudo religiose e a un certo punto ha dei disturbi che i medici non riescono a catalogare. Sta male. Debilitata e sofferente. Ho fatto l’esorcismo e durante l’esorcismo a un certo punto lei era in ginocchio e cade per terra, si contorce».

Dove?

«All’istituto dei salesiani in Via Copernico a Milano. La donna si contorceva e da lei uscivano parole di ribellione»

Ma come fa a dire che fosse realmente posseduta e no magari disturbata psichicamente? Quali prove c’erano?

«Perché parlando con lei prima e dopo si presentava come una persona normale. Era una persona che aveva già incontrato un altro esorcista. Io mi sono informato e mi ha detto che anche lui aveva avuto questa preoccupazione e aveva fatto più volte l’esorcismo, allora ho provato anch’io a farlo e tutte le volte c’è una reazione di questo tipo. Lei si mette in ginocchio e io prego e a un certo punto lei si affloscia, si stende per terra, si raggomitola, si agita e ci dev’essere una persona che la tiene ferma»

Chi?

«Il marito»

Ma lavora questa signora? Conduce una vita normale?

«Sì, va al lavoro»

Quindi questi episodi no succedono al lavoro, nella vita normale?

«No, non succedono. Nella vita normale succede che lei sta male»

Quindi non possono capitare mentre va in giro?

«No, solo durante l’esorcismo»

Lei si mette la stola viola…?

«Sì, l’acqua santa e il [libro del] rituale»

È il testo De exorcismis et supplicationem quibusdam?

«Sì, è tradotto in italiano»

E poi cosa succede?

«Lei parla una lingua sconosciuta e dei sacerdoti hanno detto che è un dialetto africano

E poi?

«Parolacce, sputa»

Le rinfaccia dei peccati che Lei ha commesso? Ha questo potere?

«No, se un peccato è stato confessato il demonio non lo tira fuori»

E se non è stato confessato, il demonio lo sa?

«Non so se lo sa. Non è che è sempre vicino a me e mi segue. Il demonio è più intelligente degli uomini, ma non è onnipresente e ogni uomo ha un demonio vicino.

Ci sono anche casi in cui sputano chiodi?

«Mai visti, ma dicono che può succedere, chiodi , bulloni, vetro»

E la testa che si gira, come nei film?

«Certo, il demonio prende quel corpo e lo usa con i suoi poteri»

È Satana in persona o un demone qualunque?

«In genere no. Hanno anche dei nomi»

E Lei chiede il nome?

«No»

C’è un demone per ogni vizio capitale?

«Non è che quando uno fa un peccato è il demonio che glielo fa fare. E’ la nostra superbia, il nostro egoismo. Non è sempre lì. Non è un angelo custode alla rovescia»

E l’angelo custode?

«È presente»

Quindi non c’è un demone che ci tormenta

«Satana opera attraverso le persone»

Allora la possessione diabolica può capitare a tutti. Anche persone religiose?

«Deve aver aperto qualche cosa della sua libertà, nelle sue facoltà, nei suoi desideri, di negativo. Può capitare. Dio può permettere questo. Ma normalmente la persona ha abbandonato Dio come senso della sua vita per seguire altro».

Quindi se uno va in chiesa, fa la Comunione non gli succede?

«No»

Quindi una persona non praticante, lontana dalla Chiesa?

«Non è esatto dire lontano dalla Chiesa. Una persona in cui la magia e la superstizione prendono il sopravvento. Vuol dire che può esserci magia, superstizione e religiosità, ma ad un certo punto la superstizione diventa più vincolante della religiosità»

Ma perché Cristo non libera per misericordia questa persona?

«Dio lo permette come permette la morte, ma Cristo è morto per noi»

Intervista di Giorgio Nadali