Rituali estremi. 1. Nudismo sacro e mortificazione pubblica del pene. V.M. 18

ATTENZIONE! La mortificazione pubblica del pene è una pratica religiosa indù pericolosa! NON provate questa pratica, riservata a sadhu indù allenati! OLTRE non si assume alcuna responsabilità per i lettori che volessero mortificare pubblicamente il loro pene!

Sadhu significa “sant’uomo”. Sono gli asceti induisti. I Naga Baba sono i guerrieri asceti. Girano nudi (“naga”), ma non c’è nulla di erotico in tutto questo. Anche perché sono coperti della cenere bianca dei luoghi di cremazione su tutto il corpo. La nudità rappresenta l’ideale del sadhu e trasformano in potere psichico ogni pulsione sessuale. I Naga Baba fanno degli esercizi per aumentare la loro forza interiore, mortificando in pubblico il loro pene. Ad esempio con un esercizio detto chabi. Consiste nel tenere forzatamente il proprio pene in posizione abbassata. Un altro è il lingasana. Il sant’uomo si appende almeno trenta chili al pene e solleva questo peso con la sola forza del suo super prepuzio dotato di poteri sovrumani. Si tratta di un’elaborazione dell’esercizio yogico chiamato kara-lingi. Il suo scopo è di eliminare la capacità erettile dell’organo genitale e incanalare le forze sessuali in forma ascetica, trascendendola. In una parola, di aumentare la kundalini.

Una volta erano usate grosse catene, oggi delle corde con enormi mattoni appesi al pene. Non provate questo esercizio a casa se non siete dei Naga Baba, se siete circoncisi o non siete dotati di un super prepuzio. È facile vedere i Naga Baba praticare questo esercizio in pubblico durante il più grande raduno religioso del mondo: il Khumb Mela. Oltre cento milioni di fedeli in tre mesi presso il fiume sacro Gange, ogni dodici anni. Altri Naga Baba hanno fatto voto di non abbassare mai il loro braccio sinistro per dodici anni oppure di non sedersi mai. Uno di loro dorme in piedi, sorretto da corde, da dieci anni.

Il Gianismo (religione dell’India) ha due sette principali. Gli Svetambara (“vestito bianco”) rappresentano l’ala più liberale. Loro vi accompagneranno vestendo almeno un indumento. Ma quando il dovere lo impone, quelli della setta più radicale dei Digambara (“vestito di cielo”) vanno in giro nudi integrali. Questo per seguire l’esempio dello storico fondatore del Giainismo: Mahavira. (599 a.C.). Seguire il loro esempio religioso nudista vuol dire essere un perfetto nirgrantha, cioè “il nudo”. I Digambara sono solo 155.000 su quattro milioni di giainisti in India.
Anche i monaci jinakalpin, della setta Svetambara, circolano completamente nudi e usano il palmo delle mani come scodella. Questo fa parte dei voti monastici (mahavratas) che prevedono anche la castità assoluta, la proibizione di nuocere a qualsiasi essere vivente (insetti e microbi compresi), rubare e mentire. Comportarsi diversamente provocherebbe una reincarnazione, allontanando la salvezza (mokṣa).

Giorgio Nadali


Le chiese cristiane dei serpenti e degli scorpioni

ATTENZIONE! Maneggiare serpenti e scorpioni è pericoloso! OLTRE non si assume alcuna responsabilità per la morte di lettori che decidano di maneggiare con fede serpenti e scorpioni! NON provate alcuna delle pratiche religiose con i serpenti mostrate nel video!

Gesù Cristo disse: «Prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». (Marco 16,18) E ancora: «Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico, nulla vi potrà danneggiare» (Luca 10,19). Loro lo hanno preso alla lettera. Hanno incominciato a prendere in mano serpenti velenosi. A brindare con cocktail di micidiali veleni. Ordinano costose casse di scorpioni per camminarci sopra in casa. Quelli che poi sopravvivono tentano anche di imporre le mani ai terrorizzati malati che incontrano. Loro sono gli Snake Handlers. Gruppo del pentecostalismo fondamentalista cristiano. Vivono negli USA. La Church of God with Signs Following fu fondata a Cleveland, Tennessee (USA) da George Went Hensley, morto a settantacinque anni in Florida, nel 1955. Ovviamente ad ucciderlo fu il morso di un serpente. Tutto iniziò quando George stava predicando il passo di Vangelo di Marco 16.

Si trovava nei pressi di Cleveland e un gruppo di uomini lo mise alla prova mettendogli di fronte una scatola piena di serpenti velenosi. Lui li prese in mano e continuò a predicare. La pratica si diffuse nella Church of God del Tennessee e nel 1945 ci scappò il primo morto. Nel 1948 Hensley fu arrestato. Ma i correligionari proseguirono. E crebbero. Nel 1971 i pastori Buford Peck e Jimmie Ray Williams morirono per aver assunto della stricnina durante un servizio religioso. Nel 1975 la Corte Suprema del Tennessee dovette emanare un divieto di assumere veleno e maneggiare serpenti durante le riunioni religiose. Ma i fedeli continuarono privatamente, convinti di manifestare un dono dello Spirito Santo. Queste pratiche sono infatti svolte durante un trance estatico chiamato In the Spirit. (Nello Spirito).

I casi di morsi di serpente velenoso sono effettivamente rari. Bisogna essere una vittima molto appetibile. Ma non provateci a casa. I serpenti sono abbastanza permalosi. Gli stati di Alabama, Kentucky e Tennessee hanno approvato leggi contro l’uso di serpenti velenosi e altri rettili in un luogo che mette in pericolo la vita delle persone. La legge del Kentucky cita espressamente le funzioni religiose. In Kentucky gestire un serpente è un reato punibile con una multa dai cinquanta ai duecentocinquanta dollari. La maggior parte delle pratiche di manipolazione dei serpenti, quindi, si svolgono nelle case dei fedeli, che così si risparmiano la procedura e di ottenere un permesso governativo per la chiesa. Le forze dell’ordine in genere ignorano queste pratiche religiose, a meno che non vengano chiamate a causa di una morte.

I serpenti usati nel culto devono essere trai più velenosi reperibili. L’ideale sarebbe l’ Oxyuranus microlepidotus, il serpente più velenoso del mondo, che in realtà si nutre solo di roditori. 7 volte più velenosi del serpente a sonagli del Mojave.

Nel luglio 2008, dieci persone sono state arrestate e centoventicinque serpenti velenosi sono stati sequestrati nell’ambito di un’operazione sotto copertura chiamata Twice Shy. Il pastore Gregory James Coots della Full Gospel Tabernacle è stato arrestato e settantaquattro serpenti sono stati sequestrati dalla sua casa.
Una donna del Tennessee morì nel 1995 a causa di un morso di serpente a sonagli ricevuta durante un servizio alla chiesa del Full Gospel Tabernacle. La pratica è legale nello Stato del West Virginia. La manipolazione religiosa dei serpenti è stato un reato punibile con la morte secondo la legge della Georgia del 1941, in seguito alla morte di una bambina di sette anni, a causa del morso di un serpente a sonagli. Tuttavia, la pena non fu comminata e la legge fu abrogata nel 1968. La pratica è legale tuttora nella Virginia Occidentale.
Nel 2001 vi erano circa quaranta piccole chiese dei serpenti, molte delle quali pentecostali o carismatiche. Nel 2004 vi erano quattro congregazioni dei serpenti nelle province di Alberta e British Columbia, Canada. La maggior parte, se non tutte, utilizzano la versione protestante di Re Giacomo della Bibbia (King James Version), e considerano le altre traduzioni come demoniache o false. Come i loro predecessori, credono in una interpretazione letterale della Bibbia. La maggior parte di queste Chiese sono non-confessionali, ritenendo che le denominazioni siano fatte dagli uomini e portino il marchio della Bestia dell’Apocalisse, cioè Satana. I fedeli frequentano la chiesa diverse volte alla settimana. Se lo Spirito Santo interviene, il culto può durare da novanta minuti a cinque ore, se i serpenti non si stancano prima.
Le Chiese cristiane che nel 2016 praticano settimanalmente il culto con i serpenti sono:

 Rock House Holiness Church, Sand Mountain, Georgia
 The Jesus Name Believers Holiness Church, Canton, Georgia
 Holiness Church of God in Jesus’ Name, Kingston, Tennessee
 Holiness Church Of Lord Jesus, Roopville, Indiana
 Hiway Holiness Church of God, Fort Wayne, Kentucky
 Crockett Church, Fields
 East London Holiness Church , London, Michigan
 Apostolic Church, Warren, Ohio
Full Gospel Jesus Church, Cleveland, Ohio
 Full Gospel Jesus Church, Columbus, South Carolina
 Holiness Church of God in Jesus Name, Greenville, Sud Carolina
 Holiness Church of God in Jesus Name, Greenville, Tennessee
 Holiness Church of God in Jesus Name, Carson Springs, Tennessee
 Sand Hill Church, Del Rio, Texas
 House of Prayer in Jesus Name, Morristown, West Virginia
 Church Of The Lord Jesus With Signs Following, Jolo, West Virginia
 Full Gospel Jesus Church, Micco, Florida
 Full Gospel Jesus Church, Kistler, West Virginia
Giorgio Nadali


Segreti taoisti a luci rosse per allungare la vita. V.M. 18

Lo Huang-Ching è l’esercizio sessuale taoista per prolungare la vita. Il suo nome significa “far tornare indietro il seme”. Il fedele fa circolare nel corpo l’essenza (ching) unita al respiro (ch’i) portandola dall’alto al basso cinabro (tan-t’ien) per rinforzare il cervello (pu-nao). Viene praticato evitando l’eiaculazione durante il rapporto sessuale. Nello Huang-Ching pu-nao l’uomo cinge, immediatamente prima dell’eiaculazione, la radice del pene con due dita, respira profondamente con la bocca e digrigna i denti. Grazie a ciò il seme può salire nel più alto campo di cinabro (tan-t’ien) del cervello.

L’effetto di ringiovanimento di questo metodi si basa sulla fusione del seme (ching) con l’energia vitale (ch’i).
Questa fusione ha luogo, secondo la teoria, nella trachea, dove sale l’essenza, oppure dal basso campo di cinabro, dove scende il respiro. Così fusi, entrambe circolano nel corpo finché vengono di nuovo condotti dal basso all’alto campo di cinabro, più precisamente, nella parte del campo conosciuta come Ni-huan; attraverso ciò il cervello viene rinforzato. Il metodo funziona. L’ha provato l’’imperatore giallo Huang-ti che lo applicò quando ebbe rapporti sessuali con milleduecento concubine, una dopo l’altra, senza riportare danni alla salute. In sostanza nove giorni di rapporti sessuali ininterrotti, 24 ore su 24… Provate!

Il metodo dello Huang-chi pu-nao è conosciuto dal tempo della dinastia Han ed è molto diffuso anche oggi e può essere usato con facilità anche da chi ha meno di milleduecento concubine. La maggior parte delle opere taoiste sottolinea che, in questa tecnica, non si tratta del seme in sé, ma dell’essenza dello stesso, perché esiste già prima del seme materiale. Il processo dello Huang-chin pu-nao inizia al momento dell’erezione e del risveglio dell’energia sessuale. Infatti, secondo la concezione taoista, l’erezione non è necessariamente collegata all’attività sessuale; è soprattutto indizio del fatto che l’energia è presente nel corpo in maniera sufficiente, e può circolare liberamente. L’erezione può sopraggiungere anche quando colui che pratica la meditazione raggiunge una condizione libera da pensieri e desideri… Forse. Concepito in questo senso, il metodo di lasciar tornare indietro il seme per “rinforzare il cervello” può essere praticato anche da quei taoisti che non hanno molte concubine come l’Imperatore di Giada o che rifiutano le tecniche sessuali.

Un termnine taoista collettivo indica molto chiaramente quali sono queste tecniche sessuali. È Fang-chung shu, cioè le “arti della camera interna”. Queste tecniche sono importanti perché uniscono l’utile al dilettevole. Grazie al sesso fanno realizzare il Tao e raggiungere l’immortalità (Ch’ang-sheng pu-ssu). E non è poco. Le differenti tecniche sessuali taoiste mirano ad alimentare e a conservare il seme, l’essenza (ching), perciò il discepolo ha bisogno dell’energia dell’altro sesso, dal momento che solo sotto l’influsso dello Yin femminile, l’uomo può rinforzare il suo Yang e viceversa. I metodi più importanti per alimentare il ching consistono nell’evitare l’eiaculazione e nel “ritrarre il ching” per “rinforzare il cervello”.

Pratiche sessuali collettive sono attestate sin dalle antiche scuole taoiste. I seguaci del Taismo dei cinque stai di riso (Wu-tou-mi Tao) e della via della pace suprema (T’ai-pin’g Tao) praticavano la cosiddetta fusione del respiro (Ho-ch’i). Un elemento sostanziale nei metodi sessuali è lo scambio di energie. Per rafforza il suo Yang l’uomo può durante il coito bere molte energie Yin, che si riflettono fortemente sulla propria energia, sotto la lingua o dal seno della donna. Ma le essenze più potenti vengono sprigionate durante l’orgasmo. L’uomo le coglie con il suo pene nella vagina della donna e la donna con la vagina dal pene dell’uomo.

Questo scambio di Yin e Yang assicura la salute e allunga la vita. Spesso però le esigenze superano lo scambio e l’accumulo di energia passa in primo piano. Il discepolo taoista deve allora imparare, per evitare l’eiaculazione, a trattenere tutto il suo ching nel corpo. Contemporaneamente deve preoccuparsi di portare più volte all’orgasmo la sua partner per poter quindi prenderne l’energia Yin sprigionata. L’uomo può l’efficacia di questa tecinca avendo rapporti con molte diverse partner giovani e belle, uno dopo l’altro. Il leggendario imperatore giallo (Huang-ti) secondo la tradizione fece l’amore con milleduecento concubine senza riportare danni alla salute perché sapeva bene come evitare l’eiaculazione. Il livello successivo è costituito dalla ritrazione del seme per rinforzare il cervello. Questa tecnica è stata praticata anche come esercizio preliminare alle pratiche meditative di respirazione del Taoismo che si propongono lo sviluppo di un “embrione sacro” (Sheng-t’ai), l’anima immortale del fedele taoista.

Queste tecniche sessuali sono state certamente praticate a danno delle partner femminili. Perciò un’altra tradizione insegna che entrambi i partner devono frenare l’orgasmo e aspirare a un più alto livello di unione. Un testo afferma che per vivere a lungo, senza invecchiare, un uomo deve prima giocare con la donna. Egli deve bere il liquido di giada, ossia deve bere la sua saliva; così in entrambi la passione cresce. Poi l’uomo deve premere con le dita della sua mano sinistra il punto P’ing-i.

(Il punto P’ing-i si trova circa 2,5 cm. sopra il capezzolo del seno destro ed è anche indicato come “Yin presente in Yang”). Nel suo (basso) campo di cinabro (Tan T’ien)… egli deve immaginarsi un’essenza chiara, rossa, dentro gialla e fuori rossa e bianca. Quindi si deve immaginare che questo liquido si divida in sole e luna, che si muovano nella sua pancia e che raggiungano nel suo cervello il punto Ni-huan, dove le due metà poi si ricongiungono.

Questa simbolica ritrazione del seme culmina dunque nell’unione del principio maschile e femminile, rappresentato dal sole e dalla luna. L’arte cinese presenta innumerevoli simboli sessuali. La pesca, con il suo intaglio interno, rappresenta la vulva femminile. Altri simboli per la parte femminile sono vasi, nuvole, fiori di peonia aperti, funghi, la tigre bianca, stelle reniformi ecc. Simboli per la parte maschile sono, tra gli altri, la giada, le pecore, formazioni rocciose che ricordano il fallo, il drago verde, il colore verde, la fenice.

Giorgio Nadali

Italiadagustare


Levitazione & Bilocazione. Sono possibili?

Maharishi Mahesh Yogi ha fondato nel 1975 una scuola di meditazione di volo yogico, come estensione della Meditazione Trascendentale, il quarto stadio di coscienza. Si chiama tecnica TM-Sidhi. Il volo yogico ha tre livelli. Lo stadio iniziale è saltellare su e giù seduti nella posizione del loto, il secondo stadio è lievitare, il terzo stadio è volare. Secondo Maharishi, il volo yogico è un fenomeno creato da uno specifico pensiero proveniente dal più semplice stato di coscienza, chiamato Coscienza Trascendentale. Bevam Morris, presidente della Maharishi University of Management, di Fairfield (Iowa, USA) ha organizzato il primo concorso nord americano di volo yogico nel 1986, presso il Civic Center di Washington. Ventidue praticanti della tecnica TM-Sidhi hanno partecipato in competizioni come i 25 metri a ostacoli, salto in lungo e corsa di 50 metri di volo yogico. Il concorso si è svolto ogni anno sino al 1989. Vicotria Dawson del «Wasgington Post» ha riferito che i partecipanti saltavano rimanendo seduti . Tuttavia nessuno di loro ha volato.

Nell’Induismo i poteri di levitazione del corpo sono chiamati “potere della rana” (dardura-siddhi) e sono attribuiti limitatamente ad alcuni maestri (guru) dotati di poteri spirituali: i siddha, coloro che hanno il potere (siddhi) della leggerezza (laghiman). Il maestro yoga Subbayah Pullavar nel 1936 ha levitato orizzontalmente davanti a 150 persone sospeso su di un bastone coperto da un panno. Shirdi Sai Baba era maestro della levitazione nel sonno. Nel Buddhismo questi poteri sono attribuiti storicamente allo yogi Milarepa.

Secondo il CICAP «a tutt’oggi non è mai stata dimostrata al di là di ogni dubbio l’autentica levitazione anche di un solo spillo. Nessun tavolo, medium o mediatore trascendentale si è mai sollevato di un millimetro (senza saltellare) in piena luce, sotto controllo davanti a una telecamera o, comunque, davanti a un prestigiatore competente. Gli illusionisti, naturalmente, riescono a creare l’illusione della levitazione con abili trucchi (il più spettacolare dei quali, in questo campo è quello presentato dall’americano David Copperfield)».
La bilocazione – la capacità di essere presenti contemporaneamente in due luoghi diversi – è attribuita nel Cristianesimo a Sant’Antonio, Santa Maria di Gesù da Agreda e San Padre Pio da Pietrelcina. Nessuno ha mai dimostrato di poter mostrare il doppio di se stesso nella stessa stanza dove si trovava.

Nel Cristianesimo il santo Giuseppe da Copertino (1603-1663) levitava a causa delle continue estasi mistiche e per questo era continuamente trasferito da un convento all’altro. Il potere di levitazione viene attribuito anche a San Francesco d’Assisi, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che predicava a Foggia sospeso nell’aria, Santa Teresa d’Avila, San Martino de Porres, ritenuto capace di teletrasporto (attraverso porte chiuse) e levitazione, Serafino di Sarov (un santo della Chiesa russo ortodossa) levitò davanti all’imperatore Alessandro I, e San Padre Pio da Pietrelcina, ritenuto capace di bilocazione e lievitazione.

Giorgio Nadali


Chiese cristiane e culti a luci rosse

Esistono chiese cristiane a luci rosse? Sì…

Oneida

Fondata da John Humpherey Noyes nel 1831. (Vermont, Stati Uniti)

Insiste sulla continenza maschile. Il termine esatto è coitus reservatus. Il rapporto sessuale non deve mai condurre all’eiaculazione. «Il nostro metodo – sosteneva Noyes – insegna agli uomini la ricerca dei piaceri spirituali del sesso, lasciando la parte più sensuale del coito ad occasioni più adeguate». Troviamo un’analogia con la pratica taoista: «Se un uomo compie l’atto (sessuale) senza emettere seme (ching), allora la sua essenza Yang sarà forte. Se lo fa due volte, il suo udito e la sua vista saranno acuti. Se lo fa tre volte, ogni malanno sparirà… Se lo fa dieci volte, sarà come un Immortale». La pratica trovò scarsa attuazione nella setta.

Molto più apprezzato è il matrimonio di gruppo, chiamato “matrimonio complesso”. Esplicito è un testo del 1867: «Abbiamo lasciato la forma semplice del matrimonio… l’onore e la fedeltà che che costituiscono un matrimonio ideale possono esistere sia tra duecento sia tra due». (Oneida Community Handbooks).

Tra le loro credenze:

Matrimonio complesso. Ogni uomo è sposato ad ogni donna.
Continenza maschile. Coito senza eiaculazione.
Ascending Fellowship. I “membri centrali” della setta iniziano le vergini al matrimonio complesso.

Shakers (The United Society of Believers)

Fondati da Ann Lee nel 1772 a Manchester, Inghilterra.

Ann Lee era convinta di essere la reincarnazione femminile di Gesù Cristo.

Mentre si trovava in prigione a Manchester, nel 1770, ebbe una visione di Adamo ed Eva che nel giardino di Eden si gustavano i piaceri del sesso… A quanto pare la visione fu così scioccante che la convinse dell’origine del peccato… Una successiva visione di Cristo le rivelò che la lussuria è l’origine del peccato.

Vivono in comunità isolate nel Maine (Stati Uniti) in castità assoluta. Le comunità organizzate di Shakers, influenzate dai Quaccheri, fornirono lo spunto a molte teorie sociali, da quelle di Robert Owen a quelle di Friedrich Engels.

Bambini di Dio (The Family)

L’Induismo ha, tra le religioni tradizionali, il maggior numero di riferimenti sessuali espliciti. I Children of God non hanno nulla a che fare con esso, anzi, provengono dal Cristianesimo. Ma del sesso hanno fatto la loro bandiera. Il loro motto è tutto un programma: «Il sesso è per Gesù». Alleluja!

La “setta più sessuale del mondo” è stata fondata nel 1969 da David Brandt Berg (1919-1994), pastore della Christian and Missionary Alliance degli Stati Uniti. Dio cambiò il nome (e quindi diede una nuova missione) a Giacobbe-Israele. David Berg il nome se lo cambiò da solo in Mosè (Moses) Berg, detto “MO”. Suonava meglio. Qualcuno disse che era suonato anche lui. Perché? Forse a motivo del proclamato “Adescamento per Gesù” introdotto nel 1974: le “Bambine di Dio” si prostituivano gratuitamente per trovare nuovi seguaci. Fu chiamata in seguito pesca amorosa (FFing, Flirty Fishing), dal passo evangelico «vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19). Il fondatore scrisse nel rapporto annuale del 1979 che «le (Ffers – Flirty Fishers) pescatrici amorose diedero testimonianza a più di un quarto di milione di anime, ne amarono più di venticinquemila e ne convertirono al Signore circa diciannovemila”. Nel 1977 Berg e la sua segretaria Maria (seconda moglie in poligamia) furono citati in giudizio per questa “forma di proselitismo”. Erano comunque proibiti sia il reggiseno sia la gonna o qualsiasi indumento “sexy”, durante la pesca amorosa. Parola di “MO”. Era sufficiente «farsi tutto a tutti» per rendersi attraenti, secondo la Parola di Dio: «Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno». (1 Cor 9,22) Ma di certo San Paolo non intendeva in quel senso…

Se qualche lettore è già in partenza per andare ad incontrare le “Bambine di Dio” è meglio che sappia che nel 1987 la pesca amorosa fu abbandonata a causa delle critiche e dei pericoli dell’AIDS. I Bambini di Dio stimano che la flirty fishing raggiunse un milione di persone. Duecentomila divennero adepti in seguito a contatti sessuali. La pesca amorosa divenne DFing (Daily Food Fishing) insistendo più sulla predicazione della Parola di Dio (Cibo giornaliero – Daily Food).

Nell’aprile 1980 Moses Berg stabilì che i bambini (nel vero senso della parola) dovessero sposarsi e unirsi sessualmente appena fosse loro fisicamente possibile. In seguito arrivò a sostenere che né l’incesto, né il sesso con i bambini in grado di farlo, fosse proibito da Dio e che non doveva sussistere alcuna età né limitazione relazionale all’attività sessuale.

I Bambini di Dio respingono i principali dogmi del Cristianesimo e professano il sesso “libero” come “dono di Dio”.

Gli attuali dodicimila Children of God o The Family vivono in settanta colonie nel mondo. Tra le loro credenze vi sono:

Gesù ebbe relazioni sessuali con Marta e Maria, le sorelle di Lazzaro.
Il piacere sessuale, dalla masturbazione al coito è un dono di Dio. E’ un’attività che va pienamente goduta come scopo di vita.
Lo Spirito Santo ha una natura femminile e viene chiamato “Santa Regina dell’amore”.
I membri (di ambo i sessi) devono masturbarsi fantasticando un’unione sessuale con Gesù.
L’Arcangelo Gabriele ebbe un rapporto sessuale con la Vergine Maria al momento dell’annunciazione. (The Gabriel doctrine)

Mosè Berg, considerato il “profeta della fine del tempo” inviato da Dio, comunica alle comunità con le letttere di MO aventi per tema centrale… c’era da dubitarlo? Il sesso. Perché Dio è amore ed è Colui che creò il sesso. Fatto sta che “MO” (antisemita) incoraggiò l’omosessualità, l’incesto, l’adulterio, la fornicazione, la pedofilia, la poligamia…

Secondo “MO” Berg «Abbiamo un Dio sexy ed una religione sexy ed un leader sexy. Così, se non vi piace il sesso fareste meglio ad andarvene».

Moonisti

Chiamati anche “Associazione dello Spirito Santo per l’Unificazione del Cristianesimo Mondiale”. Fondati da Sun Myung Moon nel 1954. Apparizioni? Certo, a sedici anni gli apparve Gesù mentre era in preghiera su una montagna della Corea del Nord. I principi della chiesa gli erano stati rivelati da Cristo, da Mosè, da Dio e da Buddha. Cose che noi poveri mortali neanche ci immaginiamo. Purtoppo sua moglie non lo capì e lo lasiò proprio mentre era tutto intento a fondare in Corea del Sud la Chiesa Unificazionista. E non solo quella. Una rete di industrie miliardarie e la Federazione Internazionale per la Vittoria sul Comunismo. Nel 1972 gli apparve ancora Gesù: doveva preparare il suo ritorno.
Moon è stato uno dei cento coreani che si sono proclamati “Il Cristo” nel XX secolo. Un vizietto nazionale? Gesù lo aveva predetto: «Sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti». (Lc 24,24), ma si sa, tanti cristiani non hanno neppure una Bibbia in casa, figuriamoci leggerla. Risultato: due milioni di membri seguono Moon, in 120 paesi. I fedeli raccolgono 200 milioni di dollari la settimana per la beneficienza all’impero di Moon, nuovo Cristo.
Ma che c’entra il sesso? La salvezza si ottiene in tre modi a scelta: Rapporti sessuali con Moon, per le donne. Rapporti intimi con donne unitesi con Moon, se uomini. Lavorare a tempo pieno per l’Associazione e bere il sangue di Moon (due gocce in 300 litri con altri 21 ingredienti) alla cerimonia del matrimonio collettivo.
«Dato che Moon era un uomo puro, il sesso con lui serviva a purificare il corpo e l’anima, e i matrimoni degli adepti erano invalidi sino a quando le spose giacevano con Moon». (The Spirit of Sun Myung Moon, Zola Levitt, p. 13). Lui e sua moglie si cosiderano i veri genitori dell’umanità. Riesce a far convivere il suo ideale di pace mondiale pacifista con la proprietà della maggiore industria coreana di armi. Moon in persona forma le coppie e le sposa. Loro si fidano. D’altra parte… Dio li fa e poi li accoppia e per loro Moon è un dio. Nel 1970 egli celebrò contemporaneamente settecentonovantuno nozze a Seul. Nel 1992 sposò simultaneamente trentamila coppie, di cui ventimila in uno stadio e diecimila via satellite. Nel 1995 sposò altre trecentosessantamila coppie in un sol colpo. Ma oggi come allora i coniugi devono aspettare a consumare il matrimonio per tre anni, per purificare il sangue della prole. I rapporti prematrimoniali sono proibiti e il divorzio è consentito solo se uno degli sposi lascia la setta.

 

The Way International

Fondati da Victor Paul Weirwille nel 1942 a Knoxville, Ohio, USA.

Se per i “Bambini di Dio” il concepimento di Gesù avvenne per opera (sessuale) dell’Arcangelo Gabriele, lo stesso fatto per questa setta avvenne per mezzo dell’unione fisica tra lo Spirito Santo e Maria. Inoltre, Giuseppe e Maria ebbero rapporti prima della nascita di Gesù.

Raeliani

Presenti anche in Italia. Ufo e sesso. Culto fondato da Rael (al secolo l’ex giornalista Claude Vorilhon) in Francia. Nel dicembre 1973 un piccolo alieno nel cratere del Puy de Lassolas, nei pressi di Clermont-Ferrand lo avvicina e lo invita a ripresentarsi all’indomani con la Bibbia per spiegargli le verità dell’Antico e Nuovo Testamento. Credono che la salvezza provenga dagli extraterrestri, creatori del genere umano. Traducono il termine biblico Elohim (Dio) con “coloro che vennero dal cielo”. I quarantamila adepti in ottanta paesi credono che usando del DNA gli scienziati alieni avrebbero creato la terra. Nel 1997 la setta ha fondato la Valiant Venture, Ltd., per offrire un servizio di clonazione alle coppie sterili e omosessuali.

I raeliani praticano la “meditazione sensuale” per sviluppare i sensi. Tecniche insegnate a Rael dagli extraterrestri per decondizionarsi, disinibirsi godendo ogni sensazione col massimo piacere. Non è una vera e propria meditazione, ma la presa di coscienza del proprio corpo mediante l’unione fisica con uno o più partner del proprio o dell’altro sesso. Il raelismo condanna il matrimonio e insegna la massima libertà sessuale in cui tutto è permesso, orge comprese. Predicano il divorzio dai genitori, la masturbazione come tecnica disinibente. Giustificano l’aborto, l’omosessualità e l’eutanasia. Loro simbolo è il manji, (la svastica buddhista che Hitler adottò invertendone il senso), circondata dalla stella di Davide. La “Chiesa Raeliana” attende una visita degli extraterrestri entro quaranta anni e si dedica alla promozione del piacere sensuale. Gli amanti degli alieni hanno distribuito migliaia di preservativi davanti a diversi licei cattolici di Montreal (Canada), nel 1992. L’anno seguente hanno tenuto un seminario sulla masturbazione, di cui ovviamente si sono occupati molti media. Immancabile l’appuntamento annuale in luglio nel Quebec (dove vive Rael) per il convegno nudista.

Chiese

La Relevant Church è una “chiesa cristiana moderrna”. Si ritrova presso il Club Italiano di Ybor City, in Florida, Stati Uniti. Si rivolge a studenti universitari, professionisti e famiglie giovani. La loro missione è “renderti facile la strada per venire in chiesa”. “Vogliamo che sperimenti della bella musica, messaggi di incoraggiamento, gente amichevole”. E così un bel sito che si apre con musica rock cristiano dei Tenth Avenue South, sfondi particolari da realtà urbana e una nuova proposta che farebbe esclamare al Papa “Oh, mein Gott” (Oh, mio Dio!”). La 30 days Sex Challenge” (“Sfida Sessuale di 30 giorni”) del pastore Paul Wirth e di sua moglie Susie. Insomma, una chiesa freak. il libro 30daysexchallenge si rivolge alle coppie per aiutarle nella riuscita spirituale, emozionale, sessuale, fisica. Con un “approccio olistico” Relevant vuole costruire l’intimità della relazione e ridare alla coppia una fresca passione. Wirth chiede ai suoi fedeli di trasformare ogni giorno un verso della Bibbia in amore passionale.

Il Sacred Sex Weekend (Fine settimana del sesso sacro) è invece l’iniziativa della grande chiesa texana Fellowship of the Woodlands. I fine settimana di sesso sacro hanno lo scopo di indicare una vita sessuale in armonia con Dio.

In programmi come “40 Nights Great Sex” (40 notti di grande sesso), della New Direction Christian Church di Memphis, Tennessee, il pastore di colore Stacy Spencer e sua moglie Rhonda organizzano ritiri in convento con 252 coppie sposate per discutere di pratiche sessuali matrimoniali molto esplicite…

Al suo opposto c’è la Chiesa antiporno delle tre X che opera a Las Vegas, USA. Ti fa anche un test online. La missione di questa chiesa evangelica è quella combattere la porno-dipendenza. Non male per una chiesa che ha sede nella capitale del vizio. Ma gli adepti non si limitano a proclami moralistici: organizzano conferenze in college, chiese e centri di comunità. «Las Vegas è la città del peccato ed è qui dove dobbiamo essere» dice convinto Craig Gross, il fondatore. Tra gli annunci online della chiesa vi è una ricerca di ragazze per un lavoro part time da gennaio a maggio: il lavoro consiste nel convincere le persone a non entrare nei bordelli e locali di strip di Las Vegas. Il colorato pulmino della chiesa con scritta XXX Church.com gira per la capitale del vizio per redimere pecorelle smarrite. Mostra video di testimonianze online di ex dipendenti dalla pornografia. Strip Church le pensa proprio tutte per redimere dal vizio. Offre passaggi gratis all’aeroporto per chi ha finito il soggiorno in hotel e bevande gratis a chi entra nei loro gazebo situati negli alberghi, per poter visionare video di testimonianze di chi ha sconfitto il vizio.

I cattolici lo fanno meglio?

Basandosi su di un’inchiesta condotta tra 5.700 persone Andrew Greeley, autore del libro “Sex. The Catholic experience”, sostiene che i cattolici siano più liberi in confronto al sesso, rispetto ad altre confessioni cristiane. La sua inchiesta su coppie americane sposate sostiene che: Più di due terzi dei cattolici hanno rapporti sessuali, in confronto al 56% dei non cattolici. Tra le persone anziane, la metà dei cattolici dai cinquantacinque anni in su riferisce attività sessuale almeno una volta la settimana, in confronto al 40% degli altri. I cattolici si posizionano meglio riguardo alla scala di sensualità. Il 30% di cattolici riferisce di aver acquistato abbigliamento sexy talvolta o spesso, in confronto al 20% dei non cattolici. Anche i single cattolici sono più attivi rispetto ai protestanti. Solo un terzo di single cattolici adulti ha riferito di essere rimasto in castità durante l’ultimo anno, in confronto al 43% dei single protestanti. Secondo Greely la liturgia cattolica stimolerebbe la mente e i sensi. De gustibus…

Giorgio Nadali


Rituali tantrici estremi.1. V.M. 18

Esistono rituali tantrici nel Buddhismo tibetano che prevedono sesso e consumo di feci e urina… Perchè?

 

Quando il Buddhismo ebbe inizio attorno al V secolo a.C. nel Nord dell’India il culto dei sacrifici vedici era già fiorente da secoli. Il Buddha Gautama reagì veementemente contro l’uccisione di animali a scopo sacrificale perché violava la sua ed erano contrari alla virtù della metta (gentilezza amorevole) e della karuna (compassione). Vi è però un’eccezione nel Buddhismo tantrico tibetano. Il Buddhismo tantrico ha usato un’intuizione filosofica per giustificare la sua promozione del sacrificio. Non fa distinzione tra il mondo ordinario e il nirvana, basandosi sulla sunyata (vuoto) di tutto, è possibile utilizzare cose e pratiche normalmente proibite per ottenere la liberazione spirituale (mokṣa). L’autorevole testo tantrico tibetano chiamato Hevajra Tantra (2:7, 5-13) descrive un rito che è un eccellente esempio di sacrificio tantrico.

Dopo un rapporto sessuale rituale (il maithuna) i partecipanti festeggiano con della carne al cimitero, caverne o località di esseri non umani in luoghi desertici. Il testo specifica di disporre nove seggi in cerchio usando cadaveri, pelli di tigre o lenzuoli funerari. La persona che rappresenta Hevajra (una divinità tutelante, o yi-dam) siede nel centro del cerchio delle yogini (praticanti donne). Mentre sta seduto su di una pelle di tigre il partecipante deve consumare “cibo piccante” e “riso reale”. Il primo tipo (cibo piccante) consiste in carne umana, di mucca, elefante, cavallo e cane. La seconda consiste in carne umana di uno qualsiasi di queste persone: un condannato a morte, un guerriero ucciso in battaglia, un uomo virtuoso che è rinato sette volte come essere umano. La settima nascita è connessa con la perfezione del corpo umano e il possesso di sette ombre. L’offerta sacrificale (bali in sanscrito o gtor-ma in tibetano) è consacrata agli spiriti divini presenti al sacrificio e rappresenta la divinità.

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Quando i partecipanti mangiano i cibi consacrati, assorbono la natura divina della divinità invocata, un processo esemplificato dal sacramento del samaya (legame maestro discepolo). Dopo aver consumato il pasto sacrificale, i partecipanti devono onorare la dea madre. Poi la donna che guida il rituale sorregge un teschio pieno di liquore, una bevanda proibita per i Buddhisti ortodossi, dal quale beve con le mani a forma di loto. Consumando questo pasto di vari tipi di carne umana e animale, lo yogin (fedele) diviene potente. Secondo il Guhyasamaja Tantra [“Tantra della comunità segreta”] (2:17-22) i precisi benefici del sacrificio e la consumazione delle offerte sono collegati al tipo di carne consumata. Il mangiare carne umana consente alle persone di ottenere i tre vajra: poteri del corpo, linguaggio e mente. Il consumo di feci e urina consente al devoto di divenire signore dei poteri magici. Mangiare carne di cavallo assicura cinque doti magiche e mangiare carne di cane conferisce il successo rituale . Agli studiosi non è chiaro se ciò va preso letteralmente o simbolicamente, ma senz’altro diversi adepti prendono, anzi mangiano il tutto letteralmente…

Giorgio Nadali


Il Chöd. La meditazione tibetana con i demoni

Il Chöd è una forma di meditazione buddhista tibetana fondata dalla yogini Machig Labdron (1055-1148) e dal suo guru Pha Dampa Sangye. La meditazione è solitamente eseguita in un campo di cremazione o in un noto luogo infestato da presenze spiritiche dove lo yogin con l’aiuto di mantra (preghiere), un tamburello e una tromba ricavata da un osso umano di tibia visualizza il taglio del suo corpo e l’offerta ai demoni come pasto sacrificale.
Il Chöd ha tre scopi. Lo sviluppo del coraggio, lo sviluppo della compassione per tutti gli esseri viventi, demoni compresi, e lo sviluppo di una visione interiore dello yogini riguardo alla sua intrinseca non esistenza (sunyata). I praticanti del Chöd un tempo formavano una tradizione monastica, ma oggi i loro insegnamenti sono stati assorbiti dalle tradizioni Kagyu e Nyingma. Ad ogni modo vi sono ancora dei yogini del Chöd che si allontanano dai monasteri e vivono in modo selvaggio e non convenzionale. Vengono chiamati a compiere esorcismi.

Gli ornamenti rituali del Chöd sono: l’ornamento a forma di ruota chiamato “gioiello corona” simbolo di Akṣobhya e di consapevolezza incontaminata. Gli orecchini che rappresentano Amitābha e la consapevolezza incontaminata del discernimento. La collana che rappresenta Ratnasambhāva e la consapevolezza incontaminata dell’unità. I braccialetti e le cavigliere che rappresentano Vairocāna e la consapevolezza incontaminata dei fenomeni. La cintura che rappresenta Amoghasiddhi e la realizzazione della consapevolezza incontaminata. Il sesto ornamento è la cenere di un luogo di cremazione spalmata sul corpo.

Redazione

 


Business soprannaturale. I predicatori cristiani più ricchi al mondo

La povertà evangelica non è sinonimo di voto di povertà , ma per alcuni uomini di Chiesa la fede cristiana è fonte di enormi guadagni. A David Oyedepo, guida spirituale e fondatore della della Living Faith World Outreach Ministry (Nigeria) – una delle più grandi congregazioni religiose della Nigeria – il cristianesimo rende annualmente 150 milioni di dollari.

Il pastore brasiliano Silas Malafaia è l’ex leader del ramo brasiliano delle Assemblee di Dio, la più grande chiesa pentecostale del Brasile. Malafaia è costantemente coinvolto in controversie legate alla comunità gay in Brasile, di cui egli dichiara con orgoglio di essere il più grande nemico. Sostenitore di una legge che potrebbe portare a classificare l’omosessualità come una malattia in Brasile, Malafaia è anche una figura di spicco su Twitter, dove è seguito da oltre 440.000 utenti. Nel 2011 Malafaia ha guadagnato centocinquanta milioni di dollari e ha lanciato una campagna chiamata The One Million Souls Club, che mira a raccogliere cinquecento milioni dollari (un miliardo di real brasiliani) per la sua chiesa, al fine di creare un rete televisiva globale che trasmette in 137 paesi. Malafaia possiede anche una delle quattro più grandi case discografiche cristiane del Brasile e la seconda più grande casa editrice evangelica del Paese, con vendite per venticinque milioni di dollari (cinquanta milioni di real) all’anno.
In Brasile Edir Macedo è il fondatore e la guida spirituale della Universal Church of the Kingdom of God, che ha anche sedi negli Stati Uniti. La sua fortuna è stimata in 950 milioni di dollari. Macedo è stato coinvolto in scandali legati a raccolte di findi per opere di carità e riciclaggio di denaro.
Ecco la classifica dei dieci predicatori più ricchi al mondo. Il Vangelo ha fruttato loro svariati milioni di dollari. Nonostante il detto di Gesù Cristo: «Non potete servire a Dio e al denaro» (Luca 16,13) il Vangelo ha fruttato loro milioni di dollari.
1. Thomas Dexter Jakes. Vive in una residenza valutata 1,7 milioni di dollari. È stato definito il miglior predicatore d’America con una copertina sul settimanale Time del 17 settembre 2001. Scrittore, produttore e predicatore. Capo spituale della mega Chiesa non denoninazionale The Potter’s House che conta trenatamila membri a Dallas (Texas, USA). La sua fortuna è valutata in 150 milioni di dollari.
2. David Oyedepo. Predicatore nigeriano fondatore della Winners Chapel nota come Living Faith Church World Wide. É stato chiamato il pastore più ricco della Nigeria con una rendita di 150 milioni di dollari, Quattro jet privati, e residenze negli Stati Uniti e Inghilterra. Dopo la fondazione nel 1981 della Living Faith Outreach Ministry la congregazione religiosa è diventata la più grande della Nigeria.
3. Enoch Adeboye. Il pastore Adeboye guida la Redeemed Christian Church of God. Newsweek lo ha definito come una delle personalità più influenti nel 2008/2009 insieme a Barack Obama e Nicolas Sarkozy. Possiede diversi jet personali.
4. Benny Hinn. Televangelista israeliano. Toufik Benedictus Hinn, detto “Benny”, possiede circa 42 milioni di dollari. È noto per la sua “Crociata dei Miracoli”, incontro di preghiera e guarigione che che si tiene regolarmente in grandi stadi negli USA.
5. Chris Oyakhilome, è il fondatore e pastore della Christ Embassy, una congregazione protestante con sedi in Nigeria, Sud Africa, Londra, Canada e Stati Uniti. La sua casa editrice – Loveworld Publications – pubblica la rivista mensile Rhapsody of Realities che vende due milioni di copie al mese al costo di un dollaro a copia. Il pastore è proprietario anche di stazioni televisive, riviste, giornali, un albergo, una catena di fast food.
6. Creflo Augustus Dollar. Pastore afroamericano docente di Sacra Scrittura. Ha fondato la World Changers Church International in Georgia (USA). La “Chiesa internazionale di coloro che cambiano il mondo” ha anche cambiato il conto in banca di Creflo Dollar sino alla cifra di ventisette milioni di dollari. Il Vangelo gli ha anche fruttato due Rolls Royce, un jet privato, una residenza da un milione di dollari ad Atlanta, un’altra da 2,5 milioni di dollari a Demarest e una dello stesso valore a New York. Dollar ha rifiutato di rivelare il suo patrimonio, ricevendo così un voto insufficiente dall’organizzazione Ministry Watch che si occupa di trasparenza finanziaria dei predicatori cristiani americani. Dollar, un nome un programma. La sua predicazione è tutta centrata sulla teologia della prosperità.
7. Kenneth Copeland fondatore della Kenneth Copeland Ministries, la sua predicazione tele evangelica gli ha fruttato un jet prvato da 17,5 milioni di dollari e una residenza intestata alla sua chiesa del valore di sei milioni di dollari.
8. William Franklin “Billy” Graham della Southern Baptist è diventato famoso per i suoi sermoni radiofonici e televisivi che gli hanno fruttato venticinque milioni di dollari.
9.Matthew Ashimolowo è il titolare del Kingsway International Christian Centre. Ha fatto molta strada da predicatore nella Foursquare Gospel Church in Nigeria. Si è messo in proprio e ora la congregazione religiosa che ha fondato è la più grande chiesa pentecostale in Gran Bretagna. Duecentomila dollari di entrate annuali.
10.Temitope Joshua. La sua Synagogue Church Of All Nations vede ogni domenica quindicimila fedeli radunati per il culto. Può contare su entrate di quindici milioni di dollari.

Chiesa cattolica e ricchezza economica

Nella Chiesa cattolica circa un milione di fedeli sono consacrati con i tre voti di povertà, castità e obbedienza. Circa un millesimo di tutti i cattolici. Il voto di povertà implica la rinuncia a eredità e a proprietà personali. Gli istituti religiosi «sono tenuti a evitare ogni lusso, lucro eccessivo e accumulazione di beni» (decreto Perfectae caritatis (13), Concilio Vaticano II).
Non tutti i sacerdoti hanno il voto di povertà. Solo quelli che appartengono a un ordine religioso (ad esempio francescani, agostiniani, benedettini, ecc.) o a una congregazione religiosa e in generale hanno il titolo di Padre. Gli altri sacerdoti sono detti secolari (o diocesani) e hanno il titolo di Don. Vi sono delle eccezioni come ad esempio per i salesiani e i paolini (titolo Don, ma con voto di povertà della loro congregazione).

Gesù Cristo si fece povero. È la kénosi. Nel senso che «pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio» come scrive San Paolo (Efesini 2,6). I più poveri del suo tempo erano le vedove, gli orfani e i lebbrosi. Gesù Cristo era figlio (adottivo) di un artigiano (San Giuseppe) e non era considerato tra i poveri di Nazareth. Certo, Cristo stigmatizza la ricchezza dicendo: «Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione» (Luca 6,24). «È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!» (Luca 18,25). Mette in guardia dalla ricchezza economica che, se abbondante, può facilmente occupare il posto di Dio nel cuore della persona. Non condanna la ricchezza, ma quella resa idolo: «Non potete servire a Dio e a mammona» (Luca 16,13). Mamon per i caldei era il demone del denaro. Non fa quindi un discorso politico ma spirituale. Il discorso politico contro la ricchezza individuale e il merito personale è quello marxista. Gesù Cristo invece mette in guardia dai pericoli spirituali della ricchezza. Inoltre Gesù apprezza il costoso dono di una donna, scandalizzando Giuda Iscariota che avrebbe voluto vendere il costoso profumo del nardo versato su di lui, se fosse stato venduto per darne il ricavato ai poveri. In realtà «non perché gli importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro» (Giovanni 12,5-6).

La povertà evangelica non è quindi la miseria, ma l’uso dei beni personali col distacco necessario per non farli diventare un idolo e con la generosità di prendersi cura dei bisognosi. In sostanza è l’opposto del materialismo. Paradossalmente un indigente che maledice Dio per la sua situazione non è un povero del Vangelo. Lo è chi mette la sua fiducia in Dio e fa del bene agli altri con i suoi mezzi (e il suo tempo). La povertà evangelica non è nemmeno il pauperismo, l’esaltazione della povertà. Dio si compiace del benessere dei suoi figli che gli sono grati: «perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha» (Matteo 25,29). «Date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo» (Luca 6,38).

Chiesa cattolica.

Escludiamo i tesori d’arte. Voluti da papi che vivevano nel lusso e donazioni di ricchi e nobili (per lavarsi la coscienza e/o per dare gloria a Dio), rimasti un patrimonio artistico per l’umanità. Ad esempio la cappella degli Scrovegni a Padova affrescata da Giotto, è stata fatta costruire dal banchiere padovano Enrico Scrovegni per farsi perdonare il peccato di usura. Blu di lapislazzuli e oro dappertutto. L’arte è lusso solo quando sta nelle case private. Il lusso poi non è la ricchezza, ma l’esagerazione. Ha la stessa radice di lussuria, che non è l’attività sessuale, ma il suo abuso. Accanto all’appartamento papale vi è la collezione di doni ricevuti dai papi dai regnanti e governanti del mondo. Un tesoro inestimabile. La Chiesa cattolica ha dal 1929 uno stato autonomo in base ai Patti Lateranensi. Ha una zecca, un bilancio, un bunker antinucleare di settecento metri quadri sotto il cortile della biblioteca, inaugurato nel 1985 per difendere il papa e le opere d’arte in caso di attacco nucleare e una banca con due bancomat con schermata in latino che ti saluta: «Carus expectatusque venisti» e ti invita a «Inserito scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem», ma il «deductio ex pecunia», il prelievo è riservato solo ai trentatremila correntisti I.O.R., così come il «rationem aexequatio» (il saldo) e il «negotium argentarium» (movimenti). Tutti i conti correnti (circa sei miliardi di euro) con interesse al cinque per cento sono (oggi) tracciabili e controllati contro il riciclaggio.

Il patrimonio immobiliare italiano appartiene al ventitré per cento alla Santa Sede. Duemila miliardi di Euro in immobili in tutto il mondo. Centomila sono le chiese in tutto il mondo, duemila i centri di accoglienza e i pensionati, 2.300 i musei e le biblioteche. Gli immobili extraterritoriali in Italia non sono soggetti a tassazione di alcun tipo come tutte le ambasciate e i consolati di Stati esteri in Italia. 2.496 chiese, monasteri, seminari, conventi, oratori, case di cura, in regime di esenzione fiscale ex extraterritorialità. Nove miliardi di euro le proprietà della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Solo a Roma trecento parrocchie, quaranta istituti religiosi, duecento chiese non parrocchiali, duecento case generalizie, 250 scuole cattoliche, novanta istituti religiosi, sessantacinque case di cura, cinquanta missioni, quarantatré collegi, trenta monasteri, venti case di riposo, venti seminari, diciotto ospedali, sedici conventi, tredici oratori, dieci confraternite, sei ospizi, ventimila terreni intestati a duemila e venti religiosi in tutto il mondo esistono immobili di proprietà della Santa sede con extraterritorialità ed esenzioni ed esproprio dei tributi sono relativi a 4.851 diocesi. Cinquanta prelature, undici abbazie territoriali, settantanove vicariati apostolici, quarantacinque prefetture apostoliche, undici esarcati, all’interno dei quali esistono ventiseimila parrocchie, trentamila case generalizie e santuari, 2.300 musei biblioteche, e molte scuole, ospedali, circa diecimila case di cura di riposo e 2.100 di accoglienza pensionati, oltre trecento librerie. Dal 2007 vi era l’esenzione dall’ICI (oggi IMU) per gli immobili commerciali, purché una parte dell’immobile sia adibita al culto. Le scuole paritarie sono esenti. Non esistono dazio o tasse doganali di merci in entrata in Italia dirette verso lo Stato di Città del Vaticano. A Londra i locali di Bulgari, le gioiellierie di alto livello nel New Bond Street, la banca d’affari Altium Capital, tra St James’s Square e Pall Mall appartengono al Vaticano. Il quotidiano inglese The Guardian scrive: “La ricerca in vecchi archivi, tuttavia, rivela più della verità”.  British Grolux Investments avrebbe rilevato la proprietà dell’intero portfolio nel 1999 “da due società, Grolux Estates Ltd e Cheylesmore, le cui azioni erano a sua volta detenute da una società con sede presso l’indirizzo della banca JP Morgan a New York. Il controllo finale è registrato a esercitato da una società svizzera, Profima SA” e che dai Patti Lateranensi del 1929 “Il denaro di Mussolini era drammaticamente importante per le finanze del Vaticano”.

I dipendenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano sono esenti dall’Irpef. Il bilancio del 2010 è stato chiuso con un attivo di 10 milioni di euro (245 milioni di entrate contro 235 di uscite). L’obolo di San Pietro (donazioni libere al papa) ammontava a 67,7 milioni di dollari, devoluti in beneficienza. Nel 2011 il bilancio è stato chiuso con un passivo di 14.890.034 euro, ma l’obolo di San Pietro (fuori bilancio) è aumentato di 2 milioni di euro (69,7 milioni di euro). Il “canone” (contributo delle diocesi di tutto il mondo) è aumentato da 27,3 a 32,1 milioni di dollari. 49 milioni di euro nel 2011 provenienti dallo IOR. 91,3 milioni di euro dai musei vaticani, il complesso museale più grande al mondo visitabile con sedici euro. 1,2 miliardi di euro sono entrati dall’otto per mille nel 2011. Di questi, 235 milioni di euro sono stati impiegati in Italia per opere di carità (20%), il resto è stato utilizzato per pagare gli stipendi del clero e per le esigenze di pastorale e di edilizia del culto.

Stipendi del clero cattolico

Papa. Nessuno stipendio. A disposizione un fondo in euro presso lo I.O.R. (Istituto Opere di Religione – la banca del Vaticano), l’obolo di San Pietro e il fondo di 2,5 milioni di dollari – il Vicarius Christi Fund – della Confraternita dei Cavalieri di Colombo con sede a New Haven, Connecticut (USA) e Roma, presieduta dal Prof. Carl A. Anderson. Inoltre – per il papa emerito Benedetto XVI – i diritti d’autore delle opere letterarie gestite dalla Fondazione Joseph Ratzinger, inaugurata nel 2008, amministrata dagli Ratzinger Shulerkreis (Circolo degli Studenti di Ratzinger) a Monaco di Baviera (Germania) e presieduta dal professore Stephan Otto Horn. L’attuale papa Francesco ha – come religioso gesuita – il voto di povertà.
Cardinali: secondo Claudio Rendina (“La santa casta della Chiesa”, Newton & Compton, Roma, 2009, p. 241) 150.000 euro netti annuali erogati dall’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) per i Cardinali di Curia, più l’assegno cardinalizio (nuovo nome del “rotolo cardinalizio”, la somma derivante dalle rendite del Sacro Collegio Cardinalizio). Altri parlano di cifre ben più modeste: tremila euro netti mensili.
Vescovi: 39.000 euro netti annuali più fondo spese per l’episcopato di competenza.
Preti (italiani): L’ammontare dello stipendio mensile (lordo di imposte, per dodici mensilità) è calcolato sulla base di un certo numero di punti – da 80 a 140 – ciascuno del valore di 11,82 euro. Il numero di punti attribuito a ciascun sacerdote varia a seconda dell’anzianità vocazionale e degli incarichi ricoperti.

Giorgio Nadali


Sessualità & Religioni. 3. Magia rossa d’amore nel Buddhismo tantrico

Vuoi trovare un’amante passionale e fedele? I rituali di magia rossa del Buddhismo

tantrico Vajravana ti aiutano a trovare una yaksini. Grazie alla dea Kurukulla.

Provare per credere…

 

La magia amorosa buddhista consiste in metodi per sedurre un amante mediante rituali. Il Buddhismo, una tradizione nota per i suoi ideali di rinuncia e libertà dal desiderio, crea un posto per questo tipo di magia nel corso del suo sviluppo storico. Attraverso i secoli, i religiosi buddhisti hanno adottato e adattato tecniche rituali e magiche dall’ampio retroterra culturale nel quale si muovevano.
Perennemente in evidenza vi sono i rituali di guarigione, protezione, e abbondanza materiale. La magia d’amore è stata più lenta nell’entrare nel repertorio Buddhista. C’è una chiara evidenza che i primi laici buddhisti che portavano offerte ai santuari dell’albero (Bodhi) per ottenere un coniuge o della prole, ma non erano menzionati rituali specifici per ottenere un amante. Questi rituali sono apparsi nelle prime fonti attorno al VII secolo d.C. ottenendo uno spazio permanente da allora in poi. La magia d’amore appare nel contesto buddhista primariamente nel movimento tantrico, noto anche come Buddhismo Vajrayana, che ha guadagnato spazio nel VII secolo e si è diffuso dall’India all’Himalaya e all’Asia occidentale e meridionale.
La tradizione tantrica ha adottato come uno dei suoi obiettivi l’ottenimento di poteri magici (rddhi) e della perfezione spirituale (siddhi). Di conseguenza, le tecniche magiche hanno proliferato nell’ambiente tantrico. Un altro progresso nel paradigma tantrico è stato il suo miglioramento verso le pratiche laiche. I praticanti laici, sia celibi sia sposati, non erano obbligati ad adottare il celibato, lo stile di vita monastico per seguire seriamente le discipline yogiche e le arti magiche. La combinazione di uno spostamento dal celibato e l’apertura alla magia hanno creato le condizioni in cui la magia d’amore ha potuto prosperare.
Molti riti buddhisti di magia d’amore si trovano in associazione con la dea Kurukulla. La sua iconografia riflette questa specializzazione, nonostante essa si trovi anche in altre pratiche. La dea è rossa – il simbolo della passione e del desiderio nell’immaginario dell’Asia meridionale. Gli attributi che la identificano sono l’arco e le frecce ornate di fiori che la dea mostra nel suo paio di mani centrali (dato che non ne ha solo due). L’arco e la freccia hanno un’associazione antica con l’equitazione d’amore nella cultura indiana e compaiono nei sortilegi d’amore descritti nell’Atharva Veda (primo millennio a.C.). Kamadeva, il cupido indù, ha un arco con una freccia che usa per incitare il desiderio romantico e sessuale. Il possesso di Kurukulla di arco e freccia incrementa il suo ruolo di dea buddhista dell’amore.
Karakulla usa spesso una ghirlanda di fiori rossi e un pungolo per elefante per realizzare la sua arte magica. Dopo che le sue frecce hanno infiammato di desiderio il suo obiettivo, il suo cappio floreale lo avvolge con la passione e il suo gancio lo trascina verso l’amante. I riti della dea Karakulla prevedono diverse procedure magiche. Il colore rosso predomina nell’armamentario dei rituali per magnificare il potere di incanto e di attrazione. Il celebrante indossa indumenti e fiori rossi, usa un rosario rosso di legno di sandalo e celebra su un terreno rosso o sotto un albero a’soka con fioritura rossa.
L’oggetto sacro del cerimoniale, preferibilmente di rame, dev’essere coperto da un panno rosso e dei fiori rossi. Il diagramma rituale dev’essere disegnato con polvere rossa vermiglio oppure col sangue del celebrante, su di un panno rosso oppure su un tessuto tinto di rosso con sangue mestruale. I talismani devono essere legati da un filo rosso tessuto da una donna. Un elemento cruciale è l’invocazione di Karakulla mediante la recita di mantra (incantesimi). Il celebrante identifica poi l’oggetto di desiderio chiamandolo per nome o semplicemente col pensiero e s’immagina Karakulla che agisce per risvegliare l’ardore e l’affetto del soggetto. Un metodo comune è quello di immaginare la dea che scocca la sua freccia nel cuore dell’amante desiderato per poi portarlo al celebrante in uno stato d’innamoramento passionale. In visualizzazioni più complesse la dea distribuisce sciami di feroci api nere per intossicare ulteriormente il soggetto di passione e renderlo indifeso verso la seduzione. L’uso dei rituali è lasciato alla discrezione del celebrante.
Possono essere usati per trovare un amante, riconciliare un coniuge o ottenere un partner tantrico – immaginate gli intrighi che possono svilupparsi come quelli di una moglie virtuosa strappata dal suo letto coniugale o di un uomo comune spinto tra le braccia di una regina. Le arti della magia d’amore hanno fornito agli autori indiani molte trame coinvolgenti e i cercatori d’incantesimi di seduzione si sono mossi nel loro territorio letterario. Una caratteristica interessante della magia d’amore buddhista è di essere usata non solo per ottenere un amante umano.
Un amante può essere cercato tra diverse classi di spiriti e di esseri celestiali e divini. Questo riflette una credenza ampia induista che gli esseri non umani possano avere relazioni e rapporti sessuali con i mortali. Un tipo di essere soprannaturale che è molto presente nella magia d’amore buddhista è la yaksini, che è la parola sanscrita per uno spirito femminile della natura che risiede negli alberi, negli stagni e nei pozzi terreni e abita in un regno meraviglioso nel cielo. Alcune yaksini sono predatrici e pericolose, ma quelle di disposizione più benevolente sono ricercate come amanti e invocate per servire in questo ruolo mediante un rituale tantrico noto come yaksini-sadhana. Questa categoria di amore magico utilizza mantra, offerte e procedure rituali elaborate condotte in segreto o col favore della notte per invocare una yaksini.
Una volta invocato, lo spirito femminile apparirà di fronte al fedele in forma corporea e diverrà la sua consorte, o “moglie”. Una moglie yaksini sarà molto bella e adotterà qualsiasi forma desideri il fedele. La yaksini ha poteri magici e può realizzare ogni suo desiderio. Dotata del potere di volare, la yaksini porterà il fedele sulla sua schiena o su di un carro celestiale e insieme scorrazzeranno nella notte attraversando la terra e il cielo stellato. Una yaksini può visitare il suo sposo mortale sulla terra, giungendo ogni notte e lasciandolo la mattina, oppure trasportandolo nella sua casa celeste dove il fedele può consumare il nettare dell’immortalità e vivere con lei per migliaia di anni. Il piacere erotico è garantito. Le fanciulle soprannaturali hanno la passione del fare l’amore e possono dedicarsi all’unione sessuale per giorni e addirittura per anni portando una beatitudine inimmaginabile con il loro tocco. Avere una yaksini come amante consente al fedele tantrico di vivere fuori dai confini della società tradizionale e rimanere libero dalle responsabilità che una moglie umana comporta, ma allo stesso tempo avere una compagna, una moglie spirituale che può mettere in pratica i poteri magici e i godimenti soprannaturali che il fedele cerca .
I testi buddhisti Subahupariprccha Tantra (VII sec. d.C.) e Manjusrimulakalpa Tantra (VIII Sec. d.C.) contengono descrizioni dello yaksini sadhana il rituale per evocare uno spirito femminile mediante un mantra. Un rituale condotto per la gratificazione sessuale. Il testo specifica che la yaksini può assumere la forma desiderata dall’adepto e può soddisfare la sua libidine per tutta la notte. Entrambi i testi specificano che la yaksini può assumere la forma di un parente femmina, come la madre.

Giorgio Nadali

foto dell’autore, Hong Kong

(tratto da: Giorgio Nadali, “I segreti delle Religioni”, Youcanprint, Tricase, 2015, e-book)

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I misteri del Natale

Il Natale è la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù. Cade il 25 dicembre (il 7 gennaio nelle Chiese orientali, per lo slittamento del calendario giuliano).Il termine italiano Natale deriva dal latino Natalis che significa “natalizio, relativo alla nascita”.Nel calendario romano il termine Natalis veniva impiegato per molte festività, come il Natalis Romae (21 aprile) che commemorava la nascita dell’Urbe, e il Dies Natalis Solis Invicti la festa dedicata al nascita del Sole, anch’essa il 25 dicembre, introdotta da Aureliano nel 273 d.C., soppiantata progressivamente durante il III secolo  dalla ricorrenza cristiana. Da allora in poi il natale ha cominciato a commemorare il Natale Christi. Il Natale è anche chiamato Natale di Gesù o Natività del Signore e preceduto dall’aggettivo santissimo (talvolta abbreviato in S.S.).

Secondo il calendario liturgico cristiano è una solennità di livello pari all’ Epifania, Ascensione e Pentecoste ed inferiore alla Pasqua (la festività più importante in assoluto) e certamente la più popolarmente sentita, soprattutto a partire dagli ultimi due secoli. Il Natale viene celebrato il 25 dicembre da molte delle chiese cristiane, comprese la chiesa cattolica, quella protestante e alcune chiese ortodosse (ad esempio quella greca e quella bulgara). Le chiese ortodosse russa, serba e di Gerusalemme invece celebrano il 7 gennaio. Il motivo di questa differenza è che queste chiese non accettano la riforma gregoriana del calendario, promulgata da papa Gregorio XIII nel 1582, e continuano a seguire il vecchio calendario giuliano, il cui 25 dicembre corrisponde al nostro 7 gennaio (questa corrispondenza è valida dal 1900 al 2099). La chiesa armena pone maggiore enfasi sull’Epifania, la visitazione dei Magi, celebrando contemporaneamente il Natale il 6 gennaio. La chiesa armena di Gerusalemme però utilizza il calendario giuliano, e la festività cade il 19 gennaio. I paesi che celebrano il Natale il 25 dicembre riconoscono il giorno precedente come la Vigilia. In Olanda, in Germania, in Scandinavia ed in Polonia il giorno di Natale ed i giorni successivi sono chiamati Primo e Secondo giorno di Natale. In Gran Bretagna, Canada e Australia, il 26 dicembre viene chiamato Boxing day, mentre in Italia, Irlanda e Romania viene chiamato giorno di Santo Stefano.

La nascita di Gesù

La festa del Natale è la celebrazione della nascita di Gesù. Secondo i Vangeli, egli nacque da Maria a Betlemme, dove lei e suo marito Giuseppe si recarono per partecipare al censimento della popolazione organizzato dai romani. Betlemme significa in ebraico “casa del pane” (Beth Lehem). Cristo si autodefinirà trant’anni dopo come “pane della vita” (Giovanni 6,48)

Per i suoi discepoli la nascita o natività di Cristo è stata preceduta da diverse profezie secondo cui il messia sarebbe nato dalla casa di Davide per redimere il mondo dal peccato.

Liturgia cristiana

Il calendario liturgico cattolico del rito romano la considera la seconda solennità dopo la Pasqua e conclusiva del periodo d’Avvento. Nella Chiesa latina il giorno di Natale è caratterizzato da quattro messe: la vespertina della vigilia, ad noctem (cioè la messa di mezzanotte), in aurora, in die (nel giorno). Come tutte le solennità, ha una durata maggiore rispetto agli altri giorni del calendario liturgico, infatti, le solennità si fanno iniziare ai vespri del giorno prima facendo così saltare i vespri propri del giorno precedente. Il tempo litugico del natale si conta a partire dal 24 dicembre, per terminare con la domenica del Battesimo di Gesù, mentre il periodo precedente al Natale comprende le quattro settimane d’Avvento.

La data di nascita di Gesù Cristo 2022 anni fa

Non esiste una tradizione autorevole che attesti la data di nascita di Gesù. Se secondo la maggioranza degli storici, l’anno di nascita può essere collocato tra il 7 e il 4 a.C., sul mese e il giorno non vi è alcun dato certo. Nei secoli la questione ha dato vita a ipotesi varie e contrastanti circa la sua collocazione temporale L’avvento del Natale cristiano. Gesù nacque sotto l’Imperatore Cesare Augusto. Questi non poteva essere ancora vivo nell’anno 1 (l’anno 0 non esiste). La data fu scoperta errata dal monaco Dionigi il Piccolo, che nel 527 calcolò la data esatta della nascita di Cristo. Dionigi introdusse quindi l’usanza di contare gli anni ab Incarnatione Domini nostri Iesu Christi, cioè “dall’Incarnazione del nostro Signore Gesù Cristo”. Questa usanza si diffuse in tutto il mondo cristiano entro l’VIII secolo, sostenuta da chierici come Beda il Venerabile. Propriamente, secondo la dottrina cristiana, il momento dell’Incarnazione di Gesù è quello del suo concepimento e non della sua nascita; ma poiché Gesù, secondo la tradizione, nacque il 25 dicembre, concepimento e nascita avvennero nello stesso anno.

I primi secoli

Il Natale non è presente tra i primi elenchi di festività cristiane di Sant’Ireneo e Tertulliano; Origene, probabilmente alludendo ai Natalitia imperiali dichiara che nelle scritture solo i peccatori, e non i santi, celebrano la loro nascita. Arnobio ridicolizza la celebrazione dei “compleanni” degli dei.Nel calendario liturgico della chiesa occidentale la data fu fissata con certezza dal IV secolo. In verità, la Chiesa cristiana non celebrava la nascita di Cristo il 25 dicembre, ma il 6-7 gennaio nel giorno dell’epifania (dal greco epiphàneja: manifestazione, comparsa, apparizione, nascita). Il tentativo di fissare una data in cui celebrare la sua nascita avvenne circa due secoli dopo la sua morte. Data la mancanza di una tradizione autorevole circa la nascita di Gesù (in senso epifanico e umano), il 25 dicembre venne scelto perché così cristiani poterono opporre e sovrapporre alla festa pagana la festa della nascita del vero Sole, Cristo. Il processo attraverso il quale il 25 dicembre divenne la ricorrenza della nascita di Gesù per tutta la cristianità, incominciò nel III e durò fino al secolo successivo e differì temporalmente secondo le diocesi.

Ipotesi sull’origine della data del Natale

Sul fatto che il Natale venga festeggiato il 25 dicembre vi sono diverse ipotesi che possono essere raggruppate in due categorie: la prima che la data sia stata scelta in base a considerazioni simboliche interne al cristianesimo, la seconda che sia derivata dall’influsso di festività celebrate in altre religioni praticate contemporaneamente al cristianesimo di allora. Le due categorie di ipotesi possono coesistere.

Questo primo gruppo di ipotesi spiega la data del 25 dicembre come “interna” al cristianesimo, senza apporti da altre religioni, derivante da ipotesi cristiane sulla data di nascita di Gesù.

·           Un’ipotesi afferma che la data del Natale si fonda sulla data della morte di Gesù o Venerdì Santo. Dato che la data esatta della morte di Gesù nei Vangeli non è specificata, i primi Cristiani hanno pensato di circoscriverla tra il 25 marzo e il 6 aprile. Poi per calcolare la data di nascita di Gesù, hanno seguito l’antica idea che i profeti del Vecchio Testamento morirono ad una “era integrale”, corrispondente all’anniversario della loro nascita. Secondo questa ipotesi Gesù morì nell’anniversario della sua Incarnazione o concezione, così la sua data di nascita avrebbe dovuto cadere nove mesi dopo la data del Venerdì Santo, il 25 Dicembre o 6 Gennaio.

·           Un’altra ipotesi, invece, vede la data del Natale come conseguenza di quella dell’annunciazione, il 25 marzo. Si riteneva infatti che l’equinozio di primavera, giorno perfetto in quanto equilibrato fra notte e giorno, fosse il più adatto per il concepimento del redentore. Da qui la data del Natale, nove mesi dopo.

·           Il sorgere del sole e la luce sono simboli usati nel cristianesimo e nella Bibbia. Ad esempio nel vangelo di Luca, Zaccaria, il padre di Giovanni Battista, descrive la futura nascita di Cristo, come “verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge”. Il Natale, nel periodo dell’anno in cui il giorno comincia ad allungarsi, potrebbe essere legato a questo simbolismo.

Il secondo gruppo di ipotesi spiega la data del 25 dicembre come “esterna” al cristianesimo, come un tentativo di assorbimento di culti precedenti al cristianesimo con la sovrapposizione di festività cristiane a feste di altre religioni antiche. C’è chi afferma che la nascita del Cristo derivi dalla tradizione e dalla festa ebraica della luce, la Hanukkah, che cade il venticinquesimo giorno di Kislev e all’inizio del Tevet. Il mese di Kislev è comunemente accettato come coincidente con dicembre. Sotto l’antico Calendario Giuliano, per scelta popolare, la nascita di Cristo venne fissata al 5 a.C., il venticinquesimo giorno di Kislev. In questo senso il cristianesimo avrebbe ripetuto quanto già fatto per le principali festività cristiane come pasqua o pentecoste, che sono derivate dalle corrispondenti festività ebraiche. Nella antica Roma il 25 dicembre era la festa dei Lupercali, la festa della luce. E’ stat presa questa data per significare la Luce che viene nel mondo, cioè Gesù Cristo.

I Vangeli

Nel vangelo di Matteo la nascita di Gesù viene posta durante il regno di Erode il Grande (2,1): questi morì il 13 marzo del 4 a.C., quindi Gesù nacque prima di questa data. Basandosi sul termine di due anni citato da Matteo (2,16), alcuni propongono il 6 a.C.. Anche il vangelo di Luca fa riferimento a Erode (1,5); inoltre dice che Gesù nacque in occasione del censimento indetto dal governatore della Siria Quirinio (2,2). In effetti, Tertulliano riferisce che l’imperatore Augusto aveva bandito un censimento nel 7 a.C.; Quirino, però, divenne governatore solo nel 6 d.C., dopo la deposizione di Archelao, e bandì allora un altro censimento, come riferisce Giuseppe Flavio. Probabilmente Luca, che scrive decenni più tardi, ha confuso le date poiché ad entrambi gli avvenimenti (morte di Erode e deposizione di Archelao) fecero seguito delle turbolenze sociali legate alle attese messianiche degli ebrei. Di recente i biblisti della “scuola di Madrid” hanno proposto una spiegazione alternativa: il passo di Luca sarebbe la traduzione errata di una presunta fonte in lingua aramaica, che parlava in realtà di un censimento precedente a quello di Quirino (quindi quello indicato da Tertulliano).

I vangeli di Marco e Giovanni, invece, non danno alcuna informazione sulla nascita di Gesù: essi infatti iniziano il racconto dalla predicazione di Giovanni Battista, con Gesù già adulto.

La stella di Betlemme e la cometa “inventata” da Giotto

Sono stati fatti diversi tentativi di identificare la “stella” vista dai Magi (Vangelo di Matteo, cap. 2) (i Re Magi sono magi (ossia astrologi), probabilmente del culto di Zoroastro, che secondo il Vangelo di Matteo giunsero da Oriente a Gerusalemme per adorare il bambino Gesù) con un evento astronomico noto: questo consentirebbe di determinare con maggiore precisione la data della nascita di Gesù. Il primo tentativo, in ordine di tempo, fu quello di identificare la “stella” con la cometa di Halley; essa tuttavia passò nel 12 a.C., il che sembra essere troppo presto. In tempi recenti è stato proposto che si sia trattato di un allineamento planetario: da questa ipotesi si ottiene una datazione compresa tra il 7 e il 6 a.C.. Se si riesce ad identificare la stella di Betlemme con un determinato evento astronomico, se ne ottiene un’indicazione sulla data di nascita di Gesù. È stato proposto che si trattasse della cometa di Halley, che fu visibile nel 12 a.C., ma questa data non è compatibile con l’opinione corrente della maggior parte degli storici che datano la nascita di Gesù tra il 7 e il 4 a.C.. Non esiste peraltro alcuna tradizione che identifichi la “stella” con una cometa prima di Giotto. Altri hanno suggerito che non si trattasse di un singolo oggetto celeste, ma di una congiunzione di pianeti: Keplero per primo segnalò che nel 7 a.C. vi fu una tripla congiunzione di Giove con Saturno, evento che, nella sua ripetitività nello stesso anno, si verifica ogni 805 anni. Nel febbraio del 6 a.C., invece, vi furono simultaneamente le congiunzioni di Giove con la Luna e di Marte con Saturno, entrambe nella costellazione dei Pesci.

La teoria del parallelismo tra Horus e Gesù

Nel 1999 la storica e archeologa D.M. Murdock nel libro The Christ Conspiracy mette in luce delle somiglianze notevoli che intercorrerebbero tra la figura di Gesù Cristo e quella del dio egizio Horus. In questo ripercorre sostanzialmente le tesi di Massey sul parallelismo Horus/Gesù. La questione relativa all’attendibilità delle sue tesi è tuttora molto controversa e il dibattito molto acceso. L’autrice non ha una formazione accademica in egittologia e una delle critiche sostanziali rivoltele è di non aver utilizzato fonti primarie, ma fonti poco attendibili come «Ancient Egypt: The Light of the World» di Gerald Massey. Nel suo libro «Christ in Egypt» l’autrice replica che il suo lavoro non si ispirerebbe a quello di Massey (sebbene a distanza di cento anni risulterebbe sostanzialmente corretto) ma su molteplici fonti di egittologi tra cui cita Margaret Murray, egittologa e antropologa vissuta negli anni Trenta, che nel libro «Il Dio delle streghe» si è occupata di stregoneria medievale cercando di trovare le sue radici nel periodo pre-cristiano. Anche la storicità del lavoro della Murray è ancora molto discussa e le sue argomentazioni sono oggi aspramente criticate in ambito accademico: tra gli storici che criticano la sua impostazione di ricerca e quindi i risultati raggiunti ci sono Norman Cohn, Ronald Hutton, G. L. Kitteredge, Keith Thomas, J. B. Russell and Carlo Ginzburg. Questo getta nuove ombre sulla canonicità storico/scientifica dell’opera della D.M. Murdock. Si consideri inoltre che, analogamente a quanto affermato dagli egittologi in relazione alle tesi di Massey, la ricostruzione della vita di Iside e Horus fatta dalla Murdock è in aperto contrasto con i risultati raggiunti dall’attuale egittologia e non trova riscontri nella narrazione delle vicende di Horus e Iside come narrate nella mitologia egizia.
D.M. Murdock afferma di aver ritrovato questi motivi nel corso dei suoi studi e di averli poi riordinati in una specie di racconto evangelico mettendo in luce le somiglianze di fondo. Tra lee analogie individuate dall’autrice nel suo libro : fu annunciata la sua nascita alla madre dall’angelo Thot, che le comunicò anche che il figlio sarebbe stato concepito verginalmente. Nacque in una grotta il 25 dicembre dalla vergine Iside, annunciato da una stella d’oriente. Fu adorato nella grotta da pastori e da tre saggi che gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Da bambino insegnò in un tempio. Ebbe dodici discepoli. All’età di trent’anni fu battezzato da una figura nota come Anup, che venne in seguito decapitato (come Giovanni Battista). Combatté quaranta giorni nel deserto contro Satana. Compì miracoli, come la resurrezione dei morti e la camminata sulle acque. Fu chiamato il “Santo Bambino” ed era noto con molti nomi, tra cui: “La Verità”, “La Luce”, “La Vita”, “L’Unto Figlio di Dio” e il “Buon Pastore”, “L’Agnello”, “La Stella del Mattino”. Horus nacque ad Annu, il “posto del pane”, mentre Gesù nacque a Bethleem (Betlemme) , la “casa del pane”. F crocefisso tra due ladroni e dopo tre giorni risorse dai morti. È rappresentato da una croce. Assieme a Iside e Osiride, Horo costituisce un membro della trinità egizia.

I doni a Gesù bambino

MirraSimbolo di sacrificio. La mirra era uno degli elementi per l’unzione dei defunti per prepararli alal sepoltura. Nella Bibbia è uno dei principali componenti dell’olio santo per le unzioni (Esodo, XXX,23), ma anche un profumo, citato sette volte nel Cantico dei Cantici. La mirra è una gommaresina romatica, estratta da un albero o arbusto del genere Commiphora, della famiglia delle Burseraceae. Attualmente la mirra è utilizzata come componente di prodotti farmaceutici (proprietà disinfettanti) e soprattutto nella profumeria ma in certi paesi come la Francia ed il Belgio. E’ citata 16 volte di cui 3 nei Vangeli. Probabilmente un flacone prezioso con olio di mirra.

Matteo 2:11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

Marco 15:23 e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.

Giovanni 19:39 Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre.

IncensoSimbolo di santità. Gesù sommo sacerdote. I cristiani ortodossi in Grecia lo comprano come le caramelle. Nel negozio scelgono il tipo desiderato e con una paletta lo mettono in un sacchetto e lo acquistano a peso. Sono grossi cristalli multicolore. Anche la chiesa russo ortodossa lo vende ai fedeli in scatolette colorate. I fedeli lo accendono personalmente in chiesa o in casa davanti alle icone.. A Gesù bambino fu donato dai Magi perché l’incenso è simbolo di santità. Non a caso la pianta da quale proviene l’incenso si chiama Boswellia Sacra ed è usato in diverse religioni. E’ citato 124 volte nella Bibbia, di cui 4 nei Vangeli e 1 nell’Apocalisse. Probabilmente un contenitore con grani di incenso.

Matteo 2:11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

OroSimboleggia la regalità di Cristo. Nella Bibbia viene citato molte volte ed è l’elemento con cui doveva essere costruita l’Arca dell’Alleanza nell’Esodo (25,10-13) secondo la volontà di Dio stesso:  “Faranno dunque un’arca di legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di altezza. La rivestirai d’oro puro: dentro e fuori la rivestirai e le farai intorno un bordo d’oro. Fonderai per essa quattro anelli d’oro e li fisserai ai suoi quattro piedi: due anelli su di un lato e due anelli sull’altro. Farai stanghe di legno di acacia e le rivestirai d’oro”. Probabilmente un cofanetto con alcuni piccoli lingotti, poi abbandonato nella grotta.

Giorgio Nadali