La scuola del fare

di Giorgio Nadali

Il mondo cambia troppo velocemente per strgli dietro. Dobbiamo stargli davanti. Valentina Aprea cita il Premier durante l’incontro con Mariastella Gelmini alla festa nazionale del PdL al Castello Sforzesco di Milano. Questo è lo spirito della riforma. Bisogna trarre dalla scuola ciò che serve alla vita, senza dare un pezzo di carta – il diploma – che non rende più autonomi i ragazzi. Così il Ministro – che prosegue. E’ la scuola non del centro destra, ma della gente che lavora. Se la suola perde la vitalità di cambiare la condizione sociale, non va. Se vogliamo una scuola per lo sviluppo, dobbiamo puntare sulla qualità. E’ la qualità della didattica che fa la differenza. Non si può trattare allo stesso modo buoni e cattivi insegnanti! E parte l’applauso. Non è possibile che nella scuola avanzi solo per scatti di anzianità. Altro applauso. Lo stipendio per gli insegnanti che scaldano la sedia e per i buoni insegnanti non può essere lo stesso. Il Paese si è dimenticato degli insegnanti in questi anni, considerandola una professione tra le tante. Non si può chiedere più dirigenti scolastici  senza che questi abbiano effettivo potere. La scuola avrà 1 miliardo di euro all’anno. 10.000 i nuovi insegnanti e 6000 posti in più per il personale ATA. Un concorso per 2800 nuovi dirigenti scolastici. Questo è il governo della riforma, non dei tagli. E’ aumentato il numero degli insegnanti di sostegno. Classi sovraffollate? Sono più le classi con 12 alunni che quelle con 32. Abbiamo il terzo debito pubblico mondiale. Non possiamo permeterci di sprecare. Non ci si deve scandalizzare se per una volta non si buttano via i soldi. Tenere in ordine i contri pubblici è il più bel regalo che facciamo alle nuove generazioni. Dicendo di assumere tutti i precari non si fa qualità, ma consenso politico. La vendita di illusioni la lasciamo alla sinistra che dopo vent’anni scopre il problema del precariato. La sinistra ha prodotto posti di attesa nelel graduatorie, non posti di lavoro. Un sistema basato sul sindacato e sulla autoreferenzialità piò aiutare le giovani generazioni? I giovani sono le vittime designate di una politica che ha messo in ginocchio il Paese. L’integrazione non si fa facendo credere che venire nel nostro Paese voglia dire avere solo diritti e non avere doveri. Chi viene nel nostro paese deve essere disponibile ad accettae le regole che una società si dà per la propria sopravvivenza. A scuola e l’università è l’ambito in cui si vede meglio il fallimento della sinistra.  Così conclude tra gli appalusi la brillante avvocato trentasettenne bresciana, autrice della riforma per una scuola di qualità ed efficianza. Avvocato, non avvocata. Per il vocabolario Treccani Avvocata è solo la Madonna. Ma per una scuola seria i miracoli non servono. Ci basta un ministro con le…qualità giuste. Lo abbiamo. Era ora.

Giorgio Nadali

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