Brand Magazine online. La nuova frontiera del prestigio dell’Azienda

di Giorgio Nadali

Vuoi fare decisamente la differenza. Il mercato è competitivo. Hai già perso tempo, denaro e clienti. Esatto?

Sì, è proprio così! E’ giunta l’ora di rottamare il tuo vecchio Ufficio Stampa esterno (che non si dedica solo a te),

PERCHE’?

Perché anche la comunicazione si evolve e se non ti evolvi resti indietro. L’evoluzione si chiama BRAND MAGAZINE.

Perché il tuo nuovo strepitoso magazine aziendale – “Brand Magazine” – è il fiore all’occhiello della strategia innovativa di comunicazione aziendale. Brand molto noti e aziende meno conosciute ottengono un impatto più prestigioso con una rivista dedicata. Interviste, prodotti, strategie, nuove acquisizioni, eventi, consigli ai Clienti, tutto ha un immagine più diretta, come ad esempio un filo diretto con il Top Management, che può dialogare attraverso il brand magazine. Kevin Lane Keller definisce il Brand come una “aggregazione, intorno a specifici segni di riconoscimento, di un definito complesso di valori imprenditoriali, di associazioni cognitive, di aspettative e di emozioni”. Le parole fanno la differenza! Leggi qui cosa succede a usare parole giuste e sbagliate nel business, nel mio articolo per Forbes.

Sì, emozioni. Dale Carnegie scrive: “Quando trattiamo con la gente, ricordiamo che non stiamo trattando con creature dotate di logica stiamo trattando con creature dotate di emozioni”.

Palla, Tondo, Cavo, Lan, Collegato, On Line, Pubblicità

Un Brand magazine aziendale genera profonde emozioni persuasive e attraenti per il Brand e colloca l’azienda al top della conoscenza e fidelizzazione da parte dei Clienti dando più prestigio alla immagine dell’azienda, avvicinandola al pubblico diretto e duraturo.

Perché il Brand Magazine è a un livello molto più alto di un semplice ufficio stampa (che non si avvale di giornalisti per potere funzionare) e ha due importanti obiettivi:

Il primo è raggiungere e attenzionare importanti Testate giornalistiche.

Il secondo è quello di suscitare interesse per la tematica dell’Azienda.

Avere un magazine aziendale (come Testata giornalistica dedicata e registrata) è porsi a un livello di prestigio nettamente superiore ed esclusivo che poche aziende hanno (per ora…)

Perchè il Brand Magazine è una vera e propria Testata giornalistica online dedicata esclusivamente all’Azienda con:

  • Servizi giornalistici, articoli, interviste a esperti del settore (che possono anche evidenziare la qualità del Brand)
  • Quiz sulla tematica dell’Azienda
  • Presentazione di prodotti
  • News e novità dell’Azienda
  • Video e foto di fiere e convegni
  • Risultati economici e partnership
  • Inchieste sulla tematica dell’Azienda
  • Sondaggi di opinione
  • TG (TeleGiornale) dell’Azienda a frequenza settimanale
  • Interviste al Management
  • Confronto di prodotti e degli altri players
  • Giochi online per il pubblico e potenziali clienti
  • Registrazione degli utenti che lo vorranno, per ottenere eventuali sconti o altri benefici esclusivi.
  • Raggiungimento di mercati esteri (con parti tradotte)
  • Articoli di esperti del settore che evidenzieranno e stimoleranno di acquistare i prodotti/servizi.
  • Aggiornamento costante e veloce 24/7
  • Nessuna attesa di pubblicazioni
  • Serbatoio costante online di news per la Stampa
  • Vantaggio sostanziale sui competitors che usano ancora una comunicazione tradizionale e superata
  • Personalizzazione totale
  • Enorme diffusione online
  • Testi in ottica SEO e comunicazione persuasiva
  • Creativo, Innovativo, Efficiente

Il tutto per generare attenzione e interesse verso l’Azienda da parte della Stampa e del grande pubblico.

NON è un blog (il blog non ha la dignità di Testata giornalistica e presenta solo articoletti. Chiunque può aprire un blog)

NON è sito aziendale (un sito aziendale è solo una vetrina che si limita a presentare prodotti/servizi dell’Azienda). Il sito aziendale è visitato da chi è GIA’ interessato all’Azienda, spesso da chi GIA’ la conosce o è interessato alla tematica dell’Azienda…

NON è pubblicità, la quale per essere efficace ha costi astronomici e non è continuativa.

Il Brand Magazine ha il prestigio di una vera Testata giornalistica registrata di proprietà dell’Azienda, con un Direttore responsabile iscritto all’Ordine dei Giornalisti.

Se l’Azienda è di grandi dimensioni e molto nota, l’effetto sarà di un incremento del suo prestigio. Infatti un Brand Magazine è la nota distintiva di un grande successo raggiunto e consolidato, ma che desidera dialogare in modo più diretto e “caldo” con i Clienti e potenziali nuovi investitori.

Se l’Azienda è di piccole / medie dimensioni l’effetto sarà di un incremento della visibilità e di una percezione aumentata di importanza sul mercato competitivo.

L’investimento per il Brand Magazine (online per PMI o cartaceo per grandi Aziende) rende superfluo il tuo vecchio Ufficio Stampa che non è composto né da specialisti della comunicazione, né da giornalisti, e ti dà una resa decisamente superiore come immagine e risultati. Inoltre ti costa molto meno di quanto pensi.

L’impatto emozionale di una rivista dedicata esclusivamente all’Azienda è enorme e si avvicina a quello di influencer molto noti, ai quali le Aziende si stanno affidando sempre di più per la comunicazione aziendale al passo con i tempi. Avere una propria rivista è immagine e oggi l’immagine è essenziale per il successo, per chi ce l’ha, per chi vuole incrementarlo e mantenerlo.

Chi non è al passo con i tempi è destinato a scomparire dal mercato, come Blockbuster. La comunicazione oggi viaggia molto più veloce della tradizione. Non fare il dinosauro. Cambia! Parliamone.

Come disse il Maestro Yoda di Guerre Stellari… “Fare o non fare. Non c’è provare”. L’imprenditore, uomo di azione, fa.

Entro il 31/12/2021 possiamo ancora realizzare altri 4 Brand Magazine online e 1 cartaceo… Quindi chi primo arriva…

Guarda un esempio di Brand Magazine cartaceo: Brand Magazine Tonino Lamborghini

CONTATTI


La Generazione Snowflake e il “fascismo dello scandalo”

Il politically correct a sei anni dall’attentato al mensile Charlie Hebdo, tra identità personale, satira e censura sociale con la mia intervista al caricaturista Forattini

di Giorgio Nadali

Snowflake. Fiocchi di neve. Così vengono chiamati. Sono nati in questo millennio e si risentono su tutto, anzi si incazzano proprio sul loro luogo di aggregazione tipico, il web.

Offendi sempre qualcuno perché stai seduto in modo sbagliato in pubblico, o per il fatto che mangi carne, perché usi i pronomi di genere, o sostieni apertamente il tuo partito politico, se flirti casualmente con uno sconosciuto o per aver toccato innocentemente un altro essere umano, perché preghi la tua divinità preferita, per sostenere Donald Trump o per il fatto di guadagnare più soldi di qualcun altro, per andare in giro con i jeans stracciati o per vestire un costoso completo di Brioni, per essere una persona di successo, per vivere una sessualità diversa dalla massa, per volere la vaccinazione contro il Covid (di ieri le minacce di morte dei “no-vax” all’infermiera di Roma, la prima vaccinata nel Lazio),  allora rivendica con fermezza il diritto di essere te stesso, e credimi, non c’è assolutamente niente di sbagliato in questo.

La gente è sempre offesa, non è un fatto nuovo. Il problema oggi è il senso del diritto delle persone. Perché molti millennial, soprattutto in Occidente sono cresciuti in un tempo di pace – liberi dall’oppressione e dalla povertà non hanno mai saputo cosa vuol dire non avere tutto e non ottenere ciò che vogliono. Questo ha instillato in molti la sensazione che sentirsi offesi significhi qualcosa. Sentirsi offesi è una risposta umana naturale e va bene sentirsi offesi o addirittura disgustati dalle azioni o dai pensieri degli altri, ma assolutamente queste non ti danno il ​​diritto di controllare come gli altri si comportano e parlano.

Se qualcuno ti dà dello stupido dovresti giustamente offenderti, ma questo non significa che puoi avviare una campagna per impedire alle persone di utilizzare la parola stupido. Questa è qualcosa chiamata oppressione. Se sei semplicemente te stesso e se quello che fai urta la sensibilità di qualcun altro, allora è un problema suo. I confini sono già stabiliti dalla legge, non dagli snowflake o dai politically correct. Pena una forma di fascismo dello scandalo. In media al 50% delle persone non piacerai mai. Non è un tuo problema.

Nel novembre 2009 uno psicologo che lavorava nell’esercito americano, Nidal Malik Hasan, aprì il fuoco sui suoi commilitoni della base, gridando “Dio è grande” in arabo e uccise 13 persone. Si è presto scoperto che il Pentagono sapeva tutto sul modo delle ideologie radicali di Hasan prima di questo atto di terrorismo. Erano a conoscenza di molte email che aveva mandato ad altri musulmani radicali. Anche i suoi colleghi alla base dell’esercito avevano espresso il loro disagio per lui ad altri, dicendo che era una “bomba a orologeria”. Allora come ha potuto il governo degli Stati Uniti e gli alti dirigenti dell’esercito permettere un omicidio di massa? Perché i poteri che sono nell’esercito degli Stati Uniti avevano troppa paura di essere accusati di razzismo e di profilare qualcuno per intraprendere qualsiasi azione. E così a causa della pressione incessante di correttezza politica nell’età moderna, tredici persone sono morte tragicamente. Solo un tragico esempio.

Satira, religione e politically correct

Secondo Carlo Cattaneo (1839) la satira è l’esame di coscienza dell’intera società; è una reazione del principio del bene contro il principio del male; è talora la sola repressione che si possa opporre al vizio vittorioso; è un sale che impedisce la corruzione. La strage della redazione del settimanale Charlie Hebdo ha suscitato una domanda, anzi due. Si può far satira sulla religione? Perché il Cristianesimo, la chiesa cattolica accetta di buon grado vignette “irriverenti” e l’Islam no? È un fatto culturale. È proibita la rappresentazione di Maometto per evitare l’adorazione di qualcuno che non sia Dio. In nessuna moschea sono presenti immagini di persone. Esiste un’eccezione proprio nella rigida Theran dove un enorme murale moderno alto quindici metri rappresenta l’ascensione di Maometto (senza tratti somatici) in cielo. Il Cristianesimo è per natura tollerante verso persecuzioni e dileggiamenti e anche dove questi travalicano il limite del buon gusto e della volgarità, conosce l’evangelica regola del perdono, non presente nell’Islam. Per cui chi tocca il Profeta è blasfemo.  I musulmani ritengono che la libertà d’espressione sia buona, ma che nessuno abbia il diritto di ferire i sentimenti religiosi di un altro. Tra i numerosi peccati di blasfemia vi sono il parlare male di Maometto, dare il nome di Maometto ad un orsacchiotto (in Sudan), speculare su come il Profeta si comporterebbe oggi (in Nigeria), trovare qualcosa di sbagliato in lui, rappresentarlo graficamente nei film, scrivere il suo nome sui bagni pubblici (in Pakistan), ma anche mettere del trucco in televisione (in Iran), fischiare durante le preghiere (in Indonesia), trovare qualcosa di sbagliato nell’Islam, guardare film o ascoltare musica (in Somalia) e… (per tutti) esprimere o distribuire un punto di vista laico o ateo.

Ho intervistato nel 2015 per il settimanale “Stop” uno dei più grandi vignettisti italiani: Giorgio Forattini (89 anni). Ecco cosa ne pensa sulle vignette satiriche che costarono la vita a dodici persone nell’attentato al settimanale francese Charlie Hebdo, il 7 gennaio 2015 e che solo due mesi fa, il 7 ottobre 2020, portarono alla decapitazione in strada di un professore che aveva le aveva mostrate in classe. Crimine commesso da un diciotenne.

Forattini, secondo Lei ci dev’essere un limite alla satira?

Si, il limite è la volgarità

E’ giusto a Suo avviso fare satira sulle religioni?

Sì, purché non sia gratuita

Ha mai disegnato vignette riguardanti l’Islam?

Ne ho disegnate sull’islam “politico”.

Forattini, quali sentimenti si sente di condividere nei confronti dei disegnatori di Charlie Hebdo uccisi a Parigi?

Di grande solidarietà. Ne conoscevo alcuni che ora non ci sono più. Sento una grande tristezza.

Recentemente il papa ha dichiarato che non bisogna offendere le religioni. Si sente coinvolto in questo nel Suo lavoro?

Sono coinvolto nel momento in cui la religione fa politica

Secondo Lei che rapporto c’è tra libertà di espressione e la tutela di sentimenti altrui?

La satira è libera e contro il potere, qualsiasi potere, non contro i sentimenti

Forattini, la satira si muove fuori dal limite della misura e ha quindi un presunto “diritto ad esagerare”. Cosa ne pensa?

Vorrei sapere chi ha dettato queste misure. Non certo le Religioni


Comunicare meglio e centrare obiettivi nella vita

coaching

Si diffondo in Italia le tecniche per raggiungere risultati dalla vita e per comunicare meglio con gli altri. Scopriamo cosa sono

Alzi la mano chi desidera essere capace e abile nel convincere gli altri delle proprie idee, capire cosa pensano le altre persone e farsi capire molto bene… Chi vorrebbe avere degli obiettivi certi e conoscere il modo di raggiungerli con determinazione? Tutti! Da qualche anno si stanno diffondendo in Italia due strumenti importanti e moto utili sia le singole persone, sia per le aziende. La sigla PNL significa Programmazione Neuro Linguistica. Un termine al primo impatto un po’ inquietante, per addetti ai lavori.

La PNL è una tecnica di comunicazione creata in California negli anni settanta del secolo scorso da Richard Bandler e John Grinder. In sostanza abbiamo tutti degli schemi mentali “programmati” dalla nostra esperienza di vita. Questi schemi impediscono di farci capire dagli altri come vorremmo e soprattutto ci impediscono di convincere gli altri della validità delle nostre idee. Inoltre, la nostra comunicazione è per il 55% non verbale (i movimenti del corpo), per il 38% para verbale (l’aspetto della voce) e solo per il 7% verbale (le parole). L’efficacia di un messaggio dipende quindi solo in minima parte dal significato letterale di ciò che viene detto. Comunque ci si sforzi, non si può non comunicare. L’attività o l’inattività, le parole o il silenzio hanno valore di messaggio.
Provate ad immaginare una coppia che discute.

Molti parlano, ma non comunicano. Lei è di tipo “uditivo”, difatti continua a dire “non mi ascolti”. Lui è di tipo “visivo” – ma non perché è uomo, ogni persona può essere “visiva”. Il 45% dell’umanità è “visiva” (colpita da ciò che vede) il 25% “uditiva” (da ciò che ascolta) e il 35% “cinestetica”, (si basa sulle sensazioni). Lui ripete “ma, non vedi che…”. È il suo schema mentale. Risultato: non si capiscono e non risolvono il conflitto. Immaginate le conseguenze disastrose. Lo stesso vale anche negli affari. Proporre un progetto di lavoro descrivendolo nei minimi dettagli a un dirigente “visivo” vuol dire fallire il bersaglio. Di certo preferirà una presentazione più “visiva”. Insomma, raggiungere l’altro vuol dire capire il suo schema mentale. Questo è “comunicare”. La PNL è una tecnica semplice che aiuta in questo.

Il “Coaching” è invece una strategia per raggiungere obiettivi, sia personali, sia in un gruppo di lavoro. A chi piace fallire? A nessuno. Il coaching ti aiuta a capire cosa vuoi e come realizzarlo in tanti campi della vita, con molte ramificazioni. Vi è il life coaching, per gli obiettivi importanti della vita. Il business coaching, per gli affari. Addirittura il divorce coaching, per non sbagliare più il prossimo coniuge. Il financial coaching ti aiuta a non sperperare denaro e a guadagnarne di più. Fantastico, no? La persona che ti segue è il coach, che non è uno psicologo. In questi anni sono sorte in Italia molte scuole che preparano e “certificano” esperti in PNL e coaching, che poi offrono i loro servizi a pagamento. I corsi non sono lunghi e le prospettive di lavoro sono buone. Una seduta presso un cliente per 45/120 minuti di life coaching può costare dai 60 ai 300€. Per le aziende il business o executive coaching di un gruppo aziendale i costi sono molto più alti, dai 400 ai 2000€ a sessione.

È possibile anche via Skype, senza muoversi da casa, in un orario concordato con la Cliente.

Scopri qui i miei consigli gratis di coaching

E se vuoi…

Migliorare decisamente l’efficacia della tua comunicazione personale
Controllare più facilmente il tuo stato d’animo
Eliminare l’influenza dei “brutti ricordi”
Sviluppare obiettivi chiari, ben formati e realizzabili in un tempo preciso
Ottenere un atteggiamento empatico e tollerante verso tutti
Cambiare le abitudini indesiderate e adotti comportamenti più produttivi
Entrare rapidamente in sintonia con le altre persone
Motivarti all’azione.
Scoprire le tue convinzioni limitanti e le sostituirle con convinzioni potenzianti
Utilizzare domande precise per raccogliere informazioni migliori
Essere più efficiente e performante nel mondo del lavoro
Circondarti di persone positive e motivanti
Trasformare quel sogno che hai nel cassetto in un obiettivo e realizzarlo con la giusta strategia alla quale non avevi mai pensato

Allora scrivimi!

Intervista di Giorgio Nadali a Antonella Rizzuto, presidente dell’Associazione Professionale Nazionale del Coaching
Pubblicata sul Settimanale “Vero” del 09/05/2015

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Antonella, il Coaching può migliorare la vita?

Assolutamente sì. Il coaching aiuta le persone a migliorare la loro vita a 360 gradi perché utilizza degli strumenti che ti aiutano a focalizzarti maggiormente sulle cose più importanti per te e, di conseguenza le persone prendono delle scelte in linea con i loro valori.

Antonella, la PNL è alla portata di tutti e di ogni età?

Sì, la PNL è come uno specchio che ci aiuta a diventare più consapevoli di come utilizziamo il nostro linguaggio per interpretare il mondo, ascoltare gli altri e farci capire, ecc.

Quindi tutti dovrebbero studiarsi la PNL, ma non essere cliente di un Coach…

Il corso di PNL è come un corso di vita, dove apprendi tecniche che ti aiutano a comunicare in modo consapevole, a gestire gli stati d’animo, e tantissimo altro. Il Coach lo prende chi vuole essere seguito passo passo da un professionista per raggiungere determinati obiettivi.

Chi è il cliente tipo di un life coach?

Può essere una persona che, in un momento delicato della sua vita, vuole fare un punto della situazione per capire dove andare o che priorità dare nella sua vita. Oppure una persona che non ha obbiettivi e quindi ha bisogno di crearli. Oppure chi ha tanti obbiettivi ma non sa da dove partire. Oppure chi si trova di fronte ad una scelta importante e non sa cosa fare. In tutto questo, un life coach ti aiuta a fare chiarezza, focalizzarti su ciò che davvero conta per te e fare delle azioni in linea con tutto questo.

Antonella, chi è adatto a diventare un Coach?

Chiunque abbia voglia di dedicarsi agli altri e dare il suo contributo. Ovviamente, per diventare coach bisogna seguire un percorso. Non è indispensabile avere una laurea.

A chi consiglieresti la PNL?

A tutti perché tutti comunichiamo. La PNL ti aiuta ad essere più consapevole di ogni nostra parola che ha continuamente un impatto su noi stessi e di cosa creiamo negli altri. La PNL nasce dalla vita. Consiglio a chiunque non sappia cosa sia leggere un libro introduttivo e venire al corso gratuito “Il meglio di te e dagli altri con la PNL e il Coaching”

Antonella, il Coaching e la PNL costituiscono una nuova opportunità di guadagno?

Possono essere una nuova opportunità di guadagno. È una realtà nuova che sta prendendo sempre più piede e che effettivamente permette, in tempi veloci, di contribuire notevolmente al raggiungimento di una qualità di vita alta.

www.giorgionadali.com