Sette sataniche in Italia. I bambini di Satana

I “Bambini di Satana” rappresentano forse il gruppo satanista più grande, noto e addirittura pubblicizzato in Italia. Il fondatore è un’ex guardia giurata bolognese, Marco Dimitri. Gli appartenenti alla setta sostengono che «il nome “Bambini di Satana” vuole significare “purezza dell’ideale satanista” ed è riferito al “bambino interiore” ovvero la “creazione propria” in simbiosi con l’universo circostante eretta tramite un’opera gestita dalla Volontà. “Il satanismo che professiamo, studiamo, divulghiamo è puro, disinquinato: siamo gli eterni bambini. Bambini di Satana perché Satana è l’anti-morale par-excellence, tutto ciò che è stato castrato, nascosto, nel nome e nella violenza di false religioni e moralismi. Il gruppo è nato nel 1982 fondato da Marco Dimitri. Lo scopo è quello di studiare, praticare, diffondere il satanismo, mettere in risalto i diritti dell’uomo e della donna e non i diritti di un qualsiasi dio esteriore. La Grande Opera dei Bambini di Satana è l’arte di elevare l’universo dal suo stato pietoso e di renderlo piacevolmente estetico e libertino. La materia, l’energia (volgarmente chiamata “spirito”) si fondono in un’unica essenza di gioia, forza e potere… a quest’essenza è dato il nome di Satana. Secondo gli adepti questo satanismo è l’unica possibilità materiale di realizzare i propri desideri. Satana è l’Uomo, Satana è la Donna. E la sola voce che inciti a non adorare nessuno, una fiamma interiore e personale, una passione che scuote i sentimenti, traversa le carni, spinge a non strisciare davanti a nessuna forma di divinità ma a contare solamente su se stessi, su quell’antico dio che è dentro ognuno di noi, potenziando le proprie forze espandendo le possibilità fino ad abbattere i limiti. L’arte di godere fino in fondo la propria esistenza nello splendore della materia: la nostra materia! E’ l’unico gruppo satanista che agisce allo scoperto e si propone al pubblico tramite i più comuni mezzi d’informazione. L’iscrizione al gruppo è gratuita. Le pratiche rituali svolte all’interno del gruppo usano l’energia personale gestita dalla Volontà, in pratica s’insegna a riconoscere la propria Volontà Vera e ad usarla per arrivare ad un fine voluto.
I membri della setta dichiarano: “Non siamo quindi seguaci di Satana, predicatori di fede maligna, non siamo un gruppo di stile fideistico, non lodiamo divinità all’infuori di noi stessi. Siamo artisti, creatori, persone che vivono di se stesse, persone libere che si uniscono sotto il nome dell’Arte, della Bellezza, della Gioia, perché arte bellezza e gioia son state negate, distrutte uccise per scopo di comodo. La mancanza dei valori fondamentali che la società non è stata in grado di dare spinge noi ad avere un ruolo, ed oggi manca quel qualcosa che ci rende felici, belli, luminosi, abbiamo tutto ma non abbiamo noi stessi; questi sono i “Bambini di Satana”, un gruppo di persone che vuole esser se stesse, usare la propria energia, divinizzarsi siamo Satana perché al posto di Dio abbiamo messo noi stessi. La Conoscenza porta ad essere Dio e noi ci siamo eretti nella Conoscenza. Satana è quindi Forza, Bellezza, Arte, Volontà, Creatività, Energia. Perché la mancanza di valori personali ha generato la morte e noi la morte la vogliamo cavalcare così come vogliamo cavalcare i nostri istinti i nostri limiti. Noi non siamo quindi Gran Maestri, Santoni, Marco Dimitri è soltanto colui che ha fondato un gruppo con un obiettivo ben preciso: essere Satana, vivere Satana, rappresentarlo. Vale più una persona che crede in se stessa che cento coglioni che seguono un divo. Un patto firmato col proprio sangue in cui ci si riconosce divinità, ci si riconosce Satana, questa è la maniera per aderire al gruppo”.
Filosofie fondamentali. Pratiche del Gruppo (scritti di Marco Dimitri)
L’opera dei Bambini di Satana richiama al pubblico un’ideologia concreta e ben definita: la divinità all’interno dell’Uomo e della Donna. Per questo la forma di pensiero dei Bambini di Satana è da considerare un’antireligione, una sublime filosofia che infuoca se stessi, uno stile di vita visto che siamo noi stessi a gestire il nostro universo. Chiariamo fin dall’inizio che il satanismo, quello vero, è l’arte dell’uomo e della donna di essere veramente se stessi, in primo luogo sopra ad ogni cosa. Lungi da noi il fatto di genuflettere l’umanità ai piedi di fantasmi dell’invisibile, troppo l’uomo e soprattutto la donna sono stati demonizzati per colpe mai commesse schiavi di “divinità padrone” che limitano con folli leggi. Chiariamo fin dall’inizio che noi siamo meravigliosamente noi, la cosa più sublime mai esistita. Il bisogno umano è quello di vivere ed essere se stessi, senza mascherazioni, se stessi sempre e ovunque, fare quello che Veramente Vogliamo, non quello che ci pare ma mettere in atto la propria Vera Volontà, in noi risiede la vera radice divina, Uomo e Donna divinizzati: questo è il satanismo.
Satana è l’uomo che esiste veramente in modo assoluto, non è il dio del male, non è il dio del bene, è la Conoscenza che si fa strada è l’Uomo che innalza la propria identità, si può affermare che il satanismo è il culto di se stessi l’arte di esistere e di dire Io Sono. Su Facebook 3.164 persone hanno messo “Mi piace” alla pagina della setta.

Giorgio Nadali


El Tio. Il demone dei minatori boliviani

Nelle miniere boliviane El Tio (“lo zio”) è il nome familiare dello spirito delle montagne. È associato col diavolo della tradizione cristiana. El Tio è la figura centrale della vita rituale delle comunità di minatori boliviani. A Cerro de Potosì (Bolivia) i minatori sono cattolici e credono sia in Gesù Cristo, sia a El Tio. In ogni miniera non può mancare il suo feticcio di argilla, dal tipico aspetto diabolico, seduto in una nicchia accanto alle aree di lavoro. Due tipi di offerte sono fatte a El Tio: la ch’alla e la k’araku. La prima è una visita sociale, durante la quale i minatori si siedono, bevono insieme, fumano e usano cocaina offrendole al feticcio.

Il rito è praticato ogni martedì e venerdì mentre entrano in miniera. L’immagine di El Tio è adornata con drappi colorati e le sono poste delle sigarette in bocca. Poi i minatori spruzzano sul feticcio del liquore, gli offrono foglie di coca e accendono le sigarette a lui offerte. In cambio “lo zio” demoniaco assicurerà protezione, salute e fortuna ai lavoratori della miniera. La k’araku è un’offerta più solenne fatta da uno sciamano (yatiri) per placare El Tio dopo un incidente minerario. Il rito si svolge a Potosì (Bolivia) il primo di agosto. Vengono anche sacrificati dei lama. Il loro sangue è sparso all’ingresso delle miniere, sui macchinari di estrazione e sulle rocce della vene estrattive. Spesso il cuore del lama, oppure un suo feto essicato comprato per l’occasione viene bruciato ai piedi di El Tio. Poi i minatori escono e mangiano le carni dei lama sacrificati. Vi è anche una danza, la diablada (diavolata) eseguita durante il carnevale di Oruro, in onore della Vergine dei minatori (Virgen de la Candelaria). Questa danza colorata con costumi e maschere diaboliche è protetta dall’UNESCO come patrimonio orale immateriale dell’umanità. El Tio appare nel finale del video musicale «La La La» del 2013 di Naughty Boy e Sam Smith girato nella miniera di Potosì.

Giorgio Nadali