Maxi Yacht Rolex Cup & Rolex Maxi 72 World Championship

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Giorgio Nadali

Si è conclusa con successo presso lo Yacht Club Costa Smeralda la Maxi Yacht Rolex Cup & Rolex Maxi 72 World Championship.

La Sardegna è magica per la vela. Per il blogger  Omero Moretti “il mare della Sardegna e della Corsica non ha nulla da invidiare ai Caraibi (anzi…), il vento delle Bocche ha poco da invidiare a quello dell’oceano: c’è praticamente sempre vento tra le isole dell’arcipelago, e difficilmente si deve accendere il motore oltre che per entrare in porto”.

L’ultima giornata della prestigiosa manifestazione ha visto le barche delle categorie Maxi72 e Mini Maxi Racer impegnate in prove tecniche tra le boe mentre il resto della flotta ha affrontato un percorso costiero nell’Arcipelago di La Maddalena. Il vento da nordovest, salito nel corso della regata fino a 14 nodi, ha successivamente lasciato il posto a un nuovo vento da sudest che ha creato una zona di bonaccia costringendo il Comitato ad accorciare la regata con un traguardo posto all’altezza di Capo d’Orso.

Queste le parole degli armatori di Ribelle, i soci YCCS Paola e Salvatore Trifirò: “Desideriamo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a rendere splendida come sempre anche questa edizione della Maxi Yacht Rolex Cup. Questa vittoria arriva dopo un processo complesso che ci ha portato a costruire una barca innovativa sotto molti punti di vista. La barca c’è ma non avremmo vinto senza un equipaggio eccezionale selezionato tra i migliori velisti italiani, siamo felicissimi”.

La divisione Maxi ha visto primeggiare Highland Fling XI del socio YCCS Sir Irvine Laidlaw davanti a Nefertiti, secondo grazie a due primi posti nelle ultime due giornate. Terzo posto per il racer Rambler 88, tattico Brad Butterworth, plurivincitore dell’America’s Cup: “Con una barca così veloce il nostro avversario è il tempo compensato non gli avversari in acqua, cerchiamo sempre il modo di migliorarlo. Siamo felici di essere qui, Porto Cervo è un luogo meraviglioso per regatare”.

Il blogger Marco Cambi riferisce che “alle ore 11,30 la partenza è avvenuta puntuale con un’intensità di 8 nodi, saliti fino ai 12 con raffiche a 14 nodi durante il rientro in poppa a Porto Cervo. Per tutte le divisioni in cui sono stati suddivisi i maxi presenti, il programma prevedeva oggi una regata costiera: il percorso scelto dal Comitato di regata ha portato gli yacht più grandi e performanti a compiere il periplo in senso orario dell’Isola di Spargi partendo dalle acque antistanti Porto Cervo e attraversando sia all’andata che in rientro il Passo delle Bisce per un totale di circa 30 miglia nautiche”.


La libertà finanziaria parte dal cervello

 

Money

Puoi prendere due strade. La prima è quella delle persone comuni. Non sono forse propriamente “povere”, ma la loro strada le porta verso la dipendenza dal denaro. Se lavori tanto per guadagnare molto in modo da sostenere tutte le tue spese, puoi essere ricco, ma non sei finanziariamente libero. La libertà finanziaria è il denaro che lavora per te con entrate passive “automatiche” che non dipendono dal tuo tempo. In questo caso sei libero finanziariamente, anche se non sei propriamente ricco. La libertà finanziaria è un passo avanti rispetto alla ricchezza!

La prima strada è quella di coloro che lavorano per produrre denaro. Niente di male. Ma il denaro non li renderà liberi. Appena possono spendono e quel poco che rimane magari lo investono. Mutui da pagare, rate da onorare, acquisti superiori alle entrate. Lavora una vita intera e poi aspetta la pensione. Se hai intrapreso questo percorso torna subito indietro. Sempre che tu voglia essere finanziariamente libero. Perché, sai, il trucco c’è! È il denaro che deve lavorare per te. Non il contrario.

Come? Per prima cosa ti consiglio di non pensare a come risparmiare. Una contraddizione? No. Pensiero positivo. Pensa piuttosto a come guadagnare di più. Non lavorando di più, ma con più valore! Sei sicuro di essere pagato per quello che veramente puoi valere, se vuoi?

La seconda strada. Non chiederti cosa può fare il tuo conto in banca per te, ma cosa puoi  fare tu per il tuo conto in banca! Per guadagnare di più devi prendere in esame la possibilità di cambiare lavoro. Lo so, non è facile. Devi superare la paura di non farcela e la mentalità perdente dei “soldi, pochi maledetti e subito”. Devi abbandonare la tua “zona di comfort” e navigare verso orizzonti più ampi e sconosciuti. Insomma, mettiti in proprio. Certo, non è essenziale per essere libero finanziariamente. Quello che però è fondamentale è aumentare il tuo valore di mercato. Perché, sai, il mercato è un po’ egoista. Lui ti paga molto solo se tu vali molto. Valere molto – per il mercato – non vuol dire solo essere una brava persona. Non basta. Vuol dire fare guadagnare molto la tua azienda o i tuoi clienti. Vuol dire produrre un servizio o un prodotto che molti vogliono. Anzi, che percepiscono come importante. Non devi abbassare il prezzo. Devi farlo percepire come essenziale per quello che offri. Ci vuole intelligenza. Ci vogliono le giuste strategie. Un coach come me sarebbe felice di insegnartele. A pagamento, si intende!

Ora ti dirò qualcosa di scandaloso. La ricchezza è direttamente proporzionale all’intelligenza. La povertà è inversamente proporzionale all’intelligenza. Scandaloso per quelle ideologie e per quelle visioni religiose deformate che ti vogliono materialmente povero. E magari te dicono da un ricco pulpito! Perché i poveri li si controlla meglio. Ad ogni modo, se vuoi essere finanziariamente libero devi usare il cervello. Non seguire le pecore o le galline. Loro stanno bene insieme nel pollaio e si accontentano. No! Tu non devi accontentarti! Devi volare solo e in alto come un’aquila! Se non te la senti, ok. Ti capisco. Ma poi non invidiare chi ce l’ha fatta! Non pensare che quello abbia rubato o chissà cos’altro. Non pensare che il 30% dei 1870 miliardari  al mondo che sono partiti da zero abbiano venduto l’anima al diavolo. No, loro hanno fatto un passo coraggioso e difficile, con tanti sacrifici, tanta creatività, tanta determinazione, tante porte chiuse in faccia e… con un’idea vincente. Cerca le loro storie. Un’operaia di Hong Kong è una delle donne partite da zero diventate miliardarie. Zhou Qunfei ha messo su un giro di prostituzione? No. Ha creato molto valore. Schermi per i telefoni cellulari che usi anche tu. Si è detta “non voglio più essere una semplice operaia. Voglio di più dalla mia vita”. E l’ha fatto. Azione! Non ti dico i sacrifici! E cosa le ha portato così tanto denaro? Ha fatto qualcosa utile a moltissime persone. Parliamo anche di Bill Gates di Microsoft o di Mark Zuckenberg di Facebook?

Già ti vedo. Ecco le tue convinzioni limitanti: “Io non sono così. Loro sono dei geni. Io no!” Ma guardati! Sei il primo a non credere in te stesso! Forse è meglio per te continuare sulla strada “povera”. Ottima compagnia. Gente onesta, per carità! Continua a farti fotografare davanti a macchine di lusso o mega yacht che appartengono a qualcun altro. Sogna in modo sbagliato e pensa che tanto loro hanno rubato! Ti sentirai meglio. O forse no? Pensa in grande. Sogna in grande. Fallo. Non farti rubare i sogni dalli sfigati!

L’invidia è disastrosa. Ti allontana dal denaro. Fai un esame di coscienza con umiltà e chiediti dove hai sbagliato. Magari, è probabile, hai sbagliato a non investire abbastanza su te stesso. Per pagare le bollette hai finito per esserne schiavo per sempre.

Per prima cosa devi avere una grande ambizione. GRANDE. Devi volere di più! Non sei nato per una vita mediocre! Tira fuori le… giuste motivazioni. Dì a te stesso: Io voglio una grande prosperità. Me la merito. Con questa aiuterò tanta gente, anche soltanto a capire che “povero” non è bello! È stupido. Essere povero non vuol dire essere un mendicante. A meno che tu non abbia liberamente scelto di fare un voto religioso di povertà. Ripeto: scelto. Altrimenti essere “povero” vuol dire tirare a campare. Vuol dire investire poco, prima di tutto in te stesso. Vuol dire spendere troppo e investire male. Vuol dire lavorare per il denaro e non farlo fruttare automaticamente mentre tu ti occupi d’altro, magari crescendo sempre di più frequentando corsi di formazione, leggendo molto, creando opportunità di lavoro. Rifiuta la pigrizia mentale. Chiediti: “come posso fare per guadagnare (onestamente) di più?” Il tuo cervello si sentirà obbligato a fornirti la risposta. Non ci credi?

Sai, «Spesso la differenza tra un uomo di successo ed un fallito non è nelle migliori idee o capacità, ma nel coraggio che si ha nello scommettere sulle proprie idee, assumersi dei rischi calcolati – ed agire» come diceva Maxwell Maltz.

Sei ancora lì? Ok. Ascolta bene:

  • Crea più valore per te stesso. Trova un’idea vincente. Fai un piano finanziario personale. Investi da subito il 30% dei tuoi guadagni, anche se sono ancora piccoli.
  • Lascia l’ancora e il vittimismo. Rischia e mettiti in proprio.
  • Fai lavorare il denaro per te con almeno tre rendite automatiche al mese.

Buona libertà finanziaria. Se hai bisogno di aiuto (non di soldi) scrivimi: coach@giorgionadali.com

 

 

 


“Buoni & Vincenti”. Il successo etico diventa un libro

Giorgio Nadali ha appena pubblicato il suo dodicesimo libro. Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro. Un viaggio alla scoperta del successo e del denaro tra spiritualità, etica e coaching.
Avere successo è un fatto di mentalità. La mentalità del ricco e quella del povero non sono legate all’entità del conto in banca. Sono atteggiamenti che si possono acquisire per avere successo e per dare una svolta alla propria vita.
La prima parte del libro affronta il tema del successo e del denaro da un punto di vista spirituale. Esistono dunque una spiritualità del denaro e del successo o sono questioni prettamente materiali? I grandi guru del coaching, ma anche imprenditori di successo sembrano propendere per la prima ipotesi.

L’affermazione di Donald Trump di qualche anno fa “Non preoccupatevi di come fare dei soldi. Chiedetevi piuttosto che cosa potete produrre, o quale utile servizio potete offrire ai cittadini e alla vostra comunità” sembra confermarlo.  La qualità della nostra vita non è determinata dal successo, materiale, ma da quello spirituale”. Non l’ha detto Confucio, ma il nuovo presidente degli USA, solo due settimane dopo l’insediamento.
Cos’è la teologia della prosperità? Cosa c’è di vero nelle frasi di Cristo contro la ricchezza? Esiste una sana spiritualità del denaro? Chi ha voluto demonizzare il successo personale e la ricchezza economica? Qual è la mentalità di “vincenti” e “perdenti”? Lavorare quindici ore al giorno oppure puntare alla “libertà finanziaria”?

Si è sorpresi nello scoprire che Buddha era molto attento sul fatto che la stabilità economica sia essenziale per il benessere e la felicità dell’uomo o che secondo alcuni proverbi ebraici: “Il denaro non rende felici, ma si piange di meno” e “essere senza denaro è sempre un errore”. Per gli ebrei “i bambini e il denaro fanno un mondo bello”.  Secondo i musulmani nel giorno del giudizio, una persona sarà giudicata sulla gratitudine ad Allah per la ricchezza ottenuta. Sembra proprio che Camus avesse ragione quando scriveva che è una sorta di snobismo spirituale quello delle persone che pensano di poter essere felici senza denaro.

In che modo ciò che crediamo influenza e attira successo e denaro? La seconda parte del libro affronta il tema del successo e del denaro dal punto di vista del coach. L’autore è life e business coach certificato. Sono sintetizzati tutti gli atteggiamenti utili a trasformare un grande sogno in realtà, sia nel business come nella vita privata.

In conclusione l’autore si chiede:  Manca solo una sana “spiritualità” del denaro e del successo, che in sostanza è una sacrosanta voglia di farcela. Ed è molto meglio che abbia successo e denaro una persona onesta sostenuta da nobili e alti valori, non credi? Insomma non vogliamo avere successo per arricchirci, ma crescere per avere successo. Se questo ti porterà anche ad arricchirti, ne saprai fare buon uso, vero?
La risposta al lettore di “Buoni & Vincenti”.
Giorgio Nadali
“Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro”
Edizioni Segno (Udine)
ISBN: 978-88-9318-170-9
164 pagine
Formato brossura: cm. 21,00 x 14,8 x 1,00
€ 15,00

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Ad ogni morte di papa

di Giorgio Nadali

Essere papa nei primi secoli voleva essere certi di morire violentemente. Trentuno papi hanno conosciuto il martirio. Il primo fu l’apostolo Pietro crocifisso a testa in giù, secondo la tradizione. Trent’anni dopo Clemente I fu gettato in mare con un’ancora legata al collo. Ma – a parte i primi papi martiri –  sono stati otto i papi assassinati lungo i secoli; qualcuno per la fede, qualche altro per beghe politiche. E questi omicidi non vennero solo dall’esterno, ma soprattutto dall’interno della Chiesa…

 

Clemente I (99)

Secondo la leggenda, dopo essere stato bandito da Roma e mandato a lavorare in una cava di pietra, Clemente scoprì che i suoi compagni di prigionia erano affetti da disidratazione. Mentre si trovava in ginocchio a pregare, vide un agnello su una collina. Colpì il terreno dove di trovava l’agnello, e un flusso di acqua sgorgò. Il fatto convertì molti compagni di prigionia. Come punizione le guardie legarono un’ancora  intorno al collo di Clemente e lo gettarono nel Mar Nero.

 

Stefano I

Stefano fu Papa solo per tre anni, ma il suo pontificato fu vessato da polemiche  all’interno e fuori della Chiesa. All’interno della chiesa, le questioni riguardarono il nuovo battesimo dei cattolici decaduti. Al di fuori della chiesa l’imperatore Valeriano, un tempo era stato un alleato dei cristiani, emise due editti di persecuzione contro la chiesa. Stefano stava celebrando Messa seduto sul trono, quando gli uomini dell’imperatore fecero irruzione e decapitarono Stefano dove era seduto. Era il 2 agosto 257.

 

Sisto II

 

Non molto tempo dopo l’assassinio di Papa Stefano, Sisto II fu eletto papa. Durante questo periodo, l’imperatore Valeriano aveva promulgato una legge secondo la quale tutti i cristiani erano tenuti a partecipare alle cerimonie in onore degli dei romani. Sisto II ovviamente si oppose. Fu catturato dagli uomini dell’imperatore e messo a morte per decapitazione il 6 agosto 258. La prima vittima delle famigerate “258 Persecuzioni”.

 

Giovanni VII

Giovanni VII fu il primo Papa a regnare durante il periodo del “Papato bizantino”, durante il quale tutti i papi hanno dovevano essere approvati dall’imperatore bizantino per assicurarsi che tutte le decisioni prese sarebbero state allo stato. Tuttavia non fu lo Stato che decretò la sua fine, bensì il marito tradito infuriato di una donna che 18 ottobre 707 trovò il papa a letto con sua moglie.

 

Giovanni VIII

Alcuni lo considerano uno dei più grandi Papi del suo tempo, segnato da intrighi politici. Giovanni VII stesso fu vittima di questi intrighi. Una sera un parente di Giovanni VIII andrò a trovarlo e cercò di avvelenarlo. Il veleno però non funzionò abbastanza velocemente e l’assassino decise di finire il papa a martellate il 16 dicembre 882. La sua atroce morte è narrata negli Annales Fuldenses – le cronache medievali del VIII e IX Secolo.

 

Stefano VI   

Il predecessore di Stefano VI – Papa Formoso – fu processato in quello che sarebbe passato alla storia come il “sinodo del cadavere” (o “concilio cadaverico”). Stefano VI processò il cadavere di Formoso, tagliò tre dita della sua mano destra  e fece gettare il corpo nel Tevere. Questa violenza di Stefano VI si riversò su di lui che venne messo a morte per strangolamento nell’agosto 897.

 

Leone V

 

Leone morì in prigione. Fu assassinato nel luglio 903 da Cristoforo o più probabilmente all’inizio del pontificato di Papa Sergio per ordine di quest’ultimo o per ordine del sacri palatii vestararius, Teofilatto Conte di Tuscolo.

 

Giovanni X

Nel maggio 928 venne strangolato a Castel Sant’Angelo dalla senatrice Marozia, di cui il vescovo e storico Liutprando da Cremona scrisse che era “bella come una dea e focosa come una cagna, viveva nel cubicolo del Papa e non usciva mai dal Laterano”.

 

Giovanni XII

Fine ingloriosa per un papa! Un classico delle storie passionali. Giovanni XII on gradiva il celibato che voleva per i suoi preti. Decise quindi di divertirsi un po’. Gioco d’azzardo, furto, omicidio e incesto facevano parte della noiosa giornata del papa. Un brutto giorno  –  14 maggio 964 – Giovanni XII fu picchiato a morte da un marito geloso. È brutto trovare il papa a letto con tua moglie. Non lo auguriamo a nessuno.

 

Benedetto VI

Benedetto VI era destinato a soffrire per le trasgressioni del suo predecessore, Papa Giovanni XIII  che durante il suo pontificato si era fatto diversi nemici tra la nobiltà in Europa . Solo un anno e mezzo dopo essere stato eletto Papa, un prete di nome Crescenzio I – fratello del compianto Papa Giovanni XIII – eseguì l’ordine di catturare e strangolare Benedetto VI nel giugno 974.

 

Stefano VIII (IX)

Stefano VIII – in seguito ad una rivolta popolare – fu aggredito e mutilato nel 942 da alcuni nobili della fazione di Alberico per averlo offeso pubblicamente dal papa. Il fatto è narrato nel Chronicon, di Martino Polono.

 

Giovanni XIV

Giovanni fu deposto e imprigionato a Castel Sant’Angelo dove morì quattro mesi dopo, per avvelenamento su comando dell’antipapa Bonifacio VII,  rientrato a Roma nella primavera del 984 e reintegrato come papa.

 

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