Paolo Vitelli, Presidente e amministratore delegato del Gruppo Azimut Benetti Yachts
Intevista di Giorgio Nadali pubblicata su FORTUNE ITALIA il 6 Agosto 2019
La compagnia di Azimut Yachts fu fondata nel 1969 quando ancora studente Paolo Vitelli fondò la Azimut Srl, con la quale diede inizio a un’attività di noleggio di barche a vela. Nel 1970, la marca olandese Amerglass del settore nautico affidò alla giovane società la distribuzione delle loro imbarcazioni sul territorio italiano. Nel 1985, Azimut acquisì gli storici cantieri Benetti. Negli anni Novanta, vi fu l’acquisizione dei nuovi cantieri a Fano, la ristrutturazione dei cantieri navali Benetti di Viareggio, e la costruzione di un nuovo stabilimento ad Avigliana.
Che cosa Le sta dando maggiori soddisfazioni come Presidente e Amministratore delegato del Gruppo Azimut Benetti?
Questo è l’anno del cinquantesimo compleanno dell’impresa da me fondata. Essere arrivato a questo traguardo con un’azienda in salute e che non ha mai smesso di spostare l’asticella verso l’alto, superandosi continuamente in termini di innovazione di prodotto, è sicuramente fonte di grandissima soddisfazione. I due brand del Gruppo, Azimut Yachts e Benetti, stanno entrambi vivendo una stagione eccellente, il primo con importanti lanci previsti per i saloni nautici autunnali e il secondo con lo straordinario varo di tre giga yacht in soli 100 giorni e l’imminente consegna ai tre rispettivi armatori.
Per la prima volta uno yatch, l’Azimut S6 a Times Square di New York. Come è andata?
L’installazione (preceduta l’anno scorso da quella dell’Azimut S7 di fronte alla Triennale di Milano durante la Design Week milanese) fa parte di un’operazione culturale volta ad evidenziare il DNA del brand Azimut, che da sempre ibrida la nautica con elementi inattesi, rompe le regole tradizionali, sovverte l’ordine costituito delle cose. In questo senso anche la scelta dei luoghi in cui esporre il prodotto non è casuale. Una barca di 60 piedi fuori dal suo contesto marino, posizionata in una piazza densamente popolata di neon e molto iconica altera la percezione del consueto e del possibile ed è così che simbolicamente rappresenta la spinta innovativa in design e tecnologia che contraddistingue i progetti del Gruppo. Per Azimut essere al centro di quella che i newyorchesi chiamano “The Crossroads of the World” ha significato collocarsi al centro simbolico della contemporaneità, nello snodo cruciale di una rete, una rappresentazione delle contaminazioni globali…
In cosa fa la differenza la nautica italiana di lusso rispetto agli altri player e in particolare Azimut Benetti?
L’Italia si pone ai vertici della classifica internazionale dei principali produttori di megayacht (imbarcazioni sopra ai 24 metri). Senza falsa modestia, sono orgoglioso di ricordare che Azimut Benetti in questa classifica occupa la prima posizione da 19 anni. Il Made in Italy, dunque, gioca un ruolo di primo piano nelle scelte degli armatori di tutti il mondo. Considerando che l’export pesa per circa il 98% della nostra produzione, si tratta di un valore aggiunto decisamente strategico. Made in Italy significa eccellenza nel design, capacità di proporre soluzioni stilistiche eleganti ed originali, ma anche, anzi direi soprattutto, una filiera produttiva unica al mondo: basti pensare alla straordinarietà dei nostri artigiani nella lavorazione del marmo, dei legni e dei pellami.
Nel 2018 avete avuto 68 commesse nella fascia tra i 24 e i 40 metri. Come procede il 2019?
Altrettanto bene: l’anno nautico si chiuderà si chiuderà in linea con le previsioni, testimoniando una sostanziale tenuta del valore della produzione e ricavi in crescita.
50 anni fa a 22 anni Lei ha fondato la Azimut. Lo considera un talento eccezionale? Cosa l’ha spinta? Passione, intuizione o visione?
Non mi piace pensare a me come a un giovane eccezionale. Piuttosto mi definirei determinato. Sin dai tempi del liceo ho sempre avuto una passione per gli affari: raccoglievo e rivendevo gli appunti ad altri studenti, noleggiavo la barca a vela che avevo ricevuto in dono dai miei genitori.
Questa attitudine unita alla mia passione per il mare ha creato l’alchimia perfetta per questa straordinaria avventura imprenditoriale: sono stato coraggioso, ho avuto un pizzico di fortuna, ma soprattutto ho dedicato tanta energia e passione per raggiungere un traguardo dopo l’altro.
Cos’è il successo per Lei?
Ci sono due modi di interpretare il concetto di successo: il primo ha a che fare con qualcosa che senti dentro, la consapevolezza di essere giunto laddove ti eri prefisso di arrivare; l’altro è decretato dal valore che gli altri ti riconoscono, e ancor di più dal rispetto e dall’affetto che i tuoi dipendenti esprimono per te. Per me il successo è vero e pieno solo quando le due cose si combinano e sono molto felice di avere raggiunto questo traguardo.
Ci dica 3 cose che un nuovo armatore deve valutare subito prima di acquistare una “nave da diporto”, cioè oltre i 24 metri
La risposta è semplice:
1: La solidità del cantiere da cui intende acquistare. La felicità e la soddisfazione di un armatore dipendono anche dai servizi su cui potrà contare dopo l’acquisto e che sono garantiti solo da un’azienda stabile e in grado di offrire un network di uffici di assistenza in tutto il mondo.
- Il valore nel tempo dello yacht. Non tutte le barche che il mercato propone mantengono il loro valore nel tempo. Un aspetto di grande rilevanza in caso di rivendita. Quanto più i brand sono autorevoli, prestigiosi e riconosciuti, tanto più lungo sarà il valore nel tempo dei loro prodotti.
- Capacità produttiva del cantiere. Un cantiere che mette al centro dei propri processi produttivi un’attenzione costante alla ricerca e all’innovazione, è un cantiere affidabile. Un cantiere che ha una filiera di fornitori costantemente controllata è un cantiere che non presenterà mai brutte sorprese.
La quarta cosa, che mi permetto di aggiungere, è che quando di decide di acquistare un mega yacht anche il gusto e l’estetica devono essere appagati. Gli yacht Azimut e Benetti sono molto belli, anche grazie alle eccellenti collaborazioni con alcuni straordinari designer che ci hanno supportato nella definizione di uno stile decisamente riconoscibile.