Stefano Versace

Intervista di Giorgio Nadali del 17/04/2018 per FORTUNE del 24/04/2018

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“Dopo aver fatto sempre la stessa cosa nello stesso modo per due anni, inizia a guardarla con attenzione. Dopo cinque anni, guardala con sospetto. E dopo dieci anni, gettala via e ricomincia di nuovo tutto”. Stefano Versace (42 anni) ha preso alla lettera questa frase del presidente della Penn Trasportation Company, Alfred Edward Perlman. “Il cambiamento è il processo col quale il futuro invade le nostre vite” diceva Alvin Toffler. Stefano ha saputo e voluto cambiare e il futuro lo ha invaso di successo. Ha iniziato a lavorare a 16 anni come agente di assicurazioni nella società di brokeraggio di suo padre, ad Ancona. “Vediamo quanto resisti”, gli disse. Dopo 14 anni ha sentito il richiamo travolgente del nuovo, dell’indipendenza, che sempre invade prima o poi il cuore dei vincenti. Ha quindi deciso quindi di lavorare prima in Italia per il più grande Broker al mondo – Marsh & McLennan – e poi in Venezuela dal 2007 al 2011, per la più importante compagnia assicurativa del paese latino americano, la Mercantil Seguros. Oggi si definisce un visionario che fa i conti con la realtà, un realizzatore del proprio sogno.

Più tecnicamente, un esperto di finanza applicata all’economia reale. Non un gelataio quindi. Di gelati non sapeva nulla quando è arrivato a Miami, in Florida. L’impulso a partire ancora, questa volta per gli USA e cambiare tutto nuovamente gli è venuto un giorno particolare – come racconta all’evento Business Leaders’ Day di Roberto Re. Rientrato dal Venezuela ha aperto un piccolo ristorante a Urbino e un giorno è arrivata un’ispezione dei NAS e non avendo trovato nulla che non andava gli erogarono una sanzione di 600 euro per non aver esposto il cartello “vietato fumare”. “Sa com’è” – gli dissero – noi qualcosa dobbiamo fare”. Il giorno dopo Stefano decise di partire e cambiare nuovamente. Solo un’idea in testa, nessun know out del settore dei gelati e capitale insufficiente.

In Italia ci sono 39.000 gelaterie. Negli USA solo 900. Parliamo di vero gelato italiano, non di semplice “ice cream”, che è altro. Per cui, un mercato enorme potenziale. Questa l’idea vincente. “Non limitare il tuo business al tuo campo” – dice Stefano. Oggi la Stefano Versace Gelato ha oltre 30 gelaterie aperte dal 2013 ad oggi. “Non sono un mastro gelataio. Sono un investitore e imprenditore, più tecnicamente, un esperto di finanza applicata all’economia reale. Ho fatto i conti con la realtà, mi sono rimboccato le maniche e ho creduto in me stesso. Ho rischiato tutto e oggi sto realizzando il mio sogno”. È partito senza sapere nulla di come si fanno i gelati. Poi ha vinto premi come Best Gelato in the World, People’s choice – Grand Finale Gelato World Tour – Rimini 5/7 Settembre 2014. Miglior Gelato degli USA & Canada, giuria tecnica – Gelato World Tour – Austin (Texas) 9/11 maggio 2014. Miglior Gelato Nord America, secondo classificato – Gelato World Tour – Austin (Texas) – 9/11 Maggio 2014. Le idee e la voglia di cambiare sono vincenti! E c’è da scommettere che nessuno più gli farà sanzioni ingiuste solo perché “qualcosa dobbiamo pur fare”.

Stefano, sei partito nel 2013 per gli USA come turista. Un turista non può lavorare. Come hai fatto?

Sono partito con l’idea di fare impresa con un visto B1 che ti permette di rimanere sei mesi. Non ho lavorato. Sono arrivato negli USA con 30mila euro. Ho aperto un conto negli USA e poi ho spostato i soldi dall’Italia. Ho aperto la gelateria con i soldi di un socio che ho trovato su www.cercosocio.it che poi però mi ha abbandonato prima che io aprissi. Il giorno che ho aperto la gelateria in banca avevo 133 dollari.

Quanto del tuo carattere è stato determinante per questa impresa? 

Moltissimo, perché la determinazione e la testardaggine di quando voglio qualcosa con tutto me stesso mi ha portato a superare le difficoltà che a volte bloccato chi non è spinto da sufficiente entusiasmo.

Ti va di raccontarci qualche segreto del tuo successo?

Non è un segreto. È il fatto di avere affrontato questa avventura con al fianco una persona che mi ha sostenuto, che è stata di sostegno che ha portato di suo e che ha messo quello che lei aveva e che io non avevo. Mia moglie Carolina. Quanti sogni non si realizzano perché il coniuge non è di auto nella realizzazione? Tanti dicono “vorrei andare”, ma il marito o la moglie non sono d’accordo.  Mia moglie ha accettato subito.

Avevi tentato la strada del franchising. Perché non ha funzionato?

Perché quando dai il tuo sogno nelle mani di un altro che non ha i tuoi stessi valori, la tua stessa passione e obiettivi inevitabilmente i risultati non sono gli stessi.

 Sei aperto a joint ventures?

Sì, ed è meglio. Con la joint venture l’investitore mette il capitale e il business lo gestisco io, mentre nel franchising tu compri il diritto di utilizzare il marchio e i prodotti e poi li gestisci tu.

 Quanto conta il talento nel business?

È un misto di talento, preparazione e passione. Ho visto persone con talento non arrivare da nessuna parte perché a volte mancano di preparazione e di passione. Io sono portato per la negoziazione, per gli affari. Sono estroverso . Poi ho dovuto affinare questo talento con dei corsi.

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Il modo di avere successo con qualcosa di nuovo è quello di risolvere i problemi degli altri e di circondarti di persone che ce l’abbiano già fatta. E poi viaggiare, perché solo conoscendo altre culture e altri modi di pensare si hanno visioni più complete. Per quelli già avviati consiglio di non limitarsi solo al campo in cui hanno già dimostrato di essere bravi. Secondo, diversificare. I soldi vanno prodotti, moltiplicati e anche difesi. La diversificazione è un ottimo strumento. Terzo, non sentirsi mai arrivati. Quando ti dici che sei arrivato e nessuno sarà migliore di te, gli altri ti sorpassano. Non ho mai visto nessuno arrivare al successo accontentandosi.

Ti senti realizzato?

Sono felicissimo, ma non sono arrivato. La mia migliore versione di me è quella che deve ancora arrivare.

Quanto conta il denaro in questo?

È uno strumento e come tale va utilizzato. È un amplificatore sociale. È importantissimo per accelerare certi processi. Avere una relazione serena con il denaro inevitabilmente aiuta a raggiungere risultati più facilmente.

 Chi parte senza denaro non va da nessuna parte?

Non è vero. Viviamo nel momento storico con la maggior quantità di denaro mai vista nella storia dell’umanità. Nascondersi dietro la scusa che non si hanno soldi vuol dire che puoi avere l’idea geniale, ma non hai i soldi vuol dire che no hai  la capacità di realizzarla. Bisogna far confluire il denaro sul nostro progetto convincendo – con degli skill che si possono apprendere formandosi – chi il denaro ce l’ha a investire in noi. Non è detto che sia un prodotto innovativo. Il gelato non lo è! Le idee sono tutte vincenti. È l’applicazione dell’idea quella che conta. Ci vuole talento, passione, programmazione, collaboratori validi, determinazione, preparazione… Non basta venire in America! Io sono uno che delega tantissimo e si circonda di gente molto migliore di me.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

Sto preparando l’espansione nel Texas e nel Colorado. La pizzeria e la spa. Sto diversificando.

Come si batte la concorrenza?

Rimanendo al passo con i tempi. Evitando di sentirsi arrivati

Vuoi dirci il fatturato del 2017?

Nove milioni di dollari. Dovremmo arrivare sui quaranta nei prossimi tre anni. Siamo in sei nel headquarter e abbiamo 150 collaboratori di personale.