Il potere benefico della teologia cristiana della prosperità

di Giorgio Nadali

 

Joel Osteen

Siate lieti nel Signore (Fil 3,1) – ammoniva San Paolo. La mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena (Gv 15,11) – insegnava Gesù. Ma quanti cristiani hanno perso oggi l’entusiasmo della fede? Troppe prediche funeree? Una teologia del peccato al posto di una teologia dell’amore di Dio? Quanti cristiani sono convinti che Dio si occupi personalmente di noi ogni giorno, al lavoro dietro le quinte della nostra esistenza per prepararci grandi successi perché ci ama immensamente? Quanti credono che quello che ci accade, non succede a noi, ma per noi e che ogni delusione è solo un trampolino per nuovi successi o un’azione di Dio per metterci al riparo da grossi guai nel futuro? Dopo tutto, le vie di Dio non sono le nostre vie e Lui sa cos’è meglio per noi. Ah, la fede genuina ed entusiasta dei primi cristiani… Quanti  immaginano che successo e fede non siano affatto in disaccordo, anzi, che Dio ci voglia proprio vincenti e che è pronto a realizzare i nostri sogni ben al di là delle nostre semplici speranze, ricolmandoci del suo favore e della sua benedizione ogni singolo giorno? Anche la stessa croce di Cristo fu apparentemente una sconfitta, ma in realtà il più grande successo dell’amore di Dio. Il successo non è prevaricazione, superbia ed egoismo, ma il segno che siamo figli di un Dio che ci ama immensamente e che tutto è possibile per chi crede, se solo avessimo un po’ di fede, diciamo tanto quanto un piccolo granello di senape. Sinceramente, io credo che pochi vedano la fede in Cristo in questo modo. E questo sì, è veramente un peccato. Qualcuno ha trasformato la religione della gioia, dell’amore e del successo in quella della colpa, del peccato, dell’indifferenza e dell’ira divina di un Dio che ci tiene il muso invece che nel palmo della sua mano. Menomale che lo spirito soffia dove vuole e che supera gli assurdi steccati storici e teologici che gli uomini – contro la volontà di Cristo stesso – hanno voluto erigere nella sua chiesa.

Texas. Il più grande stato continentale degli Stati Uniti d’America. Houston è la megalopoli che ospita la base per conquista dello spazio. Nella stessa città, la più grande chiesa d’America – una magachurch –  ha conquistato il cuore di milioni di fedeli. Joel Osteen è il pastore di Lakewood Church, la più grande chiesa cristiana non denominazionale.  Non cattolico, ma neanche protestante o ortodosso. Cristiano. Ci dimentichiamo spesso che prima di tutto siamo figli di Dio, poi siamo cristiani e solo dopo siamo anche cattolici o evangelici, ortodossi e così via. Rimarcare le differenze tra le Chiese cristiane è dare più importanza alle divisioni umane che al messaggio del Vangelo. Dunque una Bible based Church, una chiesa basata sulla Bibbia. Sono entrato per la prima volta nell’agosto 2005 nell’ex palazzetto dello sport dove giocavano a basket gli Houston Rockets della megalopoli texana. Un tempio dello sport trasformato nella casa di Dio della gioia, dell’entusiasmo della fede che anima la vita. Un luogo che farebbe gridare allo scandalo ai tradizionalisti che hanno rubato ai luoghi di culto cristiani e alle loro celebrazioni liturgiche la gioia dei primi cristiani. Il cristianesimo ha trasformato le città dei morti – le necropoli – in cimiteri, cioè “luoghi dove si dorme”. Una fine terrena provvisoria. Resurrecturis. Purtroppo qualcuno ha portato nella teologia e nella morale più colpa che redenzione, più tristezza che gioia. Col risultato di aver perso per la strada la grande massa di coloro oggi non si sognerebbero mai di guardare alla chiesa come alla casa della gioia e della speranza. Qualche coro religioso con fazzoletti colorati allo stadio non basta più per far tornare queste pecorelle smarrite. Lakewood Church attira nella chiesa ex tempio sportivo 14.000 persone che cantano al Signore la genuina gioia della fede. Altri milioni sono raggiunti in diretta per televisione negli Stati Uniti e via internet in tutto il mondo. Nessuno si sente escluso. Famiglie certo, ma anche single e persone in situazioni difficili. Nessun catecumeno viene espulso nel nartece della confessionalità. Naturalmente il culto è interamente tradotto nel linguaggio dei segni per i sordomuti. Un linguaggio inventato da un prete cattolico scolopio, ma mai usato nelle celebrazioni liturgiche cattoliche. Devo molto a Joel Osteen e non se ne abbiano a male i grandi maestri spirituali della mia Chiesa. Qui non si pensa a ciò che divide, ma a ciò che unisce. Quindi non parlerò del folclore di Lakewood Church, delle sue mani alzate verso il cielo, dei suoi megaschermi jumbotron e del cielo blu stellato artificiale, delle telecamere, degli abbracci, di chi ti accoglie all’ingresso con un sorriso, e del conforto reciproco dei fedeli durante le celebrazioni, dell’assenza di persone annoiate e distratte, dei canti moderni, di teste che annuiscono convinte durante la predica, di gente che prende appunti, del clima di festa e di vera agape cristiana che regna durante il culto e nemmeno del suo mega parcheggio sotterraneo super affollato. Probabilmente queste cose non interessano ai confessionalisti, ai bigotti e ai fondamentalisti. Nemmeno a chi pensa che Dio abbia altro da fare e che magari ci voglia perdenti, magari con un acconto di purgatorio dantesco sulla terra. Parliamo invece del suo messaggio cristiano radicalmente fondato nella teologia della prosperità. Nel dicembre 2007 il Fox News Sunday evidenziò come Osteen evitasse di parlare del peccato come parte della vita. Osteen rispose “Cerco di insegnare alla gente come vivere la vita di ogni giorno, e quindi lo faccio, ma probabilmente non tanto quanto qualcuno vorrebbe”. Joel Osteen dice di focalizzarsi sulla bontà di Dio, piuttosto che sul peccato, attraverso l’insegnamento di principi biblici con semplicità, con un accento particolare sul potere dell’amore e di un atteggiamento positivo. I suoi scritti e i suoi sermoni sono basati sui concetti delle teologia della prosperità e del vangelo della prosperità. La convinzione che il benessere e la forza sono ricompense per chi dimostra un’autentica fede.

L’ultimo libro di Joel Osteen ha un titolo che farebbe sorridere un teologo abituato invece a rattristare i fedeli. “Every day a Friday”. Ogni giorno è venerdì. Sottotitolo: “How to be happier 7 days a week”. Come essere felici 7 giorni la settimana. La fede in Cristo può far questo? E’ in contrasto con la fede cattolica, ortodossa o anglicana? Può la teologia della prosperità ridare speranza e fede a chi l’ha persa o l’ha sepolta sotto un grigio ritualismo? Vediamo prima di tradurre i capitoli del libro in inglese. 1) Fai di ogni giorno un venerdì 2) Non dar via il tuo potere 3) Esprimi la tua gioia 4) Fiorisci dove sei piantato 5) Goditi il viaggio 6) La giusta prospettiva 7) Sappi cosa ignorare 8) Metti a tacere la voce dell’Accusatore 9) Una vita senza scuse 10) Ride bene chi ride ultimo 11) Vivere senza appoggi 12) Non vivere per l’approvazione degli altri 13) Libertà dalla competizione 14) Connettersi con le persone giuste 15) Perdona per essere libero 16) Resistere allo scoraggiamento 17) Trattare con difficoltà inattese 18) Non avere uno spirito critico 19) Guardare attraverso gli occhi dell’amore 20) Il potere di guarigione della risata 21) Sorridi e il mondo sorriderà con te 22) Aiuta gli altri a vincere 23) Sii un costruttore di persone 24) Vivere come guaritore 25) Incoraggia te stesso 26) La voce della vittoria 27) Indossa bene la tua benedizione. Hmmm. Interessante. Nel libro precedene Joel Osteen è ancora più esplicito. Titolo: It’s your time. E’ il tuo momento. Sottotitolo: Activate your faith, achieve your dreams and increase in God’s favor. Attiva la tua fede, realizza i tuoi sogni e aumenta il favore di Dio. Qualcuno obbietterebbe subito: Ma qui si intende un Dio sempre pronto ad accontentarci. In effetti, Dio è sempre pronto a ricolmarci del suo favore. Ma questo non vuol dire come e quando vogliamo noi e non vuol dire senza difficoltà. Lo stesso Dio che apre, anzi, ci spalanca delle porte che mai noi potremmo aprire, è lo stesso Dio che le chiude per noi. Ma qui è il punto. Sempre per il nostro bene e per il nostro successo. Dio vede dietro gli angoli della nostra vita. Ci mette al riparo da scelte sbagliate, ci stimola a salire ad un livello superiore togliendoci qualcosa di vecchio. Anzi, Osteen ci invita a non accontentarci dei “6” nella nostra vita. Dio vuole i “10”per noi. Ma questo richiede molta fede. Lo stesso Gesù lo dice: “Se aveste fede come questo granello di senape potreste dire a questa montagna levati e gettati nel mare e questa vi ascolterebbe” ( ). E ancora: Tutto è possibile per chi crede. Non c’è nulla nella teologia della prosperità che sia in contrasto col cattolicesimo. E’ questo casomai che ha perso di visto questo aspetto importante della vita cristiana. Dio ci vuole vincenti. Dio vuole ricolmarci del suo favore. Dio si prende cura e lavora per il nostro successo ogni giorno. Ma noi glieLo permettiamo? Il lagnarsi rende difficile quello che Dio vorrebbe donarci e ha in serbo per noi. Crederlo impossibile o ingenuo lo rende impossibile. E’ come se il cieco nato avesse detto dentro di sé: perché dovrebbe aiutarmi? Questo sarebbe troppo bello per essere vero! Ecco tanti pensano questo, ma non lo dicono Un Dio troppo buono per essere vero! Invece Cristo dice proprio “la tua fede ti ha salvato” e “donna davvero grande è la tua fede” a chi ha osato sperare e credere contro ogni aspettativa umana, contro ogni realismo umano che limita l’azione soprannaturale di Dio. Abbiamo un Dio grande. Quanti osano pregare preghiere grandi? Presunzione? No, fede in un Dio che ci tiene nel palmo della sua mano. Non “Signore aiutami a tirare sera”, ma “Dio, grazie per questa meravigliosa splendida giornata che mi doni. Ricolmami della tua grazia, del tuo favore e della tua benedizione in questa giornata affinché io possa nel mio piccolo essere benedizione per gli altri”. Ho imparato a pregare così ogni mattina, mettendo insieme gli insegnamenti di Joel Osteen. Questa è una fede che ti dà la carica. Una fede che serve sul serio a qualcosa. Una fede piena di entusiasmo. Se non chiedi non ottieni. Dio non vuole imporci il suo favore. Se non lo chiediamo, esplicitamente pronunciando a voce queste parole, non lo otteniamo. Vuoi accontentarti a tirare sera? E questo che vuoi? Bene, Dio ti darà questo se è ciò che desideri. Quanto a me, continuerò a credere e chiedere che mi ricolmi del suo favore ogni giorno e che io possa farne partecipi gli altri che incontro. D’altra parte c’è a chi piace sopravvivere, a chi piace vivere e chi vuole eccellere. Non per superbia, ma perché siamo figli di Dio, non gente qualsiasi. Certo, tutti sono figli di Dio, ma quanti lo riconoscono e soprattutto quanti sanno essere grati a Dio accogliendo le grazie di cui Lui vuole ricolmarci se solo avessimo un po’ di fede?

Ti vedo scettico. Poca fede? Vediamo i capitoli del libro “It’s your time”: 1) Sei più vicino di quanti pensi! 2) E’ il tuo momento 3) Accogliere le opportunità che Dio ti dà 4) Nuove stagioni di crescita 5) Sei figlio di tuo Padre 6) Pregare preghiere grandi 7) Prosperare, non semplicemente sopravvivere 8) Scegliere la fede contro la paura 9) Il favore (di Dio) è pronto nel tuo futuro 10) Pronunciare parole piene di fede 11) Dio può far tornare indietro il tempo 12) Hai un potere di ritorno 13) Sii una persona che respinge gli ostacoli 14) Vivere una vita risorta 15) La tua domenica sta arrivando 16) Tutte le cose lavorano insieme per il nostro bene 17) Dio si ricorda di te 18) Guadagnare forza attraverso le avversità 19) La benedizione della facilità 20) Accedere al tuo destino divino 21) Stai aperto per qualcosa di nuovo 22) Trovare il tuo posto di benedizione 23) Credere in un anno soprannaturale.

La teologia della prosperità è stata criticata, ma non vi è nulla che sia contrario al Vangelo. Mi propongo di trattare nel dettaglio gli aspetti teologici in un altro scritto. In un articolo sarebbe troppo lungo. A grandi linee, la teologia della prosperità insegna che la promessa di Dio a Israele di eccellere sugli altri popoli oggi si applica ai cristiani. Viene sottolineata l’importanza del successo personale. Dio vuole la nostra felicità. La riconciliazione con Dio comprende l’alleviamento della malattia e della povertà, viste come maledizioni sconfitte dalla fede. Non vedo contrasti col cattolicesimo. Gesù dice: “La tua fede ti ha salvato”. Il potere della guarigione e fisica e spirituale dipendono molto dalla forza interiore e dal convincimento che Dio ci voglia effettivamente felici. Le difficoltà di ogni tipo sono viste come temporanee e preparazione ad un nuovo successo. La povertà maledizione? Una visione giudaica? Gesù non proclamava forse beati i poveri? Sì, Cristo proclamava beati i poveri in spirito. Non benediceva la miseria. Metteva in guardia dal benessere idolatrico di chi mette tutta la sua fede nelle cose materiali, non in Dio. Non vuol dire che Dio non voglia benedirci con una professione di successo, un bella casa o altro. A noi sta fare la nostra parte sul piano naturale, con fede. Dio a tempo debito ci aprirà delle opportunità sul piano soprannaturale. Nulla è impossibile a chi crede. Ma quanti credono a queste parole di Gesù nel Vangelo? Alla fine del 2000 milioni di cristiani avevano aderito alla teologia della prosperità. Nel 2006 un sondaggio della rivista Time riferiva che il 17% dei cristiani americani si identificavano con questa visione. La teologia della prosperità non dà giudizi, ma è in disaccordo con una teologia – soprattutto cattolica – che storicamente ha insistito più sulla sofferenza che sul favore di Dio per i suoi figli.

Voglio tradurre alcune affermazioni di Joel Osteen:

“Quando hai fede, il tuo potenziale non è mai sepolto. Sappi che chiunque il Figlio abbia liberato, è davvero libero. Dio ha un’altra vittoria nel tuo futuro”.

“Scrollati di dosso l’auto commiserazione. Scrollati di dosso l’amarezza. Puoi aver visto un tuo sogno morire. Può darsi che tu abbia perso il lavoro, i tuoi risparmi, o una persona amata. Ma i fallimenti sono parte della vita, non la sua fine. Gesù è morto, fu sepolto, ed è risorto il terzo giorno. Così Dio agisce. Sei passato attraverso la morte. Sei passato attraverso la sepoltura. Adesso è il terzo giorno. E’ tempo di risurrezione”.

“Non è finita finché Dio non dice che è finita”

“Dio vede oltre ciò che noi possiamo. Lo stesso Dio che apre le nostre porte può chiuderle. Non preoccuparti. E’ sempre per il tuo bene”.

“Nulla nella tua vita è un caso. Tutte le cose lavorano insieme per il tuo bene. Non vuol dire che tutto è buono. Puoi essere a disagio. Le cose possono prendere un tempo più lungo del previsto. Ma se mantieni la fede, Dio userà ciò che ti sfida per il tuo bene”

“Dio si ricorda di te e si ricorda del sogno che ha posto in te. Ricorda gli obiettivi, le promesse, i tuoi desideri più profondi”

“Abbiamo tutto ciò che ci serve per essere felici. Non abbiamo la giusta prospettiva”

“Non possiamo controllare tutte le nostre circostanze, ma possiamo controllare le nostre reazioni”

“La vita è troppo breve per spenderla a tentare di accontentare tutti. Per realizzare il tuo destino, sii fedele al tuo cuore. Non lasciare che gli altri ti modellino come vogliono loro”

“Non sprecare tempo con gente che non apprezza i tuoi doni e ciò che hai da offrire. Questo è gettare le perle ai porci. Chi ti è vicino dovrebbe celebrare chi tu sei ed essere felice quando hai successo. Dovrebbero credere nel meglio di te”

“Se ti trovi circondato da persone che ti prendono in giro e dubitano di te, mostra loro la porta come ha fatto Gesù”

“Tu hai un destino da realizzare. Hai una vita felice da ottenere. Ogni volta che permetti alle ferite del tuo passato di consumare i tuoi pensieri, stai soltanto aprendo una vecchi ferita”

“Assicurati di guardare gli altri con gli occhi dell’amore, non con gli occhi del giudizio”

“Segui il consiglio di Saul. Non prestare attenzione a gente gelosa che cerca di abbatterti. Non controllano il tuo destino. E’ Dio che lo controlla. Loro sono solo distrazioni. Concentrati su ciò che Dio ti ha chiamato a fare”.

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Giorgio Nadali

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Inferno. Facile o difficile?

di Giorgio Nadali

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«Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli». (Matteo 25,41). Sono le parole di Cristo riguardo la minaccia della dannazione eterna. Tra le più dure pronunciate  da Gesù nei Vangeli. Cosa hanno fatto le persone nella narrazione evangelica? Hanno fallito o rifiutato tutte le occasioni di amare disinteressatamente il prossimo. Qualcuno parla però della teoria dell’”Inferno vuoto”. Cos’è? E’ la tesi di un grande teologo e cardinale svizzero scomparso nel 1988. Hans Urs von Balthasar. La tesi di von Balthasar afferma che sperare la salvezza eterna di tutti gli uomini non è contrario alla fede. Essa si avvale dell’autorità di alcuni Padri della Chiesa, tra i quali Origene e Gregorio Nisseno, ed è condivisa da diversi teologi contemporanei, tra i quali Jean Daniélou, Henry de Lubac, Joseph Ratzinger – l’attuale Papa –  Walter Kasper, Romano Guardini. Da scrittori cattolici come  Paul Claudel, Gabriel Marcel e Lèon Bloy. La Chiesa afferma che chi muore in peccato mortale non si salva, ma non dice se questo sia mai avvenuto. Difatti non ha mai fatto nomi di dannati, come invece si è permesso di fare Dante Alighieri – secondo il suo parere – nella Divina Commedia. E tra questi ben 6 papi! Niccolò III (Giovanni Gaetano Orsini, 1277-1280), posto nella terza bolgia dell’ottavo girone, con i simoniaci (venditori di cose spirituali) insieme a Bonifacio VIII (Benedetto Caetani, 1294-1303), papa Clemente V (Betrand de Gouth, 1305-1314), Bonifacio VIII è citato anche nella bolgia VIII per i consiglieri fraudolenti insieme a papa Silvestro I (314-335). Nel sesto cerchio vi è papa Anastasio II (496-498) con gli eretici. Infine il papa dimissionario Celestino V (Pietro Angeleri, 1294)  nell’antinferno con gli ignavi. La Chiesa lo ha invece dichiarato santo. Ma torniamo al peccato mortale. Scrive San Tommaso d’Aquino: «Quando la volontà si orienta verso una cosa di per sé contraria alla carità, dalla quale siamo ordinati al fine ultimo, il peccato, per il suo stesso oggetto, ha di che essere mortale… tanto se è contro l’amore di Dio, come la bestemmia, lo spergiuro, ecc., quanto se è contro l’amore del prossimo, come l’omicidio, l’adulterio, ecc… Invece, quando la volontà del peccatore si volge a una cosa che ha in sé un disordine, ma tuttavia non va contro l’amore di Dio e del prossimo — è il caso di parole oziose, di riso inopportuno, ecc. —, tali peccati sono veniali».

Per il peccato mortale occorrono 3 (difficili) condizioni: Piena avvertenza (mi rendo pienamente conto di ciò che faccio), Materia grave (contro uno dei Comandamenti), Deliberato consenso (il mio atto è assolutamente libero da qualsiasi condizionamento). Condizioni difficili da soddisfare umanamente tutte insieme. Quanti sanno quello che fanno? Difatti dalla croce Gesù pregò: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34) lasciando intendere che in molti manca la piena avvertenza. Si parla di dannati in una parabola (il ricco stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui) in Luca 16,23, ma non di dannati reali. Mentre il primo beato reale è un malfattore che si converte (Luca 23,43). Siamo noi in realtà che vorremmo un “vendetta” divina, ma Dio è amore. «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?» (Luca 9,54). Difatti – come dice il Vangelo –  Gesù si voltò e li rimproverò. Von Balthasar ricorda di non confondere speranza e conoscenza. Sperare nella apokatastasis – la salvezza di tutti – non vuole dire sapere se l’inferno sia vuoto o no. La possibilità dell’Inferno è però una conseguenza della libertà umana. O l’uomo è libero – e quindi può anche dannarsi – o non è libero. Scrive il cardinale Biffi: «La concreta possibilità della dannazione è necessaria, se si vuol continuare ad ammettere la libertà creata nella sua vera essenza. La libertà dell’uomo non può ridursi alla possibilità di scegliere tra un luogo e l’altro di villeggiatura o tra una cravatta a righe e una cravatta a pois; e neppure di scegliere la moglie o il partito politico: la nostra libertà, nel suo significato più profondo, è la spaventosa e stupenda prerogativa di poter costruire il nostro destino eterno. Per non essere puramente nominale, questa prerogativa deve necessariamente includere la reale e concreta possibilità di decidere per la perdizione. Come si vede, il mistero della dannazione è essenzialmente connesso col mistero della libertà, che è forse l’unico vero mistero dell’universo creato». Nell’Islam Allah descrive in modo raccapricciante gli orrori dell’inferno – acqua bollente, scudisci di ferro (vv. 19-22). Secondo un hadith, Maometto dice che ogni mille persone, 999 saranno mandate all’inferno. In quel Giorno, Adamo chiederà ad Allah: “O Allah! Quanti sono i dannati al Fuoco?” Allah risponderà: “Da ogni migliaio, togline nove-cento-novanta-nove”. Maometto spiegò che quell’unica persona salvata sarebbe stata un Musulmano, dicendo ai suoi compagni: “Gioite per le buone notizie; una persona sarà delle vostre e mille di Gog e Magog”. Noi crediamo in un Dio più misericordioso: Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio». (Marco 10,26-27) Dio non può che amare.

Giorgio Nadali

www.giorgionadali.it

 


Bibbia e Curiosità – Parte prima

 

di Giorgio Nadali  www.giorgionadali.it

 Sal 119,105 La tua parola è una lampada al mio piede

e una luce sul mio sentiero.

I record della Bibbia

La Bibbia è l’unico libro ad essere presente fuori dal pianeta Terra. Una piccola Bibbia in inglese è stata posta  il 7 agosto 1971 dall’astronauta David Scott, comandante dell’Apollo 15,  accanto alla bandiera americana

La Bibbia è il libro più venduto al mondo in assoluto. Nel Mondo vengono vendute mediamente 47 copie della Bibbia al minuto, durante le 24 ore.

E’ anche il primo libro mai stampato al mondo (a Mainz, Germania, 200 esemplari nel 1454 stampati da Johannes  Gutenberg).

Secondo dati del 2004 forniti dall’Alleanza Biblica Universale, la Bibbia è stata tradotta per intero o parzialmente in 2.355 lingue. Le lingue principali del mondo sono 3.000, ma se ne contano fino a 6.700. Sempre nel 2004 l’Alleanza Biblica Universale ha coordinando la traduzione in circa 600 nuove lingue.

 

Misure bibliche 

Cubito dell’Antico Testamento: 445 mm.

Palmo dell’Antico Testamento: 76 mm.

Efa: 35 litri Eso 16:36 L’omer è la decima parte dell’efa.

Eso 29:40 Con il primo agnello offrirai la decima parte di un efa di fior di farina [3,5 litri]  impastata con la quarta parte di un hin di olio vergine [1,45 litri] e una libazione di un quarto di hin di vino [1,45 litri].

Hin: 5,83 litri

Bat: 35 litri  Ez 45:11 L’efa e il bat avranno la stessa capacità; il bat conterrà la decima parte di un comer e l’efa la decima parte di un comer; la loro capacità sarà regolata dal comer.

Miglio: 1422 metri. Mt 5:41 Se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due. [2,84 chilometri]

Spicciolo: 31 centesimi di euro. Lc 21:2 Vide anche una vedova poveretta che vi metteva due spiccioli [62 centesimi di euro]

Soldo: 2,5 euro. Lc 12:6 Cinque passeri non si vendono per due soldi? [5 euro] Eppure non uno di essi è dimenticato davanti a Dio.

Misura: 11,67 litri. Mt 13:33 Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna prende e nasconde in tre misure di farina [35,01 litri], finché la pasta sia tutta lievitata».

Talento: 240.000 euro. Mt 25:25 ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il tuo”. Matteo parla di talenti. Una moneta che valeva 60 volte di più della mina citata da Luca.

Mina: 4000 euro. Lc 19:20 Poi ne venne un altro che disse: “Signore, ecco la tua mina che ho tenuta nascosta in un fazzoletto.

Dramma: 80 euro. Lc 15:8 «Oppure, qual è la donna che se ha dieci dramme [800 euro] e ne perde una [80 euro], non accende un lume e non spazza la casa e non cerca con cura finché non la ritrova?

Denaro: 40 euro. Mc 14:5 Si poteva vendere quest’olio per più di trecento denari [12.000 euro], e darli ai poveri». Ed erano irritati contro di lei. Lc 10:35 Il giorno dopo, presi due denari [80 euro], li diede all’oste e gli disse: “Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno”.Lc 7:41 «Un creditore aveva due debitori; l’uno gli doveva cinquecento denari [20.000 euro] e l’altro cinquanta [2000 euro]. Gv 6:7 Filippo gli rispose: «Duecento denari [8000 euro] di pani non bastano perché ciascuno ne riceva un pezzetto».

Siclo d’argento: 160 euro. Mt 26:15 e disse loro: «Che cosa siete disposti a darmi, se io ve lo consegno?» Ed essi gli fissarono trenta sicli d’argento [4800 euro].

Gesù fu tradito da Giuda Iscariota per trenta sicli d’argento (Mt 27,9). Non denari. I “denari” sono citati 7 volte nei Vangeli, ma mai per il tradimento di Giuda. La stessa somma che era dovuta per il risarcimento danni di uno schiavo incornato da un bue (Es 21,32): “Se il bue attacca uno schiavo o una schiava, il padrone del bue pagherà al padrone dello schiavo trenta sicli d’argento e il bue sarà lapidato”.

Un siclo d’argento equivale a 160 euro attuali. Gesù fu quindi tradito per 4800 euro attuali.

Cammino di Sabato: 889 metri

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Genesi 6:15 Ecco come devi farla: l’arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. 

Traduzione:

Genesi 6:15 Ecco come devi farla: l’arca avrà 132,6 metri di lunghezza, 22,1 metri di larghezza e 13,26 metri di altezza.

Zaccaria 5:2 L’angelo mi domandò: «Che cosa vedi?». E io: «Vedo un rotolo che vola: è lungo venti cubiti e largo dieci».

Traduzione:

Zaccaria 5:2 L’angelo mi domandò: «Che cosa vedi?». E io: «Vedo un rotolo che vola: è lungo 8,82 metri e largo 4,42 metri».

1Samuele 17:4 Dall’accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo.

Traduzione:

1Samuele 17:4 Dall’accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia, di Gat; era alto  2,72 metri.

 Sostanze bibliche

 Mirra Nella Bibbia è uno dei principali componenti dell’olio santo per le unzioni (Esodo, XXX,23), ma anche un profumo, citato sette volte nel Cantico dei Cantici. La mirra è una gommaresina romatica, estratta da un albero o arbusto del genere Commiphora, della famiglia delle Burseraceae. Attualmente la mirra è utilizzata come componente di prodotti farmaceutici (proprietà disinfettanti) e soprattutto nella profumeria ma in certi paesi come la Francia ed il Belgio. E’ citata 16 volte di cui 3 nei Vangeli.

Matteo 2:11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

Marco 15:23 e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.

Giovanni 19:39 Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre.

IncensoI cristiani ortodossi in Grecia lo comprano come le caramelle. Nel negozio scelgono il tipo desiderato e con una paletta lo mettono in un sacchetto e lo acquistano a peso. Sono grossi cristalli multicolore. Anche la chiesa russo ortodossa lo vende ai fedeli in scatolette colorate. I fedeli lo accendono personalmente in chiesa o in casa davanti alle icone.. A Gesù bambino fu donato dai Magi perché l’incenso è simbolo di santità. Non a caso la pianta da quale proviene l’incenso si chiama Boswellia Sacra ed è usato in diverse religioni. E’ citato 124 volte nella Bibbia, di cui 4 nei Vangeli e 1 nell’Apocalisse.

Matteo 2:11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

Luca 1:9 secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso.

Luca 1:10 Tutta l’assemblea del popolo pregava fuori nell’ora dell’incenso.

Luca 1:11 Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso.

Apocalisse 18:13 cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, cocchi, schiavi e vite umane.

Aloe La parola aloe viene dal greco alòs “sale”, a causa del suo succo amaro che ricorda il sapore dell’acqua del mare. L’Aloe barbadensis è certamente la più nota tra le quasi 400 specie. Appartiene alla famiglia delle Liliacee, oggi meglio definite Alocacee. Pianta dell’imnortalità, nell’antico Egitto era posta all’entrata delle piramidi e indicava ai Faraoni la strada verso la terra dei morti: utilizzata anche nella imbalsamazione. E’ citata 2 volte nella Bibbia, di cui 1 nel Vangelo di Giovanni in occasione della sepoltura di Gesù.  

Cantico 4:14 nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo con ogni specie d’alberi da incenso; mirra e aloe con tutti i migliori aromi.

Giovanni 19:39 Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre.

NardoIl rizoma del Nardo, che si trova sottoterra può essere schiacciato e distillato in un olio essenziale ambrato intensamente aromatico, molto denso detto olio di nardo, usato come profumo e come fumogeno profumante in una delle 11 erbe per l’incenso nel Tempio di Gerusalemme. Nella Bibbia è citato 5 volte di cui 2 nei Vangeli. Nel brano del nardo Gesù dimostra di apprezzare anche un’offerta di qualcosa di prezioso e costoso. 

Marco 14:3 Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l’unguento sul suo capo.

Giovanni 12:3 Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento.

 

IssopoGli Ebrei la consideravano un’erba santa (della famiglia delle lamiaceae) ; nei testi liturgici, ricchi d’allegorie, questo fiore viene menzionato in più punti.  E’ citato 10 volte nella Bibbia, tutte nell’Antico Testamento, tra cui: Salmi 50:9 Purificami con issopo e sarò mondo; lavami e sarò più bianco della neve. Nell’Antico Testamento (Es 12,22), fu usata come pennello per segnare col sangue d’agnello le porte delle famiglie israelitiche che l’angelo distruttore doveva risparmiare. Tradizionalmente la pianta d’issopo era usata in rametti riuniti come aspersorio. Nel Nuovo Testamento, (Giovanni 19,29) si dice che una spugna impregnata di aceto fu fissata su una canna di issopo e offerta da bere a Gesù in croce, come atto di pietà. L’olio essenziale di issopo contiene un chetone, il pino-canfone che a dosi elevate può causare convulsioni e non va assunto in quantità maggiore che la dose massima suggerita.

 

Manna La manna viene citata nella Torah in riferimento al cibo di cui si nutrì il popolo d’Israele durante il cammino dei 40 anni nel deserto dopo l’uscita e la liberazione dalla schiavitù in Egitto; la manna iniziò a scendere dal cielo quando il popolo d’Israele stava avvicinandosi al Monte Sinai per ricevere la Torah. Si racconta come questo pane degli angeli derivasse direttamente dal regno celeste e spirituale e fosse prodotto dagli angeli dell’ordine delle Chayyot, usando per questo significato la metafora del sudore delle Chayyot e di una produzione effettuata da Dio, sempre con gli angeli, avvenuta attraverso delle macine celesti. La manna non produceva feci in quanto cibo celeste e più vicino ai reami spirituali di quanto fosse al mondo materiale. La tradizione vuole che la manna tornerà con l’era messianica. Ogni Ebreo che assaggiava la manna poteva percepire e gustare un sapore diverso da quello degli altri Ebrei: si parla di gusti di altri cibi da loro desiderati ed assaporati mangiando la sola manna. Il miracolo della manna è messo in parallelo al miracolo di Gesù nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

                                      La preghiera del Padre Nostro nella lingua originale di Gesù

Abwun d’bashmayâ / Padre Nostro  

Aramaico della Peshitta siriaca

 

Abwun d’bashmayâ

               Padre nostro nei cieli,

Neth qadâsh shmâkh

               Sia santificato il tuo nome,

 

Tithe malkuthâkh

              Venga il tuo regno,

Nehwe tsevyânâkh

               Sia fatta la tua volontà,

Aykanâ d’bashmayâ

               Come in cielo,

Âf bar`â

               Anche in terra.

Hav lan lakhmâ d’sûnqânan yaumânâ

               Dacci oggi il nostro pane quotidiano.

u’Shvâq lan khaubayn

               Perdona i nostri debiti

Aykanâ d’âf khnan

   Come anche noi

Shvaqan l’khayâveyn

             perdoniamo I nostri debitori.

u’Lâ te`lan l’nisyûnâ

               E guidaci fuori dalla tentazione

 

Elâ patsân men bîshâ

               Ma liberaci dal male.

 

Ameyn

Amen

 
אַבָּא
יִתְקַדַּשׁ שְׁמָךְ
תֵּיתֵי מַלְכוּתָךְ
לַחֲמַנָא דִּי מִסְתְּיָא
הַב לַנָא יוֹמַא דְנָה
וּשְׁבֹק לַנָא חוֹבַינָא
כְּדִי שְׁבַקְנָא לְחַיָּבַינָא
וְלָא תַּעֲלִנָּא לְנִסְיוֹנָא

La traduzione fedele di come Gesù ha recitato il “Padre Nostro”

Abwun dvashmaya (Padre Nostro che sei nei cieli.)
abwun = nostro Padre
d-va-shmaya = del quale/che è – in – cielo

Nethqadash shmakh (Possa il tuo mome essere santo).
nethqadash = sarà santo
shmakh = il tuo nome

Tethe malkuthakh (Possa il tuo regno venire).
tethe = verrà
malkuthakh = il tuo regno

Nehweh tsevyanakh (Possa la tua volontà essere [fatta])
nehweh = sarà
tsevyanakh = “la tua volontà” o  “il tuo desiderio”

Aykana dvashmaya (Come è in cielo)
aykana = come, nello stesso modo
d-va-shmaya = di chi/nel cielo

Af bar`a (Anche [sia] sulla terra)
af = anche
b-ar`a = nella/sulla – la terra

Hav lan lakhma (Dacci il pane)
hav = dai
lan = a noi
lakhma = pane (infatti Beth Lekhem signifca ”casa del pane” = Betlemme)

Dsoonqanan yomana (Ogni giorno)
d-soonqanan = di cui (è) – costante
yomana = giornaliero o “ogni giorno”

Ushvuq lan khaubeyn (E perdona I nostri peccati)
u-shvuq = e permetti/perdona
lan = su di noi
khaybeyn = i nostri peccati/debiti/mancanze

Aykana d’af khnan(Anche  come noi)
aykana = come
d-af = nella stessa maniera – anche
khnan = noi

Shvaqan lkhaiveyn (Abbiamo perdonato i peccatori)
shvaqan = abbiamo perdonato
l-khaiveyn = sui – peccatori/debitori/i colpevoli, ecc.

U’la te`lan lnisyouna (E non guidarci nel pericolo).
u-la = e – non
te`lan = guidaci
l-nisyouna = sul – pericolo/tentazione

Ela patsan men bisha (Ma liberaci dal male)
ela = ma
patsan = liberaci
men = dal
bisha = male

Metul d’dheelakh hee malkootha (Perché il regno è tuo).
metul = perché
d-dheelakh = di cui – “tuo” (è una costruzione grammaticale che significa proprietà)
hee = é
malkootha = regno

Ukhaila utheshbookhtha (E la potenza e la gloria)
u-khaila = e – potere
u-theshbooktha = e – gloria

`Alam l`almeen (Per sempre; Per l’eternità)
`alam = per sempre
l-`almeen = sopra – le ere (“eternità”)

Ameyn (Amen) ameyn = “davvero” o “è verità!” finale tradizionale ad una preghiera o a un giuramento (es. “ameyn ameyn amarna lakh” = “Davvero, davvero, davvero, te lo dico!”). Stessa espressione di quando Gesù diceva “In verità vi dico”.

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