Angeli contro Demoni. Continua la guerra

Gli angeli ancora risplendono, anche se è caduto quello più splendente, scriveva William Shakespeare. Ce ne rendiamo conto? Li ascoltiamo? Lo scrittore Paulo Coelho ci ricorda: “Raramente ci rendiamo conto che siamo circondati da ciò che è straordinario. I miracoli avvengono intorno a noi, i segnali di Dio ci indicano la strada, gli angeli chiedono di essere ascoltati”.

Nella Bibbia sono chiamati מלאך אלהים (mal’akh Elohim; messaggero di Dio), מלאך יהוה (mal’akh Adonai; messaggero del Signore), בני אלוהים (b’nai Elohim; figli di Dio) e הקדושים (ha-qodeshim; i santi). Altri termini usati in testi più recenti sono העליונים (ha’elyoneem; i superiori). Daniele è il primo a riferirisi agli angeli con un nome proprio.
Nel Giudaismo vi è il detto « Chi compie una Mitzvà acquisisce un angelo, chi ne compie due acquisisce due angeli, chi compie più Mitzvot acquisisce mezza schiera di angeli ». Il Mitzvà è un comandamento.

Secondo la Cabala ebraica vi sono 4 mondi e il nostro è l’ultimo, quello dell’azione (Assiyah). Gli Angeli esistono nei mondi superiori come “compiti” di Dio. Gli Angeli sono un’estensione di Dio che produce effetti in questo mondo. Dopo che un Angelo ha realizzato il uo compito, cessa di esistere. L’Angelo è il compito stesso. Questo deriva dal libro della Genesi, quando Abramo incontra 3 angeli e Lot ne incontra 2. Il compito di uno di loro era di informare Abramo di suo figlio. Gli altri due dovevano salare Lot e distruggere Sodoma e Gomorra.
Gli Angeli sono persone spirituali. Persona non vuol dire necessariamente “essere umano”. Una persona è un essere libero, intelligente, razionale e spirituale. Quelle spirituali dotate di un corpo sono gli esseri umani. Quelle incorporee sono gli Angeli (creature) e Dio (creatore in 3 Persone divine).

La collezione angelica

La collezione Gianni Brandozzi di Ascoli Piceno è una delle più complete raccolte di opere figurative dedicate all’iconografia e al culto degli angeli. Oltre 100 capolavori, oggetti d’arte e di alto artigianato che hanno per oggetto l’iconografia cristiana di angioletto dorati i quali impreziosivano chiese e abbellivano dimore, in gran parte lignee negli originali d’epoca dal ‘600 all’800.
Museo degli Angeli. Beloit, Usa
Si trova a Beloit, Winsconsin, USA. E’ un enorme museo dedicato interamente alla figura angelica. Il museo dispone di due collezioni raffiguranti Angeli nelle più disparate fogge. La collezione Berg conta dodicimila pezzi provenienti da Giappone, Italia, Spagna, Portogallo, Taiwan, Cina, Stati Uniti e da numerosi altri Paesi. Tra i materiali dei pezzi raffiguranti gli Angeli ci sono il legno, il vetro, il metallo, la stoffa. La collezione dell’Angelo Nero conta seicento pezzi di Angeli di colore, donati alla giornalista afroamericana Ophrah Winfrey dai suoi ascoltatori.

La più alta statua di un angelo. Gateshead, Gran Bretagna

E’ Angel of the North, una scultura moderana di Antony Gormley. Alta 20 m. con ali larghe 54 m. Si torva a Gateshead, Inghilterra su una collina. La statua più alta di un angelo in stile classico è quella dell’Angelo Moroni sulla Cumorah Hill a Palmyra, Nw York (USA). E’ l’angelo che ha parlato nel 1823 con Joseph Smith, fondatore dei mormoni e gli ha consegnato la tavole d’oro che ispirarono il Libro di Mormon, proprio nello stesso luogo dove oggi sorge la statua, alta 3 m. su un piedistallo di 7,62 m. Opera dello scultore norvegese Torleif S. Knaphus, il monumento fu inaugurato dal presidente americano Heber J. Grant il 21 luglio 1935.

L’esorcismo col pesce consigliato dall’Angelo Raffaele

Nell’Antico testamento Tobia compie un esorcismo su Sara allontanado il diavolo con l’odore del fegato e del cuore di un pesce (Tobia 8,3), secondo i consigli dell’Angelo Raffaele (Tobia 6,8). “Quanto al cuore e al fegato, ne puoi fare suffumigi in presenza di una persona, uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo e cesserà in essa ogni vessazione e non ne resterà più traccia alcuna”. “L’odore del pesce respinse il demonio, che fuggì nelle regioni dell’alto Egitto. Raffaele vi si recò all’istante e in quel luogo lo incatenò e lo mise in ceppi”. (Tobia 8,3)
[In realtà l’Angelo Raffaele utilizza le credenze antiche per manifestare la liberazione divina].
Iconografia
Le ali = simbolo di prontezza alla volontà divina. Dipinte dal V secolo. Provengono da divinità alate pagane
La veste bianca = purezza
L’aureola = santità. Proviene dal nimbo delle divinità pagane
Padri della Chiesa
“Ogni fedele ha al suo fianco un Angelo protettore e pastore, per condurlo alla vita” (S. Basilio di Cesarèa – Adversus Eunomium 3,1)
“Dobbiamo pregare gli Angeli perché ci sono dati come guardiani” (S. Ambrogio)

Religioni

Le tre Religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo e Islam) credono nell’esistenza degli Angeli. In totale circa 3,5 miliardi di fedeli.
Dottrina Cattolica
Il Catechiesmo della Chiesa Cattolica, al paragrafo 328, afferma che “l’esistenza di esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente Angeli, è una realtà di fede. La testimonianza delle Scritture è tanto chiara quanto l’unanimità della Tradizione”.
Malintesi popolari. Gli Angeli NON sono:
Uomini defunti; portafortuna; coloro che ci eliminano ogni sofferenza; sessuati; corporei; legati a segni zodiacali; da evocare con lo spiritismo; creati beati (hanno passato una prova di fedeltà a Dio per essere beati); bambini defunti.

La funzione dell’Angelo custode

E’ di sostenerci nelle prove della vita in modo che possiamo realizzare il disegno di Dio su di noi. Può proteggerci, ma non evitare qualsiasi sofferenza della vita. Gesù disse: «Chi vuol essere mio discepolo rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua: chi vuol salvare la sua vita la perderà, chi la perderà per me, la salverà» (Mt 16,24). Ogni persona ha un Angelo custode dal momento della nascita. Dal concepimento alla nascita il bambino è sotto la protezione dell’Angelo custode della mamma. L’Angelo custode è colui che ci introdurrà nella vita eterna al momento della morte terrena.

Angeli interreligiosi

Gabriele è presente nella fede dell’Islam. Consegna il Corano a Maometto. Ogni fedele islamico ha 11 Angeli custodi. Per l’Islam i capitoli del Corano (dette sure) sono stati disposti nell’ordine in cui furono insegnati al profeta Maometto dall’arcangelo Gabriele.

Angeli biblici

La parola “angelo” al singolare è presente nella Bibbia 146 volte, in 212 versetti. (129 volte nell’A.T. e 94 volte nel N.T.)
La parola “angeli” al plurale è presente nella Bibbia 177 volte, in 97 versetti (17 volte nell’A.T. e 83 volte nel N.T.)
Malachim (traduzione: Messaggeri) Parola generica per Angeli
Michele – Antico Testamento e Nuovo Testamento. (traduzione: chi è come Dio) Realizza la gentilezza di Dio. L’arcangelo Micael il cui nome significa: “Chi è come Dio”? è menzionato in Daniele 10:13,21; 12:1 come uno dei grandi capi angelici e come il protettore del popolo d’Israele. In Apocalisse 12:7 come il capo che, coi suoi angeli, combatte contro a Satana e lo vince. In Italia è’ patrono della Polizia di Stato.
“Ma io ti voglio far conoscere ciò che è scritto nel libro della verità; e non c’è nessuno che mi sostenga contro quelli, tranne Michele vostro capo”. (Daniele 10,21)
“Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli” (Apocalisse 12,7)
“L’arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore!” (Giuda 9)
Gabriele – Antico e Nuovo Testamento. Unico Angelo presente anche in un’altra Religione, l’Islam (traduzione: La Forza di Dio) Realizza atti di giustizia e potenza.
“Mentre dunque parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me: era l’ora dell’offerta della sera” (Daniele 9,21)
“Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret” (Luca 1,26)
Raffaele (traduzione: Dio guarisce) Forza guaritice di Dio.
“Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore” (Tobia 12,15)
Serafini (traduzione: I Brucianti) Proteggono i cancelli del Giardinodell’Eden
Angeli della Cabala ebraica
Uriel – Cabala ebraica (traduzione: Dio è la mia luce) Ci guida al nostro destino
Malach HaMavet – Cabala ebraica (traduzione: Angelo della Morte)
HaSatan (traduzione: il persecutore, l’avversaio, l’accusatore) Porta i nostri peccati davanti alla corte divina
Chayot HaKodesh (traduzione: creature viventi) Sono gli Angeli che il profeta Ezechiele vide nella sua visione del carro divino.
Ophanim (traduzione: Orbite) Influenza
HaMerkavah (traduzione: Il Carro, trasportatore della Gloria divina)

Classificazione cristiana

La classificazione più influente fu discussa da Pseudo-Dionigi nel quarto o quinto secolo, nel libro De Caelesti hyerarchia. In questo suo lavoro, l’autore aveva indicato alcuni passaggi del Nuovo Testamento, nello specifico gli Efesini 6,12 e i Colossesi 1,16, sulla cui base costruire uno schema di tre Gerarchie, Sfere o Triadi di angeli, nella quale ogni Gerarchia contiene tre Ordini o Cori. In decrescente ordine di potenza questi sono:

Prima Gerarchia:

Serafini. Appartengono al più alto ordine di angeli, asservono il ruolo di guardiani del trono di Dio e continuamente cantano le sue preghiere
Cherubini. Sono i guardiani della luce e delle stelle. Si crede che, anche se sono stati rimossi dal piano reale e materiale degli uomini, la luce divina che essi filtrano giù dal cielo possa ancora toccare le vite umane. Hanno quattro ali e quattro facce, ovvero una umana, una di cherubino, una di leone ed infine una di aquila. I Cherubini sono considerati coloro dediti alla protezione. Essi stanno a guardia dell’Eden e del trono di Dio.
Troni o Ophanim. Il loro compito è quello di portare il trono di Dio per il Paradiso in suo nome. San Paolo usa il termine troni nella lettera ai Colossesi 1:16. Sono portatori del Divino, premurosamente aperti a ricevere le Sue donazioni

Seconda Gerarchia:

Dominazioni. Sono conosciute anche come Hashmallim, e hanno il compito di regolare i compiti degli angeli inferiori. Ricevono i loro ordini dai Serafini, Cherubini o direttamente da Dio, e devono assicurarsi che il cosmo sia sempre in ordine. È con estrema rarità che le Dominazioni assumano forma fisica per mostrarsi ai mortali. Invece, si interessano tranquillamente dei particolari dell’esistenza. Il termine dominazioni è usato da San Paolo nella seconda lettera ai colossesi 1,16.

Virtù. Il loro dovere è quello di osservare i gruppi di persone. La loro forma è simile a lampi di luce che ispirano nell’umanità molte cose come l’Arte o la Scienza. Il nome Virtù significa coraggio saldo e intrepidità in tutte le attività, un coraggio che mai si stanca di accogliere le illuminazioni donate dal Principio divino, che è anzi potentemente teso all’imitazione di Dio.
Potestà. Nella credenza popolare sono gli Angeli che accompagnano le decisioni dei padri e li consigliano nella cura della famiglia.

Terza Gerarchia:
Principati. sono esseri angelici dalla forma simile a raggi di luce. Si trovano oltre il gruppo degli arcangeli. Sono gli angeli guardiani delle nazioni e delle contee, e tutto quello che concerne i loro problemi e eventi, inclusa la politica, i problemi militari, il commercio e lo scambio. Uno dei loro compiti è quello di scegliere chi tra l’umanità può dominare. San Paolo usa il termine Principati nelle lettere ai Colossesi 1:16 e agli Efesini 1:21;3:10.
Arcangeli. La parola “arcangelo” è usata solamente due volte nelle scritture ( ma diverse volte nel Septuaginta): una volta riferendosi a Michele l’arcangelo e nell’altro caso riferendosi a Gabriele
Angeli. Sovraintendono a tutte le occupazioni degli uomini

Angeli decaduti. I demoni

Demoni biblici

Lucifero. Antico Testamento. “Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora?.. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell’abisso!” (Isaia 14,12-15)
Belzebub. Nuovo Testamento. “Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. Ma alcuni dissero: «È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl”. (Luca 11,14-18)

Demoni della Cabala ebraica

La Cabala è parte della tradizione esoterica della mistica ebraica, in particolare il pensiero mistico sviluppatosi in Europa a partire dal VII-VIII secolo.
Secondo la Cabala ebraica esistono sei categorie di demoni:

Demoni del Fuoco: abitano le regioni più lontane degli Inferi.
Demoni dell’Aria: dimorano e volano intorno agli uomini.
Demoni della Terra: essi si mescolano agli uomini con il compito di tentarli e ammaliarli.
Demoni dell’Acqua: vivono negli oceani, nei mari e nei fiumi provocando burrasche e naufragi.
Demoni Sotterranei: si celano nei pozzi e sono la causa di terremoti e delle eruzioni vulcaniche
Demoni delle Tenebre: devono il loro nome al fatto che vivono lontani dal sole.

La Cabala divide queste categorie di demoni in 10 gruppi, ciascuna comandata da un demonio particolare

THAMIEL: i bicefali. Spiriti in rivolta dominati da Moloch.
CHAIGIDEL: Spiriti di menzogna guidati da Beelzebub e da Bodon.
SATARIEL: i velatori. Spiriti della falsità, retti da Lucifugo.
GAMCHICOLH: i Perturbatori di anime. Spiriti impuri governati da Astaroth.
GALB: gli Incendiari. Spiriti della collera dominati da Asmodeo.
TAGARIRIM: i litigiosi. Sono gli Spiriti della discordia guidati da Belphegor.
HARAB SERAPHEL: i corvi della morte. Spiriti ribelli governati da Baal.
SAMAEL: i battaglieri. Spiriti della ferocia guidati da Adramelech.
IAMALIEL: gli Osceni. Spiriti capeggiati da Lilith.
RESHAIM: i malvagi. Spiriti crudeli governati da Nahenia.
DRAKROLLIL: i Draghi della Morte. Spiriti della Morte governati da Abraxas.

Giorgio Nadali


La stretta di mano per riconoscere uomini, angeli e demoni

Dai membri della Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli Ultimi Giorni (i Mormoni) è chiamato “Il segno certo del chiodo” (“The Sure Sign of the Nail”). E’ una particolare stretta di mano che si fa mettendo l’indice della mano sul polso dell’altra persona (nel punto dove si suppone Cristo fu crocifisso).

Serve per capire diverse cose della persona alla quale si dà la mano. Per prima cosa dare la mano normalmente. Una persona normale la stringerà. Provare ora la stretta di mano segreta. Se l’altra persona è un angelo, saprà come rispondervi correttamente. Se l’altra persona è un demone, sarà possibile scoprirlo dalla sensazione che genera.
Nella Doctrine & Covenants (sezione 129) del fondatore Joseph Smith, troviamo scritto:

1) Vi sono due tipi di esseri celesti, detti Angeli, che sono persone risorte, dotate di corpo in carne e ossa.
2) Per esempio, Gesù disse: “Toccatemi e guardate, un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho».
3) In secondo luogo vi sono gli spiriti degli uomini giusti resi perfetti, coloro che non sono risorti, ma che ereditano la stessa gloria.
4) Quando un messaggero arriva dicendo che ha un messaggio da Dio, offrigli la tua mano e chiedigli di stringerti la mano.
5) Se dovesse essere un Angelo, lo farà, e lo sentirai dalla sua mano.
6) Se dovesse essere lo spirito di un uomo giusto reso perfetto, egli verrà con la sua gloria, perché questo è il solo modo in cui egli può apparire.
7) Chiedetegli di stringervi la mano, tuttavia egli non si muoverà, perché ciò è contrario all’ordine del cielo, che non può tradire, ugualmente però consegnerà il suo messaggio.
8) Se dovesse essere il diavolo in veste di angelo di luce, quando gli chiederete di stringervi la mano, egli vi offrirà la mano e voi non percepirete nulla, potrete dunque individuarlo.
9) Queste sono le tre grandi chiavi per sapere se ogni intervento è da Dio.

Joseph Smith, Nauvoo, Illinois, 9 Febbraio, 1843. History of the Church 5:267.

Giorgio Nadali


I demoni del sonno

I demoni non lasciano in pace gli umani nemmeno quando dormono. Infatti dormiamo per un terzo della nostra vita. San Gregorio di Nissa (vescovo) nel IV secolo sostenne l’idea che i demoni procrearono con altri demoni e con donne e che vi sono demoni maschi (detti “incubi”, plurale di incubus) e femmine (succubi, plurale di succubus). Avere un incubo è già un fatto spiacevole, ma sapere che l’incubus – la parola “incubo” – signifca proprio “demone che si unisce con una donna” è proprio inquietante.

Ma anche essere succubi è diabolico, anche se a diversi uomini forse piacerebbe unirsi ad una diavola. San Agostino nella sua “Città di Dio” (De Civitate Dei) narra di «di avere udito chi l’aveva sperimentato che i silvani e i fauni, i quali comunemente sono denominati “incubi”, spesso sono stati sfacciati con le donne e che hanno bramato e compiuto l’accoppiamento con loro». Ora avere un incubo è un fatto spiacevole, ma al tempo della caccia alle streghe diverse donne venivano messe a morte per essersi unite sessualmente ad un incubo. La succuba è invece un demone femminile specializzata nel sedurre monaci.

Durante i fenomeni clinici di “paralisi nel sonno” diversi pazienti hanno riferito di episodi diabolici. Per fortuna oggi sappiamo che i demoni sono spiriti reali, ma asessuati e che quelli nel sonno non si chiamano succubi o incubi, ma “illusioni ipnagogiche”. Per non avere gli incubi basta dunque un buon digestivo: una sana spiritualità.

Nostradamus


Il Chöd. La meditazione tibetana con i demoni

Il Chöd è una forma di meditazione buddhista tibetana fondata dalla yogini Machig Labdron (1055-1148) e dal suo guru Pha Dampa Sangye. La meditazione è solitamente eseguita in un campo di cremazione o in un noto luogo infestato da presenze spiritiche dove lo yogin con l’aiuto di mantra (preghiere), un tamburello e una tromba ricavata da un osso umano di tibia visualizza il taglio del suo corpo e l’offerta ai demoni come pasto sacrificale.
Il Chöd ha tre scopi. Lo sviluppo del coraggio, lo sviluppo della compassione per tutti gli esseri viventi, demoni compresi, e lo sviluppo di una visione interiore dello yogini riguardo alla sua intrinseca non esistenza (sunyata). I praticanti del Chöd un tempo formavano una tradizione monastica, ma oggi i loro insegnamenti sono stati assorbiti dalle tradizioni Kagyu e Nyingma. Ad ogni modo vi sono ancora dei yogini del Chöd che si allontanano dai monasteri e vivono in modo selvaggio e non convenzionale. Vengono chiamati a compiere esorcismi.

Gli ornamenti rituali del Chöd sono: l’ornamento a forma di ruota chiamato “gioiello corona” simbolo di Akṣobhya e di consapevolezza incontaminata. Gli orecchini che rappresentano Amitābha e la consapevolezza incontaminata del discernimento. La collana che rappresenta Ratnasambhāva e la consapevolezza incontaminata dell’unità. I braccialetti e le cavigliere che rappresentano Vairocāna e la consapevolezza incontaminata dei fenomeni. La cintura che rappresenta Amoghasiddhi e la realizzazione della consapevolezza incontaminata. Il sesto ornamento è la cenere di un luogo di cremazione spalmata sul corpo.

Redazione

 


El Tio. Il demone dei minatori boliviani

Nelle miniere boliviane El Tio (“lo zio”) è il nome familiare dello spirito delle montagne. È associato col diavolo della tradizione cristiana. El Tio è la figura centrale della vita rituale delle comunità di minatori boliviani. A Cerro de Potosì (Bolivia) i minatori sono cattolici e credono sia in Gesù Cristo, sia a El Tio. In ogni miniera non può mancare il suo feticcio di argilla, dal tipico aspetto diabolico, seduto in una nicchia accanto alle aree di lavoro. Due tipi di offerte sono fatte a El Tio: la ch’alla e la k’araku. La prima è una visita sociale, durante la quale i minatori si siedono, bevono insieme, fumano e usano cocaina offrendole al feticcio.

Il rito è praticato ogni martedì e venerdì mentre entrano in miniera. L’immagine di El Tio è adornata con drappi colorati e le sono poste delle sigarette in bocca. Poi i minatori spruzzano sul feticcio del liquore, gli offrono foglie di coca e accendono le sigarette a lui offerte. In cambio “lo zio” demoniaco assicurerà protezione, salute e fortuna ai lavoratori della miniera. La k’araku è un’offerta più solenne fatta da uno sciamano (yatiri) per placare El Tio dopo un incidente minerario. Il rito si svolge a Potosì (Bolivia) il primo di agosto. Vengono anche sacrificati dei lama. Il loro sangue è sparso all’ingresso delle miniere, sui macchinari di estrazione e sulle rocce della vene estrattive. Spesso il cuore del lama, oppure un suo feto essicato comprato per l’occasione viene bruciato ai piedi di El Tio. Poi i minatori escono e mangiano le carni dei lama sacrificati. Vi è anche una danza, la diablada (diavolata) eseguita durante il carnevale di Oruro, in onore della Vergine dei minatori (Virgen de la Candelaria). Questa danza colorata con costumi e maschere diaboliche è protetta dall’UNESCO come patrimonio orale immateriale dell’umanità. El Tio appare nel finale del video musicale «La La La» del 2013 di Naughty Boy e Sam Smith girato nella miniera di Potosì.

Giorgio Nadali


Dybbuk. Il demone in scatola

 

     Il dybbuk è, nel misticismo ebraico, l’anima senza pace di un defunto, che prende possesso del corpo di un uomo o di una donna. Il suo nome deriva dall’ebraico “attaccamento”. È forse questa l’accusa che è rivolta a Gesù, quando coloro che l’ascoltavano dissero: «Ha un demonio» (Giovanni 10,20). Come anima di un morto o semplicemente come spirito maligno, il dybbuk, può attaccare un corpo vivente e possederlo a causa di un peccato segreto, facendo di lui o lei un dybbukin (posseduto). Questo causa una possessione diabolica che lo fa parlare attraverso il posseduto. Il dybbuk deve completare dentro la persona che possiede ciò che non è riuscito a fare durante la vita terrena. Per farlo uscire dalla persona in cui dimora, vi sono delle complesse procedure che si trovano nei testi cabalistici e queste possono essere messe in atto solo da esperti chassidici. Il giudaismo non conosce comunque il concetto di inferno o di dannazione eterna. Il dybbuk è legato alla credenza nello ibbur (“impregnamento”), una forma limitata di trasmigrazione dell’anima. Lo ibbur è la nascita in una persona buona di un’anima giusta. Per estensione, uno spirito malvagio può passare da una persona all’altra. Il giudaismo tradizionale non insiste sulla realtà dell’oltretomba né sulla trasmigrazione dell’anima. La Cabala afferma invece il concetto di reincarnazione chiamata gilgul. Il dybbuk è uno spirito maligno nello chassidismo ebraico. Il termine apparve per la prima volta nelle comunità ebraiche in Polonia e Germania nel xvii secolo d.C.

     Il dybbuk può nascondersi in una scatola di legno chiamata kufsat dybbuk. Se è aperta, il dybbuk prenderà possesso del malcapitato. Da questa credenza chassidica è stato tratto un film[1] del 2012, tratto da una storia vera[2], The Possession, in cui il dybbuk è il dèmone femminile ebraico Abyzou, detta “la ladra di bambini”. Un precedente film che ha per protagonista un dybbuk è The Unborn, del 2009.

Nel 2004 una kusfat dybbuk è stata venduta sul sito di aste eBay per 280 dollari da Iosif Nietzke[3] a un acquirente di San Louis (usa). La scatola di legno, oltre al presunto dybbuk, conteneva due ciocche di capelli, una tavoletta di marmo, un calice, un bocciolo di rosa essiccato, due penny e una candela. Sia il primo possessore, Kevin Mannis, sia l’ultimo acquirente sperimentarono strani fenomeni come guasti elettrici, bruciatura di lampadine, guasti al computer e problemi di salute, come urticaria e perdita di capelli. Jason Haxton, direttore del museo di medicina osteopatica di Kirksville, ha seguito l’ultimo proprietario Nietzke e ha sperimentato gli stessi fenomeni. Chiese aiuto ai rabbini chassidici per richiudere il dybbuk al suo interno, riuscendovi, e nascose la scatola in una località segreta.

     Nella tradizione chassidica solo un potente rabbino che può operare miracoli, noto come ba’al shem (il signore del nome), può espellere anche il più malvagio dei dybbuk mediante un esorcismo. In ogni caso il rituale per espellere un dybbuk prevede oggi che siano presenti nove uomini ebrei più il rabbino. La celebrazione del rito prevede di spaventare il dybbuk e poi di dialogare con esso nel tentativo di fargli comprendere che deve andarsene. Il gruppo dei dieci circonda il posseduto e recita ripetutamente i versetti del Salmo 91[4]. Il rabbino suona uno shofar (il corno di ariete rituale giudaico) in un modo particolare. Questo spaventa sia il dybbuk, sia la persona posseduta, provocando la separazione dei due. Fatto ciò, il rabbino dialoga con il dybbuk per capire se ha intenzione di possedere diabolicamente un essere umano. Infine il gruppo prega per il posseduto. Talvolta è necessario che il dybbuk faccia i suoi comodi prima che decida di andarsene. La maggioranza degli ebrei non crede più alla presenza dei dybbuk, tranne la comunità chassidica, che celebra ancora i rituali esorcistici sui dybbuk.  

Giorgio Nadali

[1] The Possession, di Ole Bornedal, scritto da Juliet Snowdel e Stiles White, 2012.

[2] La scatola di legno kusfat dybbuk portata in America da una sopravvissuta all’Olocausto. La scatola non è stata aperta per sessant’anni e proveniva dal ghetto di Varsavia. Il 10 novembre 1938 un gruppo di donne del ghetto di Lodz vi intrappolarono un dybbuk.

[3] A jinx in a box?, «Los Angeles Times», 25/07/2004.

[4] Salmo 91,10: «Ecco, i tuoi nemici, o Signore, ecco, i tuoi nemici periranno, saranno dispersi tutti i malfattori».