La Generazione Snowflake e il “fascismo dello scandalo”

Il politically correct a sei anni dall’attentato al mensile Charlie Hebdo, tra identità personale, satira e censura sociale con la mia intervista al caricaturista Forattini

di Giorgio Nadali

Snowflake. Fiocchi di neve. Così vengono chiamati. Sono nati in questo millennio e si risentono su tutto, anzi si incazzano proprio sul loro luogo di aggregazione tipico, il web.

Offendi sempre qualcuno perché stai seduto in modo sbagliato in pubblico, o per il fatto che mangi carne, perché usi i pronomi di genere, o sostieni apertamente il tuo partito politico, se flirti casualmente con uno sconosciuto o per aver toccato innocentemente un altro essere umano, perché preghi la tua divinità preferita, per sostenere Donald Trump o per il fatto di guadagnare più soldi di qualcun altro, per andare in giro con i jeans stracciati o per vestire un costoso completo di Brioni, per essere una persona di successo, per vivere una sessualità diversa dalla massa, per volere la vaccinazione contro il Covid (di ieri le minacce di morte dei “no-vax” all’infermiera di Roma, la prima vaccinata nel Lazio),  allora rivendica con fermezza il diritto di essere te stesso, e credimi, non c’è assolutamente niente di sbagliato in questo.

La gente è sempre offesa, non è un fatto nuovo. Il problema oggi è il senso del diritto delle persone. Perché molti millennial, soprattutto in Occidente sono cresciuti in un tempo di pace – liberi dall’oppressione e dalla povertà non hanno mai saputo cosa vuol dire non avere tutto e non ottenere ciò che vogliono. Questo ha instillato in molti la sensazione che sentirsi offesi significhi qualcosa. Sentirsi offesi è una risposta umana naturale e va bene sentirsi offesi o addirittura disgustati dalle azioni o dai pensieri degli altri, ma assolutamente queste non ti danno il ​​diritto di controllare come gli altri si comportano e parlano.

Se qualcuno ti dà dello stupido dovresti giustamente offenderti, ma questo non significa che puoi avviare una campagna per impedire alle persone di utilizzare la parola stupido. Questa è qualcosa chiamata oppressione. Se sei semplicemente te stesso e se quello che fai urta la sensibilità di qualcun altro, allora è un problema suo. I confini sono già stabiliti dalla legge, non dagli snowflake o dai politically correct. Pena una forma di fascismo dello scandalo. In media al 50% delle persone non piacerai mai. Non è un tuo problema.

Nel novembre 2009 uno psicologo che lavorava nell’esercito americano, Nidal Malik Hasan, aprì il fuoco sui suoi commilitoni della base, gridando “Dio è grande” in arabo e uccise 13 persone. Si è presto scoperto che il Pentagono sapeva tutto sul modo delle ideologie radicali di Hasan prima di questo atto di terrorismo. Erano a conoscenza di molte email che aveva mandato ad altri musulmani radicali. Anche i suoi colleghi alla base dell’esercito avevano espresso il loro disagio per lui ad altri, dicendo che era una “bomba a orologeria”. Allora come ha potuto il governo degli Stati Uniti e gli alti dirigenti dell’esercito permettere un omicidio di massa? Perché i poteri che sono nell’esercito degli Stati Uniti avevano troppa paura di essere accusati di razzismo e di profilare qualcuno per intraprendere qualsiasi azione. E così a causa della pressione incessante di correttezza politica nell’età moderna, tredici persone sono morte tragicamente. Solo un tragico esempio.

Satira, religione e politically correct

Secondo Carlo Cattaneo (1839) la satira è l’esame di coscienza dell’intera società; è una reazione del principio del bene contro il principio del male; è talora la sola repressione che si possa opporre al vizio vittorioso; è un sale che impedisce la corruzione. La strage della redazione del settimanale Charlie Hebdo ha suscitato una domanda, anzi due. Si può far satira sulla religione? Perché il Cristianesimo, la chiesa cattolica accetta di buon grado vignette “irriverenti” e l’Islam no? È un fatto culturale. È proibita la rappresentazione di Maometto per evitare l’adorazione di qualcuno che non sia Dio. In nessuna moschea sono presenti immagini di persone. Esiste un’eccezione proprio nella rigida Theran dove un enorme murale moderno alto quindici metri rappresenta l’ascensione di Maometto (senza tratti somatici) in cielo. Il Cristianesimo è per natura tollerante verso persecuzioni e dileggiamenti e anche dove questi travalicano il limite del buon gusto e della volgarità, conosce l’evangelica regola del perdono, non presente nell’Islam. Per cui chi tocca il Profeta è blasfemo.  I musulmani ritengono che la libertà d’espressione sia buona, ma che nessuno abbia il diritto di ferire i sentimenti religiosi di un altro. Tra i numerosi peccati di blasfemia vi sono il parlare male di Maometto, dare il nome di Maometto ad un orsacchiotto (in Sudan), speculare su come il Profeta si comporterebbe oggi (in Nigeria), trovare qualcosa di sbagliato in lui, rappresentarlo graficamente nei film, scrivere il suo nome sui bagni pubblici (in Pakistan), ma anche mettere del trucco in televisione (in Iran), fischiare durante le preghiere (in Indonesia), trovare qualcosa di sbagliato nell’Islam, guardare film o ascoltare musica (in Somalia) e… (per tutti) esprimere o distribuire un punto di vista laico o ateo.

Ho intervistato nel 2015 per il settimanale “Stop” uno dei più grandi vignettisti italiani: Giorgio Forattini (89 anni). Ecco cosa ne pensa sulle vignette satiriche che costarono la vita a dodici persone nell’attentato al settimanale francese Charlie Hebdo, il 7 gennaio 2015 e che solo due mesi fa, il 7 ottobre 2020, portarono alla decapitazione in strada di un professore che aveva le aveva mostrate in classe. Crimine commesso da un diciotenne.

Forattini, secondo Lei ci dev’essere un limite alla satira?

Si, il limite è la volgarità

E’ giusto a Suo avviso fare satira sulle religioni?

Sì, purché non sia gratuita

Ha mai disegnato vignette riguardanti l’Islam?

Ne ho disegnate sull’islam “politico”.

Forattini, quali sentimenti si sente di condividere nei confronti dei disegnatori di Charlie Hebdo uccisi a Parigi?

Di grande solidarietà. Ne conoscevo alcuni che ora non ci sono più. Sento una grande tristezza.

Recentemente il papa ha dichiarato che non bisogna offendere le religioni. Si sente coinvolto in questo nel Suo lavoro?

Sono coinvolto nel momento in cui la religione fa politica

Secondo Lei che rapporto c’è tra libertà di espressione e la tutela di sentimenti altrui?

La satira è libera e contro il potere, qualsiasi potere, non contro i sentimenti

Forattini, la satira si muove fuori dal limite della misura e ha quindi un presunto “diritto ad esagerare”. Cosa ne pensa?

Vorrei sapere chi ha dettato queste misure. Non certo le Religioni


I test di OLTRE. 2. Qual è la Religione giusta per te?

Qual è la Religione giusta per te?

di Giorgio Nadali (Direttore responsabile di OLTRE)

 

     RISPONDI “SI'” O “NO”

 

1. Preferisco credere in una divinità femminile, piuttosto che in una “maschile”.
2. Non c’è il libero arbitrio. L’uomo è un burattino in balìa del destino cosmico
3. La religione è ingenua e male informata.
4. Sicuramente dopo la morte vi è il nulla.
5. Dovrei avere la possibilità di fare qualsiasi cosa mi dia piacere, con poche limitazioni.
6. L’unica cosa o persona in cui posso riporre tutta la mia fiducia o su cui posso fare affidamento è me stesso.
7. L’uomo giusto è quello che segue i riti e i costumi della sua cultura.
8. Le arti (come la musica o la letteratura) senza morale sono inutili.
9. Gesù è morto per i nostri peccati.
10. La religione è una nevrosi collettiva.
11. Ogni persona è il mio prossimo e figlia di Dio
12. Non mi preoccupo molto di quel che ci sarà dopo la morte.
13. Credo in uno specifico insieme di regole di ispirazione religiosa su come vivere la mia vita.
14. Non reco danno ad alcun essere vivente, o almeno cerco di non farlo.
15. Tutto il cosmo è divino
16. Gesù è Dio.
17. Gli animali e le persone umane hanno lo stesso valore. Sono solo forme transitorie di vita.
18. Dovremmo rigettare i desideri e l’attaccamento alle cose per raggiungere la pace interiore.
19. Dio assume tre forme: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
20. Credo in attività e manifestazioni sovrannaturali.
21. C’è un Dio, ma ci sono anche molte altre entità accanto a lui.
22. Dovremmo compiere uno sforzo contro le nostre pulsioni negative e contro chi ci minaccia.
23. Se Dio esistesse l’uomo sarebbe un burattino
24. Ho molto rispetto per i miei antenati.
25. Credo nella reincarnazione.
26. Gesù è un importante profeta, ma non è Dio.
27. Non posso dire realmente se esiste o no un dio.
28. Il mondo sarebbe di gran lunga migliore se non ci fossero religioni.
29. Non dovrebbero esserci restrizioni morali in attività sessuali o nella dieta.
30. Gesù è solo una figura storica: non Dio né un profeta.
31. La causa della sofferenza umana è il desiderio
32. Ognuno si merita il proprio status sociale.
33. L’uomo è superiore alla donna e questa deve stare sottomessa a lui
34. Persone comuni e attività umane ordinarie sono davvero noiose.
35. Si dovrebbe fare almeno un viaggio in un luogo santo della propria religione.
36. La più forte connessione spirituale che percepisco è con la Natura.
37. Posso evitare la sofferenza tramite la meditazione.
38. Mosè fu il più grande profeta.
39.  Dio ha parlato per mezzo dei suoi profeti
40. Bisogna cercare di convertire gli altri alla propria religione
41. Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Ogni persona umana è immagine spirituale di Dio.
42. Nella prossima vita potrei essere un topo se in questa ho rubato
43. Non bisogna farsi fotografare. E’ superbia
44. Attraverso la meditazione, lo studio e l’auto-controllo possiamo raggiungere la virtù.
45. Se una donna non alcuna qualità, questa è la sua virtù.
46. Ho una grande fiducia e credenza in me stesso.
47. Il mio comportamento influisce sugli eventi che capitano nella mia vita.
48. La Terra fu creata in sei giorni; Dio si riposò il settimo.
49. Dio ha eletto una razza per seguirlo.
50. Il fine ultimo della religione è la liberazione dell’anima dalle rinascite.
51. Cerco di essere in sintonia con il mondo naturale al meglio di quanto possa fare.
52. Il valore più importante è la carità
53. Posso raggiungere la felicità e la salvezza tramite la sottomissione a Dio.
54. Vi sono diverse incarnazioni di Dio.
55. E’ molto più probabile che le forme di vita siano state create tramite processi casuali piuttosto che un intervento superiore.
56. La morte è un valore
57. La morte è una domanda
58. La morte è un’illusione
59. Il corpo umano non ha valore
60. Il corpo umano è il tempio dello Spirito Santo
61. Credo nella risurrezione di tutti gli esseri umani
62. Gesù Cristo è risorto dalla

al morte

63. la vita umana è sacra dal concepimento alla morte naturale
64. La vita umana non è sacra
65. Tutto è dolore. Il dolore si combatte eliminando i desideri
64. Credo che esista l’Inferno
65. Credo che esista il Paradiso
66. Credo che esista Satana
67. Credo che il Paradiso sia pieno di piaceri sensuali
68. La libertà individuale  e la personalità sono concetti illusori
69. Non esistono cibi impuri
70. La ragione non ha valore. Il problema scientifico è qualcosa di accessorio
71. Il bene e il male sono concetti relativi
72. Lo stadio più evoluto dell’umanità è quello in cui la scienza sostituisce la religione
73. Dio è proiezione dell’uomo
74. Il peccato è in realtà l’ignoranza
75. L’uomo non è un individuo
76. Il vuoto è ciò che deve dare senso a tutto
77. E’ consentito picchiare la moglie se si teme la sua ribellione
78. Una donna può essere sposata con più mariti
73. Dio è proiezione dell’uomo
74. Il peccato è in realtà l’ignoranza
75. L’uomo non è un individuo
76. Il vuoto è ciò che deve dare senso a tutto
77. E’ consentito picchiare la moglie se si teme la sua ribellione
78. Una donna può avere più di un marito
79. E’ proibito ad una donna entrare in Chiesa durante il ciclo mestruale
80. Il Papa è infallibile quando si pronuncia in materia di fede “ex cathedra”
81.  Sposarsi senza volere figli non è ammissibile e invalida il matrimonio
82. La tendenza omosessuale non è peccato
83.  Non ci deve essere nessuna norma sessuale
84 Dio una volta era un uomo e adesso vive sulla stella Kolob
85. Bisogna sempre indossare delle mutande sacre
86. Dio  non concede il libero arbitrio all’uomo, essendo ogni atto (compreso quello umano) creato da Dio
87.  Non ci deve essere alcun clero in una religione

 

88. Dio è  la natura stessa di cui l’uomo fa parte, il ciclo perpetuo che provoca il mutare e il divenire di tutte le cose.

 

89. Dio si è scelto un popolo con cui allearsi

 

90. Non bisogna mangiare cibi salati perché causano la lussuria

 

91. Il sesso è sacro e ci devono essere rituali sessuali

 

92. Solo pochi andranno in Paradiso. Appena 144.000

 

93.  Non bisogna studiare molto e andare all’Università

 

94. Il peggiore peccato è la lussuria

 

95. Bisogna avere delle missioni nei Paesi poveri che aiutano gli altri anche se non sono della mia religione

 

96. Non bisogna distinguere laico da profano e Stato da Religione

 

97. Nella prossima vita potrei essere donna perché ho fatto qualcosa che non va in questa vita

 

98. L’unica religione gradita a Dio è la mia. Gli altri non sono dei veri credenti

 

99. La sincerità porta alla verità. La sincerità è saggezza, che unisce l’uomo e il divino in un tutt’uno

 

  1. La natura è sacra, in quanto espressione del divino
  2. Sono fatalista
  3. Credo che Dio si prenda cura personalmente di me con

la sua provvidenza

 

  1. E’ più importante agire bene che credere bene
  2. Non esiste un sé personale. E’ solo un’idea immaginaria
  3. Si apprende per amore di se stessi, non per amore degli altri
  4. Credo nell’azione passiva. Lascia che sia
  5. Sposarsi e procreare è un dovere
  6. La verità sta nella totalità che si può conoscere solo intuitivamente, indipendentemente dall’uso dei sensi
  7. Le icone sono il più importante oggetto di venerazione
  8. La sottomissione a Dio deve essere il cuore della mia religione
  9. Mi considero un figlio di Dio
  10. Mi considero un servo di Dio
  11. La fede è sufficiente per salvarsi
  12. Bisogna credere solo a ciò che è scritto chiaramente nella Bibbia
  13. Il Papa è il successore dell’apostolo Pietro
  14. L’anima deve purificarsi prima di entrare in Paradiso
  15. L’anima deve dissolversi per essere libera
  16. Non bisogna farsi immagini di Dio
  17. Maria di Nazareth, la Madonna, è la figura più importante dopo Gesù Cristo
  18. Le donne hanno più fede degli uomini
  19. Mi sento parte di un popolo eletto da Dio
  20. La religione senza la scienza è cieca. La scienza senza la religione è zoppa
  21. Bisogna leggere la Parola di Dio letteralmente intendendo ogni brano come fatto storico e indiscutibile
  22. Picchia tua moglie una volta al giorno. Tu non sai perché, ma lei sì.
  23. Devo tenersi buoni gli déi per ottenere ciò che voglio

Profili:

La Religione giusta per te se hai risposto “sì” alle domande:

 

Ebraismo (ortodosso)

39, 41, 49, 89, 107, 118, 120, 121

Islam

26, 33, 39, 64, 65, 66, 67, 70, 77, 86, 87, 96, 98, 110, 112, 118, 123

 

Cristianesimo protestante

11, 19, 39, 52, 64, 65, 66, 69, 82, 16, 41, 87, 95, 102, 111, 113, 114, 123

Cristianesimo cattolico

11, 19, 39, 52, 64, 65, 66, 69, 80, 81, 82 ,16, 41, 95, 102, 111, 115, 116, 119, 122

Cristianesimo ortodosso

11, 19, 39, 52, 64, 65, 66, 69, 79, 16, 41, 102, 109, 111, 123

Induismo

1, 2,  17, 42, 50, 54, 64, 17,32,90, 91, 97, 101, 103, 117

Buddhismo

2, 31, 37, 42, 44, 50, 68, 78 (Tibet), 64, 17, 97, 101, 104, 117

Confucianesimo

45, 76, 105, 106, 124

Shintoismo

15, 24, 83, 99, 100

Testimoni di Geova

40,  92, 93

Mormoni

43, 84, 85, 94

Taoismo

88, 108, 125

Nessuna Religione / Ateismo

3,4, 5,6 10,12,15, 23, 27, 28,29, 30, 40, 42, 43, 55, 2, 73, 64

Giorgio Nadali

direttore@oltre.online


La simbologia sessuale buddhista tibetana e gli altri simbolismi sessuali delle religioni. V.M. 18

 Lao Tzu, fondatore del Taoismo diceva: «La gentilezza delle parole crea fiducia. La gentilezza dei pensieri crea profondità. La gentilezza nel donare crea amore». Fatto sta che le religioni mondiali usano spesso il simbolismo sessuale in miti e metafore, riti e rituali, storie e sculture, come mezzo per esprimere la relazione con il trascendente.

Un simbolo chiave nel Buddhismo tibetano Vajrayanico è la figura yab-yum, una coppia di divinità maschile e femminile intenti in un’unione sessuale, la quale rappresenta la nozione basilare buddhista che la saggezza e la compassione devono congiungersi per ottenere il nirvana. I seguaci più avanzati del Buddhismo tibetano possono anche usare la “mente beata” dell’orgasmo sotto condizioni disciplinate per comprendere la verità attraverso la “mente della luce chiara”. Nell’orgasmo la mente diviene completamente assorbita e la solita mente concettuale, le apparenze che la accompagnano si sciolgono lasciando la realtà fondamentale. Qui un vento fisico, piuttosto che una scultura, un dipinto o un’immagine, fornisce un simbolismo sessuale che punta verso il trascendente. In molte tradizioni – con eccezione del Buddhismo – il simbolismo sessuale religioso è unito con il linguaggio dell’amore, collocando questi simboli nel contesto di un amore che trasforma.

Gendün Chöpel è l’intellettuale più controverso del Buddhismo tibetano, autore del «Trattato sulla passione». Questa guida sessuale rivolta ai laici combina i classici erotici indiani come il Kamasutra con la cultura buddhista Vajarayana. Chöpel sostiene l’uguaglianza sociale per le donne, la valorizzazione del piacere sessuale femminile e l’esplorazione sessuale in un’etica di sostegno dell’amore. La sua prospettiva tantrica vede l’attività sessuale comune come base per un possibile sviluppo di una straordinaria intuizione, ponendo l’accento sulla compatibilità del piacere sessuale con l’intuito spirituale. Chöpel spiega che le sessantaquattro arti dell’amore intensificano il desiderio e l’orgasmo e possono aprire una porta sull’esplorazione della natura della coscienza. Nell’orgasmo la natura chiara della mente è più percepibile e questo sottile livello di coscienza dissolve l’apparente solidità delle percezioni ordinarie, sino a che anche il desiderio stesso viene trasceso. Le evocative descrizioni delle tecniche e posizioni sessuali fatte da Chöpel sono accessibili, giocose, femministe e un adattamento istruttivo degli alti ideali buddhisti alla vita di tutti i giorni.
L’Induismo ha quattro principi fondamentali : dharma (legge morale), kama (piacere), artha (potere, beni materiali), mokṣa (liberazione dalle rinascite). I testi che si occupano del kama compresi il Kamasutra di Vatsyayana (monaco che viveva in castità assoluta, ma dotato di viva immaginazione – 300 d.C.) descrivono il piacere sessuale invocando parole come rasa (gusto estetico), bhava (atteggiamento emotivo), rati (passione), priti (amore), raga (attaccamento) e samapti (orgasmo). Un’altra parola sanscrita molto usata per descrivere il principio del piacere sessuale è bhoga (godimento) e si riferisce anche ad altri situazioni come il consumo di cibo. Il piacere va vissuto in gioventù, preferibilmente nella grhastha-asrama (vita matrimoniale) per donare la vita. Il matrimonio può essere celebrato (e non consumato) anche da bambini. Dopo aver assolto gli obblighi genitoriali è possibile abbracciare la vita ascetica celibataria (samnyasa-asrama).

Lo Zohar, un testo ebraico cabalistico caratterizza l’idea ebraica della sacralità del sesso suggerendo che l’Essenza Divina “riposa sul letto nuziale” quando la coppia è “unita nell’amore e santità”. Nell’Induismo un linga (pene) come il Shiva linga di marmo del famoso tempio Kandariya Mahadeva di Khajuraho (India) è collocato nel garbhagriha (luogo più interno del tempio indù) per ricordare al devoto che la completezza assoluta dell’unione dei principi maschile e femminile. Lo stesso simbolismo è usato nell’Ebraismo (Zohar) perché la Shekhinah (presenza divina) si rivela al lettore della Torah (l’amante) come fanciulla nascosta in una camera segreta del palazzo, come la garbhagriha indù. Nell’Induismo il linga (pene) che posto al centro della yoni (vagina) nello linga-yoni dei templi rappresenta l’unione del dharma (legge) con la shakti (potere) e tutta la shakti (con soddisfazione delle lettrici) è sempre femminile. Il grembo punta al Brahman (la realtà ultima) e il linga-yoni punta alla generazione della vita da Brahman e l’unione ultima in Brahman dei diversi elementi apparenti del mondo, maschile e femminile.

Nell’Islàm le houris, fanciulle che allietano i devoti maschi in paradiso hanno il nome di Dio scritto su un seno e il nome del marito sull’altro [o eventualmente sino a quattro nomi dei quattro mariti su un seno?

Anche nel Cristianesimo la simbologia sessuale non manca, soprattutto presente nel Cristianesimo medievale delle “spose mistiche” come Santa Teresa d’Avila. Bernini rappresenta nella sua Estasi di Santa Teresa l’incontro con Dio che le appare come angelo con una lancia. Tradizionali simboli fallici sono la lancia, la freccia e il serpente e nel caso di Angela da Foligno di una falce che la riempie con inestimabile sazietà.

Unito al linguaggio dell’amore il simbolismo religioso sessuale evoca anche la reciprocità della relazione, il desiderio di divenire complementari al divino, com’è evidente nella nozione ebraica di sesso sacro, nell’iconografia indù della coppia divina come Shiva e Parvati o Krishna e Radha, ma anche nella simbologia dello yin-yang taoista.
La Sahajiya, una setta tantrica del Bengala usa il coito rituale (maithuna). Lo scopo del sesso rituale di Sahajiya è di trasformare il desiderio (kama) in amore (prema) e va fatto con una parakiya, una donna non sposata o impegnata con un altro. Non vi è però eiaculazione perché il seme va diretto in altro verso la susumna nadi (canale del corpo che collega i chackra, punti vitali) al sahasrara padma dove viene goduta la beatitudine di Radha e di Krishna.

L’enorme varietà nell’uso del simbolismo sessuale è evidente, ma non è usato allo stesso modo in tutte le religioni. Nell’Induismo e nel Cristianesimo le immagini sessuali servono come puntatori verso una realtà trascendente, mentre nel Buddhismo sono strumenti per svuotare la mente e raggiungere il nirvana la “pienezza dello svuotamento”. Un aspetto importante delle tradizioni asiatiche è il posto preminente che viene dato al femminino sacro, forse in parte perché la religione induista proviene da culture agresti più orientate verso le donne. Vi è un contrasto con le culture maschili del Medio Oriente, all’interno delle quali sorse il monoteismo occidentale orientato verso i maschi, dove predomina il modello di maschio come pastore. In ogni caso, nonostante questa evidente diversità vi è un “estetico erotico” nell’utilizzo umano del mito e del simbolo, della danza e della musica, della storia e della teologia, della pittura e della scultura che puntano verso il divino.

Le immagini erotiche si sono trasferite nella vita monastica cristiana, ma anche nel Giudaismo hassidico, in una rappresentazione erotica dell’incontro tra l’umano e il divino. All’interno della tradizione cabalistica giudaica, nonostante le immagini erotiche non siano usate per rappresentare l’incontro tra umano e divino, come sostiene lo studioso Gershom Scholem, Dio viene visto come il centro della sessualità: «in Dio vi è un’unione dell’attivo e del passivo, procreazione e concepimento, da cui proviene tutta la vita e la beatitudine». Nella tradizione islamica troviamo una simile estetica erotica in Rumi, il più grande dei poeti e mistici persiani. […] Infine un’altra forma occidentale per comprendere la relazione tra umano e divino in chiave erotica si trova nel famoso testo cabalistico mistico giudaico, lo Zohar o “Libro dello Splendore”. Anche se non eroicizza direttamente la relazione tra umano e divino, lo fa indirettamente delineando la stessa Torah come l’amante del lettore devoto alla sua lettura.

Duti puja

Nel tantrismo il duti puja è l’adorazione di una bella donna, che comprende il pancamakara. Il rito noto come pancamakara o dei “cinque essenziali” è officiato con cinque ingredienti che in sanscrito iniziano con la “m” e di cui solo i primi quattro si comprano al supermercato: grano (mudra), pesce (matsya), liquore (madya), carne (mamsa), e rapporto sessuale (maithuna). Viene anche definita come “Eucaristia Tantrica”. Lo scopo del rito è di svegliare i poteri spirituali e di soddisfarli. Sono invocate le divinità: Shiva e Shakti, Mahadeva e Mahadevi, Bhairava e Bhairavi. Le coppie cosmiche.

La coppia siede di fronte ad un fuoco. La donna alla sinistra del suo compagno. Il lato sinistro è infatti femminile, quello destro, maschile. La coppia inginocchiata unisce le mani nel tradizionale gesto di saluto namaste. Gli elementi vengono in parte versati nel fuoco e in parte imboccati alla partner, che rappresenta la divinità. Fatto questo la coppia gira intorno al fuoco tre volte e mezza, tante quante le spire della kundalini, l’energia sessuale. La donna è ritualmente elevata e purificata allo stato delle dee (Devi) mediante la meditazione e il nyasa. Il nyasa è il rituale che pone delle preghiere (mantra) o lettere sul corpo mediante il tocco o la visualizzazione, rendendolo divino e riempiendolo col potere della Shakti (il potere creativo di Shiva rappresentato dalla sua consorte). Poi ogni parte del corpo della donna viene adorata, in particolare il volto, i seni e l’organo genitale (yoni). Le sono offerti alcol, carne cotta e pesce. Il rituale culmina con il rapporto sessuale (maithuna) dell’adepto con lei. Nel coito (maithuna) la donna deve avere il controllo. L’unione è simbolica dell’unione del dio Shiva con la sua Shakti. Il maithuna rappresenta lo stato assoluto di beatitudine.

In contrasto con la concezione occidentale, nella tradizione asiatica le femmine e quindi le devi sono viste come attive, immanenti e accessibili, mentre le divinità maschili tendono ad essere passive e (come in Occidente) trascendenti e non facilmente accessibili. Da ciò deriva la forma iconografica più importante dell’Induismo, il linga/yoni shivaita, è sia una forma iconografica parziale con un volto sul linga [pene], sia una forma aniconica che simboleggia l’infinito. In maniera significativa in questa immagine estetica erotica il linga si erge dalla yoni mettendo in evidenza un simbolismo generativo più profondo all’interno del simbolismo sessuale e illustra la fondamentale dottrina induista per la quale tutto il potere è femminile (ad esempio la shakti) e di conseguenza l’energia maschile non è incipiente, ma costantemente reindirizzata dall’energia femminile.

Le tradizioni cinesi condividono una visione simile dell’estetico erotico nella complementarietà dei principi maschili e femminili dello yin e yang. In questa visione è importante che tutto lo yin ha un po’ di yang e viceversa. Perciò lo yin [femminile]e lo yang [maschile] sono interdipendenti e l’ideale è di evitare la contrapposizione e ottenere un bilanciamento tra loro. Nelle tradizioni cinesi, il Taoismo aggiunge anche l’idea della Grande Madre e che la femmina ha un’inesauribile forza vitale che può dare nell’unione.
L’uso del simbolismo sessuale non significa che Dio abbia un corpo, ma deve esserci qualcosa di letterale nel simbolismo e questo implica che Dio può essere letteralmente concepito sia come personale sia come sessuato.

Giorgio Nadali

direttore@oltre.online

Giorgio Nadali, “Sessualità, Religoni e Sette. Amore e Sesso nei Culti mondiali”, Armando Editore, Roma, 1999

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