La scienza e il vizio. Morale o cervello?

cervello

di Giorgio Nadali

La neuroetica dice che il vizio non esiste. La filosofia e le religioni sì. Chi ha ragione?

Il Canton Ticino è un posto relativamente sicuro. I reati più comuni in Ticino sono il falso in documenti, la truffa, l’appropriazione indebita, l’amministrazione infedele e il riciclaggio di denaro. L’anno scorso sono aumentati del 24% i reati finanziari. Gli arresti sono stati 28, le inchieste 267 e 178 le perquisizioni. All’aeroporto di Zurigo-Kloten sono stati sequestrati 175 chili di droga nel primo trimestre 2016.

Cosa c’è dietro i comportamenti cattivi?

La neuroetica è un nuovo ambito della ricerca caratterizzato da rilevanti implicazioni per quanto riguarda le prospettive etiche, la giustizia, la conoscenza della persona. Dopo gli esperimenti di Libet un gran numero di ricerche è stato dedicato, in campo neurofisiologico, a temi legati alla questione del libero arbitrio e alla dinamica dei processi decisionali.

La neuroetica dice che il vizio non esiste. La filosofia e le religioni sì. Chi ha ragione? L’ho chiesto al dottor Michele Sforza, psicologo esperto di neuroetica, direttore del Ce.S.Te.P., Centro per lo Studio e la Terapia delle Psicopatologie, di Appiano Gentile (Como).

La nostra decisione conscia, e apparentemente libera, di compiere un’azione può essere preceduta di ben dieci secondi da eventi cerebrali che determinano causalmente quell’azione.

Dottor Sforza, è vero che il vizio non esiste?

Il vizio esiste. È una cattiva abitudine ripetuta nel tempo di attività gratificanti. La caratteristica del vizio è che a fronte di una gratificazione porta anche delle conseguenze negative. Spesso la si confonde con la dipendenza.

Che differenza c’è tra vizio e dipendenza?

Il vizio è sempre sotto il controllo volontario della persona – è una cattiva abitudine – la dipendenza non è più sotto il controllo della persona e si autonomizza comandando sulla persona che è diventata dipendente. Non può più smettere neanche se lo vuole.

È difficile il confine…

In alcuni casi il confine è molto chiaro, in altri è più difficile. In altri la persona non smette non perché non può, ma perché non vuole. Non vuole smettere perché gli piace.

Questo è un vizio?

È una bugia che uno racconta a se stesso

Siamo veramente liberi nelle nostre scelte?

Abbiamo una certa quota di libertà nelle nostre scelte. Abbiamo delle opzioni e le nostre scelte vengono fatte in relazione al nostro patrimonio biologico, alla nostra situazione rispetto all’ambiente, al nostro dna… Un’altra quota è limitata dal fatto che noi abbiamo determinate caratteristiche. Siamo in qualche maniera determinati dal nostro patrimonio personale. Un assassino è colpevole o non perseguibile? Questo apre diversi problemi anche dal punto di vista giuridico. Questo discorso è ancora tutto in fieri. È un tema apertissimo.

Ma è giusto che ci siano delle pene giuridiche?

Ora sì perché non abbiamo una conoscenza sufficiente del cervello umano. Quando avremo non solo una conoscenza, ma anche la capacità di modificare il cervello umano per evitare quei comportamenti, allora molto probabilmente tutta la giurisprudenza cambierà totalmente.

Bontà e cattiveria umana sono prodotti della mente o sono scelte?

È un tema in grande discussione. L’atteggiamento altruistico alla base della bontà all’interno del proprio gruppo sociale viene considerato un elemento importante ai fini della sopravvivenza, perché si è visto che la cooperazione, perché favorisce tutto il gruppo. Vengono definiti dalla neuroscienza come meccanismi  favorevoli alla sopravvivenza. Siamo a metà tra natura e cultura.

Esiste il ibero arbitrio?

Il libero arbitrio totale non esiste perché vorrebbe dire no avere nessun condizionamento.

Esiste secondo Lei una ”colpa” per il vizio? 

La colpa è il dolore che uno prova quando, accettando le proprie responsabilità, si rende contro che il proprio atto hanno conseguenze negative. Ma se non lo trova negativo non proverà senso di colpa.

Allora mi sta dicendo che il vizio è un fatto culturale. Se la persona pensa di non avere un vizio allora non ce l’ha?

Quella persona non proverà colpa. La colpa è uno stato d’animo. Però sul piano culturale c’è il fatto di come noi consideriamo determinati comportamenti in un certo momento storico e quella società ritiene negativo quel comportamento, allora quel comportamento lo colpevolizza.

Il pedofilo è un vizioso?

Il pedofilo può andare da una cattiveria sino ad una vera e propria compulsione, cioè una vera malattia. Noi lo riteniamo culturalmente colpevole, ma il suo sentirsi in colpa dipende dal fatto se lui si renda conto del suo comportamento come negativo oppure no.

Perché si prendono dei vizi?

Perché ci sono cose che fanno piacere. Molte delle cose che fanno piacere tendono a farci ripetere nel continuare a usarle anche sforando quelli che sono i limiti. So che sto esagerando, ma non voglio fermarmi. Invece chi una dipendenza non può  fermarsi.

Che differenza c’è tra vizio e bisogno?

Il bisogno è un fatto fisiologico, ma non è detto che tutti i bisogni decida di soddisfarli tutti.

Se un uomo ha bisogno di andare con tante donne è un bisogno o un vizio?

Può essere anche un desiderio. La persona decide se farlo o no in base a una serie di “comandamenti” personali, religiosi, culturali.

Quindi è un vizio solo per la cultura

È un vizio per come noi consideriamo una certa cosa

Quindi il bisogno si scontra con le esigenze sociali?

Sì, bisogna conciliarli

Perché certe persone cadono nella dipendenza?

Vi sono predisposizioni dovute a fattori psicologici, biologici e sociali. La dipendenza è una malattia vera e propria

Quindi non c’entra con la maturità della persona…

No, l’impulso è molto più forte della volontà

Allora anche una persona forte e matura può cadere nella dipendenza?

Se una persona forte e matura ha nel cromosoma 11 l’allele 1, allora ha il rischio che la sua ricerca del comportamento o della sostanza vadano al di là della volontà. Il desiderio è nella parte più antica del cervello, quella che non passa neanche attraverso la volontà

Lo stupratore è un delinquente o un compulsivo?

Gli aspetti della compulsività, della dipendenza si possono misurare. Lo psichiatra vede se c’è una dipendenza o no

Allora dal punto di vista neuroetico esiste la cattiveria?

Non credo che uno voglia essere cattivo. Uno è cattivo

Perché?

Non lo sappiamo. È cattivo chi infligge una sofferenza agli altri per il suo interesse. Magari tra cento anni le persone cattive saranno definite con una diagnosi di non aver sviluppato una certa area celebrale

Perché uno è cattivo  e un altro no è un fatto di valori?

In parte di educazione ai valori, in parte biologico, in parte sociale

Alcune religioni insistono sulla colpa. Esiste?

Come psichiatra la colpa è uno stato d’animo soggettivo. Va distinto il piano soggettivo e il piano oggettivo

Quindi se una persona è egocentrica va bene per la psicanalisi? Non è immaturo?

Una persona potrebbe essere non oblativa [cioè non dà nulla agli altri] senza avere problemi. Il narcisismo è invece una caratteristica patologica

Quindi la psicoanalisi dice che non si può essere narcisisti?

Sì, perché si sta moto male

Esistono comportamenti contro natura?

Noi siamo nella natura. Ciò che facciamo è espressione della natura

La felicità è un fatto soggettivo?

Da cosa dipende?

La nostra storia è quella che ci costruisce e può cambiare

Qual è il ruolo delle emozioni nelle nostre decisioni?

Le emozioni sono importantissime nei processi motivazionali. Nascono prima che la persona se ne renda conto. L’insieme di emozioni e raziocinio a parte del grande meccanismo della scelta.

Esistono emozioni limitanti e altre che ci spingono in avanti?

Sì, la depressione, la paura, il pessimismo, il piangersi addosso. Mentre altri aspetti come gli ideali, gli affetti portano a gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Se la biochimica è la stessa, perché certe persone hanno successo e altre no?

Vi è un insieme di condizioni che permettono di affrontare bene una certa situazione