Nero Medioevo. Le supersitizioni dell’Età di mezzo (Focus Storia 114)

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di Giorgio Nadali

 

La superstizione mette il mondo intero in fiamme, la filosofia le spegne, scriveva Voltaire. Molte delle nostre superstizioni provengono dal Medio Evo. Oggi quasi sei italiani su dieci (58%) fanno gli scongiuri se un gatto nero attraversa la loro strada e sono attratti da diverse credenze irrazionali. In Europa in quanto a superstizione  siamo al terzo posto dopo lettoni e cechi.

 

Lanciare una moneta ed esprimere un desiderio

 

Visitate qualsiasi fontana famosa o un pozzo dei desideri e vedrete tante monete scintillare sul fondo. Nei tempi antichi piscine e pozzi erano pensati per venerare spiriti e divinità, per cui la gente gettava offerte in denaro nell’acqua acqua per garantirsi fertilità e successo. Durante il periodo medievale molte antiche sorgenti sacre sono state associate ai santi, che progressivamente hanno poi sostituito gli spiriti dell’acqua. In epoca pre-cristiana la gente correva alle fonti nella speranza di trovare cure o buona fortuna gettando nelle vasche le offerte in denaro al santo, che poi andavano invece a benedire le casse del vescovo del luogo.

 

Lancio della giarrettiera della sposa

 

Molte spose indossano una giarrettiera sotto i loro abiti da sposa. Nei tempi antichi, gli abiti da sposa erano considerati benedetti. Gli ospiti del matrimonio cercavano di strappare un pezzo dell’abito per garantirsi buona fortuna. Gradualmente l’attenzione si focalizzò sulla giarrettiera, un simbolo di sessualità e di fertilità. In epoca medievale e Tudor, gli uomini non sposati lottavano per accaparrarsi la giarrettiera della sposa per assicurarsi una moglie bella e fertile. Gli scapoli assalivano la povera sposa mentre stava all’altare, gettandola a terra e strappandole le giarrettiere durante la cerimonia nuziale. La chiesa protestò e l’usanza si evolse. Il compito di rimuovere la fortunata giarrettiera  passò allo sposo, che poi la gettava dalla finestra della camera nuziale agli uomini che stavano sotto in attesa gridando parole di incoraggiamento.

 

Taglio della torta nuziale

 

In epoca romana la torta nuziale era fatta di grano, frutta, noci e miele – simboli di ricchezza e fertilità. La torta veniva divisa sopra la testa della sposa, per garantire un matrimonio fertile e prospero. Gli ospiti si davano da fare per raccogliere le briciole di buona fortuna. Ancora oggi dei piccoli pezzi di torta nuziale vengono riservati per gli invitati che non hanno potuto partecipare allo sposalizio. Alcune spose moderne stanno tornando alla consuetudine medievale di avere diverse torte individuali, invece di un’unica grande torta. In origine si trattava di panini di frutta, ammucchiati in alte pile, che gli sposi dovevano saltare senza farli cadere per assicurarsi un matrimonio felice e fertile. Nell’epoca Tudor, lo pila si trasformò in un’unica torta a più livelli, tagliata dalla sposa, di solito con la mano dello sposo sulla sua, nella convinzione che se la sposa non fosse riuscita a tagliare la prima fetta, il matrimonio sarebbe stato senza figli. Ancora oggi lo sposa taglia la torta nuziale con la mano dello sposo sopra la sua.

 

Carne del diavolo

 

Nel primo  millennio dell’era cristiana la festa settimanale dedicata al dio vichingo Odino era una celebrazione comune molto vivace e popolare in Gran Bretagna e in Scandinavia. La chiesa trovò impossibile impedirla. Nel 732 d.C., nel tentativo di spazzare via questa pratica, Papa Gregorio III incaricò Bonifacio di vietare l’alimento pregiato che era al centro di questo festival pagano: la carne di cavallo. La chiesa dichiarò che la carne di cavallo era la carne del diavolo, e chiunque l’avesse mangiata sacrificava agli dei pagani. La convinzione crebbe tra coloro che mangiavano questa carne pagana credendo che sarebbero stati colpiti da malattie o terribili disgrazie. Questa superstizione è una delle ragioni per cui gli inglesi ancora oggi ritengono la carne equina difficile da digerire.

 

 

Bacio sotto il vischio

 

Dal periodo sassone, se vischio veniva appeso sopra la porta o sopra un focolare significava un giuramento sacro:  il padrone di casa non avrebbe ucciso i suoi ospiti, anche se erano nemici mortali, e li avrebbe difesi contro gli attacchi per tutto il tempo che rimanevano sotto il vischio. L’uso del vischio è stato spesso utilizzato nelle  grandi feste, come il solstizio d’inverno, quando erano frequenti disordini dopo le grandi bevute. Secondo la mitologia greca, le bacche gemelle del vischio rappresentano i testicoli di Urano, che furono recisi e caddero in mare, diventando il sangue e la schiuma bianca dalla quale nacque Afrodite. Nella leggenda nordica, il vischio era dedicato a Frigga, una dea dell’amore. Ancora oggi nel bacio sotto il vischio, ciascuno rimuove una bacca.

 

Rompere uno specchio

Secondo la tradizione, rompere uno specchio è un modo sicuro per condannare se stessi a sette anni di sfortuna . La superstizione sembra nascere dalla convinzione medievale che gli specchi non solo riflettono la nostra immagine, ma posseggono alcune parti della nostra anima . Questa convinzione ha portato le persone a coprire gli specchi in casa quando qualcuno moriva, per timore che l’anima del defunto rimanesse intrappolata all’interno dello specchio. Come il numero tre, il numero sette è spesso associato con la fortuna. Sette anni sono un tempo lungo di sfortuna! Questo spiega le contromisure per liberarsi dalla sfortuna dopo aver rotto uno specchio. Per questo se vi capita di rompere uno specchio recatevi al cimitero più vicino e toccate una lapide qualsiasi con un pezzo di specchio rotto, poi riducete in polvere tutti gli altri frammenti di specchio. Possibilmente senza farvi vedere!

 

Carri funebri, starnuti e gatti neri

 

Porta male vedere un carro funebre vuoto. Nel tardo Cinquecento – periodo della pestilenza –  giravano per le città carri funebri vuoti per raccogliere i morti.  Quando arrivavano  carri funebri vuoti, nel quartiere vi era sgomento perché tutti pensavano che presto sarebbe potuto toccare a loro. Tutti toccavano ferro e facevano scongiuri L’Inghilterra medievale era governata dalla religione, dal mito e dalla superstizione. Alcune delle superstizioni del Medioevo inglese sono ancora vive oggi.  Chi non ha mai detto “salute!” a chi ha starnutito? Questa è un’altra delle superstizioni che sopravvive dal Medioevo. In un momento vulnerabile, come quando qualcuno starnutisce, il diavolo potrebbe entrare nel corpo. Nell’originale inglese l’augurio infatti è “Bless you!”, cioè “Dio ti benedica!”. E che dire dei simpatici felini corvini? Il collegamento tra i gatti neri e stregoneria si è formato nel Medioevo, durante i tempi della caccia alle streghe. Questo legame ha diverse origini possibili. Il gatto poteva trasmettere malattie al proprietario. Si pensava che il gatto e la sua proprietaria fossero la stessa cosa e che una strega fosse in grado  di cambiare se stessa in un gatto nero. La conseguenza fu la strage di poveri gatti neri insieme a coloro che erano sospettati di stregoneria. Questa superstizione è sopravvissuta sino ad oggi.

D’altra parte – come diceva Spinoza – la superstizione è sostenuta esclusivamente dalla speranza, dall’odio, dall’ira e dall’inganno, dato che essa trae la sua origine non dalla ragione, ma dalla sola sensibilità e per di più da una appassionata sensibilità.