El Tio. Il demone dei minatori boliviani

Nelle miniere boliviane El Tio (“lo zio”) è il nome familiare dello spirito delle montagne. È associato col diavolo della tradizione cristiana. El Tio è la figura centrale della vita rituale delle comunità di minatori boliviani. A Cerro de Potosì (Bolivia) i minatori sono cattolici e credono sia in Gesù Cristo, sia a El Tio. In ogni miniera non può mancare il suo feticcio di argilla, dal tipico aspetto diabolico, seduto in una nicchia accanto alle aree di lavoro. Due tipi di offerte sono fatte a El Tio: la ch’alla e la k’araku. La prima è una visita sociale, durante la quale i minatori si siedono, bevono insieme, fumano e usano cocaina offrendole al feticcio.

Il rito è praticato ogni martedì e venerdì mentre entrano in miniera. L’immagine di El Tio è adornata con drappi colorati e le sono poste delle sigarette in bocca. Poi i minatori spruzzano sul feticcio del liquore, gli offrono foglie di coca e accendono le sigarette a lui offerte. In cambio “lo zio” demoniaco assicurerà protezione, salute e fortuna ai lavoratori della miniera. La k’araku è un’offerta più solenne fatta da uno sciamano (yatiri) per placare El Tio dopo un incidente minerario. Il rito si svolge a Potosì (Bolivia) il primo di agosto. Vengono anche sacrificati dei lama. Il loro sangue è sparso all’ingresso delle miniere, sui macchinari di estrazione e sulle rocce della vene estrattive. Spesso il cuore del lama, oppure un suo feto essicato comprato per l’occasione viene bruciato ai piedi di El Tio. Poi i minatori escono e mangiano le carni dei lama sacrificati. Vi è anche una danza, la diablada (diavolata) eseguita durante il carnevale di Oruro, in onore della Vergine dei minatori (Virgen de la Candelaria). Questa danza colorata con costumi e maschere diaboliche è protetta dall’UNESCO come patrimonio orale immateriale dell’umanità. El Tio appare nel finale del video musicale «La La La» del 2013 di Naughty Boy e Sam Smith girato nella miniera di Potosì.

Giorgio Nadali