La Vergine di La Salette

 

L’apparizione del 19 settembre 1846 fu unica e relativamente breve: forse meno di mezz’ora; ma essa segnò profondamente tutta la vita dei veggenti, peraltro tormentati e perseguitati. Il messaggio che essi ricevettero consiste anzitutto nelle lacrime silenziose della Vergine sul peccato con cui il mondo si autodistrugge: messaggio fondamentale che ebbe un’ampia eco, fino a raggiungere i vertici della Chiesa (Pio IX e Leone XIII), e venne sostenuto dai grandi intellettuali convertiti che fecero passare un soffio cristiano nella intelligentia e nella cultura francese agli inizi del XX secolo: Huysmans, Léon Bloy e il suo figlioccio Jacques Maritain, Verlaine, Péguy, Claudel, Massignon, Bernanos. Fu pure un segno di contraddizione, soprattutto per i segreti di cui il Sant’Uffizio proibì di parlare per calmare le acque e i veggenti. Il vescovo di Grenoble, Mons. de Bruillard, li stimava, ma il suo successore, uomo di potere e di grande senso politico, che fu nominato dall’entourage del futuro Napoleone III poco dopo il suo colpo di Stato, escluse e perseguitò i veggenti, il cui segreto stigmatizzava l’imperatore aquilotto spennato”, diceva Maximin), che in seguito sarebbe stato l’alleato di nella lotta contro il Papa”. Così egli dichiarò: «Con i pastorelli è finita, comincia la Chiesa». Da allora la tradizione ufficiale ha oppresso i veggenti fino al centenario incluso. Il libro storico di base dichiarava Melanie isterica, in un clima che il futuro Giovanni XXIII, allora Nunzio apostolico in Francia, pacificò venendo a celebrare il centenario; e si trattò di una lunga polemica, bloccata dal decreto che imponeva il silenzio, tra i difensori del segreto — il cui testo autentico resterà sconosciuto fino alla soglie del terzo millennio — e coloro che lo consideravano una divagazione dei veggenti. Il testo ufficiale del segreto, registrato secondo tutte le forme giuridiche da Mons. Genouilhac, fin dal 1851, portato a Pio XII e scoperto da Michel Corteville, ha permesso di far luce su questo problema. Lo scopritore del segreto ha sostenuto nella sua tesi di mille pagine, dibattuta alla Gregoriana, che una banca dati permette di affrontare da vicino tanti problemi discussi; il bilancio della conclusione è stato tratto, con l’appoggio di tutti i testi chiave, nel volume di sintesi pubblicato nel 2002 da R. Laurentin e M. Corteville (Parigi, Fayard). Questo libro dimostra soprattutto la sincerità dei veggenti, disuguale nel fondo di loro stessi, ma la cui vita è stata tutta spesa nell’impegno a rispondere alla missione affidata loro dalla Vergine: «Fatelo conoscere al mio popolo». Maximin, morto da giovane, non poté realizzare la sua vocazione sacerdotale e poi medica, né il suo ripiego su un commercio di elisir aperto con l’aiuto malevolo di un socio disonesto. Melanie, dopo essere stata esclusa da La Salette ed esiliata in Inghilterra, si recò in Grecia e in Italia dove trovò un’ampia attenzione. Essa venne adottata dal beato Annibale di Francia come cofondatrice del suo Ordine, il quale, a questo titolo, volle che fosse sepolta nella cappella delle religiose che con lei aveva fondato. Nella sua diocesi si attende la sua canonizzazione. I volumi dimostrano, infine, sulla base di documenti incontestabili, che Melanie fu una vera mistica e che i due veggenti ebbero il merito raro di restare umilmente fedeli alla fede, all’obbedienza, alla discrezione, evitando le polemiche. Essa è stata fatta oggetto delle stesse azioni negative che conobbero anche tutti coloro i quali, con prove e fondamenti storici ben inferiori, hanno difeso i veggenti e la loro coerenza in mezzo a persecuzioni incoerenti. Questa breve voce si basa su documenti inediti, i fondamenti storici che ristabiliscono le prove di fondo e in sostanza definitive, del messaggio de La Salette, la verità dei veggenti, le ragioni diffamarli sino ad che hanno indotto a oggi, studio storico ha resistito a Questo stia ogni contestazione. Gli avversari si sono limitati a nasconderne il contenuto e a ridurlo a una battaglia di retroguardia del fanatismo. Bloy e Maritain, quest’ultimo anche ambasciatore di Francia presso il Vaticano, e malgrado la grande stima di Paolo VI nei suoi confronti, non riuscirono a ottenere di pubblicare i volumi accertati che egli aveva redatto senza aver ancora i documenti essenziali per la difesa di La Salette e dei veggenti. L’evocazione dell’unica apparizione. Il 19 settembre 1846 Melanie Calvat (quattordici anni) e Maximin Giraud (undici anni), due pastori di Corps, salgono insieme agli alpeggi del villaggio di La Salette. Colgono dei fiori, costruiscono una casetta di pietre, mangiano «pane e formaggio», poi s’addormentano contrariamente alla regola e all’abitudine. Verso le tre del pomeriggio Melanie si sveglia di colpo: dov’è il gregge? Uscendo dal vallone, scorgono due mucche accovacciate più in su; poi tornano ai loro sacchi. Melanie percepisce allora una luce viva, e chiama Maximin. Egli viene da lei, e a sua volta vede la luce: ambedue discernono progressivamente una signora. È seduta, la testa tra le mani; ma raddrizza la testa, tutta in lacrime, e li guarda: «Avvicinatevi, dice, non abbiate paura! Sono qui per darvi una grande notizia». Si alza, il suo costume è insolito: sul suo petto splende un crocifisso, Poi il messaggio, di cui ecco i punti essenziali: «Voi, contadini, lavorate di domenica, voi carrettieri bestemmiate il nome di Dio. E voi, gli altri, durante la quaresima andate dal macellaio come dei cani. li vostro peccato causerà la perdita dei vostri raccolti: già il grano va a male, le patate marciscono_ lo vi avviso in anticipo come madre vostra: non seminate il vostro grano quest’anno: si perderebbe, e non avreste più nulla. Sta arrivando la carestia, accompagnata dalla malati: essa farà dei morti tra i vostri figli. Da qui le mie lacrime. Da quanto tempo soffro, per voi […], e voi non ci fate caso […] È questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio». Il futuro dipende dagli uomini. La Signora lo dice in un linguaggio immaginifico: «Se essi si convertono, pietre e rocce si trasformeranno in grano, e le patate si troveranno già seminate».

Giorgio Nadali