Ora di Religione a scuola. Patrimonio culturale europeo

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di Giorgio Nadali

www.giorgionadali.it

E’ presente in 22 Paesi d’Europa. In 10 di questi è obbligatoria. Contribuisce a capire la società e la cultura che ci circondano. L’Italia la vuole perché riconosce il valore della cultura religiosa e tiene conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano. Insomma, è l’ora di religione a scuola. Non l’ora dei cattolici (e nemmeno dei credenti), non una succursale del catechismo, non una stranezza italiana o un’ingerenza del Vaticano nella scuola laica italiana. In Svezia e nei Paesi Bassi è obbligatoria, senza possibilità di esonero. Un servizio nella scuola, legato alla cultura e alla storia del proprio Paese. L’Italia vede sempre più alunni stranieri nelle scuole. Alunni che – proprio per integrarsi – hanno bisogno di comprendere meglio la cultura che ha fondato l’Italia e che la permea. La cultura cattolica. E poi – non c’è vera cultura senza religione. E’ possibile essere atei, ma è dura essere ignoranti. Era d’accordo anche un sociologo ateo come Durkheim: “Non esistono popoli conosciuti senza religione. La religione ha dato vita a tutto ciò che è essenziale nella società”.

Nessuno si sognerebbe di eliminare i 59 giorni di vacanza legati al Cattolicesimo. Esattamente 56 festività in meno di quelle esclusivamente laiche  presenti sul calendario. Anche le 52 domeniche provengono dalla cultura cristiana. La domenica è il dominus die, cioè “giorno del Signore”. In russo addirittura la parola domenica significa “risurrezione”. воскресенье.  Solo nei Paesi cristiani è un giorno festivo e di riposo. Nessuno vorrebbe togliere le croci “greche” verdi sulle farmacie o quelle dalle autoambulanze. E nemmeno la grande croce presente sul palazzo più statale d’Italia. Il Quirinale. Allora, l’ora di religione deve rimanere così com’è adesso. Già prevede nei suoi programmi la storia delle Religioni. Un insegnamento laico e slegato dalla Chiesa non è possibile da quando sono state chiuse in Italia le facoltà statali di teologia. Correva l’anno 1861.  Ma non sarebbe nemmeno corretto. Se è la cultura cattolica quella di in gran parte ha fondato l’Italia, allora chi vigila sull’insegnamento della materia deve essere formato e reso idoneo dalla Chiesa cattolica. Con buona pace di laicisti e non cristiani e anche dei fratelli non cattolici.

Ciò non significa che non siano previsti nel programma insegnamenti legati alle altre Confessioni cristiane e alle altre Religioni. Ma si sa. Uno degli sport nazionali italiani – oltre al calcio e alla giustizia colabrodo – è fare figli senza educarli. Meglio passare un’ora in giro per i corridoi o uscire di scuola quando nevica per poi rientrarvi alla fine dell’ora di religione, piuttosto che avere appreso qualcosa in più sulle religioni e essersi confrontati con i propri compagni e l’insegnante. Non preoccupano sono solo i fondamentalismi islamici. C’è il vuoto assoluto del fanatismo ideologico di chi – di fatto – insegna ai figli che la cultura religiosa è decisamente meno importante di Facebook e del Grande Fratello.  Sempre meno studenti – grazie ai loro genitori – la pensano come Paolo Mieli: «Io non sono cattolico, la mia famiglia è di origine ebraica e quando ero a scuola, trentacinque anni fa, ero esonerato dall’ora di religione. […] Da quel momento [l’incontro con un insegnante di religione cattolica capace], per i successivi cinque anni (i due anni del ginnasio e i tre anni del liceo), io rimasi, per scelta, a tutte le lezioni di religione e questo dialogo, a volte puntuto a volte condotto in spirito di franchezza e onestà, non un dialogo compiacente, è stato un momento fondamentale della mia vita. Io ero, appunto, un non credente che invitato a partecipare a quell’ora la sceglieva volontariamente, a differenza di tutte le altre ore di scuola. Le altre ore di scuola le facevo perché ero tenuto a farle, perché la famiglia mi obbligava a farle, perché dovevo crescere, dovevo diplomarmi, dovevo prendere la maturità e poi laurearmi. Quell’ora, invece, me la sceglievo, per cui nella storia della mia giovinezza l’ora di religione è l’ora della scelta, l’ora della libertà, l’ora del confronto, l’ora della crescita».

Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo  ha detto: «Credo che l’insegnamento della religione nelle scuole così come è concepito oggi non abbia più molto senso. Nelle nostre classi il numero degli studenti stranieri e, spesso, non di religione cattolica tocca il trenta per cento. Sarebbe meglio adattare l’ora di religione trasformandola in un corso di storia delle religioni o di etica». Quello che non ha molto senso sembra invece dare ad intendere che l’Italia non abbia una sua cultura fondante – come del resto è per tutti i popoli della Terra dato che non esistono popoli non religiosi – e che questa è basata sul Cattolicesimo. Una proposta del genere equivale a dire eliminiamo le domeniche e – perché no – anche il Natale, perché musulmani o ebrei d’Italia non si riconoscono in queste feste… E dire che Profumo è stato ex presidente del CNR… Una carica che presuppone intelligenza nel senso letterale del termine. Saper leggere dentro le cose e i fatti.

Ragione senza fede e fede senza ragione sono i due lati della medaglia dell’integralismo.

L’Ora di Religione in Europa
Paese Normativa Modalità Confessione di riferimento Materia alternativa Statuto dell’insegnante Note
Austria BGBL 190/1949;
modificato da BGBL 329/1988
obbligatoria con facoltà di esonero cattolica nessuna statale con idoneità ecclesiastica
Belgio leggi nel 1959; 1988; 1997 obbligatoria con scelta alternativa cattolica, ebraica, ortodossa, islamica, protestante etica non confessionale regionale con idoneità ecclesiastica o statale maggioranza (60%) di insegnamento cattolico
Cipro art. 110 della costituzione;
legge 12/1965
obbligatoria con facoltà di esonero ortodossa nessuna statale con idoneità ecclesiastica
Danimarca leggi statali obbligatoria con facoltà di esonero insegnamento non confessionale nessuna statale con laurea teologica statale
Estonia legge del 1993 obbligatoria con facoltà di esonero insegnamento cristiano ecumenico religioni comparate statale
Finlandia legge del 2003 obbligatoria con facoltà di esonero insegnamento protestante luterano etica statale
Francia nessuna;
Alsazia – Lorena: cattolica
cattolica in Alsazia – Lorena nessuna statale in Alsazia – Lorena
Germania costituzione del 1949;
legislazione affidata ai singoli stati federali (land) in collaborazione con le comunità religiose;
in alcuni stati, concordati tra stato e comunità religiose
diritto alla partecipazione all’insegnamento, se questo è offerto e se la partecipazione non è in contrasto con il volere della comunità religiosa responsabile;
in alcuni stati, partecipazione obbligatoria con facoltà di esonero
una qualsiasi delle religioni praticate sul territorio federale
(attualmente sono offerti insegnamenti buddisti, cristiani, ebraici e islamici)
etica, filosofia, “Lebenskunde” (cognizioni di vita) statale con giuramento alla costituzione e abilitazione della relativa comunità religiosa Eccezione: Brema non riconosce la collaborazione costituzionale fra stato e comunità religiose e impartisce un insegnamento statale obbligatorio (con facoltà di esonero) di “Storia della Bibbia”; in alcune scuole anche “Principi Islamici”, etica o filosofia
Grecia costituzione 1975 obbligatoria con facoltà di esonero ortodossa nessuna statale con studi teologici statali
Irlanda art. 42 della costituzione facoltativa cattolica nessuna abilitazione e idoneità ecclesiastica
Italia nuovo concordato 1984;
dpr 751/1985
facoltativa cattolica studio assistito;
studio libero;
nessuna
statale con abilitazione e idoneità ecclesiastica
Lettonia legge 1995;
accordo 25/10/2002
opzionale luterana, cattolica, ortodossa, battista, ebraica etica idoneità ecclesiastica
Lussemburgo intesa 1997 opzionale luterana, cattolica, calvinista etica idoneità ecclesiastica
Malta legge 1991;
accordo del 25/3/1995
obbligatoria con facoltà di esonero cattolica nessuna idoneità ecclesiastica
Paesi Bassi leggi statali;
riforma 1999
obbligatoria non confessionale nessuna
Polonia concordato;
legge 15/3/1998
opzionale cattolica, protestante, ortodossa, ebraica etica idoneità ecclesiastica
Portogallo concordato 1940; 1975 opzionale cattolica etica idoneità ecclesiastica
Regno Unito Education Act 1944; 1988 obbligatoria con facoltà di esonero insegnamento comparativo con priorità alla tradizione cristiana nessuna statale con studi teologici statali
Repubblica Ceca nessuna discussione sull’introduzione
Slovacchia legge 14/11/2000 opzionale cattolica etica idoneità ecclesiastica
Slovenia nessuna discussione sull’introduzione
Spagna costituzione 1978; concordato 1979 opzionale cattolica, protestante, ebraica, islamica nessuna idoneità ecclesiastica
Svezia leggi statali 2000 obbligatoria approccio ‘oggettivo’ nessuna statale con studi teologici statali
Ungheria legge 79/1992; 4/1990 opzionale religioni tradizionali nessuna idoneità ecclesiastica