Digiuni miracolosi

 

Anorexia mirabilis, letteralmente “miracolosa mancanza di appetito”. Si riferisce esclusivamente a donne e ragazze cattoliche che nel Medio Evo si lasciavano morire di fame nel nome di Dio. L’obiettivo della Anorexia mirabilis era quello di avvicinarsi a Dio ed era spesso associata ad altre pratiche, come il voto di castità, l’autoflagellazione, l’uso del cilicio, il dormire su letti fatti di chiodi, ed altri tipi di auto mutilazioni. Il fenomeno è anche noto come inedia prodigiosa. Nel tardo Medioevo erano molte le donne o ragazze che si privavano volontariamente del cibo.

Alcune di queste donne erano:

Caterina da Siena (1347 – 1380) : si diceva che vivesse solo di erbe nonostante il confessore le ordinasse di mangiare qualcosa. Quando era obbligata usava un ramoscello per provocare il vomito.

  • Beata Maria di Oignies (fondatrice delle beghine). Disprezzava l’odore del cibo.
  • Beatrice di Nazareth – insieme a Maria di Oignes vomitava mediante l’odore della carne.
  • Giovanna Senza Carne”, si privò del cibo per quindici anni, nutrendosi solo dell’Eucaristia.
  • Beata Colomba da Rieti (XV secolo): morì volontariamente di fame.
  • Santa Veronica : non mangiò nulla per tre giorni, ma masticava cinque semi di arancia il venerdì in ricordo delle cinque piaghe di Cristo.
  • Maria Maddalena de’ Pazzi
  • Santa Margherita di Cortona (patrona delle prostitute pentite)
  • Santa Vilgefortis, una santa barbuta, perché chiese a Dio di renderla ripugnante nell’aspetto. Fu esaudita il giorno prima delle nozze, ma il re – suo padre – la fece crocifiggere. Per la sua barba alcuni formulano l’ipotesi di squilibri ormonali dovuti all’anorexia mirabilis.

 

Anorexia Mirabilis letteralmente significa “miracolosa mancanza di appetito”. Si riferisce quasi esclusivamente a donne e ragazze del Medioevo che si lasciavano morire di fame in nome di Dio. Il fenomeno è conosciuto anche con il nome di inedia prodigiosa.

Nell’anoressia nervosa, la persona digiuna per raggiungere un livello di magrezza, perché vi è una distorsione dell’immagine del proprio corpo. Al contrario, l’anoressia mirabilis frequentemente è stato associata con altre pratiche di ascetismo, come il voto di castità, l’autoflagellazione, l’indossare il cilicio, dormire su letti di spine e altre auto-mutilazioni. Era in gran parte una pratica di donne cattoliche, che spesso erano conosciute come “fanciulle miracolose”.

 

Fino a poco tempo fa la rotondità era un chiaro segno di benessere e il dimagrimento un segno di povertà o di problemi di salute o entrambi. Le donne in genere non cominciarono a privarsi del cibo per ottenere la bellezza esteriore fino all’epoca vittoriana, tuttavia morivano di fame per l’appagamento spirituale. Sia Angela da Foligno (1248–1309) che Caterina da Siena (1347–1380) hanno vissuto l’anoressia mirabilis rifiutando il cibo e bevendo il pus delle piaghe dei malati. Angela da Foligno le definiva “dolci come l’Eucaristia” e mangiava le croste e i pidocchi dei malati. Molte donne notoriamente hanno rifiutato tutti gli alimenti tranne la Santa Eucaristia, a significare non solo la loro devozione a Gesù, ma anche la loro separazione tra corpo e spirito. Il caso più famoso di anoressia mirabilis è di Santa Caterina di Siena, che non mangiava nulla se non una cucchiaiata di erbe al giorno, a parte l’Eucaristia. Qualsiasi cibo supplementare che la costringevano a mangiare lo espelleva infilandosi un ramoscello in gola. Santa Veronica digiunava per periodi di tre giorni e masticava cinque semi che rappresentano le cinque piaghe di Gesù crocifisso. Maria di Oignies (1167–1213) visse come una eremita, indossava solo un abito bianco e si mutilava per soffocare il suo desiderio. Con Beatrice di Nazareth sostenne che non solo l’odore di carne le faceva vomitare, ma anche che il minimo odore di cibo causava l’ostruzione della gola.

Una banda di stupratori spogliarono Colomba di Rieti (1467–1501), ma si ritirarono quando si accorsero che lei aveva mutilato i suoi seni e i fianchi con catene chiodate e frustate. Colomba si lasciò morire di fame. Molte di queste donne hanno sostenuto di possedere almeno in parte l’illuminazione spirituale legata al loro ascetismo. Sostennero di provare “ebbrezza” con il vino Santo e “fame” di Dio sedendosi al “delizioso banchetto di Dio”.

Margherita di Cortona (1247–1297) riferì di avere una estesa comunicazione con Dio stesso. Colomba di Rieti riteneva che il suo spirito visitò la Terra Santa in visioni e tutte queste donne avevano un certo livello di abilità psichiche. Gli esercizi di abnegazione e sofferenza di queste donne hanno dato loro fama e notorietà. Si diceva che fossero in grado di trasudare olio dai loro polpastrelli, di guarire con la loro saliva e compiere altri miracoli.

La pratica dell’anoressia mirabilis sparì durante il Rinascimento, quando cominciò ad essere giudicata dalla Chiesa come pratica eretica, socialmente pericolosa e forse addirittura satanica. Riuscì a sopravvivere in pratica fino quasi al XX secolo, quando fu superata dalla sua controparte più popolarmente conosciuta: l’anoressia nervosa.

Giorgio Nadali