Nuovi o vecchi cardinali? La politica degli uomini in rosso

di Giorgio Nadali

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Mons. Gianfranco Ravasi ce l’ha fatta. Il biblista della gente se lo meritava. Ha fatto amare la Parola di Dio anche a chi non conosce nulla di teologia, di ebraico o greco biblici. Entra nel club esclusivo degli uomini in rosso. Il coetus peculiaris, come lo chiama il Papa. Con lui Mons. Elio Sgreccia, il grande paladino della bioetica che difende davvero la persona umana. 

Mons. Rino Fisichella dovrà aspettare il prossimo concistoro per essere cardinale. Tanto c’è tempo. Ravasi (68) e Fisichella (59) si contenderanno il Soglio di Pietro nel prossimo Conclave.

9 nuovi “posti liberi” nel 2011. 13 nel 2012 per riampiazzare gli ultraottantenni. La media di età rimane però alta- 78 anni. 73 tra gli elettori del futuro papa. Si va dai 57 anni del cardinale Marx ai 96 di Tonini.

 24 nuovi cardinali- 10 italiani – tutti di linea “politica” vicini a Benedetto XVI. Il numero dei cardinali sale a 203. Di cui 121 elettori e 82 non elettori perché ultraottantenni. 60 sinora i cardinali creati da Benedetto XVI. 69 le Nazioni rappresentate, su 197. Oggi la “visita di calore” di parenti e amici per i 24 neo porporati.Ventiquattro nuovi cardinali, di cui venti elettori (sotto gli ottant’anni), e tra questi dieci italiani, di cui otto elettori. Tra gli esponenti della Curia, hanno ricevuto la porpora Angelo Amato, Fortunato Baldelli, Raymond Leo Burke (Usa), Velasio De Paolis, Francesco Monterisi, Kurt Koch (Svizzera), Gianfranco Ravasi, Paolo Sardi, Robert Sarah (Guinea)e Mauro Piacenza. Tra gli arcivescovi diocesani, diventano cardinali Antonio Naguib (Egitto); Paolo Romeo (Palermo); Reinhard Marx (Monaco e Frisinga, Germania, Kazimierz Nycz (Varsavia, Polonia), Donald William Wuerl (Washington, Usa), Laurent Monsengwo Pasinya (Kinshasa, Congo), Medardo Joseph Mazombwe (emerito di Lusaka, Zambia), Albert Malcom Ranjith Patanbendige Don (Colombo, Sri Lanka), Raul Eduardo Vela Chiriboga (Quito, Ecuador) e Raymundo Damasceno Assis (Aparecida, Brasile). 4 di loro non entreranno in Conclave perchè hanno più di 80 anni: Elio Sgreccia, Domenico Bartolucci, Walter Brandmuller (Germania) e José Manuel Estepa Llaurens (Spagna).

 Ma… quali sono i “partiti politici” dei principi della Chiesa?  

Corrente della “Riforma della Chiesa” “Sinistra” Corrente della “Luce del Mondo”“Centrosinistra” Corrente dei “Guardiani della Fede” “Destra”
C’è bisogno di una morale paolina (basata sui valori), non di una morale rabbinica (basata sulla legge). Questo il pensiero di uno dei maggiori rappresentanti di questa corrente. Il Cardinale Carlo Maria Martini. I prìncipi della Chiesa “riformatori” ritengono che il dialogo sui temi scottanti sia essenziale. Nessuno di loro è d’accordo con l’ordinazione delle donne o con l’accettazione dell’omosessualità, ma lo stile di approccio ai temi è diversa. Recentemente il Cardinale Martini si è espresso a favore di un’apertura maggiore della Chiesa ai divorziati.Questa corrente è favorevole ad una maggiore collegialità dei vescovi e a una minore centralizzazione sulla Santa Sede.Vogliono che la Curia Romana funzioni come serva delle chiese locali, non come padrona. Si esprimono a favore di una maggiore libertà delle chiese locali nell’adattare gli insegnamenti le pratiche alle loro particolari circostanze. Il Concilio Vaticano II è stato per loro una stagione di riforme prematuramente interrotte dal pontificato di Giovanni Paolo II. Il rappresentante principale di questa corrente riformatrice è stato il Card. Franz Koenig, scomparso nel 2004. Altri sono Lehmann, Kasper, Danneels, Tettamanzi, Mahony, Cassidy e il già nominato Martini. Le loro strategie riformatrici della Chiesa sono diverse, ma hanno in comune il desiderio per una Chiesa più aperta, che condanni di meno e che sperimenti maggiormente il dialogo. I membri di questa corrente ritengono che il Popolo di Dio non debba perdere tempo in dibattiti teologici. Desiderano gettare ponti con le culture differenti da quella cattolica. Desiderano preservare la tradizione cattolica, ma sotto forma di influsso politico sui governi affinché questi adottino scelte in linea con la morale cattolica. Ad esempio – in Italia -col referendum contro la legge 40 in bioetica. L’ordine sociale deve riflettere gli insegnamenti cattolici. Interesse sulla questione sociale e su come il sistema sociale promuova la giustizia. Ad esempio attraverso la cancellazione del debito ai Paesi del Terzo Mondo. Fanno parte di questa corrente i cardinali McCarrick, Maradiaga, Arns, Ruini, Daarmatmadja, Napier. Sono molto preoccupati dell’impatto del relativismo e del secolarismo sulla Chiesa. Il relativismo è la negazione di verità assolute, specialmente in campo morale. Il secolarismo è invece la marginalizzazione o esclusione dei valori della fede religiosa nella vita quotidiana. Il relativismo pone diversi problemi perché mette in discussione l’autorità della Chiesa sulle questioni morali, che diventano un fatto soggettivo. Col relativismo non c’è più bisogno di un’autorità centrale della Chiesa che indichi una retta via. Ma manca anche la percezione di un bene e di un male assoluti per l’uomo. Il relativismo dovrebbe quindi anche negare i diritti umani universali proprio in quanto universali, cioè non relativi. Inoltre se tutte le religioni, tutte le verità si equivalgono non c’è più bisogno di conversione al Cattolicesimo. La secolarizzazione invece tende a separare a Chiesa dallo Stato e riduce o elimina l’influsso della Chiesa sulla politica di una nazione. È l’esempio di quelle nazioni che hanno approvato l’aborto, l’eutanasia, la contraccezione, ecc.Questi cardinali si preoccupano della perdita di identità cristiana dei fedeli, dell’obbedienza all’autorità della Chiesa e dell’assimilazione della cultura cristiana a culture estranee ai suoi valori. Due sono i rimedi: Ribadire i principi dottrinali e morali anche a costo di entrare in contrapposizione dura con il mondo non cattolico. La fedeltà e l’identità cattolica sono più importanti del dialogo. Il cardinale Biffi, ad esempio, ha suggerito di adottare leggi per ridurre l’immigrazione islamica al fine di preservare la cultura cattolica. Il leader del “”partito conservatore” all’interno il Collegio cardinalizio è stato sino alla sua elezione a Papa, Joseph Ratzinger. Benedetto XVI fu prefetto della Congregazione della Fede fino al 1981 e nel 2001 scrisse la Dominus Iesu ribadendo i principi del cattolicesimo e la relazione tra il Cattolicesimo e le altre Religioni, rassicurando della superiorità del Cattolicesimo. Un forte accento è messo anche sulla liturgia, perché questa dà identità ed è uguale in tutto il mondo e ha il potere di rinforzare e di alimentare la fede. Ad esempio, nel maggio 2001 il cardinale Medina ha promulgato nuove regole per i testi liturgici, il più possibile fedeli all’originale latino.Un altro accento è posto sulla forte distinzione tra clero e laicato. Vi è un’enfasi su una Chiesa aggressiva, che erge barriere contro gli “attacchi” delle culture estranee ad essa. Clericalismo quindi come barriera alle invasioni e agli attacchi contro la cultura (e all’autorità) cattolica. I membri di questa corrente di “destra” sono – tra gli altri – i cardinali Biffi, Medina, Schotte, Schoumn, Law, George, Degenhard, Dias, Cornell, Ambrozic, Tomko, Jaworski, Schonborn.[1]

 


[1]              Giorgio Nadali, La croce e l’anello. Misteri e segreti delle carriere ecclesiastiche, Udine, Segno, 2010.

Giorgio Nadali, I monaci sugli alberi e centinaia di altre cose curiose su Dio, la Bibbia, il Vaticano, Cinisello Balsamo (MI), San Paolo, 2010  

 Giorgio Nadali

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