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Testata giornalistica settimanale sul soprannaturale. Registrata al Tribunale di Milano, N. 134 del 07/05/2015.

Direttore responsabile: Giorgio Nadali

 

 

 

 


La Chiesa cambia Rota. In arrivo lo scisma

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di Giorgio Nadali

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La Rota Romana, l’organismo della Santa Sede che ha il potere di annullare il sacramento del matrimonio rende le maglie più larghe nei procedimenti.
Contrariamente a quanto aveva disposto il suo santo predecessore Giovanni Paolo II, che il 21 gennaio 2000 alla stessa Rota Romana aveva detto:
«Desidero soffermarmi a riflettere con voi sull’ipotesi di valenza giuridica della corrente mentalità divorzista ai fini di una eventuale dichiarazione di nullità di matrimonio, e sulla dottrina dell’indissolubilità assoluta del matrimonio rato e consumato, nonché sul limite della potestà del Sommo Pontefice nei confronti di tale matrimonio… Il Romano Pontefice, infatti, ha la “sacra potestas” di insegnare la verità del Vangelo, amministrare i sacramenti e governare pastoralmente la Chiesa in nome e con l’autorità di Cristo, ma tale potestà non include in sé alcun potere sulla Legge divina naturale o positiva. Né la Scrittura né la Tradizione conoscono una facoltà del Romano Pontefice per lo scioglimento del matrimonio rato e consumato; anzi, la prassi costante della Chiesa dimostra la consapevolezza sicura della Tradizione che una tale potestà non esiste. Le forti espressioni dei Romani Pontefici sono soltanto l’eco fedele e l’interpretazione autentica della convinzione permanente della Chiesa».
Papa Francesco ha ribaltato le regole per la nullità matrimoniale con la lettera apostolica in forma di motu proprio intitolato Mitis Iudex Dominus Iesus (Il mite giudice Signore Gesù) del 15 agosto scorso, mettendo l’interesse dei coniugi davanti alla sacralità del vincolo sacramentale.
A tale proposito il cardinale Gerhard Müller prefetto della Congregazione per la Fede, in un suo discorso a Ratisbona ha paventato il rischio di una scissione nella Chiesa.
Principalmente la causa potrà essere seguita direttamente dal vescovo del luogo: “Affinché sia finalmente tradotto in pratica l’insegnamento del Concilio Vaticano II in un ambito di grande importanza, si è stabilito di rendere evidente che il Vescovo stesso nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo, è per ciò stesso giudice tra i fedeli a lui affidata.. Allo stesso Vescovo diocesano compete giudicare la cause di nullità del matrimonio con il processo più breve ogniqualvolta la domanda sia proposta da entrambi i coniugi o da uno di essi, col consenso dell’altro o ricorrano circostanze di fatti e di persone, sostenute da testimonianze o documenti, che non richiedano una inchiesta o una istruzione più accurata, e rendano manifesta la nullità…Tra le circostanze che possono consentire la trattazione della causa di nullità del matrimonio per mezzo del processo più breve secondo i canoni 1683-1687, si annoverano per esempio: quella mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato per impedire la procreazione, l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo delle nozze o in un tempo immediatamente successivo, l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione, la causa del matrimonio del tutto estranea alla vita coniugale o consistente nella gravidanza imprevista della donna, la violenza fisica inferta per estorcere il consenso, la mancanza di uso di ragione comprovata da documenti medici, ecc”.
Lo scorso 23 gennaio si è rivolto ai membri della Rota Romana affermando che “il giudice, nel ponderare la validità del consenso espresso, deve tener conto del contesto di valori e di fede – o della loro carenza o assenza – in cui l’intenzione matrimoniale si è formata. Infatti, la non conoscenza dei contenuti della fede potrebbe portare a quello che il Codice chiama errore determinante la volontà. Questa eventualità non va più ritenuta eccezionale come in passato, data appunto la frequente prevalenza del pensiero mondano sul magistero della Chiesa. Tale errore non minaccia solo la stabilità del matrimonio, la sua esclusività e fecondità, ma anche l’ordinazione del matrimonio al bene dell’altro, l’amore coniugale come «principio vitale» del consenso, la reciproca donazione per costituire il consorzio di tutta la vita… Vorrei dunque esortarvi ad un accresciuto e appassionato impegno nel vostro ministero, posto a tutela dell’unità della giurisprudenza nella Chiesa. Quanto lavoro pastorale per il bene di tante coppie, e di tanti figli, spesso vittime di queste vicende! Anche qui, c’è bisogno di una conversione pastorale delle strutture ecclesiastiche per offrire giustizia a quanti si rivolgono alla Chiesa per fare luce sulla propria situazione coniugale”.
19 è il numero dei Tribunali ecclesiastici regionali presenti in Italia, competenti per le cause di nullità matrimoniale. I fondi dell’8xmille consentono un netto abbattimento del costo della causa a carico dei fedeli e il patrocinio interamente gratuito per i nono abbienti. Oggi il costo che un fedele deve sostenere per una causa di nullità riguarda due voci: il contributo richiesto dal Tribunale Ecclesiastico per le spese processuali e l’onorario per il patrono, cioè l’esperto che lo assiste nell’introdurre la causa e nel corso del processo canonico. Il Tribunale Ecclesiastico richiede per le spese processuali un contributo di euro 525 alla parte che richiede l’annullamento. Qualora la parte convenuta nomini un patrono di fiducia o usufruisca dell’assistenza di un patrono stabile, le si chiede un contributo di euro 262,50; non è tenuta invece ad alcuna contribuzione ove partecipi all’istruttoria senza patrocinio, anche in caso di acquisizione, su sua richiesta, di prove ammesse dal giudice. L’onorario per gli avvocati, salva la possibilità per ragioni economiche del gratuito patrocinio, è compreso tra un minimo di euro 1.575 e un massimo di euro 2.992 qualora l’appello termini con un decreto di conferma; per il rinvio ad esame ordinario, l’onorario del patrocinio è compreso tra un minimo di euro 604 e un massimo di euro 1.207. A tale somma si devono aggiungere gli oneri fiscali previsti dalla legge.

Giorgio Nadali

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Il convegno ecclesiastico anti vampiri

di Giorgio Nadali

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Dal 13 al 18 aprile scorso si è tenuto il corso sul “ministero dell’esorcismo e la preghiera di liberazione” organizzato dall’Istituto Sacerdos di Roma presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum della Capitale, al costo 250 euro. Tra le diverse lezioni si contano: Esorcismo e nuova evangelizzazione (S. E. Mons. Luigi Negri), Angeli e demoni nella Sacra Scrittura e nel Magistero della Chiesa (Prof. P. Pedro Barrajón), Il demonio e l’esorcismo nelle culture e religioni orientali (Prof. Andrea De Antoni), Il demonio e l’esorcismo nell’Islam (Prof. Annamaria Fantauzzi), Rituali magico-occultistici e influsso demoniaco (Dott. Beatrice Ugolini), Aspetti criminologici del satanismo (Dott. Enrico De Simone), Aspetti magici e divinatori di alcune terapie alternative (Prof. Don Giuseppe Mihelcic). Insomma, un convegno importante. Durante il corso è stato messo in luce come “la proliferazione di bei vampiri nelle serie televisive e nei film di Hollywood tra cui True Blood e Twilight stia incoraggiando i giovani a dilettarsi con le forze occulte” – come ha rilevato una delle principali autorità sulla possessione demoniaca durante il corso di esorcismo “Ci sono quelli che cercano di trasformare le persone in vampiri e farle bere il sangue di altre persone, o incoraggiarli ad avere rapporti sessuali particolari per ottenere poteri speciali”, ha detto il professor Giuseppe Ferrari in occasione della riunione di Roma, e ha messo in luce che il numero di possessioni diaboliche è in aumento a livello globale. “Questi gruppi sono attratti dalle cosiddette belle giovani vampire che abbiamo visto così tanto negli ultimi anni”. Il professor Ferrari è segretario di un baluardo contro l’occulto: il Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-Religiosa (GRIS) di Bologna. Ha detto che gli esorcismi devono essere effettuati solo dai sacerdoti adeguatamente formati. Anche se il Vaticano considera la possessione demoniaca come rara, con molti casi sospetti di persone con malattie mentali, Papa Francesco ha esortato le diocesi a garantire – come richiede la legge cattolica – ci sia almeno un esperto esorcista per ogni diocesi. L’esorcista svizzero Cesare Truqui ha detto che al corso hanno partecipato esorcisti, sacerdoti e laici, e ha aggiunto che è fondamentale per aumentare la consapevolezza e affinare le capacità dei preti nel combattere il male. “Il ministero di compiere l’esorcismo è poco conosciuto tra i sacerdoti. È come la formazione per essere un giornalista senza sapere come fare un’intervista” – ha detto Padre Truqui – notando che le diocesi d’Italia e non solo stavano sperimentando un aumento delle segnalazioni di sintomi di possessione. Nel 2012 è emerso che la diocesi di Milano, la più grande del mondo per numero di parrocchie, aveva approntato una linea telefonica per la segnalazione di casi “diabolici” far fronte alla domanda. Monsignor Angelo Mascheroni, l’esorcista capo di Milano, ha detto che la sua diocesi ha raddoppiato il numero di esorcisti da sei a 12 per far fronte con all’aumento del 100 per cento nel numero di richieste di aiuto nel corso degli ultimi 15 anni. “Questo deve dirci qualcosa”, ha detto padre Truqui. Egli sostiene di aver visto persone possedute parlare in lingue ed esibire la forza soprannaturale, tra cui una “piccola donna, che non poteva essere bloccata da tre uomini forti”. Padre Truqui è allievo di Padre Gabriele Amorth, esorcista capo del Vaticano per 25 anni, il quale sostiene di aver affrontato 70.000 casi di possessione demoniaca. Padre Amorth ha detto che gli scandali di abusi sessuali nella Chiesa cattolica romana erano la prova che “il diavolo è all’opera all’interno del Vaticano”.. Praticare lo yoga – ha messo in guardia – è “satanico” e “porta al male proprio come leggere Harry Potter”. I diritti dei gay e la fecondazione in vitro di fertilità sono stati indicati come i segni del male esistenziale nella società da monsignor Luigi Negri, l’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio. “C’è il matrimonio tra omosessuali, l’adozione da parte di omosessuali, la fecondazione in vitro e una miriade di altre cose. C’è l’aspetto clamoroso della negazione dell’uomo come definito dalla Bibbia”, ha dichiarato. Tuttavia quando i docenti di religione si permettono di mostrare a scuola in video cosa sia la tragedia dell’aborto, vengono licenziati dalla curia di Milano. Contraddizioni dei nostri tempi o ancora una volta azione del demonio nella Chiesa? Linee guida esorcismo: non provateci a casa. Il professor Giuseppe Ferrari ha dato lettura di una lista di controllo per migliorare l’efficacia di esorcismi che dovrebbero essere effettuata solo da sacerdoti adeguatamente formati, autorizzati a farlo dalla diocesi in cui lavorano. I sacerdoti non possono eseguire esorcismi in diverse diocesi senza un permesso speciale. I laici non devono mai compiere esorcismi, dire le preghiere speciali di liberazione, né benedire o toccare un indemoniato. Gli esorcisti dovrebbero rinviare a medici qualificati o psichiatri, anche se i sacerdoti possono aiutare con la preghiera. I sacerdoti non dovrebbero eseguire l’Eucaristia durante un tentativo di esorcizzare qualcuno perché in grado di rendere il processo “troppo stile Hollywood”. I sacerdoti devono accogliere e prestare attenzione a chi riferisce di una possessione demoniaca. Gli esorcisti dovrebbero considerare la possibilità che i sintomi possano essere dovuti a condizioni mediche conosciute e chiedere un’adeguata consulenza professionale, se si sospetta che questo sia il caso.

Giorgio Nadali

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Coerenza o ideologia? La Chiesa cattolica si sta ammalando di relativismo?

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di Giorgio Nadali

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«Quando un cristiano diventa discepolo dell’ideologia, ha perso la fede e non è più discepolo di Gesù». Sono le parole di Papa Francesco dell’ottobre 2013. Un momento. Cos’è l’ideologia? Quale distanza passa tra un fanatico religioso, un bigotto, «una malattia grave questa dei cristiani ideologici» come la chiama Francesco. Insomma, «cristiani che perdono la fede e preferiscono le ideologie». Il loro «atteggiamento è diventar rigidi, moralisti, eticisti, ma senza bontà». La questione è delicata. Oggi non ci sono più soltanto le persecuzioni fisiche dei cristiani, purtroppo in costante aumento per via del fondamentalismo islamico. Va di moda oggi essere tacciati di fanatismo retrogado anche all’interno della stessa Chiesa (Cattolica) se si ha il coraggio di sostenere sino in fondo i propri valori inderogabili. Posizioni che sono proprie della tradizione del Magistero della Chiesa. È fanatico colui che si esprime contro i matrimoni gay, oppure è semplicemente un cattolico coerente? È moralista colui che crede nella famiglia tradizionale tra uomo e donna e pensa che i bambini debbano avere un padre e una madre naturali? È bigotto colui che difende la vita dal concepimento alla morte naturale? Abbiamo addirittura i gay omofobi, che si permettono di dire che i bambini non devono essere frutto di un laboratorio. Abbiamo anche spietati medici fanatici malati di sla, che danno il loro eroico esempio permettendosi di dire che l’eutanasia è un orrore. Esiste una specie di fascismo del relativismo. Se osi (liberamente) esprimerti contro di esso sei peggio dell’ISIS. Come ti permetti? Abbiamo dunque una insegnante di religione nel New Jersey licenziata da un liceo cattolico per aver difeso la famiglia tradizionale. È chiaro che ora la famiglia può essere qualsiasi cosa e se dici il contrario sei un terrorista. Abbiamo anche chi mostra a scuola il «delitto abominevole dell’aborto» e il suo vescovo lo rimuove. «Gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati… In nessun caso possono essere approvati». Chi l’ha detto? Osama Bin Laden? Il califfo Abu Bakr al-Baghdadi? Adolf Hitler? No, il catechismo della Chiesa Cattolica al punto 2357. Forse la voce andrebbe riscritta così: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?». I casi sono due: o è bigotto e intransigente il catechismo, oppure… Viva il relativismo! Ad ogni modo, non è mai lecito giudicare il cuore di una persona, ma è doveroso discernere la verità di un atto. Giusto per chiarire. In questo periodo particolare della Storia della Chiesa vi è un nemico insidioso che si maschera da tolleranza e amore cristiano. Si chiama relativismo. Ma prima dobbiamo capire qual è la differenza tra la morale e il moralismo e poi tra la tolleranza e la coerenza. La morale è un mezzo. Serve ad amare. È basata sui valori. Conosce delle norme e dei divieti, ma questi servono ad esprimere la verità profonda di un gesto e di un pensiero. Senza morale vi è solo falsità, anarchia, caos, come una nave senza bussola. Senza un riferimento a ciò che è giusto o sbagliato – senza se e senza ma – cioè parlando chiaramente con dei “Sì” e con dei “No”, come chiede il Vangelo (Matteo 5,37). Il moralismo è invece basato sulla legge. La morale diventa un fine. La legge è più importante della persona. È la morale rabbinica dei farisei. Religiosità ipomaniaca, direbbero gli psicologi. È quella del fanatico religioso, che si sente migliore degli altri e che presenta il conto a Dio, come nella parabola del fariseo e del pubblicano (Luca 18,10-14). Certo, qui la fede diventa ideologia, perché non è più basata sulla forza che viene da Dio, ma sulla propria forza in nome di Dio. Mentre “quando sono debole, è allora che sono forte” – direbbe San Paolo (2 Corinzi 12,10). Occorre però equilibrio. Derogare ai propri valori in nome di una presunta tolleranza non è fede, è relativismo. Il relativismo confonde la verità con i capricci e l’opinione con la verità. Non esistono più il bene e il male, ma ogni opinione si equivale. Non è difficile capire che la confusione tra bene e male proviene dal nemico numero uno della verità. Il padre della menzogna, come lo chiama Gesù nel vangelo: Satana. (Giovanni 8,44) L’arte è sottile, insidiosa. La tecnica è raffinata. Togliere i paletti fissi della morale, verniciare tutto con una moderna e benevola tolleranza. Non importa cosa pensi, basta che tu ne sia convinto ed ecco, sei nella verità! Ora dobbiamo chiederci, è possibile per un cristiano – nota bene, un cristiano, non un fanatico cristiano – eliminare i valori e i “paletti fissi” della sua morale? Si è moderni dicendo “chi sono io per giudicare?” quando si deve dare una risposta di coscienza? È giudicare spietatamente il prossimo dire “questo per noi è sbagliato”? Soprattutto in tempi dove il fanatismo religioso arriva ad uccidere in nome di Dio è facile essere vittima del relativismo, perché la verità si maschera facilmente da antipatica coerenza e da rigidità bigotta, mentre il relativismo è molto più simpatico e non ha problemi a travestirsi da “vogliamoci tutti bene”, “vivi e lascia vivere”. Il primo travestito è Satana (Cosa? Apriti cielo!…). Calma, l’ha detto quel terrorista di San Paolo: «Satana si maschera da angelo di luce» (2 Corinzi 11,14). Era un omofobo! “Né effeminati, né sodomiti, erediteranno il regno di Dio” (1 Corinzi 6,10) Come si permette di dire che mio figlio è sintetico e che «gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento»? (Romani 1,27) Roba vecchia! Hanno fatto bene a decapitarlo! A proposito, sembra proprio che oggi la coerenza sia associata al fanatismo religioso dei tagliatori di teste. Ma quante teste cadranno ancora per mano di chi difende il diritto del relativismo a chiuderti quella brutta boccaccia da cristiano ideologico che hai? Tante. Caro Timoteo, «verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole» (2 Timoteo 4,3-4). Ti vedo scettico; ti piacciono le favole? Te ne racconto una: “C’era una volta la Chiesa…”
Giorgio Nadali

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L’Alzheimer spirituale di Don Abbondio

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4di Giorgio Nadali

La Chiesa è malata di Alzheimer spirituale. Ipse dixit. Sono parole di papa Bergoglio. La malattia della faccia funerea riguarda le persone «burbere e arcigne, le quali ritengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e trattare gli altri – soprattutto quelli ritenuti inferiori – con rigidità, durezza e arroganza». Secondo papa Francesco «la severità teatrale e il pessimismo sterile sono spesso sintomi di paura e di insicurezza di sé. L’apostolo deve sforzarsi di essere una persona cortese, serena, entusiasta e allegra che trasmette gioia…». Accade anche che per difendere il valore della vita umana dal concepimento, gli insegnanti di religione vengano attaccati dal “fuoco amico” della propria Curia che dovrebbe piuttosto difenderne lo sforzo quotidiano in prima linea in un ambiente potenzialmente ostile e ad alta percentuale laicista. Il docente di religione è infatti – soprattutto nei grandi centri urbani, in primo luogo nel Nord Italia – come un simbolo dell’ingerenza della Chiesa Cattolica nella laicità dello Stato. Lo è almeno per quel settantacinque percento di docenti di estrazione ideologica e politica laicista che operano nella scuola italiana. La Curia malata di Alzheimer spirituale preferisce sacrificare un docente piuttosto che esporsi nella sua difesa, entrando in rotta di collisione con il mondo. È la scelta del Don Abbondio di manzoniana memoria. L’insegnante di religione parla – o almeno, parlava – di bioetica, di difesa della vita umana. Parlava, perché dallo scorso novembre i venticinquemila insegnanti di religione si guarderanno bene dall’esporsi nel trattare una tematica così delicata e che facilmente fa vibrare le corde dell’orgoglio laicista, insieme alla questione del gender. Una questione che fa perdere il posto di lavoro per volontà della Curia. “La verità non va taciuta ne detta a metà ne ammorbidita”, tuonava con voce stentorea San Giovanni Paolo II. “Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore”, ricorda papa Francesco. Accade dunque che in ottobre l’insegnante di religione, verso il termine della lezione di bioetica chieda ai suoi nove alunni sedicenni, di cui quattro ragazze, se vogliano rendersi conto perché la chiesa ritenga l’interruzione volontaria di gravidanza un abominevole delitto. La legge 194 prevede che quando la donna è minorenne (art. 12), per interrompere la gravidanza nei primi 90 giorni sia necessario il consenso di entrambi i genitori o di chi esercita la tutela. Tuttavia, quando per vari motivi ciò non sia possibile, il giudice tutelare può dare il consenso all’interruzione della gravidanza. Inoltre in Italia l’età del consenso per disporre validamente della propria libertà sessuale è fissata a 14 anni. Ottenuto dunque il consenso entusiasta dei suoi alunni, il docente mostra con un piccolo lettore dvd posto su un banco, il vecchio video “L’urlo silenzioso” (1984) del medico americano Bernard Nathanson – ex abortista convinto – che mostra la realtà di un aborto eseguito con il metodo Karman in ecografia, quello più usato (64%) tuttora in Italia, secondo i dati del Ministero della Salute. L’articolo 33 della Costituzione Italiana ricorda che «l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento». Da questo principio deriva la libertà didattica di chi insegna. Le finalità e gli obiettivi dell’azione educativa dei docenti sono sì stabiliti normativamente: nelle leggi statali e regionali, nei programmi, nelle circolari e regolamenti applicativi, scendendo sempre più in dettaglio fino ai documenti programmatici del singolo Istituto scolastico. Ma questa quantità di disposizioni e indicazioni, proprio per l’art. 33, non può imporre ai docenti l’adozione di un preciso metodo d’insegnamento. Il “come”, cioè con quale metodologia specifica realizzare gli obiettivi dell’insegnamento stabiliti dalle norme, è lasciato alla libertà dei docenti: vale a dire alla loro ricerca didattica, alla loro scelta consapevole e quindi alla loro responsabilità personale, comprendenti anche l’utilizzo di foto e riprese filmiche rientranti nell’ambito sopra specificato dalla Direttiva n.104 del 30 novembre 2007 del Ministro della Pubblica Istruzione. Un video non particolarmente impressionante per adolescenti abituati a vedere ben di peggio. I genitori con l’adesione all’ora di religione automaticamente autorizzano il docente ad adottare i mezzi per che ritiene più opportuni per la sua didattica. Il video era usato da molti docenti di religione e ora non verrà mai più usato da nessuno per paura. Tuttavia i genitori di quei nove alunni – su un totale di novanta alunni soddisfatti del suo insegnamento – senza neppure consultare il docente “incriminato” scrivono subito alla Curia e al Preside e ottengono un immediato procedimento di revoca dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica al docente, dopo ventisei anni di servizio (e dieci libri pubblicati). La motivazione sarà poi quella di carenza di abilità didattica e pedagogica. Una vittoria totale del fronte laicista col plauso della Curia, disposta piuttosto a far dubitare delle sue qualità intellettuali, dato che si “accorge” della carenza dopo ventisei anni, per giunta legandola solo a singoli episodi di intolleranza laicista, senza aver verificato tecnicamente la capacità di insegnamento. Qualcuno ha voluto dare un segnale, tanto è vero che è stata apposta avvisata la stampa e in primis il laicissimo quotidiano “Repubblica”. Il risultato è prevedibile. Un docente sacrificato e venticinquemila “ammoniti” a non permettersi di trattare ancora del tema del “sacro laico” aborto. Come è possibile? È ancora lo stesso Pontefice a rispondere indirettamente – parlando delle Curie. Negli stessi giorni un cui si consumava la vicenda scriveva della loro «schizofrenia esistenziale» definita come «la malattia di coloro che vivono una doppia vita, frutto dell’ipocrisia tipica del mediocre e del progressivo vuoto spirituale che lauree o titoli accademici non possono colmare. Una malattia che colpisce spesso coloro che, abbandonando il sevizio pastorale, si limitano alle faccende burocratiche, perdendo così il contatto con la realtà, con le persone concrete». Una giustizia a doppio senso. La stessa Curia era stata coinvolta due settimane prima nello “scandalo” di aver inviato una lettera riservata a tutti i seimila docenti di religione della diocesi, chiedendo si segnalare iniziative pro gender nelle scuole. Anche qui la cosa finì sui giornali e l’iniziativa fu subito ritirata con le scuse pubbliche dello stesso Arcivescovo, quello della più grande diocesi del mondo. Quando invece fu uno dei suoi docenti ad essere attaccato, la reazione è stata ben diversa. Forte con i deboli e debole con i forti. Ancora Alzheimer spirituale? Sì, secondo Bergoglio. «Una Curia che non fa autocritica… che non cerca di migliorarsi è un corpo infermo». In sostanza il male è quello di una Chiesa che si piega al mondo per paura o convenienza e perde così la sua funzione profetica, avendo terrore dell’ultima beatitudine: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Mt 5,11). Il primo papa disse: “se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate” (1 Pt 3,14). Quello attuale lamenta l’«impietrimento» mentale e spirituale. Riguarda quelli che «perdono la serenità interiore, la vivacità e l’audacia e si nascondono sotto le carte diventando “macchine di pratiche” e non uomini di Dio». La Curia vuole vivere tranquilla. Non importa il motivo delle lamentele. La notizia della Curia Don Abbondio ha fatto il giro del mondo, ma d’altra parte “il coraggio uno non se lo può dare”.

Giorgio Nadali

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TotoPapa. Il papabile al Soglio di Pietro

di Giorgio Nadali

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 Vuoi conoscere i retreoscena delle dimissioni di Benedetto XVI? Guarda la mia diretta  su VERO TV, Canale 55 nazionale, di venerdì 15 febbraio 2013 alle 14,25…

http://www.youtube.com/watch?v=FZyFQf5LBMs

e il mio articolo sul settimanale Stop N. 8 del 28 febbraio 2013:

http://www.giorgionadali.it/stop280213a.jpg

http://www.giorgionadali.it/stop280213b.jpg

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Le regole volute da Papa Giovanni Paolo II specificano che il conclave debba iniziare non meno di 15 giorni e non più di 20 giorni dopo la morte del Papa… o pochi giorni dipo le sue dimissioni! Ma questo Giovanni Paolo II non l’avrebbe mai previsto… Volete candidarvi a Papa per una Chiesa pulita opponendovi alle forti lotte di potere interne alla Curia Romana? Forse vi stancherete anche voi, shhh shhh, comunque…

tv487stop3     Il papa guida un miliardo di fedeli.  Nessun altro uomo al mondo ha un potere e un’influenza così  grande. Almeno sul piano spirituale, ma certamente anche sul piano politico e sociale. Adriano I nel 772 d.C. fu eletto a 80 anni di età. Il più anziano.  Benedetto  IX nel 1032 d.C. fu il più giovane pontefice, eletto a soli dodici  anni di età. Secondo altre fonti dai diciotto ai venti.  A quel tempo era facile diventare papa. Bastava essere nobile. Bebedetto IX era figlio del Conte di Tuscolo,  Alberico III,  era nipote di Benedetto VII, anch’egli della nobile famiglia dei Tuscolo, e di papa Giovanni XIX, della stessa casata.  La madre era una delle sorelle di Giovanni XV e  Giovanni XII era zio di suo padre.  Giovanni XI e Giovanni XIII erano rispettivamente zio e cugino del suo prozio Giovanni XII.  Papa Sergio III,  padre di Papa  Giovanni XI, anche lui un Tuscolo, era suo pro-prozio. Insomma, un Tuscolo nepotismo.  Lo Spirito Santo poteva fare ben poco per ispirare la scelta del successore dell’apostolo Pietro.  265 è il numero dei pontefici ad oggi, di cui 81 fatti santi  e

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Oggi in teoria oggi un fedele per essere eletto come successore di San Pietro ad validitatem deve:
- essere un battezzato (ex aqua et Spiritu Sancto)
- di sesso maschile e non sposato (se viene scelto tra coloro che hanno l'ordine episcopale è sicuramente battezzato di sesso maschile non sposato. Come pure se non ha l'ordine episcopale, dovendo immediatamente essere ordinato Vescovo deve per la validità dell'ordinazione essere un battezzato di sesso maschile non sposato).

Quindi o un Vescovo cattolico (quindi anche i Cardinali sono inclusi se già possiedono l'Episcopato), o un Presbitero cattolico, o un Diacono cattolico oppure anche un laico cattolico purché battezzato e di sesso maschile.

Se l'eletto è scelto tra coloro che non hanno l'Episcopato, e che quindi, una volta eletto dovrà essere ordinato Vescovo bisogna aggiungere le indicazioni che vengono date per la nomina di un nuovo Vescovo ma che avrebbero solo un valore orientativo:

–           Saldezza di fede, buoni costumi, pietà, zelo delle anime, saggezza, prudenza, virtù umane e ogni altra qualità che dimostri l'attitudine del Soggetto all'adempimento del suo ufficio.
- Buona reputazione
- L'età di almeno 35 anni
- Almeno 5 anni di presbiterato
- Laurea o almeno licenza in sacra Scrittura, Teologia o Diritto Canonico, conseguite in un Istituto di Studi Superiori approvato dalla Sede Apostolica.
(quest'ultime disposizioni non sono vincolanti per l'elezione canonica).

Semplice no?  In realtà i cosiddetti papabili – così vengono chiamati dai vaticanisti i cardinali che hanno buone possibilità di essere eletti  papa – sono pochi.  In tempi recenti sono stati eletti anche cardinali non considerati papabili, come Giuseppe Sarto (Pio IX), Achille Ratti (Pio XI), Angelo Roncalli (Giovanni XXIII), Albino Luciani (Giovanni Paolo I) e Karol Wojtyla (Giovanni Paolo II). Nnei sacri palazzi circola già una lista di papabili con ottime possibilità. Tutte ben motivate.

  1 . Odilo Pedro Scherer (60), Brasile, Arcivescovo di San Paolo

  2. Ennio Antonelli (73), Italia,  Presidente del Concilio per la Famiglia (Curia Romana)

  3. Marc Ouellet (65), Canada, Arcivescovo di Québec

  4. Wilfrid Fox Napier (68), Sud Africa, Arcivescovo di Durban

  5. Angelo Scola (71), Italia, Arcivescovo di Milano

  6. Philippe Xavier Barbarin (59), Francia, Arcivescovo di Lione

  7. Óscar Rodríguez Maradiaga (67), Honduras, Arcivescovo di Tegucigalpa

  8. Christoph Schönborn (64), Austria, Arcivescovo di Vienna

  9. Agostino Vallini (69), Italia, Vicario Generale di Roma

 10. José da Cruz Policarpo (73), Portogallo, Patriarca di Lisbona

11. Gianfranco Ravasi (70), Italia,  Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura 

Ma gli interessati sanno che “chi entra in conclave papa, ne esce cardinale”.

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Precisa il Codice di diritto canonico:

 « I Vescovi, che per divina istituzione sono successori degli Apostoli, mediante lo Spirito Santo che è stato loro donato, sono costituiti Pastori della Chiesa, perché siano anch’essi maestri di dottrina, sacerdoti del sacro culto e ministri del governo »  (Can. 375)

Secondo questo testo, e secondo le linee comuni della teologia, il ministero o servizio del vescovo si sviluppa lungo tre direttrici, partendo dalle tre caratteristiche di Cristo (regalità, profezia, sacerdozio):

Dimensione regale (governare, cioè servire): il vescovo è il responsabile dell’attività pastorale della comunità diocesana, il primo dei servitori del popolo di Dio e quindi del regno di Dio.

Dimensione profetica (insegnare): il vescovo è il maestro nella fede del popolo di Dio a lui affidato, ha la funzione di insegnare con autorità la dottrina rivelata da Dio.

Dimensione sacerdotale (santificare): presiedendo la celebrazione dei sacramenti, è strumento di Dio per la santificazione del suo popolo.

Oltre alle insegne episcopali ricevute durante la consacrazione (anello, mitria e pastorale) e ai paramenti propri del presbitero, durante i vari riti liturgici il vescovo indossa la croce pettorale, solitamente in metallo e affrancata ad una catena o cordiglio di colore verde/oro e lo zucchetto di colore paonazzo. Nei pontificali il vescovo presidente indossa sotto la casula o pianeta anche la dalmatica. Se il vescovo è insignito del titolo di arcivescovo metropolita (cioè è a capo di una metropolita, una circoscrizione ecclesiastica comprendente più diocesi)indossa, sopra la casula, il pallio, che esprime il legame con il pontefice romano.

In occasione di visite pastorali o se assiste (ovvero non prende parte diretta alla celebrazione) a riti religiosi, il vescovo indossa l’abito corale, mentre ordinariamente indossa l’abito piano.

Anche tra i vescovi stessi esiste una gerarchia: il grado più alto è quello di patriarca, a cui segue, nelle chiese cattoliche orientali, quello di arcivescovo maggiore; quindi gli arcivescovi metropoliti, che sono i vescovi a capo delle arcidiocesi metropolitane, sedi principali di una provincia ecclesiastica composta, oltre alla sede metropolitana, da una o più diocesi suffraganee. L’arcivescovo metropolita, oltre agli abiti episcopali comuni a tutti i vescovi, indossa il pallio che gli è proprio. Il pallio e il pastorale possono essere portati solo nel proprio ambito di giurisdizione. C’è inoltre da precisare che alcune sedi suffraganee sono comunque “arcidiocesi”, non metropolitane. Il vescovo di tale sede suffraganea è dunque arcivescovo, senza essere metropolita e senza indossare il pallio.

Vuoi saperne di più?

Giorgio Nadali, “La Croce e l’Anello. Misteri e segreti delle carriere ecclesiastiche”, Edizioni Segno, Udine, 2010,  ISBN 978-88-6138-239-8

 http://www.webster.it/libri-croce_anello_nadali_giorgio_segno-9788861382398.htm

http://www.amazon.it/La-croce-lanello-Giorgio-Nadali/dp/8861382398/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1360797211&sr=8-2

http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788861382398/la-croce-e-lanello.html

http://catalog.ptsem.edu/cgi-bin/Pwebrecon.cgi?DB=local&BOOL1=all+of+these&FLD1=Keyword+Anywhere+(GKEY)&CNT=25+records+per+page&SAB1=ocn646006667

 Giorgio Nadali

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Talebani cattolici, Farisei, Pubblicani e Donne

Di Giorgio Nadali

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Razza di vipere. Sepolcri imbiancati. Così li chiamava Cristo. Insomma, stiamo parlando dei Farisei. Quelli della nota setta contemporanei di Gesù Cristo si facevano chiamare “farishà”, “i puri”. A volte ritornano. Quelli moderni qualche collega giornalista li ha già rinominati “talebani cattolici”. I talebani – quelli veri – sono gli studenti coranici integralisti islamici di base in Afghanistan. Quand’erano al potere vietavano musica, istruzione per le donne e facevano oscurare le finestre perché nessuno le vedesse al loro interno. Quelli cattolici sono dei beceri fanatici che, credendo di fare un gran servizio alla già disastrata immagine di Chiesa, anche loro se la prendono con le donne. E’ noto il fatto di cronaca del parroco di Lerici (SP). Un bel volantino affisso sul portone di una chiesa. Nessuna tesi di luterana memoria per invitarla ad essere più evangelica. No, solo una tesi per allontanare ancora di più coloro che di essa non vogliono più saperne. Eccola. Le donne sono colpevoli della violenza che nel 2012 ne ha mandate al cimitero un centinaio e all’ospedale diverse centinaia. Il fariseo più famoso della storia – San Paolo – ha sì detto “nelle assemblee la donna taccia” (1 Cor 14,34), ma ha anche detto «Non c’è più né
Giudeo né Greco, né schiavo né libero, né uomo né donna, perché voi tutti siete
un essere solo in Cristo Gesù» (Gal 3, 27-29).

Non tutti hanno la presenza di spirito per comprendere che il fanatismo si annida ovunque, anche tra gli atei. Un conto è essere ateo, un altro è essere laicista o anticlericale, ad esempio. Questi individui non sono fanatici perché sono cattolici. Sono fanatici perché soffrono di una religiosità ipomaniaca. E per disgrazia della Chiesa, sono pure cattolici. Non rappresentano nessuno se non il loro disturbo. La religiosità ipomaniaca è quella di chi si sente detentore della verità e rivendica una linea diretta con Dio, al quale deve sempre dimostrare quanto sia un vero credente migliore degli altri… Suona familiare? No? E’ la parabola del fariseo e del pubblicano, che Gesù racconta nel Vangelo di Luca 18,9-14. Chi andò a casa giustificato? Il superbo fariseo che osservava tutte le prescrizioni della Legge di Mosè e presentava il conto a Dio, oppure l’umile pubblicano che si batte il petto? Indovinate. Cosa c’entra? C’entra, c’entra. Moralismo, non morale. Morale rabbinica, non morale paolina. La morale rabbinica non tiene conto della vittima e è interessata più alla legge che alla persona. La morale paolina (del fariseo convertito San Paolo) è attenta ai valori e alla persona, prima ancora delle norme morali. Ergersi a difensori della morale, mancando gravemente di attenzione a chi è vittima della violenza è tipico del fanatismo religioso. La donna si cerca la violenza perché è provocante. A tanto era arrivato quasi Siddartha Gautama – il Buddha – quando scrive “Io non conosco, o monaci, altra forma che sia così attraente, così eccitante, così inebriante, così avvincente, così seducente così contraria alla vita serena, come proprio la forma della donna. A causa della sua forma, gli esseri sono avvinti, attratti e arsi nel fuoco della brama e della passione e gemono a lungo sotto l’incendio della forma femminile. Io non conosco, o monaci, altra voce, altro odore, altro sapore, altro contatto che sia così attraente, così eccitante, così inebriante, così avvincente, così seducente, così contrario alla vita serena, come proprio la voce, l’odore, il sapore, il contatto della donna. A causa della voce, dell’odore, del sapore, del contatto della donna gli esseri sono vinti, attratti e arsi nel fuoco della brama e della passione, e gemono al lungo sotto l’incanto del contatto femminile. Che la donna si muova o stia, che sieda o giaccia, che rida o parli, che canti o pianga, che sia vestita o nuda; persino come cadavere la donna avvince il cuore dell’uomo”.

Donne, a noi piacciono i vostri abiti succinti! Siamo uomini normali. Ci rifaremo gli occhi e non vi stupreremo. State in guardia però da altri “uomini”. Quelli con seri disturbi… Dal fanatismo alla violenza il passo è breve.

Giorgio Nadali

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Ora di Religione a scuola. Patrimonio culturale europeo

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di Giorgio Nadali

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E’ presente in 22 Paesi d’Europa. In 10 di questi è obbligatoria. Contribuisce a capire la società e la cultura che ci circondano. L’Italia la vuole perché riconosce il valore della cultura religiosa e tiene conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano. Insomma, è l’ora di religione a scuola. Non l’ora dei cattolici (e nemmeno dei credenti), non una succursale del catechismo, non una stranezza italiana o un’ingerenza del Vaticano nella scuola laica italiana. In Svezia e nei Paesi Bassi è obbligatoria, senza possibilità di esonero. Un servizio nella scuola, legato alla cultura e alla storia del proprio Paese. L’Italia vede sempre più alunni stranieri nelle scuole. Alunni che – proprio per integrarsi – hanno bisogno di comprendere meglio la cultura che ha fondato l’Italia e che la permea. La cultura cattolica. E poi – non c’è vera cultura senza religione. E’ possibile essere atei, ma è dura essere ignoranti. Era d’accordo anche un sociologo ateo come Durkheim: “Non esistono popoli conosciuti senza religione. La religione ha dato vita a tutto ciò che è essenziale nella società”.

Nessuno si sognerebbe di eliminare i 59 giorni di vacanza legati al Cattolicesimo. Esattamente 56 festività in meno di quelle esclusivamente laiche  presenti sul calendario. Anche le 52 domeniche provengono dalla cultura cristiana. La domenica è il dominus die, cioè “giorno del Signore”. In russo addirittura la parola domenica significa “risurrezione”. воскресенье.  Solo nei Paesi cristiani è un giorno festivo e di riposo. Nessuno vorrebbe togliere le croci “greche” verdi sulle farmacie o quelle dalle autoambulanze. E nemmeno la grande croce presente sul palazzo più statale d’Italia. Il Quirinale. Allora, l’ora di religione deve rimanere così com’è adesso. Già prevede nei suoi programmi la storia delle Religioni. Un insegnamento laico e slegato dalla Chiesa non è possibile da quando sono state chiuse in Italia le facoltà statali di teologia. Correva l’anno 1861.  Ma non sarebbe nemmeno corretto. Se è la cultura cattolica quella di in gran parte ha fondato l’Italia, allora chi vigila sull’insegnamento della materia deve essere formato e reso idoneo dalla Chiesa cattolica. Con buona pace di laicisti e non cristiani e anche dei fratelli non cattolici.

Ciò non significa che non siano previsti nel programma insegnamenti legati alle altre Confessioni cristiane e alle altre Religioni. Ma si sa. Uno degli sport nazionali italiani – oltre al calcio e alla giustizia colabrodo – è fare figli senza educarli. Meglio passare un’ora in giro per i corridoi o uscire di scuola quando nevica per poi rientrarvi alla fine dell’ora di religione, piuttosto che avere appreso qualcosa in più sulle religioni e essersi confrontati con i propri compagni e l’insegnante. Non preoccupano sono solo i fondamentalismi islamici. C’è il vuoto assoluto del fanatismo ideologico di chi – di fatto – insegna ai figli che la cultura religiosa è decisamente meno importante di Facebook e del Grande Fratello.  Sempre meno studenti – grazie ai loro genitori – la pensano come Paolo Mieli: «Io non sono cattolico, la mia famiglia è di origine ebraica e quando ero a scuola, trentacinque anni fa, ero esonerato dall’ora di religione. […] Da quel momento [l’incontro con un insegnante di religione cattolica capace], per i successivi cinque anni (i due anni del ginnasio e i tre anni del liceo), io rimasi, per scelta, a tutte le lezioni di religione e questo dialogo, a volte puntuto a volte condotto in spirito di franchezza e onestà, non un dialogo compiacente, è stato un momento fondamentale della mia vita. Io ero, appunto, un non credente che invitato a partecipare a quell’ora la sceglieva volontariamente, a differenza di tutte le altre ore di scuola. Le altre ore di scuola le facevo perché ero tenuto a farle, perché la famiglia mi obbligava a farle, perché dovevo crescere, dovevo diplomarmi, dovevo prendere la maturità e poi laurearmi. Quell’ora, invece, me la sceglievo, per cui nella storia della mia giovinezza l’ora di religione è l’ora della scelta, l’ora della libertà, l’ora del confronto, l’ora della crescita».

Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo  ha detto: «Credo che l’insegnamento della religione nelle scuole così come è concepito oggi non abbia più molto senso. Nelle nostre classi il numero degli studenti stranieri e, spesso, non di religione cattolica tocca il trenta per cento. Sarebbe meglio adattare l’ora di religione trasformandola in un corso di storia delle religioni o di etica». Quello che non ha molto senso sembra invece dare ad intendere che l’Italia non abbia una sua cultura fondante – come del resto è per tutti i popoli della Terra dato che non esistono popoli non religiosi – e che questa è basata sul Cattolicesimo. Una proposta del genere equivale a dire eliminiamo le domeniche e – perché no – anche il Natale, perché musulmani o ebrei d’Italia non si riconoscono in queste feste… E dire che Profumo è stato ex presidente del CNR… Una carica che presuppone intelligenza nel senso letterale del termine. Saper leggere dentro le cose e i fatti.

Ragione senza fede e fede senza ragione sono i due lati della medaglia dell’integralismo.

L’Ora di Religione in Europa
Paese Normativa Modalità Confessione di riferimento Materia alternativa Statuto dell’insegnante Note
Austria BGBL 190/1949;
modificato da BGBL 329/1988
obbligatoria con facoltà di esonero cattolica nessuna statale con idoneità ecclesiastica
Belgio leggi nel 1959; 1988; 1997 obbligatoria con scelta alternativa cattolica, ebraica, ortodossa, islamica, protestante etica non confessionale regionale con idoneità ecclesiastica o statale maggioranza (60%) di insegnamento cattolico
Cipro art. 110 della costituzione;
legge 12/1965
obbligatoria con facoltà di esonero ortodossa nessuna statale con idoneità ecclesiastica
Danimarca leggi statali obbligatoria con facoltà di esonero insegnamento non confessionale nessuna statale con laurea teologica statale
Estonia legge del 1993 obbligatoria con facoltà di esonero insegnamento cristiano ecumenico religioni comparate statale
Finlandia legge del 2003 obbligatoria con facoltà di esonero insegnamento protestante luterano etica statale
Francia nessuna;
Alsazia – Lorena: cattolica
cattolica in Alsazia – Lorena nessuna statale in Alsazia – Lorena
Germania costituzione del 1949;
legislazione affidata ai singoli stati federali (land) in collaborazione con le comunità religiose;
in alcuni stati, concordati tra stato e comunità religiose
diritto alla partecipazione all’insegnamento, se questo è offerto e se la partecipazione non è in contrasto con il volere della comunità religiosa responsabile;
in alcuni stati, partecipazione obbligatoria con facoltà di esonero
una qualsiasi delle religioni praticate sul territorio federale
(attualmente sono offerti insegnamenti buddisti, cristiani, ebraici e islamici)
etica, filosofia, “Lebenskunde” (cognizioni di vita) statale con giuramento alla costituzione e abilitazione della relativa comunità religiosa Eccezione: Brema non riconosce la collaborazione costituzionale fra stato e comunità religiose e impartisce un insegnamento statale obbligatorio (con facoltà di esonero) di “Storia della Bibbia”; in alcune scuole anche “Principi Islamici”, etica o filosofia
Grecia costituzione 1975 obbligatoria con facoltà di esonero ortodossa nessuna statale con studi teologici statali
Irlanda art. 42 della costituzione facoltativa cattolica nessuna abilitazione e idoneità ecclesiastica
Italia nuovo concordato 1984;
dpr 751/1985
facoltativa cattolica studio assistito;
studio libero;
nessuna
statale con abilitazione e idoneità ecclesiastica
Lettonia legge 1995;
accordo 25/10/2002
opzionale luterana, cattolica, ortodossa, battista, ebraica etica idoneità ecclesiastica
Lussemburgo intesa 1997 opzionale luterana, cattolica, calvinista etica idoneità ecclesiastica
Malta legge 1991;
accordo del 25/3/1995
obbligatoria con facoltà di esonero cattolica nessuna idoneità ecclesiastica
Paesi Bassi leggi statali;
riforma 1999
obbligatoria non confessionale nessuna
Polonia concordato;
legge 15/3/1998
opzionale cattolica, protestante, ortodossa, ebraica etica idoneità ecclesiastica
Portogallo concordato 1940; 1975 opzionale cattolica etica idoneità ecclesiastica
Regno Unito Education Act 1944; 1988 obbligatoria con facoltà di esonero insegnamento comparativo con priorità alla tradizione cristiana nessuna statale con studi teologici statali
Repubblica Ceca nessuna discussione sull’introduzione
Slovacchia legge 14/11/2000 opzionale cattolica etica idoneità ecclesiastica
Slovenia nessuna discussione sull’introduzione
Spagna costituzione 1978; concordato 1979 opzionale cattolica, protestante, ebraica, islamica nessuna idoneità ecclesiastica
Svezia leggi statali 2000 obbligatoria approccio ‘oggettivo’ nessuna statale con studi teologici statali
Ungheria legge 79/1992; 4/1990 opzionale religioni tradizionali nessuna idoneità ecclesiastica

La Chiesa arretrata di 2 secoli. Morale rabbinica contro morale paolina

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di Giorgio Nadali

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La più autorevole voce di riforma della Chiesa cattolica si è spenta. Il Cardinale Carlo Maria Martini avrebbe voluto un altro concilio. E soprattutto una Chiesa moderna, in dialogo e al passo con i tempi. Una Chiesa in cui la Parola (di Dio) incontra le parole (degli uomini). 

“Occorre, conseguentemente, creare atteggiamenti e strumenti di tolleranza, di dialogo, di collaborazione, di comprensione e di perdono reciproco, per favorire l’intesa sull’immagine unitaria dell’uomo. Occorre una nuova mediazione culturale aperta a questi orizzonti”. (Carlo Maria Martini – Lettera pastorale “Attirerò tutti a me” (19), 1982-1983

“Vorrei farmi tuo compagno di strada: ascoltare le domande vere del tuo cuore, confessarti le mie. Questo è importante: non è possibile trovare e dare risposte, se non si sono riconosciute le domande. Una “regola di vita” vorrebbe anzitutto essere un tentativo di dare risposte a domande vere (o forse, più modestamente, l’indicazione di un tracciato, lungo il quale cercare e incontrare risposte vere)”. (Carlo Maria Martini – Lettera pastorale “Parlo al tuo cuore” (1), 1996-1997)

Un “antagonista fedele” di Benedetto XVI esce di scena. Ora sarà più facile che tutto rimanga come prima. Martini: I divorziati risposati? Vanno accolti in chiesa. Gli omosessuali? Non vanno giudicati. La pillola? La Chiesa oggi può cambiare atteggiamento. La lotta all’aids? Se un coniuge è malato, è lecito il preservativo. L’eutanasia? È giusto morire con dignità. Per questo ha rifiutato l’accanimento terapeutico.

Le correnti tra i cardinali sono opinioni sul modo in cui i fondamenti della fede debbano essere espressi. Queste correnti possono cambiare col passare del tempo, producendo nuove configurazioni. Nessun cardinale dichiarerà mai di appartiene ad una corrente piuttosto che ad un’altra. Alcuni cardinali negano proprio l’esistenza di orientamenti politici tra le loro fila.

Corrente  della “Riforma della Chiesa” “Sinistra” Corrente  della “Luce del Mondo”“Centrosinistra” Corrente  dei “Guardiani della Fede”  “Destra”
C’è bisogno di una morale paolina (basata sui valori), non di una morale rabbinica (basata sulla legge). Questo il pensiero  di uno dei maggiori rappresentanti di questa corrente. Il Cardinale Carlo Maria Martini. I prìncipi della Chiesa “riformatori” ritengono che il dialogo sui temi scottanti sia essenziale. Nessuno di loro è d’accordo con l’ordinazione delle donne o con l’accettazione dell’omosessualità, ma lo stile di approccio ai temi è diversa. Recentemente il Cardinale Martini si era espresso a favore per un’apertura maggiore della Chiesa ai divorziati. Questa corrente è favorevole ad una maggiore collegialità dei vescovi e meno centralizzazione sulla Santa Sede. Vogliono che la Curia Romana funzioni come serva delle chiese locali, non come padrona. Si esprimono a favore di una maggiore libertà delle chiese locali nell’adattare gli insegnamenti le pratiche alle loro particolari circostanze. Il Concilio Vaticano II è stato per loro una stagione di riforme prematuramente interrotte dal pontificato di Giovanni Paolo II. Il rappresentante principale di questa corrente riformatrice è stato il Card. Franz Konig, scomparso nel 2004 e appunto Martini, appena scomparso. Altri sono Lehmann, Kasper,  Danneels, Tettamanzi, Lehmann, Marchisano, Hummes, Mahony, Cassidy. Le loro strategie riformatrici della Chiesa sono diverse, ma hanno in comune il desiderio per una Chiesa più aperta, che condanni di meno e che sperimenti maggiormente il dialogo. Progressi senza compromessi verranno da un papa di questa corrente. Se glielo permetteranno. I membri di questa corrente ritengono che il Popolo di Dio non debba perdere tempo in dibattiti teologici. Desiderano gettare ponti con le culture differenti da quella cattolica. Desiderano preservare la tradizione cattolica, ma sotto forma di influsso politico sui governi affinché questi adottino scelte in linea con la morale cattolica. Ad esempio – in Italia -col referendum contro la legge 40 in bioetica. L’ordine sociale deve riflettere gli insegnamenti cattolici. Interesse sulla questione sociale e su come il sistema sociale promuova la giustizia. Ad esempio attraverso   la cancellazione del debito ai Paesi del Terzo Mondo. Fanno parte di questa corrente i cardinali McCarrick,  Maradiaga, Arns, Ruini, Daarmatmadja, Napier.  Sono molto preoccupati dell’impatto del relativismo e del secolarismo sulla Chiesa. Il relativismo è la negazione di verità assolute, specialmente in campo morale. Il secolarismo è invece la marginalizzazione o esclusione dei valori della fede religiosa nella vita quotidiana. Il relativismo pone diversi problemi perché mette in discussione l’autorità della Chiesa sulle questioni morali, che diventano un fatto soggettivo. Col relativismo non c’è più bisogno di un’autorità centrale della Chiesa che indichi una retta via. Ma manca anche la percezione di un bene e di un male assoluti per l’uomo. Il relativismo dovrebbe quindi anche negare i diritti umani universali proprio in quanto universali, cioè non relativi. Inoltre se tutte le religioni, tutte le verità  si equivalgono non c’è più bisogno di conversione al Cattolicesimo. La secolarizzazione invece tende a separare a Chiesa dallo Stato e riduce o elimina l’influsso della Chiesa sulla politica di una nazione. È l’esempio di quelle nazioni che hanno approvato l’aborto,  l’eutanasia, la contraccezione,  ecc.Questi cardinali si preoccupano della perdita di identità cristiana dei fedeli, dell’obbedienza all’autorità della Chiesa e dell’assimilazione della cultura cristiana a culture estranee ai suoi valori. Due sono i rimedi: Ribadire i principi dottrinali e morali anche a costo di entrare in contrapposizione dura con il mondo non cattolico. La fedeltà e l’identità cattolica sono più importanti del dialogo. Il cardinale Biffi, ad esempio, ha suggerito di adottare leggi per ridurre l’immigrazione islamica al fine di preservare la cultura cattolica. Il leader del “”partito conservatore” all’interno il Collegio cardinalizio è stato sino alla sua elezione a Papa, Joseph Ratzinger. Benedetto XVI fu prefetto della Congregazione della Fede fino al 1981 e nel 2001 scrisse la Dominus Iesuribadendo i principi del cattolicesimoela relazione tra il Cattolicesimo e le altre Religioni, rassicurando della superiorità del Cattolicesimo. Un forte accento è messo anche sulla liturgia, perché questa dà identità ed è uguale in tutto il mondo e ha il potere di rinforzare e di alimentare la fede. Ad esempio, nel maggio 2001 il cardinale Medina ha promulgato nuove regole per i testi liturgici, il più possibile fedeli all’originale latino.Un altro accento è posto sulla forte distinzione tra clero e laicato. Vi è un’enfasi su una Chiesa aggressiva, che erge barriere contro gli “attacchi” delle culture estranee ad essa. Clericalismo quindi come barriera alle invasioni e agli attacchi contro la cultura (e all’autorità) cattolica. I membri di questa corrente di “destra” sono – tra gli altri – i cardinali Biffi, Medina, Schotte, Schoumn, Law, George, Degenhard, Dias, Cornell, Ambrozic, Tomko, Jaworski, Schonborn.[1] 

[1] Cf. John L. Allen, Jr., Conclave, New York, Doubleday, 2002, pp.132-157

Nell’ultima intervista il Cardinale Carlo Maria Martini si espresse così

Come vede lei la situazione della Chiesa?
«La Chiesa è stanca, nell’Europa del benessere e in America. La nostra cultura è invecchiata, le nostre Chiese sono grandi, le nostre case religiose sono vuote e l’apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti e i nostri abiti sono pomposi. Queste cose però esprimono quello che noi siamo oggi? (…) Il benessere pesa. Noi ci troviamo lì come il giovane ricco che triste se ne andò via quando Gesù lo chiamò per farlo diventare suo discepolo. Lo so che non possiamo lasciare tutto con facilità. Quanto meno però potremmo cercare uomini che siano liberi e più vicini al prossimo.
Come lo sono stati il vescovo Romero e i martiri gesuiti di El Salvador. Dove sono da noi gli eroi a cui ispirarci? Per nessuna ragione dobbiamo limitarli con i vincoli dell’istituzione».
Chi può aiutare la Chiesa oggi?
«Padre Karl Rahner usava volentieri l’immagine della brace che si nasconde sotto la cenere. Io vedo nella Chiesa di oggi così tanta cenere sopra la brace che spesso mi assale un senso di impotenza.
Come si può liberare la brace dalla cenere in modo da far rinvigorire la fiamma dell’amore? Per prima cosa dobbiamo ricercare questa brace. Dove sono le singole persone piene di generosità come il buon samaritano? Che hanno fede come il centurione romano? Che sono entusiaste come Giovanni Battista? Che osano il nuovo come Paolo? Che sono fedeli come Maria di Magdala? Io consiglio al Papa e ai vescovi di cercare dodici persone fuori dalle righe per i posti direzionali.
Uomini che siano vicini ai più poveri e che siano circondati da giovani e che sperimentino cose nuove. Abbiamo bisogno del confronto con uomini che ardono in modo che lo spirito possa diffondersi ovunque».
Che strumenti consiglia contro la stanchezza della Chiesa?
«Ne consiglio tre molto forti. Il primo è la conversione: la Chiesa deve riconoscere i propri errori e deve percorrere un cammino radicale di cambiamento, cominciando dal Papa e dai vescovi. Gli scandali della pedofilia ci spingono a intraprendere un cammino di conversione. Le domande sulla sessualità e su tutti i temi che coinvolgono il corpo ne sono un esempio. Questi sono importanti per ognuno e a volte forse sono anche troppo importanti. Dobbiamo chiederci se la gente ascolta ancora
i consigli della Chiesa in materia sessuale. La Chiesa è ancora in questo campo un’autorità di riferimento o solo una caricatura nei media?
Il secondo la Parola di Dio. Il Concilio Vaticano II ha restituito la Bibbia ai cattolici. (…) Solo chi percepisce nel suo cuore questa Parola può far parte di coloro che aiuteranno il rinnovamento della Chiesa e sapranno rispondere alle domande personali con una giusta scelta. La Parola di Dio è semplice e cerca come compagno un cuore che ascolti (…). Né il clero né il Diritto ecclesiale possono sostituirsi all’interiorità dell’uomo. Tutte le regole esterne, le leggi, i dogmi ci sono dati per chiarire la voce interna e per il discernimento degli spiriti.
Per chi sono i sacramenti? Questi sono il terzo strumento di guarigione. I sacramenti non sono uno strumento per la disciplina, ma un aiuto per gli uomini nei momenti del cammino e nelle debolezze della vita. Portiamo i sacramenti agli uomini che necessitano una nuova forza? Io penso a tutti i
divorziati e alle coppie risposate, alle famiglie allargate. Questi hanno bisogno di una protezione speciale. La Chiesa sostiene l’indissolubilità del matrimonio. È una grazia quando un matrimonio e una famiglia riescono (…). L’atteggiamento che teniamo verso le famiglie allargate determinerà l’avvicinamento alla Chiesa della generazione dei figli. Una donna è stata abbandonata dal marito e trova un nuovo compagno che si occupa di lei e dei suoi tre figli. Il secondo amore riesce. Se questa famiglia viene
discriminata, viene tagliata fuori non solo la madre ma anche i suoi figli. Se i genitori si sentono esterni alla Chiesa o non ne sentono il sostegno, la Chiesa perderà la generazione futura. Prima della Comunione noi preghiamo: “Signore non sono degno…” Noi sappiamo di non essere degni (…).
L’amore è grazia. L’amore è un dono. La domanda se i divorziati possano fare la Comunione dovrebbe essere capovolta. Come può la Chiesa arrivare in aiuto con la forza dei sacramenti a chi ha situazioni familiari complesse?»
Lei cosa fa personalmente?
«La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni. Come mai non si scuote? Abbiamo paura? Paura invece di coraggio? Comunque la fede è il fondamento della Chiesa. La fede, la fiducia, il coraggio. Io sono vecchio e malato e dipendo dall’aiuto degli altri. Le persone buone intorno a me mi fanno sentire l’amore. Questo amore è più forte del sentimento di sfiducia che ogni tanto percepisco nei confronti della Chiesa in Europa. Solo l’amore vince la stanchezza. Dio è Amore. Io ho ancora una domanda per te: che cosa puoi fare tu per la Chiesa?».

Giorgio Nadali

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