Talebani cattolici, Farisei, Pubblicani e Donne

Di Giorgio Nadali

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Razza di vipere. Sepolcri imbiancati. Così li chiamava Cristo. Insomma, stiamo parlando dei Farisei. Quelli della nota setta contemporanei di Gesù Cristo si facevano chiamare “farishà”, “i puri”. A volte ritornano. Quelli moderni qualche collega giornalista li ha già rinominati “talebani cattolici”. I talebani – quelli veri – sono gli studenti coranici integralisti islamici di base in Afghanistan. Quand’erano al potere vietavano musica, istruzione per le donne e facevano oscurare le finestre perché nessuno le vedesse al loro interno. Quelli cattolici sono dei beceri fanatici che, credendo di fare un gran servizio alla già disastrata immagine di Chiesa, anche loro se la prendono con le donne. E’ noto il fatto di cronaca del parroco di Lerici (SP). Un bel volantino affisso sul portone di una chiesa. Nessuna tesi di luterana memoria per invitarla ad essere più evangelica. No, solo una tesi per allontanare ancora di più coloro che di essa non vogliono più saperne. Eccola. Le donne sono colpevoli della violenza che nel 2012 ne ha mandate al cimitero un centinaio e all’ospedale diverse centinaia. Il fariseo più famoso della storia – San Paolo – ha sì detto “nelle assemblee la donna taccia” (1 Cor 14,34), ma ha anche detto «Non c’è più né
Giudeo né Greco, né schiavo né libero, né uomo né donna, perché voi tutti siete
un essere solo in Cristo Gesù» (Gal 3, 27-29).

Non tutti hanno la presenza di spirito per comprendere che il fanatismo si annida ovunque, anche tra gli atei. Un conto è essere ateo, un altro è essere laicista o anticlericale, ad esempio. Questi individui non sono fanatici perché sono cattolici. Sono fanatici perché soffrono di una religiosità ipomaniaca. E per disgrazia della Chiesa, sono pure cattolici. Non rappresentano nessuno se non il loro disturbo. La religiosità ipomaniaca è quella di chi si sente detentore della verità e rivendica una linea diretta con Dio, al quale deve sempre dimostrare quanto sia un vero credente migliore degli altri… Suona familiare? No? E’ la parabola del fariseo e del pubblicano, che Gesù racconta nel Vangelo di Luca 18,9-14. Chi andò a casa giustificato? Il superbo fariseo che osservava tutte le prescrizioni della Legge di Mosè e presentava il conto a Dio, oppure l’umile pubblicano che si batte il petto? Indovinate. Cosa c’entra? C’entra, c’entra. Moralismo, non morale. Morale rabbinica, non morale paolina. La morale rabbinica non tiene conto della vittima e è interessata più alla legge che alla persona. La morale paolina (del fariseo convertito San Paolo) è attenta ai valori e alla persona, prima ancora delle norme morali. Ergersi a difensori della morale, mancando gravemente di attenzione a chi è vittima della violenza è tipico del fanatismo religioso. La donna si cerca la violenza perché è provocante. A tanto era arrivato quasi Siddartha Gautama – il Buddha – quando scrive “Io non conosco, o monaci, altra forma che sia così attraente, così eccitante, così inebriante, così avvincente, così seducente così contraria alla vita serena, come proprio la forma della donna. A causa della sua forma, gli esseri sono avvinti, attratti e arsi nel fuoco della brama e della passione e gemono a lungo sotto l’incendio della forma femminile. Io non conosco, o monaci, altra voce, altro odore, altro sapore, altro contatto che sia così attraente, così eccitante, così inebriante, così avvincente, così seducente, così contrario alla vita serena, come proprio la voce, l’odore, il sapore, il contatto della donna. A causa della voce, dell’odore, del sapore, del contatto della donna gli esseri sono vinti, attratti e arsi nel fuoco della brama e della passione, e gemono al lungo sotto l’incanto del contatto femminile. Che la donna si muova o stia, che sieda o giaccia, che rida o parli, che canti o pianga, che sia vestita o nuda; persino come cadavere la donna avvince il cuore dell’uomo”.

Donne, a noi piacciono i vostri abiti succinti! Siamo uomini normali. Ci rifaremo gli occhi e non vi stupreremo. State in guardia però da altri “uomini”. Quelli con seri disturbi… Dal fanatismo alla violenza il passo è breve.

Giorgio Nadali

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