Gli angeli del presidente Ronald Reagan

 

Per ben due volte l’ex presidente statunitense Ronald Reagan è stato in pericolo di vita e per due volte ha avuto incontri con esseri angelici che lo confortarono e lo aiutarono a superare le sue crisi mediche, come racconta nel libro, “Hand of Providence: The Faith Strong and Quiet di Ronald Reagan,” di Mary Beth Brown. Mentre Reagan stava lottando per la sua vita dopo essere stato colpito da John Hinckley il 30 marzo 1981, stava avendo problemi di respirazione. La sua pelle era diventata pallida, come ricorda sua moglie Nancy Reagan :”Era il colore della carta – bianco come un lenzuolo, con il sangue secco intorno alla bocca. Reagan ricordò in seguito di aver guardato dalla barella mentre stava pregando e mentre era in parte cosciente, si rese conto che qualcuno stava tenendo la sua mano. “Era una morbida, mano femminile”, scrive nella sua autobiografia, “An American Life”. “L’ho sentita salire e toccare la mia e poi tenerla forte. Mi ha dato una sensazione meravigliosa. Anche adesso mi riesce difficile spiegare come era rassicurante e come era meravigliosa”. Nonostante i grandi sforzi per scoprire chi stesse tenendo la sua mano, nessuno in ospedale poteva dare questa risposta al presidente. Dopo l’operazione chirurgica per rimuovere il proiettile Reagan raccontò di essere stato attorniato da “persone vestite di bianco”. I figli di Reagan pensano che quelle infermiere misteriose che aiutarono il padre mentre era in pericolo di vita fossero angeli. “Patti crede che fossero angeli, e lo credo anch’io”, ha detto Michael Reagan, che ha scritto la prefazione al libro “Hand of Providence” (“Mano della Provvidenza”). Il presidente aveva vissuto un evento simile quando era in condizioni critiche con una polmonite virale molti decenni prima. Aveva lavorato in un film con Shirley Temple quando si ammalò gravemente. Nel suo libro autobiografico, “Dov’è il resto di me?” descrisse giorni e notti di brividi con brividi e una febbre fortissima. La sua temperatura continuava a salire, ed gli era difficile respirare. “Alla fine ho deciso che sarebbe stato meglio non respirare”, ricorda Reagan. “Non so a che ora della notte è stato quando ho detto all’infermiera che ero troppo stanco per respirare. ‘Ora soffia’ – diceva – ‘Forza, respira ancora una volta.'” Questo continuò per tutta la notte, e Reagan raccontò di aver deciso di mantenere la respirazione per cortesia all’infermiera. Ancora una volta, nonostante i suoi sforzi per ringraziare la misteriosa infermiera, Reagan non riuscì a scoprire chi fosse. Questo portò i membri della famiglia a prendere in considerazione altre possibilità – come le visite angeliche.

Giorgio Nadali