Esplode lo scaldabagno: Aldilà e ritorno per Hilde

 

Hilde Genoese – 53 anni – è una nota pittrice milanese che ora vive e lavora a Corte Maggiore (PC). Nell’estate del 1979 – all’età di diciassette anni – ha subito un grave incidente domestico per lo scoppio dello scaldabagno.

tt

Hilde vuoi raccontarci cosa ti è successo?

«Quel lontano pomeriggio estivo nella mia casa a Milano mi avvicinai brevemente  al confine fra la vita e la morte. Non so spiegare diversamente ciò’ che mi successe…Era ora di pranzo e mi trovavo in casa da sola.  Dovevo lavare i piatti….Così aprii il rubinetto dell’acqua, misi i guanti di gomma, ma mi accorsi che non arrivava acqua calda perché lo scaldabagno non era acceso. Gli scaldabagni di un tempo erano ad accensione manuale, quindi bisognava accendere la fiammella; non era automatico.  Così, senza chiudere il rubinetto, mi sfilai con calma i guanti e mi misi alla ricerca dei fiammiferi, che non trovavo. Finalmente li trovai, a questo punto penso di aver chiuso il rubinetto dell’acqua, ma non ricordo questo particolare, presi una sedia per arrivare allo sportellino per l’accensione. Salì e sfregai il fiammifero sulla scatoletta per accenderlo(non pensando assolutamente che avendo lasciato  aperto il rubinetto dell’acqua calda senza aver acceso preventivamente lo scaldabagno, in contemporanea era uscito il gas dalla bocchetta)».

Ci fu un’esplosione?

«Sì, l’ambiente  piccolo della cucina fece il resto. Fu una leggerezza dovuta all’inesperienza e all’età. Fu unattimo.Ci fu un’esplosione. Una luce abbagliante davanti agli occhi, una vampata di calore  in viso poi nulla, nessun dolore. Silenzio. Immediatamente in un battito di ciglia, mi ritrovai in un luogo che non conoscevo, c’era una nebbia diffusa intorno a me che non mi faceva vedere nulla oltre una certa distanza, ma era tutto luminoso».

Dove ti trovavi? 

«Ero sempre io, mi sentivo un corpo, pensavo quindi ero. Ma non ero più in cucina. Questa era una certezza, quindi pensai:“sono morta!”. “Ma che  modo di morire!” Pensai fra me e me ridacchiando malinconicamente. Se me lo avessero detto stamattina che sarei morta così stupidamente non ci avrei creduto! Non ero disperata, ma sorpresa e un po’ arrabbiata con me stessa».

Cosa hai visto?  

«Mi guardai intorno, solo nebbia grigia, ma luminosa, come se celasse una grande luce, un po’ come quelle giornate belle in pianura dove c’è’ la nebbia, ma tu sai che oltre c’è’ il sole, perché c’è una luce diffusa».

Cos’hai provato in quel momento? 

«Ho pensato: “Non mi lasceranno qui da sola,spero.Verrà qualcuno a prendermi”. Mi guardavo intorno… Immediatamente come  a rispondere alla mia chiamata una figura alta e austera si presentò’ davanti a me, sembrava avesse una tunica fino ai piedi, grigia. Non vedevo i suoi lineamenti, ma ne avvertivo l’autorità. Pensai titubante: “saràSan Pietro!” Questa figura non parlava, ma interagiva con i miei pensieri. Aprì un enorme libro che teneva fra le mani.Fra me e me pensai “adesso mi dirà ‘hai fatto questo, hai fatto quello’, come dicono sulla Terra”. Il libro della vita.

Hai rivisto la tua vita?

«Sì, come  per magia iniziai a rivedere la mia breve vita partendo dall’inizio.Dalla gestazione. Mi rividi feto nel ventre di mia madre.La cosa meravigliosa è che vedevo e rivedevo con gli occhi di allora, con le stesse emozioni.Vedevo la luce che filtrava dal grembo di mia madre, rosata. Sentivo il suo battito del cuore e avvertivo il suo grande amore per me. Che cosa meravigliosa!Poi cambiò di colpo tutto mi rividi piccola nel lettino in camera dei miei. Vedevo tutto dall’alto, mia madre che veniva a prendermi perché mi ero appena svegliata. La gioia era immensa nel sentire il suo abbraccio  di mamma che mi tirava fuori dal lettino a sponde alte».

E poi?

«Poi velocemente vidi un’altra scena. Ero in un sito archeologico con i miei genitori…ero molto piccola, forse un paio d’anni, iniziai a camminare, mia madre preoccupata disse a mio padre di non farmi camminare perché sarei caduta, mio padre rispose a  mia madre che dovevo imparare a camminare da sola e mi lasciò la mano come previsto da mia mamma caddi ferendo i leggermente al ginocchio, i miei bagnarono un fazzoletto alla fontana per pulire la ferita. Altro cambio di scena velocissimo ero in un parco con mia mamma…vedevo tutto dall’alto ma istantaneamente entrai in quella piccola bambina che correva nel Prato …ero io lo sapevo….rincorrevo un passerotto che saltellava nell’erba, sono un bimba di circa due anni…vedo i miei piedini che camminano incerti e lo rincorrono nel prato….con il mio piedino inavvertitamente mi sembra di aver calpestato il passerotto…..disperata e piangente mi giro verso mia mamma in cerca d’aiuto…ed ecco che esco da mio corpo di bimba e mi ritrovo in alto con una visione a 360 gradi. Vedo il passerotto volare dietro le mie spalle di bimba. “È felice”– esclamo – “ma allora si è’ salvato”. Ho sempre pensato di averlo schiacciato! Tutto questo era un magnifico spettacolo tridimensionale, interattivo. Ero protagonista e spettatrice insieme. Come dei flash veloci mi scorrevano davanti agli occhi alcuni episodi della mia breve vita».

Insomma tutte scene della tua vita…

«In un attimo mi vedo più ‘ grande, penso sui cinque anni. Sto portando al terzo piano il seggiolino del passeggino di mia sorella che mi ha chiesto mia mamma. Faccio un po’ fatica, si apre una porta sul pianerottolo ed esce una signora che mi chiede cosa sto facendo. Mi dice che sono brava e vuole premiarmi…rientra in casa ed esce con un anatroccolo di peluche tutto rosa. Mi sentivo orgogliosa di me…un premio! Ed ecco che mi ritrovo nell’immensità del cosmo, fra galassie e stelle e vedo la Terra in lontananzain un silenzio assoluto, bellissima, perfetta. È in quel preciso istante qualcosa di grande mi viene svelatoe mi dico “adesso capisco perché si vive e perché’ si muore. Adesso tutto ha un senso!”»

Ti sentivi viva?

«Sì, poi ho visto il mio funerale. Sempre dall’alto ho visto una folla immensa e il corteo funebre percorre la via dove abito per dirigersi verso la chiesa. In un istante ho visto tutto da un’insolita posizione. Ero seduta sulla mia bara e di fronte ai miei genitori, che seguivano il corteo funebre. Ero tristissima non ero morta, anzi, mi sentivo più viva che mai. Ero profondamente infelice nel vedere il loro dolore e soprattutto per non riuscire a comunicare con loro, per dire che stavo bene ed ero felice».

Come sei ritornata nel tuo corpo?

«Ritorno nella nebbia ma ora non sono più sola. Davanti a me un ruscello con un piccolo ponte…dall’altra parte tante figure, che riconosco a me legate affettivamente ma di cui non distinguo i lineamenti. e rifletto fra me e me….ho perso solo i nonni e un fratellino appena nato…invece ci sono tante persone che mi aspettano, com’è’ possibile?. Dietro di loro un enorme cancello in ferro battuto chiuso. Dietro il cancello la nebbia sembra più luminosa, quasi diradata. Le comunicazioni fra me e loro erano telepatiche, immediate, non c’era possibilità’ di fraintendersi o non capire. Mi chiesero se volevo rimanere con loro o tornare sulla Terra, usando questa espressione. Senza esitazione penso è questa la vera Casa la vera vita! Voglio stare con voi, ma nello stesso istante in cui faccio il passo per attraversare il ponte che mi porta da loro ho un momento di esitazione, penso a quanto dolore avrei dato ai miei con quella scelta…l’avevo visto. Immediatamente mi respingono dicendomi che non era ancora arrivata la mia ora. Vengo risucchiata verso il basso in un vortice di luci e colori al quale cercavo di oppormi con tutte le mie forze. Aggrappandomivolevo vedere di più, volevo sapere di più. Il tutto ad una velocità supersonica, inseguita da una voce che mi diceva che non potevo spingermi oltre, di non oppormi. Di colpo passai dal frastuono al silenzio della mia cucina. Vedevo il mio corpo sotto di me, da un’insolita prospettiva, in ero sopra al mio corpo, vicino al soffitto in un silenzio totale. Sentivo l’acqua sgocciolare nel lavello…come una goccia d’olio ridiscesi dentro il mio corpo, dalla sommità’ della testa. Quel corpo che sapevo essere il mio  e che guardavo come un mio abito usato,  perché era estraneo al mio essere. Sentivo di avere un corpo, come prima, che rispondeva ai miei comandi. Pensavo, consideravo, quindi ero!  Dopo qualche secondo cominciai  a vedere le cose intorno da una altezza umana e mi domandai se fossi ancora viva. Ma ritenevo la cosa impossibile, considerando tutto quello che avevo vissuto. Decisi di darmi un pizzicotto per sentire se avvertivo qualche sensazione. Lentamente avvicinai le braccia e con mia grande sorpresa avvertii il pizzicotto…spalancai gli occhi incredula…poi mi sistemai quel corpo,  esattamente come si fa con un vestito messo male. Mi accorsi di essere ancora in piedi sulla sedia, le gambe cominciarono a tremarmi, perché stavo realizzando quello che era successo, che faceva a pugni con la mia razionalità. Così scesi a terra, andai al lavandino e con la mano bevvi un sorso d’acqua per riprendermi dallo spavento. Mi guardai intorno e vidi la schermatura di ferro dello scaldabagno scaraventata in corridoio, qualche metro più in là. Poi corsi allo specchio a guardarmi il viso, temevo il peggio, pur non sentendo ne’ dolore ne’ bruciore. Vidi che avevo bruciato ciglia e parte delle sopracciglia, un po’ i capelli, ma fortunatamente nessuna ustione sulla pelle. Altri danni non ce n’erano stati, a parte la grande paura. Ma ero perplessa, come giustificare l’esperienza fatta. Dopo poco arrivò il ragazzo che sarebbe diventato mio marito. Ascoltò il racconto e bonariamente ci rise sopra. Come dargli torto. D’altronde non sapevo spigarmelo pure io. Chiamai l’idraulico che rimise lo scaldabagno in funzione e a posto, anche lui spaventato e soprattutto perplesso sul fatto che nessuno avesse sentito l’esplosione che c’era stata, visto le conseguenze, ma essendo all’ultimo piano di una palazzina di otto piani poteva essere giustificato».

Questa esperienza ti ha cambiata?

«Passarono mesi, anzi anni, in cui mi sentivo effettivamente sola, non capivo quello che era successo; non ne potevo parlare con nessuno, a parte la famiglia e gli amici più’ stretti. Io stessa facevo fatica a far collimare la mia razionalità con quell’episodio così’ strano.Quando vedevo un funerale ripensavo a come l’avevo vissuto io dall’altra parte e, mi vergogno a dirlo, sorridevo perché’ non avevo più quel senso di paura della morte. Non avvertivo più lo sgomento della morte, ormai dentro il mio cuore avevo la certezza che tutto non finiva con il corpo.Un giorno passeggiando per le via del centro di Milano entrai in una libreria. C’era una pila di libri in offerta e me ne capitò in mano uno: ”Vita oltre la vita” di Raymond Moody. Lessi l’introduzione e….con una gioia incredibile scoprii che parlava di esperienze di premorte come la mia. Non ero la sola! Ad altri era successo qualcosa di “strano” come me. Corsi a casa e avidamente mi buttai nella lettura. Più leggevo e maggiore era la mia certezza che stavamo parlando della stessa cosa. Così’ capii che certi passaggi di questa esperienza era comune in molte persone in pericolo di vita o prossime a morire.Non importava sesso, età’, istruzione, credo religioso…tutti avevano vissuto visto parte o tutta la mia esperienza. Per tutti la vita era cambiata, i valori erano diversi e soprattutto qualcuno aveva portato con sé un “dono” spirituale. Capii anche che la mia esperienza era stata completa, praticamente avevo vissuto tutti i passaggi principali. Uscita dal corpo,incontro con essere  superiore, filmino tridimensionale sulla propria vita, tunnel di luce, il ritorno.Fu un sollievo enorme capire che non ero sola al mondo ad aver avuto una simile esperienza».

Quanto è durata questa esperienza?

«Non so dirlo. Secondo me è stata un’esperienza fuori dal tempo. Ho avuto un’esperienza lunga stando in piedi sulla sedia di fronte allo scaldabagno. Ero sola in casa e nessuno può dirmi quanto è durata. Mio papà era al lavoro e mia mamma al mare con mia sorella».

Non hai guardato che ore erano prima e dopo?

«All’ora di pranzo, ma non ho guardato l’ora. Ero talmente spaventata di quello che era successo che l’ultimo di miei pensieri era guardare l’ora»

È arrivata l’ambulanza?

«No, no. Non ho avuto danni gravi. Ho solo chiamato l’idraulico».

Eri religiosa a quel tempo?

«Non particolarmente. Andavo in chiesa la domenica, all’oratorio.Ma anche adesso. Ho tutto un mio modo di pensare».

Con chi ne hai parlato?

«Con i miei genitori e col mio ragazzo. Ma erano perplessi. Ho passato degli anni pensando che ero impazzita. Ho avuto un’illuminazione solo dopo che ho letto il libro».

Dopo quanto?

«Dopo quattro anni»

Ne hai mai parlato con un prete?

«No»

Ma poteva essere un incidente mortale? Se tu dicevi che volevi restare allora morivi?

«Non era il mio momento, ma può darsi di sì. Tu senti che la tua vera vita è la e la tua vera casa è là»

Come è cambiata la tua vita?

«Ho una grande moralità. Come se avessi fatto un catechismo forzato. So che sarò il giudice di me stessa e vedrò solo cose belle e che l’amore è la cosa più importante. Il bene che si fa. Ho visto solo scene in cui davo o ricevevo amore. Non sono riuscita a rimanere in politica. Mi sono tolta. Ero stata eletta».

Hai visto anche il male fatto?

«No. Non ho visto niente di spiacevole. Solo cose di amore»

Che faccia aveva questo essere?

«Non facevano paura, ma non vedevo il viso. Era tutto grigio, non vedevo nulla»

Questo essere senza volto parlava in italiano?

«Eh sì. Una voce maschile»

Profonda?

«No, una voce normale, ma ne avvertivo l’autorità. Ne avevo soggezione. È stato un accompagnatore solo all’inizio dell’esperienza. Non diceva nulla»

Come comunicavate?

«Mentalmente»

Hai visto Dio?

«No, ho visto questa figura che ritenevo autorevole, ma non mi dava giudizi».

Qual è l’ultima cosa che ricordi?

«Un gran calore sul viso e un gran bagliore il rumore dell’esplosione. Ero in piedi su una sedia e alla fine ero ancora là in piedi sulla sedia»

Come hai fatto a non cadere dalla sedia dopo l’esplosione?

«Non lo so»

Vedevi tutto della tua vita?

«Solo alcuni episodi come dei flash»

Perché hai deciso di tornare?

«Per non condannare i miei genitori ad una sofferenza atroce.

Hai delle capacità particolari adesso?

«Ora ho dei doni. Dipingo molto meglio di prima. Vittorio Sgarbi è venuto a casa mia e si è stupito. Ma non gli ho detto dell’esperienza. Poi ho le mani con un calore speciale.Per me c’è stata un’ulteriore conferma perché guardando una trasmissione televisiva ho indovinato cosa c’era nascosto in una scatola, ma ora non ho più queste capacità»

Ora sei religiosa? Vai a Messa tutte le domeniche?

«Non tutte le domeniche, ma spesso»

Come mai?

«Non ritengo questa cosa importante tanto quanto il comportarsi bene. È il Vangelo vissuto che è importante»

Credi che esistano il Paradiso e l’Inferno?

«Sì»

Purgatorio?

«Sulla Terra»

Perché è successo a te?

«Non lo so»

Li hai visti?

«No, ho visto solo nebbia luminosa»

Intervista di Giorgio Nadali

 

 


Howard Storm: Ho visto l’inferno

 

Terribile l’esperienza di Howard Storm, un americano che ha dichiarato di aver letteralmente visto l’inferno. Prima della sua esperienza di pre-morte, Howard Storm era un professore di arte presso Northern Kentucky University, non era un uomo dal carattere molto piacevole per sua stessa ammissione. Era un ateo dichiarato e ostile ad ogni forma di religione e di coloro che la praticavano. Spesso usava la collera per controllare tutti intorno a lui e non trovavamai gioia in qualcosa. Tutto ciò che non era possibile vedere, toccare o sentire, non aveva senso per lui. Era certo che il mondo materiale fosse l’unica realtà. Howard considerava tutti i sistemi di credenze collegati con la religione come fantasie per persone ignoranti. Oltre alla scienza non c’era altro. Il 1 giugno 1985 all’età di 38 anni, Howard Storm ha avuto un esperienza di pre-morte a causa di una perforazione dello stomaco e la sua vita è cambiata. La sua esperienza di pre-morte è uno dei più profondi, se non la più profonda, esperienza aldilà mai documentata. La sua vita era così immensamente cambiata dopo la sua esperienza di pre-morte, che si è dimesso come professore e ha dedicato il suo tempo frequentando il Seminario Teologico per diventare un Ministro sacro della Chiesa Unita di Cristo. Howard racconta: “Per qualche tempo restai in uno stato di incoscienza o di sonno. Non sono sicuro di quanto sia durato, ma mi sentivo davvero strano, così aprii gli occhi. Con mia sorpresa mi ritrovai in piedi accanto al letto, mentre guardavo il mio corpo disteso nel letto.

La mia prima reazione fu: “È pazzesco! Non posso star qui a guardare me stesso. È impossibile… Poi sentii il mio nome. Qualcuno chiamava “Howard, Howard, vieni qui”. Mi chiesi da dove provenisse il richiamo, e scoprii che veniva da oltre la porta della stanza. C’erano diverse voci che mi chiamavano. Domandai chi erano, e dissero: “Siamo qui per prenderci cura di te. Con una certa riluttanza, avanzai nel corridoio, e lì mi ritrovai in una nebbia, come una foschia. Era una foschia leggermente colorata, non densa. Potevo vedere la mia mano, per esempio, ma quelli che mi chiamavano erano 5 o 6 metri più avanti, e non riuscivo a distinguerli chiaramente. Sembravano delle silhouettes o delle sagome. A quel punto si era fatto quasi completamente buio, e mi sembrava che invece di venti o trenta, quegli esseri fossero diventati un’orda. Ognuno sembrava pronto a farsi avanti per il piacere di farmi del male. Cominciarono ad umiliarmi fisicamente nei modi più degradanti. Mentre io continuavo a battermi, mi rendevo conto che non avevano alcuna fretta di farla finita con me. Stavano giocando come il gatto col topo. Ogni nuovo assalto era annunciato da ululati stridenti. Ad un certo punto cominciarono a strappare brandelli della mia carne. Con orrore compresi che mi stavano facendo a pezzi e divorando vivo, lentamente, in modo che il loro divertimento potesse durare il più a lungo possibile. Allora gridai verso di loro: “Padre nostro, che sei nei cieli”, e frasi del genere. Questo continuò per qualche tempo finché, d’improvviso, mi accorsi che se n’erano andati.

Giorgio Nadali

 


Gli angeli del presidente Ronald Reagan

 

Per ben due volte l’ex presidente statunitense Ronald Reagan è stato in pericolo di vita e per due volte ha avuto incontri con esseri angelici che lo confortarono e lo aiutarono a superare le sue crisi mediche, come racconta nel libro, “Hand of Providence: The Faith Strong and Quiet di Ronald Reagan,” di Mary Beth Brown. Mentre Reagan stava lottando per la sua vita dopo essere stato colpito da John Hinckley il 30 marzo 1981, stava avendo problemi di respirazione. La sua pelle era diventata pallida, come ricorda sua moglie Nancy Reagan :”Era il colore della carta – bianco come un lenzuolo, con il sangue secco intorno alla bocca. Reagan ricordò in seguito di aver guardato dalla barella mentre stava pregando e mentre era in parte cosciente, si rese conto che qualcuno stava tenendo la sua mano. “Era una morbida, mano femminile”, scrive nella sua autobiografia, “An American Life”. “L’ho sentita salire e toccare la mia e poi tenerla forte. Mi ha dato una sensazione meravigliosa. Anche adesso mi riesce difficile spiegare come era rassicurante e come era meravigliosa”. Nonostante i grandi sforzi per scoprire chi stesse tenendo la sua mano, nessuno in ospedale poteva dare questa risposta al presidente. Dopo l’operazione chirurgica per rimuovere il proiettile Reagan raccontò di essere stato attorniato da “persone vestite di bianco”. I figli di Reagan pensano che quelle infermiere misteriose che aiutarono il padre mentre era in pericolo di vita fossero angeli. “Patti crede che fossero angeli, e lo credo anch’io”, ha detto Michael Reagan, che ha scritto la prefazione al libro “Hand of Providence” (“Mano della Provvidenza”). Il presidente aveva vissuto un evento simile quando era in condizioni critiche con una polmonite virale molti decenni prima. Aveva lavorato in un film con Shirley Temple quando si ammalò gravemente. Nel suo libro autobiografico, “Dov’è il resto di me?” descrisse giorni e notti di brividi con brividi e una febbre fortissima. La sua temperatura continuava a salire, ed gli era difficile respirare. “Alla fine ho deciso che sarebbe stato meglio non respirare”, ricorda Reagan. “Non so a che ora della notte è stato quando ho detto all’infermiera che ero troppo stanco per respirare. ‘Ora soffia’ – diceva – ‘Forza, respira ancora una volta.'” Questo continuò per tutta la notte, e Reagan raccontò di aver deciso di mantenere la respirazione per cortesia all’infermiera. Ancora una volta, nonostante i suoi sforzi per ringraziare la misteriosa infermiera, Reagan non riuscì a scoprire chi fosse. Questo portò i membri della famiglia a prendere in considerazione altre possibilità – come le visite angeliche.

Giorgio Nadali

 

 


Paradiso e ritorno per la dottoressa Mary

 

Per la dottoressa Mary Neal – chirurgo ortopedico americana – un viaggio in Cile per praticare lo sport del kayak si è trasformato in un viaggio di andata e ritorno nel Paradiso. Il kayak è una canoa monoposto che viene spinta con una pagaia a doppia pala. Nel 1999 con il marito Bill progettò un’avventura che condusse Mary in un viaggio verso l’aldilà. “A me e mio marito piace molto il kayak – spiega – Ci piace viaggiare. Parliamo spagnolo. Abbiamo viaggiato a livello internazionale varie volte. Così, per il compleanno di mio marito ho detto, ‘Ok, questo è l’anno giusto.’ Siamo andati in Cile per una vacanza di kayak. ”

Dopo una settimana di kayak, Bill saltò la giornata finale per via di un mal di schiena. Mary e il resto del suo gruppo proseguì per un tratto insidioso del fiume. “Questa è una sezione del fiume che è molto nota per le sue cascate. Si tratta di salti da 3 a 4 metri, 6 metri al massimo, che forse per un canoista esperto non rappresentano un problema. Andai sopra il salto principale e potei vedere l’enorme turbolenza e volume dell’acqua. Appena il mio kayak colpì la parte inferiore della cascata, l’estremità anteriore della mia barca andò fuori controllo. Io e la mia barca fummo immediatamente e completamente sommersi. Il volume e la forza dell’acqua erano tale che fui spinta contro la parte anteriore della barca e non riuscivo a muovere le braccia abbastanza per raggiungere il mio salvagente e spingermi fuori”.

Mary era bloccata. L’unica cosa che poteva fare era pregare. “Ho molto sinceramente chiesto a che Dio che fosse fatta la sua volontà, e dicevo sul serio. Non ho detto ‘Oh, per favore vieni a salvarmi.’ Davvero, sul serio. Ho chiesto che fosse fatta la volontà di Dio e nel momento in cui l’ho chiesto ho sentito il suo conforto e rassicurazione che tutto andava bene; che mio marito sarebbe stato bene, i miei quattro figli piccoli sarebbero cresciuti bene indipendentemente dal fatto che avessi vissuto o no. E credo che Cristo mi tratteneva mentre ero ancora sulla barca e quello che mi rassicurava”.

Dopo alcuni minuti di ricerca, i capigruppo capirono che Mary era intrappolata sotto le cascate. Corsero verso le rocce e cercavano di disincagliare la barca, ma la forza e il volume dell’acqua era troppo forte. “Semplicemente non potevano arrivare a me. A un certo punto si è trattato davvero un recupero del corpo, non tanto di un salvataggio”.

“Il mio corpo si stava veniva lentamente risucchiato. Sentivo le mie ginocchia piegate su se stesse. Sono un chirurgo ortopedico. Analiticamente pensavo, ‘Be’, sento che la mia tibia probabilmente si sia rotta. ‘Ma io non urlavo. Non ho avuto dolore. Non ho avuto paura. Non ho avuto il senso di fame d’aria. So che sono stato sott’acqua troppo a lungo di essere viva, ma mi sentivo più viva che mai. Questo è più reale di qualsiasi cosa io abbia mai visto. Poi sentii il mio corpo liberarsi dalla barca e il mio spirito liberarsi dal mio corpo e alzarsi sopra il fiume “.

Mary guardò giù sul fiume, come aveva lasciato il suo corpo. Poi fu accolta da un gruppo di esseri celesti. “Erano assolutamente felici di vedermi e salutarmi. Sapevo che mi avevano conosciuto e amato me finché io esistevo e sapevo che io li avevo conosciuto e amato. Sapevo che erano stati mandati da Dio. ”

“Mi hanno condotta attraverso questo percorso di eccezionale bellezza che era brillante e che mi stava portando verso questa grande struttura a cupola che non solo esplodeva per la bellezza e il colore, ma anche per l’amore assoluto di Dio. Era oltre tutto ciò che potrei mai descrivere o mai veramente spiegare e non vedevo l’ora di arrivarvi. Ero assolutamente sopraffatta con questa sensazione di essere a casa, di essere dove appartenevo. Ma altrettanto rapidamente, c’era questo senso di delusione che scese su tutti. Gli spiriti che mi avevano accompagnata mi dissero che non era il mio tempo e che avevo ancora da fare sulla terra e che dovevo tornare al mio corpo. ”

Dopo quello che a lei sembrarono ore trascorse con gli spiriti celesti, la dottoressa Neal tornò al fiume e guardò i suoi amici mentre recuperato il suo corpo. “Vedevo il mio corpo mentre veniva tirato a riva e potei vedere i ragazzi che iniziavano la rianimazione cardiopolmonare. Mi sentivo come se il mio corpo stesse guardando dritto verso di me e mi pregava di tornare e prendere un respiro. Mi sdraiai e mi sentii riunita al mio corpo”.

La dottoressa Neal fu incosciente per più di quindici minuti, forse 25 minuti – certamente più di quanto la scienza medica sia in grado di spiegare la sua sopravvivenza. Poi volò di nuovo negli Stati Uniti dove lentamente recuperò le sue ferite. Nel suo libro – “In Paradiso e ritorno” – racconta di come la realtà dell’amore di Dio l’abbia cambiata per l’eternità.

“Tutte le promesse di Dio sono vere. Dio ama ognuno di noi e davvero è lì e sta lavorando in ciascuna delle nostre vite. Che l’amore è tutto. Se veramente potessimo accettarlo, cambierebbe tutto. Cambia il modo di vedere in ogni momento di ogni giorno. Il fatto che ci sia davvero la vita dopo la morte cambia profondamente il modo di approccio in ogni momento”.

 Giorgio Nadali


Esperienze di pre morte e fisica quantistica

 

 Tutti abbiamo sentito parlare di persone che – entrate in uno stato di coma – hanno “visto” luci in fondo ad un tunnel e il loro corpo dall’esterno. Ma cosa c’è di scientifico in tutto questo? Quali sono le ultime indagini? La sfida più grande per le esperienze di premorte – note come NDE – sta nel chiedersi come sia possibile che questi complessi stati di coscienza, comprese la percezione sensoriale e la memoria possano avvenire in condizioni in cui i modelli neuropsicologici della produzione del pensiero dal parte del cervello li ritengano impossibili. Questo conflitto tra l’ortodossa neuropsichiatria e le NDE è inesplicabile in condizioni di arresto cardiaco. Nel 1980 alcuni scienziati hanno ipotizzato che le NDE fossero causate da diossido di carbonio formatosi nel cervello. Ipotesi poi smentita. Nel 1961 Carl Gustav Jung descrisse una sua personale esperienza di premorte avveduta dopo il suo incidente del 1944. Anche Hemigway, Hugo, Tolstoj, Platone, descrissero esperienze simili. Alcuni parlano delle esperienze extracorporee (OBE) come dovute alla cosiddetta “depersonalizzazione somatopsichica” in situazioni di forte stress emotivo. Nel 2001 il cardiologo Pin Van Lommel pubblicò sull’autorevole rivista medica «The Lancet» uno studio di dieci anni e concluse che le NDE non potevano essere spiegate a meno di slegare il concetto di coscienza dall’attività cerebrale. Su «Scientific American» del marzo 2003, Michael Shermer contestò aspramente questa tesi. Piuttosto, le cause delle NDE sarebbero da cercare nell’anossia cerebrale e nei cambiamenti ischemici. Tuttavia sinora non è mai stato provato scientificamente che la coscienza sia un prodotto del cervello… Gli studi scientifici più significativi sulle NDE sono quelli della psichiatra svizzera Elisabeth Kübler-Ross (1926-2004) che nel 1970 tenne seminari sull’immortalità umana presso l’Università di Harvard e dello psicologo americano Raymond Moody. Tuttavia uno studioso ha affrontato dal punto di vista della meccanica e fisica quantistica – fondata da Max Planck – il caso delle NDE. Si tratta di T. Lee Baumann di Birmingham (Alabama, USA). Nel 1970 il dottor Baumann – medico e studioso di geriatria e medicina interna – inizia la sua indagine come scettico. Oggi è arrivato a unire il concetto soprannaturale di luce descritto nelle NDE con quello scientifico e fisico della luce. Gli esperimenti scientifici attestano che la luce sia onnipresente e onnisciente, come risultato della sua natura quantica. È possibile che la luce e Dio siano la stessa cosa? Secondo Baumann si possono definire nove interessanti aspetti della luce vicini all’esperienza soprannaturale:

 

1)   La luce era pervasiva al momento del Big Bang.

2)   Tutta la materia è riconducibile alla radiazione elettromagnetica (inclusa la luce).

3)   Il concetto di tempo cessa di esistere viaggiando alla velocità della luce (e quindi si entra nel concetto di eternità).

4)   L’energia della luce è infinita.

5)   Gli esperimenti della fisica dimostrano che le particelle di luce comunicano tra loro.

6)   La luce è l’entità amorevole che accoglie chi vive le NDE.

7)   La Bibbia e le maggiori religioni si riferiscono a Dio come luce.

8)   È l’esperienza umana che trasforma le onde della luce in particelle di luce. Il 4 luglio 2001 La rivista «New Scientist» riferì nell’articolo «Taming the Multiverse» circa l’evidenza scientifica degli universi paralleli. Una realtà multidimensionale che sosterrebbe i risultati delle ricerche nel campo delle NDE dopo la morte del corpo.

9)   La seconda legge della termodinamica (l’entropia) teorizza un progetto intelligente complesso e infinito già esistente nella singolarità del Big Bang.

 

La fisica quantistica suggerisce che l’universo potrebbe essere cosciente e che ogni coscienza sia un frattale. Molti scienziati non credono più in un universo generato casualmente da una sorta di polvere primordiale. Christian de Duve – biologo molecolare premiato col Nobel – descrive l’universo come qualcosa che abbia un imperativo cosmico di sviluppare la vita cosciente. La struttura stessa delle molecole che compongono gli esseri viventi impone che la vita cosciente si evolva. L’astrofisico Fred Hoyle è d’accordo sul fatto che le leggi fondamentali dell’universo, che governano la creazione di soli, pianeti e galassie possano implicare che la vita cosciente sia il risultato finale di queste leggi universali. Il biologo evoluzionista Rupert Sheldrake va anche oltre, affermando che ci sono forme di energia nell’universo che si trasformano in vita. Se questo è vero, allora questo si può applicare alle altre dimensioni della realtà composte di particelle elementari subatomiche. Il paranormale ora sembra meno fantasia e più percezione di altre realtà di coscienza già individuate dalla scienza moderna. Le NDE possono essere semplicemente la controparte clinica a ciò che i fisici sperimentali hanno trovato in laboratorio. Il fisico (premio Nobel per la fisica nel 1945) Wolfgang Pauli (uno dei padri fondatori della meccanica quantistica) e Carl Jung hanno sviluppato il concetto di sincronicità: la teoria che sostiene che i modelli nascosti nella vita possono essere espressi da eventi apparentemente casuali, e che in questi modelli vi è rappresentata la comunicazione con una mente cosciente universale.

Il premio Nobel del 1922 per la fisica Niels Bohr – padre fondatore della fisica quantistica – scoprì che esiste un’interconnessione tra gli eventi indipendenti subatomici e la vita. Quando Jung per primo avanzò, la sua idea, la maggior parte dei fisici non lo prese sul serio (anche Wolfgang Pauli ritenne la cosa sufficientemente importante da scrivere un libro insieme con lui sul tema, intitolato L’interpretazione e la natura della psiche). Ora che l’esistenza di connessioni è stata stabilita, alcuni fisici stanno riscoprendo l’idea di Jung. Il fisico Paul Davies afferma: «Questi effetti quantistici sono infatti una forma di sincronicità, nel senso che essi stabiliscono una connessione – più precisamente una correlazione -. tra gli eventi per i quali è vietata qualsiasi forma di legame causale». Questa teoria sostiene una realtà che corrisponde alle NDE: gli stati diversi di coscienza e realtà parallele sono scientificamente provati. Nel numero di giugno 1994 della rivista «Discover Magazine» è stato pubblicato un articolo intitolato: «La coscienza dei Quanti» sul come la coscienza e la fisica quantistica siano intimamente connesse. La “coscienza quantica” è il punto di unione attuale tra le ricerche sulle NDE e la fisica quantistica. Il confine tra scienza e soprannaturale rimane aperto.

Giorgio Nadali