Business & cultura islamica. Si fa presto a dire EMEA

di Giorgio Nadali

Se hai pensato che fare affari con i Paesi islamici non ti riguarda o che sia la stessa cosa che trattare con Paesi Occidentali, ripensaci…

L’Asia rappresenta ormai il più grande sbocco degli scambi globali. Alla crescita della popolazione corrisponderà anche un ampliamento della fetta di classe media benestante (con reddito superiore ai 35.000 dollari a prezzi costanti) a cui potrà rivolgersi la vendita di prodotti del Made in Italy.

Tra le religioni mondiali l’Islam cresce ogni anno del 235%, contro il 47% del Cristianesimo, il 117% dell’Induismo e il 63% del Buddhismo.

Il business verso i Paesi islamici nel 2012 valeva 1,6 trilioni di dollari. Nel 2018 il valore è cresciuto a 2,47 trilioni di dollari. Secondo una ricerca elaborata dall’agenzia di consulenze Thomson Reuters, nel 2014 il valore della moda islamica era di 230 miliardi di dollari, l’11% del mercato globale dell’abbigliamento, poi cresciuto a 484 miliardi nel 2020 (13% di quota di mercato).

L’islam è la seconda religione più diffusa al mondo con 1,5 miliardi di fedeli, che corrispondono al 25% dell’intera popolazione mondiale. Il 20% della popolazione mondiale fa riferimento alla religione islamica, alimentando un mercato da 2.300 miliardi di dollari.

Nel 2030 i musulmani aumenteranno del 35% con una conseguente crescita del mercato islamico, che aprirà le porte a diverse opportunità di business anche per i brand occidentali. In Europa sono presenti circa 44 milioni di fedeli islamici. In Italia sono 1,6 milioni.

I consumatori islamici devono sempre condurre uno stile di vita shari’a compliant, cioè nel rispetto della legge coranica.

I Paesi con il più alto numero di consumatori musulmani con un elevato potenziale di spesa oggi sono la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti, l’Indonesia, l’Iran, l’Arabia Saudita e la Nigeria, cui si debbono aggiungere i milioni di consumatori di fede islamica ormai stabilmente residenti sul territorio europeo ed in particolare in Francia, Germania e Regno Unito – oltre che in Italia.

L’Italia è il secondo partner commerciale degli Emirati Arabi Uniti in Europa e vi è un notevole potenziale per sviluppare scambi bilaterali e legami commerciali tra i due paesi. “I partenariati esistenti hanno permesso la crescita economica e l’innovazione per le imprese, creando sinergie per ulteriori sviluppi”, dice il ministro dell’economia Sultan bin Saeed Al Mansouri.

Nel 2017 l’export italiano era di 5,3 miliardi di euro, l’import italiano 1 miliardo di euro. Diciottesimo mercato per destinazione. Il potenziale di incremento per il 2021 è di 1,6 miliardi di euro.

Mercato ricco, mi ci ficco! Alt!

Il comportamento del consumatore musulmano è fortemente influenzato dai dettami del proprio credo, per questo motivo le aziende che decidono di espandere il proprio business in questi paesi devono necessariamente analizzare e comprendere la loro storia e tradizione.

Solo il consumatore islamico è influenzato fortemente dal suo credo? Eh, no! Vale anche per l’uomo di affari. La cultura islamica non fa facilmente differenze tra laico e religioso. Tra “Din wa Dunya”, cioè “religione e società”.

Va da sé che se vuoi fare affari proficui in Paesi islamici devi conoscere la cultura islamica.

Non considerarla vuol dire esporsi a gaffes e figuracce, nella migliore delle ipotesi. Oppure alla perdita di affari milionari nella peggiore.

Qualche esempio? La più recente gaffe è quella del padiglione dell’Italia a Expo 2020 di Dubai (e stiamo parlando di un Paese islamico – gli Emirati Arabi Uniti – molto tollerante e aperto verso l’Occidente). Ma anche in quel Paese la copia del David di Michelangelo nel Padiglione Italia ha dovuto essere censurata per via dell’esposizione degli attributi virili del David. Inutile scandalizzarsi come ha fatto Vittorio Sgarbi parlando di “un’umiliazione inaudita, inaccettabile, intollerabile. Lo Stato italiano umiliato e l’arte italiana mortificata. Un vero e proprio schifo”.

Per evitare quello “schifo” bastava un minimo di conoscenza della cultura islamica, che evidentemente il mondo degli affari non conosce e pensa di potere bypassare con arroganza.  Beata ignoranza e qui sì, umiliazione per chi non la conosce.  Se vai in casa d’altri rispetti quella cultura o eviti di fare affari, anche perché nel mondo islamico si fanno affari solo dopo aver stabilito una fiducia particolare. Sì, puoi sperare che quel businessman se ne infischi della sua religione, ma questo è decisamente più improbabile in Medio Oriente rispetto all’Occidente.

Dunque, errori madornali. Come quello della Tesco di Liverpool Street a Londra che durante il Ramadan del 2015 ha messo nei suoi punti vendita un espositore con patatine Smokey Bacon Flavor al gusto di bacon affumicato (prodotto proibito nell’Islam) con il messaggio “Ramadan Mubarak”, cioè “Buon Ramadan”. Se ciò non bastasse il negozio non è lontano dalla Moschea East London di Whitechapel, uno dei più grandi luoghi di culto musulmani in Europa.

Food Basics è un negozio di alimentari che gestisce oltre 115 negozi in tutta la provincia dell’Ontario in Canada. Per raggiungere le comunità etniche, il negozio ha promosso un’offerta in uno dei suoi volantini stampati con l’idea di celebrare il Baisakhi (una festa religiosa sikh). Il loro grande errore? Promuovere il pollo Halal, un prodotto musulmano.

Per il 40° anniversario degli Emirati Arabi Uniti, la Puma ha deciso di mostrare solidarietà alla nazione e rilasciare un paio di scarpe da ginnastica in edizione limitata con i colori della bandiera degli Emirati Arabi Uniti. Non sapevano che mostrare la pianta del piede è un enorme insulto nei paesi arabi, e avvolgerci la bandiera è ancora peggio. Emirati tolleranti e moderni sì, ma a tutto c’è un limite (se lo si conosce). Ovviamente prodotto ritirato e moltissimo denaro perso.

L’adattamento delle lingue in regioni come il Medio Oriente richiede ancora più attenzione poiché anche la scrittura deve essere presa in considerazione. Un semplice punto o linea fuori posto può cambiare un intero significato. Mac Donald’s ne è caduta vittima dopo aver adattato il loro slogan “I’m loving it” in arabo moderno standard, che in dialetto egiziano suona come “I’m a bitch“.

E si potrebbe continuare…

Le suole sono considerate sporche e non dovrebbero mai essere viste da un’altra persona. Esporre la pianta dei piedi o delle scarpe è molto più offensivo che usare la mano sinistra in modo improprio (altra regola sociale), laddove quest’ultima sarebbe considerata più una perdita di buone maniere. I professionisti occidentali non dovrebbero sedere con le gambe incrociate al ginocchio, poiché la pianta del piede sarà inevitabilmente vista da qualcun altro nella stanza…

I professionisti occidentali di entrambi i sessi noteranno che parecchie persone in Medio Oriente sembrano fissarle. Culturalmente, ci sono regole abbastanza diverse su ciò che è considerato cortese e ciò che potrebbe essere rude tra il Medio Oriente e l’Occidente. È probabile che gli uomini del Medio Oriente tengano il contatto visivo con un altro uomo più direttamente e più a lungo di quanto spesso sia comodo per molti uomini occidentali. Questo può sembrare invasivo. Non reagire negativamente, in quanto ciò sarà interpretato come un insulto.

Vi sono molti altri tabù e regole. Magari il tuo partner commerciale islamico non te lo farà pesare, ma più o meno inconsciamente questo si rifletterà negativamente sul vostro rapporto di affari.

Insomma, tralasciare la cultura quando il tuo business si sposta verso il Medio Oriente, L’Africa o l’Estremo Oriente, può costarti molto caro.

Un semplice workshop su business nei Paesi di cultura islamica ti eviterà figuracce o perdite economiche decisamente più alte del costo di questo piccolo investimento in cultura d’affari.

www.giorgionadali.com/workshops


PBM (PERSONAL BRAND MAGAZINE)® Giorgio Nadali per la tua azienda rottama il tuo vecchio ufficio stampa

Di Giorgio Nadali

Vuoi fare decisamente la differenza. Il mercato è competitivo. Hai già perso tempo, denaro e clienti. Esatto?

Sì, è proprio così! E’ giunta l’ora di rottamare il tuo vecchio Ufficio Stampa esterno (che non si dedica solo a te),

PERCHE’?

Perché anche la comunicazione si evolve e se non ti evolvi resti indietro. L’evoluzione si chiama BRAND MAGAZINE.

SCOMMETTIAMO?

Perché il tuo nuovo strepitoso magazine aziendale – “Brand Magazine” – è il fiore all’occhiello della strategia innovativa di comunicazione aziendale. Brand molto noti e aziende meno conosciute ottengono un impatto più prestigioso con una rivista dedicata. Interviste, prodotti, strategie, nuove acquisizioni, eventi, consigli ai Clienti, tutto ha un immagine più diretta, come ad esempio un filo diretto con il Top Management, che può dialogare attraverso il brand magazine. Kevin Lane Keller definisce il Brand come una “aggregazione, intorno a specifici segni di riconoscimento, di un definito complesso di valori imprenditoriali, di associazioni cognitive, di aspettative e di emozioni”. Le parole fanno la differenza! Leggi qui cosa succede a usare parole giuste e sbagliate nel business, nel mio articolo per Forbes.

Sì, emozioni. Dale Carnegie scrive: “Quando trattiamo con la gente, ricordiamo che non stiamo trattando con creature dotate di logica stiamo trattando con creature dotate di emozioni”.

Un Brand magazine aziendale genera profonde emozioni persuasive e attraenti per il Brand e colloca l’azienda al top della conoscenza e fidelizzazione da parte dei Clienti dando più prestigio alla immagine dell’azienda, avvicinandola al pubblico diretto e duraturo.

Perché il Brand Magazine è a un livello molto più alto di un semplice ufficio stampa (che non si avvale di giornalisti per potere funzionare) e ha due importanti obiettivi:

Il primo è raggiungere e attenzionare importanti Testate giornalistiche.

Il secondo è quello di suscitare interesse per la tematica dell’Azienda.

Avere un magazine aziendale (come Testata giornalistica dedicata e registrata) è porsi a un livello di prestigio nettamente superiore ed esclusivo che poche aziende hanno (per ora…)

Perchè il Brand Magazine è una vera e propria Testata giornalistica online dedicata esclusivamente all’Azienda con:

  • Servizi giornalistici, articoli, interviste a esperti del settore (che possono anche evidenziare la qualità del Brand)
  • Quiz sulla tematica dell’Azienda
  • Presentazione di prodotti
  • News e novità dell’Azienda
  • Video e foto di fiere e convegni
  • Risultati economici e partnership
  • Inchieste sulla tematica dell’Azienda
  • Sondaggi di opinione
  • TG (TeleGiornale) dell’Azienda a frequenza settimanale
  • Interviste al Management
  • Confronto di prodotti e degli altri players
  • Giochi online per il pubblico e potenziali clienti
  • Registrazione degli utenti che lo vorranno, per ottenere eventuali sconti o altri benefici esclusivi.
  • Raggiungimento di mercati esteri (con parti tradotte)
  • Articoli di esperti del settore che evidenzieranno e stimoleranno di acquistare i prodotti/servizi.
  • Aggiornamento costante e veloce 24/7
  • Nessuna attesa di pubblicazioni
  • Serbatoio costante online di news per la Stampa
  • Vantaggio sostanziale sui competitors che usano ancora una comunicazione tradizionale e superata
  • Personalizzazione totale
  • Enorme diffusione online
  • Testi in ottica SEO e comunicazione persuasiva
  • Creativo, Innovativo, Efficiente

NON è un blog (il blog non ha la dignità di Testata giornalistica e presenta solo articoletti. Chiunque può aprire un blog)

NON è sito aziendale (un sito aziendale è solo una vetrina che si limita a presentare prodotti/servizi dell’Azienda). Il sito aziendale è visitato da chi è GIA’ interessato all’Azienda, spesso da chi GIA’ la conosce o è interessato alla tematica dell’Azienda…

NON è pubblicità, la quale per essere efficace ha costi astronomici e non è continuativa.

Il Brand Magazine ha il prestigio di una vera Testata giornalistica registrata di proprietà dell’Azienda, con un Direttore responsabile iscritto all’Ordine dei Giornalisti.

L’investimento per il Brand Magazine (online per PMI o cartaceo per grandi Aziende) rende superfluo il tuo vecchio Ufficio Stampa che non è composto né da specialisti della comunicazione, né da giornalisti, e ti dà una resa decisamente superiore come immagine e risultati. Inoltre ti costa molto meno di quanto pensi.

L’impatto emozionale di una rivista dedicata esclusivamente all’Azienda è enorme e si avvicina a quello di influencer molto noti, ai quali le Aziende si stanno affidando sempre di più per la comunicazione aziendale al passo con i tempi. Avere una propria rivista è immagine e oggi l’immagine è essenziale per il successo, per chi ce l’ha, per chi vuole incrementarlo e mantenerlo.

Chi non è al passo con i tempi è destinato a scomparire dal mercato, come Blockbuster. La comunicazione oggi viaggia molto più veloce della tradizione. Non fare il dinosauro. Cambia! Parliamone.

Come disse il Maestro Yoda di Guerre Stellari… “Fare o non fare. Non c’è provare”. L’imprenditore, uomo di azione, fa.

Entro il 31/12/2021 possiamo ancora realizzare altri 3 Brand Magazine online… Quindi chi primo arriva…

Guarda un esempio di Brand Magazine cartaceo: Brand Magazine Tonino Lamborghini

CONTATTI


Brand Magazine online. La nuova frontiera del prestigio dell’Azienda

di Giorgio Nadali

Vuoi fare decisamente la differenza. Il mercato è competitivo. Hai già perso tempo, denaro e clienti. Esatto?

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Il secondo è quello di suscitare interesse per la tematica dell’Azienda.

Avere un magazine aziendale (come Testata giornalistica dedicata e registrata) è porsi a un livello di prestigio nettamente superiore ed esclusivo che poche aziende hanno (per ora…)

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  • Raggiungimento di mercati esteri (con parti tradotte)
  • Articoli di esperti del settore che evidenzieranno e stimoleranno di acquistare i prodotti/servizi.
  • Aggiornamento costante e veloce 24/7
  • Nessuna attesa di pubblicazioni
  • Serbatoio costante online di news per la Stampa
  • Vantaggio sostanziale sui competitors che usano ancora una comunicazione tradizionale e superata
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  • Testi in ottica SEO e comunicazione persuasiva
  • Creativo, Innovativo, Efficiente

Il tutto per generare attenzione e interesse verso l’Azienda da parte della Stampa e del grande pubblico.

NON è un blog (il blog non ha la dignità di Testata giornalistica e presenta solo articoletti. Chiunque può aprire un blog)

NON è sito aziendale (un sito aziendale è solo una vetrina che si limita a presentare prodotti/servizi dell’Azienda). Il sito aziendale è visitato da chi è GIA’ interessato all’Azienda, spesso da chi GIA’ la conosce o è interessato alla tematica dell’Azienda…

NON è pubblicità, la quale per essere efficace ha costi astronomici e non è continuativa.

Il Brand Magazine ha il prestigio di una vera Testata giornalistica registrata di proprietà dell’Azienda, con un Direttore responsabile iscritto all’Ordine dei Giornalisti.

Se l’Azienda è di grandi dimensioni e molto nota, l’effetto sarà di un incremento del suo prestigio. Infatti un Brand Magazine è la nota distintiva di un grande successo raggiunto e consolidato, ma che desidera dialogare in modo più diretto e “caldo” con i Clienti e potenziali nuovi investitori.

Se l’Azienda è di piccole / medie dimensioni l’effetto sarà di un incremento della visibilità e di una percezione aumentata di importanza sul mercato competitivo.

L’investimento per il Brand Magazine (online per PMI o cartaceo per grandi Aziende) rende superfluo il tuo vecchio Ufficio Stampa che non è composto né da specialisti della comunicazione, né da giornalisti, e ti dà una resa decisamente superiore come immagine e risultati. Inoltre ti costa molto meno di quanto pensi.

L’impatto emozionale di una rivista dedicata esclusivamente all’Azienda è enorme e si avvicina a quello di influencer molto noti, ai quali le Aziende si stanno affidando sempre di più per la comunicazione aziendale al passo con i tempi. Avere una propria rivista è immagine e oggi l’immagine è essenziale per il successo, per chi ce l’ha, per chi vuole incrementarlo e mantenerlo.

Chi non è al passo con i tempi è destinato a scomparire dal mercato, come Blockbuster. La comunicazione oggi viaggia molto più veloce della tradizione. Non fare il dinosauro. Cambia! Parliamone.

Come disse il Maestro Yoda di Guerre Stellari… “Fare o non fare. Non c’è provare”. L’imprenditore, uomo di azione, fa.

Entro il 31/12/2021 possiamo ancora realizzare altri 4 Brand Magazine online e 1 cartaceo… Quindi chi primo arriva…

Guarda un esempio di Brand Magazine cartaceo: Brand Magazine Tonino Lamborghini

CONTATTI


Genialità negli affari. Ecco l’atteggiamento e le caratteristiche che ti fanno spiccare il volo

 

di Giorgio Nadali

Non chiederti perché Leonardo era un genio. Chiediti cosa puoi fare tu di geniale. Quali sono le caratteristiche di una genialità nel business? Sono riproducibili nella nostra attività?

 

  1. Sono altamente adattabili.

Diversi utenti di Quora hanno notato che le persone intelligenti sono flessibili e in grado di prosperare in contesti diversi. Come  scrive Donna F Hammett , le persone intelligenti si adattano “mostrando ciò che può essere fatto indipendentemente dalle complicazioni o restrizioni imposte a loro”.

 

La recente ricerca psicologica  supporta questa idea. L’intelligenza dipende dalla possibilità di modificare i propri comportamenti al fine di far fronte in modo più efficace con il proprio ambiente o apportare modifiche all’ambiente in cui ci si trova.

 

  1. Capiscono quanto non sanno.

Le persone più intelligenti sono in grado di ammettere quando non hanno familiarità con un particolare concetto. Come  scrive Jim Winer , le persone intelligenti “non hanno paura di dire:” Non lo so “. Se non lo sanno, possono impararlo. ”

 

L’osservazione di Winer è supportata da uno  studio classico  di Justin Kruger e David Dunning, che ha scoperto che meno sei intelligente, più sopravvaluti le tue capacità cognitive.

 

In un esperimento, ad esempio, gli studenti che avevano ottenuto un punteggio nel quartile più basso in un test adattato dalla LSAT hanno sovrastimato il numero di domande che avevano ottenuto quasi il 50%. Nel frattempo, quelli che avevano segnato nel primo quartile sottostimavano leggermente il numero di domande che avevano ottenuto.

 

  1. Hanno una curiosità insaziabile.

A quanto riferito, Albert Einstein ha dichiarato: “Non ho talenti speciali, sono solo appassionatamente curioso”.

 

O,  come dice Keyzurbur Alas , “le persone intelligenti si lasciano affascinare da cose che gli altri danno per scontate”.

 

Una ricerca pubblicata nel 2016  suggerisce che esiste un legame tra l’intelligenza dell’infanzia e l’apertura all’esperienza – che comprende la curiosità intellettuale – nell’età adulta.

 

Gli scienziati hanno seguito migliaia di persone nate nel Regno Unito per 50 anni e hanno appreso che gli undicenni che avevano ottenuto punteggi più alti con un test del QI si sono rivelati più aperti all’esperienza a 50 anni.

 

  1. Sono di mentalità aperta.

Le persone intelligenti non si chiudono a nuove idee o opportunità. Hammett scrive  che le persone intelligenti sono “disposte ad accettare e considerare altri punti di vista con valore e ampiezza mentale”, e che sono “aperti a soluzioni alternative”.

 

Gli psicologi dicono  che le persone dalla mentalità aperta – quelle che cercano punti di vista alternativi e valutano equamente le prove – tendono a ottenere punteggi più alti nel SAT e nei test di intelligenza.

 

Allo stesso tempo, le persone intelligenti sono attente a quali idee e prospettive adottano.

 

“Una mente intelligente ha una forte avversione per accettare le cose sul valore nominale e quindi rifiuta la convinzione finché non viene presentata con ampie prove”,  dice Alas .

 

  1. A loro piace la propria compagnia.

Richard He sottolinea  che le persone altamente intelligenti tendono ad essere “molto individualiste”.

 

È interessante notare che la  recente ricerca suggerisce che le  persone più intelligenti tendono a ottenere meno soddisfazione rispetto alla maggior parte delle persone dalla socializzazione con gli amici.

 

  1. Hanno un alto autocontrollo.

Zoher Ali scrive che  le persone intelligenti sono in grado di superare l’impulsività “pianificando, chiarendo obiettivi, esplorando strategie alternative e considerando le conseguenze prima che inizino”.

 

Gli scienziati hanno trovato un legame tra autocontrollo e intelligenza. In uno  studio del 2009 , i partecipanti dovevano scegliere tra due premi finanziari: un pagamento più piccolo immediatamente o un pagamento più grande in un secondo momento.

 

I risultati hanno mostrato che i partecipanti che hanno scelto il pagamento più ampio in un secondo momento, vale a dire quelli che avevano più autocontrollo, in genere hanno ottenuto punteggi più alti nei test di intelligenza.

 

I ricercatori dietro a questo studio dicono che una zona del cervello – la corteccia prefrontale anteriore – potrebbe svolgere un ruolo nell’aiutare le persone a risolvere problemi difficili e dimostrare autocontrollo mentre si lavora verso gli obiettivi.

 

  1. Sono davvero divertenti.

Advita Bihani sottolinea che  le persone altamente intelligenti tendono ad avere un grande senso dell’umorismo.

 

Gli scienziati sono d’accordo . Uno studio ha trovato persone che hanno scritto didascalie di fumetti più divertenti con punteggi più alti su misure di intelligenza verbale. Un altro studio ha rilevato che i comici professionisti hanno ottenuto punteggi superiori alla media su misure di intelligenza verbale.

 

  1. Sono sensibili alle esperienze degli altri.

Le persone intelligenti possono “sentire quasi ciò che pensano o sentono le persone”, dice He .

 

Alcuni psicologi sostengono che l’empatia, essendo in sintonia con i bisogni e i sentimenti degli altri e agendo in modo sensibile a tali bisogni, è una componente fondamentale  dell’intelligenza emotiva . Le persone emotivamente intelligenti sono in genere molto interessate a parlare con nuove persone e ad apprendere di più su di loro.

 

 

GUIDA . I Geni hanno un forte desiderio di lavorare duramente e a lungo. Sono disposti a dare tutto ciò che hanno a un progetto. Sviluppa la tua guida concentrandoti sul tuo successo futuro e continua.

CORAGGIO . Ci vuole coraggio per fare cose che gli altri considerano impossibili. Smetti di preoccuparti di cosa penserà la gente se sei diverso.

DEVOZIONE AGLI OBIETTIVI . I Geni sanno quello che vogliono e vanno dopo. Ottieni il controllo della tua vita e del tuo programma. Hai qualcosa di specifico da realizzare ogni giorno.

CONOSCENZA . I Geni accumulano continuamente informazioni. Non andare mai a dormire la notte senza aver imparato almeno una cosa nuova ogni giorno. Leggere. E chiedi alle persone che lo sanno.

ONESTÀ . I Geni sono franchi, schietti e onesti. Assumersi la responsabilità per cose che vanno male. Siate disposti ad ammettere, ‘ho preso in giro’, e imparate dai vostri errori.

OTTIMISMO . I Geniuses non dubitano mai che ci riusciranno. Concentra deliberatamente la tua mente su qualcosa di buono in arrivo.

CAPACITÀ DI GIUDICE . Cerca di capire i fatti di una situazione prima di giudicare. Valutare le cose su una base aperta, spregiudicata ed essere disposti a cambiare idea.

ENTUSIASMO . I Geni sono così entusiasti di ciò che stanno facendo, incoraggia gli altri a collaborare con loro. Credo davvero che le cose andranno bene. Non trattenere.

VOLONTÀ DI PRENDERE LE CHANCE . Supera la tua paura di fallire. Non avrai paura di rischiare una volta che ti rendi conto che puoi imparare dai tuoi errori.

ENERGIA DINAMICA . Non sederti sul tuo culo aspettando che succeda qualcosa di bello. Sii determinato a farlo accadere.

ENTERPRISE . I Geni sono cercatori di opportunità. Essere disposti ad accettare posti di lavoro che gli altri non toccheranno. Non aver mai paura di provare l’ignoto.

PERSUASIONE . I Geni sanno come motivare le persone ad aiutarle ad andare avanti. Troverai facile essere persuasivi se credi in quello che stai facendo.

OUTGOINGNESS . Ho trovato geni capaci di fare amicizia facilmente e di essere facili con i loro amici. Sii un ‘booster’ non qualcuno che mette gli altri giù. Questo atteggiamento ti conquisterà molti amici preziosi.

CAPACITÀ DI COMUNICARE . I Geni sono in grado di trasmettere efficacemente le loro idee agli altri. Sfrutta ogni opportunità per spiegare le tue idee agli altri.

PAZIENZA . Sii paziente con gli altri il più delle volte, ma sii sempre impaziente di te stesso. Aspettatevi molto più di te rispetto ad altri.

PERCEZIONE . I geni Genius hanno i loro radar mentali che lavorano a tempo pieno. Pensa più ai bisogni e ai desideri degli altri che a te stesso.

PERFEZIONISMO . I Geniuses non possono tollerare la mediocrità, in particolare in se stessi. Non essere mai soddisfatto facilmente di te stesso. Cerca sempre di fare meglio.

SENSO DELL’UMORE . Sii disposto a ridere a tue spese. Non offenderti quando lo scherzo è su di te.

VERSATILITÀ . Più cose imparerai a realizzare, maggiore sarà la fiducia che svilupperai. Non rifuggire da nuovi sforzi.

ADATTABILITÀ . Essere flessibili ti consente di adattarti facilmente alle mutevoli circostanze. Resisti a fare le cose allo stesso modo. Sii disposto a considerare nuove opzioni.

CURIOSITÀ . Una mente curiosa e curiosa ti aiuterà a cercare nuove informazioni. Non aver paura di ammettere di non sapere tutto. Fai sempre domande su cose che non capisci.

INDIVIDUALISMO . Fai le cose nel modo in cui pensi che dovrebbero essere fatte, senza temere la disapprovazione di qualcuno.

IDEALISMO . Tieni i piedi per terra – ma hai la testa tra le nuvole. Sforzati di ottenere grandi cose, non solo per te stesso, ma per il bene dell’umanità.

IMMAGINAZIONE . I Geni sanno come pensare in nuove combinazioni, vedere le cose da una prospettiva diversa, rispetto a chiunque altro. Svuota il tuo ambiente mentale per sviluppare questo tipo di immaginazione. Concediti del tempo ogni giorno per sognare ad occhi aperti, per fantasticare, per addentrarti in una vita interiore da sogno come hai fatto da bambino.


I 10 passi essenziali per la top performance nel business

di Giorgio Nadali *

 

Virgilio diceva: “Possunt, quia posse videntur” (possono perché credono di potere). È tutto un fatto di mentalità. Cosa succede nella mente di persone di grande successo? Se vuoi rimanere concentrato e persistente di fronte alle sfide, prova ad adottare alcune di questi passi utili. Il successo arriva in molte forme diverse, e tutti noi abbiamo le nostre idee su come si presenti. Gli studi dimostrano tuttavia che le persone con top performance hanno una visione simile della vita. Soprattutto conta il non accontentarsi della propria situazione, e credere fermamente in uno sviluppo continuo, perché il successo non è un nostro diritto, ma è il sacro dovere che abbiamo verso la nostra dignità. Essenziale è crederci. Fondamentale è lavorarci ogni giorno (e spesso anche la notte).

 

 

1) Obiettivo. Conta più del potere. Le persone possono assumere posizioni manageriali se il loro obiettivo principale è l’autorità, ma le persone che desiderano ardentemente il successo tendono ad essere coloro che si sentono meglio con se stesse quando raggiungono qualcosa di importante. L’autorità può essere necessaria per raggiungere alcuni obiettivi, ma è sempre un mezzo, non un fine in sé. L’obiettivo è sentire di aver fatto qualcosa che è importante per i valori in cui credi.

 

2) Responsabilità. Le persone di successo tendono ad avere molto autocontrollo e credono che i loro sforzi siano ciò che faccia la differenza. L’obiettivo è fare ciò che deve essere fatto e non aspettare che gli altri ci incoraggino o ci indichino la strada giusta. Assumersi la responsabilità significa anche sapere quando chiedere aiuto.

 

3) Opportunità. Quando arriva una sfida, i top performer sono più entusiasti della possibilità che offre, invece di preoccuparsi di ciò che potrebbe accadere se qualcosa dovesse andare storto. Sanno che niente che valga la pena di avere è facile. Quindi la difficoltà è solo un segno che il progetto è importante. L’uomo comune cerca la sicurezza. L’uomo fuori dal comune cerca l’opportunità.

 

4) Fiducia. La convinzione di vincere è ciò che rende vincenti. Non pensare “se”, ma “quando”. Vediti già vincente. Non dire “vorrei”, ma “voglio”. E metti a tacere tutte le convinzioni limitanti che ti frenano dall’azione. “Non so”, “non conosco”, “ormai”, “abbiamo sempre fatto così” …

 

5) Studio costante. L’abilità con cui sei nato può stabilire la base per un potenziale successo, ma senza pratica il talento naturale non si svilupperà, proprio come un muscolo che non viene usato. Mentre possiamo fare ben poco sul tipo di talento con cui siamo nati, c’è molto che possiamo scegliere di fare per fare fruttare questo talento. Anche le persone di talento devono lavorare per continuare a sviluppare le loro abilità, quindi è più produttivo concentrarsi su ciò che si intende fare e imparare, piuttosto che preoccuparsi se si è naturalmente “bravi” a farlo.

 

6) Determinazione. Le persone che eccellono in quello che fanno vedono il lavoro duro come ammirevole e le persone determinate come interessanti. Si sentono bene con se stesse per vivere i loro valori e sono disposte a lavorare duramente nel tempo.

 

7) Network. Le persone di successo conoscono il valore dello scambio di idee con gli altri attraverso il networking. Conoscono anche il valore della collaborazione e del lavoro di squadra. Conoscono l’importanza di circondarsi di altre persone di successo e ne prendono esempio, piuttosto che invidiarle. Dietro ai risultati brillanti altrui non si vedono il sacrificio, la delusione, la pazienza e le notti insonni che sono costati.

 

8) Cambiamento. La pratica non ci migliora se pratichiamo sempre le stesse cose. Ciò che funziona è “pratica deliberata” – cioè puntare costantemente a un livello leggermente più alto della nostra zona di comfort. Alza l’asticella!

 

9) Azione. È importante organizzare, pianificare e stabilire priorità, ma senza azione, un piano non è altro che potenziale. Le persone di successo agiscono rapidamente e spesso. Inoltre iniziano anche prima che si sentano pronte. Mentre altri escogitano motivi per non agire, le persone di successo fanno il primo importante passo. Non credono nella fortuna. Se la creano.

 

10) Mentalità. Una ragione ci sarà se l’88% dei ricchi legge almeno mezz’ora al giorno per imparare o per ragioni di carriera, contro il 2% dei poveri. L’84% dei ricchi crede che siano le buone abitudini a creare la fortuna, contro il 4% dei poveri. L’80% dei ricchi è concentrato nel raggiungimento di un qualche obiettivo. Solo il 12 % dei poveri fa lo stesso. L’86% dei ricchi crede nel miglioramento continuo, contro il 5 % dei poveri. L’86% dei ricchi ama leggere, contro il 5% dei poveri. Il 67% dei ricchi scrive i propri obiettivi contro il 17% dei poveri. Il successo e la ricchezza sono prima di tutto delle mentalità. La mentalità si può cambiare e per avere successo, si deve.

 

 

 

* Giornalista e docente di “Comunicazione e Successo” c/o Università UniTre, Milano. Autore di 13 libri pubblicati con 7 Editori. 2 libri presenti c/o Università di Harvard, USA. Performance Executive Coach. www.giorgionadali.com 

Ha pubblicato recentemente “Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro, Edizioni Segno, Udine, 2017 e “Chi non si accontenta gode. Accontentarsi della mediocrità è un “crimine”. Scopri le tue capacità per avere ed essere di più”, Lampi di Stampa, Milano, 2018


I 5 migliori CEO del 2018 e le loro strategie

business

di Giorgio Nadali

 

Anche quest’anno Harward Business Review ha dato la pagella ai migliori CEO del mondo. Per stilare la classifica dei 100 migliori CEO sono stati considerati 3 fattori chiave: Classifica finanziaria, Sostenibilità, e CSR. Gli italiani: Fabrizio Freda (Esteé Lauder) al diciannovesimo posto, il compianto Sergio Marchionne (Chrysler) al ventunesimo, Paolo Rocca (Tenaris) al ventitreesimo e Carlo Messina (Intesa San Paolo), all’ottantunesimo posto.

La Classifica finanziaria misura le performance azionaria dell’azienda. Il voto più alto in questo fattore tra i 100 CEO è per Jeff Bezos di Amazon. Dal 2014 il prezzo delle azioni della compagnia è cresciuto di oltre sei volte. Voto massimo: 1.

La Sostenibilità riguarda lo “sviluppo economico e sociale che soddisfa i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la capacità di quelle future di rispondere ai propri” (Commissione Brundtland).

La CSR  per le prestazioni della responsabilità sociale d’impresa (Corporate Social Responsibility), in italiano RSI Responsabilità Sociale d’Impresa, è entrata formalmente nell’agenda dell’Unione Europea a partire dal Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000, dove è stata considerata come uno degli strumenti strategici per realizzare una società più competitiva e socialmente coesa e per modernizzare e rafforzare il modello sociale europeo.

Dal 2013 sono comparsi solo sei amministratori delegati ogni anno: Jeffrey Bezos, di Amazon; Pablo Isla, di Inditex (primo nel 2017 e 2018); Blake Nordstrom, di Nordstrom; Paolo Rocca, di Tenaris; James Taiclet Jr., di American Tower e Renato Alves Vale, di CCR. In totale, 19 paesi compaiono nella lista. Degli 881 CEO candidati alla lista di quest’anno, solo questi sei sono apparsi tra i migliori nelle ultime cinque edizioni.

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  • Al quinto posto Elman Degenhart, CEO dell’azienda di pneumatici Continental. Nazionalità tedesca, classe 1959. È approdato nel 2009 alla guida di Continental dopo la presidenza di Bosch Chassis Systems, Schaeffler Group e la dirigenza di Kelper Recaro Group. In attesa delle auto a guida autonoma previste per il 2025 Continental ha costituito una  unità operativa denominata Continental Intelligent Transportation Systems nella Silicon Valley. Secondo Degenhart “Questo passaggio è un eccellente esempio della nostra strategia per rendere l’auto parte integrante dell’“Internet of Everything”. I nostri obiettivi principali includono l’eliminazione degli incidenti stradali, la riduzione al minimo del consumo energetico, il massimo comfort e l’usabilità dei veicoli, e la possibilità di scambiare informazioni tra loro in tempo reale”. Degenhart ha esplicitato la sua strategia nell’Annual Shareholders’ Meeting il 27 aprile scorso ad Hannover: “La nostra prospettiva per il 2018 è la seguente: La produzione globale di autovetture e veicoli commerciali leggeri continuerà salire. Prevediamo un aumento superiore all’1%. Supponendo gli stessi tassi di cambio del 2017, prevediamo un aumento delle vendite significativamente a circa 47 miliardi di euro. I tassi di cambio fluttuanti possono diminuire le vendite ulteriormente se calcolate in euro. A tassi di cambio correnti, questo potrebbe essere superiore a 1 miliardo di euro”

 

Strategia:

 

Aumentando la spesa per lo sviluppo di nuovi prodotti come i sistemi di ricarica e componenti per la gestione della batteria, Degenhart prevede di generare ulteriori 2 miliardi di euro di vendite entro il 2025. “La flessibilità sarà il nome del gioco nei prossimi cinque o dieci anni”, ha dichiarato Degenhart il 25 aprile scorso delineando il suo cosiddetto piano Strategy 2020 per la sua divisione Powertrain. La “strategia 2020+” è tutta basata sul  passaggio dai motori ICE (a combustione interna) delel autovetture a quelli elettrici entro il 2023 con la “Adapted Electrification Strategy”.

 

 

Classifica finanziaria: 30, Sostenibilità: 74, CSR: 308.

 

4) Al quarto posto François-Henri Pinault, Presidente e CEO di Kering dal 2005 e Presidente di Artèmis dal 2003. Francese, classe 1962. Nel 2009 ha voluto la Kering Foundation contro la violenza sulle donne. Il gruppo Kering comprende diversi marchi del lusso. Convinto che il lusso possa contribuire a un mondo più sostenibile, Pianult ha arruolato con successo i propri dipendenti e altri attori del settore in un movimento che promuove responsabilità e innovazione. Ora, con la sua strategia di sostenibilità 2025, il Gruppo punta a fare ancora di più. Questa roadmap verrà eseguita facendo affidamento sull’approccio esclusivo di Kering, che consiste nel promuovere la collaborazione, condividere le conoscenze e catalizzare il cambiamento per guidare una trasformazione dell’industria del lusso nei prossimi 10 anni. Infatti negli ultimi dieci anni, Kering ha intrapreso un importante cambiamento di strategia per diventare un leader nel lusso. Oggi, tre dei suoi marchi hanno entrate superiori a 1 miliardo di euro. Pinault ha un’ambizione chiaramente definita: far diventare Kering il gruppo di lusso più influente al mondo in termini di creatività, sostenibilità e performance economica.

 

Strategia:

 

Per realizzare questa ambizione ha sviluppato un modello di business potente e integrato, la cui combinazione di agilità, equilibrio e responsabilità ha stimolato la rapida crescita delle sue Case. Per attuare la sua visione, il Gruppo si basa su una struttura azionaria molto stabile. Kering è controllata al 40,9% da Artémis, una holding controllata dalla famiglia Pinault, che conferisce al Gruppo un profilo stabile e attraente. Per capitalizzare l’ambiente di mercato favorevole, si concentra soprattutto sulla creatività audace delle sue Case. Così, mentre i marchi consolidati suscitano nuove emozioni nel pubblico reinventando le loro forme di espressione, i marchi emergenti rivelano tutto il loro potenziale attirando nuovi clienti. Inoltre, riunendo un gruppo di marchi maturi ed emergenti attivi in diversi settori e regioni. Fissando obiettivi misurabili sociali e ambientali nella sua strategia di sostenibilità 2025, Pinault evidenzia il suo impegno e il suo approccio pionieristico al lusso. È l’unico dei primi 5 CEO al mondo che ha conseguito un MBA.

Classifica finanziaria: 35, Sostenibilità: 65, CSR: 133.

 

Sul podio

 

3) Medaglia di bronzo per Bernard Arnault, CEO del gruppo del lusso LVMH (Louis Vuitton Moët Hennesy). Francese, classe 1949. Borse e champagne non esauriscono l’elenco di ciò che l’azienda di Arnault vende. Ha diversi marchi di moda e di profumi come Dior, Guerlain, Givenchy, Pucci. Diversi marchi di orologeria e gioielleria (Bulgari, Chaumet, Fred) e anche punti vendita come Sephora e Bon Marché. Ci vuole cura amorevole per tutti questi marchi prestigiosi per mantenere la loro identità sotto un il brand LVMH e per unire tradizione e innovazione. Non è riuscito ad acquisire Gucci e Hermes, ma le aziende che ha rilevato crescono nella corporate che ha creato. Per vendere ad una clientela di lusso Arnault dispone di dirigenti che hanno un sentimento di estetica e un acuto senso degli affari. Che si tratti della scelta di negozi, dell’assunzione di nuovi dipendenti, Arnault stabilisce i suoi standard e raramente perde i suoi obiettivi. Il nuovo museo progettato da Frank Gehry e Arnault, inaugurato nel famoso giardino Bois Boulogne di Parigi, è un’affermazione del suo credo: osare e cercare solo il meglio. “Abbiamo voluto regalare a Parigi uno spazio straordinario per l’arte e la cultura e dimostrare audacia ed emozione affidando a Frank Gehry la costruzione di un edificio simbolico per il XXI secolo”.

 

Strategia:

 

Un importante passo avanti è stato il lancio di LIFE 2020 che ha fissato ciascuno delle Maisons di LVMH quattro obiettivi mirati a raggiungere un singolo obiettivo: ridurre le emissioni di CO2 legate al nostro consumo energetico del 25%. L’inclusione degli imperativi ecologici come fonte di innovazione e la creatività ha un effetto leva sulla strategia di crescita. Per quanto riguarda la Classifica finanziaria, dall’Interim Financial Report del gruppo emerge che i risultati della strategia di Arnault nella prima metà del 2018 hanno prodotto:

  • incrementi a due cifre delle entrate e degli utili da ricorrenti

operazioni;

  • forte crescita in Asia e negli Stati Uniti;
  • buon inizio d’anno per vini e liquori;
  • eccezionale dinamismo a Louis Vuitton; la redditività rimane

a un livello eccezionale;

  • il successo di nuovi prodotti presso Christian Dior su tutti i prodotti
  • nuovi talenti creativi in diversi marchi di moda;
  • eccellente performance di Bvlgari;
  • buona performance dei marchi di orologi;
  • La forte crescita dei ricavi di Sephora nei negozi e online;
  • rimbalzo della redditività a DFS;
  • cassa dalle operazioni prima delle variazioni del capitale circolante

5,5 miliardi di euro, con un incremento del 21%;

  • rapporto debito netto / patrimonio netto del 23% a fine giugno 2018

 

Classifica finanziaria: 7, Sostenibilità: 226, CSR: 186.

 

2) Medaglia d’argento per Jenseng Huang, cofondatore, presedente e CEO del colosso dei microprocessori Nvidia. Cinese di Taiwan, classe 1963. Ha donato 30 milioni di dollari per costruire la  Jen-Hsun Huang School of Engineering Center dell’Università di Stanford in California, dove ha studiato. Un grande dell’informatica a capo di un’azienda leader di microprocessori. “Jensen è uno di quei rari individui che combina una visione incredibile con un’attenzione spietata all’esecuzione”. Sono parole del CEO di Adobe, Shantanu Narayen. “Ora, con l’attenzione di Nvidia sull’intelligenza artificiale, le opportunità di leadership sono infinite”. Partendo dalla grafica per PC, Nvidia ha contribuito a costruire il mercato dei giochi nel più grande settore dell’intrattenimento del mondo oggi. La sua invenzione della GPU (unità di elaborazione grafica) nel 1999 ha reso possibile l’ombreggiatura programmabile in tempo reale, che definisce la moderna grafica per computer, e in seguito ha rivoluzionato il calcolo parallelo. Più di recente, l’apprendimento approfondito della GPU ha avviato l’intelligenza artificiale – la prossima era dell’informatica – con la GPU che agisce come un cervello per computer, robot e auto a guida autonoma, in grado di percepire e comprendere il mondo.  Huang ha vinto il Dr. Morris Chang Leadership Award dalla Global Semiconductor Association in riconoscimento dei suoi eccezionali contributi alla guida lo sviluppo, l’innovazione, la crescita e le opportunità a lungo termine del settore dei semiconduttori. Ha ricevuto il Premio Daniel J. Epstein Ingegneria Gestionale presso l’Università della California del Sud, un dottorato ad honorem dalla National Chiao Tung University di Taiwan, il Distinguished Award Alumni e un dottorato onorario dalla Oregon State University. È stato nominato per l’ Immigrant Entrepreneur Hall of Fame degli Stati Uniti quando è stato istituito nel 2012. Nel 2017, è stato nominato Imprenditore dell’Anno e Harvard Business Review lo ha classificato n ° 3 nella lista dei 100 amministratori delegati le migliori prestazioni al mondo per tutta la durata della loro permanenza in carica.

 

Strategia:

 

La strategia di Jensen Huang è evidenziata dal Financial Report di Nvdia del Novembre 2018. Huang punta molto sull’Intelligenza Artificiale e ha dichiarato: “L’intelligenza artificiale sta avanzando a un ritmo incredibile in tutto il mondo, portando a ricavi record per le nostre piattaforme di datacenter. La nostra introduzione delle GPU di Turing è un passo da gigante per la grafica computerizzata e l’intelligenza artificiale, portando la magia del ray tracing in tempo reale ai giochi e ai più grandi miglioramenti delle prestazioni generazionali che abbiamo mai realizzato. I nostri risultati a breve termine riflettono l’eccesso di inventario dei canali dopo il boom della criptovaluta, che verrà corretto. La nostra posizione sul mercato e le opportunità di crescita sono più forti che mai. Durante il trimestre, abbiamo lanciato nuove piattaforme per estendere la nostra architettura in nuovi mercati in crescita: RAPIDI per l’apprendimento automatico, RTX Server per il rendering di film e la GPU T4 Cloud per hyperscale e cloud”.

 

Classifica finanziaria: 4, Sostenibilità: 125, CSR: 204.

 

  • Sul podio del vincitore un CEO si aggiudica anche quest’anno la medaglia d’oro dei leader di azienda, già ottenuta l’anno scorso. Si tratta dello spagnolo Pablo Isla Álvarez de Tejera, classe 1964, CEO di Inditex, il più grande gruppo di moda del mondo, fondato da Amancio Ortega. Cosa fa di Pablo Isla il CEO migliore del mondo? Inditex è uno dei più grandi distributori di moda al mondo, con otto brand: Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius, Oysho, Zara Home e Kiddy’s Class, con 3.283 negozi in 65 paesi. Il Gruppo Inditex comprende oltre un centinaio di aziende associate al business della progettazione, produzione e distribuzione di tessuti. Grazie ai risultati raggiunti e all’unicità del suo modello di gestione basato sull’innovazione e la flessibilità, Inditex è uno dei più grandi gruppi di distribuzione della moda. La filosofia di Pablo Isla è creatività e design di qualità insieme a una rapida risposta alle richieste del mercato che ha portato ad una rapida espansione internazionale e ad una risposta eccellente di vendita. Il presidente di Inditex, Pablo Isla, ha definito “molto salutare” l’esecuzione del modello di business del gruppo nei primi nove mesi dell’anno fiscale (dal 1 febbraio al 31 ottobre) e ha insistito sul miglioramento dei margini che derivano da un controllo “rigoroso” delle spese e dell’inventario e dalla decisione di non entrare nell’ambiente “forte” delle promozioni che il settore ha registrato. Inditex ha registrato un utile netto di 2.438 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno fiscale, che rappresenta un aumento del 4% , e vendite di 18.437 milioni di euro, il 3% in più , raggiungendo il massimo storico in questo periodo. Il margine lordo è cresciuto del 4%, a 10.695 milioni di euro, e rappresenta il 58% delle vendite (+56 punti base). “Crediamo nel nostro modello, nell’esecuzione del modello e nelle nostre collezioni. In un settore altamente volatile, contrassegnato da numerosi fattori esterni, abbiamo deciso di non partecipare al grande contesto promozionale del settore. Insomma, anche a lungo termine”, ha spiegato Isla agli analisti in occasione della presentazione dei risultati. Pablo Isla ha evidenziato il “grande potenziale” di crescita in tutte le aree geografiche, grazie alla piattaforma integrata di negozi e online. “Vediamo grandi opportunità nei mercati in cui siamo presenti e siamo pronti per loro” – ha detto Isla – osservando che nei primi nove mesi l’azienda ha registrato una crescita delle vendite in negozi comparabili in tutte le aree geografiche. L’evoluzione del business online non è ancora per Isla diluitiva dei margini o della redditività.

 

     Strategia:

 

Pablo Isla ha chiaramente delineato la sua strategia attenta al fattore umano e alla sostenibilità che lo ha portato al primo posto nel 2017 e gli ha garantito il podio anche nel 2018: “Rimaniamo strategicamente impegnati nella tracciabilità e responsabilità in tutta la nostra intera catena di fornitura, sia nelle aree di prossimità (57% del totale) o in altri Paesi. Noi stanno facendo progressi sull’integrazione dei rappresentanti da IndustriALL Global Union, il corpo che rappresenta sopra 50 milioni di lavoratori con cui abbiamo firmato un pioniere accordo quadro globale dieci anni fa. Attraverso questa collaborazione, stiamo promuovendo importanti iniziative a sostegno della libertà sindacale, collettiva e dei diritti di contrattazione e responsabilizzazione delle donne. Un esempio di questo è il nostro progetto Showbhagyam che continua ad agire contro la pratica del lavoro Sumangali illecita in India del sud. Abbiamo investito somme significative per la ricerca e sviluppo nell’arena della sostenibilità ambientale. Questo include investire nell’eco-efficienza dei nostri uffici e piattaforme logistiche, introducendo il riciclaggio avanzato dei rifiuti e riutilizzare le soluzioni, in particolare per il cartone e la plastica. Abbiamo anche fatto progressi decisivi sull’uso sostenibile tessuti e processi nelle nostre collezioni”.

 

Classifica finanziaria: 29, Sostenibilità: 60, CSR: 128.

 


Brand del Lusso. In crescita del 5% i consumi mondiali

di Giorgio Nadali

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La 17esima edizione dell’annuale dell’Osservatorio Altagamma ha fotografato situazione e prospettive del segmento più alto del mercato: nonostante l’estrema incertezza internazionale, per i beni di lusso si conferma la crescita del 5% iniziata nel 2017, grazie soprattutto al mercato cinese e alle nuove generazioni di consumatori. La situazione dell’industria e dei mercati del mercato di  alta  gamma è emersa dagli studi Altagamma Worldwide Market Monitor 2018 (presentato da Claudia D’Arpizio, Bain & Company), Il Consumo Tax-Free nell’Unione Europea 2018 (Pierfrancesco Nervini, Global Blue) e Altagamma Consensus 2019 (Armando Branchini, Fondazione Altagamma), nel corso della conferenza tenutasi a Milano il 15 novembre 2018 presso il Teatro Nazionale.

Andrea Illy, Presidente della Fondazione Altagamma e Presidente di Illycaffé S.p.A. ha evidenziato nel discorso introduttivo come due cose hanno necessità di crescere in Italia: istruzione e digitalizzazione.

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In crescita del 5% i consumi mondiali nella fascia più alta del mercato ed è un’ottima notizia per l’Italia, che è storicamente uno dei Paesi leader del comparto” ha dichiarato il Presidente di Altagamma, Andrea Illy. “La competitività internazionale della nostra manifattura si gioca fra creatività e innovazione. Altagamma ritiene necessario rafforzare il Made in Italy attraverso politiche forti, o partire dai temi della reputazione del Paese e dello formazione, come illustrato nel volume Altagamma. Strategie per l’Italia di Eccellenza”. L’alto di gamma continua a veleggiare sopra le incertezze congiunturali, le guerre dei dazi e le crisi geopolitiche che caratterizzano la situazione internazionale e conferma la sua anti-ciclicità, attestandosi nel 2018 su un valore di mercato totale intorno ai 1.200 miliardi di Euro, con una crescita del 5% a cambi costanti.

Il comparto del Personal Luxury, registra una crescita ancora maggiore, del +6%, per un valore complessivo di 260 miliardi di Euro, nonostante la relatrice Claudia D’Arpizio di Bain & Company si sia dichiarata pessimista per natura.

Secondo lo studio di Altagamma Worldwide Luxury Market Monitor. Realizzato da Bain & Company, nel 2018 si registra una performance solida del mercato personale dei beni di lusso, che cresce del +2% in Euro, e del +6% a tassi costanti: una crescita quindi in termini reali invariata in percentuale rispetto all’anno scorso. L’andamento è positivo in tutte le aree geografiche con l’eccezione del Medio Oriente, stabile; un trend particolarmente positivo si riscontra in Cina, trainata dal rimpatrio degli acquisti dovuti ai minori flussi turistici dei Cinesi in Europa, e nel resto dell’Asia, trainato sia da consumi locali che da un rinnovato acquisto dei Cinesi nei loro paesi limitrofi. Per quanto riguarda i canali, l’online si conferma in accelerazione, raggiungendo una penetrazione del 10% del mercato globale; fra i canali fisici, le performance migliori sono quelle di airport retail e outlet. Le nuove generazioni (Y e Z) generano il 100% della crescita di quest’anno. I consumatori più giovani (Generazione Z) mostrano dei comportamenti di acquisto molto specifici e differenziati dai loro “fratelli maggiori” Millennial. Gioielleria e scarpe si confermano top categorie di crescita, mentre l’abbigliamento dopo molti anni di timida ma solida crescita ha una frenata (-1%) dovuta principalmente al rallentamento dei giganti dell’accessible luxury, soprattutto sul segmento menswear. Le previsioni, per quanto sia complicato svolgerle nell’attuale contesto, rimangono positive: da qui al 2025 si stima una crescita del mercato del +3 / +5% medio annuo a tassi costanti, guidato da solidi fondamentali e attitudini del consumatore globale a questo tipo di consumi. Non si esclude che nel breve periodo ni si possa incontrare qualche lieve turbolenza (inclusa una soft recession in USA, e un lieve rallentamento dell’economia Cinese), che non distoglie dalle solide potenzialità del mercato nel futuro.

Per quanto riguarda il Consumo Tax Free nell’Unione Europea lo studio  realizzato da Global Blue rivela che dopo un 2017 positivo, nei primi nove mesi del 2018, il Tax Free Shopping in Europa ha fatto registrare un rallentamento delle vendite (-6%), riconducibile principalmente all’apprezzamento dell’euro sulle principali valute, in particolare il dollaro e il renminbi cinese. A fronte del minor numero di transazioni i dati Global Blue hanno registrato, però, un aumento del valore dello scontrino medio europeo pari al 2%. Nonostante un 2018 in difficoltà in Europa il Tax Free negli ultimi sette anni, dal 2011 al 2018, ha rappresentato uno dei principali driver di crescita del comparto lusso raddoppiando il suo volume . Guardando in dettaglio le dinamiche di acquisto del Vecchio Continente, da gennaio 2018 a settembre 2018 il Tax Free Shopping ha rallentato in Italia (-8%), Gran Bretagna (-8%), Spagna (-8%) e Germania (-13%). In controtendenza la Francia, unico Paese europeo nel quale, nei primi nove mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le vendite tax free hanno registrato un segno positivo (+1%) grazie soprattutto agli acquisti dei Globe Shopper appartenenti ai segmenti: “Elite” (2.2%) e “Frequente (17.7%) meno sensibili alle oscillazioni valutarie.

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Per l’Altagamma Consensus 2019 realizzato da Fondazione Altagamma con il contributo dei maggiori analisti internazionali specializzati le previsioni per il 2019 confermano un solido +5%: crescita più alta per pelle, calzature e accessori (+7%) e per profumi e cosmetici (+ 5%). Buona crescita dell’Hard Luxury, più contenuta quella dell’abbigliamento (+2%). Stabile l’Art de la Table. Mercati: l’Asia è prevista essere il mercato in più rapida crescita (+10%), anche per via dell’abbassamento dei dazi in Cina. Seguono il Giappone (+5%) e il Nord America (+4%), quest’ultimo soprattutto nel primo semestre. Buone anche le prospettive per l’Europa (+3%).

Secondo Armando Branchini, Vice Presidente di Fondazione Altagamma “Con una previsione di crescita al 5% nel prossimo anno, si conferma che i consumi mondiali dei personal luxury goods nel triennio 2017-18-19 si presentano in costante e solida crescita. Questo nonostante una serie di fattori politici ed economici esogeni al comporto abbiano cominciato ad essere sempre più minacciosi in questo secondo semestre 2018 e potrebbero avere — verso lo fine del prossimo anno – un impatto ulteriore.”

Negli ultimi sette anni – dal 2011 al 2018 – in Europa il Tax Free Shopping ha rappresentato uno dei principali driver di crescita del comporto “Lusso” raddoppiando il suo volume;

Da gennaio 2018 a settembre 2018 in Europa a fronte di una contrazione delle vendite tax free (-6%) si è evidenziato un incremento dello scontrino medio (+2%) rispetto al medesimo periodo del 2017;

Da gennaio 2018 a settembre 2018 in Italia i turisti cinesi si sono confermati la prima nazionalità nel settore Tax Free Shopping: 30% del mercato.

Negli ultimi sette anni, ovvero dal 2011 al 2018, in Europa il Tax Free Shopping ha rappresentato uno dei principali driver di crescita del settore “Lusso” raddoppiando il suo volume. È quanto emerge dai dati Global Blue, società leader nei servizi di Tax Free Shopping, che, in occasione del tradizionale appuntamento con l’Osservatorio Altagamma 2018, ha tracciato le principali tendenze del mercato nei primi nove mesi del 2018.

«È un piacere essere qui anche quest’anno» ha commentato Pier Francesco Nervini, Chief Operating Officer North & Central Europe & Global Accounts Global Blue. «Dopo un 2017 positivo, i primi nove mesi del 2018 hanno visto un rallentamento (-6%) del mercato europeo del Tax Free Shopping. II fenomeno, in gran parte previsto, è riconducibile principalmente all’apprezzamento dell’euro sulle principali valute. Interessante è comunque l’innalzamento nello stesso periodo della transazione media il che conferma la minore elasticità al tasso di cambio da parte di compratori con più alto budget. Mi preme sottolineare che, nonostante il non positivo 2018, siamo sempre su valori superiori al 2016 e che il Tax Free si conferma una delle principali leve della crescita del comparto lusso».

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Nei primi nove mesi del 2018 l’Europa ha registrato un calo delle vendite tax free (-6%) rispetto al medesimo periodo del 2017. La principale causa di questa contrazione è legata al rafforzamento dell’euro rispetto alle altre valute, in particolare il dollaro e il renminbi cinese, iniziato già l’anno scorso. A fronte del minor numero di transazioni i dati Global Blue hanno registrato, però, un aumento del valore dello scontrino medio europeo pari al 2%.

In particolare, da gennaio 2018 a settembre 2018, il Tax Free Shopping ha rallentato in Italia (-8%), Gran Bretagna (-8%), Spagna (-8%) e Germania (-13%). In controtendenza la Francia, unico Paese europeo nel quale, nei primi nove mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le vendite tax free hanno registrato un segno positivo (+1%) grazie soprattutto agli acquisti dei Globe Shopper appartenenti ai segmenti “Elite” (2,2%) e “Frequenti* (17,7%) meno sensibili alle oscillazioni valutarie.

I dati Global Blue evidenziano, però, un’altra tendenza volta ad aumentare negli anni a venire: nel 2017 i “Millennials” sono stati i principali fautori dell’incremento del Tax Free Shopping francese. Con un’età compresa fra i 18 e i 34 anni rappresentano il 31% del totale dei Globe Shopper con un potere di acquisto che nel 2017 ha fatto registrare un +17% sul 2016. E i dati emersi nel 2017 ne sono esempio: circa 1.700 euro (+10% vs 2016) la spesa annuale in Tax Free dei Millennials appartenenti alla categoria “Infrequent”, supera i 4.000 euro (+17% vs 2016) quella dei “Frequent” per arrivare a oltre i 51.000 euro (+10% vs 2016) della categoria “Elite”. Infine, per questi turisti, che rappresentano la prima generazione a essere cresciuta con Internet e smartphone, la possibilità di avere una esperienza di shopping personalizzata e “digitale” è fondamentale.

Scendendo nel dettaglio delle nazionalità, la spesa nei primi nove mesi del 2018 dei Globe Shopper cinesi, seppure in lieve calo (-4% rispetto al 2017), resta la protagonista del Tax Free Shopping con il 29% del totale degli acquisti effettuati in Europa. ll Vecchio Continente continua a essere meta di shopping anche per i viaggiatori provenienti dai Paesi del Golfo (11% del totale delle vendite tax free), e per quelli in arrivo dalla Russia (8% del totale delle vendite tax free). Dai dati Global Blue emerge che nel periodo gennaio-settembre 2018 le principali nazionalità, eccezion fatta per i turisti russi, hanno prediletto principalmente la Francia come destinazione di viaggio rispetto agli altri Paesi tradizionalmente considerati “mete di shopping“. Gli acquisti dei Globe Shopper cinesi sono calati soprattutto in UK (-8%), cosi come quelli degli americani (-8%); è invece l’Italia a scontare maggiormente la frenata dello shopping dei viaggiatori del Middle East (-16%). Le previsioni per i prossimi tre mesi confermano questa tendenza di contrazione fatta eccezione per UK e Spagna.

Con l’obiettivo di analizzare le dinamiche di acquisto dei turisti extra-UE, anche nel 2018 Global Blue e Bain & Company hanno focalizzato le loro reciproche competenze per determinare le evoluzioni delle transazioni tax free nei tre principali segmenti di riferimento: “Luxury”, “Premium” e “Mass”. Nei primi nove mesi di quest’anno in linea con le dinamiche di arrivo e i profili dei Globe Shopper si è assistito a una flessione nei segmenti “Luxury” (-8%), e “Premium” (-10%), mentre il segmento “Mass” risulta invariato rispetto allo scorso anno.

Nei primi nove mesi del 2018 in Italia il mercato del Tax Free Shopping ha registrato una flessione dell’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, riconducibile soprattutto al rafforzamento dell’Euro sulle altre divise, impattando negativamente sulla spesa nel nostro Paese. I turisti cinesi, pur continuando a rappresentare il 30% del mercato, hanno rallentato i loro acquisti tax free (-5%) rispetto al medesimo periodo del 2017. In calo anche lo shopping tax free dei viaggiatori russi (-15%), seconda nazionalità con il 13% del totale. In questo caso la debolezza del rublo russo, gli embarghi e le tensioni nei rapporti internazionali sono state le principali cause di tale flessione. Il Bel Paese ha visto una frenata anche degli acquisti dei viaggiatori in arrivo dagli Stati Uniti (-4%). Segno meno anche per i Globe Shopper provenienti dalla Corea del Sud (-15%) e dal Medio Oriente (-16%), un’area, quest’ultima, nella quale la situazione economica e le forti tensioni geopolitiche hanno pesanti ripercussioni anche sulle dinamiche dei flussi turistici. Nei prossimi tre mesi le previsioni Global Blue confermano questa tendenza, ad eccezione degli acquisti tax free dei turisti statunitensi da cui ci si aspetta un incremento pari al 16%.