ATTENZIONE. OLTRE non approva l’uso di alcuna droga, anche a scopi rituali.
Le Chiese del Santo Daime – di cui oggi esistono varie branche indipendenti – nascono dall’esperienza di Raimundo Irineu Serra (Mestre Irineu,1892-1971), un povero lavoratore afro-brasiliano della foresta amazzonica che nei primi anni 1920 entra in contatto con popolazioni indigene che da tempo immemorabile fanno uso di ayahuasca (parola quechua che significa “la corda degli spiriti”), una bevanda rituale estratta da un arbusto (Bannisteriopsis caapi) e da foglie (Psychotria viridis) della foresta, entrambe con un contenuto variabile di diversi alcaloidi che conferiscono alla bevanda un effetto allucinogeno. Sembra che Serra si ripromettesse anzitutto di ottenere dalle visioni indicazioni e vantaggi di tipo pratico.
Ben presto, però, gli appare uno spirito femminile che è insieme la Regina della Foresta della tradizione indigena e la Vergine Maria, e che lo guida nei passi che lo conducono alla fondazione di una religione. Nel 1930 Serra si trasferisce nella città di Rio Branco, dove fonda una Chiesa popolarmente nota come Alto Santo e che prenderà poi il nome di Centro de Illuminãção Cristã Luz Universal. La droga di questa chiesa è chiamata “daime”. Le Chiese del Santo Daime insistono sul fatto che il consumo del Daime ha senso solo all’interno di un rituale preciso, che si collega a una visione del mondo che affonda le sue radici insieme nella saggezza degli indios amazzonici e nel cristianesimo.
L’esperienza del Daime inizia con la preparazione rituale della bevanda, che consiste nella raccolta nella foresta e poi nella riduzione in poltiglia dell’arbusto (che rappresenta il principio maschile) e della foglia (che rappresenta il principio femminile). Strati alternati di quanto è stato ricavato rispettivamente dall’arbusto e dalla foglia sono disposti in un grande calderone e fatti bollire finché ne fuoriesce un liquido che è raccolto in bottiglie (dove si conserva per parecchio tempo). L’assunzione – che in piccole quantità nella comunità è proposta anche ai bambini – avviene nel quadro di cerimonie dove la musica e gli inni hanno una notevole importanza. Le foglie sono preparate da dodici uomini, che simboleggiano i dodici apostoli di Gesù. Il santo Daime è considerato un sacramento vero e proprio ed è il Sangue di Cristo. La droga assunta è la Dimetil Triptamina (DMT).
Illegale in Brasile, ma lecita solo a scopi religiosi per questa chiesa. Anche negli Stati Uniti è stata legalizzata solo per questi fedeli, dal 2009 ed è illegale per chiunque altro. La droga rimuove i filtri naturali del cervello e rende possibile – a loro dire – esperienze mistiche. La chiesa è di fatto un miscuglio tra cattolicesimo e sciamanesimo. Esiste una sede italiana ad Assisi (Perugia).
Recentemente l’uso rituale della ayahuasca – una droga allucinogena degli sciamani dell’Amazzonia – si è diffuso in Italia. La chiesa cristiana che utilizza regolarmente la ayahuasca è la União do Vegetal. Il Centro Spirituale Carità Unione del Vegetale è una società religiosa fondata il 22 luglio 1961 da José Gabriel da Costa, Gabriel Maestro, al fine di promuovere la pace e “lavorare per l’evoluzione umana verso il loro sviluppo spirituale” , come specificato nel suo statuto. L’organizzazione ha attualmente più di 18.000 membri, distribuiti in più di 200 unità in tutti gli stati del Brasile, Perù e in alcuni paesi in Europa, Nord America e Oceania.
Nelle sue sessioni, i membri bevono il tè Hoasca o Ayahuasca, come è anche noto, per effetto di concentrazione mentale. In Brasile, l’uso di Hoasca nei rituali religiosi era regolata il 25 gennaio 2010 dal Consiglio nazionale per la politica della droga, il governo federale brasiliano. Il presente regolamento stabilisce norme giuridiche per le istituzioni religiose che fanno un uso responsabile di tè. La Corte Suprema degli Stati Uniti, ha garantito all’Unione del Vegetale, all’unanimità, il diritto di utilizzare il tè Hoasca durante le sessioni di religiose in tutto il territorio degli Stati Uniti nel corso dell’udienza tenutasi il 21 Febbraio, 2006. Oltre alla attività religiose, l’UDV ha anche un servizio di beneficienza sociale. Il governo federale ha concesso il centro spirituale União do Vegetal Benefico il titolo di Entità di Pubblica Utilità sulla Gazzetta Ufficiale n. 139, del 22 luglio 1999-
La Peyote Church of God (Chiesa peyotica di Dio)
Formata a San Francisco nel 1971. La Chiesa dell’Albero della Vita Church of the Tree of Life, è una dei culti psichedelici sopravissuti. Come la Church of the Psychedelic Mystic (Chiesa del Mistico Psichedelico) la Native American Church (Chiesa dei Nativi Americani) e The Peyote Way Church of God (La Chiesa Peyotica di Dio). La setta crede che ognuno debba avere il diritto di fare di sé e di ogni adulto consenziente ciò che vuole, senza lederne i diritti. Incluso l’utilizzo di droghe psichedeliche. Queste ultime sono dono di Dio e vanno usate a piacimento. Dato che LSD e marijuana non sono legali, non vengono considerate come sacramenti. Altre sostanze allucinogene come kava, soma, peyote, ginseng, calamus e noce moscata sono ritenute sacramenti. La setta ha pubblicato The First Book of Sacraments, come guida agli allucinogeni legali. I rituali prevedono l’uso delle droghe come mezzi per l’ottenimento del massimo dell’esperienza (spirituale).
Verso il 1870 i nativi americani iniziarono ad usare nelle loro cerimonie religiose, la pianta allucinogena del peyote, un cactus che cresce selvaggiamente nel Sud Ovest degli Stati Uniti. I rituali prevedono l’ingestione dei “bottoni” della pianta grassa. Jonathan Koshiway, riteneva che il peyotismo affermasse sia le sue origini di nativo americano, sia le sue tendenze cristiane. Vedeva il peyote come un riflesso del pane e del vino sacramentali. Formò la First Born Church of Christ nel 1914, poi assorbita dalla Native American Church. La figura centrale di questo culto è lo sciamàno, che possiede i “bottoni” del peyote e controlla il loro uso.
I membri della tribù danno inizio al rituale andando a raccogliere la pianta allucinogena e consegnandola allo sciamano. Alla sera, nel tepee (la tenda) il “padre peyote” viene posto in un mucchietto a forma di luna crescente. I partecipanti pregano e poi mangiano e fumano il peyote sino all’alba. Nel 1899 lo stato dell’Oklahoma rese fuorilegge l’uso della pianta allucinogena, ma nel 1964 la Corte Suprema della California dichiarò che i nativi americani non dovevano essere privati del peyote per usi cerimoniali. Il culto conta 225.000 membri. La Peyote Way Church of God, fondata nel 1977 dal reverendo Immanuel Pardeathan Trujillo (ex membro del Native American Church che ammetteva solo nativi americani almeno al 25 percento), considera invece il peyote un mezzo per stabilire un contatto con la luce di Cristo. Non fumano insieme la droga. Piuttosto, durante un rituale chiamato Spirit Walk (Percorso dello Spirito), preceduto da un giorno di digiuno, un seguace assume la droga del peyote e trascorre un periodo di preghiera e di contemplazione nel deserto. Lo stato indotto dal peyote viene ritenuto in grado di purificare sia il corpo sia lo spirito.
Tratto da Giorgio Nadali, “Strano, ma Sacro”, Lampi di Stampa, Milano, 2003 e Giorgio Nadali, “Soprannaturale curioso”, Lampi di Stampa, Milano, 2010
Giorgio Nadali