Business soprannaturale. I predicatori cristiani più ricchi al mondo

La povertà evangelica non è sinonimo di voto di povertà , ma per alcuni uomini di Chiesa la fede cristiana è fonte di enormi guadagni. A David Oyedepo, guida spirituale e fondatore della della Living Faith World Outreach Ministry (Nigeria) – una delle più grandi congregazioni religiose della Nigeria – il cristianesimo rende annualmente 150 milioni di dollari.

Il pastore brasiliano Silas Malafaia è l’ex leader del ramo brasiliano delle Assemblee di Dio, la più grande chiesa pentecostale del Brasile. Malafaia è costantemente coinvolto in controversie legate alla comunità gay in Brasile, di cui egli dichiara con orgoglio di essere il più grande nemico. Sostenitore di una legge che potrebbe portare a classificare l’omosessualità come una malattia in Brasile, Malafaia è anche una figura di spicco su Twitter, dove è seguito da oltre 440.000 utenti. Nel 2011 Malafaia ha guadagnato centocinquanta milioni di dollari e ha lanciato una campagna chiamata The One Million Souls Club, che mira a raccogliere cinquecento milioni dollari (un miliardo di real brasiliani) per la sua chiesa, al fine di creare un rete televisiva globale che trasmette in 137 paesi. Malafaia possiede anche una delle quattro più grandi case discografiche cristiane del Brasile e la seconda più grande casa editrice evangelica del Paese, con vendite per venticinque milioni di dollari (cinquanta milioni di real) all’anno.
In Brasile Edir Macedo è il fondatore e la guida spirituale della Universal Church of the Kingdom of God, che ha anche sedi negli Stati Uniti. La sua fortuna è stimata in 950 milioni di dollari. Macedo è stato coinvolto in scandali legati a raccolte di findi per opere di carità e riciclaggio di denaro.
Ecco la classifica dei dieci predicatori più ricchi al mondo. Il Vangelo ha fruttato loro svariati milioni di dollari. Nonostante il detto di Gesù Cristo: «Non potete servire a Dio e al denaro» (Luca 16,13) il Vangelo ha fruttato loro milioni di dollari.
1. Thomas Dexter Jakes. Vive in una residenza valutata 1,7 milioni di dollari. È stato definito il miglior predicatore d’America con una copertina sul settimanale Time del 17 settembre 2001. Scrittore, produttore e predicatore. Capo spituale della mega Chiesa non denoninazionale The Potter’s House che conta trenatamila membri a Dallas (Texas, USA). La sua fortuna è valutata in 150 milioni di dollari.
2. David Oyedepo. Predicatore nigeriano fondatore della Winners Chapel nota come Living Faith Church World Wide. É stato chiamato il pastore più ricco della Nigeria con una rendita di 150 milioni di dollari, Quattro jet privati, e residenze negli Stati Uniti e Inghilterra. Dopo la fondazione nel 1981 della Living Faith Outreach Ministry la congregazione religiosa è diventata la più grande della Nigeria.
3. Enoch Adeboye. Il pastore Adeboye guida la Redeemed Christian Church of God. Newsweek lo ha definito come una delle personalità più influenti nel 2008/2009 insieme a Barack Obama e Nicolas Sarkozy. Possiede diversi jet personali.
4. Benny Hinn. Televangelista israeliano. Toufik Benedictus Hinn, detto “Benny”, possiede circa 42 milioni di dollari. È noto per la sua “Crociata dei Miracoli”, incontro di preghiera e guarigione che che si tiene regolarmente in grandi stadi negli USA.
5. Chris Oyakhilome, è il fondatore e pastore della Christ Embassy, una congregazione protestante con sedi in Nigeria, Sud Africa, Londra, Canada e Stati Uniti. La sua casa editrice – Loveworld Publications – pubblica la rivista mensile Rhapsody of Realities che vende due milioni di copie al mese al costo di un dollaro a copia. Il pastore è proprietario anche di stazioni televisive, riviste, giornali, un albergo, una catena di fast food.
6. Creflo Augustus Dollar. Pastore afroamericano docente di Sacra Scrittura. Ha fondato la World Changers Church International in Georgia (USA). La “Chiesa internazionale di coloro che cambiano il mondo” ha anche cambiato il conto in banca di Creflo Dollar sino alla cifra di ventisette milioni di dollari. Il Vangelo gli ha anche fruttato due Rolls Royce, un jet privato, una residenza da un milione di dollari ad Atlanta, un’altra da 2,5 milioni di dollari a Demarest e una dello stesso valore a New York. Dollar ha rifiutato di rivelare il suo patrimonio, ricevendo così un voto insufficiente dall’organizzazione Ministry Watch che si occupa di trasparenza finanziaria dei predicatori cristiani americani. Dollar, un nome un programma. La sua predicazione è tutta centrata sulla teologia della prosperità.
7. Kenneth Copeland fondatore della Kenneth Copeland Ministries, la sua predicazione tele evangelica gli ha fruttato un jet prvato da 17,5 milioni di dollari e una residenza intestata alla sua chiesa del valore di sei milioni di dollari.
8. William Franklin “Billy” Graham della Southern Baptist è diventato famoso per i suoi sermoni radiofonici e televisivi che gli hanno fruttato venticinque milioni di dollari.
9.Matthew Ashimolowo è il titolare del Kingsway International Christian Centre. Ha fatto molta strada da predicatore nella Foursquare Gospel Church in Nigeria. Si è messo in proprio e ora la congregazione religiosa che ha fondato è la più grande chiesa pentecostale in Gran Bretagna. Duecentomila dollari di entrate annuali.
10.Temitope Joshua. La sua Synagogue Church Of All Nations vede ogni domenica quindicimila fedeli radunati per il culto. Può contare su entrate di quindici milioni di dollari.

Chiesa cattolica e ricchezza economica

Nella Chiesa cattolica circa un milione di fedeli sono consacrati con i tre voti di povertà, castità e obbedienza. Circa un millesimo di tutti i cattolici. Il voto di povertà implica la rinuncia a eredità e a proprietà personali. Gli istituti religiosi «sono tenuti a evitare ogni lusso, lucro eccessivo e accumulazione di beni» (decreto Perfectae caritatis (13), Concilio Vaticano II).
Non tutti i sacerdoti hanno il voto di povertà. Solo quelli che appartengono a un ordine religioso (ad esempio francescani, agostiniani, benedettini, ecc.) o a una congregazione religiosa e in generale hanno il titolo di Padre. Gli altri sacerdoti sono detti secolari (o diocesani) e hanno il titolo di Don. Vi sono delle eccezioni come ad esempio per i salesiani e i paolini (titolo Don, ma con voto di povertà della loro congregazione).

Gesù Cristo si fece povero. È la kénosi. Nel senso che «pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio» come scrive San Paolo (Efesini 2,6). I più poveri del suo tempo erano le vedove, gli orfani e i lebbrosi. Gesù Cristo era figlio (adottivo) di un artigiano (San Giuseppe) e non era considerato tra i poveri di Nazareth. Certo, Cristo stigmatizza la ricchezza dicendo: «Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione» (Luca 6,24). «È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!» (Luca 18,25). Mette in guardia dalla ricchezza economica che, se abbondante, può facilmente occupare il posto di Dio nel cuore della persona. Non condanna la ricchezza, ma quella resa idolo: «Non potete servire a Dio e a mammona» (Luca 16,13). Mamon per i caldei era il demone del denaro. Non fa quindi un discorso politico ma spirituale. Il discorso politico contro la ricchezza individuale e il merito personale è quello marxista. Gesù Cristo invece mette in guardia dai pericoli spirituali della ricchezza. Inoltre Gesù apprezza il costoso dono di una donna, scandalizzando Giuda Iscariota che avrebbe voluto vendere il costoso profumo del nardo versato su di lui, se fosse stato venduto per darne il ricavato ai poveri. In realtà «non perché gli importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro» (Giovanni 12,5-6).

La povertà evangelica non è quindi la miseria, ma l’uso dei beni personali col distacco necessario per non farli diventare un idolo e con la generosità di prendersi cura dei bisognosi. In sostanza è l’opposto del materialismo. Paradossalmente un indigente che maledice Dio per la sua situazione non è un povero del Vangelo. Lo è chi mette la sua fiducia in Dio e fa del bene agli altri con i suoi mezzi (e il suo tempo). La povertà evangelica non è nemmeno il pauperismo, l’esaltazione della povertà. Dio si compiace del benessere dei suoi figli che gli sono grati: «perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha» (Matteo 25,29). «Date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo» (Luca 6,38).

Chiesa cattolica.

Escludiamo i tesori d’arte. Voluti da papi che vivevano nel lusso e donazioni di ricchi e nobili (per lavarsi la coscienza e/o per dare gloria a Dio), rimasti un patrimonio artistico per l’umanità. Ad esempio la cappella degli Scrovegni a Padova affrescata da Giotto, è stata fatta costruire dal banchiere padovano Enrico Scrovegni per farsi perdonare il peccato di usura. Blu di lapislazzuli e oro dappertutto. L’arte è lusso solo quando sta nelle case private. Il lusso poi non è la ricchezza, ma l’esagerazione. Ha la stessa radice di lussuria, che non è l’attività sessuale, ma il suo abuso. Accanto all’appartamento papale vi è la collezione di doni ricevuti dai papi dai regnanti e governanti del mondo. Un tesoro inestimabile. La Chiesa cattolica ha dal 1929 uno stato autonomo in base ai Patti Lateranensi. Ha una zecca, un bilancio, un bunker antinucleare di settecento metri quadri sotto il cortile della biblioteca, inaugurato nel 1985 per difendere il papa e le opere d’arte in caso di attacco nucleare e una banca con due bancomat con schermata in latino che ti saluta: «Carus expectatusque venisti» e ti invita a «Inserito scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem», ma il «deductio ex pecunia», il prelievo è riservato solo ai trentatremila correntisti I.O.R., così come il «rationem aexequatio» (il saldo) e il «negotium argentarium» (movimenti). Tutti i conti correnti (circa sei miliardi di euro) con interesse al cinque per cento sono (oggi) tracciabili e controllati contro il riciclaggio.

Il patrimonio immobiliare italiano appartiene al ventitré per cento alla Santa Sede. Duemila miliardi di Euro in immobili in tutto il mondo. Centomila sono le chiese in tutto il mondo, duemila i centri di accoglienza e i pensionati, 2.300 i musei e le biblioteche. Gli immobili extraterritoriali in Italia non sono soggetti a tassazione di alcun tipo come tutte le ambasciate e i consolati di Stati esteri in Italia. 2.496 chiese, monasteri, seminari, conventi, oratori, case di cura, in regime di esenzione fiscale ex extraterritorialità. Nove miliardi di euro le proprietà della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Solo a Roma trecento parrocchie, quaranta istituti religiosi, duecento chiese non parrocchiali, duecento case generalizie, 250 scuole cattoliche, novanta istituti religiosi, sessantacinque case di cura, cinquanta missioni, quarantatré collegi, trenta monasteri, venti case di riposo, venti seminari, diciotto ospedali, sedici conventi, tredici oratori, dieci confraternite, sei ospizi, ventimila terreni intestati a duemila e venti religiosi in tutto il mondo esistono immobili di proprietà della Santa sede con extraterritorialità ed esenzioni ed esproprio dei tributi sono relativi a 4.851 diocesi. Cinquanta prelature, undici abbazie territoriali, settantanove vicariati apostolici, quarantacinque prefetture apostoliche, undici esarcati, all’interno dei quali esistono ventiseimila parrocchie, trentamila case generalizie e santuari, 2.300 musei biblioteche, e molte scuole, ospedali, circa diecimila case di cura di riposo e 2.100 di accoglienza pensionati, oltre trecento librerie. Dal 2007 vi era l’esenzione dall’ICI (oggi IMU) per gli immobili commerciali, purché una parte dell’immobile sia adibita al culto. Le scuole paritarie sono esenti. Non esistono dazio o tasse doganali di merci in entrata in Italia dirette verso lo Stato di Città del Vaticano. A Londra i locali di Bulgari, le gioiellierie di alto livello nel New Bond Street, la banca d’affari Altium Capital, tra St James’s Square e Pall Mall appartengono al Vaticano. Il quotidiano inglese The Guardian scrive: “La ricerca in vecchi archivi, tuttavia, rivela più della verità”.  British Grolux Investments avrebbe rilevato la proprietà dell’intero portfolio nel 1999 “da due società, Grolux Estates Ltd e Cheylesmore, le cui azioni erano a sua volta detenute da una società con sede presso l’indirizzo della banca JP Morgan a New York. Il controllo finale è registrato a esercitato da una società svizzera, Profima SA” e che dai Patti Lateranensi del 1929 “Il denaro di Mussolini era drammaticamente importante per le finanze del Vaticano”.

I dipendenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano sono esenti dall’Irpef. Il bilancio del 2010 è stato chiuso con un attivo di 10 milioni di euro (245 milioni di entrate contro 235 di uscite). L’obolo di San Pietro (donazioni libere al papa) ammontava a 67,7 milioni di dollari, devoluti in beneficienza. Nel 2011 il bilancio è stato chiuso con un passivo di 14.890.034 euro, ma l’obolo di San Pietro (fuori bilancio) è aumentato di 2 milioni di euro (69,7 milioni di euro). Il “canone” (contributo delle diocesi di tutto il mondo) è aumentato da 27,3 a 32,1 milioni di dollari. 49 milioni di euro nel 2011 provenienti dallo IOR. 91,3 milioni di euro dai musei vaticani, il complesso museale più grande al mondo visitabile con sedici euro. 1,2 miliardi di euro sono entrati dall’otto per mille nel 2011. Di questi, 235 milioni di euro sono stati impiegati in Italia per opere di carità (20%), il resto è stato utilizzato per pagare gli stipendi del clero e per le esigenze di pastorale e di edilizia del culto.

Stipendi del clero cattolico

Papa. Nessuno stipendio. A disposizione un fondo in euro presso lo I.O.R. (Istituto Opere di Religione – la banca del Vaticano), l’obolo di San Pietro e il fondo di 2,5 milioni di dollari – il Vicarius Christi Fund – della Confraternita dei Cavalieri di Colombo con sede a New Haven, Connecticut (USA) e Roma, presieduta dal Prof. Carl A. Anderson. Inoltre – per il papa emerito Benedetto XVI – i diritti d’autore delle opere letterarie gestite dalla Fondazione Joseph Ratzinger, inaugurata nel 2008, amministrata dagli Ratzinger Shulerkreis (Circolo degli Studenti di Ratzinger) a Monaco di Baviera (Germania) e presieduta dal professore Stephan Otto Horn. L’attuale papa Francesco ha – come religioso gesuita – il voto di povertà.
Cardinali: secondo Claudio Rendina (“La santa casta della Chiesa”, Newton & Compton, Roma, 2009, p. 241) 150.000 euro netti annuali erogati dall’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) per i Cardinali di Curia, più l’assegno cardinalizio (nuovo nome del “rotolo cardinalizio”, la somma derivante dalle rendite del Sacro Collegio Cardinalizio). Altri parlano di cifre ben più modeste: tremila euro netti mensili.
Vescovi: 39.000 euro netti annuali più fondo spese per l’episcopato di competenza.
Preti (italiani): L’ammontare dello stipendio mensile (lordo di imposte, per dodici mensilità) è calcolato sulla base di un certo numero di punti – da 80 a 140 – ciascuno del valore di 11,82 euro. Il numero di punti attribuito a ciascun sacerdote varia a seconda dell’anzianità vocazionale e degli incarichi ricoperti.

Giorgio Nadali


Miracoli e Scienza

[polldaddy poll=7911237]  Miracoli26am  

 

 

 

 

 

 

Miracoli26bm

 

 

 

 

 

 

              GIORGIO NADALI – “MIRACOLI” Anno II, Numeri 7 e 8 – 21 e 28 Febbraio 2014

Il sangue di San Gennaro – Scienza Il sangue di San Gennaro – Fede
L’ipotesi scientifica più accreditata è quella tissotropica. È la capacità di alcuni gel di diventare più fluidi se agitati, fatti vibrare, turbati meccanicamente, per poi risolidificarsi se lasciati a riposo. La liquefazione del sangue è avvenuta anche durante lavori di riparazione del reliquario nel 1965 mentre la struttura veniva agitata. Questo non implica la malafede, ma è un fenomeno fisico. La Chiesa ha sempre vietato di aprire il contenitore sigillato. Una spettroscopia è stata eseguita nel 1902 e nel 1989. Sono state rilevati ematina e emocrogeno, prodotti di degradazione dell’emoglobina del sangue umano. Il fenomeno è stato simulato nel 1991 creando un gel tissotropico composto da gesso, acqua salata e cloruro ferrico.[1] È uno dei miracoli più studiati. Anche il fisico Enrico Fermi mostrò interesse per questo fenomeno. Il sangue di San Gennaro, decapitato nel 305 d.C. è contenuto in un’ampolla di vetro trasparente sigillata dal contenuto di   sessanta millilitri custodita nella cattedrale di Napoli e ogni anno durante la festa liturgica del santo, torna allo stato liquido. Il fatto fu documentato per la prima volta il 17 agosto 1389 a Napoli. Il miracolo non è mai stato riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa cattolica, anche se ogni anno il primo sabato di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre, l’arcivescovo di Napoli celebra personalmente la cerimonia in cui maneggia l’ampolla con il sangue liquefatto davanti all’assemblea dei fedeli. Un rappresentante della Chiesa ha dichiarato che “può non essere un miracolo, ma qualsiasi cosa sia, agisce fuori dalle leggi naturali”.[2]

 

Miracolo eucaristico di Lanciano – Scienza Miracolo eucaristico di Lanciano – Fede
Il Prof. Edoardo Linoli, docente di anatomia e istologia, direttore del laboratorio di analisi cliniche e di anatomia patologica dell’ospedale S. Maria Sopra i Ponti (AR) ha dichiarato nel 1971 che 1) la carne è veramente carne umana del muscolo striato miocardico 2) il sangue è autentico di gruppo AB (lo stesso rinvenuto sulla Sindone di Torino) e appartiene alla stessa persona della carne 3) non vi sono sostanze conservanti. Il docente esclude l’ipotesi di un falso perché “solamente una mano esperta in dissezione anatomica avrebbe potuto ottenere un “taglio” uniforme di un viscere incavato” e “il sangue fosse stato prelevato da un cadavere, si sarebbe rapidamente alterato, per deliquescenza o putrefazione”. È l’unico miracolo che ha suscitato l’interesse del Consiglio superiore dell’Organizzazione mondiale della Sanità, O.M.S./O.N.U che ha fatto eseguire 500 esami in 15 mesi, confermando quelli di Linoli. In un anno imprecisato tra il 730 e il 750 d.C. a Lanciano (Chieti), durante la consacrazione dell’Eucaristia un modo dubbioso, mentre sta celebrando, vede trasformarsi l’ostia in carne umana e il vino in sangue. Ora il tutto è custodito in una teca di cristallo nel Santuario del Miracolo Eucaristico, a Lanciano.

 

La Sacra Sindone – Scienza La Sacra Sindone – Fede
È il più importante enigma scientifico-religioso esistente al mondo. Ben venticinque scienze hanno studiato la Sindone e nessuna sino ad ora è riuscita a stabilire esattamente che cosa abbia prodotto l’immagine sul telo di lino. Gli esperti ritengono che si sia prodotto attraverso un’energia sconosciuta che ha impresso il telo, una radiazione fotoradiante che si è sprigionata dal corpo di Gesù Cristo nel buio del sepolcro al momento delle risurrezione. Il volto non è illuminato né da destra né da sinistra. Il volto stesso è fonte di luce. L’immagine, visibile meglio al negativo fotografico, presenta tutti i segni della Passione di Cristo e scompare se ci si avvicina a meno di tre metri di distanza. Non vi è pigmento. Non è un dipinto e non è una strinatura, né un’immagine prodotta dal contatto con un bassorilievo riscaldato. La scienza della palinologia ha scoperto la presenza di pollini della terra santa e di tutti i luoghi dove è stata portata. La numismatica ha verificato che vicino all’occhio destro è stato trovato un lituus, una moneta romana del tempo dell’imperatore Tiberio Cesare, che regnava al tempo in cui fu crocefisso Gesù… Dal 2000 è conservata al buio, sotto gas inerti, nel duomo di Torino. L’informatica ha prodotto un modello tridimensionale del corpo, basandosi sull’immagine. La storia antica ha scoperto che il corpo presenta tutti i segni di una tipica flagellazione romana e la singolarità della coronazione di un casco (non una corona) di spine, che i romani non usavano solitamente. I biblisti concordano sui fatti della Passione di Cristo, testimoniati dall’immagine della Sindone, come il colpo all’emitorace destro prodotto da una lancia e dal quale uscì sangue e acqua. L’anatomia ha confermato questa ipotesi basandosi sul siero accumulatosi in fase di agonia. E questo confermerebbe anche la profezia «non gli sarà spezzato alcun osso» (Esodo 12,46), cosa che i romani erano soliti fare per l’accertamento di morte. Troppi indizi coincidono. Sulla Sindone c’è sangue umano maschile di gruppo AB e aragonite, minerale presente nelle grotte di Gerusalemme. Addirittura la matematica si è interessata al lenzuolo sacro. Col suo freddo calcolo delle probabilità, mettendo insieme gli indizi raccolti dalle venticinque scienze che hanno studiato la reliquia più venerata al mondo, ha stabilito che c’è una possibilità su duecento miliardi che l’uomo della sindone non sia Gesù Cristo. Nel 2000 Joseph Marino e Marie Sue Benford hanno formulato l’ipotesi che il test della datazione medievale risultata dall’esame del 1978 al radiocarbonio C14 fosse errato perché erano presenti rammendi di epoca più recente nella zona del prelievo per il test svolto in quattro laboratori (due in Arizona, uno a Zurigo, uno a Oxford). La loro tesi è stata validata da Raymond Rogers, lo scienziato che per primo analizzò la Sindone nel 1978 e pubblicò i risultati della datazione dal 1260 al 1370 d.C. al radiocarbonio, sulla rivista scientifica «Thermochimica Acta». Pochi mesi prima della sua morte Rogers scrisse un articolo dove descriveva le ultime scoperte. La conclusione fu che la datazione al radiocarbonio del 1978 era esatta, ma i campioni usati per il test non erano parte originale della Sindone e irrilevanti per stabilirne la reale datazione. La Chiesa cattolica non ha più permesso altre indagini al radiocarbonio C14, dopo il 1978 perché questo test prevede la bruciatura dei campioni usati. Al primo posto tra le reliquie più importanti del cattolicesimo è la Sacra Sindone di Torino. L’ostensione al pubblico della reliquia attira mediamente due milioni di visitatori a Torino. L’ultima è avvenuta nel 2010. La Sindone parla al cuore della fede cristiana perché presenta tutte le tracce della Passione di Cristo. Vi sono 120 segni del flagrum romano usato per la flagellazione. La calotta cranica presenta i segni della corona di spine. Gli artisti dipingevano una coroncina. Qui ci sono invece i segni di un casco che copre tutta la testa. Un’usanza del tutto assente nelle pratica della crocifissione. Lo stesso vale per le mani. I chiodi appaioni infissi nei polsi, non nei palmi come l’arte presenta. I pollici non si vedono a causa della perforazione del nervo mediano che li ha fatti ritrarre. Questo è più in linea con l’usanza romana di rendere stabile un corpo sulla croce. Ma l’aspetto più sorprendente è la maestosità dell’immagine, quella che ha dato origine a tutte le rappresentazioni artistiche del volto di Cristo. Anche i tratti somatici sono in linea con la stirpe ebraica. Un volto che sembra dormire. Un corpo martoriato che esprime però una serenità paradisiaca. Al negativo fotografico l’immagine esplode nella sua misticità. Per i credenti è il segno che la morte non ha più l’ultima parola. Un corpo che ha emanato luce al momento della risurrezione, che Gesù ha promesso a tutti (Giovanni 6,54). Già San Girolamo (IV sec.) diceva: «Il sepolcro vuoto è la culla del Cristianesimo». In un passo dello Pseudo Cipriano – uno dei Padri della Chiesa e vescovo di Cartagine (III sec.) Gesù dice: «Voi mi vedrete così come si può vedere uno nell’acqua o in uno specchio». Infatti il corpo è visibile meglio al negativo fotografico. All’esame del VP8-Analyzer della NASA il corpo presenta una risoluzione in tre dimensioni. Cosa che non accade con le normali immagini fotografiche. La Sindone è custodita a Torino dal 1578. Nel 1983 Umberto II di Savoia la donò al Vaticano indicandone la custodia all’arcivescovo di Torino.
Gesù cammina sull’acqua – Scienza Gesù cammina sull’acqua – Fede
Il Vangelo di Marco racconta di Gesù che attraversa camminando sull’acqua la sponda occidentale del lago di Tiberiade o Mare di Galilea (Kinneret). Il più grande (166 Km quadrati) di Israele con una circonferenza di cinquantatré chilometri e il più grande del mondo d’acqua dolce sotto il livello del mare (meno 213 metri). Marco 6,48: «Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, già verso l’ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli». Il lago di Galilea (HaGalil) è profondo quarantatré metri e non ha punti di secca. Andrè Kole – illusionista – ha camminato sulle acque del lago Saguaro in Arizona (USA); ma per fare questo sono state necessarie ore di preparazione e una strumentazione tecnologica avanzata. In realtà Kole, che è un credente convertito, usa l’illusionismo per smascherare gli imbroglioni e dimostrare che alcune cose si possono compiere o per dono di Dio oppure grazie alle illusioni create dalla tecnologia moderna. Lo storico Morton Smith scrisse nel 1978 Jesus the Magician: Charlatan or Son of God? (Gesù il Mago: Ciarlatano o Figlio di Dio?) riprendendo un’antica idea del filosofo anticristiano Celso (200 d.C.) «Sulla vera dottrina». Il trucco illusionistico di camminare sull’acqua è stato presentato recentemente anche sul Tamigi a Londra dall’illusionista Dynamo (Steven Frayne), in pieno giorno. Difficilmente però Gesù può aver usato la seguente tecnica. Il polimetilmetacrilato, meglio noto come plexiglas. Non esisteva a quel tempo. È stato inventato nel 1928 (d.C.). Una lastra di plexiglas è stata posta la notte prima in un’area delimitata del fiume, dopo aver chiesto il permesso alle autorità locali. Dynamo passa in zone delimitate dal plexiglas e le canoe gli passano accanto, dando l’illusione che non vi sia nulla sott’acqua. Infine un telecomando fa abbassare un’area della passerella di plexiglas per far transitare il traghetto. La preparazione ha richiesto sette ore notturne di lavoro sul Tamigi e un costo di circa ottomila sterline. Sembrerebbe però che tutto ciò abbia ben poco a che fare con la camminata di Cristo alle prime luci dell’alba nel centro del lago di Galilea (chiamato “mare”). È uno dei trentaré miracoli di Cristo narrati nei Vangeli. L’episodio è chiaro. Gesù chiede una fede che vada oltre l’evidenza. (Logicamente l’evidenza non ha bisogno della fede). Pietro chiede a Cristo di avvicinarsi a lui camminando anch’esso sull’acqua. In realtà non si fida di fronte ad un fatto inconcepibile per la mente umana. Inizia a caminare e appena dubita si spaventa e sprofonda, chiedendo di essere salvato da Gesù, il quale stende la mano e lo tira fuori dall’acqua. Nota è la frase di Cristo: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?» (Matteo 14,31) Notare che Pietro era probabilmente un bravo nuotatore essendo un pescatore professionista del Lago (“Mare”) di Galilea, ma si spaventa (Matteo 14,30). Questo brano è proprio tra i più significativi di cosa sia la fede. Fidarsi di Dio al di là di ogni comprensibile evidenza. Molti non osano nemmeno pregare in grande perché non osano credere che Dio possa operare personalmente in grande nella loro vita. Non chiedono, quindi non ottengono. Oppure al momento di fidarsi iniziano a dubitare. «È impossibile!» E immancabilmente sprofondano nei loro dubbi, molto più profondi dei quarantatré metri del lago di Tiberiade.

 

La risurrezione di Gesù Cristo – Scienza La risurrezione di Gesù Cristo – Fede
Un medico, Thomas A. Miller, ha analizzato la risurrezione di Cristo da un punto di vista scientifico nel suo saggio intitolato Did really Jesus rise from the dead? A surgeon-scientist examines the evidence. (Gesù è veramente risorto dai morti? Un chirurgo-scienziato esamina l’evidenza). Miller osserva prima di entrare nel merito della questione che Isaac Newton, Giovanni Keplero, Robert Boyle e Michael Faraday erano grandi scienziati, ma credevano tutti nella risurrezione di Cristo. Questo atteggiamento dei tempi antichi è in contrasto con la visione moderna. Molti scienziati moderni sono convinti nell’abilità della scienza di rispondere a domande che, se non possono essere validate usando un metodo scientifico, sono viste come inconoscibili o inesistenti. È la tesi di Richard Dawkins. Qualsiasi ipotesi che non può essere verificata con metodo scientifico è da scartare. Sembra quindi che la scienza non possa dire niente su una risurrezione. L’unico reperto scientificamente analizzabile e attinente a una presunta risurrezione è la Sindone di Torino. Uno studio molto importante è stato condotto sulla Sindone nel 1996 da un chirurgo uroginecologo statunitense cattolico, August Accetta – fondatore dello Shroud Center of Southern California – il quale ha realizzato un esperimento su se stesso iniettandosi una soluzione di fosfato di metilene contenente tecnezio-99m – un isotopo radioattivo usato in medicina nucleare – che decade rapidamente. Ogni atomo di tecnezio emette un unico raggio gamma che può essere registrato da un’apposita apparecchiatura di rilevamento. L’obiettivo era di realizzare un’immagine provocata da una radiazione emessa da un corpo umano eventualmente risorto. Secondo il dott. Accetta, infatti, l’immagine sulla Sindone potrebbe essere stata causata dall’energia sprigionatasi all’interno del corpo di Cristo al momento della resurrezione. Le immagini ottenute sono molto simili a quelle che si osservano sulla Sindone e davvero questo esperimento arriva fin sulla soglia del mistero di quell’impronta che richiama il mistero centrale della fede. Accetta riferisce che solo un evento miracoloso può spiegare pienamente la complessità dell’immagine. Il medico pensa che quando il corpo di Gesù sia diventato di luce, il lenzuolo della Sindone che lo copriva ha iniziato a passare attraverso il corpo perdendo la sua gravità. Accetta teorizza che mentre il lenzuolo funerario cadeva, esso assunse la corrispondente energia e le informazioni tridimensionali presenti sull’immagine, impossibili da riprodurre. A Roma nel 2008 dei ricercatori italiani hanno ‘ricreato’ la Sacra Sindone: irradiando tessuti di lino con un brevissimo e potentissimo lampo di luce prodotto da laser a eccimeri del Centro Enea di Frascati, sono riusciti a imprimere immagini con le stesse caratteristiche della figura della Sacra Sindone, in cui la colorazione riguarda solo le fibrille più superficiali, senza passaggio di colore sul rovescio della tela. I risultati dei loro esperimenti sono pubblicati sulla rivista «Applied Optics» e secondo Giuseppe Baldacchini, coordinatore della ricerca, avvalorano l’ipotesi che da sempre la Chiesa sostiene, e cioè che l’immagine di Cristo sia stata originata da un potente lampo di luce attribuito alla resurrezione. L’ipotesi è quindi che una fortissima luce si sprigionò da quel corpo all’interno di una grotta-sepolcro buia. Osservando l’immagine si nota che il volto non è illuminato né da destra né da sinistra. È esso stesso fonte di luce. Non corrisponde ad alcun stile pittorico, anzi, è stato modello di immagini sacre sin dai primi secoli. Sull’immagine non c’è pigmento. Non è un dipinto, non è prodotto dal contatto con un bassorilievo riscaldato. Se si osserva da meno di tre metri di distanza, l’immagine scompare. La stessa si vede meglio al negativo fotografico. Vi sono presenti pollini della Terra Santa e tracce di aragonite, visibili solo al microscopio. È polvere presente in Terra Santa. Trasferita sui ginocchi di Gesù in seguito alle tre cadute. Si trovano sul telo tracce di aloe e di mirra oltre che di aragonite (una composizione di carbonato di calcio, ferro e stronzio), una terra presente a Gerusalemme e, in particolare, in una tomba studiata dal Levy-Setti, ricercatore di Chicago che, confrontando con l’aragonite della Sindone, ha concluso che le due terre sono esattamente uguali. È il centro della religione più diffusa al mondo, tanto da far scrivere a San Paolo: «Se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati» (1 Corinzi 15,17). Non solo, a la promessa della risurrezione personale del proprio corpo è stata fatta personalmente da Cristo ai suoi fedeli: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Giovanni 6,54). Il cristiano crede che riavrà esattamente il suo corpo trasfigurato e adatto per una realtà ultraterrena. Un corpo che non dorme, mangia, soffre ed è limitato dalle leggi terrene. Un corpo maschile o femminile nel quale lui o lei riconoscerà come il proprio che ha avuto sulla Terra, prima della morte. Due miliardi e cento milioni di cristiani, almeno sulla carta, credono in questo. Ora (secondo lo scorrere del tempo terreno) in Paradiso solo Cristo e sua Madre hanno anche il proprio corpo ultraterreno.
Miracolo eucaristico di Bolsena – ScienzaLe ostie sanguinanti sono frequenti: Parigi, estate 1290, Bruxelles giugno 1369 e luglio 1379, Wilsnack, Germania, agosto 1383, Sternberg, Germania, luglio 1492, Berlino, estate 1510… Secondo Luigi Garlaschelli c’è una spiegazione scientifica a tutto questo. L’estate, fattore comune, e la cosiddetta “prodigiosina”, il batterio normalmente chiamato Serratia Marcescens. Non è una coincidenza che i miracoli microbiologici si siano verificati d’estate e in scarse condizioni igieniche. «A chi ha accesso a un laboratorio di microbiologia non è difficile riprodurre il miracolo di Bolsena». La Serratia Marcescens, anche se è talvolta causa d’infezioni, (più frequenti, paradossalmente, in ambienti ospedalieri) non è particolarmente pericolosa da maneggiare; si prepara una fettina rotonda di pane e la si pone in una capsula di Petri; vi si aggiungono alcune gocce di una coltura di Serratia, e dopo averla leggermente inumidita con acqua sterile, la si tiene in incubazione a circa 30° per un paio di giorni. Si producono macchie di un intenso colore rosso, spesso di aspetto mucillaginoso, molto simile al sangue. Se si lasciano seccare le fettine di pane, il pigmento resta stabile per lunghissimo tempo. Per evitare contaminazioni da microorganismi estranei, sarebbe opportuno operare secondo le tecniche microbiologiche atte a garantire la sterilità delle operazioni, ma di solito, anche senza utilizzare le apparecchiature prescritte (un’autoclave, una cappa a flusso laminare, ecc.), gli inquinamenti sono assai rari.[3] Miracolo eucaristico di Bolsena – FedeÈ l’estate del 1263 un prete boemo – Pietro da Praga – dubita della transustanziazione, cioè della trasformazione del pane e del vino consacrati sull’altare in corpo e sangue di Cristo. Si reca a Roma per meditare sui suoi dubbi di fede e sulla via del ritorno si ferma a Bolsena (VT). Là celebra messa e nel momento della consacrazione l’ostia inizia a sanguinare. Avvolge l’ostia in un panno e torna in sacrestia. Alcune gocce di sangue cadono a terra. Pietro corre da Papa Urbano IV che in quel momento si trovava a Orvieto. Il papa fa edificare una cappella nel duomo di Orvieto nel 1290. Seguiranno le cappelle costruite nel 1364 e 1504. Papa Urbano IV volle ricordare il miracolo istituendo la festa del Corpus Domini (Corpo del Signore) da celebrare il primo giovedì’ dopo l’ottava di Pentecoste. Nel duomo di Orvieto sono custoditi l’ostia, il corporale e i purificatoi. Le lastre del pavimento macchiate di sangue si trovano in una cappella dal 1704.

    Giorgio Nadali www.giorgionadali.it   [1]L. GARLASCHELLI et al. “Nature”, (10.10.1991) 507, Scientist say miracle no mystery, “Chicago Tribune”, 10.10.1991, Shakeup over sacred blood, “Science News”, 12.10.1991, p. 229 [2] Citato da J. NICKELL, Looking for a Miracle, Prometheus Books, Amherst, New York,1998, p. 77 [3] L. GARLASCHELLI, Miracoli microbiologici in «Scienza e paranormale», N. 11, Anno IV, Estate 1996, p. 18


Gesù e la politica

[polldaddy poll=6870029]

di Giorgio Nadali

www.giorgionadali.it

Gesù e la politica - Giorgio Nadali

Ci hanno provato in molti. Hanno cercato di trovare un sostegno alla loro visione politica negli atteggiamenti di Gesù Cristo. La tentazione di trovare un alleato in Gesù e conquistare un notevole numero di voti dall’elettorato cristiano è sempre stato un obiettivo di diversi schieramenti ideologici.
I pastori impegnati in politica. Dal prete “no global” Don Vitaliano della Sala, noto alle cronache per il boicottaggio alla guerra nella ex Jugoslavia e la partecipazione alle manifestazioni dei No Global, compreso il G8 di Genova, sospeso per “comportamenti gravemente e pubblicamente offensivi della comunione della Chiesa. Padre Zanotelli, ex direttore di “Nigrizia”, oggi personaggio simbolo dei no global di tutto il mondo. Padre Eugenio Melandri di “Missione Oggi”, che entrò in politica e fu eletto deputato al parlamento europeo nelle liste del Partito della rifondazione comunista. A Don Gianni Baget Bozzo, al quale addirittura una rivelazione privata di Gesù, rivelò diversi anni fa di diffidare delle coalizioni di sinistra.
I teologi. Primo tra tutti Leonardo Boff, il teologo brasiliano francescano, autore della “teologia della liberazione”. Sulla giustizia sociale, «dimensione costitutiva della predicazione del vangelo» (Sinodo dei vescovi 1971 n. 6) (37-46).

Luogo proprio della lotta per la giustizia è il campo politico. La politica, «modo esigente, benché non unico, di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri» (Octogesima adveniens n. 46), ha il compito di «precisare i valori fondamentali di tutta la comunità, la sua concordia interna e la sua sicurezza esterna, conciliando l’uguaglianza con la libertà, l’autorità pubblica con la legittima autonomia… Definisce pure i mezzi e l’etica delle relazioni sociali. In questo senso ampio, la politica interessa la chiesa e pertanto i suoi pastori, ministri dell’unità» (Puebla n. 51). Sotto questo aspetto la chiesa deve entrare nella politica: «la chiesa critica coloro che tendono a ridurre lo spazio della fede alla vita personale e familiare, escludendo l’ordine professionale, economico, sociale e politico; come se il peccato, l’amore, l’orazione e il perdono non avessero importanza in tali settori» (Puebla n. 515). In questo campo la neutralità di fatto non si dà: «c’è una strumentalizzazione della chiesa che può provenire dai suoi stessi cristiani, sacerdoti e religiosi, quando annunciano un vangelo senza connessioni economiche, sociali, culturali e politiche. In pratica, tale mutilazione equivale a una certa collusione, benché inconsapevole, con l’ordine costituito» (Puebla n. 558) (46-48). La politica invece quale «attività destinata all’amministrazione o alla trasformazione della società mediante la conquista e l’esercizio del potere statale» è estranea alla competenza della chiesa, ed è atto proprio del laico (49). Di qui le specifiche competenze all’interno dei ministeri della chiesa (51-53). La militanza in determinati partiti è di personale responsabilità dei laici, ma nella specifica situazione dell’America latina la fede guida e giudica la militanza partitica su due punti: a) opzione fondamentale per i poveri, già fatta propria dalla pastorale delle chiese locali; b) opzione della liberazione integrale mirante alla trasformazione dell’attuale situazione in un’altra più fraterna e più giusta (53-54).

Ma Gesù, in forza del suo ministero e del suo messaggio, ha sempre evitato lo scontro politico, in particolare il messianismo politico, condiviso dalla maggioranza dei giudei del suo tempo. Costituiva un visione materialistica delle profezie dell’antico testamento e del messia. L’avvento di una teocrazia da una parte, e di un potente e misterioso rivoluzionario. Gesù rifiuta di stabilire relazioni su un piano politico e temporale e per questa ragione, per essere aperto a tutti gli uomini, fa saltare tutte le categorie ideologiche in cui avrebbero voluto (e ancora molti vogliono) imprigionarlo. Non accetta il nazionalismo degli zeloti, ma accoglie uno dei loro tra i dodici. Quello che poi, anche a causa della delusione per la sua apoliticità, lo tradirà. Respinge la visione teocratica dei farisei, ma rimane aperto ad un profondo dialogo con Nicodemo. Rifiuta di condannare l’invasione coloniale di Cesare e invita anzi a dargli il dovuto. Gesù non giustifica l’occupazione romana, ma vuole portare ad un atteggiamento positivo verso il potere politico. Non semplice sottomissione come per i sadducei e gli erodiani, ma neanche lotta violenta, come per gli zeloti e molti farisei. Chiede di rinunciare al disprezzo per Cesare e di riconoscere il suo potere affermando quindi la necessità di strutture politiche dell’esistenza terrena, da accettare e da cambiare in modo nonviolento. Sottolinea l’umiltà dei collaborazionisti pentiti, i pubblicani. Grida “Guai a voi ricchi!”, ma non esalta né il pauperismo, né la lotta di classe. Ricorda che anche i ricchi potranno salvarsi. La ricchezza, e dunque la proprietà privata, non sono stigmatizzate. Gesù ricorda che semplicemente possono diventare un ostacolo alla salvezza, nel caso divengano degli idoli.

Vediamo ora brevemente come non si possa giustificare un orientamento politico partendo da Gesù e tanto meno tirare la sua tunica da una parte.

Chi vorrebbe “portare” Gesù a sinistra

rivendica i valori dell’attenzione ai più deboli, alla solidarietà, alla giustizia sociale, dell’economia equa e solidale… In realtà la visione originaria del marxismo nega i valori religiosi. Marx ha elaborato la sua nota teoria della religione come “oppio dei popoli”.  Secondo questa teoria la religione è il prodotto di un’umanità alienata e sofferente per causa delle ingiustizie sociali, quindi se la religione è il frutto malato di una società malata, l’unico modo per sradicarla è quello di distruggere le strutture sociali che la producono, cioè abbattere la società di classe. Un’idea originaria, ma anacronistica? Proseguiamo nella storia. A giudizio di Gramsci (uno dei padri della sinistra in Italia) il comunismo era “La religione che doveva ammazzare il cristianesimo. Religione nel senso che anch’esso è una fede, che ha i suoi martiri e i suoi pratici; religione perché ha sostituito nelle coscienze al Dio trascendentale dei cattolici la fiducia nell’uomo e nelle sue energie migliori come unica realtà spirituale”. Per Togliatti Mentre con i veri cattolici il comunismo può coesistere solamente nella lotta, la sua consistenza con le religioni che accettano il relativismo dialettico può essere senz’altro pacifica. Gesù disse: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”. (Mt 5,37) Non esiste relativismo per un cristiano. «Io sono la via, la verità e la vita”. (Gv 14,6) Il relativismo è la negazione della verità. Nel cattolicesimo la difesa degli ultimi e la giustizia internazionale non provengono dalla lotta (materialista) di classe, ma dall’applicazione pratica dei valori spirituali della magna carta della morale evangelica: le otto beatitudini. Il materialismo dialettico del comunismo esclude l’orizzonte spirituale e, senza Dio, diventa utopia ideologica.

Il marxismo. Un’ideologia che ha fatto 100 milioni di morti. Quanti studenti conoscono l’holodomon? Lo sterminio di 7 milioni di ucraini da parte di Stalin? Quanti conoscono l’alleanza segreta tra Stalin e Hitler? Quanti sanno cos’era un Gulag? (Dove Lag sta per Lagerej – Lager). Quanti sanno che nazismo (nazional socialismo) e socialismo internazionale marxista sono entrambe ideologie che non accettano l’uomo? Il nazismo è basato su una falsa biologia. Una “razza” (quella ariana) contro le altre. Ideologia basata sulla superbia. Motto dei campi di concentramento: Arbeit macht mann frei – Il lavoro rende liberi. Il marxismo è basato su una falsa sociologia. Una classe sociale – i proletari – contro tutti gli altri, specialmente i borghesi. Il merito personale e la ricchezza individuale sono ciminalizzate. Un ricco è certamente un criminale. Ideologia basata sull’invidia. Motto dei campi di lavoro in Siberia: Il lavoro nobilita. Cosa c’è e cosa c’era sullo stemma di chi si rifà o si rifaceva storicamente a questa ideologia? Falce e martello. Strumenti del lavoro manuale.   

Chi vorrebbe “portare” Gesù a destra

può rivendicare la storica alleanza tra Mussolini e la Chiesa Cattolica, culminato nei Patti Lateranensi del 1929 col Concordato. Ma anche il rispetto dei valori della famiglia, contro il divorzio, e della vita, contro l’aborto e i valori specificatamente di fede. Ma va anche ricordato che, come il materialismo dialettico di Marx è ideologia antireligiosa, così anche il liberalismo economico sfrenato rimane per il cristiano una forma di paganesimo, perché Gesù disse: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni» (Lc 12,15). Non è il capitalismo in quanto tale che è in discussione. Il libero mercato è certamente più in linea con la dignità della persona umana, rispetto al marxismo, che nega la libera iniziativa economica e penalizza fortemente le qualità individuali, appiattendo tutti con l’idea di un’utopica uguaglianza sociale (non di parità della dignità umana). E’ invece da condannare la separazione tra eticità ed economia. Quando al centro dell’attività economica non c’è più l’uomo e i suoi diritti, ma solo il profitto. Quando al centro della politica non c’è la dignità umana e la sua promozione, ma il potere. Potere che per un cristiano deve sempre divenire servizio agli altri.

Giorgio Nadali

 www.giorgionadali.it


I “Gesù Cristi” ciarlatani

di Giorgio Nadali

Articolo_Nadali_falsi_CristiGesù Cristo — quello vero – lo aveva predetto: “Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti”. (Matteo 24,24)

Il più noto falso Cristo, seguito da 100.000 fedeli è oggi José Luis de Jesús Miranda, nato nel 1946 a Porto Rico. E’ il fondatore e capo della Creciendo en Gracia, un movimento che insegna la “dottrina della grazia” con base a Miami, Florida (USA). Miranda sostiene di essere Gesù Cristo tornato sulla Terra e al tempo stesso di essere l’Anticristo, mostrando un tatuaggio con “666” sul braccio. http://www.jesucristohombre.com/ http://www.creciendoengracia.com/ E in italiano: http://crescendoingrazia.wordpress.com/

Un altro noto falso Gesù Cristo è Hamsah Manarah. Il guru nacque da una famiglia cattolica francese. Oggi sostiene di essere il “Messia Cosmoplanetario”. L’Aumismo da lui fondato è la setta più sincretista esistente. Il sincretismo è l’unione di più tradizioni religiose.

Nel 1936 Gesù Cristo appare al sedicenne Sun Myung Moon e gli chiede di portare avanti la missione che duemila anni fa non riuscì a completare. Moon viene considerato oggi il nuovo Messia (oggi miliardario) da due milioni di persone nel mondo in 120 paesi. Lui e sua moglie sono considerati i veri genitori dell’Umanità. Nel Divine Principle, testo base della Chiesa Unificazionista troviamo alcune credenze sorprendenti: Due cadute dell’Umanità. Due redenzioni necessarie. Eva, nel Paradiso Terrestre, ebbe rapporti sessuali con Lucifero. Ecco spiegata la causa della caduta spirituale dell’uomo. I suoi rapporti intimi, questa volta col legittimo, ma immaturo consorte Adamo, causarono la caduta fisica dell’uomo. Moon — nato nel 1920 – è il terzo Adamo (dopo il Primo Uomo e Gesù Cristo), chiamato a redimere fisicamente l’umanità, dopo la redenzione, solo spirituale, portata da Cristo.

Moon sostiene che la vera missione di Gesù era quella di restaurare la famiglia originale, quella che Adamo ed Eva avrebbero dovuto realizzare prima della caduta; essendo Gesù morto prima di aver contratto matrimonio, si è reso necessario un secondo avvento del Messia. Il matrimonio di Moon e della moglie è stato dunque indicato come prima vera famiglia originale, quindi in qualche modo genitore autentico di tutta l’umanità. Tra le attività certamente più note del Reverendo Moon ci sono i matrimoni di massa organizzati negli stadi, chiamati benedizioni. Intanto iniziano le prime accuse da parte dei familiari di persone che hanno aderito alla setta, riguardo a lavaggio del cervello e altre costrizioni per far rimanere gli adepti nella setta. Nel 2001 il vescovo cattolico Emmanuel Milingo ha sposato un’adepta ed è passato alla setta di Sung Myung Moon.

“Quando la gente non crede più in Dio non è che non creda più a nulla, crede a tutto.” (Gilbert Keith Chesterton)

Giorgio Nadali

www.giorgionadali.it