Quel tram chiamato desiderio

di Giorgio Nadali

Intervista di Giorgio Nadali pubblicata per PLAYBOY Italia, Novembre 2015

Dove va il desiderio maschile e quali sono le difficoltà che incontra? Quali sono i segreti dell’attrazione e della seduzione? Ne parliamo con il sessuologo e psichiatra Marco Rossi, della fortunata trasmissione “Loveline” di MTV.

È nella natura del desiderio di non poter essere soddisfatto, e la maggior parte degli uomini vive solo per soddisfarlo, scriveva Aristotele. Ma una vita serena passa per il soddisfacimento di un sano desiderio sessuale. “Provo un intenso desiderio di tornare nell’utero… di chiunque”. Se per Woody Allen è così, a noi basta invece fare centro in maniera un po’ più mirata, ma senza disperdere inutili energie. Ma come? Quali sono i segreti dell’attrazione? Non ci basta desiderare. Vogliamo essere desiderati! Gli esperti dicono che gli uomini hanno una libido maggiore delle donne, mentre il desiderio di signorine e signore è più “fluido”.
Secondo il sociologo americano Edward Laumann, “Il desiderio femminile è molto sensibile all’ambiente e al contesto della relazione”. Le fantasie sessuali femminili, a differenza di quelle maschili, esaltano il tatto, i sentimenti del partner, la risposte fisiche ed emotive a ciò che sta accadendo, l’umore e l’ambiente dell’incontro. È ciò che emerge da una ricerca delle psicologo dell’evoluzione Donald Symons, ma molti lettori se ne erano già accorti.
La concorrenza è spietata. Le donne fanno paragoni! Sono più inclini a fantasticare su un uomo col quale sono state in intimità e a concentrarsi sui dettagli personali del partner, compreso il fatto che lui è stato in grado di eccitarle emotivamente e sessualmente. Le fantasie femminili si sviluppano più lentamente, con più tempo dedicato ad immaginare carezze e a toccamenti non genitali, piuttosto che ad atti sessuali veri e propri. Quelle maschili – secondo diversi studi – sono più impersonali e visivamente sessuali con un’attenzione su immagini sessuali e atti espliciti. Noi maschi immaginano una varietà di partner sessuali… comprese tutte quelle “prede” desiderate, ma che ci sono sfuggite. Ecco dunque come fare perché questo non accada più. Che non ci sfuggano più – intendiamoci, non sulla varietà 😉

Dottor Rossi, quali sono i segreti della seduzione e gli errori più comuni che si fanno?
Il segreto maggiore della seduzione è l’autostima. Le donne sono particolarmente attirate da una sensazione di forza e di decisione che l’uomo è in grado di dare loro, contrariamente a come succede agli uomini, da un fattore estetico. Gli uomini sono attratti dall’aspetto estetico, mentre le donne da questa idea di forza e di decisione che l’uomo dà loro. Questa c’è solo se c’è una forte componente di autostima. L’errore che più facilmente viene commesso è quello dell’insistenza. Cioè insistere con una donna dà l’idea di avere bisogno di lei e questo non va bene per il gioco seduttivo, perché una donna deve comunque avere la sensazione che è lei in grado di attirare l’attenzione e non che l’uomo ha bisogno di lei perché ha un qualche tipo di esigenza. Invece deve avere la sensazione di no avere alcun tipo di esigenza, ma cerca proprio lei.
Quindi non bisogna corteggiare troppo?
Non bisogna essere troppo insistenti. Ad esempio spesso succede con i messaggi del tipo “buon giorno”, “buon pranzo”, “buon appetito”, “buona notte”… No! Assolutamente no! Essere troppo addosso dà l’idea di debolezza, di poca decisione e di poca autostima.
Cosa serve per fare sentire desiderata una donna?
Bisogna farla sentire importante per sé, ma non con insistenza. Facendo qualcosa di particolare, interessante, diverso, sconvolgente. Farla sentire importante, ma non perché senza di lei non possiamo vivere.

Parliamo delle tendenze del desiderio oggi. Esiste insoddisfazione? Dove si vanno a cercare stimoli e perché?
Quello che io noto rispetto all’insoddisfazione oggi è che siamo molto bersagliati da messaggi riguardanti la sessualità e c’è molta facilità di avere incontri sessuali e questo satura un po’ le capacità di eccitazione delle persone. Ci si illude che per potere sollecitare di più bisogna fare cose “strane”, le cosiddette trasgressioni. Bisogna invece tornare al sesso non finalizzato al puro piacere, cioè al piacere orgasmico, ma al sesso come divertimento. Quindi più piacere e meno orgasmo. Non dobbiamo credere che solo le trasgressioni ci fanno provare piacere. Quelle servono per arrivare ad un orgasmo più veloce. Bisogna invece avere un’idea di un sesso improntato ad un piacere più prolungato.
Perché spopolano i siti per incontri di persone sposate?
Perché dobbiamo tenere presente che viviamo in una società dove l’80 per cento delle persone o ha tradito o tradisce. Il tradimento è ormai all’ordine del giorno e questo trova in Internet un mezzo molto semplice per arrivare velocemente al risultato. Questi siti servono proprio per accelerare i tempi. Quindi un luogo virtuale con le stesse regole dei luoghi reali, dove le persone già cercano la stesse cose…

Come mai questo trend di tradimenti all’80%?
Perché ci si abitua molto facilmente a quello che si ha e quindi si vuole sempre qualcosa di più e ovviamente l’occasione fa l’uomo ladro e…

Secondo Lei una sana e attiva vita sessuale è essenziale per una salute psichica e psicologica?
Assolutamente sì! Chi non vive una vita sessuale appagante è una persona che va facilmente incontro a situazioni di ansia, spesso è più soggetto a forme depressive e comunque subisce molto più facilmente le conseguenze dello stress…

Quindi il detto “Tu non… fai abbastanza all’amore” (lo metto in maniera elegante) è vero!
Sì, è assolutamente vero! A patto però che sia appagante. Non è importante il numero di rapporti sessuali né con chi. L’importante è di sentirsi appagati.

Quindi esiste una frustrazione sessuale?
Questo è sempre stato così. Chi è solo, chi non riesce a trovare, chi ha poca capacità seduttiva vive in una condizione di frustrazione. Ecco però che imparare ad utilizzare in maniera i nuovi mezzi può essere di aiuto alle persone che sono meno dotate di arte seduttiva.
Quali mezzi?
Internet e i siti di incontri. Per chi è molto timido la virtualità rende più capaci di creare un contatto.

Cosa favorisce e fa calare il desiderio maschile e quello femminile?
Il desiderio maschile è favorito da tutto ciò che stimola le fantasie erotiche, che generano desiderio. Viene sfavorito invece dall’abitudine, dalle routine. Quello femminile è favorito da fantasie non erotiche, ma di situazioni. È sfavorito quando una donna si sente usata e non la regina dell’uomo che desidera.

Come favorire l’attrazione femminile e quanto in questa incide l’aspetto fisico di un uomo?
L’aspetto estetico di un uomo incide tra il 30 e il 40 per cento. Non intendo l’uomo esageratamente curato, depilato, abbellito, palestrato… L’uomo deve dare l’idea di forza. Essere virile e rozzo. Rozzo non vuol dire che puzza! Un uomo curato, ma non un uomo effeminato.

Perché George Clooney piace sempre a 50 anni?
Perché ha un fascino. In parte dall’aspetto estetico, ma dall’immaginario di forza e potere del suo mondo, che suscita. Però per chi non ha grandi caratteristiche estetiche, le donne vanno oltre l’aspetto estetico, se riesce a dare l’idea di forza e decisione.

Quindi è giusto vantarsi un po’e mettersi in mostra con una donna!
Sì, fanno bene. È chiaro che non bisogna esagerare. Non conquisti una donna solo se hai una Ferrari.

Allora anche chi ha la pancia ed è pelato può attirare…
Assolutamente sì, ma l’importante è che sia uomo. Tra un addominale scolpito in un uomo un po’ esagerato nella cura del corpo la donna preferisce quello che ha la tartaruga al contrario. La donna preferisce quello che la fa star bene e le fa vivere un bella situazione.

Quali sono secondo Lei gli errori più comuni che oggi si compiono nel corteggiamento?
L’esagerazione e il pensare solamente all’aspetto estetico. Meglio un uomo che sa parlare di arte.

Cosa vogliono le donne in una relazione?
Vogliono star bene. Una persona che le faccia sentire protette.

Ma vogliono tutte il Principe Azzurro?
Sì perché in fondo le donne fin da bambine lo sognano. Ci possono essere oggi donne che la loro relazione l’hanno vissuta e magari è andata male e che pensano un po’ con mentalità maschile al proprio piacere e che stanno bene anche da single.

Essere virile. Cosa significa?
Il macho lavora sul muscolo. Il virile lavora sulla forza. Il macho è apparenza. Anche il magrolino può essere virile nei modi.

Allora tutto è personalità!
Bravo, è l’idea che deve dare ad una donna di una forte personalità.

A cosa è dovuto il fenomeno del femminicidio?

Ad una pessima cultura dove la donna è molto spesso considerata un oggetto di potere di proprietà dell’uomo. Se non stai con me non stai con nessuno. Sono persone disturbate che non hanno freni inibitori perché pensano che quello che sentono sia una cosa normale.

C’è stato un aumento?
No, è più facile che se ne parli

Quando è il momento di rivolgersi ad un sessuologo e quando ad un andrologo?
Quando c’è una situazione di disagio e di sofferenza. Non bisogna pensare che passi da sola. Sarà il dottore a giudicare. Il sessuologo che è anche psicologo può aiutare prevalentemente sul piano psicologico. Ci sono i sessuologi che sono medici (non psicologi). L’andrologo si occupa prevalentemente dei problemi fisici.

Cosa nota maggiormente di problemi sessuali oggi?
Negli uomini il deficit di erezione e di eiaculazione precoce, oggi in aumento. Nelle donne la difficoltà di raggiungere l’orgasmo. Nelle coppie giovani di 30 / 35 anni, la diminuzione del desiderio perché si dedicano troppo al lavoro e poco alla coppia. Il desiderio può e deve essere alimentato ad ogni età e va alimentato, mentre viene a mancare e si cerca altrove…

Intervista di Giorgio Nadali pubblicata su PLAYBOY Italia, Novembre 2015

Il sito del Dott. Marco Rossi è www.marcorossi.it


Sumo. Lo sport rituale shintoista

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di Giorgio Nadali

Lo Shintoismo è stato storicamente utilizzato come mezzo per esprimere il nazionalismo giapponese e l’identità etnica, in particolare prima della fine della seconda guerra mondiale. È servito per simboleggiare e fornire un senso di appartenenza, di identificare e unificare il popolo giapponese culturalmente, e di servire come una barriera che delimita il giapponese da altri popoli, fornendo loro un senso di unicità culturale. Nella sua associazione con lo Shintoismo, il sumo – la lotta sportiva giapponese – è stato anche visto come un baluardo della tradizione.
Lo Shintoismo pervade la vita giapponese in molti modi. Ad esempio, l’origine del Sumo, sport nazionale giapponese, può essere fatta risalire agli antichi rituali shintoisti per invocare un raccolto abbondante e per onorare i kami (gli déi). Il baldacchino sopra la pedana (dohyo) di combattimento del sumo ricorda un santuario shintoista, l’arbitro è vestito in abito molto simile a quello di un sacerdote shintoista, e il lancio di sale prima di un incontro serve per purificare spiritualmente la zona di combattimento. Prima del 1952, sopra l’area da combattimento vi erano delle colonne a rappresentare quelle di un tempio shintoista. Ora vi sono quattro pendagli colorati che rappreseno i Si Ling dei punti cardinali: Verde – Drago azzurro dell’Est, Rosso – Uccello vermiglio del Sud, Bianco – Tigre bianca dell’Ovest e Nero – Tartaruga nera del Nord.
Il rito shintoista pervade ogni aspetto del sumo. Prima di un torneo, due gyoji agiscono come sacerdoti shintoisti mettendo in scena un rituale per consacrare la nuova zona di combattimento del sumo, detta dohyo, e vari rituali shintoisti vengono celebrati nel quartier generale e luogo di allenamento di una società di sumo, la sumō-heya. Sia la dohyo-iri, la cerimonia di entrata nella zona di combattimento celebrata dalle prime due squadre prima dell’inizio della loro giornata di competizione, sia i rituali celebrati da entrambi i combattenti immediatamente prima di un incontro, derivano dallo Shintoismo.
La cerimonia che lo yokozuna (il combattente – rikishi – di massimo grado nel sumo) celebra per entrare nell’area circolare della competizione è considerata un rituale di purificazione a sé stante, e talvolta viene eseguita nei santuari shintoisti per questo scopo. Ogni yokozuna neopromosso compie la sua prima cerimonia di entrata nell’area di competizione, presso il santuario shintoista Meiji di Tokyo. La tsuna è il grosso cordone di canapa che lo yokozuna indossa e dalal quale prende il nome del suo rango. La canapa è associata all’idea di purezza, con la capacità di allontanare gli spiriti cattivi. Il cordone pesa circa 15 chili ed è molto più spessa davanti rispetto all’annodatura sul fondoschiena del lottatore. Cinque shide, strisce di carta a zig-zag che simboleggiano i fulmini, sono appese sul davanti al kesho-mawashi (gonnellino) del lottatore. Ricordano le shimenawa usate per delimitare le aree sacre shintoiste.
La prove dell’associazione del sumo con lo shintoismo vanno oltre il mondo reale, come ad esempio le storie di kami (déi) in lotta per le terre del Giappone, caratteristica della mitologia giapponese. Prima di diventare uno sport professionistico nel periodo Tokugawa, il sumo veniva originariamente praticato sull’area di un santuario o di un tempio. L’attuale dohyo è ancora considerato sacro, in onore del tempo in cui le partite si svolgevano sul terreno sacro dei santuari e dei templi. Il tetto sopra il dohyo è chiamato yakata e in origine rappresentava il cielo con lo scopo di sottolineare la natura sacra del dohyo, che simboleggia la terra. Il giorno prima dell’inizio di ogni torneo, si svolgeva il dohyo-matsuri, una cerimonia di benedizione dell’area da competizione, eseguita da funzionari del sumo chiamati gyoji. I gyoji sono gli arbitri sul dohyo, che giudicano ogni incontro di sumo. I loro elaborati costumi colorati si basano su vesti cerimoniali di corte del periodo Heian (794-1185 d.C.).
Anche i loro cappelli neri sono copie esatte dei cappelli indossati dai sacerdoti shintoisti raffigurati in varie stampe d’arte Heian. Vestiti con la tunica bianca di un sacerdote shintoista i gyoji purificano e benedicono il dohyo in una solenne cerimonia durante la quale sale, konbu (fuco), surume (calamari secchi) e castagne vengono sotterrate nel centro del dohyo. Funzionari di gioco e ospiti bevono sake, la bevanda alcolica tradizionale giapponese, offerta a ciascuno. Il sake avanzato viene versato sopra il confine di paglia del dohyo, come offerta agli déi. Lo scopo del dohyo-matsuri è per placare i kami e chiedere la loro protezione dei rikishi, i lottatori di sumo che parteciperanno alla prossimo incontro. Il dohyo-iri è una breve cerimonia in cui rikishi vengono presentati al pubblico poco prima dell’inizio di ogni torneo. Quando i loro nomi vengono chiamati, i partecipanti all’incontro salgono sul dohyo, girano intorno al bordo col volto verso il pubblico. Dopo che l’ultimo partecipante è stato presentato, i partecipanti si girano verso l’interno dell’area di competizione e battono le mani, alzano una mano, sollevano leggermente i grembiuli cerimoniali chiamati kesho-mawashi, e alzano le mani, per poi proseguire il giro intorno all’area da competizione. Il rituale dell’applauso è un importante elemento dello Shintoismo e simboleggia l’applauso nei santuari shintoisti che ogni fedele compie per attirare l’attenzione degli déi.

Giorgio Nadali

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Rosario brucia l’incenso

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di Giorgio Nadali

L’uso dell’incenso nelle Religioni è testa a testa con l’uso dell’oggetto sacro che nel Cattolicesimo è chiamato “rosario”.

Il rosario è un oggetto di culto comune a diverse religioni. La preghiera meditativa è scandita dai grani dei rosari cattolici, ortodossi, islamici, induisti, buddhisti e degli Hare Krishna. Il rosario cattolico è una “Corona di rose” offerta alla Madonna, da cui il suo nome. Si diffonde nasce nel tardo Medio Evo grazie alle confraternite del Santo Rosario, fondate dal frate Pietro da Verona. Quello ordinario ha 50 grani, mentre la versione francescana ne ha 70. I 50 grani sono 5 decine composte da un Padre nostro, dieci Ave Maria, un Gloria al Padre. La decina termina con la “Preghiera di Fatima” o l’Eterno Riposo per i defunti. Al termine delle cinque decine si recita il “Salve Regina”. Il rosario completo è composto in realtà da quindici decine. Le prime cinque vengono recitate il lunedì e giovedì (o sabato) e meditano ciascuna i “misteri gaudiosi”, le secondo cinque il martedì e venerdì e meditano i “misteri dolorosi” della Passione di Cristo. Il mercoledì e la domenica (o sabato) si meditano i cinque “misteri gloriosi” con le ultime cinque decine. Dal 2002 è possibile aggiungere il giovedì anche altre cinque decine dei “misteri luminosi”, voluti con la lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae del 16 ottobre 2002, da San Giovanni Paolo II. La lettera dice tra l’altro: “Il Rosario, infatti, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale”. Il rosario ortodosso (Russia, Ucraina, Romania, Bulgaria, Bielorussia, Serbia, Grecia, ecc.) si chiama “corda da preghiera” e non ha lunghezza fissa. Di solito i grani sono 33, 50 o 100 ed è comunemente fatto di lana annodata. La corda da preghiera ortodossa è basata sulla “preghiera del cuore”, o preghiera di Gesù, basata sulla preghiera della parabola del pubblicano nel Vangelo di Luca: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di me peccatore”. Il rosario greco ortodosso si chiama komboloi. Il rosario islamico è il misbaha o tasbīḥ. È formato da 99 grani, oppure da 33 ripetuti 3 volte. Ciascun grano (fatto di legno, avorio, perla o plastica) è uno dei 99 nomi di Allah. Recitarli a memoria è la dhikr. I primi ad usarlo furono i sufi, i mistici islamici. Il rosario induista si chiama japa mala (che significa ghirlanda) o rudraksha. È fatto di semi di Elaeocarpus ganitrus. Composto da 108 grani, ciascuno è un mantra (preghiera, a volte composta anche da una sola sillaba come “OM”) o invocazione del nome di una divinità. Va usato con la mano destra e il pollice che fa passare i grani. Il mala va avvolto sul dito indice che rappresenta il proprio ego, ciò che frena la propria realizzazione personale. Il mala (rosario) buddhista è molto più antico di quello cristiano (il Buddhismo ha 2500 anni). Serve per la recitazione di mantra e di dhāraṇī (gzung-ma in tibetano), cioè di versetti rituali composti da sillabe, come il nembutsu (o nianfo), la ripetizione del nome di Amitābha, un Buddha celestiale. Infine il mala (rosario) degli Hare Krishna (organizzazione religiosa di matrice induista nata nel 1966 negli USA) viene recitato con la mano che scorre i grani del rosario racchiuso dentro un sacchetto di tela e serve per recitare il grande (maha) mantra o Vaishnava mantra composto da sedici parole.

L’incenso è simbolo di santità. I suoi fumi rappresentano le preghiere degli uomini che salgono in cielo. A Gesù bambino l’incenso fu donato dai Magi per questo motivo. Purifica l’ambiente sacro e immette nella dimensione divina. Non a caso la pianta dalla quale proviene si chiama Boswellia Sacra. È usato da diverse religioni. Cristianesimo cattolico e ortodosso, Induismo, Buddhismo, Taoismo, Shintoismo. Quello cattolico viene generalmente usato solo dal sacerdote, è in granelli che vengono posti nella navicella e poi posti con un cucchiaino dentro al turibolo insieme alla carbonella. Nel Cristianesimo ortodosso e in tutte le altre religioni l’incenso è acquistato e usato direttamente dai fedeli. Nell’Induismo, Buddhismo e Taoismo di solito viene usato dai fedeli quello in piccoli bastoncini da bruciare al tempio oppure in forma di spirali coniche (Taoismo). Nel Buddhismo e Taoismo i bastoni di incenso possono essere anche di grandi dimensioni – sino ad un metro – e costosi. Sono acquistati e lasciati bruciare presso un’immagine sacra. L’incenso è citato 124 volte nella Bibbia, di cui 4 nei Vangeli e 1 nell’Apocalisse. I cristiani ortodossi in Grecia lo comprano come le caramelle. Nel negozio scelgono il tipo desiderato e con una paletta lo mettono in un sacchetto e lo acquistano a peso. Sono grossi cristalli multicolore. Anche la chiesa russo ortodossa lo vende ai fedeli in scatolette colorate. I fedeli lo accendono personalmente in chiesa o in casa davanti alle icone… L’incenso “non combustibile” è una combinazione di ingredienti aromatici che non sono preparati o modellati in una forma particolare ed è per lo più inadatto per la combustione diretta. L’uso di questa classe di incenso richiede una sorgente separata di calore poiché generalmente questo incenso non può accendersi senza altre sostanze. Questo incenso può variare per la durata della sua combustione e per la struttura del materiale. Gli ingredienti più fini tendono a bruciare più rapidamente, mentre quello macinato grossolanamente o intero può consumarsi a poco a poco, in quanto ha meno superficie totale. Il calore è tradizionalmente fornito da carbone o brace. In Occidente, gli incensi più noti di questo tipo sono il franchincenso e la mirra, probabilmente a causa loro numerose menzioni nella Bibbia cristiana. Nel tipo intero l’incenso viene bruciato direttamente nella sua forma. In polvere o granulato. Questo incenso brucia rapidamente e fornisce un breve periodo di profumi intensi. Nella pasta di incenso il materiale in polvere o in granulato viene miscelato con un legante appiccicoso e incombustibile, come frutta secca, miele, o una resina morbida e quindi modellato in sfere o piccole pastiglie. Queste vengono lasciate maturare in un ambiente controllato in cui i profumi possono mescolarsi e unirsi. Nell’ambito della tradizione orientale cristiana ortodossa, l’incenso grezzo viene macinato in una polvere fine e poi mescolato con vari oli essenziali profumati. Gli incensi più aromatici sono la canfora borneola, il benzoino di Sumatra, l’incenso dell’Oman, il guggul, l’incenso dorato, il balsamo del Tolu, la mirra di Somalia e il sandalo indiano bianco.

Giorgio Nadali

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La Chiesa cambia Rota. In arrivo lo scisma

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di Giorgio Nadali

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La Rota Romana, l’organismo della Santa Sede che ha il potere di annullare il sacramento del matrimonio rende le maglie più larghe nei procedimenti.
Contrariamente a quanto aveva disposto il suo santo predecessore Giovanni Paolo II, che il 21 gennaio 2000 alla stessa Rota Romana aveva detto:
«Desidero soffermarmi a riflettere con voi sull’ipotesi di valenza giuridica della corrente mentalità divorzista ai fini di una eventuale dichiarazione di nullità di matrimonio, e sulla dottrina dell’indissolubilità assoluta del matrimonio rato e consumato, nonché sul limite della potestà del Sommo Pontefice nei confronti di tale matrimonio… Il Romano Pontefice, infatti, ha la “sacra potestas” di insegnare la verità del Vangelo, amministrare i sacramenti e governare pastoralmente la Chiesa in nome e con l’autorità di Cristo, ma tale potestà non include in sé alcun potere sulla Legge divina naturale o positiva. Né la Scrittura né la Tradizione conoscono una facoltà del Romano Pontefice per lo scioglimento del matrimonio rato e consumato; anzi, la prassi costante della Chiesa dimostra la consapevolezza sicura della Tradizione che una tale potestà non esiste. Le forti espressioni dei Romani Pontefici sono soltanto l’eco fedele e l’interpretazione autentica della convinzione permanente della Chiesa».
Papa Francesco ha ribaltato le regole per la nullità matrimoniale con la lettera apostolica in forma di motu proprio intitolato Mitis Iudex Dominus Iesus (Il mite giudice Signore Gesù) del 15 agosto scorso, mettendo l’interesse dei coniugi davanti alla sacralità del vincolo sacramentale.
A tale proposito il cardinale Gerhard Müller prefetto della Congregazione per la Fede, in un suo discorso a Ratisbona ha paventato il rischio di una scissione nella Chiesa.
Principalmente la causa potrà essere seguita direttamente dal vescovo del luogo: “Affinché sia finalmente tradotto in pratica l’insegnamento del Concilio Vaticano II in un ambito di grande importanza, si è stabilito di rendere evidente che il Vescovo stesso nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo, è per ciò stesso giudice tra i fedeli a lui affidata.. Allo stesso Vescovo diocesano compete giudicare la cause di nullità del matrimonio con il processo più breve ogniqualvolta la domanda sia proposta da entrambi i coniugi o da uno di essi, col consenso dell’altro o ricorrano circostanze di fatti e di persone, sostenute da testimonianze o documenti, che non richiedano una inchiesta o una istruzione più accurata, e rendano manifesta la nullità…Tra le circostanze che possono consentire la trattazione della causa di nullità del matrimonio per mezzo del processo più breve secondo i canoni 1683-1687, si annoverano per esempio: quella mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato per impedire la procreazione, l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo delle nozze o in un tempo immediatamente successivo, l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione, la causa del matrimonio del tutto estranea alla vita coniugale o consistente nella gravidanza imprevista della donna, la violenza fisica inferta per estorcere il consenso, la mancanza di uso di ragione comprovata da documenti medici, ecc”.
Lo scorso 23 gennaio si è rivolto ai membri della Rota Romana affermando che “il giudice, nel ponderare la validità del consenso espresso, deve tener conto del contesto di valori e di fede – o della loro carenza o assenza – in cui l’intenzione matrimoniale si è formata. Infatti, la non conoscenza dei contenuti della fede potrebbe portare a quello che il Codice chiama errore determinante la volontà. Questa eventualità non va più ritenuta eccezionale come in passato, data appunto la frequente prevalenza del pensiero mondano sul magistero della Chiesa. Tale errore non minaccia solo la stabilità del matrimonio, la sua esclusività e fecondità, ma anche l’ordinazione del matrimonio al bene dell’altro, l’amore coniugale come «principio vitale» del consenso, la reciproca donazione per costituire il consorzio di tutta la vita… Vorrei dunque esortarvi ad un accresciuto e appassionato impegno nel vostro ministero, posto a tutela dell’unità della giurisprudenza nella Chiesa. Quanto lavoro pastorale per il bene di tante coppie, e di tanti figli, spesso vittime di queste vicende! Anche qui, c’è bisogno di una conversione pastorale delle strutture ecclesiastiche per offrire giustizia a quanti si rivolgono alla Chiesa per fare luce sulla propria situazione coniugale”.
19 è il numero dei Tribunali ecclesiastici regionali presenti in Italia, competenti per le cause di nullità matrimoniale. I fondi dell’8xmille consentono un netto abbattimento del costo della causa a carico dei fedeli e il patrocinio interamente gratuito per i nono abbienti. Oggi il costo che un fedele deve sostenere per una causa di nullità riguarda due voci: il contributo richiesto dal Tribunale Ecclesiastico per le spese processuali e l’onorario per il patrono, cioè l’esperto che lo assiste nell’introdurre la causa e nel corso del processo canonico. Il Tribunale Ecclesiastico richiede per le spese processuali un contributo di euro 525 alla parte che richiede l’annullamento. Qualora la parte convenuta nomini un patrono di fiducia o usufruisca dell’assistenza di un patrono stabile, le si chiede un contributo di euro 262,50; non è tenuta invece ad alcuna contribuzione ove partecipi all’istruttoria senza patrocinio, anche in caso di acquisizione, su sua richiesta, di prove ammesse dal giudice. L’onorario per gli avvocati, salva la possibilità per ragioni economiche del gratuito patrocinio, è compreso tra un minimo di euro 1.575 e un massimo di euro 2.992 qualora l’appello termini con un decreto di conferma; per il rinvio ad esame ordinario, l’onorario del patrocinio è compreso tra un minimo di euro 604 e un massimo di euro 1.207. A tale somma si devono aggiungere gli oneri fiscali previsti dalla legge.

Giorgio Nadali

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La vita umana prima di tutto

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Dio è autore della vita. La vita umana è quindi sacra – e quindi intoccabile e di importanza assoluta su tutto il creato – in quanto la persona umana è stata dal Creatore voluta a sua “immagine”: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Genesi 1,27). L’espressione “immagine” – tradotta dall’originale della lingua ebraica – non significa apparenza fisica (Dio è spirito e non ha quindi un corpo), ma identità. Cioè: l’uomo è figlio di Dio. La parola “vita” è presente 871 volte nella Bibbia. Da questa fede radicata nella Parola stessa di Dio deriva la visione etica cristiana, anche se con qualche piccola differenza tra le diverse confessioni (Chiese) cristiane. La bioetica è la parte della morale che si occupa della difesa del valore della vita umana (da biòs = vita + ethòs = comportamento). È quindi lo studio sistematico della condotta umana nell’ambito della scienza della vita e della cura della salute, quando tale condotta è esaminata alla luce dei valori e dei princìpi morali. In estrema sintesi:
• La scienza è buona solo se difende, protegge, sviluppa, aiuta la vita umana, dal concepimento alla morte naturale.
• L’uomo è persona dal concepimento alla morte naturale. La vita umana è un valore assoluto. Non dipende da opinioni, non dipende dal fatto che sia stata voluta o no. Qualsiasi vita umana vale sempre e comunque. Contro questo principio ci sono solo ingiustizie e barbarie.
• L’uomo è sempre soggetto e mai oggetto. La vita umana non può mai essere usata. Non esistono vite meno importanti di altre.
• L’uomo deve sempre preservare la sua vita e quella degli altri.
• Gandhi diceva: “L’uomo si distrugge con la scienza senza umanità. Il vero progresso scientifico deve difendere la vita e migliorarla. Non esiste vero progresso contro la dignità della persona umana.
• L’uomo è persona anche quando non può comunicare o non può mostrare la sua intelligenza (perché è in coma o è malato di mente o è ancora un embrione o perché è semplicemente un deficiente). Va comunque sempre rispettato. L’intelligenza è una condizione necessaria ma non sufficiente per essere persona (gli animali sono intelligenti, ma non sono persone). La vita è un diritto. Allora esiste sempre il dovere corrispondente di rispettarla e difenderla.
• ABORTO. E’ di 3 tipi. Spontaneo , Terapeutico, Volontario (detto I.V.G., Interruzione Volontaria di Gravidanza). Solo l’ultimo è un male morale. L’I.V.G. ha oggi 4 metodi per uccidere e il più diffuso (66%) è il Karman/Isterosuzione. Qualsiasi vita umana va protetta e difesa sin dl concepimento. L’embrione è persona umana in sviluppo. Non può essere usato o ucciso a fini scientifici. Il bimbo concepito ha gli stessi diritti della mamma. Voluto o non voluto. Per le alternative è possibile l’adozione prenatale entro 15 giorni dalla nascita. Il bimbo sarà amato sicuramente da una famiglia pronto ad accoglierlo, anche in caso di grave handicap. Per la prevenzione non bisogna pensare solo alla contraccezione, ma ad una sessualità responsabile che eventualmente può anche accogliere la vita perché già unita stabilmente (matrimonio).
• TRAPIANTO DI ORGANI. Lecito come grande atto di amore. La donazione non mette in discussione la fede nella risurrezione del corpo promessa a tutti da Gesù. La donazione combatte il mercato clandestino di organi.
• GENETICA. Lecita solo se rispetta la dignità della persona umana. La persona non può mai essere ridotta ad oggetto per esperimenti. Buona se aiuta a combattere le malattie. Non è lecito uccidere embrioni e d è anche scientificamente inutile.
• AIDS. Solo un amore fedele e responsabile, costituisce una prevenzione totalmente sicura. Il malato va aiutato. Il sieropositivo non va discriminato. La prevenzione parte dal cuore, non dal corpo. Una sessualità al servizio di un vero amore stabile e fedele. Il 99% dei contagi avviene oggi tra eterosessuali con un comportamento sessuale irresponsabile e “capriccioso”.
• EUTANASIA. 3 tipi: attiva (veleno), passiva (tolgo cure vitali essenziali), Stop accanimento terapeutico (lecita, interrompo cure inutili e non essenziali). La medicina dev’essere vista sempre come aiuto alla vita. La persona vale sempre anche se malata o in stato “vegetativo”. Il malato vuole morire perché disperato, perché non si sente amato. La sua richiesta di morire non è credibile per via della disperazione. Non possiamo assecondare e aiutare un aspirante suicida. Esiste il diritto di morire con dignità (non uccisi o suicidi), non esiste il diritto di suicidarsi. La vita, ogni vita, ha sempre valore ed è legata a molte altre vite. L’eutanasia si presta a gravi abusi. Lo Stato deve aiutare tutti, non liberare letti di ospedale per chi non può permettersi cure o è considerato inutile o perché vuole morire. E’ un criterio di umanità e giustizia. Non si può uccidere per amore. Non si può uccidere la speranza, né uccidere la ricerca (lotta contro il male e non arresa).
• FECONDAZIONE ASSISTITA. Leciti solo i metodi chiamati “GIFT” e “LTOT” perché sono un aiuto ad un concepimento naturale nel corpo materno. Respinta la “FIVET” (in provetta) . Il bimbo ha il diritto di essere concepito dalla e nella sua mamma. La “FIVET” si presta a gravi abusi e crea crisi parentali e di identità al nascituro (di chi è figlio?). Con la “FIVET” il figlio assomiglierà comunque ad un donatore sconosciuto di uno dei due gameti, Allora meglio adottare. Il figlio non è un diritto, è un dono. Va difeso il bambino prima di tutto.

wwuntitledwwuntitledGiorgio Nadali


Religiosi, ma poveri? Esiste un rapporto tra ricchezza o povertà personale e la fede religiosa?

di Giorgio Nadali

www.giorgionadali.it

abDi certo Adriano Celentano non sarebbe d’accordo e anche noi siamo un po’ perplessi, ma secondo un nuovo studio di un istituto di ricerca sociale americano – Pew Research Center – c’è un rapporto tra benessere economico personale e fede religiosa. Ricchezza e religione sarebbero inversamente proporzionali: i paesi più religiosi quelli con un più alto tasso di povertà e viceversa, mentre quelli più ricchi i più tendenti all’ateismo. Unica eccezione gli Stati Uniti d’America, dove nonostante la ricchezza elevata in termini di PIL, il 54% della popolazione afferma la grande importanza della religione nella propria vita. Nel testo sociologico “Sacro e popolare. Religione e politica nel mondo globalizzato”, gli autori Pippa Norris e Ronald Inglehart sottolineano come la partecipazione alle pratiche religiose registri tassi più alti tra persone più incerte a livello economico e che si trovano ad affrontare più problemi di salute e povertà. Nell’ipotesi generale, il declino del valore della religione, della fede e delle attività religiose dipende dal mutamento di lungo periodo della sicurezza esistenziale: con il processo e il progresso dello sviluppo umano, l’importanza della religione nella vita degli individui diminuisce gradualmente.
Abbiamo sentito il parere di tre importanti sociologi italiani.

Roberto Cipriani. Professore ordinario di Sociologia nell’Università Roma Tre.
Silvio Scanagatta. Docente di Sociologia del mutamento culturale all’Università di Padova
Paola Di Nicola. Presidente della Associazione Italiana di Sociologia. Docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Verona.

Siete d’accordo con la ricerca?
Cipriani:
Non è facile essere d’accordo con la ricerca perché le informazioni sulla metodologia sono insufficienti a valutare l’affidabilità. A livello comparativo fra nazioni ci sono moti problemi di omogeneità fra i dati raccolti.
Scanagatta:
Non mi stupisce affatto. Gli Stati Uniti hanno una cultura decisamente diversa dall’Europa. Gli Stati Uniti sono gli unici che differiscono in questa variabile che va dal massimo di senso religioso rapportato con la povertà sino al minimo di senso religioso rapportato con la ricchezza. Gli Stati Uniti essendo più ricchi dell’Europa dimostrano che uno stato più coeso il senso religioso va perfettamente d’accordo con la ricchezza conseguita.
Di Nicola:
Indubbiamente al di là di tutte le questioni teologiche la religione ha avuto sempre una funzione consolatoria nei confronti dei soggetti e spesso questa funzione consolatoria ha trovato maggiore accoglimento tra le persone che sperimentano condizioni di vita altamente problematiche. Rimane il fatto che a livello personale le religioni sono fonte di conforto. È un dato di conforto. Soprattutto le religioni rivelate (Ebraismo, Cristianesimo e Islam).

Esiste a vostro parere un rapporto con la condizione economica personale e la propria fede religiosa?
Scanagatta:
Certamente c’è un rapporto. Il problema è che il tentativo di alcuni di dire che più si è ricchi e meno si è religiosi è contrastante no solo con un’infinità di realtà individuali, ma anche con realtà collettive dove società unite come quella americana dimostrano che si può far convivere benissimo il senso religioso con una grande ricchezza.
Cipriani:
Non necessariamente. Ci sono persone ricche poco religiose e poveri assai religiosi ma anche il contrario. Non si può generalizzare.
Di Nicola:
Bisogna distinguere tra la fede e la religiosità, che spesso si caratterizza anche con aspetti di tipo magico e di superstizione. Se per fede si intende un credere a livello personale nell’esistenza di un’Entità di tipo trascendente io credo che questo sentimento che possa essere presente a tutti gli uomini in tutte le classi sociali. Se invece pensiamo alla religiosità, che comprende anche tutti gli aspetti del rito, indubbiamente nelle aree del Paese in cui esiste ancora uno sviluppo non ancora pienamente maturo, spesso questi atteggiamenti continuano a persistere.

Secondo voi la ricchezza economica allontana dalla fede religiosa (cristiana)?
Cipriani: Molto dipende dalla socializzazione e dall’educazione ricevute, che possono impedire di pensare che la ricchezza allontani dalla fede.
Scanagatta: No, no. L’aumento economico non allontana affatto dal senso religioso. Anzi, lo fa crescere perché spesso il livello culturale rende più sensibili e attenti al senso religioso, non necessariamente più distanti.
Di Nicola: Non è facile da dire. Con l’Europa del Settecento la religione ha perso un po’ la funzione di essere la guida per la vita e la risposta a tutti i problemi. Soprattutto con l’industrializzazione e l’aumento della ricchezza disponibile sia a livello individuale sia a livello collettivo ci si rende conto che si può avere una situazione di sicurezza autonomamente, per meriti personali, senza dover necessariamente ringraziare Qualcuno…
Cosa pensate della teologia della prosperità, di origine protestante, cioè che Dio desidera il nostro benessere economico personale e agisce anche per farcelo avere?
Cipriani:
La teologia della prosperità è un espediente per recuperare adesioni rispetto alla teologia della liberazione, promettendo esiti economici positivi in caso di adesione ad una certa linea teologica e cultuale.
Scanagatta:
Secondo un’idea protestante una persona deve la sua ricchezza non solo alla grazia che Dio gli dà ma anche al senso di comunità con cui esplica questa grazia ed è quello che può spiegare una convivenza tra ricchezza e senso religioso. In Europa invece prevale l’idea per essere ricchi bisogna distruggere il sistema di valori religiosi, in America succede esattamente il contrario. Non solo. Il cattolicesimo dice che la ricchezza è una colpa, ma anche il Paesi del Nord Europa dicono che la separazione tra senso religioso e ricchezza va operata a livelli massimi, tanto è vero che sono i Paesi del Nord che non hanno voluto riconoscere le radici giudaico cristiane della società europea.
Di Nicola:
Con il protestantesimo l’uomo è diventato la misura di tutte le cose, anche la misura della sua etica, della sua moralità e della sua religiosità. Nelle prime forme del Calvinismo per un uomo l’aver successo nella vita era un segno di essere un eletto e quindi nella grazia di Dio. Poi con il Novecento questa dimensione si è molto affievolita e l’obiettivo non stato più stato di arricchirsi per avere una misura del proprio stato di grazia, ma l’obiettivo era semplicemente quello di raggiungere livelli più alti di ricchezza indipendentemente dal fatto che questo fosse un indicatore di essere nelle grazie di Dio.

Secondo voi c’è un rapporto tra la condizione economico sociale e la fede religiosa in Italia?
Cipriani:
La condizione economica non è una variabile indipendente che presieda in Italia all’orientamento religioso.
Scanagatta:
Certamente c’è un rapporto. Il problema è che il tentativo di alcuni di dire che più si è ricchi e meno si è religiosi è contrastante no solo con un’infinità di realtà individuali, ma anche con realtà collettive dove società unite come quella americana dimostrano che si può far convivere benissimo il senso religioso con una grande ricchezza.

Di Nicola:
Bisogna distinguere tra la fede e la religiosità, che spesso si caratterizza anche con aspetti di tipo magico e di superstizione. Se per fede si intende un credere a livello personale nell’esistenza di un’Entità di tipo trascendente io credo che questo sentimento che possa essere presente a tutti gli uomini in tutte le classi sociali. Se invece pensiamo alla religiosità, che comprende anche tutti gli aspetti del rito, indubbiamente nelle aree del Paese in cui esiste ancora uno sviluppo non ancora pienamente maturo, spesso questi atteggiamenti continuano a persistere. La tradizione dà delle sicurezze e chi sperimenta maggiore insicurezza quotidiana spesso trova nella tradizione religiosa dei punti di riferimento.

di Giorgio Nadali

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Pubblicato su “STOP”, Anno VI, N. 20, 22 Maggio 2015 , “Essere ricchi non vuol dire voltare le spalle a Dio e alla Religione”


Il convegno ecclesiastico anti vampiri

di Giorgio Nadali

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vampiro

Dal 13 al 18 aprile scorso si è tenuto il corso sul “ministero dell’esorcismo e la preghiera di liberazione” organizzato dall’Istituto Sacerdos di Roma presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum della Capitale, al costo 250 euro. Tra le diverse lezioni si contano: Esorcismo e nuova evangelizzazione (S. E. Mons. Luigi Negri), Angeli e demoni nella Sacra Scrittura e nel Magistero della Chiesa (Prof. P. Pedro Barrajón), Il demonio e l’esorcismo nelle culture e religioni orientali (Prof. Andrea De Antoni), Il demonio e l’esorcismo nell’Islam (Prof. Annamaria Fantauzzi), Rituali magico-occultistici e influsso demoniaco (Dott. Beatrice Ugolini), Aspetti criminologici del satanismo (Dott. Enrico De Simone), Aspetti magici e divinatori di alcune terapie alternative (Prof. Don Giuseppe Mihelcic). Insomma, un convegno importante. Durante il corso è stato messo in luce come “la proliferazione di bei vampiri nelle serie televisive e nei film di Hollywood tra cui True Blood e Twilight stia incoraggiando i giovani a dilettarsi con le forze occulte” – come ha rilevato una delle principali autorità sulla possessione demoniaca durante il corso di esorcismo “Ci sono quelli che cercano di trasformare le persone in vampiri e farle bere il sangue di altre persone, o incoraggiarli ad avere rapporti sessuali particolari per ottenere poteri speciali”, ha detto il professor Giuseppe Ferrari in occasione della riunione di Roma, e ha messo in luce che il numero di possessioni diaboliche è in aumento a livello globale. “Questi gruppi sono attratti dalle cosiddette belle giovani vampire che abbiamo visto così tanto negli ultimi anni”. Il professor Ferrari è segretario di un baluardo contro l’occulto: il Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-Religiosa (GRIS) di Bologna. Ha detto che gli esorcismi devono essere effettuati solo dai sacerdoti adeguatamente formati. Anche se il Vaticano considera la possessione demoniaca come rara, con molti casi sospetti di persone con malattie mentali, Papa Francesco ha esortato le diocesi a garantire – come richiede la legge cattolica – ci sia almeno un esperto esorcista per ogni diocesi. L’esorcista svizzero Cesare Truqui ha detto che al corso hanno partecipato esorcisti, sacerdoti e laici, e ha aggiunto che è fondamentale per aumentare la consapevolezza e affinare le capacità dei preti nel combattere il male. “Il ministero di compiere l’esorcismo è poco conosciuto tra i sacerdoti. È come la formazione per essere un giornalista senza sapere come fare un’intervista” – ha detto Padre Truqui – notando che le diocesi d’Italia e non solo stavano sperimentando un aumento delle segnalazioni di sintomi di possessione. Nel 2012 è emerso che la diocesi di Milano, la più grande del mondo per numero di parrocchie, aveva approntato una linea telefonica per la segnalazione di casi “diabolici” far fronte alla domanda. Monsignor Angelo Mascheroni, l’esorcista capo di Milano, ha detto che la sua diocesi ha raddoppiato il numero di esorcisti da sei a 12 per far fronte con all’aumento del 100 per cento nel numero di richieste di aiuto nel corso degli ultimi 15 anni. “Questo deve dirci qualcosa”, ha detto padre Truqui. Egli sostiene di aver visto persone possedute parlare in lingue ed esibire la forza soprannaturale, tra cui una “piccola donna, che non poteva essere bloccata da tre uomini forti”. Padre Truqui è allievo di Padre Gabriele Amorth, esorcista capo del Vaticano per 25 anni, il quale sostiene di aver affrontato 70.000 casi di possessione demoniaca. Padre Amorth ha detto che gli scandali di abusi sessuali nella Chiesa cattolica romana erano la prova che “il diavolo è all’opera all’interno del Vaticano”.. Praticare lo yoga – ha messo in guardia – è “satanico” e “porta al male proprio come leggere Harry Potter”. I diritti dei gay e la fecondazione in vitro di fertilità sono stati indicati come i segni del male esistenziale nella società da monsignor Luigi Negri, l’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio. “C’è il matrimonio tra omosessuali, l’adozione da parte di omosessuali, la fecondazione in vitro e una miriade di altre cose. C’è l’aspetto clamoroso della negazione dell’uomo come definito dalla Bibbia”, ha dichiarato. Tuttavia quando i docenti di religione si permettono di mostrare a scuola in video cosa sia la tragedia dell’aborto, vengono licenziati dalla curia di Milano. Contraddizioni dei nostri tempi o ancora una volta azione del demonio nella Chiesa? Linee guida esorcismo: non provateci a casa. Il professor Giuseppe Ferrari ha dato lettura di una lista di controllo per migliorare l’efficacia di esorcismi che dovrebbero essere effettuata solo da sacerdoti adeguatamente formati, autorizzati a farlo dalla diocesi in cui lavorano. I sacerdoti non possono eseguire esorcismi in diverse diocesi senza un permesso speciale. I laici non devono mai compiere esorcismi, dire le preghiere speciali di liberazione, né benedire o toccare un indemoniato. Gli esorcisti dovrebbero rinviare a medici qualificati o psichiatri, anche se i sacerdoti possono aiutare con la preghiera. I sacerdoti non dovrebbero eseguire l’Eucaristia durante un tentativo di esorcizzare qualcuno perché in grado di rendere il processo “troppo stile Hollywood”. I sacerdoti devono accogliere e prestare attenzione a chi riferisce di una possessione demoniaca. Gli esorcisti dovrebbero considerare la possibilità che i sintomi possano essere dovuti a condizioni mediche conosciute e chiedere un’adeguata consulenza professionale, se si sospetta che questo sia il caso.

Giorgio Nadali

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Coerenza o ideologia? La Chiesa cattolica si sta ammalando di relativismo?

Friends Reading Bible

di Giorgio Nadali

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«Quando un cristiano diventa discepolo dell’ideologia, ha perso la fede e non è più discepolo di Gesù». Sono le parole di Papa Francesco dell’ottobre 2013. Un momento. Cos’è l’ideologia? Quale distanza passa tra un fanatico religioso, un bigotto, «una malattia grave questa dei cristiani ideologici» come la chiama Francesco. Insomma, «cristiani che perdono la fede e preferiscono le ideologie». Il loro «atteggiamento è diventar rigidi, moralisti, eticisti, ma senza bontà». La questione è delicata. Oggi non ci sono più soltanto le persecuzioni fisiche dei cristiani, purtroppo in costante aumento per via del fondamentalismo islamico. Va di moda oggi essere tacciati di fanatismo retrogado anche all’interno della stessa Chiesa (Cattolica) se si ha il coraggio di sostenere sino in fondo i propri valori inderogabili. Posizioni che sono proprie della tradizione del Magistero della Chiesa. È fanatico colui che si esprime contro i matrimoni gay, oppure è semplicemente un cattolico coerente? È moralista colui che crede nella famiglia tradizionale tra uomo e donna e pensa che i bambini debbano avere un padre e una madre naturali? È bigotto colui che difende la vita dal concepimento alla morte naturale? Abbiamo addirittura i gay omofobi, che si permettono di dire che i bambini non devono essere frutto di un laboratorio. Abbiamo anche spietati medici fanatici malati di sla, che danno il loro eroico esempio permettendosi di dire che l’eutanasia è un orrore. Esiste una specie di fascismo del relativismo. Se osi (liberamente) esprimerti contro di esso sei peggio dell’ISIS. Come ti permetti? Abbiamo dunque una insegnante di religione nel New Jersey licenziata da un liceo cattolico per aver difeso la famiglia tradizionale. È chiaro che ora la famiglia può essere qualsiasi cosa e se dici il contrario sei un terrorista. Abbiamo anche chi mostra a scuola il «delitto abominevole dell’aborto» e il suo vescovo lo rimuove. «Gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati… In nessun caso possono essere approvati». Chi l’ha detto? Osama Bin Laden? Il califfo Abu Bakr al-Baghdadi? Adolf Hitler? No, il catechismo della Chiesa Cattolica al punto 2357. Forse la voce andrebbe riscritta così: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?». I casi sono due: o è bigotto e intransigente il catechismo, oppure… Viva il relativismo! Ad ogni modo, non è mai lecito giudicare il cuore di una persona, ma è doveroso discernere la verità di un atto. Giusto per chiarire. In questo periodo particolare della Storia della Chiesa vi è un nemico insidioso che si maschera da tolleranza e amore cristiano. Si chiama relativismo. Ma prima dobbiamo capire qual è la differenza tra la morale e il moralismo e poi tra la tolleranza e la coerenza. La morale è un mezzo. Serve ad amare. È basata sui valori. Conosce delle norme e dei divieti, ma questi servono ad esprimere la verità profonda di un gesto e di un pensiero. Senza morale vi è solo falsità, anarchia, caos, come una nave senza bussola. Senza un riferimento a ciò che è giusto o sbagliato – senza se e senza ma – cioè parlando chiaramente con dei “Sì” e con dei “No”, come chiede il Vangelo (Matteo 5,37). Il moralismo è invece basato sulla legge. La morale diventa un fine. La legge è più importante della persona. È la morale rabbinica dei farisei. Religiosità ipomaniaca, direbbero gli psicologi. È quella del fanatico religioso, che si sente migliore degli altri e che presenta il conto a Dio, come nella parabola del fariseo e del pubblicano (Luca 18,10-14). Certo, qui la fede diventa ideologia, perché non è più basata sulla forza che viene da Dio, ma sulla propria forza in nome di Dio. Mentre “quando sono debole, è allora che sono forte” – direbbe San Paolo (2 Corinzi 12,10). Occorre però equilibrio. Derogare ai propri valori in nome di una presunta tolleranza non è fede, è relativismo. Il relativismo confonde la verità con i capricci e l’opinione con la verità. Non esistono più il bene e il male, ma ogni opinione si equivale. Non è difficile capire che la confusione tra bene e male proviene dal nemico numero uno della verità. Il padre della menzogna, come lo chiama Gesù nel vangelo: Satana. (Giovanni 8,44) L’arte è sottile, insidiosa. La tecnica è raffinata. Togliere i paletti fissi della morale, verniciare tutto con una moderna e benevola tolleranza. Non importa cosa pensi, basta che tu ne sia convinto ed ecco, sei nella verità! Ora dobbiamo chiederci, è possibile per un cristiano – nota bene, un cristiano, non un fanatico cristiano – eliminare i valori e i “paletti fissi” della sua morale? Si è moderni dicendo “chi sono io per giudicare?” quando si deve dare una risposta di coscienza? È giudicare spietatamente il prossimo dire “questo per noi è sbagliato”? Soprattutto in tempi dove il fanatismo religioso arriva ad uccidere in nome di Dio è facile essere vittima del relativismo, perché la verità si maschera facilmente da antipatica coerenza e da rigidità bigotta, mentre il relativismo è molto più simpatico e non ha problemi a travestirsi da “vogliamoci tutti bene”, “vivi e lascia vivere”. Il primo travestito è Satana (Cosa? Apriti cielo!…). Calma, l’ha detto quel terrorista di San Paolo: «Satana si maschera da angelo di luce» (2 Corinzi 11,14). Era un omofobo! “Né effeminati, né sodomiti, erediteranno il regno di Dio” (1 Corinzi 6,10) Come si permette di dire che mio figlio è sintetico e che «gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento»? (Romani 1,27) Roba vecchia! Hanno fatto bene a decapitarlo! A proposito, sembra proprio che oggi la coerenza sia associata al fanatismo religioso dei tagliatori di teste. Ma quante teste cadranno ancora per mano di chi difende il diritto del relativismo a chiuderti quella brutta boccaccia da cristiano ideologico che hai? Tante. Caro Timoteo, «verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole» (2 Timoteo 4,3-4). Ti vedo scettico; ti piacciono le favole? Te ne racconto una: “C’era una volta la Chiesa…”
Giorgio Nadali

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L’Alzheimer spirituale di Don Abbondio

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4di Giorgio Nadali

La Chiesa è malata di Alzheimer spirituale. Ipse dixit. Sono parole di papa Bergoglio. La malattia della faccia funerea riguarda le persone «burbere e arcigne, le quali ritengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e trattare gli altri – soprattutto quelli ritenuti inferiori – con rigidità, durezza e arroganza». Secondo papa Francesco «la severità teatrale e il pessimismo sterile sono spesso sintomi di paura e di insicurezza di sé. L’apostolo deve sforzarsi di essere una persona cortese, serena, entusiasta e allegra che trasmette gioia…». Accade anche che per difendere il valore della vita umana dal concepimento, gli insegnanti di religione vengano attaccati dal “fuoco amico” della propria Curia che dovrebbe piuttosto difenderne lo sforzo quotidiano in prima linea in un ambiente potenzialmente ostile e ad alta percentuale laicista. Il docente di religione è infatti – soprattutto nei grandi centri urbani, in primo luogo nel Nord Italia – come un simbolo dell’ingerenza della Chiesa Cattolica nella laicità dello Stato. Lo è almeno per quel settantacinque percento di docenti di estrazione ideologica e politica laicista che operano nella scuola italiana. La Curia malata di Alzheimer spirituale preferisce sacrificare un docente piuttosto che esporsi nella sua difesa, entrando in rotta di collisione con il mondo. È la scelta del Don Abbondio di manzoniana memoria. L’insegnante di religione parla – o almeno, parlava – di bioetica, di difesa della vita umana. Parlava, perché dallo scorso novembre i venticinquemila insegnanti di religione si guarderanno bene dall’esporsi nel trattare una tematica così delicata e che facilmente fa vibrare le corde dell’orgoglio laicista, insieme alla questione del gender. Una questione che fa perdere il posto di lavoro per volontà della Curia. “La verità non va taciuta ne detta a metà ne ammorbidita”, tuonava con voce stentorea San Giovanni Paolo II. “Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore”, ricorda papa Francesco. Accade dunque che in ottobre l’insegnante di religione, verso il termine della lezione di bioetica chieda ai suoi nove alunni sedicenni, di cui quattro ragazze, se vogliano rendersi conto perché la chiesa ritenga l’interruzione volontaria di gravidanza un abominevole delitto. La legge 194 prevede che quando la donna è minorenne (art. 12), per interrompere la gravidanza nei primi 90 giorni sia necessario il consenso di entrambi i genitori o di chi esercita la tutela. Tuttavia, quando per vari motivi ciò non sia possibile, il giudice tutelare può dare il consenso all’interruzione della gravidanza. Inoltre in Italia l’età del consenso per disporre validamente della propria libertà sessuale è fissata a 14 anni. Ottenuto dunque il consenso entusiasta dei suoi alunni, il docente mostra con un piccolo lettore dvd posto su un banco, il vecchio video “L’urlo silenzioso” (1984) del medico americano Bernard Nathanson – ex abortista convinto – che mostra la realtà di un aborto eseguito con il metodo Karman in ecografia, quello più usato (64%) tuttora in Italia, secondo i dati del Ministero della Salute. L’articolo 33 della Costituzione Italiana ricorda che «l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento». Da questo principio deriva la libertà didattica di chi insegna. Le finalità e gli obiettivi dell’azione educativa dei docenti sono sì stabiliti normativamente: nelle leggi statali e regionali, nei programmi, nelle circolari e regolamenti applicativi, scendendo sempre più in dettaglio fino ai documenti programmatici del singolo Istituto scolastico. Ma questa quantità di disposizioni e indicazioni, proprio per l’art. 33, non può imporre ai docenti l’adozione di un preciso metodo d’insegnamento. Il “come”, cioè con quale metodologia specifica realizzare gli obiettivi dell’insegnamento stabiliti dalle norme, è lasciato alla libertà dei docenti: vale a dire alla loro ricerca didattica, alla loro scelta consapevole e quindi alla loro responsabilità personale, comprendenti anche l’utilizzo di foto e riprese filmiche rientranti nell’ambito sopra specificato dalla Direttiva n.104 del 30 novembre 2007 del Ministro della Pubblica Istruzione. Un video non particolarmente impressionante per adolescenti abituati a vedere ben di peggio. I genitori con l’adesione all’ora di religione automaticamente autorizzano il docente ad adottare i mezzi per che ritiene più opportuni per la sua didattica. Il video era usato da molti docenti di religione e ora non verrà mai più usato da nessuno per paura. Tuttavia i genitori di quei nove alunni – su un totale di novanta alunni soddisfatti del suo insegnamento – senza neppure consultare il docente “incriminato” scrivono subito alla Curia e al Preside e ottengono un immediato procedimento di revoca dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica al docente, dopo ventisei anni di servizio (e dieci libri pubblicati). La motivazione sarà poi quella di carenza di abilità didattica e pedagogica. Una vittoria totale del fronte laicista col plauso della Curia, disposta piuttosto a far dubitare delle sue qualità intellettuali, dato che si “accorge” della carenza dopo ventisei anni, per giunta legandola solo a singoli episodi di intolleranza laicista, senza aver verificato tecnicamente la capacità di insegnamento. Qualcuno ha voluto dare un segnale, tanto è vero che è stata apposta avvisata la stampa e in primis il laicissimo quotidiano “Repubblica”. Il risultato è prevedibile. Un docente sacrificato e venticinquemila “ammoniti” a non permettersi di trattare ancora del tema del “sacro laico” aborto. Come è possibile? È ancora lo stesso Pontefice a rispondere indirettamente – parlando delle Curie. Negli stessi giorni un cui si consumava la vicenda scriveva della loro «schizofrenia esistenziale» definita come «la malattia di coloro che vivono una doppia vita, frutto dell’ipocrisia tipica del mediocre e del progressivo vuoto spirituale che lauree o titoli accademici non possono colmare. Una malattia che colpisce spesso coloro che, abbandonando il sevizio pastorale, si limitano alle faccende burocratiche, perdendo così il contatto con la realtà, con le persone concrete». Una giustizia a doppio senso. La stessa Curia era stata coinvolta due settimane prima nello “scandalo” di aver inviato una lettera riservata a tutti i seimila docenti di religione della diocesi, chiedendo si segnalare iniziative pro gender nelle scuole. Anche qui la cosa finì sui giornali e l’iniziativa fu subito ritirata con le scuse pubbliche dello stesso Arcivescovo, quello della più grande diocesi del mondo. Quando invece fu uno dei suoi docenti ad essere attaccato, la reazione è stata ben diversa. Forte con i deboli e debole con i forti. Ancora Alzheimer spirituale? Sì, secondo Bergoglio. «Una Curia che non fa autocritica… che non cerca di migliorarsi è un corpo infermo». In sostanza il male è quello di una Chiesa che si piega al mondo per paura o convenienza e perde così la sua funzione profetica, avendo terrore dell’ultima beatitudine: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Mt 5,11). Il primo papa disse: “se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate” (1 Pt 3,14). Quello attuale lamenta l’«impietrimento» mentale e spirituale. Riguarda quelli che «perdono la serenità interiore, la vivacità e l’audacia e si nascondono sotto le carte diventando “macchine di pratiche” e non uomini di Dio». La Curia vuole vivere tranquilla. Non importa il motivo delle lamentele. La notizia della Curia Don Abbondio ha fatto il giro del mondo, ma d’altra parte “il coraggio uno non se lo può dare”.

Giorgio Nadali

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La battaglia satanica a favore di aborto e omosessualità: “Sono i nostri sacramenti”

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di Giorgio Nadali

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L’esorcista gesuita Padre Domenico Mondrone (1897-1985) ha rivelato che – nel corso di un esorcismo – il demonio dichiarò: «Vi ho portati a praticare l’aborto con cui fate stragi di uomini prima che nascano. Tutto quello che può rovinarvi non lascio intentato e ottengo ciò e voglio». Negli Stati Uniti d’America i membri del “Tempio satanico” http://thesatanictemple.com/ si sono schierati a sostegno governatore repubblicano della Florida Rick Scott per l’approvazione di un disegno di legge che consenta la preghiera nelle scuole pubbliche che permetterà ai bambini di pregare Satana, nonostante i membri del Tempio satanico non credano nel diavolo come entità soprannaturale. Il Tempio satanico fornirà opuscoli sul satanismo agli studenti della Florida, dopo la decisione del consiglio scolastico che permette la distribuzione di materiale religioso. “Sono abbastanza certo che tutti i bambini in queste scuole della Florida siano già a conoscenza della religione cristiana e la sua Bibbia, e questa potrebbe essere la prima esposizione per questi bambini alla pratica del satanismo. Pensiamo che molti studenti saranno molto curiosi di vedere ciò che offriamo “, ha dichiarato il portavoce della setta, Lucien Greaves. Lo scopo della setta è quello di «incoraggiare la benevolenza e l’empatia tra tutte le persone. Inoltre, sosteniamo il buon senso e la giustizia» e questo comprende la diffusione dell’aborto volontario libero e delle unioni gay. Da allora, hanno anche tenuto “una cerimonia formale per celebrare le unioni tra persone dello stesso sesso” sulla tomba della madre del leader della Chiesa Battista di Westboro, dichiarando che la donna era diventata lesbica, e ha commissionato una statua satanica alta due metri da collocare accanto al monumento ai Dieci Comandamenti a Oklahoma City (USA). Ora il Tempio satanico sta centrando la sua attenzione alle “campagne per affermare la nostra protezione religiosa per le donne nel bisogno e che vengono ostacolate da leggi irragionevoli”, concentrandosi sulla legislazione sull’aborto, che secondo loro andrebbe contro la scienza. Le restrizioni sull’aborto negli Stati Uniti d’America non sarebbero in realtà basate in medicina. Le leggi sul “consenso informato”, in genere richiedono alle donne di ricevere consulenza parte prima di poter procedere con all’aborto, sono ora in atto in 35 stati. Alcune leggi fanno dire in cinque stati degli USA che il feto è una persona e questo non piace ai satanisti. I membri del Tempio di Satana incoraggiano tutte le donne che condividono la loro fede nella precisione medica di cercare la propria esenzione da queste leggi, anche se non si identificano personalmente come sataniste. Hanno redatto una lettera di esempio per aiutare le donne a parlare con i loro medici circa la questione. I satanisti non sono gli unici attivisti che lottano contro la scienza utilizzata per giustificare le leggi anti-aborto. Il gruppo umanista laico Center for Inquiry ha recentemente lanciato una campagna “Mantenete la sanità pubblica laica e secolare” per incoraggiare gli americani a combattere contro le leggi che limitano l’accesso delle donne ai servizi sanitari, tra cui l’aborto. A Detroit, Michigan (Stati Uniti) tutte le volte che gli americani cercheranno di porre un freno all’aborto o di preservare le attuali leggi sul matrimonio, i seguaci di Satana attaccheranno. È la promessa di Lucien Greaves, che ha dichiarato sul settimanale Metro Times che vorrebbe aiutare le donne a sottrarsi alle leggi pro-vita sulla base del fatto che le restrizioni sull’aborto violano le loro credenze “religiose” sataniste. Ha inoltre aggiunto che il “matrimonio” tra omosessuali è un “sacramento” satanico. Secondo Greaves, il Governatore del Michigan Rick Snyder, un Repubblicano appartenente all’ala moderata del partito, “sta cercando da tempo di rendere impossibile per le donne interrompere una gravidanza”. La scorsa Pasqua è diventato effettiva una proposta di legge sottoscritta da Snyder che impone alle strutture statali dove si realizzano aborti di innalzare i loro standard di sicurezza e salute, occuparsi in maniera adeguata dei bambini abortiti e assicurarsi che non vi sia coercizione all’aborto. Un’altra, che esige un consenso specifico per iniziative riguardanti l’interruzione della gravidanza è divenuta legge lo scorso Marzo. Il Governatore aveva precedentemente sottoscritto una legge in base alla quale il medico deve dare alla donna l’opportunità di vedere una ecografia del suo bambino prima dell’aborto. “Riteniamo di dover proteggere le donne da procedure superflue come l’ecografia transvaginale, richiedendone l’esenzione per motivi religiosi” dice Greaves. La proposta di legge in questione di fatto non obbliga i medici a eseguire l’ecografia transvaginale, per quanto essa venga regolarmente effettuata durante l’operazione di interruzione di gravidanza. Greaves ha affermato sul sito Vice.com che i suoi seguaci di lucifero non sono adolescenti anti-sociali e delinquenti ma “satanisti con spirito civico e responsabilità sociale”. La visione del tempio satanico sull’aborto e la ridefinizione di matrimonio “in maniera forse involontaria conferma la posizione di molti del movimento pro-vita secondo i quali gli attacchi contro la famiglia e una vita umana innocente sono di origine diabolica” ha detto su LIfeSiteNews Adam Cassandra, responsabile delle comunicazioni per Human Life International. “Come Papa Francesco ha più volte ribadito, Satana esiste davvero” ha dichiarato. “Per quanto richiedano a gran voce “diritti” e “giustizia”, si identificano con la fonte di ogni male e inganno nel corso della storia dell’uomo”. In alcune occasioni, alcuni progressisti liberali hanno invocato forze demoniache nei loro tentativi di pressione sull’opinione pubblica. Lo scorso Luglio, un gruppo di sostenitori dell’aborto inneggiava a Satana mentre i cristiani cantavano Amazing Grace davanti al Parlamento del Texas prima che venisse approvata la legge che proibisce di interrompere la gravidanza oltre la ventesima settimana. “Questa mossa da parte del tempio satanico non fa che rafforzare la teoria che c’è qualcosa di ingannevole o malvagio dietro agli attacchi a livello mondiale contro la vita e il matrimonio” ha dichiarato Cassandra su LifeSiteNews. Greaves e i suoi seguaci delle tenebre sono finiti su tutti i giornali, con le loro minacce di portare le orazioni sataniche nelle scuole, i tentativi di erigere statue del diavolo sul suolo pubblico e celebrando messe nere all’Università di Harvard. Greaves, all’anagrafe Doug Mesner, sostiene che, anche se la sua organizzazione si chiama tempio satanico, in origine non c’erano organizzazioni né templi e nessuno dei suoi leader in realtà credeva nel diavolo. ”Per quanto vi fosse in origine l’idea che il tempio satanico dovesse fondarsi in qualche modo sul culto di una entità soprannaturale conosciuta come satana, nessuno di noi ci credeva davvero” dice Mesner su Vice.com. Secondo quanto afferma, alcuni amici lo avevano coinvolto perché aveva trascorso gli anni ad Harvard studiando teorie di complotto, tra cui storie fantasiose sull’Abuso rituale satanico. Il loro scopo era screditare gli argomenti a favore della libertà religiosa applicandoli a un culto satanico e realizzarci un documentario. Mesner fu assunto come loro portavoce e così nacque Lucien Greaves. Il “tempio” accolse pubblicamente la decisione del Governatore della Florida Rick Scott di sottoscrivere la legge che permetteva le preghiere a scuola ” che permette a bambini che normalmente non vi sarebbero mai venuti a contatto di studiare il culto satanico in classe”. “Gli Stati Uniti sono una nazione basata sul pluralismo religioso” dice Greaves. In seguito alla decisione dell’ Oklahoma di installare un monumento dei Dieci Comandamenti davanti al Parlamento, i seguaci di Greaves incominciarono a raccogliere fondi per costruire una statua di satana circondato da bambini adoranti da collocare al suo lato. Greaves ha comunicato a Fox News lo scorso mese che il suo gruppo aveva già raggiunto i ventimila dollari grazie all’iniziativa. Il tempio aveva anche programmato una “rievocazione” di una messa nera nell’università di Harvard in Maggio, ma l’evento fu cancellato pare su iniziativa del Rettore di Harvard Drew Faust la quale lo ha definito “volutamente irrispettoso e provocatorio”, e ha partecipato a una Processione Eucaristica per contrastare una possibile profanazione della Santa Eucarestia. Le autorità del Mississipi hanno accusato Mesner di avere profanato un cimitero dopo che lui e i suoi seguaci avevano celebrato una “messa rosa” nel Magnolia Cemetery a Meridian sulla tomba di Catherine Johnston, la madre di Fred Phelps Jr., fondatore della Chiesa Battista di Westboro. Il rito ha lo scopo di cambiare il suo orientamento sessuale nell’aldilà. Mesner aveva pubblicato lo scorso luglio alcune fotografie della cerimonia, tra le quali una che lo ritraeva mentre strofinava i propri genitali sulla lapide della defunta. “Fai un viaggio di chilometri per venire fin qui e compiere un gesto di questo tipo sulla tomba di una persona e dici che è per amore? Queste persone sono degli ipocriti. Non c’è altro che odio dietro a una azione di questo tipo” sostiene sul Meridian Starr il proprietario del cimitero, Bill Arlinghaus. Poco a poco però Greaves cominciò ad andare oltre gli scherzi macabri. Dice che lo scopo attuale del tempio satanico è avere dei gruppi di pressione a Washington D.C. e si lamenta del fatto che il culto satanico non avrebbe “nessuna influenza politica, nessun programma conosciuto, nessun sostegno”. Il suo gruppo sta “istituendo un fondo cassa” ha detto su Vice. Il documentario è stata accantonato da tempo, afferma. “Non abbiamo in cantiere nessun progetto per un film sul tempio satanico al momento. L’idea di un film è divenuta quanto meno secondaria”. Per Satana è molto importante dunque ottenere vittorie in campo politico promuovendo l’aborto e l’accettazione dell’omosessualità.

Giorgio Nadali

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