L’Alzheimer spirituale di Don Abbondio

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4di Giorgio Nadali

La Chiesa è malata di Alzheimer spirituale. Ipse dixit. Sono parole di papa Bergoglio. La malattia della faccia funerea riguarda le persone «burbere e arcigne, le quali ritengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e trattare gli altri – soprattutto quelli ritenuti inferiori – con rigidità, durezza e arroganza». Secondo papa Francesco «la severità teatrale e il pessimismo sterile sono spesso sintomi di paura e di insicurezza di sé. L’apostolo deve sforzarsi di essere una persona cortese, serena, entusiasta e allegra che trasmette gioia…». Accade anche che per difendere il valore della vita umana dal concepimento, gli insegnanti di religione vengano attaccati dal “fuoco amico” della propria Curia che dovrebbe piuttosto difenderne lo sforzo quotidiano in prima linea in un ambiente potenzialmente ostile e ad alta percentuale laicista. Il docente di religione è infatti – soprattutto nei grandi centri urbani, in primo luogo nel Nord Italia – come un simbolo dell’ingerenza della Chiesa Cattolica nella laicità dello Stato. Lo è almeno per quel settantacinque percento di docenti di estrazione ideologica e politica laicista che operano nella scuola italiana. La Curia malata di Alzheimer spirituale preferisce sacrificare un docente piuttosto che esporsi nella sua difesa, entrando in rotta di collisione con il mondo. È la scelta del Don Abbondio di manzoniana memoria. L’insegnante di religione parla – o almeno, parlava – di bioetica, di difesa della vita umana. Parlava, perché dallo scorso novembre i venticinquemila insegnanti di religione si guarderanno bene dall’esporsi nel trattare una tematica così delicata e che facilmente fa vibrare le corde dell’orgoglio laicista, insieme alla questione del gender. Una questione che fa perdere il posto di lavoro per volontà della Curia. “La verità non va taciuta ne detta a metà ne ammorbidita”, tuonava con voce stentorea San Giovanni Paolo II. “Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore”, ricorda papa Francesco. Accade dunque che in ottobre l’insegnante di religione, verso il termine della lezione di bioetica chieda ai suoi nove alunni sedicenni, di cui quattro ragazze, se vogliano rendersi conto perché la chiesa ritenga l’interruzione volontaria di gravidanza un abominevole delitto. La legge 194 prevede che quando la donna è minorenne (art. 12), per interrompere la gravidanza nei primi 90 giorni sia necessario il consenso di entrambi i genitori o di chi esercita la tutela. Tuttavia, quando per vari motivi ciò non sia possibile, il giudice tutelare può dare il consenso all’interruzione della gravidanza. Inoltre in Italia l’età del consenso per disporre validamente della propria libertà sessuale è fissata a 14 anni. Ottenuto dunque il consenso entusiasta dei suoi alunni, il docente mostra con un piccolo lettore dvd posto su un banco, il vecchio video “L’urlo silenzioso” (1984) del medico americano Bernard Nathanson – ex abortista convinto – che mostra la realtà di un aborto eseguito con il metodo Karman in ecografia, quello più usato (64%) tuttora in Italia, secondo i dati del Ministero della Salute. L’articolo 33 della Costituzione Italiana ricorda che «l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento». Da questo principio deriva la libertà didattica di chi insegna. Le finalità e gli obiettivi dell’azione educativa dei docenti sono sì stabiliti normativamente: nelle leggi statali e regionali, nei programmi, nelle circolari e regolamenti applicativi, scendendo sempre più in dettaglio fino ai documenti programmatici del singolo Istituto scolastico. Ma questa quantità di disposizioni e indicazioni, proprio per l’art. 33, non può imporre ai docenti l’adozione di un preciso metodo d’insegnamento. Il “come”, cioè con quale metodologia specifica realizzare gli obiettivi dell’insegnamento stabiliti dalle norme, è lasciato alla libertà dei docenti: vale a dire alla loro ricerca didattica, alla loro scelta consapevole e quindi alla loro responsabilità personale, comprendenti anche l’utilizzo di foto e riprese filmiche rientranti nell’ambito sopra specificato dalla Direttiva n.104 del 30 novembre 2007 del Ministro della Pubblica Istruzione. Un video non particolarmente impressionante per adolescenti abituati a vedere ben di peggio. I genitori con l’adesione all’ora di religione automaticamente autorizzano il docente ad adottare i mezzi per che ritiene più opportuni per la sua didattica. Il video era usato da molti docenti di religione e ora non verrà mai più usato da nessuno per paura. Tuttavia i genitori di quei nove alunni – su un totale di novanta alunni soddisfatti del suo insegnamento – senza neppure consultare il docente “incriminato” scrivono subito alla Curia e al Preside e ottengono un immediato procedimento di revoca dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica al docente, dopo ventisei anni di servizio (e dieci libri pubblicati). La motivazione sarà poi quella di carenza di abilità didattica e pedagogica. Una vittoria totale del fronte laicista col plauso della Curia, disposta piuttosto a far dubitare delle sue qualità intellettuali, dato che si “accorge” della carenza dopo ventisei anni, per giunta legandola solo a singoli episodi di intolleranza laicista, senza aver verificato tecnicamente la capacità di insegnamento. Qualcuno ha voluto dare un segnale, tanto è vero che è stata apposta avvisata la stampa e in primis il laicissimo quotidiano “Repubblica”. Il risultato è prevedibile. Un docente sacrificato e venticinquemila “ammoniti” a non permettersi di trattare ancora del tema del “sacro laico” aborto. Come è possibile? È ancora lo stesso Pontefice a rispondere indirettamente – parlando delle Curie. Negli stessi giorni un cui si consumava la vicenda scriveva della loro «schizofrenia esistenziale» definita come «la malattia di coloro che vivono una doppia vita, frutto dell’ipocrisia tipica del mediocre e del progressivo vuoto spirituale che lauree o titoli accademici non possono colmare. Una malattia che colpisce spesso coloro che, abbandonando il sevizio pastorale, si limitano alle faccende burocratiche, perdendo così il contatto con la realtà, con le persone concrete». Una giustizia a doppio senso. La stessa Curia era stata coinvolta due settimane prima nello “scandalo” di aver inviato una lettera riservata a tutti i seimila docenti di religione della diocesi, chiedendo si segnalare iniziative pro gender nelle scuole. Anche qui la cosa finì sui giornali e l’iniziativa fu subito ritirata con le scuse pubbliche dello stesso Arcivescovo, quello della più grande diocesi del mondo. Quando invece fu uno dei suoi docenti ad essere attaccato, la reazione è stata ben diversa. Forte con i deboli e debole con i forti. Ancora Alzheimer spirituale? Sì, secondo Bergoglio. «Una Curia che non fa autocritica… che non cerca di migliorarsi è un corpo infermo». In sostanza il male è quello di una Chiesa che si piega al mondo per paura o convenienza e perde così la sua funzione profetica, avendo terrore dell’ultima beatitudine: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Mt 5,11). Il primo papa disse: “se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate” (1 Pt 3,14). Quello attuale lamenta l’«impietrimento» mentale e spirituale. Riguarda quelli che «perdono la serenità interiore, la vivacità e l’audacia e si nascondono sotto le carte diventando “macchine di pratiche” e non uomini di Dio». La Curia vuole vivere tranquilla. Non importa il motivo delle lamentele. La notizia della Curia Don Abbondio ha fatto il giro del mondo, ma d’altra parte “il coraggio uno non se lo può dare”.

Giorgio Nadali

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La battaglia satanica a favore di aborto e omosessualità: “Sono i nostri sacramenti”

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di Giorgio Nadali

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L’esorcista gesuita Padre Domenico Mondrone (1897-1985) ha rivelato che – nel corso di un esorcismo – il demonio dichiarò: «Vi ho portati a praticare l’aborto con cui fate stragi di uomini prima che nascano. Tutto quello che può rovinarvi non lascio intentato e ottengo ciò e voglio». Negli Stati Uniti d’America i membri del “Tempio satanico” http://thesatanictemple.com/ si sono schierati a sostegno governatore repubblicano della Florida Rick Scott per l’approvazione di un disegno di legge che consenta la preghiera nelle scuole pubbliche che permetterà ai bambini di pregare Satana, nonostante i membri del Tempio satanico non credano nel diavolo come entità soprannaturale. Il Tempio satanico fornirà opuscoli sul satanismo agli studenti della Florida, dopo la decisione del consiglio scolastico che permette la distribuzione di materiale religioso. “Sono abbastanza certo che tutti i bambini in queste scuole della Florida siano già a conoscenza della religione cristiana e la sua Bibbia, e questa potrebbe essere la prima esposizione per questi bambini alla pratica del satanismo. Pensiamo che molti studenti saranno molto curiosi di vedere ciò che offriamo “, ha dichiarato il portavoce della setta, Lucien Greaves. Lo scopo della setta è quello di «incoraggiare la benevolenza e l’empatia tra tutte le persone. Inoltre, sosteniamo il buon senso e la giustizia» e questo comprende la diffusione dell’aborto volontario libero e delle unioni gay. Da allora, hanno anche tenuto “una cerimonia formale per celebrare le unioni tra persone dello stesso sesso” sulla tomba della madre del leader della Chiesa Battista di Westboro, dichiarando che la donna era diventata lesbica, e ha commissionato una statua satanica alta due metri da collocare accanto al monumento ai Dieci Comandamenti a Oklahoma City (USA). Ora il Tempio satanico sta centrando la sua attenzione alle “campagne per affermare la nostra protezione religiosa per le donne nel bisogno e che vengono ostacolate da leggi irragionevoli”, concentrandosi sulla legislazione sull’aborto, che secondo loro andrebbe contro la scienza. Le restrizioni sull’aborto negli Stati Uniti d’America non sarebbero in realtà basate in medicina. Le leggi sul “consenso informato”, in genere richiedono alle donne di ricevere consulenza parte prima di poter procedere con all’aborto, sono ora in atto in 35 stati. Alcune leggi fanno dire in cinque stati degli USA che il feto è una persona e questo non piace ai satanisti. I membri del Tempio di Satana incoraggiano tutte le donne che condividono la loro fede nella precisione medica di cercare la propria esenzione da queste leggi, anche se non si identificano personalmente come sataniste. Hanno redatto una lettera di esempio per aiutare le donne a parlare con i loro medici circa la questione. I satanisti non sono gli unici attivisti che lottano contro la scienza utilizzata per giustificare le leggi anti-aborto. Il gruppo umanista laico Center for Inquiry ha recentemente lanciato una campagna “Mantenete la sanità pubblica laica e secolare” per incoraggiare gli americani a combattere contro le leggi che limitano l’accesso delle donne ai servizi sanitari, tra cui l’aborto. A Detroit, Michigan (Stati Uniti) tutte le volte che gli americani cercheranno di porre un freno all’aborto o di preservare le attuali leggi sul matrimonio, i seguaci di Satana attaccheranno. È la promessa di Lucien Greaves, che ha dichiarato sul settimanale Metro Times che vorrebbe aiutare le donne a sottrarsi alle leggi pro-vita sulla base del fatto che le restrizioni sull’aborto violano le loro credenze “religiose” sataniste. Ha inoltre aggiunto che il “matrimonio” tra omosessuali è un “sacramento” satanico. Secondo Greaves, il Governatore del Michigan Rick Snyder, un Repubblicano appartenente all’ala moderata del partito, “sta cercando da tempo di rendere impossibile per le donne interrompere una gravidanza”. La scorsa Pasqua è diventato effettiva una proposta di legge sottoscritta da Snyder che impone alle strutture statali dove si realizzano aborti di innalzare i loro standard di sicurezza e salute, occuparsi in maniera adeguata dei bambini abortiti e assicurarsi che non vi sia coercizione all’aborto. Un’altra, che esige un consenso specifico per iniziative riguardanti l’interruzione della gravidanza è divenuta legge lo scorso Marzo. Il Governatore aveva precedentemente sottoscritto una legge in base alla quale il medico deve dare alla donna l’opportunità di vedere una ecografia del suo bambino prima dell’aborto. “Riteniamo di dover proteggere le donne da procedure superflue come l’ecografia transvaginale, richiedendone l’esenzione per motivi religiosi” dice Greaves. La proposta di legge in questione di fatto non obbliga i medici a eseguire l’ecografia transvaginale, per quanto essa venga regolarmente effettuata durante l’operazione di interruzione di gravidanza. Greaves ha affermato sul sito Vice.com che i suoi seguaci di lucifero non sono adolescenti anti-sociali e delinquenti ma “satanisti con spirito civico e responsabilità sociale”. La visione del tempio satanico sull’aborto e la ridefinizione di matrimonio “in maniera forse involontaria conferma la posizione di molti del movimento pro-vita secondo i quali gli attacchi contro la famiglia e una vita umana innocente sono di origine diabolica” ha detto su LIfeSiteNews Adam Cassandra, responsabile delle comunicazioni per Human Life International. “Come Papa Francesco ha più volte ribadito, Satana esiste davvero” ha dichiarato. “Per quanto richiedano a gran voce “diritti” e “giustizia”, si identificano con la fonte di ogni male e inganno nel corso della storia dell’uomo”. In alcune occasioni, alcuni progressisti liberali hanno invocato forze demoniache nei loro tentativi di pressione sull’opinione pubblica. Lo scorso Luglio, un gruppo di sostenitori dell’aborto inneggiava a Satana mentre i cristiani cantavano Amazing Grace davanti al Parlamento del Texas prima che venisse approvata la legge che proibisce di interrompere la gravidanza oltre la ventesima settimana. “Questa mossa da parte del tempio satanico non fa che rafforzare la teoria che c’è qualcosa di ingannevole o malvagio dietro agli attacchi a livello mondiale contro la vita e il matrimonio” ha dichiarato Cassandra su LifeSiteNews. Greaves e i suoi seguaci delle tenebre sono finiti su tutti i giornali, con le loro minacce di portare le orazioni sataniche nelle scuole, i tentativi di erigere statue del diavolo sul suolo pubblico e celebrando messe nere all’Università di Harvard. Greaves, all’anagrafe Doug Mesner, sostiene che, anche se la sua organizzazione si chiama tempio satanico, in origine non c’erano organizzazioni né templi e nessuno dei suoi leader in realtà credeva nel diavolo. ”Per quanto vi fosse in origine l’idea che il tempio satanico dovesse fondarsi in qualche modo sul culto di una entità soprannaturale conosciuta come satana, nessuno di noi ci credeva davvero” dice Mesner su Vice.com. Secondo quanto afferma, alcuni amici lo avevano coinvolto perché aveva trascorso gli anni ad Harvard studiando teorie di complotto, tra cui storie fantasiose sull’Abuso rituale satanico. Il loro scopo era screditare gli argomenti a favore della libertà religiosa applicandoli a un culto satanico e realizzarci un documentario. Mesner fu assunto come loro portavoce e così nacque Lucien Greaves. Il “tempio” accolse pubblicamente la decisione del Governatore della Florida Rick Scott di sottoscrivere la legge che permetteva le preghiere a scuola ” che permette a bambini che normalmente non vi sarebbero mai venuti a contatto di studiare il culto satanico in classe”. “Gli Stati Uniti sono una nazione basata sul pluralismo religioso” dice Greaves. In seguito alla decisione dell’ Oklahoma di installare un monumento dei Dieci Comandamenti davanti al Parlamento, i seguaci di Greaves incominciarono a raccogliere fondi per costruire una statua di satana circondato da bambini adoranti da collocare al suo lato. Greaves ha comunicato a Fox News lo scorso mese che il suo gruppo aveva già raggiunto i ventimila dollari grazie all’iniziativa. Il tempio aveva anche programmato una “rievocazione” di una messa nera nell’università di Harvard in Maggio, ma l’evento fu cancellato pare su iniziativa del Rettore di Harvard Drew Faust la quale lo ha definito “volutamente irrispettoso e provocatorio”, e ha partecipato a una Processione Eucaristica per contrastare una possibile profanazione della Santa Eucarestia. Le autorità del Mississipi hanno accusato Mesner di avere profanato un cimitero dopo che lui e i suoi seguaci avevano celebrato una “messa rosa” nel Magnolia Cemetery a Meridian sulla tomba di Catherine Johnston, la madre di Fred Phelps Jr., fondatore della Chiesa Battista di Westboro. Il rito ha lo scopo di cambiare il suo orientamento sessuale nell’aldilà. Mesner aveva pubblicato lo scorso luglio alcune fotografie della cerimonia, tra le quali una che lo ritraeva mentre strofinava i propri genitali sulla lapide della defunta. “Fai un viaggio di chilometri per venire fin qui e compiere un gesto di questo tipo sulla tomba di una persona e dici che è per amore? Queste persone sono degli ipocriti. Non c’è altro che odio dietro a una azione di questo tipo” sostiene sul Meridian Starr il proprietario del cimitero, Bill Arlinghaus. Poco a poco però Greaves cominciò ad andare oltre gli scherzi macabri. Dice che lo scopo attuale del tempio satanico è avere dei gruppi di pressione a Washington D.C. e si lamenta del fatto che il culto satanico non avrebbe “nessuna influenza politica, nessun programma conosciuto, nessun sostegno”. Il suo gruppo sta “istituendo un fondo cassa” ha detto su Vice. Il documentario è stata accantonato da tempo, afferma. “Non abbiamo in cantiere nessun progetto per un film sul tempio satanico al momento. L’idea di un film è divenuta quanto meno secondaria”. Per Satana è molto importante dunque ottenere vittorie in campo politico promuovendo l’aborto e l’accettazione dell’omosessualità.

Giorgio Nadali

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Verità contro Relativismo

di Giorgio Nadali – www.giorgionadali.it

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«Segui il consiglio del tuo cuore, perché nessuno ti sarà più fedele di lui» – dice il libro del Siracide (37,13) nell’Antico Testamento. A volte però non è così facile distinguere il bene dal male e fare delle scelte corrette, «perché anche satana si maschera da angelo di luce» (2 Corinzi 12,14). Si maschera da verità, lui che «è padre della menzogna» (Giovanni 8,44). ). “Se qualcuno di voi manca di sapienza – scrive San Giacomo – la domandi a Dio, che dona a tutti generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data. La domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all’onda del mare mossa e agitata dal vento” (Giacomo 1,5-6). Siamo divisi tra ciò che vorremmo e ciò che dovremmo. Il relativismo è quella visione che mette sullo stesso piano ogni opinione personale. Tutto è valido e non esistono valori validi per tutti. Ciò che io ritengo bene è bene e ciò che io ritengo male è male. Io sono l’autore della mia morale personale, senza riferimenti ad un criterio oggettivo. Io divento il dio di me stesso, come vuole Satana (Genesi 3,5). Il relativismo porta a non comprendere che il bene e il male possono essere assoluti. Insomma, senza se e senza ma, Come dice Gesù: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”. (Matteo 5,37). Il dono del consiglio è molto importante oggi proprio perché è diffuso il relativismo, cioè la confusione tra bene e male. Siamo divisi tra ciò che vorremmo e ciò che dovremmo e confondiamo i nostri diritti con i nostri capricci. Il relativismo porta a non comprendere che il bene e il male possono essere assoluti. Insomma senza se e senza ma, Come dice Gesù: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”. (Matteo 5,37). È uno dei tre mali filosofici della società moderna, che conduce di conseguenza alla nascita e diffusione di presunti (falsi) che si crede di avere e invece non si hanno. Mi invento quindi i diritti che mi fanno più comodo. Se non c’è più una norma oggettiva con la quale confrontarsi – che in ultima analisi è Dio stesso – tutto diventa possibile e diviene invece impossibile criticare e condannare anche il male più efferato non potendolo confrontare con la Verità assoluta. Tutto è possibile. Ma questa è la rovina dell’uomo. “Se Dio non esiste tutto è concesso” – scriveva Dostoevskij. L’uomo si sostituisce a Dio e diventa lui stesso la fonte della norma morale e il suo egoismo diviene il punto di rifermento per ogni scelta. È ciò che voleva Satana nel racconto biblico di Adamo ed Eva: «Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». (Genesi 3,5). La conseguenza è il terzo male filosofico moderno: l’individualismo etico. Io mi creo la morale che mi fa più comodo. Il peccato non esiste. Mentre per un cristiano c’è una sola Verità: Gesù Cristo. «Io sono la via, la verità e la vita» (Giovanni 14,6) «La verità vi farà liberi» (Giovanni 8,32). Il male rende meno uomini. Consigliare nella Verità chi è nel dubbio è agire nella carità per orientare le scelte verso il bene e quindi la felicità della persona. Consigliano i dubbiosi i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti illuminati da Dio, i direttori spirituali laici e religiosi,  e chiunque abbia la competenza e la buona volontà di aiutare chi è nel dubbio. Durante la messa per eleggere il nuovo Papa – che sarebbe poi stato lui – il cardinale Joseph Ratzinger ricordò che «si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo». Il relativismo nega i valori assoluti e mette nel dubbio le coscienze appiattendo ogni scelta etica come ugualmente valida e accettabile. Il suo predecessore – papa San Giovanni Paolo II – osservava nell’enciclica sulla fede e la ragione (Fides et Ratio) che «sono derivate varie forme di agnosticismo e di relativismo, che hanno portato la ricerca filosofica a smarrirsi nelle sabbie mobili di un generale scetticismo. Di recente, poi, hanno assunto rilievo diverse dottrine che tendono a svalutare perfino quelle verità che l’uomo era certo di aver raggiunte». Confondere le coscienze e il bene col male, lasciare l’uomo nel dubbio e “cambiare le carte in tavola” è una delle specialità di Satana. Difatti nell’enciclica sulla verità (Veritatis Splendor) scrive: «Chiamati alla salvezza mediante la fede in Gesù Cristo, “luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,9), gli uomini diventano “luce nel Signore” e “figli della luce” (Ef 5,8) e si santificano con “l’obbedienza alla verità” (1 Pt 1,22). Questa obbedienza non è sempre facile. In seguito a quel misterioso peccato d’origine, commesso per istigazione di Satana, che è “menzognero e padre della menzogna” (Gv 8,44), l’uomo è permanentemente tentato di distogliere il suo sguardo dal Dio vivo e vero per volgerlo agli idoli (cf 1 Ts 1,9), cambiando “la verità di Dio con la menzogna” (Rm 1,25); viene allora offuscata anche la sua capacità di conoscere la verità e indebolita la sua volontà di sottomettersi ad essa. E così, abbandonandosi al relativismo e allo scetticismo (cf. Gv 18, 38), egli va alla ricerca di una illusoria libertà al di fuori della stessa verità». «Che cos’è la verità?» si chiede Ponzio Pilato davanti a Gesù (Giovanni 18,38). Consigliare i dubbiosi è aiutare a trovare la verità. L’opposto del confondere le coscienze. La verità non ammette compromessi (“non dire falsa testimonianza” – ottavo comandamento) a costo della propria croce e a costo delle persecuzioni che possono arrivare dalla società e dalla cultura relativista nemica della Via, della Verità e della Vita (Giovanni 14,6). Il cristiano non ha la verità in tasca. L’ha nel cuore. Una sola Verità: Gesù Cristo.

Giorgio Nadali

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La preghiera spudorata

di Giorgio Nadali

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La gente è molto timida con Dio. Qualcuno le ha insegnato a non infastidirlo troppo. A tenere un basso profilo. Si ha come il timore di una preghiera “spudorata”. Anni di educazione religiosa ci hanno abituato a domandare a Dio il minimo indispensabile. “Signore, aiutami a tirare avanti”. Non è un a preghiera sbagliata. È una preghiera che limita Dio. Per le cose ordinarie non c’è bisogno di un intervento divino. Nessuno ci ha mai insegnato a pregare in grande. Ad un grande Dio si chiedono cose grandi. Non è spudoratezza. È fede. Cosa vuol dire cose grandi? Vuol dire credere sul serio che a Dio nulla è impossibile (Luca 1,37) e credere nel suo amore che vuole donarci molto di più di quanto noi stessi osiamo sperare. Prova a pensare ad un sogno che ritieni irrealizzabile per la tua vita. Ecco, Dio vuole donarci ancora più di quello. Lo crediamo? Molti non lo credono affatto perché sono stati educati ad una fede mediocre. Pensano che ciò che hanno è già il massimo che Dio ha voluto donare per loro. Pensano che Dio non possa volere il nostro successo. Anzi, il successo personale è quasi un peccato. Meglio essere mediocri per essere di bravi cristiani. Invece, è un peccato proprio credere questo. Perché l’uomo vivente è la gloria di Dio e ciò che Dio vuole donarci di grande e “impossibile” è un segno agli altri del suo amore e della sua potenza. Non si dà una grande testimonianza andando in giro a testa bassa facendo credere al mondo che la tua fede in Cristo è quella della rassegnazione e del tirare a campare. Un peccato contro lo Spirito Santo. Un peccato anche di ignoranza. La Parola di Dio dice: «cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore» (Salmo 36,4). I desideri del tuo cuore… Non barare. Tanto Dio li vede già, anche se non vuoi presentarglieli. Ora, qualcuno ti ha fatto credere che nessuno di questi desideri da presentare a Dio possa essere di natura materiale. Si confonde il benessere, anche economico con il materialismo (che è l’adorazione delle cose materiali). Invece Gesù ha incluso anche il pane quotidiano nelle richieste del Padre Nostro e il considerare la materia come impura è sconfinare in una filosofia che nulla ha a che fare col Cristianesimo. È gnosticismo. Eresia. Corpo, materia, esigenze terrene, benessere, successo, sesso, piacere e denaro non sono affatto cose “demoniache” in quanto tali, per il Cristianesimo. Sempre a patto di non confondere la fede con la bigotteria, ma Gesù aveva parecchio da ridire su quella dei “puri” Farisei del suo tempo.

Probabilmente la maggioranza si ricorda il detto popolare «il denaro è lo sterco del diavolo» e le dichiarazioni di Gesù contro la ricchezza: «è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli» (Luca 18,25), «vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi» (Luca 18,22). Si confonde il voto di povertà con il valore della povertà valido per ogni cristiano. Ci si è fatti l’idea che il Cristianesimo odi il benessere e il successo personali Si confonde il potere con l’arroganza e il successo con la prevaricazione. In realtà Gesù mette in guardia dalla ricchezza economica che – quando è abbondante – può facilmente può prendere il primo posto nel cuore della persona e sostituirsi a Dio. Per cui si confonde il valore della povertà evangelica con la miseria o la mediocrità e si crede che Dio voglia il minimo indispensabile per noi, non il massimo possibile. La povertà è in realtà l’uso dei beni materiali con distacco in modo da non renderli un idolo. Il povero del Vangelo non è un pezzente. È la persona che sa godere dei suoi beni senza che questi prendano il posto di Dio nella sua vita. Per cui non vi è nulla di male a chiedere a Dio una casa migliore, anzi, una casa decisamente molto bella o una professione di successo. Dio può aprire delle porte che agli uomini sono impossibili. Ma il limite di tutto ciò è proprio la fede di prega. Se chiedi a Dio di tirare a campare sino a fine mese, questo otterrai. Il fatto che Dio vuole e può molto di più per noi. Ma siccome non lo crediamo, non lo preghiamo neppure e di conseguenza non lo otterremo mai. E la frase d Gesù «Tutto è possibile per chi crede» (Marco 9,23) rimane una bella teoria spirituale che ben poco ha a che fare con la nostra vita concreta di ogni giorno. C’è una falsa vergona religiosa nei confronti di un Padre che – come ogni padre e molto di più – vuole il massimo per ogni singolo figlio e ha desideri e progetti di abbondanza per ognuno, non certo di mediocrità. Per cui dico la mi preghierina banale. Fammi tirare a campare come posso. Poi vado a giocare a Superenalotto e quant’altro. Mi vergogno di chiedere a Dio il successo e il benessere. Meglio chiederlo alla dea fortuna pagana, no?

La teologia della prosperità (a volte indicata come il Vangelo della prosperità o il Vangelo della salute e del benessere) è una dottrina religiosa cristiana secondo cui Dio vuole benedire la vita dei cristiani sia in senso spirituale, sia materiale ed economico. Basata su interpretazioni della Bibbia, spesso con enfasi sul Libro di Malachia, la dottrina considera la bibbia, un contratto tra Dio e gli esseri umani: se questi hanno fede in Dio, Egli garantirà le sue promesse di sicurezza e di prosperità. Riconoscere queste promesse con fede permette a Dio di ricolmare il fedele con le sue benedizioni. I fautori insegnano che questa dottrina è un aspetto del percorso di dominio cristiano sulla società, sostenendo che la promessa di Dio di dominio in Israele si applica ai cristiani di oggi. La dottrina pone l’accento sull’importanza della crescita personale, proponendo che è  volontà di Dio che il suo popolo sia felice. L’espiazione (riconciliazione con Dio) è interpretata come alleviamento della malattia e della povertà, viste come maledizioni a causa della mancanza di fede.

Negli anni cinquanta del XX secolo la teologia della prosperità si è sviluppata negli Stati Uniti, anche se i commentatori hanno collegato le origini della sua teologia al movimento del New Thought (Nuovo Pensiero). La teologia della prosperità ha visto un’ulteriore diffusione negli anni Ottanta del XX secolo col il tele-evangelismo statunitense. Negli anni novanta e duemila, fu adottato da influenti leader del Movimento carismatico e promosso da missionari cristiani in tutto il mondo, portando a volte alla creazione di mega-chiese. Le figure prominenti nello sviluppo della teologia della prosperità sono E. W. Kenyon, Oral Roberts, A. A. Allen, Robert Tilton, T. L. Osborne Kenneth Hagin. I principi della teologia della prosperità sono ecumenici. Nascono in ambiente protestante, ma qualsiasi Chiesa cristiana può accettarli, anche se con accenti diversi. Sono quindi validi anche per la Chiesa cristiana più grande, quella cattolica..

Le Chiese in cui è insegnato il Vangelo della prosperità sono spesso non-confessionali e solitamente dirette da un unico pastore o da un leader, anche se alcuni hanno sviluppato delle reti “multi-chiesa” che hanno somiglianze in varie denominazioni. Queste chiese in genere dedicano molto tempo ad insegnare la fede in una prospettiva di discorso positivo. La fede è in sostanza positività verso la vita – dono di Dio – non rassegnazione passiva. Le Chiese della prosperità spesso predicano riguardo a responsabilità finanziarie del fedele verso la congregazione, anche se alcuni giornalisti e accademici hanno criticato la loro predicazione in questo settore come ingannevole. La Teologia della prosperità è stata criticata dai leader di movimenti pentecostali e carismatici, e da altre confessioni cristiane.

La teologia della prosperità insegna che i cristiani hanno diritto al benessere perché la realtà fisica e quella spirituale sono viste come una realtà inscindibile. Questo è interpretato come salute fisica e prosperità economica. Gli insegnanti della dottrina si concentrano sulla realizzazione personale, promuovendo una visione positiva dello spirito e del corpo. Essi sostengono che i cristiani hanno avuto potere sopra la creazione perché sono fatti a immagine di Dio e insegnano che la fede positiva permette ai cristiani di esercitare il dominio positivo sulla realtà circostante. La povertà e la malattia sono espresse come maledizioni che possono essere eliminate da una giusta disposizione di fede. Vi sono, tuttavia, alcune chiese della prosperità che cercano un paradigma più moderato o riformato di prosperità. Kirbyjon Caldwell, pastore di una mega-chiesa metodista, supporta una teologia della vita prosperosa affermando che la prosperità è accessibile per tutti, come un percorso di lotta contro la povertà.

La stessa croce di Cristo appare una sconfitta al mondo. Il Venerdì Santo è la sconfitta. Tuttavia dopo solo due giorni Cristo vince la morte. La Domenica di Pasqua è il successo della vita che vince la morte. È il successo dell’amore di Dio sul peccato dell’uomo. Dio ci vuole vincenti come lui, non ci vuole perdenti depressi e rassegnati. Molte Chiese dovrebbero riscoprire la gioia contagiosa di essere cristiani. Essere seguaci di Cristo vuol dire sì prendere la croce per seguirlo, ma non vuol dire vivere una vita depressa tantomeno una vita stoica di privazioni. Forse è bene ricordare che Cristo godeva pienamente della vita terrena, in tutto fuorché nel peccato. Il primo miracolo lo fa mentre si sta divertendo a una festa di nozze con amici a Cana di Galilea, bevendo vino e probabilmente cantando e danzando. Più tardi sarà accusato malignamente di essere un “beone” e un “mangione”. Una figura notevolmente diversa dal primo Buddha storico, Siddharta Gautama, che va a meditare sotto l’albero Bodhi, rinunciando a tutto. Insegnerà che la  vita è «tutto è dolore», dal quale si esce «eliminando qualsiasi desiderio». Troppa predicazione cristiana ha spinto l’acceleratore sulla rinuncia, sulla criminalizzazione del desiderio in quanto tale e del piacere. Secondo la fede cristiana il piacere e il desiderio non sono sinonimi di peccato. Dio non vuole l’uomo depresso e triste. Il Vangelo è gioia e Cristo dimostra che si può godere pienamente della vita, senza peccare. Dopotutto Cristo nel Vangelo dice: «Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Giovanni 15,11). La ricchezza economica personale (da condividere con chi ha più bisogno) è interpretata nella teologia della prosperità come una benedizione di Dio, ottenuta attraverso un fede positiva.

L’insegnamento della teologia di prosperità sul professare positivamente la propria fede deriva dalla Sacra Scrittura. La Bibbia è vista come un contratto di fede tra Dio e i credenti; Dio è fedele e giusto, così i credenti devono rispettare il loro contratto per ricevere le promesse di Dio. Questo porta a una credenza nella confessione positiva. Secondo tale dottrina i credenti possono pretendere da Dio, qualunque cosa essi desiderino semplicemente pronunciando parole di fede sulla propria vita. E questa è decisamente una grande fede! Fai come me. Prega ogni giorno Dio di ricolmarti – lo ripeto: ricolmarti – del suo favore e della sua benedizione. Prega per cose “grandi” nella tua vita, che ti sembrano impossibili. Se non sei d’accordo, sii coerente. Fai voto di povertà.

 

Giorgio Nadali


Atesimo contro Fede. Quale futuro per le Religioni?

Europe-atheism-2005[polldaddy poll=8192170]

 

di Giorgio Nadali

Dai dati del 2012[1], nel mondo 910 milioni di persone sono dichiaratamente atee. Le persone non religiose, ma non atee sono un miliardo e 610 milioni. Quelle religiose a vari livelli sono quattro miliardi e 130 milioni. Il Paese con più atei è la Cina (47%), seguita da Giappone e Repubblica Ceca. Il Paese col maggior numero di persone religiose è il Ghana (96%), seguito da Nigeria e Armenia.

Il Paese col più alto numero di atei in Europa è la Francia col 29%, quarto posto nel mondo. L’Italia è al diciottesimo posto per ateismo con l’8% e al venticinquesimo per religiosità con il 73%.  Col più basso numero di atei in Europa (0 – 5%) Romania, Grecia, Malta, Irlanda e Polonia. Gli atei sono passati dal 4% al 7% in trentanove Paesi monitorati nel mondo dal 2005 al 2012. 13% in tutto il mondo.

Le ragioni dell’ateismo sono sostanzialmente quattro a mio avviso. Tutte rispettabili. Primo. Il dolore. Non si accetta il fatto che Dio permetta la sofferenza nel mondo. Secondo. Esempi negativi ricevuti dai credenti. Terzo. Ideologici politici. È probabile anche se non certo che l’adesione radicale alla visione marxista e comunista impedisca l’apertura a una fede religiosa. Quarto. Razionalismo. Non è la razionalità, che è l’uso della ragione, ma la convinzione che solo la ragione possa spiegare ogni cosa. Fatto per altro impossibile, dato che proprio l’amore e l’innamoramento che mandano avanti i rapporti umani sono fatti irrazionali, non spiegabili con la sola ragione. Ragione senza fede (razionalismo) e fede senza ragione (fideismo) sono due visioni estreme che rinunciano o alla spiritualità o alla razionalità umane. Il fideismo può portare a fenomeni anche gravi di fanatismo religioso, tanto quanto il razionalismo può portare all’intolleranza del laicismo. Il laicismo vorrebbe escludere la cultura religiosa dalla società in cui vive. Un fatto impossibile. Non esiste un Paese al mondo in cui una persona non possa essere coinvolta anche senza volerlo, credente o meno, dalla cultura religiosa. Non esistono Paesi atei, ma alcuni regimi atei. Ad esempio in Italia vi sono cinquantanove giorni di festa (domeniche comprese) per tutti (atei e credenti) legati al cattolicesimo, contro solo tre giorni festivi legati esclusivamente allo Stato laico. 721 comuni italiani (su ottomila) hanno un nome religioso legato al cattolicesimo, più mezzo milione di nomi di piazze, viali, vie, ecc. Tutte le autoambulanze hanno una croce “greca” e la croce “latina” è presente anche sul palazzo del Quirinale (Presidenza della Repubblica) sulla Torre dei Venti, oltre che nei tribunali, carceri e ospedali.

Previsioni errate… «Nel 1710 il libero pensatore inglese Thomas Woolston (1620-1731) si disse fiducioso che la religione sarebbe finita prima del 1900. Voltaire (1695-1778) ritenne questa previsione troppo pessimistica e predisse che la religione sarebbe scomparsa dal mondo occidentale nel giro di mezzo secolo – più o meno entro il 1810 […] L’illustre antropologo Anthony F. C. Wallace ha fatto sapere a migliaia di studenti nel 1966, il “futuro della religione è l’estinzione […] la credenza nei poteri soprannaturali è destinata a morire in tutto il mondo in seguito alla crescente diffusione della conoscenza scientifica […] è un processo irreversibile».[2]

L’inchiesta più recente a livello mondiale del 2012 è della WIN-Gallup International[3]. Ha rivelato che solo il 13% della popolazione mondiale dichiara di essere atea. I religiosi sono il 59% e i non religiosi il 23%. L’indice di religiosità e ateismo della WIN-Gallup International misura l’auto percezione a livello mondiale delle credenze religiose basandosi su di un campione di 51.927 intervistati, uomini e donne, in 57 Paesi nel mondo di tutti i continenti. La domanda posta era: “Indipendentemente dal fatto che Lei frequenti un luogo di culto oppure no, si ritiene una persona religiosa, non religiosa o atea?”. In Italia hanno risposto 987 persone. 73% religiose, 15% non religiose e 8% atee. Dati raccolti per WIA-Gallup International dalla Doxa, dal 21 novembre al 4 dicembre 2012.

Le nazioni con più persone religiose sono: 1) Ghana 96% 2) Nigeria 93% 3) Armenia 92% 4) Fiji 92% 5) Macedonia 90% 6) Romania 89% 7) Iraq 88% 8) Kenya 88% 9) Perù 86% 10) Brasile 85% 11) Georgia 84% 12) Pakistan 84% 13) Afghanistan 83% 14) Moldavia 83% 15) Colombia 83% 16) Camerun 82% 17) Malesia 81% 18) India 81% 19) Polonia 81% 20) Sudan (Sud) 79% 21) Uzbekistan 79% 22) Serbia 77% 23) Tunisia 75% 24) Arabia Saudita 75% 25) Italia 73%.

Le nazioni con più persone inclini a dichiararsi non religiose: 1) Irlanda 47% 2) Canada 46% 3) Azerbaijan 44% 4) Olanda 43% 5) Austria 42% 6) Hong Kong 38% 7) Francia 37% 8) Australia 37% 9) Vietnam 30% 10) Svezia 29%.

Le nazioni con più persone che si dichiarano atee: 1) Cina 47% 2) Giappone 31% 3) Repubblica Ceca 30% 4) Francia 29% 5) Corea del Sud 15% 6) Germania 15%.

Il presidente della WIN-Gallup International, Jean Marc Leger ha commentato l’inchiesta osservando che «nonostante l’immenso impatto della tecnologia e dell’enfasi sugli affari nel mondo, il ventunesimo secolo sorprendentemente si presenta con una fede religiosa, mentre l’ateismo è in minoranza. Sarebbe stato fantastico avere i dati dei secoli passati per confrontarli. Sfortunatamente non esistevano inchieste d’opinione globali a quel tempo».

 

Calo della religiosità dal 2005 al 2012

 

Paese 2005 2012 Variazione religiosità
Media mondiale 77% 68% -9%
Vietnam 53% 30% -23%
Svizzera 71% 50% -21%
Francia 58% 37% -21%
Sud Africa 83% 64% -19%
Islanda 74% 57% -17%
Ecuador 85% 70% -15%
Stati Uniti 73% 60% -13%
Canada 58% 46% -12%
Austria 52% 42% -10%
Germania 60% 51% -9%
Italia 72% 73% +1%

 

Pakistan (+6%), Serbia (+5%) e Macedonia (+5%) hanno avuto la crescita maggiore di religiosità. L’Italia ha aumentato del 2% il numero di atei (dal 6% all’8%) in 7 anni e ha aumentato dell’1% le persone religiose. La più alta crescita di atei l’ha avuta la Francia (+15%).

 

 

I dieci Paesi col maggior numero di persone atee

 

Paesi Persona religiosa Persona non religiosa Ateo convinto Non sa / Non risponde
Cina 14% 30% 47% 9%
Giappone 16% 31% 31% 23%
Repubblica Ceca 20% 48% 30% 2%
Francia 37% 34% 29% 1%
Corea del Sud 52% 31% 15% 2%
Germania 51% 33% 15% 1%
Olanda 43% 42% 14% 2%
Austria 42% 43% 10% 5%
Islanda 57% 31% 10% 2%
Australia 37% 48% 10% 5%
Irlanda 47% 44% 10% 0%

 

11 Paesi perché quattro sono a pari merito al 10%

 

I dieci Paesi col maggior numero di persone religiose

 

Paesi Persona religiosa Persona non religiosa Ateo convinto Non sa / Non risponde
Ghana 96% 2% 0% 1%
Nigeria 93% 4% 1% 2%
Armenia 92% 3% 2% 2%
Fiji 92% 5% 1% 2%
Macedonia 90% 8% 1% 1%
Romania 89% 6% 1% 3%
Iraq 88% 9% 0% 3%
Kenya 88% 9% 2% 1%
Perù 86% 8% 3% 3%
Brasile 85% 13% 1% 1%

 

La proporzione tra i credenti che affermano «Mi vedo come persona religiosa» è più alta tra i cristiani rispetto a musulmani ed ebrei. Al primo posto ci sono gli indù. Tra gli ebrei vi è il più alto numero di persone non religiose. Ricordo che si nasce ebrei o indù, mentre cristiani si diventa col battesimo, quasi appena nati per cattolici e ortodossi e dai quindici anni in su per protestanti e anglicani. Musulmani si diventa pronunciando a dodici anni la shahadah – la professione di fede Islamica in arabo – alla presenza di tre testimoni musulmani uomini).

 

Religioni «Sono religioso» «Non sono religioso»
Cristiani (tutte le confessioni) 81% 16%
Musulmani 74% 20%
Ebrei 38% 54%
Indù 82% 12%

 

 

Le persone che si ritengono religiose per reddito

 

Reddito molto basso 66%
Reddito medio basso 65%
Reddito medio 56%
Reddito medio alto 51%
Reddito molto alto 49%

 

La nazione più ricca e religiosa sono gli Stati Uniti d’America. La più ricca e meno religiosa è la Svizzera. La più povera e religiosa è la Nigeria. La più povera e meno religiosa è il Vietnam.

 

Le persone che si ritengono religiose per istruzione

 

Meno dell’istruzione secondaria 68%
Istruzione secondaria 61%
Istruzione superiore 52%

 

 

A livello mondiale le persone religiose sono al 60% uomini e 57% donne. Le non religiose sono al 23% uomini e 23% donne. Le persone atee sono 12% uomini e 14% donne. Le persone religiose sono al 66% ultra sessantacinquenni e al 60% sotto i trent’anni. Tra gli atei il picco è dai trenta ai sessantacinque anni con il 14%. Tra i cristiani sono più religiosi i protestanti con l’83%, seguiti dai cattolici con l’81%.

 

Italiani che frequentano i luoghi di culto. 2001-2010  (Per 100 persone di 6 anni e più)

 

 

Anni Una o più volte la settimana Qualche volta l’anno Mai
2001 36,4 28,7 15,9
2002 36,1 29,3 16,0
2003 35,4 30,6 15.2
2005 34,3 30,3 16,3
2006 33,4 30,0 17,2
2007 33,3 29,7 18,2
2008 32,7 29,6 19,3
2009 32,5 29,3 19,1
2010 32,0 30,6 19,2

 

 

Italiani che frequentano luoghi di culto, per Regione. Anno 2010 (Per 100 persone di 6 anni e più)

 

Regioni Almeno una volta la settimana Mai
Piemonte 26,3 20,1
Valle d’Aosta 21,7 23,6
Lombardia 33,6 20,8
Trentino-Alto Adige 32,8 17,0
   Bolzano 28,8 16,1
   Trento 36,6 17,9
Veneto 35,1 17,9
Friuli-Venezia Giulia 24,5 23,2
Liguria 22,9 29,0
Emilia-Romagna 21,7 33,1
Toscana 21,5 32,5
Umbria 24,5 19,1
Marche 35,5 18,0
Lazio 25,3 21,9
Abruzzo 30,7 13,5
Molise 37,8 9,6
Campania 43,4 10,7
Puglia 40,3 9,5
Basilicata 32,6 14,1
Calabria 35,2 13,5
Sicilia 40,2 10,3
Sardegna 27,1 19,3
Italia 32,0 19,2

 

 

Credenti e non credenti nel mondo

 

Religione Europa Nord America America Latina Africa Asia Oceania Mondo
Cristiani 585.357.000 280.659.000 542.293.000 483.376.000 345.188.000 27.619.000 2.264.492.000
Cattolici 275.506.000 83.845.000 473.684.000 164.242.000 136.507.000 8.820.000 1.142.604.000
Ortodossi 201.276.000    7.101.000    1.040.000 47.284.000 15.737.000    917.000 273.355.000
Protestanti 67.754.000 61.315.000 56.039.000 133.740.000 85.944.000 412.969.000 412.969.000
Anglicani 26.260.000    2.866.000      883.000 9.466.000      853.000    5.032.000 85.360.000
10.534.000 72.820.000 41.282.000 96.500.000 138.905.000    1.238.000 361.279.000
Non relig. 81.450.000 39.867.600 16.900.810    6.041.000 491.203.000    4.444.700 639.907.110
Atei 15.503.000    1.878.000    2.867.000        611.000 117.487.000      431.000 138.777.200
Ebrei    1.847.000    5.668.000      930.000      130.000    5.865.000      109.000    14.549.000
Musulmani 40.836.000    5.647.000    1.836.000 408.001.000 1.066.329.000      563.000 1.523.212.150
Rel. Etniche    1.150.000    1.572.000    3.865.000 105.478.000 146.271.000      345.000 258.501.000
Indù      996.000    1.788.000        777.000    2.848.000 928.531.000      520.000 935.460.000
Buddhisti    1.820.000    3.614.000        783.000        287.000 456.709.000      608.000 483.821.000
Sikh      502.000      663.000          6.500        69.500    22.932.000        49.700    24.222.700
Rel.Trad.Cin.      755.000      188.000        68.800 453.052.000      107.000 454.579.800
Nuove Rel.      374.000    1.655.000    1.794.000        129.000    60.126.000      103.000 64.181.000
Culti magici      144.000      178.000 13.477.000          3.600          7.400 13.810.000
Baha’i      142.000      518.000        923.000    2.124.000      3.492.000      106.000    7.305.000
Giainisti        18.700        97.500          1.300        90.300      5.458.000          3.200    5.669.000
Taoisti      12.300      8.833.000          4.400    8.849.700
Confuciani        18.400              490        19.800      6.359.000        49.200    6.446.890
Shintoisti        61.900          7.900      2.713.000    2.782.800
Altre Rel.        275.000      690.000        120.000        85.000        225.000        12.000    1.407.000
Zoroastriani          5.700        20.700              850        152.000          2.400        181.650

 

Giorgio Nadali

www.giorgionadali.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1]Global Index of Religiosity and Atheism 2012. WIN-Gallup International

[2]R. STARK, Il trionfo del cristianesimo, op. cit.., p. 479

[3]WIA – Worldwide Independent Network of Market Research. GIA – Gallup International


Miracoli e Scienza

[polldaddy poll=7911237]  Miracoli26am  

 

 

 

 

 

 

Miracoli26bm

 

 

 

 

 

 

              GIORGIO NADALI – “MIRACOLI” Anno II, Numeri 7 e 8 – 21 e 28 Febbraio 2014

Il sangue di San Gennaro – Scienza Il sangue di San Gennaro – Fede
L’ipotesi scientifica più accreditata è quella tissotropica. È la capacità di alcuni gel di diventare più fluidi se agitati, fatti vibrare, turbati meccanicamente, per poi risolidificarsi se lasciati a riposo. La liquefazione del sangue è avvenuta anche durante lavori di riparazione del reliquario nel 1965 mentre la struttura veniva agitata. Questo non implica la malafede, ma è un fenomeno fisico. La Chiesa ha sempre vietato di aprire il contenitore sigillato. Una spettroscopia è stata eseguita nel 1902 e nel 1989. Sono state rilevati ematina e emocrogeno, prodotti di degradazione dell’emoglobina del sangue umano. Il fenomeno è stato simulato nel 1991 creando un gel tissotropico composto da gesso, acqua salata e cloruro ferrico.[1] È uno dei miracoli più studiati. Anche il fisico Enrico Fermi mostrò interesse per questo fenomeno. Il sangue di San Gennaro, decapitato nel 305 d.C. è contenuto in un’ampolla di vetro trasparente sigillata dal contenuto di   sessanta millilitri custodita nella cattedrale di Napoli e ogni anno durante la festa liturgica del santo, torna allo stato liquido. Il fatto fu documentato per la prima volta il 17 agosto 1389 a Napoli. Il miracolo non è mai stato riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa cattolica, anche se ogni anno il primo sabato di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre, l’arcivescovo di Napoli celebra personalmente la cerimonia in cui maneggia l’ampolla con il sangue liquefatto davanti all’assemblea dei fedeli. Un rappresentante della Chiesa ha dichiarato che “può non essere un miracolo, ma qualsiasi cosa sia, agisce fuori dalle leggi naturali”.[2]

 

Miracolo eucaristico di Lanciano – Scienza Miracolo eucaristico di Lanciano – Fede
Il Prof. Edoardo Linoli, docente di anatomia e istologia, direttore del laboratorio di analisi cliniche e di anatomia patologica dell’ospedale S. Maria Sopra i Ponti (AR) ha dichiarato nel 1971 che 1) la carne è veramente carne umana del muscolo striato miocardico 2) il sangue è autentico di gruppo AB (lo stesso rinvenuto sulla Sindone di Torino) e appartiene alla stessa persona della carne 3) non vi sono sostanze conservanti. Il docente esclude l’ipotesi di un falso perché “solamente una mano esperta in dissezione anatomica avrebbe potuto ottenere un “taglio” uniforme di un viscere incavato” e “il sangue fosse stato prelevato da un cadavere, si sarebbe rapidamente alterato, per deliquescenza o putrefazione”. È l’unico miracolo che ha suscitato l’interesse del Consiglio superiore dell’Organizzazione mondiale della Sanità, O.M.S./O.N.U che ha fatto eseguire 500 esami in 15 mesi, confermando quelli di Linoli. In un anno imprecisato tra il 730 e il 750 d.C. a Lanciano (Chieti), durante la consacrazione dell’Eucaristia un modo dubbioso, mentre sta celebrando, vede trasformarsi l’ostia in carne umana e il vino in sangue. Ora il tutto è custodito in una teca di cristallo nel Santuario del Miracolo Eucaristico, a Lanciano.

 

La Sacra Sindone – Scienza La Sacra Sindone – Fede
È il più importante enigma scientifico-religioso esistente al mondo. Ben venticinque scienze hanno studiato la Sindone e nessuna sino ad ora è riuscita a stabilire esattamente che cosa abbia prodotto l’immagine sul telo di lino. Gli esperti ritengono che si sia prodotto attraverso un’energia sconosciuta che ha impresso il telo, una radiazione fotoradiante che si è sprigionata dal corpo di Gesù Cristo nel buio del sepolcro al momento delle risurrezione. Il volto non è illuminato né da destra né da sinistra. Il volto stesso è fonte di luce. L’immagine, visibile meglio al negativo fotografico, presenta tutti i segni della Passione di Cristo e scompare se ci si avvicina a meno di tre metri di distanza. Non vi è pigmento. Non è un dipinto e non è una strinatura, né un’immagine prodotta dal contatto con un bassorilievo riscaldato. La scienza della palinologia ha scoperto la presenza di pollini della terra santa e di tutti i luoghi dove è stata portata. La numismatica ha verificato che vicino all’occhio destro è stato trovato un lituus, una moneta romana del tempo dell’imperatore Tiberio Cesare, che regnava al tempo in cui fu crocefisso Gesù… Dal 2000 è conservata al buio, sotto gas inerti, nel duomo di Torino. L’informatica ha prodotto un modello tridimensionale del corpo, basandosi sull’immagine. La storia antica ha scoperto che il corpo presenta tutti i segni di una tipica flagellazione romana e la singolarità della coronazione di un casco (non una corona) di spine, che i romani non usavano solitamente. I biblisti concordano sui fatti della Passione di Cristo, testimoniati dall’immagine della Sindone, come il colpo all’emitorace destro prodotto da una lancia e dal quale uscì sangue e acqua. L’anatomia ha confermato questa ipotesi basandosi sul siero accumulatosi in fase di agonia. E questo confermerebbe anche la profezia «non gli sarà spezzato alcun osso» (Esodo 12,46), cosa che i romani erano soliti fare per l’accertamento di morte. Troppi indizi coincidono. Sulla Sindone c’è sangue umano maschile di gruppo AB e aragonite, minerale presente nelle grotte di Gerusalemme. Addirittura la matematica si è interessata al lenzuolo sacro. Col suo freddo calcolo delle probabilità, mettendo insieme gli indizi raccolti dalle venticinque scienze che hanno studiato la reliquia più venerata al mondo, ha stabilito che c’è una possibilità su duecento miliardi che l’uomo della sindone non sia Gesù Cristo. Nel 2000 Joseph Marino e Marie Sue Benford hanno formulato l’ipotesi che il test della datazione medievale risultata dall’esame del 1978 al radiocarbonio C14 fosse errato perché erano presenti rammendi di epoca più recente nella zona del prelievo per il test svolto in quattro laboratori (due in Arizona, uno a Zurigo, uno a Oxford). La loro tesi è stata validata da Raymond Rogers, lo scienziato che per primo analizzò la Sindone nel 1978 e pubblicò i risultati della datazione dal 1260 al 1370 d.C. al radiocarbonio, sulla rivista scientifica «Thermochimica Acta». Pochi mesi prima della sua morte Rogers scrisse un articolo dove descriveva le ultime scoperte. La conclusione fu che la datazione al radiocarbonio del 1978 era esatta, ma i campioni usati per il test non erano parte originale della Sindone e irrilevanti per stabilirne la reale datazione. La Chiesa cattolica non ha più permesso altre indagini al radiocarbonio C14, dopo il 1978 perché questo test prevede la bruciatura dei campioni usati. Al primo posto tra le reliquie più importanti del cattolicesimo è la Sacra Sindone di Torino. L’ostensione al pubblico della reliquia attira mediamente due milioni di visitatori a Torino. L’ultima è avvenuta nel 2010. La Sindone parla al cuore della fede cristiana perché presenta tutte le tracce della Passione di Cristo. Vi sono 120 segni del flagrum romano usato per la flagellazione. La calotta cranica presenta i segni della corona di spine. Gli artisti dipingevano una coroncina. Qui ci sono invece i segni di un casco che copre tutta la testa. Un’usanza del tutto assente nelle pratica della crocifissione. Lo stesso vale per le mani. I chiodi appaioni infissi nei polsi, non nei palmi come l’arte presenta. I pollici non si vedono a causa della perforazione del nervo mediano che li ha fatti ritrarre. Questo è più in linea con l’usanza romana di rendere stabile un corpo sulla croce. Ma l’aspetto più sorprendente è la maestosità dell’immagine, quella che ha dato origine a tutte le rappresentazioni artistiche del volto di Cristo. Anche i tratti somatici sono in linea con la stirpe ebraica. Un volto che sembra dormire. Un corpo martoriato che esprime però una serenità paradisiaca. Al negativo fotografico l’immagine esplode nella sua misticità. Per i credenti è il segno che la morte non ha più l’ultima parola. Un corpo che ha emanato luce al momento della risurrezione, che Gesù ha promesso a tutti (Giovanni 6,54). Già San Girolamo (IV sec.) diceva: «Il sepolcro vuoto è la culla del Cristianesimo». In un passo dello Pseudo Cipriano – uno dei Padri della Chiesa e vescovo di Cartagine (III sec.) Gesù dice: «Voi mi vedrete così come si può vedere uno nell’acqua o in uno specchio». Infatti il corpo è visibile meglio al negativo fotografico. All’esame del VP8-Analyzer della NASA il corpo presenta una risoluzione in tre dimensioni. Cosa che non accade con le normali immagini fotografiche. La Sindone è custodita a Torino dal 1578. Nel 1983 Umberto II di Savoia la donò al Vaticano indicandone la custodia all’arcivescovo di Torino.
Gesù cammina sull’acqua – Scienza Gesù cammina sull’acqua – Fede
Il Vangelo di Marco racconta di Gesù che attraversa camminando sull’acqua la sponda occidentale del lago di Tiberiade o Mare di Galilea (Kinneret). Il più grande (166 Km quadrati) di Israele con una circonferenza di cinquantatré chilometri e il più grande del mondo d’acqua dolce sotto il livello del mare (meno 213 metri). Marco 6,48: «Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, già verso l’ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli». Il lago di Galilea (HaGalil) è profondo quarantatré metri e non ha punti di secca. Andrè Kole – illusionista – ha camminato sulle acque del lago Saguaro in Arizona (USA); ma per fare questo sono state necessarie ore di preparazione e una strumentazione tecnologica avanzata. In realtà Kole, che è un credente convertito, usa l’illusionismo per smascherare gli imbroglioni e dimostrare che alcune cose si possono compiere o per dono di Dio oppure grazie alle illusioni create dalla tecnologia moderna. Lo storico Morton Smith scrisse nel 1978 Jesus the Magician: Charlatan or Son of God? (Gesù il Mago: Ciarlatano o Figlio di Dio?) riprendendo un’antica idea del filosofo anticristiano Celso (200 d.C.) «Sulla vera dottrina». Il trucco illusionistico di camminare sull’acqua è stato presentato recentemente anche sul Tamigi a Londra dall’illusionista Dynamo (Steven Frayne), in pieno giorno. Difficilmente però Gesù può aver usato la seguente tecnica. Il polimetilmetacrilato, meglio noto come plexiglas. Non esisteva a quel tempo. È stato inventato nel 1928 (d.C.). Una lastra di plexiglas è stata posta la notte prima in un’area delimitata del fiume, dopo aver chiesto il permesso alle autorità locali. Dynamo passa in zone delimitate dal plexiglas e le canoe gli passano accanto, dando l’illusione che non vi sia nulla sott’acqua. Infine un telecomando fa abbassare un’area della passerella di plexiglas per far transitare il traghetto. La preparazione ha richiesto sette ore notturne di lavoro sul Tamigi e un costo di circa ottomila sterline. Sembrerebbe però che tutto ciò abbia ben poco a che fare con la camminata di Cristo alle prime luci dell’alba nel centro del lago di Galilea (chiamato “mare”). È uno dei trentaré miracoli di Cristo narrati nei Vangeli. L’episodio è chiaro. Gesù chiede una fede che vada oltre l’evidenza. (Logicamente l’evidenza non ha bisogno della fede). Pietro chiede a Cristo di avvicinarsi a lui camminando anch’esso sull’acqua. In realtà non si fida di fronte ad un fatto inconcepibile per la mente umana. Inizia a caminare e appena dubita si spaventa e sprofonda, chiedendo di essere salvato da Gesù, il quale stende la mano e lo tira fuori dall’acqua. Nota è la frase di Cristo: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?» (Matteo 14,31) Notare che Pietro era probabilmente un bravo nuotatore essendo un pescatore professionista del Lago (“Mare”) di Galilea, ma si spaventa (Matteo 14,30). Questo brano è proprio tra i più significativi di cosa sia la fede. Fidarsi di Dio al di là di ogni comprensibile evidenza. Molti non osano nemmeno pregare in grande perché non osano credere che Dio possa operare personalmente in grande nella loro vita. Non chiedono, quindi non ottengono. Oppure al momento di fidarsi iniziano a dubitare. «È impossibile!» E immancabilmente sprofondano nei loro dubbi, molto più profondi dei quarantatré metri del lago di Tiberiade.

 

La risurrezione di Gesù Cristo – Scienza La risurrezione di Gesù Cristo – Fede
Un medico, Thomas A. Miller, ha analizzato la risurrezione di Cristo da un punto di vista scientifico nel suo saggio intitolato Did really Jesus rise from the dead? A surgeon-scientist examines the evidence. (Gesù è veramente risorto dai morti? Un chirurgo-scienziato esamina l’evidenza). Miller osserva prima di entrare nel merito della questione che Isaac Newton, Giovanni Keplero, Robert Boyle e Michael Faraday erano grandi scienziati, ma credevano tutti nella risurrezione di Cristo. Questo atteggiamento dei tempi antichi è in contrasto con la visione moderna. Molti scienziati moderni sono convinti nell’abilità della scienza di rispondere a domande che, se non possono essere validate usando un metodo scientifico, sono viste come inconoscibili o inesistenti. È la tesi di Richard Dawkins. Qualsiasi ipotesi che non può essere verificata con metodo scientifico è da scartare. Sembra quindi che la scienza non possa dire niente su una risurrezione. L’unico reperto scientificamente analizzabile e attinente a una presunta risurrezione è la Sindone di Torino. Uno studio molto importante è stato condotto sulla Sindone nel 1996 da un chirurgo uroginecologo statunitense cattolico, August Accetta – fondatore dello Shroud Center of Southern California – il quale ha realizzato un esperimento su se stesso iniettandosi una soluzione di fosfato di metilene contenente tecnezio-99m – un isotopo radioattivo usato in medicina nucleare – che decade rapidamente. Ogni atomo di tecnezio emette un unico raggio gamma che può essere registrato da un’apposita apparecchiatura di rilevamento. L’obiettivo era di realizzare un’immagine provocata da una radiazione emessa da un corpo umano eventualmente risorto. Secondo il dott. Accetta, infatti, l’immagine sulla Sindone potrebbe essere stata causata dall’energia sprigionatasi all’interno del corpo di Cristo al momento della resurrezione. Le immagini ottenute sono molto simili a quelle che si osservano sulla Sindone e davvero questo esperimento arriva fin sulla soglia del mistero di quell’impronta che richiama il mistero centrale della fede. Accetta riferisce che solo un evento miracoloso può spiegare pienamente la complessità dell’immagine. Il medico pensa che quando il corpo di Gesù sia diventato di luce, il lenzuolo della Sindone che lo copriva ha iniziato a passare attraverso il corpo perdendo la sua gravità. Accetta teorizza che mentre il lenzuolo funerario cadeva, esso assunse la corrispondente energia e le informazioni tridimensionali presenti sull’immagine, impossibili da riprodurre. A Roma nel 2008 dei ricercatori italiani hanno ‘ricreato’ la Sacra Sindone: irradiando tessuti di lino con un brevissimo e potentissimo lampo di luce prodotto da laser a eccimeri del Centro Enea di Frascati, sono riusciti a imprimere immagini con le stesse caratteristiche della figura della Sacra Sindone, in cui la colorazione riguarda solo le fibrille più superficiali, senza passaggio di colore sul rovescio della tela. I risultati dei loro esperimenti sono pubblicati sulla rivista «Applied Optics» e secondo Giuseppe Baldacchini, coordinatore della ricerca, avvalorano l’ipotesi che da sempre la Chiesa sostiene, e cioè che l’immagine di Cristo sia stata originata da un potente lampo di luce attribuito alla resurrezione. L’ipotesi è quindi che una fortissima luce si sprigionò da quel corpo all’interno di una grotta-sepolcro buia. Osservando l’immagine si nota che il volto non è illuminato né da destra né da sinistra. È esso stesso fonte di luce. Non corrisponde ad alcun stile pittorico, anzi, è stato modello di immagini sacre sin dai primi secoli. Sull’immagine non c’è pigmento. Non è un dipinto, non è prodotto dal contatto con un bassorilievo riscaldato. Se si osserva da meno di tre metri di distanza, l’immagine scompare. La stessa si vede meglio al negativo fotografico. Vi sono presenti pollini della Terra Santa e tracce di aragonite, visibili solo al microscopio. È polvere presente in Terra Santa. Trasferita sui ginocchi di Gesù in seguito alle tre cadute. Si trovano sul telo tracce di aloe e di mirra oltre che di aragonite (una composizione di carbonato di calcio, ferro e stronzio), una terra presente a Gerusalemme e, in particolare, in una tomba studiata dal Levy-Setti, ricercatore di Chicago che, confrontando con l’aragonite della Sindone, ha concluso che le due terre sono esattamente uguali. È il centro della religione più diffusa al mondo, tanto da far scrivere a San Paolo: «Se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati» (1 Corinzi 15,17). Non solo, a la promessa della risurrezione personale del proprio corpo è stata fatta personalmente da Cristo ai suoi fedeli: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Giovanni 6,54). Il cristiano crede che riavrà esattamente il suo corpo trasfigurato e adatto per una realtà ultraterrena. Un corpo che non dorme, mangia, soffre ed è limitato dalle leggi terrene. Un corpo maschile o femminile nel quale lui o lei riconoscerà come il proprio che ha avuto sulla Terra, prima della morte. Due miliardi e cento milioni di cristiani, almeno sulla carta, credono in questo. Ora (secondo lo scorrere del tempo terreno) in Paradiso solo Cristo e sua Madre hanno anche il proprio corpo ultraterreno.
Miracolo eucaristico di Bolsena – ScienzaLe ostie sanguinanti sono frequenti: Parigi, estate 1290, Bruxelles giugno 1369 e luglio 1379, Wilsnack, Germania, agosto 1383, Sternberg, Germania, luglio 1492, Berlino, estate 1510… Secondo Luigi Garlaschelli c’è una spiegazione scientifica a tutto questo. L’estate, fattore comune, e la cosiddetta “prodigiosina”, il batterio normalmente chiamato Serratia Marcescens. Non è una coincidenza che i miracoli microbiologici si siano verificati d’estate e in scarse condizioni igieniche. «A chi ha accesso a un laboratorio di microbiologia non è difficile riprodurre il miracolo di Bolsena». La Serratia Marcescens, anche se è talvolta causa d’infezioni, (più frequenti, paradossalmente, in ambienti ospedalieri) non è particolarmente pericolosa da maneggiare; si prepara una fettina rotonda di pane e la si pone in una capsula di Petri; vi si aggiungono alcune gocce di una coltura di Serratia, e dopo averla leggermente inumidita con acqua sterile, la si tiene in incubazione a circa 30° per un paio di giorni. Si producono macchie di un intenso colore rosso, spesso di aspetto mucillaginoso, molto simile al sangue. Se si lasciano seccare le fettine di pane, il pigmento resta stabile per lunghissimo tempo. Per evitare contaminazioni da microorganismi estranei, sarebbe opportuno operare secondo le tecniche microbiologiche atte a garantire la sterilità delle operazioni, ma di solito, anche senza utilizzare le apparecchiature prescritte (un’autoclave, una cappa a flusso laminare, ecc.), gli inquinamenti sono assai rari.[3] Miracolo eucaristico di Bolsena – FedeÈ l’estate del 1263 un prete boemo – Pietro da Praga – dubita della transustanziazione, cioè della trasformazione del pane e del vino consacrati sull’altare in corpo e sangue di Cristo. Si reca a Roma per meditare sui suoi dubbi di fede e sulla via del ritorno si ferma a Bolsena (VT). Là celebra messa e nel momento della consacrazione l’ostia inizia a sanguinare. Avvolge l’ostia in un panno e torna in sacrestia. Alcune gocce di sangue cadono a terra. Pietro corre da Papa Urbano IV che in quel momento si trovava a Orvieto. Il papa fa edificare una cappella nel duomo di Orvieto nel 1290. Seguiranno le cappelle costruite nel 1364 e 1504. Papa Urbano IV volle ricordare il miracolo istituendo la festa del Corpus Domini (Corpo del Signore) da celebrare il primo giovedì’ dopo l’ottava di Pentecoste. Nel duomo di Orvieto sono custoditi l’ostia, il corporale e i purificatoi. Le lastre del pavimento macchiate di sangue si trovano in una cappella dal 1704.

    Giorgio Nadali www.giorgionadali.it   [1]L. GARLASCHELLI et al. “Nature”, (10.10.1991) 507, Scientist say miracle no mystery, “Chicago Tribune”, 10.10.1991, Shakeup over sacred blood, “Science News”, 12.10.1991, p. 229 [2] Citato da J. NICKELL, Looking for a Miracle, Prometheus Books, Amherst, New York,1998, p. 77 [3] L. GARLASCHELLI, Miracoli microbiologici in «Scienza e paranormale», N. 11, Anno IV, Estate 1996, p. 18


Satana in musica

Miracoli19am

di Giorgio Nadali

Vi è una parte della musica rock, soprattutto heavy metal, che è amica di Satana. La musica genera emozioni. Ascoltare musica romantica ovviamente fa pensare all’amore. Ma quali sentimenti può suscitare il rock satanico? I generi musicali interessati sono: gotica, metallica, heavy metal, trash, black, death metal, brutal death metal, grindcore, punk e doom). 5.096 gruppi musicali italiani, 19.060 americani, 3.613 inglesi, 8.695 tedeschi, 1.453 giapponesi… 32.172 i gruppi musicali che inneggiano alla morte (death metal) di cui 1.382 italiani[1]. 4.750 le canzoni col nome Satana nel titolo. 2.044 quelle che bestemmiano Cristo (Christ) già nel titolo della canzone. 8.376 i titoli di canzoni che insultano Dio e 651 quelle contro i cristiani. Il fenomeno riguarda quasi esclusivamente il pubblico giovanile. Le tre ragazze allora minorenni, Ambra, Veronica e Milena che hanno assassinato con diciannove coltellate la suora sessantenne Maria Laura Mainetti il 6 giugno (6.6…) 2000 a Chiavenna ascoltavano Marilyn Manson, uno dei rappresentanti più noti della musica rock “satanica”. Nei quaderni delle ragazze vi erano scritte sataniche e le stesse avevano fatto qualche mese prima un giuramento di sangue a Satana. Se avessero ascoltato Pupo forse non sarebbe successo.

Vi sono tre tipi di rock satanico. Il primo tipo è quello diretto. I testi (lyrics), quasi tutti in inglese, contengono lodi e invocazioni al demonio. Le copertine dei loro compact disc normalmente in commercio presentano chiaramente contenuti satanici. Ad esempio quella dei Celtic Frost («To Mega Therion», 1985) ha in copertina un Gesù Cristo usato come fionda. Oppure quella dei DeicideOnce upon the cross», 1995) con Gesù Cristo sbudellato da un’autopsia sulla croce. O ancora i Dead Kennedy’sIn God We Trust», 1981) con il 666 sopra la croce. Che dire di Gesù in putrefazione sulla croce nella copertina del gruppo ceco Törr (Messaggio: la morte vice sulla vita, il contrario della risurrezione: la vita che vince sulla morte. O ancora quella dei Mortuary («Blackened Images», 1991) con Gesù Cristo dilaniato da due demoni. Nel pezzo Abyss Angel  (Angelo dell’abisso) cantano «You want your death – it’s all you need» («Tu vuoi la tua morte – è tutto ciò di cui hai bisogno») e nel pezzo Reign of Dead (Regno dei morti) «Holding swords And killing Christians Total massacre await you In the reign of dead» («Impugnando spade e uccidendo cristiani. Il massacro totale ti aspetta nel regno dei morti»). Lo stesso messaggio lo fa passare la scenografia di Marilyn Manson al Forum di Assago (Milano), 2001 e Palasharp (Milano), 2007. Una gigantografia di un feto crocefisso sopra il palco scenico. Giovani truccati da Manson che strappano la Bibbia all’ingresso del Forum. Tredicimila gli spettatori paganti, in pratica tutti sotto i ventitré anni. E quale sentimenti fa passare la copertina di Ronnie James Dio («Holy Diver», 1983) che presenta Satana che fa affogare un prete cattolico incatenato? Certo Dio non è il suo vero nome. Quello vero era Ronald James Padavona. Comunque pace all’anima sua. Forse. La sua ultima opera è stata «The Devil You Know» (Il diavolo che conosci) con gli Heaven & Hell. Trentamila copie vendute. Sulla copertina compare un quadro dedicato a Satana e i numeri venticinque e quarantuno, riferiti al Vangelo di Matteo: «Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli» (Matteo 25,41).

Il secondo tipo è quello del rock satanico indiretto. I testi delle canzoni non hanno invocazioni a Satana, ma contenuti violenti, razzisti o che invitano al male e a ogni genere di perversione possibile. Un esempio è la canzone «One on a million» dei Guns ‘n’ Roses (1988) dove l’intero testo è un invito al disprezzo e alla violenza razziale.

Il terzo tipo è il rock satanico criptato. I testi delle canzoni sono normali se ascoltate al dritto con un comune lettore cd o mp3. Se ascoltate con speciali apparecchiature o con programmi disponibili online, i testi delle canzoni presentano un testo completamente diverso, con invocazioni a Satana. La tecnica usata è la backmasking in sala di incisione[2].
Non è un caso. La tecnica era usata soprattutto con i vecchi dischi in vinile. Era facile far girare manualmente il disco al contrario per scoprire il messaggio nascosto. Solo un ingegnere del suono può rendere un testo che cantato al dritto ha un senso e che ascoltato al contrario ne ha un altro di senso compiuto. I primi ad usare questa tecnica sono stati i Beatles, con l’abum “Revolver” del 1966. Un esempio di backmasking è la canzone «Stairway to Heaven» (1971) dei Led Zeppelin che al dritto in un punto del testo dice in inglese: «If there’s a bustle in your hedgerow, don’t be alarmed now, it’s just a spring clean for the May queen. Yes there are two paths you can go by, but in the long run there’s still time to change the road you’re on». E al rovescio: «Oh here’s my sweet Satan, the one little path won’t make me sad, whose power is saint… he’ll give growth giving you six-six-six». Cioè: «Oh ecco il mio dolce Satana, (la cui) unica piccola via non mi renderà triste, il cui potere è sacro … egli (ti) darà forza dandoti il 666». Anche la canzone «Paparazzi» di Lady Gaga ha in backmasking la frase: «Evil save us! These stars above, above… we model it on the arts of Lucifer». O ancora Michael Jackson («Beat it»): «I believe it was satan in me». Esperimenti sono stati fatti anche da autori italiani come Zucchero Fornaciari che nella canzone «Miserere» ha introdotto un messaggio backmasking: «Hashish… eroina… hashish… eroina e droga». Certo, non tutti gli artisti hanno voluto diffondere il satanismo, ma vi hanno giocato. Nel 1983 lo stato della California ha proibito il backmasking nei dischi con la seguente motivazione: «Può manipolare il nostro comportamento senza la nostra consapevolezza e consenso e trasformarci in discepoli dell’Anticristo». Nel 1988 al processo contro il serial killer Richard Ramirez ha dichiarato che la canzone «Night Prowler» degli AC/DC lo ha ispirato a commettere gli omicidi. Il gruppo fondamentalista cristiano americano Dial-The-Truth-Ministries (Ministri «Telefona alla Verità») sostiene che tutto il rock è satanico e presenta sul suo sito un inquietante contatore delle anime che vanno all’inferno (situato secondo loro al centro della Terra) ogni secondo che passa. Sostengono anche che Santa Claus (Babbo Natale) è satanico. Nel 2002 il celebre artista di rock satanico Alice Cooper si è convertito al Cristianesimo.

Il rock satanico fa passare a giovani particolarmente sensibili e predisposti quattro pericolosi messaggi che nei loro effetti pratici potrebbero coinvolgere tutti, anche coloro che non sanno nulla di questo fenomeno, come testimoniano i fatti di cronaca nera. 1) La vita umana non ha valore 2) Il male è più forte del bene 3) Trasgredisci. Puoi essere felice e libero solo violando le leggi umane e morali. 4) Disprezza e dimentica tutto ciò che ti parla di Dio. Le emozioni forti che fa passare questa musica si radicano nell’inconscio per tutta la vita, anche di quella adulta.

Giorgio Nadali

www.giorgionadali.it

Articolo di Giorgio Nadali per il settimanale “Miracoli” Anno I, N. 19, 22 Novembre 2013

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[1] Fonte: Metal-archives.com


Il futuro delle Religioni

di Giorgio Nadali

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Con l’avvento dell’anno 2001 dell’era cristiana si è aperta la porta sul mistero di un nuovo millennio di storia, con le sua aspettative, angosce, speranze, previsioni. Certo non molto è cambiato per chi vive alla giornata o per quella maggioranza di noi che nella propria agenda ha scadenze entro l’anno in corso. L’odissea nello spazio non c’è stata e la fine del mondo ha deluso quei cinque milioni che l’aspettavano ansiosamente e l’avevano già segnata in rosso nelle scadenze da ricordare. Ma guardare al futuro è cercare di capire cosa ci attende anche a breve termine. L’uomo ha sempre cercato nel futuro risposte al presente. Dalle sfere di cristallo agli oroscopi online, dagli oracoli alle proiezioni della moderna statistica.

Molti cercano di prevedere i cambiamenti che ci attendono in questo decennio, altri si spingono sino ai confini del secolo e oltre. Alcuni tentano di predire il futuro delle religioni, come ad esempio il World Network of Religious Futurists, di Seattle (USA). Certamente i lettori più dotati di senso pratico si domanderanno il senso di tale preoccupazione. A loro potrebbero rispondere i lettori più attenti agli aspetti sociali. La religione è parte integrante degli usi e costumi di un popolo, e incide sulle scelte e sugli orientamenti etici della società nella quale viviamo. I lettori amanti delle statistiche si affretterebbero poi a portare i loro dati pieni di percentuali. Ci direbbero che, in base a varie proiezioni delle Nazioni Unite, il totale della popolazione mondiale crescerà sino al 2025 dai 6,25 miliardi attuali a 8,5 miliardi. Il Cristianesimo vedrà crescere il suo numero di fedeli dal 33,4% della popolazione della Terra, sino al 35,5%, mentre l’Islam passerà dal 18,5% al 20,2%. Gli agnostici diminuiranno. Dal 16,1% al 15%.  I non credenti si apriranno alla fede, almeno per quella differenza che farà calare la loro già esigua rappresentanza del 13%.  Le religioni orientali passeranno dal 3,4% al 2,7%  e le religioni tribali vedranno quasi dimezzati i loro credenti, dallo 1,5% allo 0,9% mentre Ebrei, Indù, Buddhisti e Sikh si manterranno su posizioni percentuali proporzionate a quelle attuali.

Il Cardinale Arinze, in una conferenza del 1997 presso il Center for Muslim-Christian Understanding della Georgetown University di Washington D.C, esordì ricordando che i cristiani costituiscono il 33% della popolazione mondiale. I musulmani il 18%. Ciò significa che più della metà del pianeta segue queste due grandi religioni monoteiste. E’ importante tenerne conto. Conflitti etnici tra cristiani e musulmani in Bosnia, Timor Est, Kosovo, hanno tristemente riempito pagine di quotidiani. In Italia è sorta la seconda grande moschea. Altre seguiranno, in base al trend dell’immigrazione.  La relazione tra cristiani e musulmani sarà una questione molto importante nel prossimo futuro. “E’ importante soprattutto educare le persone della propria religione ad accettare e rispettare gli altri e a cooperare per promuovere la pace. La dimensione delle relazioni tra Cristiani e Musulmani è importantissima per il secolo che sta per iniziare” –  ricordava Papa Giovanni Paolo II alla sesta assemblea della conferenza mondiale sulla religione e la pace (Roma, 3-11-1994).  I leaders religiosi devono chiaramente dimostrare di impegnarsi per la promozione della pace, proprio in forza del loro credo religioso”. Senza accordo e armonia tra le religioni è facile dunque prevedere che non ci sarà pace né vicino né lontano da noi. E la storia insegna.

 Durkheim ha scritto della capacità quasi illimitata degli uomini di apportare innovazioni in campo religioso. Nel mondo moderno tale capacità innovativa è favorita maggiormente dal facile accesso alla vasta gamma delle tradizioni religiose. In futuro, grazie alle comunicazioni che accrescono il contatto tra le culture su scala mondiale, la gente potrà conoscere meglio una serie di credenze religiose una volta considerate del tutto incompatibili tra loro e beneficerà delle pratiche che avrà trovato fuori delle proprie tradizioni religiose… La tendenza all’eclettismo potrà subire un’accelerazione. 1

La secolarizzazione è il tema dominante nel moderno assetto del futuro della religione. Secondo Webster, il termine secolare ha il significato “di chi appartiene al mondo e alle cose terrene distinguendo dalla chiesa e dagli affari religiosi”. La secolarizzazione quindi significa divenire immanenti. Più specificatamente, gli scrittori moderni usano il termine secolarizzazione per significare l’erosione della credenza nel soprannaturale – una perdita di fede nell’esistenza di forze ultraterrene.

Attraverso la secolarizzazione, le sette sono addomesticate e trasformate in chiese. La loro iniziale fede nell’ultraterreno viene ridotta e si riduce a mondanità. La secolarizzazione porta anche al collasso di organizzazioni religiose a causa della loro estrema mondanità – la loro vaga e debole concezione del soprannaturale – le lascia senza mezzi per soddisfare almeno la dimensione universale dell’impegno religioso. Quindi, la secolarizzazione è il processo auto limitante che genera revival (formazione di sette) ed innovazione (formazione di culti). La maggior parte degli studiosi, comunque, non considera l’andamento attuale della secolarizzazione come il messaggero del cambiamento religioso, ma proprio come il declino finale degli dei. Molti riconoscono che, nel passato, la secolarizzazione produceva nella nascita di nuove fedi, ma sono convinti che oggi si è inserito un nuovo fattore che ha eliminato questa equazione: la crescita della scienza è inversamente proporzionale alla crescita del sentimento religioso. La scienza dovrebbe rendere non plausibile la religione, e di conseguenza la secolarizzazione moderna non produrrà più nuove grandi religioni, bensì un’era di razionalità in cui il misticismo non può più trovare un posto significativo. Anthony F.C. Wallace, tra i più importanti antropologi della religione, diede voce alla grande maggioranza dei moderni sociologi quando scrisse:

“… L’evoluzione futura della religione è l’estinzione. La credenza in esseri e in forze soprannaturali che incidono sulla natura senza obbedire alle sue leggi si sgretolerà e diverrà un’interessante memoria storica. Con certezza, questo evento probabilmente non avverrà nella prossima generazione, il processo probabilmente avrà bisogno di diverse centinaia di anni, e ci saranno sempre individui, o occasionalmente piccoli gruppi religiosi, che risponderanno alle allucinazioni, al trance, e all’ossessione con interpretazioni soprannaturali. Ma come tratto culturale, la credenza in poteri soprannaturali è destinata a morire, in tutto il mondo, come risultato dell’aumentata adeguatezza e diffusione della conoscenza scientifica… il processo è inevitabile.”2

Chiaramente, la scienza è una nuova è potente forza culturale, e ha il suo forte impatto su molte organizzazioni religiose. Certamente, un grande elemento nella moderna secolarizzazione comporta il ritiro dalle strutture religiose da spiegazioni soprannaturali di vari fenomeni in quanto la scienza ha rivelato le cause naturali di questi fenomeni. Inoltre, l’impatto della scienza ha indubbiamente creato un periodo di eccezionalmente rapida ed estrema secolarizzazione. Oggi, molte delle importanti organizzazioni religiose della civiltà Occidentale sono così secolarizzate che, anche se si riferiscono a Dio, questi è il più distante, indistinto, impersonale ed inattivo delle entità.

Per cui, la questione è aperta. Siamo giunti all’era della fine della fede? La scienza è la base della “secolarizzazione finale” oppure lo sono le società? Oppure questa è solo una svolta drammatica del pendolo della storia? Avrà dei limiti quest’ondata di secolarizzazione? Sénaux ammoniva: “La scienza è capace di ingrandire la nostra gabbia. Solo la fede ha la chiave per aprirla”. Intendendo con questo che l’uomo non troverà mai nella scienza il senso ultimo della sua esistenza.

Ma la religione in realtà non è arrivata al capolinea della sua storia millenaria. Gli studiosi moderni hanno previsto male in quanto hanno erroneamente identificato le tradizioni religiose dominanti nella società moderna col fenomeno della religione in generale. La maggioranza degli osservatori ha notato correttamente che le principali organizzazioni Giudaico-Cristiane sono in crisi, (la pratica religiosa attiva si attesta tra il dieci e il teenta percento in Europa, ad esempio, e il ramo riformista del Giudaismo è quello predominante) ma non hanno apprezzato il vigore della religione in settori meno importanti.

La religione vivrà anche in futuro e questo è dimostrato da ciò che è e fa per l’uomo. I sociologi, e forse non solo loro, hanno letto male il futuro della religione, non solo perché desiderano ferventemente che sparisca dall’orizzonte della storia umana, ma anche perché non hanno riconosciuto il carattere dinamico delle religioni. Insistere solo sulla secolarizzazione è non vedere che questo processo è una parte di una struttura più grande. Mettendo sullo stesso piano le organizzazioni religiose con la religione stessa, gli intellettuali occidentali hanno letto la secolarizzazione di questi gruppi come la fine della religione in generale. Ma è sciocco guardare solo al tramonto senza pensare all’alba: la storia della religione non è solo declino, è anche nascita e crescita. Le sorgenti della fede oscillano costantemente nelle società, ma la religiosità nel cuore umano rimane relativamente costante.  Durkheim, notò che “non c’è società conosciuta senza religione” e sostenne che “la religione ha fatto nascere tutto ciò che è essenziale in una società”.3 Egli sostenne anche che tutte le culture sane sono unitarie, condividono un solo credo. Durkheim cercò di spiegare l’ubiquità della religione asserendo che essa soddisfa la funzione essenziale di rappresentare la società per i suoi membri, nelle forme di simboli sacri che sostengono un codice morale e un senso di unità culturale.

Per distinguere tra ideologia e religione può essere utile la definizione di James G. Frazer: “ La religione consiste di due elementi… un credo in poteri superiori all’uomo e un tentativo di propiziarseli e di rendersi a loro graditi”.4

Solo la divinità può rassicurare l’uomo che la sofferenza in questa vita sarà compensata in quella futura. Infatti, solo la divinità può garantire all’uomo una vita futura – una fuga dall’estinzione individuale. Solo la divinità può formulare un piano coerente per la vita, cioè dar senso in maniera umana all’esistenza del mondo naturale dei nostri sensi. Si può dimostrare con facilità che, sin quando l’uomo avrà questi desideri, i sistemi di pensiero che comprendono il soprannaturale avranno un grande vantaggio sui sistemi di significato solamente naturali. L’uomo per natura ha bisogno di trascendenza. Nel mio precedente libro citavo all’inizio Jung, il quale “notò che i suoi pazienti si rivolgevano a lui perché erano tutti privi di ciò che le religioni davano ai propri fedeli. Questi pazienti non miglioravano fino a quando non acquisivano un atteggiamento religioso verso la vita, nel senso di rispetto nei confronti di una realtà più grande di loro”.

Credenti e non credenti hanno bisogno di un orizzonte oltre il presente. Per i primi il futuro è l’orizzonte verso la pienezza dei tempi, quando “non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli” (Ap 22,5). Per gli altri – diceva Camus – il futuro è la sola trascendenza degli uomini senza Dio. Ma non c’è ragione di supporre che la diffusione della scienza (e della sua applicazione: la tecnologia) renderà gli uomini del futuro meno motivati a fuggire la morte, meno preoccupati della tragedia, meno inclini a chiedersi: “Cosa significa?” E’ vero, la scienza può sfidare alcune pretese poste dalle religioni storiche, ma non può soddisfare il bisogno primario dell’uomo, che da sempre è stata la ragione d’essere delle religioni: il senso profondo della vita umana… “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. (Gv 6,68)

Per approfondire:

Rodney Stark, William Sims Bainbridge – The Future of Religion. Secularization , revival and Cult formation – Los Angeles, University of California Press, 1985, pp. 429-431 e 2-5.

http://www.wnrf.org


1 (Cf. Peter B. Clarke – “Le grandi Religioni” De Agostini, 1995, p. 14)

2 Wallace Anthony F.C. Religion: An anthropological view, New York, Random House, 1966.

3 Durkheim Emile. The elementary forms of  the religious life. Londra, Allen and Unwin, 1915.

4 Frazer  James G. The golden bough. New York, Mcmillian, 1922


Teopazzia

di Giorgio Nadali

stoning

La Muṭawwiʿiyyah è la polizia religiosa del governo saudita. E’ incaricata di fare osservare la sharia (legge Islamica) in quanto il Paese è teocratico, cioè religione e politica sono uniti. Di conseguenza qualsiasi peccato contro l’Islàm, qualsiasi infrazione della legge coranica è anche un reato. Il suo compito è definito dal suo nome ufficiale: Comitato per la promozione della virtù e l’interdizione del vizio. In Arabia Saudita può contare su 3.500 ufficiali e 1.000 volontari, spesso accompagnati dalla polizia ordinaria. La polizia religiosa può arrestare per i seguenti crimini. 1) Coppie composte da un uomo e da una donna non sposati sorpresi a socializzare. 2) Qualsiasi comportamento sessuale (pubblico) o di prostituzione. 3) Una donna non velata e vestita secondo I canoni Islamici. 4) Negozianti che non osservano la chiusura durante il periodo della preghiera (5 volte al giorno). 6) Chiunque consumi maiale o bevande alcoliche. 7) Chiunque utilizzi materiale anti Islamico come CD o DVD di gruppi musicali occcidentali, spettacoli televisivi e film contrari alla legge Islamica. 8) Chiunque faccia propaganda ad una religione diversa dall’Islàm. L’intera nazione è infatti considerata una moschea ed è l’unico Paese al mondo dove non esistono luoghi diu culto di altre religioni. Non esiste, ad esempio alcuna chiesa. I pochi cristiani sauditi si ritrovano in gruppi di discussione su Internet e in incontri privati clandestini in case private. Gli stranieri di religione cristiana hanno il permesso di partecipare a preghiere cristiane presso l’ambasciata del loro Paese (che è quindi territorio di quella Nazione). Ma solo dopo essersi registrati e aver mostrato il loro passaporto straniero. E’ a loro consentito anche partecipare a riunioni religiose presso le palestre di comunità recintate della compagnia nazionale di idrocarburi, la Aramco. Nessun ministro di culto non Islamico può entrare nel Paese. La conversione ad un’altra religione (apostasìa) è punita con la pena di morte. Oggetti di culto di altre religioni, come crocifissi, bibbie, rosari cristiani cattolici e ortodossi, statuette, oggetti con simboli di altre religioni, ecc. sono proibiti. Ai non musulmani (kafirun) è proibito entrare nelle città sante di Mecca e Medina. Le immagini di quelle città sono state eseguite da fotografi e cineoperatori musulmani. Alla polizia religiosa il compito di vigilare anche su queste disposizioni. La polizia Muṭawwiʿiyyah ha recentemente anche sanzionato i regali di San Valentino. L’11 marzo 2012 ha proibito alle alunne di una scuola della Mecca di scappare dall’incendio della loro scuola perché non erano velate, non indossavano la abaya (tunica nera) e non erano accompagnate da un tutore maschio. Nell’incendio sono morte 15 alunne e 50 sono rimaste ferite.

Diversi stati Islamici comminano la rajm, pena di morte per lapidazione, perché la sharia – la legge Islamica – è alla base del sistema giuridico di un Paese teocratico moderno.

Il Corano proibisce i rapporti sessuali fuori dal matrimonio. La lapidazione non è prescritta dal Corano, ma dagli hadith (detti del Profeta). La punizione per chi non osserva questa regola morale consiste in 100 frustate per i colpevoli non sposati[1] o nella lapidazione per quelli sposati, secondo un hadith del profeta Maometto che recita: “Per bikr con bikr (la coppia non sposata) 100 frustate… Per al-thayyab con al-thayyabah (sposati) 100 frustate e la morte per lapidazione”. Il colpevole dev’essere un musulmano praticante adulto e l’accusa va sostenuta da quattro testimoni musulmani maschi testimoni della penetrazione della donna. Per i rapporti omosessuali la pena di morte è prevista in Arabia Saudita (con esecuzione in pubblico), Emirati Arabi Uniti, Iran, Mauritania, Sudan, Somalia e Yemen (dopo l’esecuzione pubblica di una tortura). Per l’adulterio (zina) e la blasfemìa è prevista la lapidazione in Arabia Saudita, Afghanistan (aree tribali), Emirati Arabi Uniti, Sudan, Somalia (corti Islamiche), Iran e dodici stati nel Nord della Nigeria. Il Corano (24,2) non parla di lapidazione, ma di flagellazione per l’adulterio. Se le parti accusate di adulterio si considerano sposate non sono punibili, così come la donna incinta e dopo il parto per la durata di sette anni. Il bambino è attribuito al marito (per i musulmani malikiti del Nord Africa).

Il codice penale iraniano descrive nel dettaglio come eseguire la lapidazione per un adulterio e fornisce suggerimenti di come lapidare sia per uccidere, sia per lasciare in vita. L’articolo 102 prescrive che un adultero uomo sia sepolto nella sabbia sino ai fianchi, mentre  un’adultera donna va sotterrata in una buca sino al seno, prima di essere lapidati a morte. L’articolo 103 si sofferma sul caso in cui il condannato riesca ad uscire dall’immersione nella sabbia. Se vi sono testimoni contro di lui o lei, va rifatta l’esecuzione, se invece il colpevole confessa, la pena va sospesa. L’articolo 104 prescrive che la dimensione delle pietre non debba essere troppo grande al punto da uccidere con uno o due lanci, ma nemmeno troppo piccole al punto da non essere chiamate pietre. L’esecuzione va iniziata dal giudice oppure dal testimone originale dell’adulterio (detto ‘na’aph). Da un’inchiesta del 2007[3] nel più grande stato Islamico, risulta che il 43% degli indonesiani è favorevole alla lapidazione (rajam) per adulterio. In Egitto la percentuale sale all’82%, in Giordania 70%, Pakistan 82%, Nigeria 56%[4].

Nell’Ebraismo la lapidazione è prevista dalla legge rabbinica e può essere comminata solo da una corte di ventitre membri. E’ necessaria la testimonianza credibile di due testimoni oculari e il colpevole doveva essere stato avvisato. Il reo dev’essere maggiorenne, sano di mente e la colpa commessa in piena libertà senza l’aiuto di altri.

Giorgio Nadali

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[1] Sura 24,2 Flagellate la fornicatrice e il fornicatore, ciascuno con cento colpi di frusta e non vi impietosite [nell’applicazione] della Religione di Allah, se credete in Lui e nell’Ultimo Giorno, e che un gruppo di credenti sia presente alla punizione

[2] Bukhari 6:60:79

[3] Trend Dukungan Nilai Islàmis versus Nilai Sekular di Indonesia Lembaga Survei Indonesia 05/10/2007

[4] Pew Research Center. Global attitudes project. Muslim Publics Divided on Hamas and Hezbollah. 02-12-2010


La matematica di Dio e il dio della matematica

di Giorgio Nadali

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matematica di Dio- Giorgio Nadali

 

Un celebre matematico piemontese ateo e anticlericale si diverte a tempo perso a scrivere diversi libri contro la fede religiosa convinto com’è che un credente, in quanto tale, non possa avere nulla a che fare con la razionalità e che nessun contributo possa venire dalla religione a materie sceintifiche e scienze esatte quali la matematica. Nel suo ultimo libro sulla religione, “Caro Papa, ti scrivo. Un matematico ateo a confronto con il papa teologo[1] Piergiorgio Odifreddi si rivolge al papa emerito Benedetto XVI e intitola il suo ultimo capitolo “Dio e la matematica”. Due credi a confronto. L’ateismo razionalista e la fede religiosa (cristiana). Tralasciando ora la netta distinzione tra la razionalità e il razionalismo, facciamo un po’ di storia religiosa della matematica. Professore, parliamo? Lasciamo giudicare ai nostri lettori. Come la prenderebbe se sapesse che molti progressi della sua disciplina sono dovuti proprio al Cristianesimo e all’Islàm? Secondo Lei «la vera religione è la matematica». Tralasciando il fatto che la matematica non può rispondere alla questione del bene e del male e del senso della vita, senza la religione mancherebbero molti importanti contributi anche alla matematica. Sono uomini di fede che li hanno prodotti. C’entra perché è la loro fede che li ha spinti a cercare, a scoprire e a inventare. E la “fede”, in un certo senso c’è anche in matematica. Infatti la congettura di Golbach, che Lei conosce bene, è un puro atto di “fede”, se per fede intendiamo la convinzione di una realtà possibile che non è stata dimostrata. E’ data per vera, ma nessuno è mai riuscito a dimostrare che ogni numero pari maggiore di 2 può essere scritto come somma di due numeri primi. Una cosa creduta e non dimostrata! Uno dei maggiori problemi irrisolti della teoria dei numeri. Teoria – detto per inciso – formulata da Pierre de Fermat, grande estimatore della consulenza dei matematici gesuiti. Gli stessi che hanno scoperto le funzioni iperboliche e le equazioni differenziali, l’iperbole rettangolare, le geometrie non euclidee, e così via. Tutti preti. E che dire delle congetture matematiche di Beal, di Collatz, di Hodge, di Hardy-Littlewood, di Borsuk, dei numeri primi gemelli o dell’ipotesi di Riemann? Solo per citarne alcune, perché, come sa, sono almeno 45. Tutte credute, ma per ora non dimostrate. Senza dimostrazione, niente teorema. Infatti di congetture si tratta. Certo non è matematica da liceo e lo diciamo quindi solo per coloro che sono convinti che in matematica tutto sia dimostrabile e che il campo delle cose credute e non dimostrate riguardi solo la religione. La congetura matematica si basa solo sull’intuito, quindi non sulla razionalità. Dunque, se la matematica apprezza il valore dell’intuito non si capisce come, a Suo avviso, l’uomo non possa anche intuire l’esistenza di Dio. Sembra proprio il classico “due pesi e due misure”.

Storia della matematica, voto zero? Un primo studio dello zero, dovuto all’Indù Brahmagupta, risale al 628 d.C. Con molta umiltà e una buona dose di stupore forse è meglio conoscere ed essere grati a tanti uomini di scienza e di puro genio, che da Dio hanno ricevuto questo talento ed umilmente Gli sono stati grati. E noi a Lui per il loro ingegno. D’altra parte l’uomo è più grande quando si inginocchia – come diceva Alessandro Manzoni – e di conseguenza è ancora più piccolo quando dal basso della sua arroganza sfida Dio e per questo rimane cieco alla vera saggezza. Guglielmo Marconi disse: «La scienza è incapace di dare la spiegazione della vita; solo la fede ci può fornire il senso dell’esistenza: sono contento di essere cristiano». Louis Pasteur gli fa eco: «Più studio e più acquisto la fede del contadino». E che dire proprio di Isaac Newton di cui il professore è grande estimatore:  «Questa notte io fui assorbito dalla meditazione della natura. Ammiravo il numero, la disposizione, la corsa di quei globi innumerevoli. Ma ammiravo ancor più l’Intelligenza infinita che presiede a questo vasto meccanismo. Dicevo a me stesso: Bisogna essere ben ciechi per non restare estasiati a questo spettacolo, sciocchi per non riconoscerne l’Autore, pazzi per non adorarlo… L’uomo che non ammette Dio è un pazzo». Dunque vediamo…

Algebra.  Il matematico persiano Abū Jaʿfar Muhammad ibn Mūsā al-Khwārizmī, (780 – 850) è l’autore dell’al-Kitāb al-mukhtaar fī isāb al-ǧabr wa al-muqābala, il primo libro che tratta soluzioni sistematiche di equazioni lineari e di secondo grado. Viene considerato pertanto il padre dell’algebra, titolo che divide con Diofanto.

I segni più e meno. L’introduzione dei segni “più” e “meno” nella matematica italiana, furono tutti successi tipici della Compagnia di Gesù (i Gesuiti), e scienziati influenti come Fermat, Huygens, Leibniz e Newton il non furono i soli a tenerli da conto come preziosi consulenti.

     Il “Rapporto aureo” in matematica.  Luca Bartolomeo de Pacioli o anche Paciolo (1445 circa – 1517). Sacerdote. Nel 1509 pubblicò una traduzione latina degli Elementi di Euclide e un testo che aveva già concepito alla corte di Ludovico il Moro, il De Divina Proportione (1497), con le celebri incisioni dovute a Leonardo da Vinci raffiguranti suggestive figure poliedriche. Sono le questioni attinenti al rapporto aureo che danno il titolo al libro, che si estende poi a questioni cosmologiche e matematiche connesse ai solidi platonici e ad altre tipologie di poliedri.

     Teoremi per determinare la superficie ed il volume dei solidi di rotazione. Habakkuk Guldin (Paolo Guldino) (1577-1643). Si converte dall’Ebraismo nel 1597 e diventa prete gesuita. nell’opera Centrobaryca (baricentri), edita in tre volumi (1635, 1640, 1641), si trovano i due teoremi che portano il suo nome. Primo teorema: L’area di una superficie di rotazione ottenuta ruotando di un angolo  attorno all’asse z una curva regolare semplice γ di supporto Γ è dove x è l’ascissa del baricentro della curva e  è la lunghezza di γ. Secondo teorema: Il volume di un solido di rotazione Ω ottenuto ruotando di un angolo  attorno all’asse z una figura piana K è dove x è l’ascissa del baricentro della figura piana e A è l’area di K.

Numeri di Cullen nella teoria dei numeri. I numeri di Cullen sono stati scoperti dal prete gesuita James Cullen (1867-1933). Fanno parte della teoria dei numeri –  quel ramo della matematica pura che si occupa delle proprietà dei numeri interi. Sono quei numeri naturali  indicati con:   Cn = n . 2 alla n + 1.

Monomi. Nel 953 Abu Bekr ibn Muhammad ibn al-Husayn Al-Karaji o semplicemente al-Karkhi fu il primo a slegare l’algebra dalle operazioni geometriche per sostituirle con quelle aritmetiche che sono tutt’oggi il cuore dell’algebra. E’ stato il primo a definire i monomi x, x2, x3, … e 1 / x, 1 / x2, 1 / x3, …  e a dare regole per i prodotti di qualsiasi coppia di questi. Ha fondato una scuola algebrica che ha prosperato per secoli. Ha scoperto il teorema dei binomi per gli esponenti interi.

Funzioni iperboliche ed equazioni differenziali. Vincenzo Riccati (1707-1775). Prete gesuita. Figlio del matematico Jacopo Riccati. Tra  le equazioni differenziali anche quella che porta il suo nome.     Infinitesimali. André Tacquet (1612-1660). Prete gesuita.

Geometrie non euclidee. Giovanni Girolamo Saccheri  (1667-1733). Prete gesuita. Considerato il padre, seppure inconsapevole, delle geometrie non euclidee. Saccheri voleva provare il V postulato di Euclide sulle rette parallele attraverso una dimostrazione per assurdo. Il suo punto di partenza fu il quadrilato birettangolo isoscele, ovvero un quadrilatero con due lati opposti congruenti ed entrambi perpendicolari ad uno solo degli altri lati. Saccheri introdusse dunque tre ipotesi sugli angoli del quadrilatero opposti a quelli costruiti retti. Nel 1697 pubblicò un notevole trattato di logica e nel 1708 un trattato di statica. Nel 1733, l’anno della sua morte, uscì l’opera di maggiore importanza per la storia dei fondamenti della geometria e per la quale la sua figura è oggi ampiamente ricordata: “Euclides ab omni nævo vindicatus” (Euclide riscattato da ogni difetto). In essa, Saccheri dimostrò per assurdo il postulato delle rette parallele di Euclide. Iperbole rettangolare. Gregory Saint Vincent, Prete gesuita (1584-1667)

La scoperta fu essenziale per i logaritmi. Tommaso Ceva, Prete gesuita  (1648 – 1737)  In Opuscola mathematica (1699) riunì varie note di matematica e di geometria, tra le quali la descrizione di uno strumento, da lui ideato, per ottenere meccanicamente la divisione di un angolo in parti uguali. La difficile matematica induista. Il bramino indù Baudhāyana nel IX secolo A.C. scrisse la Baudhayana Shrauta Sutra. – un’appendice dei testi sacri induisti chiamati Veda – con regole per la costruzione di altari, ma anche di importanti regole matematiche. C’è infatti più matematica che religione in questo testo sacro indù! Parla di sacrifici vedici, ma anche della quadratura del cerchio, del teorema di Pitagora – tre secoli prima della sua formulazione da parte del matematico greco – e della radice di 2. Lo Zero.

La prima esposizione sistematica dei numeri con lo zero è del matematico indiano Brahmagupta nel VII secolo d.C. Furono poi gli Arabi in questo 810 d.C. – con il matematico Muhammad ibn Al-Khwarizimi (780-850) – durante la loro dominazione a utilizzarli  (come concetto ma non come scrittura) e solo molto più tardi con a possibilità di fare risultati di aritmetica pratica, fu Leonardo Fibonacci (1170-1230) a diffonderli nell’Europa medioevale, con il suo trattato “Liber abaci”. Essendo notoriamente usati dagli arabi, impropriamente si chiamarono numeri arabi, invece la scrittura vera e propria era quella indiana.

L’uso dello zero come numero in sé è un’introduzione relativamente recente della matematica, che si deve ai matematici indiani. Un primo studio dello zero, dovuto a Brahmagupta, risale al 628. Brahmagupta diede notevoli contributi all’algebra: nella sua opera si trovano soluzioni generali alle equazioni di secondo grado, comprendenti due radici anche nel caso che una di esse sia negativa. Diede parecchi contributi anche allo sviluppo dell’analisi indeterminata. Fu il primo a dare una soluzione generale all’equazione diofantea lineare ax + by = c, dove a, b, c sono numeri interi. Perché questa equazione abbia soluzioni intere occorre che il massimo comune divisore di a e b divida anche c; Brahmagupta sapeva che se a e b sono primi fra loro, tutte le soluzioni dell’equazione sono date da x = p + mb, y = q – ma, dove m è un numero intero arbitrario. Suggerì anche l’equazione diofantea di secondo grado x2 = 1 + py2, che prende il nome da John Pell (1611-1685), ma che viene usata per la prima volta nel problema archimedeo dei buoi. L’equazione attribuita a Pell venne risolta per alcuni casi speciali da un altro matematico indiano di epoca posteriore, Bhaskara (1114-1185). Va a Brahmagupta il pieno merito di aver fornito tutte le soluzioni intere dell’equazione diofantea lineare, mentre Diofanto si era limitato a dare una soluzione particolare di un’equazione indeterminata[2].

Un bel contributo, no? Nel Suo libro Lei conclude: «Abbassate le vostre difese! Aprite il vostro cuore alla matematica e alla scienza!», ma un Suo illustre collega – Augustin Louis Cauchy – uno dei padri dell’analisi matematica del XIX secolo scrisse: «Se non ammettiamo l’esistenza di Dio come cristiani, dobbiamo ammetterla come matematici». Due credi a confronto, ma anche due atteggiamenti a confronto. Nella sua “Cattedra dei Gentili”, il cardinale Carlo Maria Martini sosteneva che non bisogna distinguere tra credenti ed atei, ma tra pensanti e non-pensanti. Anche Friedrich Nietzsche nel suo “Crepuscolo degli idoli” parla di saggezza unita all’umiltà[3]. Non è fare un bel servizio alla scienza e nemmeno alla cultura dichiarare grossolanamente che «la critica al Cristianesimo potrebbe dunque ridursi a questo: che essendo una religione per letterali cretini, non si adatta a coloro che, forse per loro sfortuna, sono stati condannati a non esserlo. Tale critica, di passaggio, spiegherebbe anche in parte la fortuna del Cristianesimo: perché, come insegna la statistica, metà della popolazione mondiale ha un’intelligenza inferiore alla media». Lei lo scrive perché Cristo parla della beatitudine della di povertà di spirito. In realtà la povertà di spirito, la anawim ruach, non è la cretineria, come pensa Lei, ma proprio l’umiltà! Non giova nemmeno affermare che «il Cristianesimo ha costituito non la molla o le radici del pensiero democratico e scientifico europeo, bensì il freno o le erbacce che ne hanno consistentemente soffocato lo sviluppo»[4] anche perché è relativamente facile dimostrare esattamente il contrario, come vedremo più avanti. E’ lecito essere atei, un po’ meno dire baggianate.

Dunque forse sarebbe utile per il dialogo costruttivo che Lei auspica nel “Cortile dei Gentili” lamentando di esserne stato escluso insieme a Richard Dawkins, Cristopher Hitchens e Michel Onfray[5] come quartetto di «autori che guardano alla verità con ironia e sarcasmo», e tendono a leggere i testi religiosi allo stesso modo dei fondamentalisti, non chiamare «favole pasquali su Gesù adulto» la fede religiosa di due miliardi di persone, anche perché un papa non può certo permettersi di rispondere alla Sua lettera come dovrebbe. E difatti non lo ha fatto.

Giorgio Nadali
www.giorgionadali.it


[1] Piergiorgio Odifreddi, Caro Papa, ti scrivo, Un matematico ateo a confronto con il papa teologo, Milano, Mondadori, 2011

[2] Cf. Giorgio Nadali, ReliGenio. Tutte le invenzioni, le scoperte scientifiche e i progressi in vari campi, dovuti alle religioni mondiali, Milano, Lampi di Stampa, 2012.  Giorgio Nadali, Scienza e Fede. La matematica di Dio, “Il Segno del soprannaturale”, gennaio 2012, n. 283

[3] Il verme, se calpestato, si arronciglia. È la sua saggezza. Riduce in tal modo la probabilità di venire calpestato di nuovo. Nel linguaggio della morale: umiltà (Friedrich Nietsche, Il crepuscolo degli idoli)

[4] Piergiorgio Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), Milano, Longanesi, 2007

[5] Filosofo francese contemporaneo della corrente anarchico-edonista. Ritiene che la religione sia strumento di oppressione e di frattura con la realtà. Ha pubbicato il “Trattato di ateologia. Fisica della metafisica” (Traité d’athéologie), Roma, Fazi, 2005.