A convegno la freschezza della fede cristiana

di Giorgio Nadali

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A Saint Louis (Missouri, USA) dal 6 al 14 Novembre è in corso il grande convegno della Church of God in Christ americana. Il lato fresco, pulito, entusiasta, moderno e giovane del Cristianesimo. Quello che guadagna fedeli ogni giorno, a differenza di varie Chiese europee che segnano perdite continue e vedono nello assemblee una maggioranza di capelli bianchi e parole biascicate senza comprenderne il senso, oppressi da Chiese vecchie che spingono più alla depressione che alla gioia dei primi cristiani e che non credono al successo che viene da Dio che ci vuole vincenti. La Chiesa di Dio in Cristo, Inc. (COGIC) è un’organizzazione cristiana nella tradizione della Santità pentecostale. È la più grande denominazione pentecostale negli Stati Uniti. L’appartenenza è prevalentemente afroamericana con più di 6,5 milioni di membri. La Chiesa ha congregazioni in 63 paesi in tutto il mondo e la sua missione è “Per cercare e salvare quello che è perso”, a proposito di Chiese in crescita! E’ possibile seguire gli eventi in diretta per una boccata di fresca aria cristiana.

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Tra gli speakers dell’evento  spicca l’unico pastore bianco: Joel Osteen.

Joel Osteen è il pastore della più grande chiesa americana, la Lakewood Church di Houston, Texas. Joel è stato citato da molte fonti come la figura di ispirazione più popolare negli Stati Uniti ed è un autore più venduto del New York Times. I suoi dodici libri sono best sellers mondiali. La “tua vita migliore adesso” è stato all’elenco delle migliori liste di New York Times per un paio di settimane e insieme ai prodotti spin-off ha venduto più di 10 milioni di copie negli Stati Uniti fino ad oggi. I suoi libri hanno anche venduto milioni in tutto il mondo, inclusi un milione di copie in entrambi i Paesi Corea e Indonesia (la più grande nazione musulmana del mondo). A 2,5 milioni di copie, diventa migliore È stata la prima prima stampa per un libro non-fiction nella storia di Simon & Schuster.

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Nell’ottobre 1999, dopo la morte del padre e del fondatore di Lakewood, John Osteen, Joel è diventato il Pastore guida di Lakewood Church. Sotto la sua guida, la presenza settimanale di Lakewood è cresciuta da una media di 5.000 a 48.000, facendo di Lakewood la più grande chiesa negli Stati Uniti secondo Forbes, Outreach Magazine, Church Growth Today e l’Hartford Institute. Nel 2003, la Lakewood Church ha acquisito il Compaq Center, sede dei Houston Rockets di NBA, e ha passato i prossimi 18 mesi a rinnovare l’arena a un costo di 105 milioni di dollari. Il 15 luglio 2005, Lakewood ha tenuto il primo di sette servizi di adorazione settimanale nel nuovo auditorium di 16.000 posti e, entro l’anno, aveva aggiunto 10.000 nuovi membri e diventato una delle destinazioni dei visitatori di Houston.

Ogni settimana dalla Lakewood Church, Joel trasmette i suoi sermoni settimanali in televisione e in internet ed è diventata la figura più seguita in America. Secondo Nielsen Media, il programma settimanale di Joel è visto da più di dieci milioni di spettatori americani a settimana in televisione e viene visto a livello nazionale su affiliati di ogni grande rete televisiva di trasmissione; ABC, NBC, CBS e FOX, diverse reti di cavi di livello superiore; USA, Lifetime e ABC Family, e nelle reti migliori della TV cristiana; Daystar e T.B.N. Il programma settimanale di Joel è visto anche da milioni di persone in circa 100 nazioni in tutto il mondo e ha riempito stadi e arene internazionali in tutto il Nord America e in Europa, Africa, Australia e Israele.

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Nel 2014, Sirius / XM ha lanciato Joel Osteen Radio, un canale 24/7 (# 128) dedicato ai messaggi ispiratori di Joel e Victoria. Il canale emette oltre 500 messaggi di archivio di Joel, due spettacoli di chiamata dal vivo (uno ospitato da Joel e uno ospitato da Victoria), quattro servizi di venerazione diretta direttamente da Lakewood Church e tutti i dodici eventi di Night of Hope vivaci che si svolgono in diverse città in tutto il paese.

 Joel e Victoria hanno diverse milioni di followers su Internet.

Più di 1,2 milioni di persone guardano i servizi attraverso streaming online ogni mese, classificando JoelOsteen.com come uno dei dieci siti di streaming in tutto il mondo.
Secondo iTunes, il podcast audio e video settimanale di Joel è uno dei più popolari in tutto il mondo con una media di 6 milioni di download ogni mese.
Joel ha più di 5 milioni di seguaci su Twitter e più di 15 milioni di amici su Facebook. il suo messaggio viene visto e / o condiviso più di un miliardo di volte al mese secondo Crowd Booster Analytics e il New York Times ha citato Joel come influenzatore di base in base a quanto spesso viene citato, menzionato e condiviso da altri.
Ogni giorno più di 1,5 milioni di persone chiedono il quotidiano messaggio di ispirazione quotidiano di Joel e Victoria, “Word di oggi” che ricevono tramite e-mail sui loro telefoni, tablet e computer.

Negli ultimi dieci anni, più di due milioni di persone hanno partecipato a eventi Joel e Victoria di Night of Hope negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Questi eventi esauriti sono tipicamente tenuti in arene da 18.000 posti, NBA, come New York’s Madison Square Garden, lo Staples Center di Los Angeles e l’O2 Arena di Londra; tuttavia, nel 2009, il primo grande evento dello stadio si è tenuto allo stadio Yankee a New York City. L’evento venduto è stato chiamato “Una Notte Storica di Speranza” per riconoscere il fatto che sia stato il primo evento non baseball mai tenuto nello stadio appena aperto. Oltre ai 45.000 partecipanti, l’evento è stato visto in più di 100 nazioni tramite la trasmissione live TBN e da più di 200.000 utenti in linea. Lo stadio Yankee Stadium è stato il primo di quello che ora è diventato un evento annuale conosciuto come “Night of Hope di America” tenuto in diversi stadi di baseball negli Stati Uniti. Dal Yankee Stadium 2009, Joel e Victoria hanno riempito Dodger Stadium a Los Angeles, US Cellular Field (Stadio White Sox) di Chicago, Nationals Park di Washington DC, Marlins Park di Miami e Yankee Stadium nel 2015 e Comerica Park di Detroit.La reputazione di Joel per l’integrità, il suo umile comportamento e il suo semplice messaggio che Dio si preoccupa profondamente per ognuno di noi e ci autorizza con tutto ciò che dobbiamo superare e riuscire a risonare con milioni di persone in tutto il mondo portando speranza e incoraggiamento a un mondo che disperatamente ha bisogno di sentire esso. Joel risiede a Houston, Texas con questa moglie, Victoria ei loro figli.

Per fortuna che c’è un lato del Cristianesimo che ha ancora la freschezza e la gioia dei primi cristiani!


Ad ogni morte di papa

di Giorgio Nadali

Essere papa nei primi secoli voleva essere certi di morire violentemente. Trentuno papi hanno conosciuto il martirio. Il primo fu l’apostolo Pietro crocifisso a testa in giù, secondo la tradizione. Trent’anni dopo Clemente I fu gettato in mare con un’ancora legata al collo. Ma – a parte i primi papi martiri –  sono stati otto i papi assassinati lungo i secoli; qualcuno per la fede, qualche altro per beghe politiche. E questi omicidi non vennero solo dall’esterno, ma soprattutto dall’interno della Chiesa…

 

Clemente I (99)

Secondo la leggenda, dopo essere stato bandito da Roma e mandato a lavorare in una cava di pietra, Clemente scoprì che i suoi compagni di prigionia erano affetti da disidratazione. Mentre si trovava in ginocchio a pregare, vide un agnello su una collina. Colpì il terreno dove di trovava l’agnello, e un flusso di acqua sgorgò. Il fatto convertì molti compagni di prigionia. Come punizione le guardie legarono un’ancora  intorno al collo di Clemente e lo gettarono nel Mar Nero.

 

Stefano I

Stefano fu Papa solo per tre anni, ma il suo pontificato fu vessato da polemiche  all’interno e fuori della Chiesa. All’interno della chiesa, le questioni riguardarono il nuovo battesimo dei cattolici decaduti. Al di fuori della chiesa l’imperatore Valeriano, un tempo era stato un alleato dei cristiani, emise due editti di persecuzione contro la chiesa. Stefano stava celebrando Messa seduto sul trono, quando gli uomini dell’imperatore fecero irruzione e decapitarono Stefano dove era seduto. Era il 2 agosto 257.

 

Sisto II

 

Non molto tempo dopo l’assassinio di Papa Stefano, Sisto II fu eletto papa. Durante questo periodo, l’imperatore Valeriano aveva promulgato una legge secondo la quale tutti i cristiani erano tenuti a partecipare alle cerimonie in onore degli dei romani. Sisto II ovviamente si oppose. Fu catturato dagli uomini dell’imperatore e messo a morte per decapitazione il 6 agosto 258. La prima vittima delle famigerate “258 Persecuzioni”.

 

Giovanni VII

Giovanni VII fu il primo Papa a regnare durante il periodo del “Papato bizantino”, durante il quale tutti i papi hanno dovevano essere approvati dall’imperatore bizantino per assicurarsi che tutte le decisioni prese sarebbero state allo stato. Tuttavia non fu lo Stato che decretò la sua fine, bensì il marito tradito infuriato di una donna che 18 ottobre 707 trovò il papa a letto con sua moglie.

 

Giovanni VIII

Alcuni lo considerano uno dei più grandi Papi del suo tempo, segnato da intrighi politici. Giovanni VII stesso fu vittima di questi intrighi. Una sera un parente di Giovanni VIII andrò a trovarlo e cercò di avvelenarlo. Il veleno però non funzionò abbastanza velocemente e l’assassino decise di finire il papa a martellate il 16 dicembre 882. La sua atroce morte è narrata negli Annales Fuldenses – le cronache medievali del VIII e IX Secolo.

 

Stefano VI   

Il predecessore di Stefano VI – Papa Formoso – fu processato in quello che sarebbe passato alla storia come il “sinodo del cadavere” (o “concilio cadaverico”). Stefano VI processò il cadavere di Formoso, tagliò tre dita della sua mano destra  e fece gettare il corpo nel Tevere. Questa violenza di Stefano VI si riversò su di lui che venne messo a morte per strangolamento nell’agosto 897.

 

Leone V

 

Leone morì in prigione. Fu assassinato nel luglio 903 da Cristoforo o più probabilmente all’inizio del pontificato di Papa Sergio per ordine di quest’ultimo o per ordine del sacri palatii vestararius, Teofilatto Conte di Tuscolo.

 

Giovanni X

Nel maggio 928 venne strangolato a Castel Sant’Angelo dalla senatrice Marozia, di cui il vescovo e storico Liutprando da Cremona scrisse che era “bella come una dea e focosa come una cagna, viveva nel cubicolo del Papa e non usciva mai dal Laterano”.

 

Giovanni XII

Fine ingloriosa per un papa! Un classico delle storie passionali. Giovanni XII on gradiva il celibato che voleva per i suoi preti. Decise quindi di divertirsi un po’. Gioco d’azzardo, furto, omicidio e incesto facevano parte della noiosa giornata del papa. Un brutto giorno  –  14 maggio 964 – Giovanni XII fu picchiato a morte da un marito geloso. È brutto trovare il papa a letto con tua moglie. Non lo auguriamo a nessuno.

 

Benedetto VI

Benedetto VI era destinato a soffrire per le trasgressioni del suo predecessore, Papa Giovanni XIII  che durante il suo pontificato si era fatto diversi nemici tra la nobiltà in Europa . Solo un anno e mezzo dopo essere stato eletto Papa, un prete di nome Crescenzio I – fratello del compianto Papa Giovanni XIII – eseguì l’ordine di catturare e strangolare Benedetto VI nel giugno 974.

 

Stefano VIII (IX)

Stefano VIII – in seguito ad una rivolta popolare – fu aggredito e mutilato nel 942 da alcuni nobili della fazione di Alberico per averlo offeso pubblicamente dal papa. Il fatto è narrato nel Chronicon, di Martino Polono.

 

Giovanni XIV

Giovanni fu deposto e imprigionato a Castel Sant’Angelo dove morì quattro mesi dopo, per avvelenamento su comando dell’antipapa Bonifacio VII,  rientrato a Roma nella primavera del 984 e reintegrato come papa.

 

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Sacre spie

 

Vladimir Mikhailovich Gundyayev – l’attuale patriarca di Mosca, Kirill – negli anni Novanta fu accusato di avere collegamenti del KGB durante gran parte del periodo sovietico, come lo erano molti membri della gerarchia della Chiesa ortodossa russa e di perseguire gli interessi dello stato prima di quelli della Chiesa. Il nome in codice come agente del KGB era “Mikhailov”. I giornali «Kommersant» e «Moskovskij Komsomolets» hanno inoltre accusato il patriarca Kirill di affarismo e abuso del privilegio di esenzione dai dazi doganali nell’importazione di sigarette concesse alla Chiesa negli anni Novanta e lo soprannominarono «Tabacco metropolitano». Il dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa sosteneva di avere agito come il più grande fornitore di sigarette straniere in Russia. I profitti di questa operazione, presumibilmente sotto la direzione di Kirill furono stimati  in un miliardo e mezzo di dollari dal sociologo Nikolai Mitrokhin nel 2004 e di quattro miliardi di dollari nel 2006. Il Patriarca fu accusato dai bloggers di indossare un orologio costruito dal produttore svizzero Breguet, del valore di oltre ventimila sterline. Quando i giornalisti[1] chiesero di sapere da dove provenisse l’orologio, il Patriarca Kirill rispose che anche se lui avesse avuto un tale orologio, non lo indossò mai ed eventuali fotografie erano false. Tuttavia, un certo numero di fotografie sul suo sito web sembrano mostrare che indossò l’orologio. Nell’ultimo decennio, la Chiesa ortodossa russa ha sostenuto senza riserve il presidente Putin in cambio di un ruolo più prominente nella società.

 

La via dei ratti. Il servizio del vescovo nazista per la fuga dei criminali di guerra

 

Molti gerarchi nazisti fuggirono alla fine della Seconda Guerra mondiale grazie a un pecora nera e alla sua via dei ratti. La “via dei ratti”, Rattenlinien, fu il servizio di fuga fondato dal vescovo tedesco Alöis Hudal (Luigi Hudal, 1885-1963) specializzato nella fuga di gerarchi nazisti in Argentina nel 1945. Padre Krunoslav Draganović dell’Istituto Croato di San Girolamo era incaricato di organizzare il cambio di identità e la fuga.[2] Michael Phayer scrisse: «Permettendo che il Vaticano venisse coinvolto nella ricerca di un rifugio per i colpevoli dell’olocausto, Pio XII commise la più grande scorrettezza del suo pontificato».[3] Il vescovo Hudal operava in modo autonomo come spia dei nazisti con base in Vaticano e aveva contatti diretti con Walter Rauff, il gerarca delle SS che inventò i furgoni camera a gas mobile mediante quelli di scarico. Monsignor Hudal – confessore della comunità cattolica tedesca di Roma – dichiarò che era cosa buona mettere al riparo i gerarchi nazisti dalla persecuzione degli alleati. La sua opera principale fu il libro «Die Grundlagen des Nationalsozialismus» (I fondamenti del Nazionalsocialismo). Fonti minoritarie vedono nel cardinale Giuseppe Siri (1906-1989), arcivescvo di Genova un coinvolgimento indiretto nella rattenlinien per la fuga del gerarca nazista, soprannominato “architetto dell’olocausto” incaricato delle deportazioni degli ebrei – Adolf Eichmann – unico civile condannato a morte (per impiccagione) in Israele (1962). Eichmann fuggì dapprima in Argentina con documenti falsi forniti dal vicario generale di Bressanone, il sacerdote filo nazista Alois Pompanin (1889-1966) – prelato d’onore di Sua Santità – che ribattezzò Eichmann, Priebke e Bormann (il segretario di Hitler). Eichmann fu rapito dal servizio segreto israeliano nel 1960. La sentenza fu eseguita da Shalom Nagar – allora ventiseienne – che oggi fa il macellaio a Holon (Israele).

 

Servizi segreti vaticani nella storia

 

Nell’ottobre del 1962 il papa San Giovanni XXIII accettò la partecipazione al Concilio Vaticano II di due prelati orodossi spie del KGB – Bolovoy e Kotlyrov – accettando la condizione (poi soddisfatta) che non vi sarebbero stati attacchi al comunismo durante il Conclave[4]. L’attività politica del Vaticano e i suoi servizi segreti hanno operato in modo parallelo usando diversi metodi per lo stesso obiettivo. Da un lato i papi hanno negoziato per ribaltare o neutralizzare certe misure dirette verso Roma, dall’altra la Santa Alleanza e l’Ordine Nero sono intervenute per distruggere i nemici della Chiesa.

David Rizzio, Lamberto Macchi, Rodolfo Ridolfi, James Fitzmaurice, William Parry, Marco Antonio Massia, Giulio Alberoni, Alexander de’ Medici, Giulio Guarnieri, Tebaldo Fieschi, Charles Tournon, John Bell e Giovanni DaNicola sono stati tra gli agenti della Santa Alleanza le cui operazioni hanno cambiato il corso della storia dalla metà del XVI secolo al XXI.

Ludovico Ludovisi, Lorenzo Malgarotti, Paluzzo Paluzzi, Bartolomeo Pacca, Giovanni Battista Caprara, Annibale Albani, Pietro Fumasoni Biondi e Luigi Poggi[5]  sono stati alcuni dei potenti capi dell’apparato dello spionaggio pontificio che, sempre in difesa della fede, hanno pianificato e ordinato operazioni sotto copertura, assassinii politici o di stato, e vere e proprie “liquidazioni” di personaggi secondari che si erano messi di traverso sulla strada della politica del papa del momento, la politica di Dio in Terra. Re sono stati uccisi, diplomatici avvelenati, e una o l’altra fazione sostenute come norma della diplomazia papale. Occhi sono stati chiusi su catastrofi e olocausti. Sono stati finanziati dei terroristi, così come dittatori sudamericani, sono stati protetti criminali di guerra, riciclato il denaro della mafia, manipolati i mercati finanziari, provocate bancarotte, e vendute armi a combattenti anche se le loro guerre sono state condannate. Tutto ciò è avvenuto nel nome di Dio con la Santa Alleanza e il Solidatium Pianum[6] come suo strumento.

Da quando l’inquisitore Pio V (canonizzato anni dopo) fondò il servizio di spionaggio del Vaticano nel XVI secolo con l’unico obiettivo di eliminare l’eretica Elisabetta I d’Inghilterra e sostenere la cattolica Maria Regina degli Scozzesi, lo Stato vaticano non ha mai ammesso l’esistenza della Santa Alleanza e del suo ramo di controspionaggio Solidatium Pianum, tuttavia può essere detto che le loro operazioni furono un segreto di Pulcinella. Simon Wiesenthal, il famoso cacciatore di nazisti ha dichiarato in un’intervista che «il migliore e più efficiente servizio di spionaggio che io conosca nel mondo appartiene al Vaticano». Il cardinale Luigi Poggi[7], soprannominato «la spia del papa» (San San Giovanni Paolo II, canonizzato il 27 aprile 2014) ha condotto una delle più grandi operazioni di modernizzazione della Santa Alleanza avvantaggiandosi dei suoi stretti contatti col Mossad israeliano. Grazie a sua eminenza il servizio segreto israeliano è stato in grado di sventare un attentato contro il primo ministro israeliano Golda Meir  in occasione della sua visita in Italia. Il cardinale Poggi si è occupato di incanalare i fondi Vaticani necessari, mediante la banca vaticana di Paul Marcinkus, l’Istituto per le Opere di Religione[8] (IOR), per finanziare il sindacato guidato da Lech Walesa (Solidarność). Un’operazione in collaborazione tra la Santa Alleanza e la CIA guidata da William Casey[9].

     Il giornalista spagnolo Eric Frattini scrisse: «Una volta, un illustre vaticanista mi disse: “Il tempo non scorre alla stessa velocità all’interno della corte dei Papi e al suo esterno”». […] La vera politica vaticana, esattamente come succedeva nei secoli passati, si sviluppa ancora dentro i salotti ovattati e fiocamente illuminati, dotati di divanetti in velluto rosso, doppie porte ed eleganti stucchi raffiguranti angeli e odalische, dove hanno accesso solo i potenti o gli “amici” dei potenti. Là dentro, tra mezze parole e frasi non pronunciate ma sottintese, gli alti esponenti della curia riescono a provocare o a rimediare a dissesti finanziari, a nascondere scandali, a spostare come pedine sulla scacchiera prelati senza scrupoli o confratelli desiderosi di “ripulire”[10] la Chiesa dall’interno».[11]

[1] «The Independent», 05.04.2012

[2] Cfr. A. CASAZZA, La fuga dei nazisti. Mengele, Eichmann, Priebke, Pavelic da Genova all’impunità, Il Melangolo, Genova, 2007

[3] M. PHAYER, La Chiesa cattolica e l’Olocausto, Newton & Compton, Roma, 2001

[4] M. MARTIN, The keys of this blood, Touchstone, New York,1991, citato da J. KOEHLER, Spies in the Vatican: The Soviet Union’s Cold War Against the Catholic Church, Pegasus, Berkeley, 2009, p. 8

[5] Tutti cardinali

[6] Rete di informazione della Vaticano, fondata da monsignor Umberto Benigni nel 1909, sotto il pontificato di papa Pio X (1903-1914). Il nome si riferisce a san Pio V. Questa rete segreta fu scoperta dallo storico Émile Poulat. Scopo della rete era soprattutto quella di combattere il modernismo. Nota anche come La Sapinière.

[7] Scomparso il 4 maggio 2010

[8] «Lo IOR rimane il grande virus vaticano che si trasmette da un papa all’altro come un’influenza o il vaiolo e nessuno è disposto a combatterlo davvero, o a cercare almeno un antidoto […] I banchieri dello IOR garantiscono a selezionati clienti totale riservatezza, transazioni coperte, totale immunità e autonomia operativa. Che altro si può chiedere quando si vuole riciclare il proprio denaro?» (E. FRATTINI, I corvi del Vaticano: Lo scandalo Vatileaks, i segreti dello IOR, l’addio di Benedetto XVI, Sperling & Kupfer, Milano, 2013). Per la prima volta dal 1908, quando si chiamava Commissione amministratrice delle Opere di Religione, lo IOR ha pubblicato il suo bilancio 2012 di 86,6 milioni di dollari, in seguito alla trasparenza voluta dal nuovo pontefice Francesco.

[9] E. FRATTINI, The Entity: Five Centuries of  Secret Vatican Espionage, St. Martin Press, New York, 2004, pp. 3-4

[10] Riferimento al caso di «rimozione e promozione» di Mons. Carlo Maria Viganò

[11] E. FRATTINI, I corvi del Vaticano: Lo scandalo Vatileaks, i segreti dello IOR, l’addio di Benedetto XVI, Sperling & Kupfer, Milano, 2013

 

Giorgio Nadali


Cresce l’Italia che diserta le chiese: più facile perdere la fede a 55 anni

Tra piazze sulle unioni civili, appelli alla tradizione natalizia e fede islamica la religione è da tempo al centro del dibattito politico e sociale del Paese. Ma non è detto che questa sua esposizione mediatica si trasformi poi in un rinnovato interesse degli italiani. Anzi, guardando i freddi dati la tendenza sembra tutt’altra.

L’Istat ha di recente fotografato la nostra propensione alla pratica religiosa e il quadro che ne viene fuori è quello di un Paese che viaggia verso la secolarizzazione. Non spinta come in altri Paesi europei, è vero, ma tale da mostrare un’evidente disaffezione. Le chiese sono vuote, si dice sempre. È vero come per le moschee e le sinagoghe e ora lo certifica anche la statistica.

Nel 2006 una persona su tre (esattamente il 33,4%) dichiarava di frequentare luoghi di culto almeno una volta alla settimana. La percentuale, però, oggi è scesa al 29%. E il calo è stato costante negli anni. Al contrario le persone che dichiaravano di non frequentare mai luoghi di culto sono passate dal 17,2 al 21,4%. In pratica oltre una ogni cinque. 

Il dato, messo così, mostra una tendenza generale. Ma se guardassimo più nel dettaglio, noteremmo cose interessanti. Innanzitutto i numeri risultano un po’ “drogati”. Un po’ perché nelle statistiche si tende a dichiarare quel che si vorrebbe fare e non quello che si fa davvero. Un po’ per la presenza dei bambini tra i 6 e i 13 anni che con il loro 51,9% del 2015 spingono in alto una percentuale che altrimenti sarebbe più bassa.

Il crollo della frequentazione dei luoghi di culto ha colpito ogni fascia d’età. Quella in cui si “perde” la fede per eccellenza resta tra i 20 e i 24 anni. La curva, poi, tende a risalire lentamente fino a quella che potremmo definire l’area della “scommessa di Pascal”. Ma il confronto con il 2006 ci dice che la fascia d’età più disillusa è quella tra i 55 e i 59 anni che nell’ultimo decennio ha perso il 30% dei frequentatori di luoghi di culto. Fascia che potrebbe essere estesa ai 60-64enni, dove il calo è stato del 25%. Il sociologo Franco Garelli, uno dei massimi esperti dell’argomento, spiega: «Questo fenomeno può essere dettato da due dinamiche: da una parte in quella fascia d’età molti si costruiscono una seconda vita alternativa. I figli sono grandi, la carriera è agli sgoccioli, i nuovi impegni allontanano dalla pratica religiosa. Dall’altra può essere un portato della crisi: persone uscite dal ciclo produttivo impegnate a rientrarci».

Ma sono le nuove generazioni che offrono gli spunti più interessanti. È probabile che da adulti saranno meno vicini alla fede di quanto lo sono gli adulti di oggi. Se è vero che i bambini sono ancora i frequentatori più assidui dei luoghi di culto, le famiglie sembrano sempre meno inclini a far rispettare loro impegni religiosi assidui. Oggi un bambino su dieci non frequenta più come una volta e gli adolescenti tra i 14 e i 17 anni sono calati del 17,6%. Di converso quelli che non frequentano mai sono aumentati del 57% tra i bambini e del 33% tra gli adolescenti. «È molto interessante notare come i 18enni e 19enni, che restano lo zoccolo duro dell’associazionismo cattolico, tengano (siamo intorno al 15% di frequentatori abituali, ndr) ma la loro erosione è importante» dice ancora il professor Garelli.

Guardando alla geografia, l’Italia appare molto divisa tra Nord e Sud. Se la Sicilia risulta la regione più religiosa (oltre il 37% va almeno una volta a settimana in un luogo di culto), la Liguria è quella più agnostica e atea (oltre una persona su tre non frequenta mai e solo il 18,6% lo fa con assiduità). Siamo lontani dalle percentuali della Svezia (90% si dichiara religioso e 3% praticante), ma la tendenza è ad avere una religiosità sempre più ritagliata sul personale e che non segue i precetti che non ritiene necessari.

Sul fronte delle professioni quadri, impiegati, casalinghe e pensionati sono le più religiose. Dirigenti, imprenditori, liberi professionisti, operai e studenti quelle meno.

«Chi riceve stimoli o è impegnato in lavori concettuali o manuali più impegnativi si dedica meno al trascendente» spiega Garelli. 

Raphael Zanotti (La Stampa)


I valori cristiani. 6. La famiglia

La famiglia è la cellula base della società. La parola famiglia deriva da famulus, che il latino significa “servitore”. È quindi una comunità di amore basata sul reciproco servizio nell’amore. Il matrimonio (da mater, cioè madre in latino) fonda la famiglia tradizionale. A differenza di altre unioni e convivenze basate sull’amore reciproco, gli sposi diventano parenti, generano figli consanguinei e hanno il sostegno della grazia sacramentale. È quindi un amore che da privato diventa “pubblico” e offerto a Dio. L’istituzione matrimoniale nasce più di 5000 anni fa. Già il filosofo Aristotele (384 – 322 a. C.) scriveva: «L’amicizia tra marito e moglie è naturale: l’uomo, infatti, è per sua natura più incline a vivere in coppia che ad associarsi politicamente, in quanto la famiglia è qualcosa di anteriore e di più necessario dello Stato».

I ministri del sacramento del matrimonio cristiano sono gli stessi sposi, che sono immagine dell’amore di Cristo per la sua Chiesa. Nel 1981 il papa San Giovanni Paolo II ha scritto una lettera enciclica sulla famiglia: la Familiaris Consortio nella quale ricorda che la comunione d’amore tra Dio e gli uomini, contenuto fondamentale della Rivelazione e dell’esperienza di fede di Israele, trova una significativa espressione nell’alleanza sponsale, che si instaura tra l’uomo e la donna… Tra i compiti fondamentali della famiglia cristiana si pone il compito ecclesiale: essa, cioè, è posta al servizio dell’edificazione del Regno di Dio nella storia, mediante la partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa… In virtù della sacramentalità del loro matrimonio, gli sposi sono vincolati l’uno all’altra nella maniera più profondamente indissolubile.

La loro reciproca appartenenza è la rappresentazione reale, per il tramite del segno sacramentale, del rapporto stesso di Cristo con la Chiesa. Gli sposi sono pertanto il richiamo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla Croce; sono l’uno per l’altra e per i figli, testimoni della salvezza, di cui il sacramento li rende partecipi. Di questo evento di salvezza il matrimonio, come ogni sacramento è memoriale, attualizzazione e profezia: «in quanto memoriale, il sacramento dà loro la grazia e il dovere di fare memoria delle grandi opere di Dio e di darne testimonianza presso i loro figli; in quanto attualizzazione, dà loro la grazia e il dovere di mettere in opera nel presente, l’uno verso l’altra e verso i figli, le esigenze di un amore che perdona e che redime; in quanto profezia, dà loro la grazia e il dovere di vivere e di testimoniare la speranza del futuro incontro con Cristo. Come ciascuno dei sette sacramenti, anche il matrimonio è un simbolo reale dell’evento della salvezza, ma a modo proprio.

«Gli sposi vi partecipano in quanto sposi, in due, come coppia, a tal punto che l’effetto primo ed immediato del matrimonio non è la grazia soprannaturale stessa, ma il legame coniugale cristiano, una comunione a due tipicamente cristiana perché rappresenta il mistero dell’Incarnazione del Cristo e il suo mistero di Alleanza. E il contenuto della partecipazione alla vita del Cristo è anch’esso specifico: l’amore coniugale comporta una totalità in cui entrano tutte le componenti della persona – richiamo del corpo e dell’istinto, forza del sentimento e dell’affettività, aspirazione dello spirito e della volontà -; esso mira ad una unità profondamente personale, quella che, al di là dell’unione in una sola carne, conduce a non fare che un cuor solo e un’anima sola: esso esige l’indissolubilità e la fedeltà della donazione reciproca definitiva e si apre sulla fecondità.

In una parola, si tratta di caratteristiche normali di ogni amore coniugale naturale, ma con un significato nuovo che non solo le purifica e le consolida, ma le eleva al punto di farne l’espressione di valori propriamente cristiani… Nel disegno di Dio Creatore e Redentore la famiglia scopre non solo la sua «identità», ciò che essa «è», ma anche la sua «missione)», ciò che essa può e deve «fare». I compiti, che la famiglia è chiamata da Dio a svolgere nella storia, scaturiscono dal suo stesso essere e ne rappresentano lo sviluppo dinamico ed esistenziale. Ogni famiglia scopre e trova in se stessa l’appello insopprimibile, che definisce ad un tempo la sua dignità e la sua responsabilità. I compiti della famiglia cristiana sono: 1) la formazione di una comunità di persone; 2) il servizio alla vita;3) la partecipazione allo sviluppo della società; 4) la partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa… La Chiesa difende apertamente e fortemente i diritti della famiglia dalle intollerabili usurpazioni della società e dello Stato.

In particolare, i Padri Sinodali hanno ricordato, tra gli altri, i seguenti diritti della famiglia: di esistere e di progredire come famiglia, cioè il diritto di ogni uomo, specialmente anche se povero, a fondare una famiglia e ad avere i mezzi adeguati per sostenerla; di esercitare la propria responsabilità nell’ambito della trasmissione della vita e di educare i figli; dell’intimità della vita coniugale e familiare; della stabilità del vincolo e dell’istituto matrimoniale; di credere e di professare la propria fede, e di diffonderla; di educare i figli secondo le proprie tradizioni e valori religiosi e culturali, con gli strumenti, i mezzi e le istituzioni necessarie; di ottenere la sicurezza fisica, sociale, politica, economica, specialmente dei poveri e degli infermi; il diritto all’abitazione adatta a condurre convenientemente la vita familiare; di espressione e di rappresentanza davanti alle pubbliche autorità economiche, sociali e culturali e a quelle inferiori, sia direttamente sia attraverso associazioni; di creare associazioni con altre famiglie e istituzioni, per svolgere in modo adatto e sollecito il proprio compito; di proteggere i minorenni mediante adeguate istituzioni e legislazioni da medicinali dannosi, dalla pornografia, dall’alcoolismo, ecc.; di un onesto svago che favorisca anche i valori della famiglia; il diritto degli anziani ad una vita degna e ad una morte dignitosa; il diritto di emigrare come famiglie per cercare una vita migliore… A coloro che non hanno una famiglia naturale bisogna aprire ancor più le porte della grande famiglia che è la Chiesa, la quale si concretizza a sua volta nella famiglia diocesana e parrocchiale, nelle comunità ecclesiali di base o nei movimenti apostolici. Nessuno è privo della famiglia in questo mondo: la Chiesa è casa e famiglia per tutti, specialmente per quanti sono «affaticati e oppressi».

Giorgio Nadali


Quel diavolo di Satana

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Innanzi tutto è bene distinguere il male da Satana…

Cos’è il male? Direi che è molte cose…

  • Assenza di verità e di bene
  • Inganno
  • Falsità
  • Ciò che rende una persona meno uomo / donna
  • Difetto
  • Ciò che crea sofferenza (fisica, morale, psicologica) a me stesso e/o agli altri
  • Errore
  • Limiti umani (fisici, handicap, malattia, sofferenza innocente), (morali , errori)
  • Ciò che crea illusione
  • Ingiustizia
  • Ciò che è contro la natura umana e i suoi bisogni chiave che secondo Maslow sono: sopravvivenza, sicurezza, stima, socialità, senso alla vita
  • Ciò che è contro la dignità umana
  • Mali sociali moderni 1) Relativismo (non c’è una verità sull’uomo) 2) Secolarismo ( i valori spirituali non servono) 3) Laicismo (odio verso la religione)
  • Ciò che è contrario alla natura di una cosa
  • Ciò che confonde il piacere con la felicità
  • Azione di Satana per invidia contro Dio e le sue creature umane e angeliche
  • Odio

Dal libro “Un’esorcista racconta” di don G.Amorth:

Anche il demonio è una creatura di Dio. Il ruolo di ogni creatura dipende da una impostazione cristocentrica… Alcuni teologi pensano che solo in virtù del mistero della croce gli angeli siano stati ammessi alla visione beatifica di Dio. Molti Padri scrivono affermazioni interessanti. Ad esempio, leggiamo in S. Atanasio che anche gli angeli debbono la loro salvezza al Sangue di Cristo. Riguardo ai demoni, le affermazioni contenute nei Vangeli sono tante: Cristo con la sua croce ha sconfitto il regno di Satana ed ha instaurato il regno di Dio. Ad esempio, gli indemoniati di Gerasa esclamano: “Che c’è tra noi e te, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?” (Matteo 8,29)

Alla luce della centralità di Cristo si vede il piano di Dio che ha creato buone tutte le cose “per lui e in vista di lui”. E si vede l’opera di Satana, il nemico, il tentatore, l’accusatore, per la cui suggestione è entrato nel creato il male, il dolore, il peccato, la morte. E risulta la restaurazione del piano divino, operata da Cristo col suo sangue. Emerge anche chiara la potenza del demonio: Gesù lo chiama “principe del mondo” (Giovanni 14,30); S. Paolo lo indica come “dio di questo mondo” (2 Cor. 4,4); Giovannni afferma che “tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1 Giovanni 5,19). Satana era il più splendente degli angeli; è divenuto il peggiore dei demoni e il loro capo. Perché anche i demoni sono vincolati tra loro da una strettissima gerarchia e conservano il grado che avevano quando erano angeli…è una gerarchia di schiavitù, non di amore come esisteva tra gli angeli il cui capo è Michele.

Deve essere ben chiaro che il male, il dolore, la morte, l’inferno (ossia la dannazione eterna nel tormento che non avrà fine) non sono opera di Dio! Un giorno padre Candido stava cacciando via un demonio. Verso la conclusione dell’esorcismo egli si rivolse a quello spirito immondo con ironia: “Vattene da qui; tanto, il Signore te l’ha preparata una bella casa, ben scaldata!” Al che il demonio rispose: ” Tu non sai niente. Non è Lui che ha fatto l’inferno. Siamo stati tutti noi. Lui non ci aveva neppure pensato”.

Dio vuole che tutti si salvino; nessuno è predestinato all’inferno; Gesù è morto per tutti; a tutti vengono date le grazie necessarie alla salvezza.

Sarebbe bello parlare solo di Cristo; ma sarebbe contro ogni suo insegnamento e contro la sua opera. Per cui non arriveremmo mai a capirlo. La Scrittura ci parla del Regno di Dio, ma anche del regno di Satana; ci parla della potenza di Dio e di figli del Diavolo. E’ impossibile comprendere l’opera redentrice di Cristo senza tener conto dell’opera disgregatrice di Satana… Chi toglie Satana, toglie anche il peccato e non capisce più neanche l’operato di Cristo.

Sconfitto da Cristo, Satana combatte contro i suoi seguaci; la lotta contro gli spiriti maligni continua e durerà, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno…Prima di regnare con Cristo glorioso, finito l’unico corso della nostra vita terrena (non esiste altra prova!), ocmpariremo tutti davanti al tribunale di Cristo, per riportare ciascuno quello che fece nella sua vita mortale, o di bene o di male; e alla fine del mondo ne usciranno: chi ha operato il bene per la risurrezione di vita; e chi ha operato il male per la risurrezione di condananna.

Ancora un cenno su questa delicata materia…Come è sbagliato negare l’esistenza di Satana, altrettanto è sbagliato, secondo l’opinione più seguita, affermare l’esistenza di altre forze o entità spirituali, ignorate dalla Bibbia e inventate dalgi spiritisti, dai cultori delle scienze esotiche o occulte, dai seguaci della reincarnazione o dai sostenitori delle cosiddette “anime vaganti”. Non esistono spiriti buonial di fuori degli angeli; né esistono spiriti cattivi al di fuori dei demoni. Le anime dei defunti vanno subito o in paradiso o all’inferno o in purgatorio, come è stato definito da due concili (Lione e Firenze).

Contro le ingiustificate paure del demonio, riportiamo una pagina di S. Teresa d’Avila, tratta dalla sua Vita:

“Se questo Signore è così potente, come so e vedo; se i demoni non gli sono che schiavi, come la fede non mi permette di dubitare, che male mi possono fare se io sono la serva di questo Re e Signore? Piuttosto, perché non sentirmi così forte da affrontare l’inferno intero?… Sapete quando i demoni ci fanno spavento? Quando ci angustiamo con le sollecitudini per gli onori, per i piaceri e per le ricchezze del mondo. Allora noi, amando e cercando quello che dovremmo aborrire, mettiamo nelle loro mani le armi con cui potremmo difenderci e li induciamo a combatterci con nostro immenso pregiudizio… Piaccia a Dio che, sorretta dalla grazia, io ritenga riposo ciò che è riposo, onore ciò che è onore, piacere ciò che è piacere, e non il contrario. Allora farei le corna a tutti i demoni, che fuggirebbero spaventati…
1033. Non possiamo essere uniti a Dio se non scegliamo liberamente di amarlo. Ma non possiamo amare Dio se pecchiamo gravemente contro di Lui, contro il nostro prossimo o contro noi stessi…Morire in peccato mortale senza esserne pentiti e senza accogliere l’amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola “inferno”

1034. Gesù parla ripetutamente della “Geenna”, del “fuoco inestinguibile”, che è riservato a chi sono alla fine della vita rifiuta di credere e di convertirsi. e dove possono perire sia l’anima che il corpo. Gesù annunzia con parole severe che egli “manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno… tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente” (Mt 13, 41-42), e che pronunzierà la condanna: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!” (Mt 25, 41).

1035. La Chiesa nel suo insegnamento afferma l’esistenza dell’inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell’inferno, il “fuoco eterno”. La pena principale dell’inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l’uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira.

1036. Le affermazioni della Sacra Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa riguardanti l’inferno sono un appello alla responsabilità con la quale l’uomo deve usare la propria libertà in vista del proprio destino eterno. Costituiscono nello stesso tempo un pressante appello alla conversione: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa, quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla Vita, e quanti pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7, 13-14).

1037. Dio non predestina nessuno ad andare all’inferno; questo è la conseguenza di una avversione volontaria a Dio (un peccato mortale), in cui si persiste sino alla fine. Nella liturgia eucaristica e nelle preghiere quotidinae dei fedeli, la Chiesa implora la misericordia di Dio, il quale non vuole “che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi” (2 Pt 3,9).

CHI HA PAURA DEL DIAVOLO?

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Esistono due atteggiamenti sbagliati con cui affrontare la tematica del “male”:
– credere che Satana non esista (e questa è la sua più grande conquista);
– aver paura di lui (pensare che sia più forte di noi, vederlo agire in ogni circostanza).
In realtà basta aprire il Vangelo per confutarli entrambi: si testimoniano numerosi esorcismi compiuti da Gesù, e si possono contare più di cento riferimenti al diavolo (chiamato da Gesù anche “principe di questo mondo”). I discepoli, poi, tornando dalla loro missione erano euforici a tal punto che Gesù dovette intervenire: “Non rallegratevi perché i demòni si sottomettono a voi ma perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. Dunque tranquilli! Satana esiste, ma non dobbiamo temerlo: temiamo piuttosto il peccato, frutto del nostro deliberato consenso, e causa della perdita della grazia di Dio!

S. Giovanni Crisostomo non esitava a definirlo addirittura “santificatore delle anime”, logicamente non per sua natura, ma in quanto nel combattimento spirituale quotidiano, noi abbiamo l’occasione, con la grazia di Dio, di resistere al male e di radicarci nel bene.
In questa lotta contro gli spiriti del male (Ef. 6,12), siamo grazie a Dio provvisti di potenti armi: abbiamo la preghiera, i sacramenti e l’intercessione degli angeli e dei santi. E come non ricordare l’importantissimo ruolo della nostra Mamma del cielo! La Storia della Salvezza si apre con una profezia di speranza, l’inimicizia tra la Donna e il serpente (Gen. 3,15), e si chiude con una grande profezia di certezza, il combattimento tra la “Donna vestita di Sole” e il “dragone rosso” (Ap. 12,1) di cui ben conosciamo l’esito. Ed è con somma gioia che possiamo annunciare al mondo intero: la vittoria appartiene a Cristo, nostro Sole di Giustizia!

Dal giornale “La Stampa” di Torino, del 27-3-1981 riportiamo l’illuminante pensiero del PAPA: “SATANA ESISTE, HA UN REGNO, UN’AZIONE LOGICA”. Il demonio esiste, ha un suo regno, ha un suo programma che “esige una stretta logica
dell’azione, una logica tale che il regno del male possa reggere: anzi, che possa svilupparsi negli uomini ai quali è indirizzato”. Giovanni Paolo II, che nell’omelia ha citato Newton e Einstein, ha parlato a lungo di Satana, del suo regno contrapposto a quello di Dio: “La lotta tra il regno del male, dello spirito maligno, e il regno di Dio – ha detto – non è cessata, non è finita. E’ entata soltanto in una tappa nuova, anzi nella tappa definitiva. In questa tappa la lotta perdura nelle generazioni sempre nuove della storia umana”. Rivolgendosi poi direttamente ai giovani, il Pontefice ha affermato: “Imparate a pensare, a parlare e ad agire con chiarezza evangelica, chiama epeccato il peccato e non chiamatelo liberazione”. “La Stampa” del 27-3-1981
CORRIERE DELLA SERA – Sabato, 3 Febbraio 1996 – Cronache Italiane

L’esorcista: il satanismo anche colpa della Chiesa (Cattolica)

Luigi Accattoli
ROMA – Se le sette sataniche furoreggiano è anche colpa della Chiesa, che da decenni sottovaluta il fenomeno: l’aveva sostenuto una settimana fa il demonologo monsignor Corrado Balducci e l’afferma ora l’esorcista padre Gabriele Amorth, in un’intervista a «Trentagiorni». E sono due specialisti della materia, con incarichi ufficiali nella Chiesa.

«Non ci sono sacerdoti preparati in tema di culti satanici», aveva detto Balducci: «Pochi si interesano alla demonologia, alla parapsicologia e alla psichiatria». Ed ecco la denuncia del padre Amorth, paolino ed esorcista della diocesi di Roma: «La gerarchia cattolica deve recitare un grosso mea culpa: se si diffondono sempre più pratiche esoteriche e sette sataniche è anche colpa sua. Troppo spesso ha commesso peccati d’omissione nell’insegnamento sul demonio e nel provvedere a fornire rimedi per i fedeli che venivano da lui attaccati».

Il disarmo della Chiesa, secondo Amorth, è quasi totale: tutto «è lasciato alla buona volontà dei vescovi locali», alcuni si rendono conto «del bisogno di avere esorcisti», molte diocesi invece «non ne hanno neppure uno».

Ma il male sarebbe più profondo. Secondo l’esorcista «molti vescovi non credono più nell’ esistenza del demonio» ed è stato «quasi completamente abbandonato l’uso degli esorcismi, ritenendolo un retaggio di “secoli bui”».

Nessuna meraviglia dunque che il satanismo trovi – anche in Italia – un terreno favorevole: «Sempre più numerose sono le persone che praticano lo spiritismo o aderiscono a sette sataniche. E diventata quasi una moda. Talvolta lo fanno con incoscienza, senza sapere a cosa vanno incontro. Ma poi sono costretti a subirne le conseguenze».

Sia Balducci sia Amorth distinguono tra Satana e satanismo. «Non sempre c’è un collegamento», dice Balducci. E Amorth sostiene che «non c’è proporzione tra i casi che hanno bisogno dello psichiatra, il 999,9 per mille e quelli che hanno bisogno dell’esorcista».

LA STAMPA – Sabato, 3 Febbraio 1996 – Cronache Italiane

“La Chiesa dà una mano a Satana”

“E’ stata trascurata la dottrina e molti vescovi non ci credono più”

Il demonologo: troppi errori nell’insegnamento
ALLARME Demonio: lo lancia, dalle pagine del mensile cattolico “Trenta Giorni” il più grande esperto italiano della Chiesa Cattolica, l’esorcista della Diocesi di Roma padre Gabriele Amorth. Con un’accusa bruciante: se Satana sta moltiplicando la sua presenza visibile e tangibile nel nostro Paese, la colpa è anche della Chiesa. “La gerarchia cattolica – tuona padre Amorth – deve recitare un grosso mea culpa : se si diffondono sempre più pratiche esoteriche e sette sataniche, è colpa anche sua. Troppo spesso ha commesso peccati d’omissione nell’insegnamento sul Demonio e nel provvedere a fornire rimedi per i fedeli che venivano da lui attaccati”.
Sempre più persone praticano lo spiritismo, o aderiscono a sette sataniche: “E’ diventata quasi una moda”. Ma poi sono costretti “spesso con terrore a subirne le conseguenze”. E qui si tocca la radice dell’errore commesso dalla Chiesa: “Perché il Demonio – sostiene l’esorcista – non è un’entità impersonale, non è il nome dato dagli psicologi al male astratto che esiste nella società, ma è una persona concreta”. Ne parla il Vangelo, e ne parlano i Padri della Chiesa; ma “purtroppo una cattiva teologia ha diffuso anche all’interno della Chiesa cattolica questa astratta concezione del Demonio che è in aperto contrasto con l’insegnamento del Vangelo, con il magistero, con il sentimento comune del popolo cristiano: anche molti vescovi non credono più nella sua esistenza”. La Chiesa d’altronde “non ha più insegnato correttamente la Dottrina sul Demonio insegnataci dalla Sacra Scrittura, e tramandataci dalla Tradizione. Sì, anche la gerarchia cattolica ha una grossa responsabilità per il diffondersi del fenomeno satanista”.
Gli influssi di natura malefica sono sostanzialmente due: l’infestazione diabolica, e la possessione. L’infestazione si ha quando un demonio “esterno” alla persona l’aggredisce, provocando disturbi fisici o psichici, non curabili dalla medicina. La possessione è rarissima: “Si ha quando all’interno di una persona penetra un demonio, che ogni tanto agisce con le sue membra”. Ma secondo padre Amorth questo è un evento veramente eccezionale: “Non c’è proporzione fra i casi che hanno bisogno dello psichiatra, il 999,9 per mille e quelli che hanno bisogno dell’esorcista. La maggioranza dei casi che curo sono dovuti a infestazione diabolica”.
Ma entrambi questi mali sono in aumento. La prima causa è costituita dalle sedute spiritiche e dall’appartenenza a sette sataniche. “Essendo oggi in esplosione queste vie che espongono a mali malefici e alla stessa possessione – dice padre Amorth – ecco che il Demonio ha buon gioco”. Nelle sedute spiritiche, secondo l’esorcista, “in realtà se interviene qualcuno è il Demonio, perché i defunti sono in paradiso, o in purgatorio o all’inferno”. E questa è una pratica che “anche sacerdoti incoscienti consigliano a genitori che hanno perduto i loro figli”! Il sacerdote cita una statistca: il 36% dei ragazzi in età scolare avrebbe già esperienza di sedute spiritiche. Altre cause del “boom” diabolico sono il peccato grave, e il “maleficio”, cioè un male fatto a qualcun altro per mezzo del Demonio: “Attraverso una legatura, il malocchio, la maledizione, o attraverso i riti della Macumba e del Voodoo. Questi sono i più difficili da combattere”.
[m. tos.]

 

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Mappa del satanismo in Italia

Secondo il sociologo Massimo Introvigne, uno dei maggiori esperti italiani dei culti esoterici, si possono distinguere quattro correnti di satanismo, a ciascuna delle quali si ispirano poi i vari gruppi, anche se poi, nella pratica la distinzione non è mai così netta e spesso riti e motivazioni si mescolano:

1) Satanismo razionalista: Satana è semplicemente il simbolo del Male, di una visione del mondo anticristiana, edonista e immorale;
2) Satanismo occultista: accetta la visione del mondo descritta dalla Bibbia, la stora della Creazione, la cacciata dal Cielo degli Angeli ribelli poi divenuti demoni, però schierandosi “dall’altra parte”, al servizio del diavolo;
3) Satanismo acido: i riti si basano sull’uso di sostanze stupefacenti, orge e abusi psicologici e sessuali. Il culto del diavolo è semplicemente una scusa per eccessi e depravazioni;
4) Luciferismo: è il satanismo di derivazione maniche o gnostica. Lucifero e satana sono oggetto di venerazione all’interno di cosmogonie che ne fanno un aspetto “buono”, o comunque necessario, del sacro.

 

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Ecco di seguito le principali sette attive anche in Italia:

Bambini di Satana: è quella più famosa, per le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto il suo leader , l’ex guardia giurata Marco Dimitri (la “Bestia 666”, come si autodefinisce). Può contare su circa 60 adepti e ha sede a Bologna. Come impostazione il gruppo si riallaccia alla Chiesa di satana fondata a San Francisco da Anton La Vey nel 1966. I seguaci americani sono stati più volte coinvolti in vicende di abuso di minori e violenze sessuali, ma nella maggior parte dei casi l’adorazione del demonio segue rituali innocui, legati all’occultismo. Recentemente dei seguaci sono entrati in azione anche in Campania, celebrando una messa nera tra gli scavi di Pompei.

Chiese di Satana di Torino: il capoluogo piemontese vanta la comunità di satanisti più attiva d’Italia, 40 mila seguaci secondo il responsabile di una delle sette cittadine, molti di meno secondo le indagini del professor Introvigne, che parla di non più di 5-600 adepti, divisi in due Chiese. Le loro messe nere hanno un rituale meno macabro di quello di altri gruppi: niente orge o abusi sessuali, ma celebrazioni nel corso delle quali viene gridato l’odio a Dio, attraverso la profanazione del Crocifisso e l’uso di amuleti.

Confraternita Luciferiana: con sede a Roma, questa setta guidata dall’occultista Efrem del Gatto segue il culto di Lucifero, ritenuto il “principe perfetto” di gran lunga superiore a Satana. Nei riti si eseguono flagellazioni liberatorie e durante le messe nere si tagliuzzano mani e braccia per offrire sangue al loro signore. Gli adepti sono circa 150.

Cerchio satanico: una setta clandestina, ispirata al pensiero e alle azioni di Charles Manson, con sede a Bassano del Grappa.

Figli di Satana: setta clandestina, attiva in Piemonte, e dedita soprattutto alla profanazione dei cimiteri di campagna.

Ierudole di Ishtar: un misterioso gruppo satanista tutto femminile, di cui si è scoperta traccia a Pescara.

Tempio di Set: è il più importante gruppo satanico americano, fondato nel 1975 da Michael Aquino. La filiale italiana si trova a Napoli, ed è stata accusata di aver organizzato una messa nera nei sotterranei dello Stadio San Paolo.

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Anche Satana ha le sue feste:

Un calendario parallelo, con le sue feste, la sua liturgia e i suoi “santi”. Gli adoratori di Satana hanno precisi appuntamenti, durante i quali le varie sette, nonostante le loro differenze, svolgono più o meno gli stessi riti. Ecco le principali scadenze:

31 ottobre: è il Capodanno di Satana, notte di Sabba e di inizio del nuovo anno. In questa occasione si svolgono molte cerimonie di propiziazione, poiche si ritiene che questa sia la notte in cui ogni richiesta verrà esaudita.

21 dicembre: prima notte di Tregenda, durante la quale i riti demoniaci si mescolano con quelli pagani precristiani.

2 febbraio: è la notte di Candelora, con un Sabba dedicato alla consacrazione delle candele e dei lumi che verranno utilizzati nei riti dei mesi successivi. Ma è anche la notte nella quale gli apprendisti stregoni hanno la loro cerimonia di iniziazione.

21 marzo: altra data importante, quella dell’equinozio di primavera, che si festeggia con la seconda notte di Tregenda.

30 aprile: segna l’inizio dell’estate esoterica, con il Sabba dedicato ai riti propiziatori all’accumulo di denaro e al successo.

24 giugno: terza notte di Tregenda, con riti di protezione per gli aderenti alla setta e lancio di anatemi e malefici contro i nemici.

31 luglio: si svolge uno dei Sabba più importanti, con il quale si respingono gli influssi malefici esterni.

29 settembre: quarta e ultima notte di Tregenda, in occasione dell’equinozio di autunno. È l’appuntamento più colto, quelle nel quale si inneggia alla conoscenza demoniaca.

Giorgio Nadali


La spiritualità del successo personale contro le chiese pro-sfiga

La teologia della prosperità insegna che Dio ci vuole vincenti. Sempre. Non è male chiedere a Dio benessere e prosperità, anche economica. Una dottrina in contrasto con chiese cristiane (come quella cattolica) che insegnano (solo a parole) un concetto falsato di povertà. Pauperismo cristiano minimalista. La povertà è in realtà il distacco del cuore dalle cose materiali, non la miseria e la mediocrità. “Beati i poveri in spirito”. Se un uomo o una donna hanno successo – guadagnano molto e con questo denaro danno lavoro ad altri e fanno del bene, Dio è molto felice di questo. Aspetta solo che chi ha fede Gli chieda la stessa cosa per ricolmarlo del suo favore e aprirgli porte che sono impossibili agli uomini… Inaudito? No. Fede!

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Nella foto: i Pastori Joel e Victoria Osteen di Lakewood Church, Houston. La Chiesa che punta tutto sul messaggio cristiano di gioia e prosperità materiale e spirituale: Dio ci vuole vincenti

La gente è molto timida con Dio. Qualcuno le ha insegnato a non infastidirlo troppo. A tenere un basso profilo. Si ha come il timore di una preghiera “spudorata”. Anni di educazione religiosa ci hanno abituato a domandare a Dio il minimo indispensabile. “Signore, aiutami a tirare avanti”. Non è un a preghiera sbagliata. È una preghiera che limita Dio. Per le cose ordinarie non c’è bisogno di un intervento divino. Nessuno ci ha mai insegnato a pregare in grande. Ad un grande Dio si chiedono cose grandi. Non è spudoratezza. È fede. Cosa vuol dire cose grandi? Vuol dire credere sul serio che a Dio nulla è impossibile (Luca 1,37) e credere nel suo amore che vuole donarci molto di più di quanto noi stessi osiamo sperare. Prova a pensare ad un sogno che ritieni irrealizzabile per la tua vita. Ecco, Dio vuole donarti ancora più di quello. Lo crediamo? Molti non lo credono affatto perché sono stati educati ad una fede mediocre. Pensano che ciò che hanno (e sono) sia già il massimo che Dio ha voluto per loro. Pensano che Dio non possa volere il nostro successo o – peggio ancora – che non abbia nulla a che fare con esso. Anzi, il successo personale è quasi un peccato. Meglio essere mediocri per essere bravi cristiani. Invece, è un peccato proprio credere questo. Perché l’uomo vivente è la gloria di Dio e ciò che Dio vuole donarci di grande e “impossibile” è un segno agli altri del suo amore e della sua potenza. Non si dà una grande testimonianza andando in giro a testa bassa facendo credere al mondo che la tua fede in Cristo è quella della rassegnazione e del tirare a campare. Un peccato contro lo Spirito Santo. Un peccato anche di ignoranza. La Parola di Dio dice: «cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore» (Salmo 36,4). I desideri del tuo cuore… Anche materiali, sì, sì! Salute, successo, denaro. L’essere umano è fatto per il bello e il buono, non per il mediocre e per la miseria. A nessuno piace la miseria. Di sicuro non a un Padre per i suoi figli.

“Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai” (Giosuè 1,8)

Non barare. Tanto Dio vede già i tuoi desideri, anche se non vuoi presentarglieli. Ora, qualcuno ti ha fatto credere che nessuno di questi desideri da presentare a Dio possa essere di natura materiale. Si confonde il benessere, anche economico con il materialismo (che è l’adorazione delle cose materiali). Invece Gesù ha incluso anche il pane quotidiano nelle richieste del Padre Nostro e il considerare la materia come impura è sconfinare in una filosofia che nulla ha a che fare col Cristianesimo. È gnosticismo. Eresia. Corpo, materia, esigenze terrene, benessere, successo, sesso, piacere e denaro non sono affatto cose “demoniache” in quanto tali, per il Cristianesimo. Sempre a patto di non confondere la fede con la bigotteria, ma Gesù aveva parecchio da ridire su quella dei “puri” Farisei del suo tempo.

Il cuore è il centro di tutto. Il Buon Samaritano era un ricco mercante generoso. E quelli che non si sono fermati a soccorerlo erano gli addetti al culto: un levita e un sacerdote del tempio giudaico.

Probabilmente la maggioranza si ricorda il detto popolare «il denaro è lo sterco del diavolo» e le dichiarazioni di Gesù contro la ricchezza: «è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli» (Luca 18,25), «vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi» (Luca 18,22). Si confonde il voto di povertà con il valore della povertà valido per ogni cristiano. In base alla visione cattolica molti si sono fatti l’idea che il Cristianesimo odii il benessere e il successo personali. Si confonde il potere con l’arroganza e il successo con la prevaricazione. In realtà Gesù mette in guardia dalla ricchezza economica che – quando è abbondante – può facilmente può prendere il primo posto nel cuore della persona e sostituirsi a Dio. Per cui si confonde il valore della povertà evangelica con la miseria o la mediocrità e si crede che Dio voglia il minimo indispensabile per noi, non il massimo possibile. La povertà è in realtà l’uso dei beni materiali con distacco in modo da non renderli un idolo. Il povero del Vangelo non è un pezzente. È la persona che sa godere dei suoi beni senza che questi prendano il posto di Dio nella sua vita. Per cui non vi è nulla di male a chiedere a Dio una casa migliore, anzi, una casa decisamente molto bella o una professione di successo. Dio può aprire delle porte che agli uomini sono impossibili. Ma il limite di tutto ciò è proprio la fede di chi prega. Se chiedi a Dio di tirare a campare sino a fine mese, questo otterrai. Il fatto è che Dio vuole e può molto di più per noi. Ma siccome non lo crediamo, non lo preghiamo neppure e di conseguenza non lo otterremo mai. E la frase d Gesù «Tutto è possibile per chi crede» (Marco 9,23) rimane una bella teoria spirituale che ben poco ha a che fare con la nostra vita concreta di ogni giorno. C’è una falsa vergona religiosa nei confronti di un Padre che – come ogni padre – vuole il massimo per ogni singolo figlio e ha desideri e progetti di abbondanza per ognuno, non certo di mediocrità. Come dire, Dio ci vuole sfigati… Per cui dico la mia preghierina banale. Fammi tirare a campare come posso. Poi vado a giocare a Superenalotto e quant’altro. Mi vergogno di chiedere a Dio il successo e il benessere. Meglio chiederlo alla dea fortuna pagana, no?

La teologia della prosperità (a volte indicata come il Vangelo della prosperità o il Vangelo della salute e del benessere) è una dottrina religiosa cristiana secondo cui Dio vuole benedire la vita dei cristiani sia in senso spirituale, sia materiale ed economico. Basata su interpretazioni della Bibbia, spesso con enfasi sul Libro di Malachia, la dottrina considera la bibbia, un contratto tra Dio e gli esseri umani: se questi hanno fede in Dio, Egli garantirà le sue promesse di sicurezza e di prosperità. Riconoscere queste promesse con fede permette a Dio di ricolmare il fedele con le sue benedizioni. I fautori insegnano che questa dottrina è un aspetto del percorso di dominio cristiano sulla società, sostenendo che la promessa di Dio di dominio in Israele si applica ai cristiani di oggi. La dottrina pone l’accento sull’importanza della crescita personale, proponendo che è  volontà di Dio che il suo popolo sia felice. L’espiazione (riconciliazione con Dio) è interpretata come alleviamento della malattia e della povertà, viste come maledizioni a causa della mancanza di fede.

Negli anni cinquanta del XX secolo la teologia della prosperità si è sviluppata negli Stati Uniti, anche se i commentatori hanno collegato le origini della sua teologia al movimento del New Thought (Nuovo Pensiero). La teologia della prosperità ha visto un’ulteriore diffusione negli anni Ottanta del XX secolo col il tele-evangelismo statunitense. Negli anni novanta e duemila, fu adottato da influenti leader del Movimento carismatico e promosso da missionari cristiani in tutto il mondo, portando a volte alla creazione di mega-chiese. Le figure prominenti nello sviluppo della teologia della prosperità sono E. W. Kenyon, Oral Roberts, A. A. Allen, Robert Tilton, T. L. Osborne, John Osteen, Kenneth Copeland, Kenneth Hagin. I principi della teologia della prosperità sono ecumenici. Nascono in ambiente protestante, ma qualunque delle cinquemila Chiese cristiane può accettarli, anche se con accenti diversi. Sono quindi validi anche per la Chiesa cristiana più grande, quella cattolica… che però a livello teorico odia la ricchezza. Poi, in pratica conosce cardinali che danno l’esempio con ricchezze da mille e una notte e un patrimonio immobiliare planetario che solo a Roma ammonta a 10 miliardi di Euro. Negli Stati Uniti le entrate annuali sono di 171 milioni di Euro di cui solo il 2,7% dedicato alla beneficenza. Nello Stato del Vaticano su 10 Euro che entrano 2 sono devoluti alla beneficenza e 6 servono a sanare i contri in rosso della curia romana.

Le Chiese in cui è insegnato il Vangelo della prosperità sono spesso non-confessionali e solitamente dirette da un unico pastore o da un leader, anche se alcuni hanno sviluppato delle reti “multi-chiesa” che hanno somiglianze in varie denominazioni. Queste chiese in genere dedicano molto tempo ad insegnare la fede in una prospettiva di discorso positivo. La fede è in sostanza positività verso la vita – dono di Dio – non rassegnazione passiva. La più grande, importante e nota in tutto il mondo è Lakewood Church di Houston, Texas (USA). Le Chiese della prosperità spesso predicano riguardo a responsabilità finanziarie del fedele verso la congregazione, anche se alcuni giornalisti e accademici hanno criticato la loro predicazione in questo settore come ingannevole. La Teologia della prosperità è stata criticata dai leader di movimenti pentecostali e carismatici, e da altre confessioni cristiane.

La teologia della prosperità insegna che i cristiani hanno diritto al benessere perché la realtà fisica e quella spirituale sono viste come una realtà inscindibile. Questo è interpretato come salute fisica e prosperità economica. Il diritto proviene dal patto tra Dio e Abramo (padre delle tre religioni monoteiste). La prosperità non è solo economica. E’ salute, soddisfazione, creatività, successo, relazioni vincenti… Gli insegnanti della dottrina si concentrano sulla realizzazione personale, promuovendo una visione positiva dello spirito e del corpo. Essi sostengono che i cristiani hanno avuto potere sopra la creazione perché sono fatti a immagine di Dio e insegnano che la fede positiva permette ai cristiani di esercitare il dominio positivo sulla realtà circostante. La povertà e la malattia sono espresse come maledizioni che possono essere eliminate da una giusta disposizione di fede. Vi sono, tuttavia, alcune chiese della prosperità che cercano un paradigma più moderato o riformato di prosperità. Kirbyjon Caldwell, pastore di una mega-chiesa metodista, supporta una teologia della vita prosperosa affermando che la prosperità è accessibile per tutti, come un percorso di lotta contro la povertà. Il problema è che nel mondo si combatte la povertà, mentre in Italia si combatte la ricchezza. E indovinate da che pulpito viene la predica?

La stessa croce di Cristo appare una sconfitta al mondo. Il Venerdì Santo è la sconfitta. Tuttavia dopo solo due giorni Cristo vince la morte. La Domenica di Pasqua è il successo della vita che vince la morte. È il successo dell’amore di Dio sul peccato dell’uomo. Dio ci vuole vincenti come lui, non ci vuole perdenti depressi e rassegnati. Molte Chiese dovrebbero riscoprire la gioia contagiosa di essere cristiani. Essere seguaci di Cristo vuol dire sì prendere la croce per seguirlo, ma non vuol dire vivere una vita depressa tantomeno una vita stoica di privazioni. Lo stoicismo non è Cristianesimo. Se sei Francesco d’Assisi e vuoi abbandonare il tuo padre ricco per piacere di più a Gesù è una tua idea, ma non è necessaria per la fede in Cristo. Potevi fare molto bene anche da ricco.

L’idea di fondo è tipicamente quella cattolica. La croce di Cristo non è sufficiente. Se voglio salvarmi devo compiere delle opere, aggiungere santi, madonne, intercessioni, purgatori, auto flagellazioni, apparizioni, reliquie, digiuni, penitenze e indulgenze, perché… Gesù Cristo non basta. Invece l’adesione a Cristo è ciò che mi salva. Punto. Non è merito mio e non posso aggiungervi nulla. La salvezza è un dono. Le opere sono l’adesione di fede. E non è poco. 

Forse è bene ricordare che Cristo godeva pienamente della vita terrena, in tutto fuorché nel peccato. Mentre secondo un papa cattolico – Gregorio Magno – «Il piacere non può essere mai senza peccato». Ovviamente l’hanno fatto santo. Cristo il primo miracolo lo fa mentre si sta divertendo a una festa di nozze con amici a Cana di Galilea, bevendo vino e probabilmente cantando e danzando. Più tardi sarà accusato malignamente di essere un “beone” e un “mangione” (Matteo 11,16-19).

Una figura notevolmente diversa dal primo Buddha storico, Siddharta Gautama, che va a meditare sotto l’albero Bodhi, rinunciando a tutto. Insegnerà che la  vita è «tutto è dolore», dal quale si esce «eliminando qualsiasi desiderio». Troppa predicazione cristiana ha spinto l’acceleratore sulla rinuncia, sulla criminalizzazione del desiderio in quanto tale e del piacere. Secondo la fede cristiana il piacere e il desiderio non sono sinonimi di peccato. Dio non vuole l’uomo depresso e triste. Il Vangelo è gioia e Cristo dimostra che si può godere pienamente della vita, senza peccare. Dopotutto Cristo nel Vangelo dice: «Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Giovanni 15,11). La ricchezza economica personale (da condividere con chi ha più bisogno) è interpretata nella teologia della prosperità come una benedizione di Dio, ottenuta attraverso un fede positiva.

L’insegnamento della teologia della prosperità sul professare positivamente la propria fede deriva dalla Sacra Scrittura. La Bibbia è vista come un contratto di fede tra Dio e i credenti; Dio è fedele e giusto, così i credenti devono rispettare il loro contratto per ricevere le promesse di Dio. Questo porta a una credenza nella confessione positiva. Secondo tale dottrina i credenti possono pretendere da Dio, qualunque cosa essi desiderino semplicemente pronunciando parole di fede sulla propria vita. E questa è decisamente una grande fede! Fai come me. Prega ogni giorno Dio di ricolmarti – lo ripeto: ricolmarti – del suo favore e della sua benedizione. Prega per cose “grandi” nella tua vita, che ti sembrano impossibili.

Giorgio Nadali


A convegno gli esorcisti anti vampiri

Corso sul ministero dell’esorcismo e preghiera di liberazione a Roma dal 4 al 9 aprile 2016

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Dal 4 al 9 aprile 2016 si terrà la nuova edizione del corso sul “ministero dell’esorcismo e la preghiera di liberazione” organizzato dall’Istituto Sacerdos di Roma presso l’Ateneo Regina Apostolorum della Capitale, al costo 250 euro. L’ultima edizione si è tenuta dal 13 al 18 aprile 2015. Tra le diverse lezioni si contano: Esorcismo e nuova evangelizzazione (S. E. Mons. Luigi Negri), Angeli e demoni nella Sacra Scrittura e nel Magistero della Chiesa (Prof. P. Pedro Barrajón), Il demonio e l’esorcismo nelle culture e religioni orientali (Prof. Andrea De Antoni), Il demonio e l’esorcismo nell’Islam (Prof. Annamaria Fantauzzi), Rituali magico-occultistici e influsso demoniaco (Dott. Beatrice Ugolini), Aspetti criminologici del satanismo (Dott. Enrico De Simone), Aspetti magici e divinatori di alcune terapie alternative (Prof. Don Giuseppe Mihelcic). Insomma, un convegno importante.

Durante il corso è stato messo in luce come “la proliferazione di bei vampiri nelle serie televisive e nei film di Hollywood tra cui True Blood e Twilight stia incoraggiando i giovani a dilettarsi con le forze occulte” – come ha rilevato una delle principali autorità sulla possessione demoniaca durante il corso di esorcismo “Ci sono quelli che cercano di trasformare le persone in vampiri e farle bere il sangue di altre persone, o incoraggiarli ad avere rapporti sessuali particolari per ottenere poteri speciali”, ha detto il professor Giuseppe Ferrari in occasione della riunione di Roma, e ha messo in luce che il numero di possessioni diaboliche è in aumento a livello globale. “Questi gruppi sono attratti dalle cosiddette belle giovani vampire che abbiamo visto così tanto negli ultimi anni”. Il professor Ferrari è segretario di un baluardo contro l’occulto: il Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-Religiosa (GRIS) di Bologna. Ha detto che gli esorcismi devono essere effettuati solo dai sacerdoti adeguatamente formati.

Anche se il Vaticano considera la possessione demoniaca come rara, con molti casi sospetti di persone con malattie mentali, Papa Francesco ha esortato le diocesi a garantire – come richiede la legge cattolica – ci sia almeno un esperto esorcista per ogni diocesi cattolica. L’esorcista svizzero Cesare Truqui ha detto che al corso hanno partecipato esorcisti, sacerdoti e laici, e ha aggiunto che è fondamentale per aumentare la consapevolezza e affinare le capacità dei preti nel combattere il male. “Il ministero di compiere l’esorcismo è poco conosciuto tra i sacerdoti. È come la formazione per essere un giornalista senza sapere come fare un’intervista” – ha detto Padre Truqui – notando che le diocesi d’Italia e non solo stavano sperimentando un aumento delle segnalazioni di sintomi di possessione. Nel 2012 è emerso che la diocesi di Milano, la più grande del mondo per numero di parrocchie, aveva approntato una linea telefonica per la segnalazione di casi “diabolici” far fronte alla domanda.

Monsignor Angelo Mascheroni, l’esorcista capo di Milano, ha detto che la sua diocesi ha raddoppiato il numero di esorcisti da sei a 12 per far fronte con all’aumento del 100 per cento nel numero di richieste di aiuto nel corso degli ultimi 15 anni. “Questo deve dirci qualcosa”, ha detto padre Truqui. Egli sostiene di aver visto persone possedute parlare in lingue ed esibire la forza soprannaturale, tra cui una “piccola donna, che non poteva essere bloccata da tre uomini forti”. Padre Truqui è allievo di Padre Gabriele Amorth, esorcista capo del Vaticano per 25 anni, il quale sostiene di aver affrontato 70.000 casi di possessione demoniaca.Tuttavia chi ha il coraggio di difendere la vita sino in fondo viene messo all’indice.

Padre Amorth ha detto che gli scandali di abusi sessuali nella Chiesa cattolica romana erano la prova che “il diavolo è all’opera all’interno del Vaticano”… Praticare lo yoga – ha messo in guardia – è “satanico” e “porta al male proprio come leggere Harry Potter”. I diritti dei gay e la fecondazione in vitro di fertilità sono stati indicati come i segni del male esistenziale nella società da monsignor Luigi Negri, l’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio. “C’è il matrimonio tra omosessuali, l’adozione da parte di omosessuali, la fecondazione in vitro e una miriade di altre cose. C’è l’aspetto clamoroso della negazione dell’uomo come definito dalla Bibbia”, ha dichiarato.

Contraddizioni dei nostri tempi o ancora una volta azione del demonio nella Chiesa? Linee guida esorcismo: non provateci a casa. Il professor Giuseppe Ferrari ha dato lettura di una lista di controllo per migliorare l’efficacia di esorcismi che dovrebbero essere effettuata solo da sacerdoti adeguatamente formati, autorizzati a farlo dalla diocesi in cui lavorano. I sacerdoti non possono eseguire esorcismi in diverse diocesi senza un permesso speciale. I laici non devono mai compiere esorcismi, dire le preghiere speciali di liberazione, né benedire o toccare un indemoniato. Gli esorcisti dovrebbero rinviare a medici qualificati o psichiatri, anche se i sacerdoti possono aiutare con la preghiera. I sacerdoti non dovrebbero eseguire l’Eucaristia durante un tentativo di esorcizzare qualcuno perché in grado di rendere il processo “troppo stile Hollywood”. I sacerdoti devono accogliere e prestare attenzione a chi riferisce di una possessione demoniaca. Gli esorcisti dovrebbero considerare la possibilità che i sintomi possano essere dovuti a condizioni mediche conosciute e chiedere un’adeguata consulenza professionale, se si sospetta che questo sia il caso.

Giorgio Nadali


Gli esorcisti raccontano. Intervista

 

«Si era impoverito il numero degli esorcisti e così l’arcivescovo ha pensato bene di aumentarne il numero. Ha fatto la scelta di aggiungere un esorcista per ogni zona pastorale della diocesi in modo che ci fosse un riferimento locale». A parlare è Don Gianfranco Benvenuto Macor – 72 anni a dicembre – sacerdote friulano, esorcista e parroco della Chiesa di San Giuliano a Cologno Monzese (Milano). È uno dei nuovi esorcisti nominati nel dicembre 2012 dal coetaneo cardinale Angelo Scola, al quale assomiglia. Così recita il decreto ufficiale dell’arcivescovo:

«Al fine di disporre di ministri di questo sacramentale in numero adeguato ai bisogni dell’Arcidiocesi ambrosiana, abbiamo individuato alcuni presbiteri «ornati di pietà, di scienza, di prudenza e d’integrità di vita» (can. 1172 § 2 c.j.c.), che si sono detti disponibili ad ascoltare e accompagnare con pazienza i fedeli che per diverse ragioni potranno rivolgersi a loro sentendosi in qualche modo posseduti dal male e abbiamo provveduto a dotarli di un’adeguata formazione teologica e pratica. Di conseguenza, con il presente atto, a norma del can. 1172 § 1, uditi per quanto di spettanza i Superiori religiosi competenti, conferiamo, a decorrere dalla prima domenica di Avvento (rito ambrosiano: 18 novembre p.v.) e per un quinquennio, peculiare ed espressa licenza di proferire esorcismi sugli ossessi ai sacerdoti: – P. Benedetto Borgato, P.I.M.E. – P. Anastasio Covelli, O.C.D. – Don Validio Fracasso – Don Gianfranco Benvenuto Macor – Don Antonio Montorfano- Don Ambrogio Villa – Mons. Attilio Cavalli (rinnovato a seguito di sopraggiunta scadenza) [Decreto integrato in pari data con il nominativo del Can. Giorgio Ponti] I suddetti sacerdoti, unitamente a quanti già formalmente istituiti e in corso di mandato, sono i soli esorcisti autorizzati nell’Arcidiocesi di Milano e sarà loro cura garantire l’osservanza delle prescrizioni vigenti, seguendo le indicazioni che di volta in volta saranno date dall’Ordinario diocesano in relazione alle concrete modalità di esercizio del loro ministero e alla partecipazione a iniziative di aggiornamento. Su tutti gli esorcisti e su quanti si affideranno al loro ministero, invochiamo dal Signore una particolare assistenza». (4 ottobre 2012).

 

Da quel giorno migliaia hanno chiamato al numero della diocesi dedicato agli esorcismi: 02/8556457 dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 17. Voglio sapere perché… Vado a trovare Don Gianfranco nel suo ufficio.

Come vi siete preparati?

«Abbiamo fatto diversi incontri di preparatori a livello diocesano e regionale insieme ai vecchi esorcisti, e partecipato a un convegno nazionale. In novembre siamo stati iniziati a questo ministero. C’è un continuo confronto sulle problematiche che emergono in maniera molto immediata perché ci conosciamo tra preti esorcisti».

Di cosa vi occupate esattamente?

«C’è un ufficio in curia un centralino e risponde il segretario di questo collegio che ascolta e a seconda di chi chiama indica un sacerdote della zona interessata. Io e un altro sacerdote riceviamo a Milano»

Chi vi chiama?

«Persone che affermano che essere possedute o vessate dal demonio e persone che non sanno spiegare fatti negativi che succedono nella loro vita».

Ad esempio?

«C’è chi è preoccupato per malattie, perché il legame marito e moglie si sta sfaldando o perché i figli non rispondono come i genitori si attendono alle loro proposte educative, perché sono convinti che c’è qualcuno che ha fatto loro il malocchio, una fattura…»

Questo è possibile secondo Lei?

«Beh può essere. Un uomo non può fare il malocchio – l’uomo non ha questa possibilità – ma è possibile che il demonio si serva di una persona. Alcuni sono vittime di maghi, cartomanti e medium. Sappiamo che la percentuale di queste persone che colgono persone deboli e fragili e finiscono per circuirli e succhiano soldi è alta»

E ritengono di essere vessati dai maghi?

«No, vanno dai maghi perché vessati da altre persone e chiedono al mago di risolvere il problema. Alcune danno l’impressione di essere turbate psicologicamente e psichicamente. Alcuni lo dicono pure. Allora bisogna distinguere tra quella che può essere la possessione del demonio da quello che può essere un disturbo psichico. Questo è il primo lavoro che deve fare l’esorcista. Quello di discernere una problematica di ordine spirituale da una problematica di altri ordini psicologici».

Se una persona non è mai andata dai maghi, può essere ugualmente vittima di una possessione demoniaca?

«Anche Padre Pio è stato preso di mira dal demonio»

Sì, ma non posseduto

«Non posseduto, preso di mira. Bisogna riconoscere che uno è posseduto dal demonio perché riesce a fare cose che lui non è in grado di fare»

Ha dei poteri sovrumani?

«Esatto»

Anche nello stato di lucidità?

«No, solo nella trance»

Quindi si può sapere solo durante l’esorcismo se una persona è posseduta?

«Questo stato di trance non è solo nell’esorcismo. Ci può essere anche in altri momenti. Se si fa l’esorcismo e la persona entra nello stato di trance, compiendo dei gesti che normalmente non può compiere, al di là delle sue capacità, allora questo è un segno che può esserci una possessione, perché non è lui che può farle»

Ma sempre durante la trance?

«Sì, sempre durante la trance, che può essere a parte o durante l’esorcismo. No è detto che solo durante l’esorcismo debba cadere in trance»

 

Di solito questa persona sta a casa ammalata a letto?

«No, vive normalmente la sua vita. Poi a contatto con la realtà divina potrebbe andare in trance e esprimere dei gesti che normalmente non esprime»

Le è capitato di vedere questo?

«Mi è capitato di fare degli esorcismi e di vedere che la persona andava in trance e si comportava in modo molto diverso da come si comportava prima dell’esorcismo e dopo»

Loro sono coscienti?

«Non sempre sono coscienti. Il demonio si impossessa delle facoltà della persona, non della libertà. La persona non è responsabile di quello che fa e di quello che dice perché ciò su cui il demonio ha un potere è il corpo»

Ma lui non ha nessun interesse a possedere il corpo, non gli interessa l’anima?

«Attraverso il corpo il demonio può esprimere gesti o parole contro Dio

Lo fa come dispetto contro la persona?

«No, è un dispetto verso Dio. La persona diventa uno strumento attraverso il quale il demonio cerca di aggredire Dio»

Ma si illude…

«Certo, lo fa come opposizione all’amor di Dio»

Perché Dio permette che una singola persona venga posseduta dal demonio?

«Perché rispetta la libertà. Quella della persona e quella del demonio»

Però poi il demonio è obbligato ad andarsene?

«Il demonio non è obbligato ad andarsene. L’esorcismo è una preghiera con la quale laChiesa intima al demonio di andarsene»

Quindi il demonio può anche non andarsene?

«Eh sì»

Ma con Gesù doveva obbedire subito

«Quando il sacerdote quando celebra un sacramento lo fa col potere di Cristo ed è Cristo che agisce. Quando invece dico “Demonio vattene” non è un sacramento, è un sacramentale. Solo il sacramento assicura l’esito».

Quindi può l’esorcismo può fallire?

 

«Se fallire vuol dire che non serve a niente, no. Non è che se uno fa un esorcismo il problema è risolto. Il demonio non reggeva la persona di Cristo mentre di fronte al prete può resistere. Ci sono persone che per diverso tempo ricevono gli esorcismi»

Quanto tempo? Un mese, un anno, tre anni?

«Anche di più»

Ma è come nei film che può ritorcersi e impossessare l’esorcista?

«No, per essere posseduti bisogna anche in qualche modo accettare questa possessione»

Cosa vuol dire?

«Vuol dire “Mefistofele io ti vendo l’anima, ma voglio queste cose”. È l’uomo che si mette nelle mani del demonio. Può avere un risultato immediato, ma non la felicità»

Quindi il demonio può garantire dei beni? Se uno vuol vincere al lotto, il diavolo lo fa vincere?

«No, non ha questo potere. Ma uno apre qualche cosa di sé, rinuncia a una propria autonomia e permette al demonio di entrare in un piccolo spazio e poi come nell’amicizia, si comincia con poco e no si sa mai dove si va a finire. Per le sette sataniche è tutta un’altra cosa. Il satanismo è copertura di altro, di trasgressione»

Può raccontarmi un esorcismo?

«Una donna, circa cinquant’anni. Ha frequentato delle riunioni pseudo religiose e a un certo punto ha dei disturbi che i medici non riescono a catalogare. Sta male. Debilitata e sofferente. Ho fatto l’esorcismo e durante l’esorcismo a un certo punto lei era in ginocchio e cade per terra, si contorce».

Dove?

«All’istituto dei salesiani in Via Copernico a Milano. La donna si contorceva e da lei uscivano parole di ribellione»

Ma come fa a dire che fosse realmente posseduta e no magari disturbata psichicamente? Quali prove c’erano?

«Perché parlando con lei prima e dopo si presentava come una persona normale. Era una persona che aveva già incontrato un altro esorcista. Io mi sono informato e mi ha detto che anche lui aveva avuto questa preoccupazione e aveva fatto più volte l’esorcismo, allora ho provato anch’io a farlo e tutte le volte c’è una reazione di questo tipo. Lei si mette in ginocchio e io prego e a un certo punto lei si affloscia, si stende per terra, si raggomitola, si agita e ci dev’essere una persona che la tiene ferma»

Chi?

«Il marito»

Ma lavora questa signora? Conduce una vita normale?

«Sì, va al lavoro»

Quindi questi episodi no succedono al lavoro, nella vita normale?

«No, non succedono. Nella vita normale succede che lei sta male»

Quindi non possono capitare mentre va in giro?

«No, solo durante l’esorcismo»

Lei si mette la stola viola…?

«Sì, l’acqua santa e il [libro del] rituale»

È il testo De exorcismis et supplicationem quibusdam?

«Sì, è tradotto in italiano»

E poi cosa succede?

«Lei parla una lingua sconosciuta e dei sacerdoti hanno detto che è un dialetto africano

E poi?

«Parolacce, sputa»

Le rinfaccia dei peccati che Lei ha commesso? Ha questo potere?

«No, se un peccato è stato confessato il demonio non lo tira fuori»

E se non è stato confessato, il demonio lo sa?

«Non so se lo sa. Non è che è sempre vicino a me e mi segue. Il demonio è più intelligente degli uomini, ma non è onnipresente e ogni uomo ha un demonio vicino.

Ci sono anche casi in cui sputano chiodi?

«Mai visti, ma dicono che può succedere, chiodi , bulloni, vetro»

E la testa che si gira, come nei film?

«Certo, il demonio prende quel corpo e lo usa con i suoi poteri»

È Satana in persona o un demone qualunque?

«In genere no. Hanno anche dei nomi»

E Lei chiede il nome?

«No»

C’è un demone per ogni vizio capitale?

«Non è che quando uno fa un peccato è il demonio che glielo fa fare. E’ la nostra superbia, il nostro egoismo. Non è sempre lì. Non è un angelo custode alla rovescia»

E l’angelo custode?

«È presente»

Quindi non c’è un demone che ci tormenta

«Satana opera attraverso le persone»

Allora la possessione diabolica può capitare a tutti. Anche persone religiose?

«Deve aver aperto qualche cosa della sua libertà, nelle sue facoltà, nei suoi desideri, di negativo. Può capitare. Dio può permettere questo. Ma normalmente la persona ha abbandonato Dio come senso della sua vita per seguire altro».

Quindi se uno va in chiesa, fa la Comunione non gli succede?

«No»

Quindi una persona non praticante, lontana dalla Chiesa?

«Non è esatto dire lontano dalla Chiesa. Una persona in cui la magia e la superstizione prendono il sopravvento. Vuol dire che può esserci magia, superstizione e religiosità, ma ad un certo punto la superstizione diventa più vincolante della religiosità»

Ma perché Cristo non libera per misericordia questa persona?

«Dio lo permette come permette la morte, ma Cristo è morto per noi»

Intervista di Giorgio Nadali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Il futuro delle Religioni

di Giorgio Nadali

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Con l’avvento dell’anno 2001 dell’era cristiana si è aperta la porta sul mistero di un nuovo millennio di storia, con le sua aspettative, angosce, speranze, previsioni. Certo non molto è cambiato per chi vive alla giornata o per quella maggioranza di noi che nella propria agenda ha scadenze entro l’anno in corso. L’odissea nello spazio non c’è stata e la fine del mondo ha deluso quei cinque milioni che l’aspettavano ansiosamente e l’avevano già segnata in rosso nelle scadenze da ricordare. Ma guardare al futuro è cercare di capire cosa ci attende anche a breve termine. L’uomo ha sempre cercato nel futuro risposte al presente. Dalle sfere di cristallo agli oroscopi online, dagli oracoli alle proiezioni della moderna statistica.

Molti cercano di prevedere i cambiamenti che ci attendono in questo decennio, altri si spingono sino ai confini del secolo e oltre. Alcuni tentano di predire il futuro delle religioni, come ad esempio il World Network of Religious Futurists, di Seattle (USA). Certamente i lettori più dotati di senso pratico si domanderanno il senso di tale preoccupazione. A loro potrebbero rispondere i lettori più attenti agli aspetti sociali. La religione è parte integrante degli usi e costumi di un popolo, e incide sulle scelte e sugli orientamenti etici della società nella quale viviamo. I lettori amanti delle statistiche si affretterebbero poi a portare i loro dati pieni di percentuali. Ci direbbero che, in base a varie proiezioni delle Nazioni Unite, il totale della popolazione mondiale crescerà sino al 2025 dai 6,25 miliardi attuali a 8,5 miliardi. Il Cristianesimo vedrà crescere il suo numero di fedeli dal 33,4% della popolazione della Terra, sino al 35,5%, mentre l’Islam passerà dal 18,5% al 20,2%. Gli agnostici diminuiranno. Dal 16,1% al 15%.  I non credenti si apriranno alla fede, almeno per quella differenza che farà calare la loro già esigua rappresentanza del 13%.  Le religioni orientali passeranno dal 3,4% al 2,7%  e le religioni tribali vedranno quasi dimezzati i loro credenti, dallo 1,5% allo 0,9% mentre Ebrei, Indù, Buddhisti e Sikh si manterranno su posizioni percentuali proporzionate a quelle attuali.

Il Cardinale Arinze, in una conferenza del 1997 presso il Center for Muslim-Christian Understanding della Georgetown University di Washington D.C, esordì ricordando che i cristiani costituiscono il 33% della popolazione mondiale. I musulmani il 18%. Ciò significa che più della metà del pianeta segue queste due grandi religioni monoteiste. E’ importante tenerne conto. Conflitti etnici tra cristiani e musulmani in Bosnia, Timor Est, Kosovo, hanno tristemente riempito pagine di quotidiani. In Italia è sorta la seconda grande moschea. Altre seguiranno, in base al trend dell’immigrazione.  La relazione tra cristiani e musulmani sarà una questione molto importante nel prossimo futuro. “E’ importante soprattutto educare le persone della propria religione ad accettare e rispettare gli altri e a cooperare per promuovere la pace. La dimensione delle relazioni tra Cristiani e Musulmani è importantissima per il secolo che sta per iniziare” –  ricordava Papa Giovanni Paolo II alla sesta assemblea della conferenza mondiale sulla religione e la pace (Roma, 3-11-1994).  I leaders religiosi devono chiaramente dimostrare di impegnarsi per la promozione della pace, proprio in forza del loro credo religioso”. Senza accordo e armonia tra le religioni è facile dunque prevedere che non ci sarà pace né vicino né lontano da noi. E la storia insegna.

 Durkheim ha scritto della capacità quasi illimitata degli uomini di apportare innovazioni in campo religioso. Nel mondo moderno tale capacità innovativa è favorita maggiormente dal facile accesso alla vasta gamma delle tradizioni religiose. In futuro, grazie alle comunicazioni che accrescono il contatto tra le culture su scala mondiale, la gente potrà conoscere meglio una serie di credenze religiose una volta considerate del tutto incompatibili tra loro e beneficerà delle pratiche che avrà trovato fuori delle proprie tradizioni religiose… La tendenza all’eclettismo potrà subire un’accelerazione. 1

La secolarizzazione è il tema dominante nel moderno assetto del futuro della religione. Secondo Webster, il termine secolare ha il significato “di chi appartiene al mondo e alle cose terrene distinguendo dalla chiesa e dagli affari religiosi”. La secolarizzazione quindi significa divenire immanenti. Più specificatamente, gli scrittori moderni usano il termine secolarizzazione per significare l’erosione della credenza nel soprannaturale – una perdita di fede nell’esistenza di forze ultraterrene.

Attraverso la secolarizzazione, le sette sono addomesticate e trasformate in chiese. La loro iniziale fede nell’ultraterreno viene ridotta e si riduce a mondanità. La secolarizzazione porta anche al collasso di organizzazioni religiose a causa della loro estrema mondanità – la loro vaga e debole concezione del soprannaturale – le lascia senza mezzi per soddisfare almeno la dimensione universale dell’impegno religioso. Quindi, la secolarizzazione è il processo auto limitante che genera revival (formazione di sette) ed innovazione (formazione di culti). La maggior parte degli studiosi, comunque, non considera l’andamento attuale della secolarizzazione come il messaggero del cambiamento religioso, ma proprio come il declino finale degli dei. Molti riconoscono che, nel passato, la secolarizzazione produceva nella nascita di nuove fedi, ma sono convinti che oggi si è inserito un nuovo fattore che ha eliminato questa equazione: la crescita della scienza è inversamente proporzionale alla crescita del sentimento religioso. La scienza dovrebbe rendere non plausibile la religione, e di conseguenza la secolarizzazione moderna non produrrà più nuove grandi religioni, bensì un’era di razionalità in cui il misticismo non può più trovare un posto significativo. Anthony F.C. Wallace, tra i più importanti antropologi della religione, diede voce alla grande maggioranza dei moderni sociologi quando scrisse:

“… L’evoluzione futura della religione è l’estinzione. La credenza in esseri e in forze soprannaturali che incidono sulla natura senza obbedire alle sue leggi si sgretolerà e diverrà un’interessante memoria storica. Con certezza, questo evento probabilmente non avverrà nella prossima generazione, il processo probabilmente avrà bisogno di diverse centinaia di anni, e ci saranno sempre individui, o occasionalmente piccoli gruppi religiosi, che risponderanno alle allucinazioni, al trance, e all’ossessione con interpretazioni soprannaturali. Ma come tratto culturale, la credenza in poteri soprannaturali è destinata a morire, in tutto il mondo, come risultato dell’aumentata adeguatezza e diffusione della conoscenza scientifica… il processo è inevitabile.”2

Chiaramente, la scienza è una nuova è potente forza culturale, e ha il suo forte impatto su molte organizzazioni religiose. Certamente, un grande elemento nella moderna secolarizzazione comporta il ritiro dalle strutture religiose da spiegazioni soprannaturali di vari fenomeni in quanto la scienza ha rivelato le cause naturali di questi fenomeni. Inoltre, l’impatto della scienza ha indubbiamente creato un periodo di eccezionalmente rapida ed estrema secolarizzazione. Oggi, molte delle importanti organizzazioni religiose della civiltà Occidentale sono così secolarizzate che, anche se si riferiscono a Dio, questi è il più distante, indistinto, impersonale ed inattivo delle entità.

Per cui, la questione è aperta. Siamo giunti all’era della fine della fede? La scienza è la base della “secolarizzazione finale” oppure lo sono le società? Oppure questa è solo una svolta drammatica del pendolo della storia? Avrà dei limiti quest’ondata di secolarizzazione? Sénaux ammoniva: “La scienza è capace di ingrandire la nostra gabbia. Solo la fede ha la chiave per aprirla”. Intendendo con questo che l’uomo non troverà mai nella scienza il senso ultimo della sua esistenza.

Ma la religione in realtà non è arrivata al capolinea della sua storia millenaria. Gli studiosi moderni hanno previsto male in quanto hanno erroneamente identificato le tradizioni religiose dominanti nella società moderna col fenomeno della religione in generale. La maggioranza degli osservatori ha notato correttamente che le principali organizzazioni Giudaico-Cristiane sono in crisi, (la pratica religiosa attiva si attesta tra il dieci e il teenta percento in Europa, ad esempio, e il ramo riformista del Giudaismo è quello predominante) ma non hanno apprezzato il vigore della religione in settori meno importanti.

La religione vivrà anche in futuro e questo è dimostrato da ciò che è e fa per l’uomo. I sociologi, e forse non solo loro, hanno letto male il futuro della religione, non solo perché desiderano ferventemente che sparisca dall’orizzonte della storia umana, ma anche perché non hanno riconosciuto il carattere dinamico delle religioni. Insistere solo sulla secolarizzazione è non vedere che questo processo è una parte di una struttura più grande. Mettendo sullo stesso piano le organizzazioni religiose con la religione stessa, gli intellettuali occidentali hanno letto la secolarizzazione di questi gruppi come la fine della religione in generale. Ma è sciocco guardare solo al tramonto senza pensare all’alba: la storia della religione non è solo declino, è anche nascita e crescita. Le sorgenti della fede oscillano costantemente nelle società, ma la religiosità nel cuore umano rimane relativamente costante.  Durkheim, notò che “non c’è società conosciuta senza religione” e sostenne che “la religione ha fatto nascere tutto ciò che è essenziale in una società”.3 Egli sostenne anche che tutte le culture sane sono unitarie, condividono un solo credo. Durkheim cercò di spiegare l’ubiquità della religione asserendo che essa soddisfa la funzione essenziale di rappresentare la società per i suoi membri, nelle forme di simboli sacri che sostengono un codice morale e un senso di unità culturale.

Per distinguere tra ideologia e religione può essere utile la definizione di James G. Frazer: “ La religione consiste di due elementi… un credo in poteri superiori all’uomo e un tentativo di propiziarseli e di rendersi a loro graditi”.4

Solo la divinità può rassicurare l’uomo che la sofferenza in questa vita sarà compensata in quella futura. Infatti, solo la divinità può garantire all’uomo una vita futura – una fuga dall’estinzione individuale. Solo la divinità può formulare un piano coerente per la vita, cioè dar senso in maniera umana all’esistenza del mondo naturale dei nostri sensi. Si può dimostrare con facilità che, sin quando l’uomo avrà questi desideri, i sistemi di pensiero che comprendono il soprannaturale avranno un grande vantaggio sui sistemi di significato solamente naturali. L’uomo per natura ha bisogno di trascendenza. Nel mio precedente libro citavo all’inizio Jung, il quale “notò che i suoi pazienti si rivolgevano a lui perché erano tutti privi di ciò che le religioni davano ai propri fedeli. Questi pazienti non miglioravano fino a quando non acquisivano un atteggiamento religioso verso la vita, nel senso di rispetto nei confronti di una realtà più grande di loro”.

Credenti e non credenti hanno bisogno di un orizzonte oltre il presente. Per i primi il futuro è l’orizzonte verso la pienezza dei tempi, quando “non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli” (Ap 22,5). Per gli altri – diceva Camus – il futuro è la sola trascendenza degli uomini senza Dio. Ma non c’è ragione di supporre che la diffusione della scienza (e della sua applicazione: la tecnologia) renderà gli uomini del futuro meno motivati a fuggire la morte, meno preoccupati della tragedia, meno inclini a chiedersi: “Cosa significa?” E’ vero, la scienza può sfidare alcune pretese poste dalle religioni storiche, ma non può soddisfare il bisogno primario dell’uomo, che da sempre è stata la ragione d’essere delle religioni: il senso profondo della vita umana… “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. (Gv 6,68)

Per approfondire:

Rodney Stark, William Sims Bainbridge – The Future of Religion. Secularization , revival and Cult formation – Los Angeles, University of California Press, 1985, pp. 429-431 e 2-5.

http://www.wnrf.org


1 (Cf. Peter B. Clarke – “Le grandi Religioni” De Agostini, 1995, p. 14)

2 Wallace Anthony F.C. Religion: An anthropological view, New York, Random House, 1966.

3 Durkheim Emile. The elementary forms of  the religious life. Londra, Allen and Unwin, 1915.

4 Frazer  James G. The golden bough. New York, Mcmillian, 1922