Nuovi o vecchi cardinali? La politica degli uomini in rosso

di Giorgio Nadali

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Mons. Gianfranco Ravasi ce l’ha fatta. Il biblista della gente se lo meritava. Ha fatto amare la Parola di Dio anche a chi non conosce nulla di teologia, di ebraico o greco biblici. Entra nel club esclusivo degli uomini in rosso. Il coetus peculiaris, come lo chiama il Papa. Con lui Mons. Elio Sgreccia, il grande paladino della bioetica che difende davvero la persona umana. 

Mons. Rino Fisichella dovrà aspettare il prossimo concistoro per essere cardinale. Tanto c’è tempo. Ravasi (68) e Fisichella (59) si contenderanno il Soglio di Pietro nel prossimo Conclave.

9 nuovi “posti liberi” nel 2011. 13 nel 2012 per riampiazzare gli ultraottantenni. La media di età rimane però alta- 78 anni. 73 tra gli elettori del futuro papa. Si va dai 57 anni del cardinale Marx ai 96 di Tonini.

 24 nuovi cardinali- 10 italiani – tutti di linea “politica” vicini a Benedetto XVI. Il numero dei cardinali sale a 203. Di cui 121 elettori e 82 non elettori perché ultraottantenni. 60 sinora i cardinali creati da Benedetto XVI. 69 le Nazioni rappresentate, su 197. Oggi la “visita di calore” di parenti e amici per i 24 neo porporati.Ventiquattro nuovi cardinali, di cui venti elettori (sotto gli ottant’anni), e tra questi dieci italiani, di cui otto elettori. Tra gli esponenti della Curia, hanno ricevuto la porpora Angelo Amato, Fortunato Baldelli, Raymond Leo Burke (Usa), Velasio De Paolis, Francesco Monterisi, Kurt Koch (Svizzera), Gianfranco Ravasi, Paolo Sardi, Robert Sarah (Guinea)e Mauro Piacenza. Tra gli arcivescovi diocesani, diventano cardinali Antonio Naguib (Egitto); Paolo Romeo (Palermo); Reinhard Marx (Monaco e Frisinga, Germania, Kazimierz Nycz (Varsavia, Polonia), Donald William Wuerl (Washington, Usa), Laurent Monsengwo Pasinya (Kinshasa, Congo), Medardo Joseph Mazombwe (emerito di Lusaka, Zambia), Albert Malcom Ranjith Patanbendige Don (Colombo, Sri Lanka), Raul Eduardo Vela Chiriboga (Quito, Ecuador) e Raymundo Damasceno Assis (Aparecida, Brasile). 4 di loro non entreranno in Conclave perchè hanno più di 80 anni: Elio Sgreccia, Domenico Bartolucci, Walter Brandmuller (Germania) e José Manuel Estepa Llaurens (Spagna).

 Ma… quali sono i “partiti politici” dei principi della Chiesa?  

Corrente della “Riforma della Chiesa” “Sinistra” Corrente della “Luce del Mondo”“Centrosinistra” Corrente dei “Guardiani della Fede” “Destra”
C’è bisogno di una morale paolina (basata sui valori), non di una morale rabbinica (basata sulla legge). Questo il pensiero di uno dei maggiori rappresentanti di questa corrente. Il Cardinale Carlo Maria Martini. I prìncipi della Chiesa “riformatori” ritengono che il dialogo sui temi scottanti sia essenziale. Nessuno di loro è d’accordo con l’ordinazione delle donne o con l’accettazione dell’omosessualità, ma lo stile di approccio ai temi è diversa. Recentemente il Cardinale Martini si è espresso a favore di un’apertura maggiore della Chiesa ai divorziati.Questa corrente è favorevole ad una maggiore collegialità dei vescovi e a una minore centralizzazione sulla Santa Sede.Vogliono che la Curia Romana funzioni come serva delle chiese locali, non come padrona. Si esprimono a favore di una maggiore libertà delle chiese locali nell’adattare gli insegnamenti le pratiche alle loro particolari circostanze. Il Concilio Vaticano II è stato per loro una stagione di riforme prematuramente interrotte dal pontificato di Giovanni Paolo II. Il rappresentante principale di questa corrente riformatrice è stato il Card. Franz Koenig, scomparso nel 2004. Altri sono Lehmann, Kasper, Danneels, Tettamanzi, Mahony, Cassidy e il già nominato Martini. Le loro strategie riformatrici della Chiesa sono diverse, ma hanno in comune il desiderio per una Chiesa più aperta, che condanni di meno e che sperimenti maggiormente il dialogo. I membri di questa corrente ritengono che il Popolo di Dio non debba perdere tempo in dibattiti teologici. Desiderano gettare ponti con le culture differenti da quella cattolica. Desiderano preservare la tradizione cattolica, ma sotto forma di influsso politico sui governi affinché questi adottino scelte in linea con la morale cattolica. Ad esempio – in Italia -col referendum contro la legge 40 in bioetica. L’ordine sociale deve riflettere gli insegnamenti cattolici. Interesse sulla questione sociale e su come il sistema sociale promuova la giustizia. Ad esempio attraverso la cancellazione del debito ai Paesi del Terzo Mondo. Fanno parte di questa corrente i cardinali McCarrick, Maradiaga, Arns, Ruini, Daarmatmadja, Napier. Sono molto preoccupati dell’impatto del relativismo e del secolarismo sulla Chiesa. Il relativismo è la negazione di verità assolute, specialmente in campo morale. Il secolarismo è invece la marginalizzazione o esclusione dei valori della fede religiosa nella vita quotidiana. Il relativismo pone diversi problemi perché mette in discussione l’autorità della Chiesa sulle questioni morali, che diventano un fatto soggettivo. Col relativismo non c’è più bisogno di un’autorità centrale della Chiesa che indichi una retta via. Ma manca anche la percezione di un bene e di un male assoluti per l’uomo. Il relativismo dovrebbe quindi anche negare i diritti umani universali proprio in quanto universali, cioè non relativi. Inoltre se tutte le religioni, tutte le verità si equivalgono non c’è più bisogno di conversione al Cattolicesimo. La secolarizzazione invece tende a separare a Chiesa dallo Stato e riduce o elimina l’influsso della Chiesa sulla politica di una nazione. È l’esempio di quelle nazioni che hanno approvato l’aborto, l’eutanasia, la contraccezione, ecc.Questi cardinali si preoccupano della perdita di identità cristiana dei fedeli, dell’obbedienza all’autorità della Chiesa e dell’assimilazione della cultura cristiana a culture estranee ai suoi valori. Due sono i rimedi: Ribadire i principi dottrinali e morali anche a costo di entrare in contrapposizione dura con il mondo non cattolico. La fedeltà e l’identità cattolica sono più importanti del dialogo. Il cardinale Biffi, ad esempio, ha suggerito di adottare leggi per ridurre l’immigrazione islamica al fine di preservare la cultura cattolica. Il leader del “”partito conservatore” all’interno il Collegio cardinalizio è stato sino alla sua elezione a Papa, Joseph Ratzinger. Benedetto XVI fu prefetto della Congregazione della Fede fino al 1981 e nel 2001 scrisse la Dominus Iesu ribadendo i principi del cattolicesimo e la relazione tra il Cattolicesimo e le altre Religioni, rassicurando della superiorità del Cattolicesimo. Un forte accento è messo anche sulla liturgia, perché questa dà identità ed è uguale in tutto il mondo e ha il potere di rinforzare e di alimentare la fede. Ad esempio, nel maggio 2001 il cardinale Medina ha promulgato nuove regole per i testi liturgici, il più possibile fedeli all’originale latino.Un altro accento è posto sulla forte distinzione tra clero e laicato. Vi è un’enfasi su una Chiesa aggressiva, che erge barriere contro gli “attacchi” delle culture estranee ad essa. Clericalismo quindi come barriera alle invasioni e agli attacchi contro la cultura (e all’autorità) cattolica. I membri di questa corrente di “destra” sono – tra gli altri – i cardinali Biffi, Medina, Schotte, Schoumn, Law, George, Degenhard, Dias, Cornell, Ambrozic, Tomko, Jaworski, Schonborn.[1]

 


[1]              Giorgio Nadali, La croce e l’anello. Misteri e segreti delle carriere ecclesiastiche, Udine, Segno, 2010.

Giorgio Nadali, I monaci sugli alberi e centinaia di altre cose curiose su Dio, la Bibbia, il Vaticano, Cinisello Balsamo (MI), San Paolo, 2010  

 Giorgio Nadali

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Scimmie disperate. L’uomo non discende da loro

di Giorgio Nadali

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Per anni sui libri di scienze generazioni intere di studenti hanno ammirato estasiati l’immagine di uno scimmione che lentamente si trasformava in un uomo. Il professore laicista sottolineava compiaciuto l’assurdità del creazionismo. Dio non ha creato l’uomo- diceva – è chiaro che la vostra vita la dovete alla lenta evoluzione di quello scimmione. Sul libro magari c’era da qualche altra parte anche il principio di Carnot. Il secondo principio della termodinamica. Scienza contro pseudo scienza antireligiosa. Proprio il principio di Carnot, formulato nel 1885 – tre anni dopo la morte di Charles Darwin – smentisce la teoria dell’evoluzione.

Le scimmie si devono rassegnare. Si possono consolare assieme ai professori che hanno fanno credere a milioni di studenti che l’orango dello zoo è il loro vero progenitore. I ricercatori avevano costruito fantastici alberi genealogici con i quali volevano dimostrare la continuità dell’evoluzione dalle scimmie antropoidi all’homo sapiens. Questo processo sarebbe durato trenta milioni di anni, ma per la scienza vera tutta questa costruzione evoluzionista è falsa. Non c’è continuità. Molti sono gli anelli mancanti. Gli antropologi sono oggi propensi a ritenere che ogni specie sia apparsa improvvisamente sulla Terra, così come appare oggi. Lo stesso Darwin non era così sicuro che l’uomo derivasse per lenta evoluzione da esseri scimmieschi primitivi.

Nella sua opera L’origine delle Specie scrive: “Se molte specie appartenenti agli spessi generi o alle stesse famiglie fossero realmente apparse improvvisamente, questo fatto sarebbe fatale alla teoria dell’evoluzione per selezione naturale”. Scavi scientifici hanno dimostrato che gli anelli mancano davvero. Le specie appaiono improvvisamente e non si evolvono più. Gli evoluzionisti moderni – meno onesti del naturalista inglese – per salvare ad ogni costo la teoria dell’evoluzione – hanno fabbricato anelli mancanti. Basti ricordare il falso pitecantropo di Giava, costruito da Eugenio Dubois e in seguito da lui stesso sconfessato. Un altro falso costruito fu il cosiddetto uomo di Pechino, costruito da Davidson Black.

E ancora il teschio di Piltdown di Charles Dawson – datato qualche milione di anni fa e ritenuto il tanto ricercato anello di congiunzione tra gli ominidi, le scimmie e l’uomo. La burla di Piltdown (1912) è forse la più famosa beffa archeologica della storia. È stato considerevole per due ragioni: l’attenzione prestata per il problema dell’evoluzione umana, e la distanza di tempo (più di 40 anni) che passò dalla sua scoperta fino all’esposizione come falso. A Joseph Weiner, un giovane professore di antropologia alla Oxford University, si deve il maggior riconoscimento per lo smascheramento dell’imbroglio.

Per 40 anni fu esposto al British Museum con grande soddisfazione degli evoluzionisti. Ma le bugie hanno le gambe corte. Nel 1953 dopo quattro anni di studi Clark e Oaklidge dell’università di Oxford riuscirono a smascherare il falso con un esame alla fluorina. Il cranio era stato costruito in laboratorio unendo la calotta cranica di un uomo, la mascella di un orangutan invecchiata con potassa di ferro, e un dente di cane. I còndili della mandibola erano stati rotti per far combaciare le cavità articolari di un cranio diverso dalla propria mascella. Triste pensare che un prete gesuita – Pierre Theilard de Chardin – sostenitore della teoria evoluzionista, fu colui che costruì il dente di cane falso da aggiungere alla messa in scena. La pubblicazione dei suoi scritti innescò immediatamente accese polemiche; poi, soprattutto a partire dagli anni sessanta, il suo pensiero cominciò a diffondersi, subì le prime accuse di panteismo che lo posero fuori dall’ortodossia cattolica.   

Insomma niente scimmie padri degli uomini. Per tre motivi molto semplici.

Primo. In natura non esistono le variazioni naturali delle specie. Lo studio del DNA lo ha confermato. Le mutazioni naturali del DNA possono cambiare caratteristiche fisiche, ma non trasformare una specie in un’altra.  Le selezioni naturali non esistono. Perché? Semplice. Possono essere ottenute in laboratorio, ma non avvengono mai in natura. L’idea delle selezioni naturali venne in mente proprio a Darwin osservando le selezioni artificiali operati dagli allevatori sui loro animali per ottenerne di più grandi. Ma la natura non usa i metodi da laboratorio.

Secondo. Le selezioni naturali di Darwin vano contro il Principio di Carnot. Il secondo principio della termodinamica. La natura non può da se stessa evolversi in meglio. Non va dal meno al più, ma dal più al meno. Gli antropologi invocano questo principio per sostenere l’impossibilità dell’evoluzione naturale delle specie. Quindi potremmo ridurci a scimmie e non il contrario. Il principio di Carnot fu formulato 3 anni dopo la morte di Darwin, nel 1885.

Terzo. La biologia moderna ci dice che la vita non si è evoluta, ma è apparsa sulla Terra già complessa come la vediamo oggi. Ogni specie ha il suo proprio DNA. Dal DNA di una specie non  può emergere una specie diversa. Non sappiamo come dal DNA di una formica venga fuori un una  formica e dalla programmazione genetica di un uomo venga fuori un uomo. Le specie nascono già diverse e programmate. Chi ha voluto tutto questo ? Colui che Dante chiamava: L’Amor che muove il Sole  e le altre stelle. Altro che scimmia.            

 Giorgio Nadali

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Halloween? No, grazie. Preferiamo festeggiare la vita

di Giorgio Nadali

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Le origini di Halloween si trovano presso le antiche tribù celtiche che vissero in Irlanda, Scozia, Galles e Bretagna. Per i Celti, il primo novembre segnava l’inizio del nuovo anno e l’arrivo dell’inverno. La notte precedente il nuovo anno, festeggiavano il festival di Samhain, Signore dei Morti. Durante il festival, i Celti credevano che le anime dei defunti – fantasmi, streghe, demoni compresi – ritornassero a mescolarsi con i vivi. Per spaventare e fare fuggire gli spiriti maligni, la gente indossava maschere e accendeva dei falò. 

Quando i Romani conquistarono i Celti, aggiunsero la loro inventiva al festival di Samhain. Realizzavano dei centrotavola di mele e noci per Pomona, la dea dei frutteti. Ma quando la festa di Halloween entra nello scenario del Cristianesimo? 
Nel 835, papa Gregorio IV spostò la celebrazione di tutti martiri (che sucessivamente divenne la festa di Ognissanti) dal 13 maggio al primo novembre. La notte precedente divenne nota come “Vigilia di Tutti i Santi” o “notte santa”. Il nome anglosassone Halloween deriva proprio da “hallow”, parola inglese arcaica per “santo” e da “even”, contrazione di “evening”: sera. 
Il due novembre la Chiesa celebra la Commemorazione dei Defunti

Lo scopo di queste ricorrenze è quello di ricordare coloro che hanno lasciato l’esistenza terrena. Il primo novembre per coloro che godono già della visione beatifica di Dio in Paradiso e il due novembre per coloro che, avendo già raggiunto la salvezza eterna, si stanno preparando alla beatitudine, nello stato di purificazione del Purgatorio. Nel Cristianesimo, solo la Chiesa Cattolica (che costituisce da sola circa la metà della cristianità) crede a questo stato intermedio ultraterreno d’espiazione delle conseguenze dei peccati veniali, traendone il fondamento da alcuni brani biblici (2 Macc 12,39-45; Mt 12,31; 1 Cor 3,11-15) e da S. Agostino (La Città di Dio). Uno dei più grandi attuali ostacoli teologici al movimento ecumenico (quello che causò uno scisma  nel 1517 a causa della dottrina sulle indulgenze per la riduzione del Purgatorio) fu approvato definitivamente dai Concilio di Lione (1274) e dal Concilio di Firenze (1439). La grande sostenitrice della dottrina sul 

Purgatorio fu la convertita Caterinetta Fieschi, meglio nota come S. Caterina da Genova (1447-1510), nel suo Trattato sul Purgatorio. Le festività precedute da Halloween sono la celebrazione del mistero della comunione dei santi, il quale ci ricorda che la Chiesa non è legata al tempo e allo spazio ed è unita sia nella dimensioe terrena, sia in quella gloriosa, dei suoi membri già giunti alla beatitudine eterna. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (§ 1475) e Papa Paolo VI (costituzione apostolica Indulgentiarium Doctrina, 5) ricordano che “tra i fedeli, che già hanno raggiunto la patria celeste o che stanno espiando le loro colpe nel Purgatorio, o che ancora sono pellegrini sulla Terra, esiste certamente un vincolo permanente di carità e un abbondante scambio di tutti i beni”. 

Ma torniamo ad Halloween. Viviamo in una società moderna e secolarizzata. Togliamo la celebrazione del nuovo anno celtico e della sua vigilia. Togliamo la venerazione dei santi e la fede nel destino e nella dignità dell’uomo. Cosa rimane? La superstizione precristiana sui defunti. L’Halloween moderno è la vigilia di una festa cattolica sul mistero del destino ultimo dell’uomo nella vita eterna e, in larga parte, un fenomeno di costume di matrice anglosassone che veste i bambini da vampiri e da streghe a causa del suo antico retaggio legato alla morte.

Tra molti cristiani è cresciuta la preoccupazione che la situazione stia fuggendo di mano. Dopo tutto, Halloween non glorifica forse il diavolo? E’ giusto lasciare che i figli si vestano da diavoli e vampiri o è meglio insistere sul significato originario di vigilia della festa dei Santi, dai quali, come abbiamo visto, la parola trae origine? Questa festa, se celebrata inmaniera corretta, può essere l’occasione di approfondire la nostra fede nella comunione dei Santi.

Sino al nono secolo la Chiesa celebrava questa festa il 13 maggio, durante il periodo pasquale di gioia dopo la risurrezione di Cristo. Questa è la luce in cui vediamo tutti coloro che sono morti nella fedeltà a Cristo. Nell’anno 835 la data fu cambiata al 1 novembre, proprio per cristianizzare la festa pagana allora dedicata alla commemorazione dei defunti. Per portare luce nelle tenebre e speranza alla più atavica della paure dell’uomo.

Il desiderio umano di ricordare coloro che hanno lasciato questo mondo, era presente prima ancora che fosse istituito un giorno per la commemorazione dei defunti, prima ancora che il Nuovo Testamento prendesse forma. Ed erano defunti speciali: quelli che erano morti per testimoniare Cristo. La parola greca maritre, significa testimone. La loro morte fu una vittoria, non una sconfitta; un trionfo, non un dolore.

Allo stesso modo in cui oggi le persone si radunano sul luogo di una tragedia e parlano tra di loro e ai cronisti, i primi cristiani si riunivano per l’anniversario della morte di un martire (fatto allora molto comune) per ricordarlo nel modo che meglio conoscevano: spezzando il pane. Si raccontavano la loro vita per darsi forza e ispirazione in un periodo in cui la fede significava persecuzione e martirio. Nemmeno la morte poteva rompere l’unità che S. Paolo chiamò “il corpo di Cristo”.

Gli anniversari di martiri locali molto conosciuti, riempivano il calendario. Poi sorse una questione: che nome dare a quei martiri dei quali non si conosceva il nome. A quei militi ignoti della fede in Cristo? Molti di loro furono dati in pasto ai leoni per testimoniare la loro fede e non tutti erano noti alla comunità dove vivevano. Dalla metà del IV secolo, ecco la soluzione: la “festa di tutti i Martiri” apparve nel calendario. E quando le persecuzioni iniziarono a diminuire, furono inclusi anche i “testimoni” della fede, non martiri. Cristiani la cui vita era un “Vangelo in azione”, come avrebbe in seguito definito i santi S. Francesco di Sales.

Una vigilia, due feste

Nel frattempo, venivano ricordati anche coloro che non avevano vissuto una santità eroica. I primi cristiani adottarono l’usanza giudaica di pregare per i defunti e di offrire sacrifici per loro, come parte della fede ebraica nella risurrezione dei morti (Is 16,19 ; Dn 12,2; 2 Macc 12,43ss).

I cristiani di oggi dimenticano che al tempo di Gesù, molti ebrei, specialmente i Farisei, avevano una fede molto sviluppata nella risurrezione dei morti, compresa la convinzione che le preghiere dei vivi potessero aiutare i defunti. Fu a causa di questa fede che 160 anni prima di Cristo, Giuda Maccabeo pregò e offrì sacrifici per i suoi compagni che peccarono: “Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d’argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione […] Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato”. 2 Macc 12,43ss

Per i primi 1000 anni della Cristianità non vi fu una memoria collettiva dei Santi. I parenti e le persone care venivano ricordate durante la Messa, nella ricorrenza della loro morte. Ma dal VII secolo i monasteri iniziarono a celebrare una Messa annuale per tutti i defunti del loro ordine religioso. Un’idea che si estese poi anche per i laici. Verso l’anno 1048 un abate molto influente scelse il 2 novembre per commemorare i defunti, perché era una data ideale da abbinare a quella della festa di tutti i Santi. Entrambe le date ci aiutano a ricordare che tutti noi, vivi o morti, siamo uniti nella comunione viva con Cristo e tra di noi.

Dai Santi agli scheletri

In effetti, Halloween, divenne l’unica vigilia di due feste celebrate da tutta la Chiesa. Nel XVI secolo, nel periodo della Riforma, molti Protestanti rigettarono sia la dottrina della comunione dei Santi, sia la pratica di pregare per i defunti. La vigilia di queste feste divenne vuota e senza senso per loro. Rimasero quindi, per il folklore, le usanze pagane di mascherarsi per spaventare gli spiriti dei defunti che tornavano sulla terra.

Salvare Halloween

Come possiamo mantenere il significato religioso eliminandone i contorni precristiani? Alcune parrocchie all’estero invitano i bambini a vestirsi con l’abito dell’epoca di alcuni santi particolari, in occasione della vigilia di Ognissanti.

Molti altri giovanissimi preferiscono truccarsi in maniera macabra per partecipare a feste di Halloween, e – nei Paesi anglosassoni – per andare in giro per le case a chiedere dolci presentandosi con la frase “Trick or treat?” (“dolcetto o scherzetto?”). Istintivamente capiscono che scheletri e zucche di Halloween (le “Jack-o’-lanterns”) sono travestimenti molto più appropriati per l’occcasione. Così facendo si divertono, ma esorcizzano anche la paura della morte. Hanno ragione. La morte non è bella. Halloween dopo tutto ebbe inizio con i martiri, come abbiamo visto. La tradizione conosce molte storie di vita che incontrarono una morte atroce, che mai però interferì con la gioia e la fiducia in Dio.

Per Halloween dobbiamo usare il discernimento per separare i simboli, per preservare i più giovani dai veri pericoli, per farci strada attraverso le usanze che contraddicono la nostra relazione con Dio, prime fra tutte quelle occultistiche e magiche. E’ bene ricordare brevemente che lo spirito magico è diametralmente opposto a quello religioso. 
Nel primo è l’uomo che sfida Dio e cerca di piegare a proprio uso e consumo, senza alcun sacrificio personale, le forze a lui superiori o Dio stesso. Nel secondo è l’uomo che si piega alla volontà di Dio e collabora con lui, anche col sacrificio personale. 
Nella dimensione superstiziosa poi, l’uomo crede che oggetti, simboli, gesti, numeri, abbiano un potere sulla libertà che Dio gli ha donato. L’uomo cessa di essere libero e si affida alla realtà creata, che avrebbbe il potere di determinare la sua esistenza. Magia e supersitione fanno quindi parte dell’ irreligiosità.

Inoltre, i simboli di Halloween possono far presa sull’immaginario infantile e contribuire alla curiosità verso il mondo dell’occulto, che riceve già abbastanza pubblicità da film e storie ritenute troppo superficialmente sempre “divertenti” e innocenti. La strega o il maghetto di turno fanno colpo perché ottengono tutto ciò che vogliono senza fare il minimo sforzo. Proprio il contrario della figura del santo, pronto a sacrificarsi per il valore più alto e per la fedeltà al Vangelo. Il messagio nasconde diverse insidie. Quella del potere per il proprio interesse personale e per giunta senza alcuno sforzo. Quella dell’inutilità dell’umile preghiera. Quella del fascino delle forze del male o dell’occulto, ritenute più forti e appaganti. Spingendoci ancora più in là con lo sguardo non ci vuole molto a intuire quale spirito regni nel cuore del bambino divenuto adulto che corre ad arricchire il mago di turno.

E’ proprio perché noi Cattolici crediamo nella realtà del male che promettiamo di tenerci lontani da “Satana e le sua azioni” nel rito battesimale (sempre accompagnato da un esorcismo ordinario). Una promessa che rinnoviamo ogni anno nella veglia pasquale. E’ compito primario della famiglia vigilare affinchè gli stimoli dei media non condizionino le giovani personalità in formazione e ridimensionarli alla realtà per la quale si sono impegnati davanti al Signore.

Innazi tutto, essere liberi dalla paura. Credendo in Cristo non abbiamo nulla da temere e dobbiamo essere pronti a rispondere a coloro che agiscono come se Satana avesse lo stesso potere di Dio. Non c’è alcun potere uguale e contrapposto a Dio. (Questa visione è quella manicheista e specificatamente della religione monotesita zoroastriana, tuttora vivente, che crede nel dio del bene – Aura Mazda – contrapposto al dio del male – Angra Mainyu). Satana è una creatura, un angelo decaduto. Il suo potere e in generale il potere del male, è limitato, permesso e controllato da Dio. Sino alla fine dei tempi il grano del bene e il male della zizzania dovranno convivere. Ma Cristo ha già vinto il peccato e il Maligno una volta per sempre. Chi crede in Lui condivide la sua vittoria.

Come separare quindi i simboli di Halloween? Dobbiamo smettere di mangiare mele solo perché queste erano offerte alla dea Pomona, nella Roma antica? Oppure le ciambelle, che erano cibo per le anime dei defunti? (La loro forma circolare era simbolo di eternità, lo stesso significato che ha un anello). Certamente no. Dobbiamo godere dei beni che Dio ci dona. Mele e ciambelle comprese.

Alcuni simboli di Halloween

Dolcetto o scherzetto?

Meglio noto nei Paesi anglosassoni come “Trick or Treat?”, ha origine nella credenza pagana nei defunti che vagano su questa terra perché non si sono ancora riconciliati con qualcuno. Questi hanno il potere di disturbare i viventi, a meno che non vengano placati con offerte di dolci, come le “soul cakes” (“torte dell’anima”), appunto dei treats, cioè dei “piaceri”, in cambio di tranquillità da parte delle anime vaganti. Inutile ricordare che per la dottrina cattolica le anime dei defunti non vagano in alcun modo sulla terra. Subito dopo la morte terrena l’anima in grazia di Dio si ricongiunge con Lui, oppure dopo un periodo di purificazione. Le anime non in grazia di Dio vanno subito all’Inferno. Non esistono defunti da evocare né da placare. Solo da pregare e da ricordare, nell’attesa di ritrovarli un giorno nella luce di Dio.

Zucche di Halloween

Sono le “Jack-o’-lanterns”. Leggenda del folklore irlandese sbarcata negli Stati Uniti con i colonizzatori. Jack ha la capacità di mettere nel sacco lo stesso diavolo, ma questo non gli basta per essere beato. Deve girovagare per sempre tra cielo e terra, tenendo la sua lanterna (che originalmente era un rapa, poi trasformatasi in zucca, quando i colonizzatori trovarono il vegetale oltreoceano). Jack era egoista e non aiutò mai nessuno. Era più furbo del diavolo, ma questo carisma non lo fece fruttare. Sotterrò il suo talento. Solo la croce di Cristo porta alla vita eterna e questa ha il potere di vincere il maligno.

Messaggi positivi di Halloween?

Halloween ha dei messaggi positivi, se torniamo all’origine della ricorrenza. Quella che aveva prima della Riforma. Ci aiuta a ricordare la fede nella comunione dei santi. Li onoriamo e chiediamo il loro aiuto. “Noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti” (Eb 12,1). Inoltre aiuta a riflettere sulla morte (e sul destino ultimo dell’uomo), in una società che ne ha perso il significato e tenta di esorcizzarla perché non crede che essa non ha più l’ultima parola sull’esistenza umana. “Ma ti accadranno queste due cose, d’improvviso, in un sol giorno; perdita dei figli e vedovanza piomberanno su di te, nonostante la moltitudine delle tue magie, la forza dei tuoi molti scongiuri”. (Is 47,9)

L’insegnamento della Chiesa

“Nella comunione dei santi “tra i fedeli, che già hanno raggiunto la patria celeste o che stanno espiando le loro colpe nel Purgatorio, o che ancora sono pellegrini sulla terra, esiste certamente un vincolo perenne di carità ed un abbondante scambio di tutti i beni” [Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 5]. In questo ammirabile scambio, la santità dell’uno giova agli altri, ben al di là del danno che il peccato dell’uno ha potuto causare agli altri. In tal modo, il ricorso alla comunione dei santi permette al peccatore contrito di essere in più breve tempo e più efficacemente purificato dalle pene del peccato”. 

Questi beni spirituali della comunione dei santi sono anche chiamati il tesoro della Chiesa, che non “si deve considerare come la somma di beni materiali, accumulati nel corso dei secoli, ma come l’infinito ed inesauribile valore che le espiazioni e i meriti di Cristo hanno presso il Padre ed offerti perché tutta l’umanità fosse liberata dal peccato e pervenisse alla comunione con il Padre; è lo stesso Cristo redentore, in cui sono e vivono le soddisfazioni ed i meriti della sua redenzione” [Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 5].
“Appartiene inoltre a questo tesoro il valore veramente immenso, incommensurabile e sempre nuovo che presso Dio hanno le preghiere e le buone opere del la beata Vergine Maria e di tutti i santi, i quali, seguendo le orme di Cristo Signore per grazia sua, hanno santificato la loro vita e condotto a compimento la missione affidata loro dal Padre; in tal modo, realizzando la loro salvezza, hanno anche cooperato alla salvezza dei propri fratelli nell’unità del Corpo mistico” [Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 5]”. (Catechismo della Chiesa Cattolica 1475-1477)

“Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che “svelino” l’avvenire [Cf Dt 18,10; Ger 29,8 ]. La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo. 

Tutte le pratiche di magia e di stregoneria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo – fosse anche per procurargli la salute – sono gravemente contrarie alla virtù della religione. Tali pratiche sono ancor più da condannare quando si accompagnano ad una intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all’intervento dei demoni. Anche portare gli amuleti è biasimevole. Lo spiritismo spesso implica pratiche divinatorie o magiche. Pure da esso la Chiesa mette in guardia i fedeli. Il ricorso a pratiche mediche dette tradizionali non legittima né l’invocazione di potenze cattive, né lo sfruttamento della credulità altrui”. (Catechismo della Chiesa Cattolica 2116-2117)

Giorgio Nadali
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Allarme rosso. I giovani hanno smarrito il senso di colpa. I genitori hanno sbagliato

di Giorgio Nadali

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   I ragazzi hanno smarrito il senso di colpa e la paura dei castighi. Una volta quando un professore entrava in classe rappresentava l’Istituzione. Per governare una classe bastava il proprio ruolo. Una volta. Oggi i ragazzi non danno più alla scuola un significato etico istituzionale. E’ un luogo di socializzazione, di servizio, in cui ogni tanto si può anche prestare attenzione a ciò che l’Istituzione offre. Tutta colpa dei genitori – afferma Gustavo Pietropolli Charmet –  presidente dell’Istituto di Analisi dei Codici Affettivi “Minotauro” e  docente di Psicologia Dinamica all’Università di Milano – al convegno dei docenti di religione cattolica tenutosi domenica 24 ottobre a Milano. Il bambino è stato considerato naturalmente buono, non tabula rasa sulla quale costruire una istanza etica che possa tenere a bada gli istinti e che crei il senso di colpa e la paura di castighi. Si è creduto troppo che un figlio possa imparare per amore.

    Il senso di colpa è diventato un tabù un mostro da esorcizzare. Si dimentica che è il segnale di allarme di ha ancora una coscienza. Allarme rosso – quello sì- quando questa non dà più segni di vita.   

   Il risultato è quello di avere giovani che hanno smesso di sentirsi in colpa, che non hanno paura di castighi – se questi vengono comminati non provocano l’effetto desiderato.  I genittori hanno scollagato le regole dai valori. Oggi per i ragazzi è giusto solo ciò che è bello. Estiticità e eticità sono unite nelle loro coscienza. La sfida dei prossimi anni – dice Pietropolli Charmet – è quella di rimotivare gli studenti, di rimettere la relazione all’interno dell’istituzione scuola. Come? Organizzare i curricula, non le classi. Aule per le materie e non per le classi. Lo studente cambia aula a secondo della materia. Diminuire l’importanza del gruppo classe e insistere sull’importanza della disciplina. E’ l’istituzione, non lo studente che deve creare il gruppo solidale. Senza relazioen i contenuti non passano. Professore – chiedo – come favorire negli adolescenti una morale autonoma (basata sulla coscienza dei valori) e non una morale eteronoma (basata sulla paura di una punizione)? E’ davvero convinto che rimettere nei giovani la pura della punizione crei in loro una morale autonoma? Un ritorno al passato?  

    Per un adolescente una cosa giusta deve essere anche bella Questo è molto legato all’ambiente socio cultuale. Un conto è la paura del castigo, un altro conto è la paura di perdere gli affetti e di perdere la faccia. Oggi viene considerato un affronto l’essere smascherato. E’ un dolore narcisistico. Se la bellezza del sè è più importante della perdita dell’oggetto di amore, allora il lutto amoroso, la sconfitta, l’amore sono vissuti come ammaccature del proprio sè. E’ inaccettabile il non essere importanti agli occhi dell’altro. Se il genitore alimenta troppo l’ego del figlio, allora questo si sente più importante dell’istituzione. In sostanza – per Pietropolli Charmet – cari genitori, avete fatto dei vostri figli un mostro di egocentricità e narcisismo ai qualivalori sociali, regole e rispetto per l’istituzione vanno stretti.  

   Oggi la mente del gruppo giovanile –  che  si trasforma in “banda” – crea valori individuali per il singolo. Per il ragazzo è molto più importante l’essere accettato dai propri coetanei nel gruppo che rapportarsi con l’istituzione, in particolare la scuola. Bisogna portare il gruppo dalal propria parte, prima che si sposti troppo dalla parte dell’adolescente. E adesso non meravigliatevi se i ragazzi se ne infischieranno di voi e delle istituzioni della società e se sentiranno dentro di loro che tutto è permesso al loro ego smisurato. Qualche no e qualche sberla di più  non avrebbero proprio guastato.  

Giorgio Nadali

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Il segno di Giona e i falsi maestri

Di Giorgio Nadali

    «Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole».  (2 Timoteo 4,3-4)

    «Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l’ho predetto». (Matteo 24,24)

    «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». (Mt 15,28) Com’è bella la fede semplice di chi non cerca segni e prodigi  e si affida totalmente a Cristo – che disse: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare». (Mt 18,6)

    AAA. Cercasi fede semplice in Cristo. Una fede che fa volentieri a meno di falsi frati, guaritori, taumaturghi, stigmatizzati, esorcisti e veggenti non autorizzati, spregiudicati e talvolta anche pregiudicati. Addirittura una radio cattolica da milioni di ascoltatori che è stata redarguita dal vescovo di Vittorio Veneto per toni apocalittici. Sì, perché “Non conviene parlare troppo di satana. C’è il rischio che se ne faccia propaganda”. Mons. Zenti già nel 2006 chiese maggior delicatezza nel trattare i casi di esorcismo: “Non se ne può fare – chiede a padre Livio, direttore di Radio Maria – un fenomeno di incontrollata espansione, come se in queste persone (che sono sottoposte ad esorcismo) di fatto il demonio si sia scatenato”.

    Il Vescovo rimprovera anche le sfumature apocalittiche dei messaggi della radio. Perché, chiede Mons. Zenti, dire in onda che Maria “tiene sorrette le braccia della misericordia di Dio impedendogli di scatenare la sua ira sull’umanità peccatrice”? Dio è misericordia! ribadisce il vescovo, chiedendo a radio Maria di “essere in perfetta sintonia con la fede genuina della Chiesa”. Pungolò infine padre Livio a moderare lo “schieramento acritico” nel dare ampia diffusione alle apparizioni di Medjugorje, cui la Chiesa non ha ancora dato il suo riconoscimento ufficiale.

    Ecco, perché non stare al Magistero della Chiesa? E’ quello che tiene la rotta e cerca di impedire che un fedele si trasformi – magari senza volerlo – in un fanatico bigotto, talvolta pure manipolato da sedicenti guaritori, falsi stigmatizzati e presunti veggenti…  «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!» (Gv 20,29).

    La fede non manca solo agli atei, ma anche in chi la confonde con il miracolismo. La spasmodica ricerca di segni, prodigi, guarigioni, colpi di scena divini.  «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona». (Lc 11,29) Sono ancora parole di Cristo. Il segno è la sua risurrezione. «Come Giona rimase per tre giorni e tre notti nel ventre del pesce [Giona 2,1], così il Figlio dell’uomo rimarrà ne cuore della terra per tre giorni e tre notti» (Mt 12,40).

    Certo, per alcuni – troppi – il segno di Giona non basta. E allora i ciarlatani hanno buon gioco nel farsi pubblicità, richiamando folle devote a loro.   

E allora ricordiamoli qui i criteri per discernere i falsi maestri.

Secondo A. Royo Marin O.P. i criteri di discernimento dell’autenticità delle apparizioni e dei messaggi contenuti sono i seguenti:
1. Occorre ritenere come assolutamente false le rivelazioni che si oppongono al dogma o alla morale. Non è possibile che Dio si contraddica con quanto ha affermato nella Divina Rivelazione e con quanto la Chiesa insegna con la sua divina assistenza.
2. Le rivelazioni che hanno per oggetto cose inutili, curiose o sconvenienti bisogna respingerle come non divine. Lo stesso si dica di quelle che sono prolisse senza necessità o sovraccariche di prove e di ragioni superflue. Le rivelazioni divine sono molto brevi e discrete; vengono espresse con poche parole molto chiare e precise.
3. Si esamini attentamente il temperamento e il carattere della persona che afferma di ricevere delle rivelazioni. Se è discreta e giudiziosa, se gode buona salute, se è umile e mortificata, se è molto avanti nella santità, ecc.; o se, al contrario, è estenuata a causa delle austerità o delle malattie, se va soggetta a disturbi nervosi, se è propensa all’entusiasmo e all’esaltazione, se divulga facilmente le sue rivelazioni, ecc…
4. Infine, la principale regola di discernimento saranno sempre gli effetti che le pretese rivelazioni producono nell’anima: «Non può l’albero buono dare frutti cattivi, né l’albero cattivo dare frutti buoni» (Mt 7,18) (cfr. Teologia della perfezione cristiana, pp. 1077-1078).

 A queste si possono aggiungere le seguenti:

– vedere se tale visione od apparizione porta alle virtù ed a spogliare l’anima dell’amore e stima di sé e delle creature (Gal 5, 22-23).
– se queste visioni ed apparizioni portano al bene, spronano alla pratica della legge di Dio, dei precetti della Chiesa, all’amore del patire, all’umiltà, all’obbedienza, se ispirano pensieri santi, diffidenza di se stessi uniti al desiderio che restino occulte, hanno probabile carattere di verità (1 Gv 4,1-4).
Se, al contrario, destano nell’anima in cui avvengono opinione e stima di sé, dolcezza inquieta, ostinazione nel proprio parere e o brama che siano conosciute, si può, con fondamento, ritenerle opera del demonio o di menti esaltate.
L’improvviso mutarsi del carattere e dell’indole della persona da dolce e mansueta in iraconda, melanconica da cortese ed a umile in sprezzante, intollerante di contraddizione e presuntuosa da saggia e considerata in impetuosa da obbediente in ribelle sono questi segni quasi certi che le visioni ed apparizioni derivano dal demonio o da una forma di nevrastenia.

Ecco il pensiero di san Tommaso:
 “Si dice miracolo in senso stretto un fatto che si verifica fuori dell’ordine della natura.
Tuttavia per parlare di miracolo non basta che il fatto avvenga fuori dell’ordine di una natura particolare, perché altrimenti scagliare una pietra in alto sarebbe un miracolo, essendo contrario alla natura della pietra. Si dice invece che un fatto è un miracolo se è al di là dell’ordine di tutta la natura creata. E una tale cosa può compierla soltanto Dio: poiché tutto ciò che opera un angelo o qualunque altra creatura con la propria virtù rientra nell’ordine della natura creata, e così non è un miracolo. Resta dunque che solo Dio può operare miracoli” (Somma teologica I, 110, 4).

2. In che senso i demoni possono compiere miracoli:
“Ma poiché noi non conosciamo tutte le forze della natura, ne segue che un fatto compiutosi fuori dell’ordine della natura da noi conosciuta, per mezzo di una virtù creata ma occulta, viene detto miracolo non in senso assoluto, ma relativamente a noi.
Quindi allorché i demoni compiono delle opere con le loro forze naturali, queste opere non sono miracoli in senso assoluto, ma solo relativamente a noi.
Tali dunque sono i miracoli che i maghi compiono per mezzo dei demoni” (Somma teologica I, 110, 4 ad 2).

3. “Se il miracolo è preso in senso stretto, allora né i demoni possono fare miracoli, né alcun’altra creatura, ma solo Dio: poiché il miracolo in senso stretto trascende l’ordine di tutta la natura creata, il quale abbraccia la virtù di tutte le creature.
Tuttavia talvolta vengono denominati miracoli, in senso lato, anche quei fenomeni che trascendono soltanto le forze e le conoscenze dell’uomo. E in questo senso i demoni possono compiere dei miracoli, cioè delle opere tali da fare stupire gli uomini, in quanto superiori alle loro forze e alle loro conoscenze. Del resto anche chi compie un’impresa superiore alle capacità di un altro induce costui ad ammirarla, dando l’impressione di compiere un miracolo.
Ora, riguardo alle opere demoniache che a noi sembrano dei miracoli è da notare che, sebbene non posseggano la natura del vero miracolo, sono nondimeno dei fatti reali. Così per virtù dei demoni i maghi del Faraone produssero dei veri serpenti e delle vere rane (Es 7,12; 8,7). E «quando», come dice S. Agostino [De civ. Dei 20,19], «cadde fuoco dal cielo e distrusse i servi di Giobbe insieme con i greggi e gli armenti, e un turbine abbattendo la casa uccise i suoi figli, queste opere compiute da Satana furono dei fatti reali, e non delle mere apparenze” (Somma teologica I, 114, 4).
S. Agostino dice che “con le arti magiche spesso vengono compiuti miracoli simili a quelli fatti dai servi di Dio” (Lib. XXI Sent. 4).
Ma si tratta sempre di “di portenti, di segni e prodigi menzogneri” (2 Ts 2, 9). E vengono detti menzogneri “o perché egli ingannerà i sensi dei mortali con allucinazioni, in modo che sembri fare ciò che in realtà non fa, o perché i suoi prodigi, se veri, serviranno a condurre alla menzogna quanti crederanno in lui” (S. Agostino, ib.).

Quante energie spirituali sprecate nel seguire ciarlatani. Meglio usarle per seguire Cristo… A proposito, alzi la mano chi vuole un elenco di false apparizioni e magari anche uno di falsi Cristi, come Quello vero aveva predetto…

– 1503-1566 Nostradamus, Francia.

– 1600~ Maddalena della croce, Cordova, Spagna

– 1769-1821 Marie Lenormand, Francia

– 1871-1916 Rasputin, Siberia

– 1861-1922 Felicie Kozlowska, suora francescana condannata dal Vescovo Szembeck di Plock e scomunicata da Pio X il 5.12.1906

– 1878 Luisa Piccareta, Corato (I)Condanna Decr. S. Off. 13 iul. 1938 (Index Librorum Prohibitorum) –

– 1931 Ezquioga (Spagna), Antonia e Andrés Bereciartua, Ramona Olabada Spagna Condanna del Sant’Uffizio il 13.6.1934

– 1931 Izurdiaga, Spagna

– 1933 Onkerzele, Belgio, Berthonia Holtkamp e Joseph Kempeneers Condannata il 23.8.34 dal Cardinal Van Roey, Léonie Van Dyk (48 anni) valutazione negativa il 25.3.42 Arcivescovo di Malines

– 1933 Etikbove, Belgio, Omer Peneman. Giudizio negativo

– 1933 Herzele, Belgio, Jules de Vuyst confessa l’inganno prima della morte

– 1933 Olsene, Belgio, Maurice van den Boeke. Giudizio negativo

– 1933 Berchem-Anvers, Belgio

– 1933 Tubize, Belgio

– 1933 Verviers, Belgio

– 1933 Wilrijk, Belgio

– 1933-1940 Lokeren, Belgio, 1 donna e 1 bambino. Giudizio negativo

– 1936 Bouxiers-les-Dames, Francia, Gabriele Hanus e A. Pietquin, Giudizio negativo 1946

– 1936 Ham-sur-Sambre, Belgio, Imelda Schohy e Adeline Pietquin, Giudizio negativo 1946

– 1937 Voltago, Italia diverse ragazzine, Condannata il 31.12.38

– 1938 Kerizinen, Francia, Jeanne-Louise Ramonet, Giudizio negativo vescovo di Quimper 12.10.56 (costruzione chiesa senza il suo nulla osta), divieto di culto il 24.3.61

– 1943 Girkalnis, Lituania, giudizio negativo

– 1943 Athis-Mons, Francia, giudizio negativo

– 1944 Ghiaie di Bonate, Italia, Adelaide Roncalli, nessun carattere soprannaturale Mons. A. Bernareggi vescovo di Bergamo

– 1946 Espis, Francia Condannata il 31.7.47 dal Vescovo Théas di Tarbes e Lourdes

– 1947 Pierina Gilli, Montichiari e Fontanelle (I)

– 1947 Casanova Staffora (Pavia) Italia, Angela Volpini, Giudizio negativo

– 1947 Rosa Mistica, Montichiari, condannata dal Vescovo Bruno Foresti di Brescia il 15.10.84 con riconferma il 19.2.97

– 1947 Forstweiler di Tannhausen, Germania, Pauline H. Condannata dal Vescovo Sproll di Rottenburg 11.1948

– 1947 Uracaiña (Brasile) 1 religioso, Giudizio negativo

– 1948 11.2 Assisi (Perugia), Italia. Giudizio negativo

– 1948 18.4 Gimigliano di Venarotta (Ascoli Piceno), Italia, Anita Federici, Giudizio negativo del vescovo

– 1948 27.4 Marina di Pisa, Italia, Paola Luperini

– 1948 19.5 Marta (Viterbo), Italia, gruppo di ragazzine, Giudizio negativo emesso il 29.6.52

– 1948 13.9 Lipa, Isola di Lucon (Filippine), una suora, Giudizio negativo

– 1948 Montlucon, Michel Collin (religioso), Francia, Ridotto a stato laico per decreto del Sant’Uffizio nel 1951

– 1948 Cluj, Romania, Gran folla, Giudizio negativo

– 1949 Opus Angelorum (L’Opera degli Angeli) fondata da Gabrielle Bitterlich (Austria 1896-1978), condannata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 24.9.83

– 1949 Lublin, Polonia, folla, Giudizio negativo

– 1949 Zo-Se (1 religioso), Cina

– 1949 Heroldsbach, Germania, 6 bambini, Nessun carattere soprannaturale e divieto di culto dal Sant’Uffizio il 18.6.51, Condanna Arcivescovo Kolb di Bamberg, 25.7.51 Sant’Uffizio sospende a divinis preti disobbedienti

– 1949 12.5 Fehrbach (Germania), una bambina, Giudizio negativo

– 1949 Haszos, Ungheria, folla, Valutazione vescovile negativa

– 1949 7 Lublin (Polonia), giudizio negativo

– 1950-1952 Necedah (USA) Anna Von Hoof (41 anni), Giudizio negativo vescovo di La Crosse il 17.6.55

– 1950 Acquaviva Platani (Caltanisetta) Italia, Pia Mallia (12 anni), Dall’apertura di una nuvola vide una stella brillante ed un sole che girava emettendo raggi colorati. Giudizio negativo

– 1951 8.8 Casalicontrada (Chieti), Italia, Leonardo Masoli, Avvenimenti non riconosciuti

– 1951 Rodalben (Germany) Annelise Wafzig (27 anni), scomunicata dal Vescovo Wendel di Speyer

– 1953 21.8 Hydrequent (Francia), Jean Lavoiser (10 anni) + altre persone, Valutazione ecclesiastica negativa

– 1953 Cossirano (Brescia), Italia, Condanna del Vescovo Tredici di Brescia nel 54 e 58

– 1953 Santo Saba di Sparà (Messina), Italia, Rosario Pio (8 anni), Giudizio negativo

– 1953 Maria Valtorta, Caserta (I), condannata dalla Santa Sede nel 1949, 1959, 1985 e 1993 (16.12.59 Papa Giovanni XXIII conferma “libri proibiti”)

– 1954 Eisenberg, Aloisia Lex, Austria, Condannata il 20.5.69 dal Vescovo di Eisenstadt

– 1954 Marie-Paule Guigère, Quebec, 1971 forma l’armata di Maria, condannata nel 1987 dal Cardinal Louis-Albert Vachon, Arcivescovo di Quebec con conferma del Cardinal Ratzinger nel febbraio 1987. Agosto 2001 I vescovi canadesi: l’«Armée de Marie» non è cattolica.

– 1955 Reggio Emilia (Italia), Rosina Soncini (55 anni) fino al 1956, Giudizio negativo

– 1956 Urbania (Pesaro) Italia, Augusta Tangini (11 anni) + altri fanciulli, Nessun carattere soprannaturale delle visioni

– 1961-1965 Garabandal (4 ragazze), Spagna, condannata definitivamente dal Vescovo di Santander Jose Vilaplana 11.10.96, link interno, La Congragazione del Sant’Uffizio appoggiò i divieti vescovili il 28.7.65, 7.3.67 e 10.5.68

– 1961 Craveggia (Novara) Italia, 1 donna (60 anni) miracolata a Lourdes, Apparizioni giudicate non soprannaturali

– 1961 Rosa Quattrini, San Damiano (I) Condannata il 2.2.68 e 2.11.70 dal Vescovo Enrico Manfredi di Piacenza – Lettera a tutti i presbiteri della Chiesa di Piacenza-Bobbio riferita a “fenomeni di visioni, rivelazioni, apparizioni, illuminazioni, stigmate” – PDF – Conferma giudizio negativo presunte apparizioni San Damiano. Curia Vescovile di Piacenza 7.6.2005 – PDF

– 1962 La Ladeira, Maria da Conceição Mendes Horta, Portogallo, Condannata il 17.6.77 dal Vescovo di Santarém

– 1963 Ostia (Roma, Italia) Giudizio negativo

– 1966 Ventebbio (1 prete), Italia

– 1966 Surbiton, Surrey (UK) Patricia de Menezes e Divina Innocenza, messaggi non di origine soprannaturale, Arcivescovo Michael Bowen di Southwark.

– 1967 Bohan (2 uomini), Belgio

– 1968-1971 EL Palmar de Troya (4 ragazzi), Spagna, di cui Clemente Dominguez seguito dall’Arcivescovo di Bulla Regia Ngô-dinh-Thuc scomunicato il 17.9.76 per ordinazioni illegittime di presbiteri e vescovi, assolto il 17.12.76 ma riscomunicato il 12.3.83 dalla C.D.F. (dichiarava vacante la Sede Apostolica). Ritratta pubblicamente i propri errori prima della morte.

– 1968 Carmela Carabelli, Italia

– 1970 Veronica Lueken, Bayside (USA), condannata dal Vescovo di Brooklyn John Mugavero 4.11.86

– 1971 Marisa Rossi, Roma (I), seguita da Don Claudio Gatti incorso nella sospensione “latae sententiae” il 22.10.1998 dal Card. Camillo Ruini e dimesso dallo stato clericale il 7.11.2002. Le apparizioni e il rischio di ‘privatizzare’ la fede (Mons. Arrigo Miglio Vescovo di Ivrea)

– 1972 Don Stefano Gobbi, Italia, 85 Autorità Ecclesiastica invita a lasciare la direzione del movimento, 98 ammette alla Congregazione della Dottrina della Fede che non sono messaggi della Madre di Dio, condanna Arcivescovo Agostino Cacciavillan (USA) 12.1.95

– 1973 Mortzel, Belgio

– 1973 Dozulé (Magdalene Aumont) Francia, condannata dai Vescovi di Bayeux & Lisieux Jean Badré 24.6.83 e Pierre Pican 15.3.91 – Messa a punto sul fenomeno “Dozulé” Commento di Avvenire – Lettera di Mons. Luigi Bressan dell’Arcidiocesi di Trento – oppure

– 1974 Derval (1 uomo), Francia

– 1976 Cerdanyola, Spagna

– 1977 Le Fréchou (1 uomo), Francia

– 1980 Escorial (Spagna) Amparo Cuevas, per l’episcopato locale nessun carattere soprannaturale

– 1980 Ede Oballa (1 uomo), Nigeria

– 1981 Medjugorje (6 ragazzi), Bosnia-Erzegovina, CONDANNATA dai Vescovi Pavao Zanic (1985) e Ratko Peric (1993, 1997) alcune lettere ufficiali ed articoli – Dichiarazione di Mons. Pavao Zanic del 1990 – Una dichiarazione aggiornata dal vescovo Ratko Peric – pdf – LA SOLENNITA’ DEL CORPO E SANGUE DI CRISTO Medjugorje, 15.VI.2006 – Disinformazioni da parte di René Laurentin

– 1981 La Taludière, Jean Piégay e sua figlia Blandine, francia, Condanna del 18.4.82 dal Vescovo Rousset di Saint-Étienne

– 1982 Nowra (1 uomo), Australia

– 1982 Canton (1 donna), USA

– 1983 Peñablanca, Cile, Miguel Angel Poblet, Condanna dall’Arcivescovo Valenzuela Rios il 4.9.84 per “manipolazione fede popolare”

– 1983 Olawa, Polonia, Kazimierz Domanski, Condannato dal Cardinal Glemp Arcivescovo di Varsavia nel 1988

– 1984 Gargallo di Carpi, Gian Carlo Varini, Nessun fondamento di soprannaturalità, Mons. Maggiolini e suo successorre Mons. Bassano Staffieri

– 1985 San Martino di Schio (Vicenza) Italia, Renato Baron, Arcivescovo Mons. Bressan rigurado Schio, Malé e San Vito di Flavon

– 1985 Oliveto Citra (Salerno), Italia, (12 ragazzi)

– 1985 Maureen Sweeney, Cleveland (USA)

– 1985 Naju, Korea, Julia Kim, Condannata il 1°.1.98 dall’Arcivescovo Victorinus K. Youn di Kwangju

– 1985 Bangladesh, Losanna, Roma e si presume dal 2005 Washington, Vassula Ryden, “messaggi non divini” Congregazione per la Dottrina della Fede 6.10.95 – PDF – Quei messaggi sospetti di Vassula Ryden

– 1986 Nsimalen (6 ragazzi), Cameroon, Condanna 90 dal Vescovo Zoa di Yaoundé, 8.5.92 nota pastorale denuncia attività pastorale di 2 preti

– 1987 Mayfield, Irlanda

– 1988 Avola (Siracusa) Giuseppe Auricchia, Giudizio negativo

– 1988 pressi di Gorizia, Vittorio Spolverini, visione della “Madonna” col volto dell’ex convivente, Giudizio negativo

– 1988 Christina Gallagher, Irlanda, “nessun intervento soprannaturale” Arcivescovo Michael Neary

– 1988 Lubbock (diverse persone), USA

– 1988 Scottsdale (diverse persone), USA

– 1988 Phoenix (USA), Estella Ruiz

– 1989 Marlboro (New Jersey, USA), Joseph Januszkiewicz

– 1989 2 settembre, Fatima (Portogallo), Giorgio Bongiovanni seguace del contattista Eugenio Siragusa, Giudizio negativo

– 1990 Conyers (Georgia, USA), Nancy Fowler, Giudizio negativo

– 1990 Arcellasco (Italia), Maria Pavlovic (veggente di Medjugorje), Giudizio negativo

– 1990 Denver (USA), Teresa Lopez e Veronica Garcia, divieto di promozione Arcivescovo J. Francis Stafford 9.3.94

– 1992 Scottsdale, Arizona (USA), Carol Ameche

– 1992 Manduria (Taranto) Debora Moscugiari condannata il 14.12.97 da Monsignor Franco Vescovo d’Oria ed ordinario del luogo. Lettera pastorale letta in tutte le Chiese della Diocesi. Fatti qualificati come opera del Maligno. Da Faussaires de Dieu di Joachin Bouflet. segnalazione 5.01 – oppure

– 1992 San Pancrazio (Lucca) Pino Casagrande, nuove supposte visioni mariane

– 1993 Matthew Kelly, New S. Wales, Australia

– 1999 Marpingen, Germania, 3 donne, l’11.8.99 Vescovo Spital di Trèves pubblica nota su nessun riconoscimento d’intervento soprannaturale. Nonostante questo gruppi mariani legati a Medjugorje ed alla rivista Stella Maris, non tengono conto del documento episcopale (J.B.)

– 2001 Antonio di San Lazzaro in Capua (CE) “Vergine della Rivelazione degli ultimi Tempi” Movimento non riconosciuto dalla Chiesa Diocesana. Arcivescovo di Capua Mons. Bruno Schettino

– Elia Cataldo – detto Frà Elia. Nato il 20 febbraio 1962 Francavilla Fontana (Br), Cataldo Elia, da Carmelo Elia e Anna Argentieri. Secondo quanto afferma Fiorella Turolli, seguace e portavoce ufficiale di frà Elia, all’età di 7 anni il piccolo Cataldo comincia a soffrire di strani  stati di malessere durante il periodo di quaresima, come svenimenti, inappetenza, dimagrimento ecc. I medici non riuscendo a comprendere la causa di tali malori, gli diagnosticano disturbi neurovegetativi o della crescita. Nello stesso periodo hanno inizio fenomeni mistici di visioni di angeli, e poco più tardi gli si presenta quello che diventerà il suo angelo custode: Lechitiel. (La Parola di Dio conosce solo 5 nomi di Angeli di cui 3 buoni e non c’è nessun Lechitiel). Giovanissimo decide di entrare in convento e durante il periodo del noviziato (28 anni) riceve sul suo corpo i “presunti segni della passione di Cristo”, le “Stigmate”, che verranno poi certificate dal neurofisiologo prof. Marco Margnelli (morto il 28 gennaio 2005). È alquanto improbabile che un neurofisiologo, bravo per quanto possa essere, abbia da solo la competenza necessaria per certificare la presenza di un fenomeno soprannaturale quale può essere quello delle stimmate, ma necessita dell’ausilio di una commissione specifica nominata dall’autorità ecclesiastica, composta da medici, sacerdoti, teologi ed esorcisti che condividono le proprie competenze per stimare un giudizio finale che venga riconosciuto dall’unica autorità competente a emettere un simile verdetto, ossia la Chiesa Cattolica.

Con una nota ufficiale, comparsa pure sulle pagine del settimanale Il Popolo, la Curia che riunisce Friuli Occidentale e Veneto Orientale “respinge” seccamente Frate Elia. “Si rende noto – recita testualmente la comunicazione – che il sedicente frate non appartiene ad alcun istituto di vita consacrata che abbia ricevuto il placet da un vescovo diocesano, né a un istituto di vita consacrata eretto o approvato dalla Sede apostolica. Non è perciò autorizzato – questo il succo del messaggio – a tenere incontri di preghiera in alcun luogo di culto all’interno del territorio di Concordia – Pordenone”. La Curia Vescovile di Verona il 5 ottobre 2004 comunica che il sig. Elia Cataldo non è un frate, è stato un novizio nel convento dei Cappuccini della provincia di Bergamo ma è stato dimesso dall’Ordine (quindi non lo ha lasciato spontaneamente come invece il Sig. Elia Cataldo afferma). Il Vescovo vieta a Frà Elia di insegnare e condurre incontri di preghiera nelle parrocchie della sua Diocesi fino a quando non otterrà un ufficiale riconoscimento del suo presunto carisma.  Facendo riferimento a P. Pio, santo a cui Elia viene spesso paragonato, il Vescovo di Verona precisa che mai tale personaggio ha voluto ostentare le sue Stimmate pubblicamente ricorrendo a programmi televisivi. (Il sig. Elia Cataldo è stato ospite del programma televisivo “Miracoli”, e Fiorella Turolli ha partecipato ad altre trasmissioni). La Curia di Pordenone vieta a Frà Elia di tenere incontri di preghiera in luoghi di Culto della Diocesi. Il 6 settembre l’Arcidiocesi di Modena in un comunicato stampa rende noto che al sig. Elia Cataldo non è concessa nessuna autorizzazione per condurre incontri di preghiera nelle proprie parrocchie, questo in seguito alla richiesta di informazioni sul “mistico” da parte di alcuni fedeli della Diocesi. Elia avrebbe condotto infatti incontri di preghiera in una parrocchia Modenese all’insaputa dell’Arcivescovo.  Aprile 2006 la Curia di Terni segue la linea delle Curie sopraccitate.

– Altri luoghi e “veggenti” in Italia sono:

Salvatore Caputa a Mozanbano (Mantova); Pina Micali a Giampilieri Marina (Messina); Giuseppe Auricchia di Avola (Siracusa); Silvana Orlandi ad Ostina (Firenze); Rossana Salvadori a Borgo Meduna (Pordenone); Fratel Cosimo a Reggio Calabria; “Chiesa dello spirito santo” (1 donna) di Asso (Como); Pino Casagrande (in circolazione) Testimonianza; Divina Sapienza di Cassino (messaggi trasmessi via internet), Marco Ferrari, Paratico (Brescia) (Cf. http://www.cafarus.org)

Esistono molte altre rivelazioni provate e fatti psuedo miracolosi non riconosciuti dalla Chiesa Cattolica. Queste sono tra le più famose che hanno e che continuano ad ingannare tanti fedeli e anche religiosi nel mondo intero. Quanta fede sprecata, sottratta a Cristo e regalata ai ciarlatani…

Per i falsi Messia vedere il mio articolo “I falsi profeti, antipapi moderni e falsi Messia” ne “Il Segno del Soprannaturale” di Maggio 2010 N. 263 –  pp.33-34

Giorgio Nadali

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La scuola del fare

di Giorgio Nadali

Il mondo cambia troppo velocemente per strgli dietro. Dobbiamo stargli davanti. Valentina Aprea cita il Premier durante l’incontro con Mariastella Gelmini alla festa nazionale del PdL al Castello Sforzesco di Milano. Questo è lo spirito della riforma. Bisogna trarre dalla scuola ciò che serve alla vita, senza dare un pezzo di carta – il diploma – che non rende più autonomi i ragazzi. Così il Ministro – che prosegue. E’ la scuola non del centro destra, ma della gente che lavora. Se la suola perde la vitalità di cambiare la condizione sociale, non va. Se vogliamo una scuola per lo sviluppo, dobbiamo puntare sulla qualità. E’ la qualità della didattica che fa la differenza. Non si può trattare allo stesso modo buoni e cattivi insegnanti! E parte l’applauso. Non è possibile che nella scuola avanzi solo per scatti di anzianità. Altro applauso. Lo stipendio per gli insegnanti che scaldano la sedia e per i buoni insegnanti non può essere lo stesso. Il Paese si è dimenticato degli insegnanti in questi anni, considerandola una professione tra le tante. Non si può chiedere più dirigenti scolastici  senza che questi abbiano effettivo potere. La scuola avrà 1 miliardo di euro all’anno. 10.000 i nuovi insegnanti e 6000 posti in più per il personale ATA. Un concorso per 2800 nuovi dirigenti scolastici. Questo è il governo della riforma, non dei tagli. E’ aumentato il numero degli insegnanti di sostegno. Classi sovraffollate? Sono più le classi con 12 alunni che quelle con 32. Abbiamo il terzo debito pubblico mondiale. Non possiamo permeterci di sprecare. Non ci si deve scandalizzare se per una volta non si buttano via i soldi. Tenere in ordine i contri pubblici è il più bel regalo che facciamo alle nuove generazioni. Dicendo di assumere tutti i precari non si fa qualità, ma consenso politico. La vendita di illusioni la lasciamo alla sinistra che dopo vent’anni scopre il problema del precariato. La sinistra ha prodotto posti di attesa nelel graduatorie, non posti di lavoro. Un sistema basato sul sindacato e sulla autoreferenzialità piò aiutare le giovani generazioni? I giovani sono le vittime designate di una politica che ha messo in ginocchio il Paese. L’integrazione non si fa facendo credere che venire nel nostro Paese voglia dire avere solo diritti e non avere doveri. Chi viene nel nostro paese deve essere disponibile ad accettae le regole che una società si dà per la propria sopravvivenza. A scuola e l’università è l’ambito in cui si vede meglio il fallimento della sinistra.  Così conclude tra gli appalusi la brillante avvocato trentasettenne bresciana, autrice della riforma per una scuola di qualità ed efficianza. Avvocato, non avvocata. Per il vocabolario Treccani Avvocata è solo la Madonna. Ma per una scuola seria i miracoli non servono. Ci basta un ministro con le…qualità giuste. Lo abbiamo. Era ora.

Giorgio Nadali

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Risorgeremo. Ma come?

 Di Giorgio Nadali       www.giorgionadali.it 

 “Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. (Giovanni 6,40)

 “E questa è la promessa che egli ci ha fatta: la vita eterna”. (1Giovanni 2:25)

 “E’ seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale”. (1Corinzi 15:44)

 Nella risurrezione dei corpi noi avremo un corpo trasfigurato e spirituale (un solido fatto di respiro d’anima – pneuma = soffio di spirito – capace di ubiquità senza ostacoli) consimile al corpo che nel cielo hanno Cristo e la Madonna.

Quindi dopo la risurrezione le nostre anime (ectoplasmi incorporei), che ora non hanno corpo, ne avranno uno che ricorderà solo nella forma (nei lineamenti) il corpo terrestre.

Il corpo spirituale (integro in tutte le sue forme (cioè “formale” e non materiale) è un corpo molto diverso dal nostro fisico, perché è capace di sentire – partecipare – avere volume, ma non carne animale in quanto privo di qualsiasi possibilità di peccare o turbarsi in senso negativo.

Il corpo di Gesù, che ha dato anche la possibilità, dopo risorto, di essere toccato nel costato da San Tommaso, ed ha dimostrato di nutrirsi insieme agli altri apostoli, è di natura gloriosa (materia spiritualizzata e trasfigurata dallo Spirito Santo).

Il corpo di Gesù è Glorioso, tangibile ma spiritualmente Perfetto, assolutamente esente dai difetti della materia.

La volontà e l’essenza, purissima – perfetta e luminosissima, ne hanno fatto, nel mistero incommensurabile delle possibilità divine, preziosissima qualità d’amore e di bene.

Così è anche il corpo della Regina del Cielo, perché è così che Ella si è fatta sentire nell’abbraccio ricevuto dai veggenti in una delle sue tante apparizioni.

          IL CODICE DI DIRITTO CANONICO DAL 1983 PERMETTE E CONSENTE LA CREMAZIONE

L’ABBRUCIAMENTO DEL CADAVERE NON PUO’ NUOCERE ALL’ANIMA, PERCHE’ IL MODO DI RITORNARE ALLA POLVERE E’ SOLO QUESTIONE DI DIFFERENZA DI TEMPO

PUR NON PROIBENDO LA CREMAZIONE, LA CHIESA RACCOMANDA IL SEPPELLIMENTO E LA TUMULAZIONE, PERCHE’ LA LENTA TRASFORMAZIONE NATURALE AIUTA A SENTIRSI MAGGIORMENTE E FIGURATIVAMENTE ANCORA COLLEGATI AL CORPO DELLA PERSONA CHE NON C’E’ PIU’

LE SOLE CENERI IMPRIMONO, INVECE, UNO STACCO NETTO.

In contrasto con la negazione della resurrezione da parte dei Sadducei, che accettavano soltanto i primi cinque libri dell’AT (il Pentateuco ), Gesù insegna che la resurrezione finale avrà luogo grazie al potere di Dio, che è un Dio dei viventi, il «Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe» ( Mt 22,32; cfr. Es 3,6). Nel far questo, Gesù ricollega le radici del credo nella resurrezione (cioè la fede nell’onnipotenza e nella sovranità di Dio su tutto l’ordine creato) indietro fino al libro dell’Esodo, accettato dagli stessi Sadducei che negavano la resurrezione. Tuttavia, diversamente dall’insegnamento dei Farisei, Gesù afferma che chi risorge non ritorna ad uno stato di terreno o corruttibile, bensì possederà uno stato trasfigurato, glorificato, perché «alla resurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo» ( Mt 22,30).

In secondo luogo – e questo è l’elemento più specifico della dottrina del NT – la resurrezione avrà luogo non solo grazie al potere vivificante di Dio in genere, ma in virtù della resurrezione di Gesù Cristo dalla morte, con la forza dello Spirito Santo. La resurrezione di Gesù fornisce pertanto la promessa, la garanzia, l’esempio e la primizia della resurrezione universale, che può essere considerata come una «estensione della resurrezione di Gesù a tutto il genere umano». In modo più specifico, secondo s. Giovanni, Gesù in persona è «la resurrezione e la vita» ( Gv 11,25), ed egli spiega: «Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso.  Verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una resurrezione di vita e quanti fecero il male per una resurrezione di condanna» ( Gv 5,26.28-29).  

Tutti risorgeremo. Alla nostra libertà la decisione se per il Paradiso o per l’Inferno. In entrambe le condizioni il nostro corpo ultraterreno parteciperà alla beatitudine del Paradiso o alle pene dell’Inferno.

S. Paolo insiste ripetutamente sulla dottrina della resurrezione finale (cfr. At , 24,14; 1Ts 4,14-17; Ef 3,1-4; 1Cor , c. 15; ecc.). Cristo è «primogenito fra molti fratelli» ( Rm 8,29; cfr. Col 1,18). Nel c. 15 della Prima Corinzi egli sviluppa l’idea che la resurrezione finale dipende interamente da quella di Gesù Cristo e colloca questo convincimento al centro della fede cristiana, dicendo che «se non esiste resurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti» (vv. 13-14 e 20). E ancora: «come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste» (v. 49). Per Paolo la resurrezione è come anticipata nella vita presente, per coloro che partecipano alla morte e resurrezione di Gesù Cristo mediante il sacramento del Battesimo (cfr. Rm 6,3-11; Ef 2,6).

Come risorgeremo? La Teologia

Appartiene al dogma della risurrezione che essa avvenga coi corpi che abbiamo ora (“cum suis propiis resurgent corporibus quae nunc gestant” – IV Concilio del Laterano – e “in hac carne, qua nunc vivimus” – Fidei Damasi). Il corpo sarà non solo specificamente lo stesso (il corpo che ho ora). Con questa affermazione, si evita ogni modo di pensare che suggerisca una metempsicosi o una tramigrazione delle anime da un corpo all’altro…

Tre ipotesi teologiche sul come riavremo il nostro corpo il giorno della risurrezione

    Gesù Cristo promette che questo avverrà alla fine dei tempi. In Giovanni 6:54 dice: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Le ipotesi sulla nostra risurrezione sono:

Identità materiale – perché il corpo sia numericamente lo stesso, si richiederebbe che fosse composto nella stessa materia. Intesa in tutto il suo di rigore, la teoria difficilmente accettabile. D’altra parte, il principio secondo il quale un’identità materiale necessaria perché il corpo possa essere considerato lo stesso, è scientificamente assai discutibile. Dato il metabolismo costante del corpo umano, il mio corpo attuale ha rinnovato totalmente la sua materia da com’era sette anni or sono; e tuttavia, penso con ragione che sia rimasto realmente lo stesso corpo.

Identità formale – una teoria che si colloca all’estremo opposto sarebbe quella proposta, già nel Medio Evo da Durando di San Porciano (+ 1334). Durando suppone che, quale sia la materia di cui è composto un corpo, è il mio corpo per il fatto medesimo che esso s’unisce la mia anima… Bisogna riconoscere che, esposta in questo modo e senza altri particolari, questa teoria lascia l’impressione di una certa somiglianza con la teoria della trasmigrazione delle anime… Joseph Ratzinger [1][attuale papa Benedetto XVI, n.d.A.] pensa che non sia necessaria la stessa materia perché il corpo possa essere considerato lo stesso, e ha fatto notare che tutta la tradizione ecclesiastica (dottrinale e liturgica) impone come limite che il corpo risuscitato deve includere le reliquie dell’antico corpo terreno, se si esistono ancora come tali quando avviene la risurrezione. Tali “reliquie” saranno nuovamente animate dall’anima santa al corpo della quale appartennero. D’altra parte, insistendo sul fatto che la nostra risurrezione gloriosa non può essere spiegata senza un parallelismo con la risurrezione di Gesù, pare necessario affermare, come secondo limite, una certa continuità di somiglianza morfologica col corpo mortale. 

Alcuni autori medievali, come Durando di s. Porziano (1270 ca.-1334), hanno suggerito che l'”identità formale“, riguardante essenzialmente l’identità dell’anima umana, «unica forma del corpo», sarebbe sufficiente ad assicurare l’integrità del medesimo corpo umano nella resurrezione (cfr. In IV Sent. , d. 44, q. 1). L’ipotesi è stata ripresa in tempi recenti da neo-tomisti quali Hettinger, Scheel, Billot, Michel, Feuling. Tale posizione in realtà non è lontana da quella di Origene, basata sulla comprensione paolina della resurrezione come lo sviluppo di un seme (cfr. 1Cor 15,35), o come la presenza di un’immagine spirituale (gr. eîdos ) che non cambia durante tutte le trasformazioni cui soggiace la vita umana e che persisterà dopo la glorificazione. Tale visione, tuttavia, riteniamo non tributi un sufficiente realismo alla resurrezione di Gesù, avvenuta «il terzo giorno». Essa non tiene sufficientemente conto delle implicazioni escatologiche della perenne prassi liturgica di venerare le reliquie dei santi (cfr. DH 1822; Ratzinger, 1957), ed il significato del dogma dell’assunzione in cielo di Maria, madre di Gesù (cfr. Ratzinger 1979, pp. 120-122). Già in epoca patristica, inoltre, alla comprensione di Origene della resurrezione in termini alquanto “spiritualisti” si opposero le posizioni di altri autori, come Metodio di Olimpo (m. 310 ca.) e Gregorio di Nissa (335-395) (cfr. Crouzel, 1972; Chadwick, 1948; Daniélou, 1953).

Identità sostanziale – Alois Winklhofer ha proposto, recentemente una nuova ipotesi… di fronte a un cadavere che comincia a corrompersi, Dio sottrae e conserva separatamente questa sostanza non fenomenologica del corpo. Il cadavere, a dispetto della sua continuità fenomenologica col mio corpo, non sarebbe più, in questo caso, il mio corpo. Al contrario, partendo dalla sostanza non fenomenologica del mio corpo, Dio ricostruirebbe il mio corpo risuscitato; e appunto la permanenza di questa sostanza (l’identità sostanziale) farebbe sì che sia il mio corpo e non un altro.

L’identità del corpo risorto. Nonostante il carattere eterno e glorioso del corpo risorto, la fede cristiana predica la sua identità con il corpo terreno. La Chiesa la ha insegnata con insistenza riferendosi non solo alla resurrezione dalla morte generalmente intesa, ma alla resurrezione «di questo corpo», «di questa carne» (cfr. O’Callaghan, 1989a). Il termine «resurrezione» indica proprio tutto ciò, in quanto denota una realtà previa e decaduta che assume una vita nuova e definitiva. Si comprende allora perché le affermazioni dei Padri della Chiesa circa la resurrezione finale avevano una veste così fortemente realistica: «la verità della resurrezione non può essere compresa senza la carne e le ossa, senza il sangue e le membra», diceva s. Girolamo ( Contra Iohannem Hierosolymitanum , 31).

L’identità del corpo risorto con il corpo terrestre, tuttavia, non vuol dire una stretta “identità materiale” fra gli elementi fisici della condizione terrena e quelli oggetto dello stato risorto, come già suggerirono i primi autori cristiani, come Teofilo di Antiochia, Taziano, Atenagora o Ilario di Poitiers. Servendosi dell’immagine del vaso di creta ricostruito ancora una volta, presente nel profeta Geremia (cfr. Ger 18,1-10), Origene aveva spiegato che la materia di cui saranno composti i nostri corpi risuscitati non è necessariamente identica a quella del corpo terreno e che, in ogni caso, la logica di tale trasformazione appartiene al potere creatore di Dio (cfr. Homiliae in Jeremiam , 18, 4). Fra l’altro, non va dimenticato che il semplice metabolismo umano rinnova continuamente, in un ciclo di pochi anni, gli elementi fisici e chimici che compongono la materialità del nostro corpo.

Per approfondire:

Cesare Marcheselli Casale

Risorgeremo, ma come? Risurrezione dei corpi, degli spiriti o dell’uomo?

EDB, Bologna, 1988

Candido Pozo

Teologia dell’Aldilà

Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 1990

Giorgio Nadali

I monaci sugli alberi

E centinaia di altre cose curiose su Dio, la Bibbia, il Vaticano

Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2010

Giorgio Nadali

 www.giorgionadali.it

 


[1] Joseph Ratzinger – Auferstehungsleib, LexTheolKirch, 1, 1053


Angeli e curiosità

di Giorgio Nadali  www.giorgionadali.it

Nella Bibbia sono chiamati מלאך אלהים (mal’akh Elohim; messaggero di Dio), מלאך יהוה (mal’akh Adonai; messaggero del Signore), בני אלוהים (b’nai Elohim; figli di Dio) e הקדושים (ha-qodeshim; i santi). Altri termini usati in testi più recenti sono העליונים (ha’elyoneem; i superiori). Daniele è il primo a riferirisi agli angeli con un nome proprio.

Nel Giudaismo vi è il detto « Chi compie una Mitzvà acquisisce un angelo, chi ne compie due acquisisce due angeli, chi compie più Mitzvot acquisisce mezza schiera di angeli ». Il Mitzvà è un comandamento.

Secondo la Cabala ebraica vi sono 4 mondi e il nostro è l’ultimo, quello dell’azione (Assiyah). Gli Angeli esistono nei mondi superiori come “compiti” di Dio. Gli Angeli sono un’estensione di Dio che produce effetti in questo mondo. Dopo che un Angelo ha realizzato il uo compito, cessa di esistere. L’Angelo è il compito stesso. Questo deriva dal libro della Genesi, quando Abramo incontra 3 angeli e Lot ne incontra 2. Il compito di uno di loro era di informare Abramo di suo figlio. Gli altri due dovevano salare Lot e distruggere Sodoma e Gomorra.

Gli Angeli sono persone spirituali. Persona non vuol dire necessariamente “essere umano”. Una persona è un essere libero, intelligente, razionale e spirituale. Quelle spirituali dotate di un corpo  sono gli esseri umani. Quelle incorporee sono gli Angeli (creature) e Dio (creatore in 3 Persone divine). 

La collezione angelica

La collezione Gianni Brandozzi di Ascoli Piceno è una delle più complete raccolte di opere figurative dedicate all’iconografia e al culto degli angeli. Oltre 100 capolavori,  oggetti d’arte e di alto artigianato che hanno per oggetto l’iconografia cristiana di angioletto dorati i quali impreziosivano chiese e abbellivano dimore, in gran parte lignee negli originali d’epoca dal ‘600 all’800.

Museo degli Angeli. Beloit, Usa

Si trova a Beloit, Winsconsin, USA. E’ un enorme museo dedicato interamente alla figura angelica. Il museo dispone di due collezioni raffiguranti Angeli nelle più disparate fogge. La collezione Berg conta dodicimila pezzi provenienti da Giappone, Italia, Spagna, Portogallo, Taiwan, Cina, Stati Uniti e da numerosi altri Paesi. Tra i materiali dei pezzi raffiguranti gli Angeli ci sono il legno, il vetro, il metallo, la stoffa. La collezione dell’Angelo Nero conta seicento pezzi di Angeli di colore, donati alla giornalista afroamericana Ophrah Winfrey dai suoi ascoltatori.

La più alta statua di un angelo. Gateshead, Gran Bretagna

 

E’ Angel of the North, una scultura moderana di Antony Gormley. Alta 20 m. con ali larghe 54 m. Si torva a Gateshead, Inghilterra su una collina. La statua più alta di un angelo in stile classico è quella dell’Angelo Moroni sulla Cumorah Hill a Palmyra, Nw York (USA).  E’ l’angelo che ha parlato nel 1823 con Joseph Smith, fondatore dei mormoni e gli ha consegnato la tavole d’oro che ispirarono il Libro di Mormon, proprio nello stesso luogo dove oggi sorge la statua, alta 3 m. su un piedistallo di 7,62 m. Opera dello scultore norvegese Torleif S. Knaphus, il monumento fu inaugurato dal presidente americano Heber J. Grant il 21 luglio 1935. [1]  

L’esorcismo col pesce consigliato dall’Angelo Raffaele

Nell’Antico testamento Tobia compie un esorcismo su Sara allontanado il diavolo con l’odore del fegato e del cuore di un pesce (Tobia 8,3), secondo i consigli dell’Angelo Raffaele (Tobia 6,8). “Quanto al cuore e al fegato, ne puoi fare suffumigi in presenza di una persona, uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo e cesserà in essa ogni vessazione e non ne resterà più traccia alcuna”. “L’odore del pesce respinse il demonio, che fuggì nelle regioni dell’alto Egitto. Raffaele vi si recò all’istante e in quel luogo lo incatenò e lo mise in ceppi”. (Tobia 8,3)

      [In realtà l’Angelo Raffaele utilizza le credenze antiche per manifestare la liberazione divina].

Iconografia

Le ali = simbolo di prontezza alla volontà divina

La veste bianca  = purezza

L’aureola = santità

Padri della Chiesa

“Ogni fedele ha al suo fianco un Angelo protettore e pastore, per condurlo alla vita” (S. Basilio di Cesarèa – Adversus Eunomium 3,1)

“Dobbiamo pregare gli Angeli perché ci sono dati come guardiani” (S. Ambrogio)

 Religioni

Le tre Religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo e Islam) credono nell’esistenza degli Angeli. In totale circa 3,5 miliardi di fedeli.

Dottrina Cattolica

Il Catechiesmo della Chiesa Cattolica, al paragrafo 328, afferma che “l’esistenza di esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente Angeli, è una realtà di fede. La testimonianza delle Scritture è tanto chiara quanto l’unanimità della Tradizione”.

Malintesi popolari. Gli Angeli NON sono:

Uomini defunti;  portafortuna; coloro che ci eliminano ogni sofferenza; sessuati; corporei; legati a segni zodiacali; da evocare con lo spiritismo; creati beati (hanno passato una prova di fedeltà a Dio per essere beati); bambini defunti.

La funzione dell’Angelo custode

E’ di sostenerci nelle prove della vita in modo che possiamo realizzare il disegno di Dio su di noi. Può proteggerci, ma non evitare qualsiasi sofferenza della vita.  Gesù disse: «Chi vuol essere mio discepolo rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua: chi vuol salvare la sua vita la perderà, chi la perderà per me, la salverà» (Mt 16,24). Ogni persona ha un Angelo custode dal momento della nascita. Dal concepimento alla nascita il bambino è sotto la protezione dell’Angelo custode della mamma.  L’Angelo custode è colui che ci introdurrà nella vita eterna al momento della morte terrena.   

Angeli interreligiosi

Gabriele è presente nella fede dell’Islam. Consegna il Corano a Maometto. Ogni fedele islamico ha 11 Angeli custodi. Per l’Islam  i capitoli del Corano (dette sure)  sono stati disposti nell’ordine in cui furono insegnati  al profeta Maometto dall’arcangelo Gabriele.

Angeli biblici

La parola “angelo” al singolare è presente nella Bibbia   146  volte, in 212 versetti. (129 volte nell’A.T. e 94 volte nel N.T.)

La parola “angeli”  al plurale è presente nella Bibbia  177  volte, in 97 versetti (17 volte nell’A.T. e 83 volte nel N.T.)

 

Malachim (traduzione: Messaggeri) Parola generica per Angeli

Michele – Antico Testamento e Nuovo Testamento. (traduzione: chi è come Dio) Realizza la gentilezza di Dio. L’arcangelo Micael il cui nome significa: “Chi è come Dio”? è menzionato in Daniele 10:13,21; 12:1 come uno dei grandi capi angelici e come il protettore del popolo d’Israele. In Apocalisse 12:7 come il capo che, coi suoi angeli, combatte contro a Satana e lo vince. In Italia è’ patrono della Polizia di Stato.

“Ma io ti voglio far conoscere ciò che è scritto nel libro della verità; e non c’è nessuno che mi sostenga contro quelli, tranne Michele vostro capo”. (Daniele 10,21)

“Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli” (Apocalisse 12,7)

 “L’arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore!” (Giuda 9)

Gabriele –  Antico e Nuovo Testamento. Unico Angelo presente anche in un’altra Religione, l’Islam  (traduzione: La Forza di Dio) Realizza atti di giustizia e potenza.

“Mentre dunque parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me: era l’ora dell’offerta della sera” (Daniele 9,21)

“Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret” (Luca 1,26)

Raffaele (traduzione: Dio guarisce) Forza guaritice di Dio.

“Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore” (Tobia 12,15)

Serafini (traduzione: I Brucianti) Proteggono i cancelli del Giardinodell’Eden

 

Angeli della Cabala ebraica

Uriel – Cabala ebraica (traduzione: Dio è la mia luce) Ci guida al nostro destino

Malach HaMavet – Cabala ebraica (traduzione: Angelo della Morte)

HaSatan (traduzione: il persecutore, l’avversaio, l’accusatore) Porta i nostri peccati davanti alla corte divina

Chayot HaKodesh (traduzione:   )

Ophanim (traduzione: Orbite) Influenza

HaMerkavah (translation: The Chariot) Transports God’s glory

Classificazione cristiana

La classificazione più influente fu discussa da Pseudo-Dionigi nel quarto o quinto secolo, nel libro De Caelesti hyerarchia. In questo suo lavoro, l'autore aveva indicato alcuni passaggi del Nuovo Testamento, nello specifico gli Efesini 6,12 e i Colossesi 1,16, sulla cui base costruire uno schema di tre Gerarchie, Sfere o Triadi di angeli, nella quale ogni Gerarchia contiene tre Ordini o Cori. In decrescente ordine di potenza questi sono:

Prima Gerarchia:

Serafini.  Appartengono al più alto ordine di angeli, asservono il ruolo di guardiani del trono di Dio e continuamente cantano le sue preghiere
 

Cherubini.  Sono i guardiani della luce e delle stelle. Si crede che, anche se sono stati rimossi dal piano reale e materiale degli uomini, la luce divina che essi filtrano giù dal cielo possa ancora toccare le vite umane. Hanno quattro ali e quattro facce, ovvero una umana, una di cherubino, una di leone ed infine una di aquila. I Cherubini sono considerati coloro dediti alla protezione. Essi stanno a guardia dell’Eden e del trono di Dio.

 

Troni o Ophanim.  Il loro compito è quello di portare il trono di Dio per il Paradiso in suo nome. San Paolo usa il termine troni nella lettera ai Colossesi 1:16. Sono portatori del Divino, premurosamente aperti a ricevere le Sue donazioni

Seconda Gerarchia: 

Dominazioni.  Sono conosciute anche come Hashmallim, e hanno il compito di regolare i compiti degli angeli inferiori. Ricevono i loro ordini dai Serafini, Cherubini o direttamente da Dio, e devono assicurarsi che il cosmo sia sempre in ordine. È con estrema rarità che le Dominazioni assumano forma fisica per mostrarsi ai mortali. Invece, si interessano tranquillamente dei particolari dell'esistenza. Il termine dominazioni è usato da San Paolo nella seconda lettera ai colossesi 1,16. 
 

Virtù.  Il loro dovere è quello di osservare i gruppi di persone. La loro forma è simile a lampi di luce che ispirano nell’umanità molte cose come l’Arte o la Scienza. Il nome Virtù significa coraggio saldo e intrepidità in tutte le attività, un coraggio che mai si stanca di accogliere le illuminazioni donate dal Principio divino, che è anzi potentemente teso all’imitazione di Dio.

 
Potestà.  Nella credenza popolare sono gli Angeli che accompagnano le decisioni dei padri e li consigliano nella cura della famiglia.
 
Terza Gerarchia:
 

Principati.  sono esseri angelici dalla forma simile a raggi di luce. Si trovano oltre il gruppo degli arcangeli. Sono gli angeli guardiani delle nazioni e delle contee, e tutto quello che concerne i loro problemi e eventi, inclusa la politica, i problemi militari, il commercio e lo scambio. Uno dei loro compiti è quello di scegliere chi tra l’umanità può dominare. San Paolo usa il termine Principati nelle lettere ai Colossesi 1:16 e agli Efesini 1:21;3:10.

 
 

Arcangeli. La parola “arcangelo” è usata solamente due volte nelle scritture ( ma diverse volte nel Septuaginta): una volta riferendosi a Michele l’arcangelo e nell’altro caso riferendosi a Gabriele

 
Angeli.  Sovraintendono a tutte le occupazioni degli uomini

 
Angeli decaduti. I demoni
 

Demoni biblici

Lucifero. Antico Testamento. “Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora?.. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell’abisso!” (Isaia 14,12-15)

Belzebub. Nuovo Testamento. “Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. Ma alcuni dissero: «È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl”. (Luca 11,14-18)

Demoni della Cabala ebraica

 

La Cabala è parte della tradizione esoterica della mistica ebraica, in particolare il pensiero mistico sviluppatosi in Europa a partire dal VII-VIII secolo.

Secondo la Cabala ebraica esistono sei categorie di demoni:

Demoni del Fuoco: abitano le regioni più lontane degli Inferi. 
Demoni dell’Aria: dimorano e volano intorno agli uomini. 
Demoni della Terra: essi si mescolano agli uomini con il compito di tentarli e ammaliarli. 
Demoni dell’Acqua: vivono negli oceani, nei mari e nei fiumi provocando burrasche e naufragi. 
Demoni Sotterranei: si celano nei pozzi e sono la causa di terremoti e delle eruzioni vulcaniche 
Demoni delle Tenebre: devono il loro nome al fatto che vivono lontani dal sole. 

La Cabala divide queste categorie di demoni in 10 gruppi, ciascuna comandata da un demonio particolare 

THAMIEL: i bicefali. Spiriti in rivolta dominati da Moloch. 
CHAIGIDEL: Spiriti di menzogna guidati da Beelzebub e da Bodon. 
SATARIEL: i velatori. Spiriti della falsità, retti da Lucifugo. 
GAMCHICOLH: i Perturbatori di anime. Spiriti impuri governati da Astaroth. 
GALB: gli Incendiari. Spiriti della collera dominati da Asmodeo. 
TAGARIRIM: i litigiosi. Sono gli Spiriti della discordia guidati da Belphegor. 
HARAB SERAPHEL: i corvi della morte. Spiriti ribelli governati da Baal. 
SAMAEL: i battaglieri. Spiriti della ferocia guidati da Adramelech. 
IAMALIEL: gli Osceni. Spiriti capeggiati da Lilith. 
RESHAIM: i malvagi. Spiriti crudeli governati da Nahenia. 
DRAKROLLIL: i Draghi della Morte. Spiriti della Morte governati da Abraxas.

 

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[1] Giorgio Nadali – I monaci sugli alberi, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2010, ISBN: 978-88-215-6784-1


Fini come il Papa. Impossibile chiederne le dimissioni?

di Giorgio Nadali  www.giorgionadali.it

Il Papa può dimettersi. Il Codice di Diritto Canonico (322) prevede che “Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti”. Ma sia per il Papa, che per la seconda e terza carica dello Stato italiano non è possibile chiederne le dimissioni. I Presidenti di Camera  e Senato sono al di là del bene e del male. Per il Presidente della Repubblica è possibile la messa in stato di accusa – o impeachment- anche se in realtà questa procedura appartiene più alla politica degli Stati Uniti. La Costituzione all’Articolo 90 però lo prevede. “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune”. Il tentativo è stato fatto il 6 dicembre 1991 con il Presidente Cossiga. Accuse smentite poi dal comitato parlamentare il 12 maggio 1993.  Per il Presidente della Camera e del Senato questo non è previsto. Lo stesso vale per un Pontefice. E proprio così?

Papa

Per quanto riguarda il Papa non è possibile chiederne le dimissioni. Il dogma dell’infallibilità papale definito nella costituzione dogmatica Pastor Aeternus del 18 luglio 1870 prevede che il Papa non possa per virtù dello Spirito Santo pronunciare affermazioni contrarie alla dottrina cristiana.  il Papa non può sbagliare quando parla ex cathedra, ossia come dottore universale della Chiesa. Il dogma dunque vale solo quando egli proclama un nuovo dogma o afferma una dottrina in modo definitivo come rivelata. Una sola volta un Pontefice ha fatto uso dell’infallibilità ex cathedra per definire un dogma. Nel 1950 Papa Pio XII ha definito il dogma dell’Assunzione della Vergine Maria. Vi sono stati nella storia della Chiesa dei Papi deposti, ma in tempi molto antichi. San Silvestro (536 – 538), San Martino I (649 – 655), Romano (897 – 898), Leone V (903), Giovanni XII (956 – 964) accusato di omicidio, spergiuro, sacrilegio, incesto con parenti e due sorelle, Benedetto V (964 -965) esiliato dall’antipapa Leone VIII, Benedetto IX (1033 – 1044) cacciato dal popolo di Roma, vi ritornò te mesi dopo con l’aiuto dell’imperatore Corrado II. Attualmente non è prevista la possibilità dell”impeachment” di un Papa.

Presidenti di Camera e Senato

La Costituzione della Repubblica italiana non prevede la richiesta di dimissioni di queste cariche. Si possono sfiduciare singoli ministri, ma non i Presidenti di Camera e Senato. Per cui il Capo dello Stato non potrebbe mai accogliere una richiesta di questo tipo e deporre una di queste cariche. Nemmeno quando teoricamente (tutto da dimostrare)  perdessero la loro imparzialità. Sfiducia che comunque andrebbe votata a maggioranza dalla Camera dei Deputati. Un problema che riguarderà le riforme costituzionali. Per ora sta solo alla coscienza di chi è in carica dimettersi. Sinora non è mai accaduto che un Presidente del Consiglio chiedesse le dimissioni della terza carica dello Stato, ma nemmeno che quest’ultima pur presiedendo La Camera dei Deputati crei e guidi una forza politica in contrasto con chi lo ha fatto eleggere. In effetti la cosa brucerebbe a chiunque…

Giorgio Nadali  www.giorgionadali.it


I monaci sugli alberi

di Giorgio Nadali

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Introduzione

Perché questo libro sulle curiosità del cristianesimo? E’ semplice. Quando ami qualcosa o qualcuno vuoi scoprire tutto. I suoi lati più intimi e nascosti, le sue qualità, il suo passato, cosa fa tutti i giorni e magari – ma sì – anche qualche pecca e un pizzico di gossip. Sì, lo confesso. Amo la mia religione. Amo il senso che Cristo dà alla mia vita. Capisco la donna samaritana al pozzo di Giacobbe, di cui parla il Vangelo. «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». (Gv 4,29). La fede non è qualcosa che puoi tenerti dentro. E’ come la faccia. Non puoi nasconderla. Con la mia curiosità ho voluto cercare alcuni aspetti più particolari e poco noti della fede cristiana, condivisa da un terzo del Mondo. La vastità della cultura cristiana nella storia l’ha resa una ricerca molto vasta, non certo esaustiva, ma appassionante. Tutto in un unico volume proprio non ci poteva stare… Qui ci sono le più strane e curiose. Perché no?

Penso che molti non si rendano conto della profondità dell’influsso del Cristianesimo nella storia, nella cultura, nella società in cui viviamo. Solo la venuta di Dio fattosi uomo ha potuto cambiare la storia e incidere così tanto sulla cultura a livello planetario. Le divisioni nel Cristianesimo non vengono da Dio, ma dagli uomini. Per cui questa ricerca è orientata a tutto il Cristianesimo, senza i confini che la debolezza umana ha voluto porre al desiderio di Cristo «perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 17,21) e senza dimenticare il monito di Gesù a Giovanni: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi» (Mc 9,38-40).

Non esiste persona al Mondo che non sia in qualche modo toccata da qualcosa che riguardi almeno un aspetto della cultura cristiana. Atei e indifferenti compresi, naturalmente. Capire il Cristianesimo e scoprirne i suoi lati più nascosti è compiere un viaggio appassionante nel Mondo in cui viviamo, nella storia che ci ha condotto sino a qui, nella cultura che ha reso possibile un progresso di cui tutti beneficiamo, nel futuro stesso dell’umanità. Tutto questo è stato reso possibile dalla fede in Cristo di miliardi di persone. Dalla consapevolezza che la fede non è solo credere ai dogmi del catechismo, ma è la fiducia incondizionata sul come Dio operi personalmente tutti i giorni nella nostra vita, realizzando in noi cose grandi che troppi non osano nemmeno sperare e sul come il suo amore riesca a scrivere diritto nella storia sulle righe talvolta decisamente storte di noi uomini.

INDICE

Un po’ di Bibbia… per cominciare

Cose di Chiesa…

Tra scienza e fede

Un po’ di segreti (e non) del Vaticano

Papato e dintorni

Il Guinnes dei primati ecclesiali

Strane Chiese…

Luoghi sacri, santi e reliquie


RECENSIONE

ISBN: 978-88-215-6784-1

“I monaci sugli alberi”, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2010

Brossura – Pagine: 246 – Prezzo: Euro 14,00

Collana: Letteratura / Narrativa moderna / Il pozzo – 2ª serie

Formato: 13,5×21

 http://www.paolinitalia.it/libri/catalogo.asp?p=9&isbn13=9788821567841

http://www.ibs.it/code/9788821567841/nadali-giorgio/monaci-sugli-alberi.html

Intervista per Radio Monte Carlo